Pd, le accuse della minoranza dem: “Ci offrono poltrone per votare l’Italicum”

Se lo fa il Pd non è voto di scambio. E poi lo scrive il giornale, sarà sicuramente falso, sappiamo tutti che il Pd è un partito democratico che tanto si batte per la legalità

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I “premi” promessi sono tanti ma quello che fa più gola è il posto da capolista bloccato alle prossime elezioni

Mario Valenza  – Mar, 28/04/2015 – 15:30

Solo un anno fa diceva: “Le leggi non si fanno a colpi di maggioranza”. Salvo poi cambiare idea e porre la fiducia proprio per evitare qualche amara sorpresa in Aula. Ma le promesse del premier non finiscono qua. Per evitare l’implosione del Pd sulla legge elettorale, adesso, secondo quanto raccontano alcuni esponenti della minoranza dem a il Giorno, il premier avrebbe promesso poltrone di lusso a chi appoggia la riforma della legge elettorale e promette di dissociarsi dalla linea della minoranza. I “premi” promessi sono tanti ma quello che fa più gola è il posto da capolista bloccato alle prossime elezioni proprio con l’Italicum. Insomma pur di far approvare la legge elettorale il premier è pronto a comprare il voto dei ribelli del Pd. Come avrebbero riferito alcuni dem al il Giorno, tra le offerte nel mercato renziano ci sono anche le poltrone per le nuove presidenze delle commissioni e anche qualche posto da viceministro e sottosegretario. E così a quanto pare è scattata la corsa alla poltrona da parte di Area Riformista e da parte die bersaniani.

Il voto segreto avrebbe favorito questi patti segreti perché permetteva all’Italicum di andare avanti e di tenere celati i nomi di chi, accettando l’offerta renziana, avrebbe mollato Bersani. Secondo alcuni della minoranza dem, l’uomo chiave delle trattive sarebbe Luca Lorri. Tra chi sarebbe tentato dalle offerte renziane, come riporta il Giorno, ci sarebbero Nico Stumpo ed Elena Carnevali. Ma anche Dario Ginefra, Giuseppe Lauricella, Enzo Lattuca, Enzo Amendola e Micaela Campana.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/pd-accuse-minoranza-dem-ci-offrono-poltrone-votare-litalicum-1121682.html

Furto in casa e forbici alla gola della proprietaria, preso 19enne Rom

Non è un choosy. Fa il lavoro che gli italiani non vogliono fare. Tanto con la legge sulla TENUITA’ in pratica si depennano reati di questa portata. Ogni violenza ed aggressione SARA’ CONDONATA a priori. La società civile approva.

 

martedì, 28, aprile, 2015

Roma Nord: ladro d’appartamento di 19 anni incastrato dalle impronte digitali

I carabinieri sono arrivati a lui grazie alle impronte digitali lasciate sul luogo del furto. Ad arrestare un giovane ‘topo d’appartamento’ i militari della Compagnia Roma Cassia che lo hanno identificato dopo un colpo messo a segno a metà dello scorso mese di marzo in un appartamento di un’elegante stabile della zona Roma Nord.

IN CASA DAL BALCONE – All’epoca dei fatti, il ladro, un 19enne rom con numerosi precedenti alle spalle, insieme ad un complice, si arrampicò sul balcone dell’appartamento sito al primo piano del condominio e, approfittando di una finestra lasciata aperta, entrò in casa. I due furono scoperti dalla proprietaria di casa e per sfuggire la minacciarono con delle forbici da giardinaggio, reperite sul balcone, puntandogliele alla gola per costringerla a consegnare loro tutti i soldi e i preziosi di cui era in possesso.

CARRELLO DELLA SPESA – I ladri iniziarono ad arraffare quanto più possibile, nascondendo gli oggetti di piccole dimensioni nelle loro tasche e quelli più voluminosi lanciandoli in un carrello della spesa che avevano lasciato sotto. Tuttavia, non sentendosi tranquilli, i giovani ladri abbandonarono sul posto una delle borse con parte della refurtiva e si calarono velocemente dal balcone per darsi alla fuga con il resto.

IMPRONTE DIGITALI – La vittima, seppur fortemente provata, riuscì a dare l’allarme al 112 e i Carabinieri della Compagnia Roma Cassia, dopo aver prestato soccorso alla donna – fortemente spaventata ma illesa – si dedicarono in modo scrupoloso al sopralluogo, durante il quale trovarono delle impronte digitali riferibili ai ladri in fuga.

UN ARRESTO – L’elaborazione dei riscontri d’indagine, completati dalle analisi tecniche dei Carabinieri del RACIS di Roma e dalle informazioni rese dalla vittima, hanno consentito di individuare uno dei due autori della rapina, un 19enne, gravato da numerosi precedenti proprio per reati contro il patrimonio, che è stato arrestato e portato in carcere. Sono tuttora in corso ulteriori accertamenti dei Carabinieri finalizzati all’individuazione del complice.

romatoday.it

http://www.imolaoggi.it/2015/04/28/furto-in-casa-e-forbici-alla-gola-della-proprietaria-preso-19enne-rom/

“Italiani, fate schifo”. Semina il panico al bar, i gestori si barricano dentro

Non è razzismo. Bene, quindi si può dire di qualsiasi altra nazionalità senza incorrere nell’accusa di istigazione all’odio razziale?

 Bazzano, 24enne marocchino molesta i clienti in piazza Pertini: arrestato, ma è già libero

Bazzano (Bologna), 14 aprile 2015 – I carabinieri di Bazzano hanno arrestato un 24enne marocchino residente a Calderara di Reno per resistenza a pubblico ufficiale.

Alle 20 di domenica il 112 ha ricevuto una richiesta di aiuto dai gestori di un bar situato in piazza Pertini a Bazzano, che riferivano di un giovane ubriaco che stava molestando i clienti.

Una pattuglia è andata a controllare e quando è arrivata ha trovato il locale chiuso e i gestori barricati all’interno, i quali hanno raccontato che il giovane, prima di allontanarsi a piedi, aveva anche aggredito un anziano seduto a un tavolo con la sua famiglia perché si era rifiutato di offrigli una sigaretta.

Rintracciato poco dopo in via Casini, l’uomo è stato accompagnato in caserma e identificato: si tratta di un 24enne marocchino, noto alle forze dell’ordine per i suoi numerosi precedenti di polizia (furto, danneggiamento, simulazione di reato, procurato allarme presso autorità).

Incapace di controllarsi, il giovane ha cominciato a gridare: “…Adesso me ne vado perché devo andare a prendere quell’italiano di m…. al bar che mi ha fatto finire qui e giuro che lo ammazzo…” e “Italiani di m…., siete schifosi, fate schifo!”. E’ stato quindi arrestato e successivamente rimesso in libertà.

http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/ubriaco-molesta-clienti-bar-bazzano-1.853320

Riforme autoritarie: “che facciamo aspettiamo i carri armati?”

SE LO FA IL PD TUTTO OK, gli “antagonisti” preferiscono bruciare librerie e contestare la Lega. Non perché non si possa contestare la Lega, è strano che agli”antagonisti” non infastidisca nemmeno un provvedimento del terzo governo non eletto. Che siano il “braccio armato” del Pd?!?!

Contro il Job Act? Niente, contro la legge Fornero? Niente. Contro l’Italicum? Men che mai. Contro Mafia Capitale? Guai, è solo solidarietà ai migranti mica business

 Altri video di Vilma Moronese Cittadina Senatrice M5S

 Marco TRAVAGLIO spiega in breve la dittatura che la casta si prepara ad instaurare con le modifiche alla Costituzione

https://www.facebook.com/vilmamoronese.it/videos/704105726327730/?fref=nf

COLPACCIO DI JUNCKER: FINE DELLA SOVRANITÀ ALIMENTARE, OGM PER TUTTI

Ma che vogliamo contestare un europeista?!?! GUAI, sarebbe da nazifascisti

 Scritto il aprile 28, 2015

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 Il grosso vantaggio dell’UE per le lobby finanziarie e industriali è che è molto più facile influenzare un potere centrale che i singoli governi dei 28 paesi membri.

 Le istituzioni europee soffrono di una cattiva immagine presso i cittadini europei (vedi Eurobarometer: fiducia nell’Unione Europea al 37% in UE, sfiducia maggioritaria in 14 paesi tra cui l’Italia). I centri di potere di Bruxelles e Francoforte sono visti come lontani dal popolo; controllati dalle lobby; indifferenti agli interessi e alle opinioni dei cittadini comuni; proni a quelli delle élite finanziarie; sbilanciati a favore dei grandi gruppi a scapito di piccoli produttori e aziende familiari o individuali.

 Questi cliché sono stati ancora una volta confermati questa settimana in maniera ‘eclatante’ (cit. Renzi).

 Ieri infatti la Commissione guidata dall’ineffabile Juncker, noto amico dei piccoli contribuenti e feroce avversario delle grandi multinazionali che tentano di eludere il fisco, ha autorizzato l’introduzione in tutta l’UE di 19 OGM, senza attendere il parere di Parlamento e Consiglio europeo. L’autorizzazione vale 10 anni su tutto il territorio europeo e include gli Stati che si erano opposti.

 Ovviamente sui giornaloni nazionali non troverete grandi titoli. Sopire, troncare.

 Fonti riportate dal Figaro spiegano che il presidente Juncker era “ossessionato dalla quantità di richieste di autorizzazione di OGM bloccate” (dagli Stati membri, NdR). Bravo Juncker, è noto che i cittadini europei si torturano ogni giorno sul problema degli OGM bloccati.

 Andiamo a vedere la lista degli OGM autorizzati da Juncker: sui 19 approvati, 17 sono per l’alimentazione umana e animale e 2 riguardano specie di garofani.

 Ben 11 sono brevetti dell’americana Monsanto (soia, mais, colza e cotone), gli altri 8 sono prodotti della statunitense Dupont e dei gruppi tedeschi Bayer e BASF.

 Tutto indica un’attenzione speciale delle istituzioni europee per gli interessi delle multinazionali a danno della biodiversità e della libera scelta. Ricordiamo infatti che sementi non incluse in una lista della UE sono vietate. Lista i cui criteri privilegiano le sementi industriali ed escludono varietà antiche e tradizionali. A riprova, associazioni senza fini di lucro che come Kokopelli promuovevano la biodiversità sono state punite con multe astronomiche e la cessazione dell’attività per aver diffuso semenze tradizionali secondo una sentenza della Corte Europea del 2012 (scusate il link estero ma non sono riuscito a trovare questa notizia da fonti ufficiali italiane). Una sentenza che rovesciava la posizione dell’Avvocatura Generale della stessa Corte Europea, la quale stimava che «il divieto di commercializzazione di sementi (…) è non valido in quanto viola i principi di proporzionalità e di libera impresa secondo l’articolo 16 della carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, la libera circolazione delle merci secondo l’articolo 34 TFUE così come il principio di uguaglianza di trattamento secondo l’articolo 20 della detta carta».

 Dunque la Corte ribalta il parere dell’Avvocatura e vieta le sementi tradizionali. Il terreno è pronto per la mossa successiva. E qui interviene Juncker, che motu proprio autorizza gli OGM su tutto il territorio europeo. Per salvare le apparenze i singoli stati potrebbero in teoria vietare gli OGM sul proprio territorio – ma solo se accettano la riforma proposta tre giorni fa (guarda caso) dalla stessa Commissione Juncker, che rende più facile l’importazione di OGM in Europa e allo stesso tempo permette ai singoli Stati di vietarle.

 Divieti che però devono essere motivati in base a pericolo per salute e ambiente (rovesciando l’onere della prova sugli Stati!), sono sempre impugnabili (cfr. TTIP e le prerogative del suo Regulatory Council) e difficilmente applicabili in pratica, vista la libera circolazione delle merci e le ambiguità europee sull’etichettatura degli alimenti. Nulla impedirebbe di trovarci in tavola carne di maiale nutrito con soia transgenica in Germania o Polonia.

 Poiché le multinazionali hanno tempi lunghi e costi elevati per dimostrare che gli OGM sono innocui (quando ci riescono), saranno gli Stati a dover dimostrare che sono nocivi, in barba al principio di cautela che dovrebbe regolare le questioni attinenti la salute e l’ambiente.

 In sintesi, la nostra stessa sovranità alimentare è messa in pericolo dalla UE.

 Fonte: scenari economici.it

http://movimentobaseitalia.altervista.org/colpaccio-di-juncker-fine-della-sovranita-alimentare-ogm-per-tutti/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews&doing_wp_cron=1430349956.5558710098266601562500http://movimentobaseitalia.altervista.org/colpaccio-di-juncker-fine-della-sovranita-alimentare-ogm-per-tutti/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews&doing_wp_cron=1430349956.5558710098266601562500

Foreign Policy: La dittatura della BCE deve finire

La BCE è santa, fa tanto europa ed alla sinistra piacciono tanto sia le banche che l’Europa, guai contestare. Meglio incendiare librerie

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 Posted on 29 aprile 2015 by Domenico Proietti

 Su Foreign Policy, Philippe Legrain, consulente del presidente della Commissione Europea fino allo scorso anno, fa una critica radicale alla BCE. Questo organismo, che non deve rispondere a nessuno del suo operato, anziché essere di sostegno ai governi dell’eurozona ha invece travalicato i propri limiti, dettando l’agenda ai paesi in crisi, imponendo misure drastiche e rovesciando governi eletti democraticamente. L’autore si aspetta quindi che l’atto dimostrativo di contestazione recentemente avvenuto possa essere solo l’inizio della ribellione democratica che attende la BCE in futuro. Noi rimaniamo sempre della stessa opinione: l’unica BCE buona è quella morta.

 di Philippe Legrain, 22 aprile 2015

 “Basta con la dittatura della BCE!” ha gridato Josephine Witt mentre saltava sul podio dove Mario Draghi stava tenendo una conferenza stampa il 15 aprile, gettando coriandoli sopra il Presidente della Banca Centrale Europea (BCE). Anche se il “manifesto” della contestatrice solitaria è piuttosto confusionario, ha evidenziato un problema vero: la BCE è la banca centrale più indipendente del mondo e abusa del suo vasto, incontrollabile potere agendo in maniera sfacciatamente politica su questioni ben al di fuori della sua competenza di politica monetaria. Occorre rimetterla al suo posto.

Il potere della BCE è unico al mondo. Le altre banche centrali funzionalmente indipendenti sono in definitiva asservite ai propri governi eletti: anche se i funzionari del dipartimento del tesoro non si immischiano nella condotta quotidiana di politica monetaria, è inconcepibile che la Federal Reserve USA possa rifiutarsi di acquistare le obbligazioni del tesoro durante una crisi, se il governo federale glielo richiede. Ma la BCE, che non viene eletta da nessuno, non ha un padrone politico. Non esiste un governo dell’eurozona. La Banca Centrale galleggia sopra i 19 stati nazionali, paga qualche dazio a Berlino, ma si rifiuta di cooperare con l’eurogruppo, la riunione dei ministri delle finanze dell’eurozona. Quando il panico ha investito l’eurozona a partire dal 2010, Francoforte (la sede della banca) ha ignorato le richieste di fare “whatever it takes” (“qualsiasi cosa sia necessaria”, ndt) per sedare la fuga dalle obbligazioni pubbliche di molti paesi — fino a quando finalmente, nel luglio 2012, Draghi ha pronunciato la frase magica e gli investitori gli hanno creduto.

 L’eccessiva indipendenza della BCE è radicata nei trattati UE, che possono essere modificati solo con l’accordo dei governi e dei parlamenti di tutti i 28 paesi dell’Unione Europea e, in alcuni paesi, è necessario anche un voto popolare. Come un monarca assoluto, la BCE è ulteriormente protetta da un tabù politico di ispirazione tedesca che considera un reato di lesa maestà chiedere conto [alla banca centrale] delle sue azioni e dei suoi poteri. Tale immenso potere nelle mani di funzionari non eletti richiede un adeguato grado di accountability, ma la BCE si degna di parlare unicamente con i membri del Parlamento Europeo, ai quali fornisce informazioni insufficienti per controllare accuratamente la sua attività. E il Parlamento non può sanzionare i funzionari della BCE se essi non svolgono le loro funzioni o abusano dei loro poteri.

 Come minimo, i banchieri centrali, indipendenti e deresponsabilizzati, dovrebbero “rimanere nel loro orticello,” come dice Willem Buiter, capo economista di Citigroup. Eppure la BCE dà lezioni, intima e detta perfino l’agenda ai governi su questioni fuori dal suo ambito di competenza, in particolare opponendosi alla ristrutturazione dei debiti ed esigendo consolidamento fiscale e riforme strutturali. Per ottenere quello che vuole, in effetti, ha perfino minacciato di privare illegalmente i greci e gli irlandesi — e, per estensione, anche altri — del diritto di utilizzare la propria moneta, l’euro, come moneta a corso legale.

 Questo andazzo è iniziato con il predecessore di Draghi, Jean-Claude Trichet. L’ex governatore della Banca di Francia ha combattuto con le unghie e con i denti per evitare una ristrutturazione del debito della Grecia insolvente nel 2010, ristrutturazione che avrebbe imposto pesanti perdite alle banche francesi. Per dare credibilità all’affermazione falsa che la Grecia stava semplicemente attraversando difficoltà temporanee di finanziamento, la BCE ha poi iniziato ad acquistare titoli di stato greci. Ciò ha dato a Francoforte un motivo ulteriore per opporsi alla successiva ristrutturazione del debito emesso sul mercato dalla Grecia nel 2012 — e la minaccia della BCE di seminare il caos sull’eurozona se non si fosse seguita la sua linea ha notevolmente limitato l’alleggerimento del debito che Atene ha ottenuto, come ho ampiamente spiegato nel mio libro Primavera Europea. Sia Trichet sia Draghi hanno minacciato, in effetti, di espellere la Grecia dall’euro se avesse fatto default. Ora, il fatto che la BCE possegga le obbligazioni greche, è un ulteriore ostacolo per la riduzione del debito di cui la Grecia ha bisogno. Francoforte sta anche costringendo le banche greche a fare pressione sul governo perché questo si conformi alle richieste dei suoi creditori dell’eurozona in una maniera palesemente politica.

 Il trattamento di Trichet di un’altra vittima della crisi, l’Irlanda, è stato altrettanto scandaloso. Nel novembre 2010, egli minacciò di togliere alle banche irlandesi l’accesso ai finanziamenti della BCE— cosa che avrebbe spinto l’Irlanda fuori dall’euro — a meno che il governo non facesse richiesta di un prestito da parte della UE-FMI, non salvasse le banche (spesso tedesche) creditrici e non attuasse riforme strutturali e di austerità.

 Quell’abuso di potere ha gravato i contribuenti irlandesi con circa 64 miliardi di euro in debito bancario — 14.000 euro per ogni irlandese.

 A prescindere dal giudizio sul consolidamento fiscale e sulle riforme strutturali, non è il ruolo dei banchieri centrali non eletti richiedere queste cose — e tanto meno imporle. Nonostante ciò i funzionari della BCE lo fanno di regola. Trichet ha ripetutamente abbracciato l’austerità, sostenendo (falsamente) che sarebbe stata espansiva. Fino a quando non ha cambiato registro, a Jackson Hole lo scorso agosto, anche Draghi ha chiesto ai governi dell’eurozona di stringere la cinghia. Il Presidente della Bundesbank tedesca, Jens Weidmann, dà regolarmente lezioni ai governi stranieri, in particolare a quello francese, su che cosa dovrebbero fare. Eppure se fossero ufficiali francesi a dare consigli alla Bundesbank, Weidmann griderebbe allo scandalo.

 Non stiamo parlando solo di dichiarazioni pubbliche inopportune. Nell’estate del 2011, Trichet e Draghi scrissero all’allora primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, chiedendogli di dare il via all’austerità e alle riforme come condizione perché la BCE comprasse titoli di stato italiani per limitare il panico che minacciava di condurre il paese alla bancarotta. Quando Berlusconi si rifiutò di farlo, la BCE, di fatto, costrinse il primo ministro eletto alle dimissioni, lasciando che tutti sapessero che avrebbe acquistato obbligazioni italiane solo se egli fosse stato sostituito con un tecnocrate più manipolabile.

 Nel dicembre 2011, quando sembrava che il panico avrebbe causato il collasso dell’euro nel giro di settimane, Draghi richiese ai governi dell’eurozona di sottoscrivere un “fiscal compact” che avrebbe imposto una disciplina fiscale molto più rigida, suggerendo che questo avrebbe potuto indurre la BCE ad intervenire per sedare il panico. I governi dell’eurozona obbedirono debitamente e ora sono legati in questa nuova camicia di forza fiscale attraverso gli obblighi del trattato recepiti nelle costituzioni nazionali.

 La BCE è anche intervenuta direttamente nell’impostazione di politiche fiscali e riforme economiche come facente parte della Troika (che comprende anche il FMI e la Commissione Europea), che ha guidato i paesi che hanno ricevuto prestiti UE-FMI – la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo e Cipro — quasi come fossero delle colonie.

 Il potere corrompe. E un potere deresponsabilizzato corrompe al massimo grado. La BCE dovrebbe smettere di immischiarsi in questioni politiche che sono al di fuori del suo mandato di stabilità finanziaria e politica monetaria. Dovrebbe rinunciare ai suoi poteri appena acquisiti di vigilanza e risoluzione delle banche dell’eurozona e affidarli a un’agenzia che sia indipendente dalle banche e sia correttamente responsabile di fronte ai parlamentari eletti. Dovrebbe essere molto più aperta e trasparente riguardo le proprie attività, in particolare riguardo alle entità con le quali conduce operazioni finanziarie, e in quali termini. I suoi funzionari dovrebbero essere sanzionati — e se necessario licenziati — dal Parlamento Europeo se non ottemperano ai loro doveri o abusano dei loro poteri.

Se la BCE fosse saggia, farebbe tutto questo volontariamente — o chiederebbe che tali cambiamenti divenissero legge. Poiché non vi è alcun segno di tale ravvedimento, alla fine si troverà di fronte a una reazione democratica molto più grande rispetto a una sola contestatrice che getta coriandoli.

 Fonte: ☛ vocidallestero.it

http://guardforangels.altervista.org/blog/foreign-policy-la-dittatura-della-bce-deve-finire/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

RENZI SARA’ OBBLIGATO A TAGLIARE GLI STIPENDI (lo studio del FMI che ne certifica la necessaria deriva stile Bruenning)

Sarà sufficiente il Job Act al padrone FMI? Tanto in piazza certo non ci va nessuno e le sedi del FMI non vengono incendiate come le librerie

 Euro crisis aprile 28, 2015 posted by Maurizio Gustinicchi

 Nel 2014 il Fondo Monetario Internazionale emette uno studio nel quale si CERTIFICA in modo inequivocabile che la vera crisi dell’Eurozona NON E’ da debito pubblico, bensì di natura differente: SQUILIBRI MACROECONOMICI INTERNI DA PARTITE CORRENTI:

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 In esso, si effettua l’analisi di quanto accaduto tra il 1999 e l’inizio della crisi economica nel 2008, ovvero che i tassi di cambio reali in vari paesi, come la Grecia, l’Irlanda, l’Italia, il Portogallo e la Spagna, hanno apprezzato rispetto al resto della zona euro (vedi Figura 1).

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 Questa divergenza di competitività si è riflessa nella nascita di squilibri tra paesi, con alcuni di loro che, ad esempio in Austria, Belgio, Finlandia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi, hanno accumulato avanzi di parte corrente, ed altri, invece, come nel caso della Grecia, dell’Irlanda, dell’Italia, del Portogallo e della Spagna, deficit.

La figura 2 mostra la dinamica dell’aggregato saldi di conto corrente dei paesi dell’Europa Centro-Nord ‘(Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi) e quelli dei paesi dell’Europa meridionale “(Grecia, Irlanda , Italia, Portogallo e Spagna).

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 La perdita di competitività dei paesi dell’Europa meridionale verso quelli settentrionali è stato il principale fattore che ha contribuito alla crisi dell’area.

Per riequilibrare questa perdita di competitività non si può certamente prendere a riferimento l’insieme dei provvedimenti da “peracottari” che desidera mettere in piedi il PD (onde mantenere l’euro e continuare a percepire lauti compensi da Bruxelles per i propri iscritti e pensionati). La via scelta dal PD, che andiamo a leggere in un documento interno alle sedi toscane, dal titolo “VERSO UNA NUOVA EUROPA”:

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 parla di:

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 Se invece andiamo a vedere la strada scelta da Renzi è esattamente quella citata nel titolo del pezzo:

“FISCAL DEVALUATION”

poiché gli è stato detto che:

“UN TAGLIO DELLE TASSE DELL’1% DETERMINA UN RECUPERO DI COMPETITIVITA’ TRA LO 0,9 E L’1,5%”

Ma cari PIDDINI, forse non avete compreso bene quanto dice il FMI, ovvero……

PUNTO NUMERO 1:

“LA CRISI E’ LEGATA A SQUILIBRI MACROECONOMICI INTERNI ALL’EUROZONA E DETERMINATI DALLA PERDITA DI COMPETITIVITA’ FRA I PAESI ADERENTI ALL’EURO”

e quindi non hanno senso né gli Eurobond, né la BICCIECOMELAFEDDE!

PUNTO NUMERO 2:

per risolvere questo problema non è sufficiente la FISCAL DEVALUATION, lo dice proprio il FMI,

“Our findings therefore underline that that a fiscal devaluation alone would not be sufficient to correct the divergence in competitiveness and the current account imbalance between the ‘Southern countries’ and ‘Central-Northern countries’ in the euro area, because the benefits from a fiscal devaluation are small relative to the size of the problem”,

dice che si tratta di un rimedio troppo piccolo rispetto all’ampiezza del problema, dice che rimane una sola cosa da fare:

“A fiscal devaluation however can be useful part of a wider package of economic policy reforms aimed at increasing the competitiveness of ‘Southern European countries’, including product and labor market reforms and wage moderation, for instance”

Caro Renzi, caro PD, solo due cose riusciranno a salvare le nostre fabbriche:

1) RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO (flessibilità);

2) DEFLAZIONE SALARIALE (denominata nello studio moderazione salariale).

Ciao ciao Renzi, ciao ciao PD…..provate a fare quel che dovete fare….che poi se ne riparla !

AD MAIORA!

Maurizio Gustinicchi

http://scenarieconomici.it/renzi-sara-obbligato-a-tagliare-gli-stipendi-lo-studio-del-fmi-che-lo-certifica/

Chi al Tesoro ha sottoscritto derivati da 160 miliardi con le banche?

Quisquiglie. Le banche non si incendiano, si incendiano librerie in Italia. Le banche sono buoneome ci insegnò il governo del liberatore Monti

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29 Apr 2015 

di REDAZIONE 

“Tre miliardi di euro l’anno pagati alle banche di affari, non destano nessun allarme? Chi ha sbagliato a stipulare contratti capestro sulla pelle del Paese, degli esodati e dei giovani senza futuro per favorire le banche di affari – che col sistema collaudato di porte girevoli con il ministero dell’Economia, hanno ricambiato i favori – ed ingrassare i banchieri, deve andare a casa ripagando i danni e qualora non avesse tale sensibilità, deve essere immediatamente dimissionato dal capo del Governo”. E’ quanto affermano Elio Lannutti presiente di Adusbef e Rosario Trefiletti presidente di Federconsumatori. “E’ intollerabile parlare di 3 miliardi di euro l’anno sottratti alla fiscalità generale, come ha fatto oggi la responsabile del debito pubblico Maria Cannata in una intervista, come fossero bruscolini. ‘Si tratta -ha testualmente affermato in una intervista- di un costo di 3 miliardi circa l’ anno, cioè del 3,5-3,7% del costo complessivo della gestione del debito che è di circa 80 miliardi l’ anno. Ed è una spesa già prevista nelle proiezioni del Def. Non ci sono allarmi da assecondare, non ci saranno né buchi né sorprese” aggiungono i presidenti delle due associazioni dei consumatori. “Ed è scandaloso -evidenziano Lannutti e Trefiletti- che tali piccoli ed inamovibili oligarchi incollati alle poltrone, possano tenere all’oscuro il Parlamento, che approva i pubblici bilanci con legittimi sospetti di falsità, sulla genesi dei contratti con banche e banchieri ‘amici’, costati nel quadriennio 2011-2014 ben 15,3 miliardi di euro (mentre altri Paesi come Francia, Belgio ed Irlanda, dai derivati hanno guadagnato almeno 5 miliardi di euro), negando la necessaria trasparenza ai rappresentanti del popolo italiano e dei cittadini consumatori, per presunte ‘informazioni sensibili volte ad evitare la speculazione sui nostri titoli’, senza invocare un segreto di Stato”.

  La lettera al governo

 Adusbef e Federconsumatori, in una lettera indirizzata al Capo del Governo, chiedono “di conoscere i dirigenti del Tesoro che si sono assunti la responsabilità di stipulare contratti capestro con le banche di affari per 160 miliardi di euro, in controtendenza con le tutte stime ed analoghe concordanti previsioni economiche sulla discesa dei tassi, con perdite potenziali (mark-to-market) negativo per almeno 42 miliardi di euro, quali convenienze abbia avuto il Paese da tali scelte dannose e scellerate”, chiedendo “l’adozione di misure urgenti verso tutti quei responsabili, che non possono continuare a farla franca, dopo aver prodotto danni enormi all’erario ed ai tartassati consumatori- contribuenti”. “I consumatori e le famiglie strangolati dalla crisi sistemica prodotta dai banchieri, vessati e perseguitati dal fisco e da una pressione fiscale insostenibile, oltre a pretendere che i pubblici dirigenti che sbagliano vengano cacciati, oltre al diritto sacrosanto ad essere informati, invocano la necessaria trasparenza su contratti capestro stipulati con le banche di affari per pagare i lauti pasti dei banchieri, la cui segretezza propria delle cosche e delle attività criminali, confligge con il dovere di conoscenza e legalità” concludono Lannutti e Trefiletti.

http://www.lindipendenzanuova.com/chi-al-tesoro-ha-sottoscritto-derivati-da-160-miliardi-con-le-banche/

ITALICUM: UNA LEGGE DI REGIME di Consiglio nazionale di ORA

ANDARE IN PIAZZA CONTRO L’ITALICUM?!?!? Sia mai, solo contro salvini ed a bruciare libri, questa è democrazia antagonista, a servizio del Pd

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[ 29 aprile]

 Il 14 aprile scorso informavamo i lettori che, sulla scia del Coordinamento nazionale della sinistra contro l’euro, ha preso il via la fase costituente di un nuovo movimento politico.

Pubblichiamo d’appresso la risoluzione approvata dal Consiglio Nazionale

 Un sistema elettorale truffa per garantire il governo delle oligarchie

OPPONIAMOCI CON OGNI MEZZO ALLA LEGGE CHE RENZI VUOLE IMPORRE AL PARLAMENTO

Quella in discussione in questi giorni alla Camera non è solo una legge elettorale truffaldina. Essa è il grimaldello per costruire un regime personalistico e mono-partitico. Un regime disegnato su misura per Renzi e per un Pd che è sempre più il suo partito personale.

 La posta in gioco è davvero alta. L’Italia sta per cambiare la forma di governo, in spregio assoluto al dettato costituzionale. Se la legge voluta dal duo Renzi-Verdini verrà approvata, il nostro diventerà di fatto un sistema presidenziale. Un sistema che accentrerà, prima di fatto e poi di diritto, tutti i poteri nelle mani del presidente del consiglio.

 Nessuno aveva mai osato tanto. Il fatto poi che il presidenzialismo venga introdotto surrettiziamente, fa sì che non si discuta neppure dei naturali contrappesi che esistono normalmente nei sistemi presidenziali. Al contrario, il parlamento che uscirà dall’Italicum – peraltro mutilato con l’abolizione dell’elettività del Senato – sarà completamente dominato dal partito vincente, e quest’ultimo sarà a sua volta del tutto controllato dal suo leader anche grazie al sistema che gli consente di nominare 100 capilista bloccati, cioè eletti senza le preferenze.

 Grazie al doppio turno senza apparentamenti anche un partito del 20% potrebbe ritrovarsi con una maggioranza di seggi del 53%. Esattamente come con il Porcellum di Calderoli e Berlusconi. Peggio, molto peggio della Legge Truffa del 1953, e peggio addirittura della Legge Acerbo voluta nel 1925 da Mussolini. ORA!

 E’ inaccettabile che la Costituzione venga stravolta da un parlamento di nominati pronti ad ogni porcheria pur di salvare la poltrona, un parlamento sostanzialmente illegittimo perché eletto con una legge dichiarata illegittima dalla Consulta. Con quale diritto un simile parlamento viene oggi chiamato a varare una nuova legge altrettanto antidemocratica ed incostituzionale? E con quale diritto il capo del governo userà – per la prima volta nella storia in materia elettorale – il “voto di fiducia” per piegare la minoranza del suo stesso partito?

 Questa legge, però, non è voluta solo da Renzi. Essa è il modello ideale per le oligarchie finanziarie – nazionali e internazionali – che dominano la politica italiana. E’ la legge voluta dai signori dell’euro e dell’austerità. Costoro non hanno più il consenso, e dunque debbono truccare le regole del gioco. Come ci insegna anche la vicenda greca, essi non tollerano la democrazia.

 Nel denunciare la gravità di questo disegno autoritario, facciamo perciò appello a tutte le forze che intendono contrastarlo, affinché ogni mezzo a disposizione venga utilizzato per impedire che l’Italia scivoli verso un regime autoritario e potenzialmente fascistoide.

 – No alla legge truffa di Renzi!

– Mandiamo a casa questo parlamento!

– Eleggiamone uno nuovo con la legge proporzionale in vigore dopo la sentenza della Consulta! 

Consiglio nazionale di «ORA» [

ora@email.com]

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LUC MICHEL ANALYSE LA DESTABILISATION DU GABON SUR AFRIQUE MEDIA ET CITOYEN TV

 PCN-TV/ 2015 04 15/

 Video sur : https://vimeo.com/125287286

 

PCN-TV - AM & CITOYEN TV lm destabilisation du Gabon (2015 04 15) FR

Sur AFRIQUE MEDIA TV, dans l’émission LE MERITE PANAFRICAIN, Luc MICHEL (à 9 min) analyse la déstabilisation et la crise au Gabon.

Il explique les enjeux de cette crise et les forces qui sont à l’œuvre.

Enfin, il salue la maturité du public africain …

 Extrait monté et rediffusé par CITOYEN TV

ce 15 avril 2015

 PCN-SPO / PCN-TV /

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