Putin: “Gli Stati Uniti non cercano alleati, ma vassalli

Ma come? Gli Usa liberano i popoli, a gratis e perché amano la  libertà, lo hanno fatto con noi vuoi che non lo facciano per benaltrismo puro con altri???

 “Non siamo stati noi che abbiamo rovinato il rapporto. Ogni volta noi sosteniamo la cooperazione con tutti, sia l’Occidente e l’Oriente”, ha dichiarato il presidente russo durante il giro di domande nell’ambito del programma ‘Linea Diretta’, in cui il leader del Cremlino ha risposto alle domande dei cittadini. Secondo gli organizzatori ne sono arrivate tre milioni da tutte le regioni del paese.

“Gli Stati Uniti non cercano alleati, ma vassalli”, ha proseguito Putin.

Sulla possibilità di tensioni tra Mosca e paesi occidentali, Putin ha sottolineato che la condizione obbligatoria deve essere il rispetto per la Russia e i suoi interessi. Allo stesso tempo, il presidente russo ha sottolineato che Mosca non considera “nessuno dei partecipanti sullo scacchiere internazionale” un nemico. “I nemici della Russia sono i terroristi internazionali e la criminalità organizzata”, ha sottolineato.

“Noi non consideriamo nessuno il nostro nemico e noi non consigliamo a nessuno di considerarci il loro nemico. (…) Siamo un paese con un enorme potenziale di sviluppo, con vaste risorse naturali e, senza dubbio siamo una grande potenza nucleare”, ha dichiarato.

“La Russia non ha ambizioni imperiali, vuole solo vivere dignitosamente come l’America Latina”, ha detto il presidente russo.

“Noi stiamo cercando di far rivivere l’impero, non abbiamo questi obiettivi che costantemente cercando di attribuirci (…), non abbiamo ambizioni imperiali, inoltre in tutto il mondo si stanno producendo processi di integrazione naturali”, ha detto il presidente, che ha anche sottolineato le relazioni positive tra la Russia e i paesi dell’Unione economica eurasiatica.

In riferimento alla decisione di Mosca di dare seguito alla vendita all’Iran di cinque batterie dei sistemi anti-missile S-300, congelata nel 2010, in osservanza delle sanzioni Onu per il controverso programma nucleare di Teheran, Putin ha dichiarato che “Non c’è ragione per mantenere l’embargo. Oggi i partner iraniani mostrano un sacco di flessibilità e il desiderio di raggiungere un accordo. Tutti i partecipanti al processo negoziatore hanno annunciato che un accordo è stato raggiunto e che solo i dettagli tecnici saranno decisi a giugno “, ha detto il presidente russo.

“I sistemi S-300 sono apparecchi costosi. Il costo è di circa 900 milioni di dollari.  Perché dovremmo perdere questi soldi?”, ha ribattuto Putin.

Il presidente russo ha spiegato che la fornitura di sistemi di difesa aerea S-300 a Teheran non si traducono in una sospensione unilaterale delle sanzioni anti-iraniane da parte della Russia. “Questo tipo di arma non è inserita nella lista delle sanzioni ONU. Abbiamo sospeso unilateralmente il contratto, quindi possiamo riattivarlo unilateralmente. Per quanto riguarda la lista delle Nazioni Unite, la Russia le rispetterà alla lettera”, ha insistito Putin.

Sulle lamentele presentate dal primo ministro incaricato israeliano Netanyahu, Putin ha sottolineato che “Mosca agisce con molta cautela per quanto riguarda le forniture di armi a paesi del Medio Oriente, considerando la situazione nella regione. E i sistemi S-300 sono armi difensive che non minacciano in alcun modo Israele”

http://www.informarexresistere.fr/2015/04/17/putin-gli-stati-uniti-non-cercano-alleati-ma-vassalli%c2%94/

Rossi chiede le case sfitte dei privati per i profughi

I disoccupati e sfrattati italiani hanno tutti un tetto e vitto garantito vero, Mr Solidarietà? In Toscana fai pagare il ticket perfino ai disoccupati, ma perché indignarsi? Ci sono indigenti ed indigenti, quelli italiani non esistono Prevarranno gli egoismi? Il governatore quanti ne ospita nella sua villa?????

di SIMONA POLI

ore 7.55 del 16 aprile 2015

Il governatore: “O vince la solidarietà o prevarranno gli egoismi”. Dice no ai grandi centri, meglio i piccoli insediamenti. Biagiotti (Anci): “Insieme non più di 60 persone”

«No ai grandi centri. La risposta all’immigrazione sta nella solidarietà, come sempre. Rivolgiamoci alla Misericordia, alla Pubblica assistenza, al volontariato, alle parrocchie, ai circoli Arci, alle Acli. Collaboriamo con i sindaci ma non facciamo l’errore di costruire strutture impossibili da gestire». Il presidente della Regione Enrico Rossi insegue il modello dei piccoli insediamenti per far fronte alla nuova ondata di profughi attesa nei prossimi giorni in Toscana. E si rivolge direttamente ai cittadini: «Chi ha case sfitte si faccia avanti», dice Rossi. «Meglio ancora se non sono appartamenti di un condominio, purché vengano messe a disposizione a un giusto prezzo. È una scommessa difficile e rischiosa ma possiamo farcela. Noi qui non vogliamo lager».

La questione umanitaria va gestita, secondo Rossi, «alla maniera toscana», come un’emergenza umanitaria che ha bisogno della collaborazione di tutti. «Per questo chiedo un aiuto anche ai privati, se hanno case un po’ isolate da affittare farebbero un’opera utile e generosa. I sindaci possono essere la chiave della risposta giusta, anche se avremo bisogno delle forze dell’ordine. O vince la solidarietà o prevarranno gli egoismi e le tensioni. Per questo dico no a caserme, alberghi, accampamenti e grandi aggregazioni. Evitiamo di scatenare reazioni negative che alimentino contrapposizioni, per noi il modello è sempre quello che adottammo nel 2011 e la Regione si propone come punto di riferimento essenziale».

Rossi però guarda oltre il livello locale. «Chiedo al governo di assumere il problema come una priorità», dice il presidente toscano. «L’Italia deve far sentire forte la sua voce in Europa ora che ci troviamo a fronteggiare le conseguenze della guerra dell’Isis in Siria e la catastrofe umanitaria che ormai riguarda un pezzo dell’Africa che si riversa sulle sponde del Mediterraneo. I numeri delle persone che dovremo accogliere non devono spaventare. In Giordania e in Turchia ci sono ormai milioni di rifugiati siriani che mandano i loro figli a scuola, noi parliamo di cifre assai più modeste, dai 300 ai 400mila secondo le stime, comunque il doppio di quelli rifugiati qui nel 2014. Ma serve la politica per programmare gli interventi. Serve un Pd che faccia della solidarietà il suo valore fondante. Altrimenti lasceremo campo libero a Salvini su un tema cruciale come l’immigrazione. La gente non ne può più dell’inerzia e dell’ignavia della politica, chiede assunzione di responsabilità e chiede soluzioni concrete e immediate a problemi di convivenza che ormai sono quotidiani. L’integrazione e le emergenze demografiche non possono essere lasciate al caso. Mai come ora siamo dinanzi a una polveriera che gli irresponsabili e i razzisti vorrebbero far esplodere per squallidi interessi elettorali».

Rossi si rivolge ai Socialisti europei e invita Renzi a non occuparsi solo dell’Italicum: «Tocca al Pse, alla sinistra italiana e al Pd tutto assumere la responsabilità di queste enormi sfide. Si esca al più presto dal cono d’ombra di un dibattito incomprensibile sulle riforme istituzionali. Non possiamo occuparci di orpelli e dettagli. Si chiuda subito la partita delle riforme istituzionali come auspicato da Napolitano, e si passi alla cruda e nuda realtà».

I sindaci stanno facendo in queste ore una ricognizione dei loro territori per capire se esistano strutture da utilizzare. «Di sicuro non prendiamo in considerazione l’idea di creare nuclei numerosi», avverte Sara Biagiotti, presidente dell’Associazione dei Comuni toscani e sindaco di Sesto. «Da un anno noi ospitiamo 47 profughi in un palazzo del Comune in viale Togliatti e quella struttura, gestita dalla Caritas, è diventata un modello di accoglienza, come he detto anche il cardinal Betori. Non penso che sia possibile andare oltre le 50-60 persone in un solo luogo. Questa è una linea a cui tutti i sindaci si atterranno».

Biagiotti ricorda come la Toscana non si sia mai sottratta in caso di emergenza. «Vorrei che tutte le regioni facessero la loro parte», sottolinea. «Solo con un’equa distribuzione degli arrivi sarà possibile affrontare il problema senza creare tensioni sociali o dover ricorrere all’intervento delle forze dell’ordine per sorvegliare le strutture»

Per Palazzo Vecchio parla l’assessore al Sociale Sara Funaro: «Abbiamo ricevuto come tutti la lettera del prefetto che ci avvisa dei prossimi arrivi, a Firenze immagino che accoglieremo circa cento persone. Ma sempre seguendo il modello dei piccoli insediamenti. Non siamo d’accordo con l’uso di caserme o luoghi del genere, in ogni caso più che il tipo di luogo sono importanti i numeri. Credo che la prima tranche di arrivi sia di circa 90 persone ma nessuno può prevedere quante ne sbarcheranno nelle prossime settimane. I Comuni sono disposti a collaborare ma ci vuole un progetto serio».

http://m.repubblica.it/mobile/r/locali/firenze/cronaca/2015/04/16/news/rossi_non_vogliamo_raccogliere_i_profughi_in_grandi_immobili_-112050534/

Risse fra stranieri in tutta Roma, 9 arresti in poche ore

Portatori di civiltà. Se vi fosse stato un italiano coinvolto i tiggi titolerebbero per giorni “violenta ondata di razzismo”. Dato che non è il caso, il silenzio è d’obbligo

 venerdì, 17, aprile, 2015

I carabinieri di Roma, nelle ultime 24 ore, hanno arrestato 9 persone coinvolte in 3 risse, scoppiate in diversi quartieri della capitale. La prima zuffa e’ stata sedata dai militari della Stazione Roma Centocelle in viale Palmiro Togliatti. Qui a venire alle mani e’ stato un gruppo di romeni che, al culmine di un diverbio per futili motivi hanno iniziato a picchiarsi selvaggiamente in strada. Dopo una segnalazione al “112″ i carabinieri di intervenire e bloccare 4 persone, di eta’ compresa tra i 26 ne i 46 anni. Gli altri contendenti sono riusciti a dileguarsi prima dell’arrivo dei militari. Tre degli arrestati, trasportati al pronto soccorso del Policlinico Umberto I, hanno riportato lesioni giudicate guaribili tra i 6 e i 10 giorni mentre il 46enne, che ha avuto la peggio nello scontro, e’ tuttora ricoverato a causa delle gravi lesioni riportate, ma non e’ in pericolo di vita.

Poco dopo, i carabinieri della Stazione Roma Appia, coadiuvati dai militari dell’Esercito impegnati nell’operazione “Strade Sicure”, hanno arrestato altri 2 romeni, di 34 e 49 anni, entrambi senza fissa dimora e che, dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo, erano venuti alle mani nei pressi del terminal Anagnina. Alla contesa ha preso parte anche un altro loro connazionale che e’ riuscito a far perdere le proprie tracce.

L’ultima rissa si e’ verificata la scorsa notte in piazzale dei Partigiani. Ad intervenire i varabinieri della Stazione Roma Porta Portese che hanno arrestato 3 ucraini di eta’ compresa tra i 20 e i 38 anni, tutti senza fissa dimora. Il piu’ giovane dei tree’ finito pronto soccorso dell’ospedale San Camillo con contusioni varie giudicate guaribili in 2 giorni.

Alla Orlandi quasi 240 mila euro di stipendio all’anno per mandarci il 730 a casa

Per i cittadini italiani solo tasse, nessun diritto

giovedì, 16, aprile, 2015

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 Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate (allieva dell’inventore di Equitalia Vincenzo Visco), è stata ospite al Forum dell’Ansa dove ha risposto alle domande dei lettori senza nascondere i dati personali del suo 730. Lo stipendio da direttore dell’Agenzia, ha spiegato, è quello imposto per legge, sotto quindi la soglia dei 240.000 euro lordi l’anno, più immobili “ricevuti in eredità”. ”Non ho altri incarichi – ha aggiunto – e in media lavoro dalle 8 del mattino alle 10 di sera. Ma sono molto contenta del mio lavoro”.

All’Agenzia delle Entrate debutta il nuovo modello di dichiarazione dei redditi, già compilato dal Fisco e scaricabile online da 20 milioni di lavoratori e pensionati. Una “rivoluzione”, l’ha chiamata ancora una volta il direttore delle Entrate, Rossella Orlandi, che costituisce una vera e propria “svolta culturale” nel rapporto con l’amministrazione. Da “controllore” il Fisco diventa primo attore e responsabile accanto al contribuente, rispondendo al nuovo imperativo di semplificare e rendere la vita più facile a cittadini e imprese. “C’è un cambio di filosofia: un cambio di cultura, – evidenzia Orlandi nel corso di un forum all’Ansa – si passa da un’amministrazione che dice ‘tu compila e portami, poi io controllo’, ad una che dice ‘io ti metto a disposizione tutte le informazioni che ho e sono io che mi prendo la responsabilità’”.

L’introduzione del nuovo 730 permetterà di evitare molti errori “e quindi molte arrabbiature per i cittadini” che peraltro, se accetteranno la dichiarazione senza modificarla “non dovranno più conservare scontrini, ricevute”. Anche in caso di integrazione, del resto, saranno comunque gli intermediari ad avere l’onere di tenere e esibire i documenti. La responsabilità cadrà infatti totalmente su chi appone il visto di conformità alla dichiarazione, ovvero proprio su commercialisti, Caf o sostituti d’imposta.

I primi dati dell’anno sulle entrate da riscossione mostrano un aumento “incredibilmente” del 32% ma prima di parlare di tesoretto “meglio aspettare fino alla fine”, ha aggiunto Orlandi. Per lo stesso motivo il direttore non si sbilancia nemmeno sulle previsioni di rientro di capitali: “l’interesse è alto ma i numeri ancora non tantissimo” ha detto, invitando a non aspettare fino all’ultimo, come consuetudine italiana, per aderire all’operazione. ansa

Accusato di terrorismo, i giudici lo scarcerano: “È un rifugiato politico”

Tradotto: è sul nostro libro paga, per lui non si applica il rispetto della  legge. Un diversamente cittadino

 Il medico turco Erdel Unal, inseguito da un mandato di cattura turco, è stato arrestato a Pasqua ma ora le toghe lo hanno messo in libertà

Ivan Francese Mer, 15/04/2015 – 18:36

Il ministro della Giustizia chiama e i giudici rispondono. Le toghe della Corte d’Appello di Venezia hanno scarcerato oggi su richiesta del Guardasigilli Andrea Orlando il medico turco Erden Unal, arrestato a Pasqua per terrorismo.

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 Unal è inseguito da un mandato di cattura internazionale emesso dalle autorità turche, ma da anni è residente in Austria in qualità di rifugiato politico. Durante le vacanze pasquali, però, si era recato in Italia dove, a Mestre, sono scattate le manette. Oggi è arrivata la scarcerazione, su ordine dei giudici.

Nel frattempo la procedura di estradizione verso la Turchia procederà regolarmente, ma Unal potrà seguirla in libertà come era stato richiesto dal suo legale Nicola Canestrini.

Unal era finito nei guai – rimediando anche una condanna a dodici anni di carcere – per affissione illegali di manifesti e lancio di molotov: fatti risalenti a più di vent’anni fa. Secondo l’accusa, Unal avrebbe agito come membro dell’associazione terroristica Dhkp-C, la stessa che lo scorso 31 marzo ha sequestrato a Istanbul il procuratore Mehmet Selin Kiraz. Unal, che lavora in un ospedale tedesco, vive oltre da quindici anni in Austria. In questo lasso di tempo, sostiene il suo avvocato, non si è mai occupato di politica.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/accusato-terrorismo-i-giudici-scarcerano-rifugiato-politico-1116887.html

Pordenone: marocchino ha sgozzato la figlia di 7 anni con una rasoiata alla gola

Bisogna imparare da loro. Ah guai a parlare di questo efferato omicidio. Sarebbe istigazione all’odio razziale, peccato che la vittima anche sia straniera

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venerdì, 17, aprile, 2015

 Un taglio unico, una sola rasoiata letale alla gola, opera di una perizia definita “stupefacente”.

E’ quanto compiuto da Abdelhadi Lahmar, cittadino marocchino di 40 anni, sulla figlia di quasi 7 anni, Hiba, passata dal sonno alla morte senza accorgersene.

E’ l’esito dell’esame autoptico eseguito dall’anatomopatologo Lucio Bomben che ha invece determinato come la mamma, Touria Errebaibi, sia stata uccisa con una decina di colpi di accetta al volto e al capo, sferrati con incredibile brutalita’ e accanimento. Pordenone: marocchino uccide moglie e figlia a colpi d’accetta

Gli esami sono cominciati alle 14 e sono terminati dopo le 20. Secondo quanto si e’ appreso, tutti i colpi inferti alla donna sono stati potenzialmente mortali. Dai rilievi sarebbero anche emerse contusioni e segni di percosse recenti. Non sono state invece riscontrate tracce di violenza sessuale e la donna non era incinta. Nelle prossime ore Bomben consegnera’ i verbali dell’esame alla Procura che dovra’ convalidare l’arresto dell’assassino. (AGI) .

Chieti: No ai profughi nell’istituto per anziani e disabili. Sindaco occupa la struttura

Ma non avevamo così tanto posto? Le sedi del Pd sono libere? Perché i signori della solidarietà un tanto al kilo non danno il buon esempio? Ovviamente è razzismo, non difesa del BUSINESS MAFIOSO CHE RENDE PIU’ DELLA DROGA

 giovedì, 16, aprile, 2015

 “Mai profughi agli Istituti Riuniti San Giovanni Battista di Chieti”. Il sindaco Umberto Di Primio questa mattina ha occupato l’ingresso della struttura che ospita anziani e disabili come segno di protesta alla notizia dell’arrivo di 20 profughi. “No al centro di accoglienza”, cosi’ in un lungo striscione sorretto da piu’ persone, primo cittadino compreso. Di Primo e’ stato di nuovo candidato alle comunali del 31 maggio appoggiato da una coalizione che oltre al Nuovo Centrodestra, suo partito, e’ composta anche da Forza Italia, Udc, Fratelli d’Italia e due liste civiche.

Ovviamente si è scatenata la furia xenofilia del candidato sindaco del centro sinistra Luigi Febo, che ha accusato il sindaco di xenofobia per scopi elettorali. Una tarantella patetica anti-italiana che conosciamo a memoria. ”Partecipare al presidio di Casa Pound contro l’accoglienza di profughi vuol dire, checché ne dica il sindaco Di Primio, condividere il loro pensiero xenofobo. Ma la tentazione di cavalcare quest’onda di paura alimentata ad arte anche a fini elettoralistici, è troppo grande per Di Primio”

Irremovibile Di Primio –  “I profughi non verranno ospitati all’interno degli Istituti Riuniti San Giovanni Battista di Chieti. Ne’ ora, ne’ in futuro”, ha dichiarato il sindaco. “Gli Istituti Riuniti non si trasformeranno in centro di prima accoglienza o in centro di accoglienza per immigrati. Non permettero’ a nessuno di svendere la storica struttura di via dei Cappuccini. A Chieti – ha aggiunto Di Primio – non possiamo accettare che vengano ospitati profughi. Avevo gia’ scritto al prefetto che era inaccettabile l’idea di ospitare degli immigrati all’interno degli Istituti Riuniti San Giovanni Battista – ha commentato il sindaco – una struttura situata in pieno centro storico ed accanto ad una scuola primaria. Cosi’, appena ho avuto notizia del possibile arrivo di 20 extracomunitari ho deciso di occupare, insieme ad alcuni cittadini e ai candidati delle liste che mi sostengono, l’ingresso di via dei Cappuccini per impedire l’accesso ai profughi. A noi si sono uniti anche alcuni dipendenti della struttura. E’ bastata questa azione per scongiurare oggi l’arrivo dei profughi. Il presidente degli Istituti, Recubini nominato da D’ Alfonso (presidente della Regione Abruzzo, ndr), faccia le sue strategie di accoglienza altrove”. agi

Palermo, immigrati gettati in mare perché cristiani

Una giornata per il ricordo dei cristiani ammazzati? No, sarebbe fomentare odio razziale, così come lo è parlare di questo orrendo massacro deliberato. Ma i migranti diversamente religiosi non meritano la stessa solidarietà a quanto pare, per la società civile contro le discriminazioni.

E poi, bisogna imparare dai nuovi arrivati

 Durante una traversata scoppia la rissa su un barcone per motivi religiosi: 12 persone vengono gettate in mare

Mario Valenza  – Gio, 16/04/2015 – 18:57

Quindici immigrati sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria dalla Squadra mobile di Palermo la notte scorsa con l’accusa di aver gettato in mare durante la traversata del Canale di Sicilia dodici loro compagni di religione cristiana.

I fermati sono tutti musulmani e tra loro c’è anche un minorenne.

Secondo quanto ricostruito in base alle testimonianze di altri profughi, sul barcone sarebbe scoppiata una rissa per motivi religiosi e i musulmani hanno sopraffatto i cristiani e li hanno scaraventati fuori bordo. La polizia avrebbe raccolto “dichiarazioni coerenti”, si apprende da fonti giudiziarie, e ci sarebbero anche riconoscimenti fotografici di alcuni degli indagati. Un rapporto è stato consegnato stamattina al procuratore aggiunto Maurizio Scalia. La Procura ha adesso 48 ore di tempo per chiedere la convalida dell’arresto. I 15 fermati fanno parte di uno dei tre gruppi di profughi sbarcati ieri a Palermo con tre diversi navi che li avevano soccorsi nel Canale di Sicilia.

“È un fatto terribile. Se davvero dovesse essere una lite scoppiata per motivi religiosi la causa della tragedia avvenuta nel canale di Sicilia sarebbe ancora più brutto nella tragicità dei fatti, perché getterebbe una luce particolare sulla pericolosità di certi arrivi”, afferma il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi. Intanto ll ministro della Giustizia Andrea Orlando ha firmato l’autorizzazione a procedere nei confronti dei 15 migranti, di religione musulmana, accusati di omicidio plurimo.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/palemro-immigrati-gettati-mare-perch-cristiani-1117217.html

Renzi ed il lavoro + la società civile ed il lavoro

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Renzi: “In Italia c’è una polemica perchè Indesit ha venduto a Whirlpool, io la considero un’operazione fantastica. Ho parlato personalmente con gli americani a Palazzo Chigi e mi hanno garantito ….”
Dopo 3 mesi, la Whirlpool annuncia 1.350 esuberi e la chiusura degli stabilimenti di Caserta, Albacina e None, scatenando l’ira di governo e sindacati.
Renzi: “E’ un fulmine a ciel sereno! Ma dobbiamo vedere il lato positivo del Job sact, ci sono state 13 nuove assunzioni a tempo determinato, anche se nelle ultime settimane abbiamo avuto 18.000 licenziamenti”.

Ai sindacati e società civile va benissimo così. Per loro c’è tanto lavoro e tanti diritti che l’unico pensiero è come farne beneficiare i migranti ai quali però viene garantito vitto e alloggio anche se non lavorano. Esattamente come ai disoccupati italiani, a proposito di eguaglianza?

la società civile ed il lavoro

E’ il kompagno Poletti, quindi tutto bene. Shh guai andare in piazza a protestare, sarebbe sovversione

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L’allarme dell’Antimafia: “Dalla sanità al cemento, il Nord nelle mani dei clan”

Dossier della Statale di Milano sulle inchieste degli ultimi cinque anni: “Le cosche hanno successo perché danno assistenza come la mutua”

di ENRICO BELLAVIA

 
PIÙ veloci di chi dovrebbe contrastarle, le mafie sono già avanti. Al Nord, la “zona grigia” si è fatta “sistema”, un gruppo criminale a sé, capace di entrare in relazione, anche attraverso proprie imprese, con le cosche, come con la politica, offrire servizi, ricavarne vantaggi. Un network della corruzione, una mutua della malavita con i piedi ben piantati nel mondo delle professioni e le mani ovunque. Con il vantaggio competitivo di un braccio armato pronto all’uso. Con i “facilitatori” che corrono veloci tra un summit e una seduta consiliare per blandire, minacciare, scambiare voti, consenso, incarichi e fedeltà. Lavoro: appalti e non solo. Soprattutto nel settore della Sanità, il vero eldorado. In una Regione che in assistenza impegna l’80 per cento della propria spesa contro, per esempio, il 54 della Sicilia.
Analizzando dati e inchieste degli ultimi 5 anni, da Palermo a Milano, questo racconta il secondo rapporto trimestrale sulla presenza mafiosa nelle aree settentrionali, elaborato per la presidenza della commissione Antimafia dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università di Milano diretto da Nando Dalla Chiesa. Il rapporto viene presentato oggi a Como, dal presidente dell’Antimafia nazionale, Rosy Bindi, e della Regione Lombardia, Antonio Girelli e da Piero Colaprico di Repubblica.

“Investighiamo qui l’area della complicità e della convenienza. Quel mondo trasversale che non solo non contrasta o ne nega l’esistenza, ma spesso ricerca la mafia”, spiega Rosy Bindi. “La scommessa è quella di elaborare strumenti di prevenzione che chiamano alla responsabilità le associazioni degli imprenditori e gli ordini professionali”. Un focus non sull’universo rarefatto dell’alta finanza, ma un faro puntato sulla quotidianità dei colletti bianchi in permanente relazione con la schiera di apparenti dimessi manovali, ambulanti, baristi e piccoli imprenditori con quattro quarti di nobiltà mafiosa da esibire all’occorrenza.

Mentre politica e magistratura dibattono a fasi alterne sull’essenza del concorso esterno, la cronaca offre l’esempio di un medico boss come Carlo Antonio Chiriaco, al vertice dell’Azienda sanitaria di Pavia, capace di controllare 780 milioni di spesa pubblica per dirottarne una parte nelle casse di Pino Neri e Cosimo Barranca. Ma anche di ospitare latitanti, procurare perizie e offrire un comodo letto a chi ai rigori della cella preferisce la libertà di movimento di un ricovero in clinica: i calabresi Pasquale Barbaro e Francesco Pelle e il casalese Giuseppe Setola.

“Il modello sanitario lombardo, lo dicevamo già qualche anno fa, presentava fragilità che hanno aperto le porte a un sistema di corruzione e di mafiosità”, aggiunge la Bindi.
Al Nord che finge di non vedere quanto il cancro sia esteso, il rapporto ricorda che perfino i servizi infermieristici del carcere di Opera, dove era detenuto Totò Riina, sono finiti sotto lo stretto controllo dei clan calabresi e siciliani. Dalla Lombardia, Pavia e Monza soprattutto, al Piemonte e giù fino in Liguria, e poi in Emilia, nel Modenese per spingersi in Veneto, il crimine piazza bandiere ovunque. Controlla i mercati, fa shopping di aziende in crisi, si incunea nella galassia dei subappalti, costruisce a tavolino i propri “giocattoli”, ditte formalmente pulite ma controllate dai mammasantissima. Il ciclo del cemento resta il business di riferimento di un’economia che non è affatto liquida, ma molto terrena, ricordano i ricercatori. Calcestruzzo, trasporti, guardianie e movimento terra. Dentro i cassoni finisce di tutto. Rifiuti speciali e pericolosi, declassificati con un tratto di penna sui documenti che dovrebbero attestarne il rischio.

A chi si volta dall’altra parte, il rapporto consiglia di dare un’occhiata alla teoria di danneggiamenti, apparentemente inspiegabili. Pezzi interi di economia legale galleggiano su un mare di denaro illegale. Con la Lombardia oramai pressoché monopolio della ‘ndrangheta, in gran fermento per l’Expo, il Piemonte della Tav disseminato di siti per lo smaltimento illegale dei rifiuti, la Liguria in cima alla lista per reati ambientali e l’Emilia che ha concesso ospitale asilo a mafia, camorra e ‘ndrangheta.

Il rapporto analizza il metodo e utilizza come paradigma la scalata a una consociata lombarda del colosso delle consegne Tnt attraverso la rete dei padroncini controllati dai boss. Quando i vertici aziendali si convincono a far fuori il clan Flachi è un ex colonnello dei carabinieri, Carlo Alberto Nardone, a elaborare la teoria del chiodo schiaccia chiodo: se vuoi liberarti di una cosca devi appoggiarti a un’altra che regoli i conti. E se l’operazione non riesce devi tenertele entrambe. C’è poi il caso del centralone telefonico della Blue Call. Alla testa dell’azienda erano rimasti vittima della sindrome Calvi, dal banchiere che era convinto di utilizzare Cosa nostra come finanziatore. Anche alla Blue Call si erano detti convinti di potere tenere testa al clan Bellocco. Fino a quando non si resero conto che i boss si erano impadroniti prima del 30 per cento e poi dell’intera azienda.