INVITO SIMPOSIO #NoGuerra #NoNato – Per un paese sovrano e neutrale

locandina simposio

Sei invitato al Simposio 
#NoGuerra #NoNato

   Per un Paese sovrano e neutrale

martedì 21 aprile 2015 

           dalle ore 11 alle 13

Roma, Sala ISMA, Senato della Repubblica

Piazza Capranica 72 

     necessario l’accredito

 

Presenta: senatrice Paola De Pin

Relatori: Manlio Dinucci, Alex Zanotelli, Ferdinando Imposimato, Giulietto Chiesa, Franco Cardini, Fulvio Grimaldi, Massimo Zucchetti

   Italia, 80 milioni di euro al giorno di spesa militare 
I dati del Sipri confermano che la spesa militare mondiale è risalita a un livello superiore a quello dell’ultimo periodo della guerra fredda: ogni minuto si spendono nel mondo a scopo militare 3,4 milioni di dollari, 204 milioni ogni ora, 4,9 miliardi al giorno. Ed è una stima per difetto della folle corsa alla guerra, che fa strage non solo perché porta a un crescente uso delle armi, ma perché brucia risorse vitali necessarie alla lotta contro la povertà. 

(Manlio Dinucci,Italia, 80 milioni di euro al giorno di spesa militare, Il Manifesto, 14 aprile 2015) —http://www.voltairenet.org/article187332.html

 

Per portare l’Italia fuori dal sistema di guerra e attuare l’articolo 11 della Costituzione

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LA PACE HA BISOGNO ANCHE DI TE

Imbullonati al fallimento

Apr 9, 2015

Ricordate l’assurda ed oscena vicenda dell’Imu sugli “imbullonati”, cioè sui macchinari ed impianti utilizzati dalle imprese, che vengono fissati all’immobile in cui si trovano ed in conseguenza di ciò possono determinare l’aumento della rendita catastale e la conseguente maggiorazione dell’Imu? In Italia esiste una sorta di maleficio, nel dibattito pubblico: dopo che si è discusso a sfinimento di un tema, meglio se nei talk politici, tra strepiti e non sequitur, dove i sudditi possono rapidamente polarizzarsi intorno alle due tesi in una sorta di wrestling dei falliti, tutto o quasi torna allo stato originario, e sul tema cala il silenzio. La realtà, nel frattempo, scava inesorabile sottotraccia.

Un articolo di Giorgio Costa, apparso ieri sul Sole, segnala quanto sta accadendo all’Imu sugli imbullonati in Emilia Romagna, ma la vicenda riguarda tutta Italia. In pratica, accade che l’Agenzia delle Entrate pesca a strascico sugli adeguamenti ed ammodernamenti degli immobili destinati ad uso produttivo, e poi presenta il conto:

Nel reggiano – dove ha sede parte di quel distretto ceramico che con Modena sviluppa ricavi vicino ai 5 miliardi, dà lavoro a 20mila addetti ed esporta il 75% della produzione – le cose vanno così: se l’azienda rifà, ad esempio, lo spogliatoio, ovviamente il geometra deve presentare il Docfa, i funzionari dell’ex agenzia del Territorio possono fare il sopralluogo e intanto che ci sono danno un’occhiata ai macchinari(presse, forni, atomizzatori) e vedendoli fissi al suolo accatastano

E poi ti sparano addosso la nuova Imu agli steroidi e bulloni, che è quindi una patrimoniale sui mezzi di produzione. Si segnalano casi di maggiorazione da riaccatastamento degli imbullonati di oltre il 900%, come accaduto a due aziende di Ravenna appartenenti al gruppo Eni. Ogni città fa storia a sé, ma il “recupero” di base imponibile e gettito prosegue, silenzioso ed inesorabile. E la Cassazione non pare aiutare, al momento, o meglio aiuta il fisco, avallandone l’interpretazione evolutiva del presupposto d’imposta dal principio della “fissità” fisica di impianti e macchinari a quello della “valorizzazione funzionale” dell’edificio adibito ad attività produttiva:

(…) la Cassazione, a inizio anno, su un caso verificatosi in provincia di Trento, ha dato ragione al fisco (sentenza 3166/2015): la smontabilità della macchina non è requisito indispensabile affinché un impianto sia considerato mobile, hanno spiegato i giudici, dal momento che va anche considerato l’apporto del macchinario in relazione alla valorizzazione dell’immobile.

E comunque le tasse sono diminuite, ricordate. E ricordate anche le promesse dei soliti noti:

«Questa dell’Imu sugli “imbullonati” è una vicenda paradossale che va chiusa. Assicuro che sarà risolta, a prescindere da quanto dovesse costare. Non posso ancora dire se interverremo alla Camera o, più probabilmente, al Senato, ma lo faremo» (Enrico Morando, intervista al Sole, 23 novembre 2014)

Certo, certo. Quello che è altrettanto certo è la pressione, neppure troppo strisciante, verso una crescente imposizione patrimoniale, intervallata di quando in quando da belle promessePerò il problema sono gli italiani che non sanno fare asset allocation dei propri risparmi, non investono nella leggendaria “economia reale”, e pure gli imprenditori “che ora non hanno più alibi”. Perché mi guardi e non investi? Ti ho dato pure le agevolazioni! Poi un presupposto d’imposta lo trovo comunque, non temere. Che bocca grande che hai, Stato.

http://phastidio.net/2015/04/09/imbullonati-al-fallimento-2/?utm_source=pulsenews&utm_medium=referral&utm_campaign=Feed%3A+phastidio%2Flhrg+%28Phastidio.net%29

Su terzo valico espropri e manifestazione

Intervento fine seduta Terzo Valico del 14/04/2015 su espropri e manifestazione
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“Signor Presidente, ad ottobre dello scorso anno ho partecipato, insieme a consiglieri regionali e comunali del mio Gruppo, ad un incontro organizzato dalla Regione Piemonte a Novi Ligure – che è in Piemonte e non in Liguria – sul tema del Terzo valico dei Giovi. Tra i convenuti vi era anche il vice ministro delle infrastrutture, senatore Nencini.

Nel corso del suo intervento, il Vice Ministro affermò di avere sul suo tavolo l’analisi costi-benefici, della quale noi abbiamo provveduto a fare puntuale richiesta, che ha dovuto essere corredata da numerose e-mail, telefonate e quant’altro al fine di ottenere, con cinque mesi di ritardo, un pezzo di carta ufficiale che portava la data del 2002, quindi assolutamente recente.

Da una prima analisi da profani di questo foglio – che non ho analizzato comunque solo io, anzi, a questo proposito ringrazio il professor Marco Ponti e il dottor Francesco Ramella per la collaborazione – ci si rende conto che ci sono previsioni molto ottimistiche e che in parte queste risultano ormai datate, anche se il documento riporta situazioni che non si sono assolutamente verificate.

In questo documento si legge che la saturazione delle linee al 2010 sarebbe stata ottenuta con 165 treni merci al giorno. Dai dati ufficiali Eurostat il numero di convogli nel 2010 è stato invece di 65, per cui siamo lontanissimi dalla saturazione.

Nel documento è inoltre previsto che, sempre nel 2014, il traffico merci aumenti da 5,8 a 21,8, con un incremento dunque del 282 per cento: ottimismo, questo sì che è ottimismo!

Con questo metodo di stima appare dunque del tutto incongruo affermare che il Terzo valico sia un’opera strategica necessaria, perché i dati reali sono ben diversi.

Da ulteriori riflessioni poi, basate sempre su dati reali assunti dalle banche dati, si giunge all’amara considerazione che le Ferrovie abbiano la consuetudine a sovrastimare queste progettualità e sempre con un fattore di circa 15 volte maggiore.

Ancora una volta, supportato dai dati, posso affermare che questa è un’opera inutile dove i costi superano di gran lunga gli inesistenti benefici. Si producono analisi oniriche, fantastiche per giustificare quanto di più irrazionale si è progettato ed ora si vuole realizzare. I cittadini ne sono coscienti, l’inganno è svelato. Ognuno di noi, con la diligenza del buon padre di famiglia, quella che manca a questo Governo, sa che il Terzo valico dei Giovi è costruito ad unico beneficio di lobby che vogliono arricchirsi.

Per questo motivo – e chiudo – domani sarò ad Arquata Scrivia per vigilare sull’ennesimo tentativo di effettuare espropri. L’ultima volta hanno cercato di manganellarmi; stavolta magari fatemi una fotografia così ci riuscite. Sabato 18 sarò di nuovo ad Arquata Scrivia per la manifestazione che si oppone a questo ennesimo spreco di denaro pubblico.