GUINEE EQUATORIALE : LE PRESIDENT OBIANG GNEMA MBASSOGO RECOIT LUC MICHEL POUR DISCUTER DU PANAFRICANISME

EODE Press Office/ 2015 04 14 / Avec EODE-TV & EODE Africa/

EODE PO - LM recu par le president OBIANG (2015 04 14)  FR (1)

Ce 14 avril, Luc MICHEL, qui est aussi une des figures de proue du nouveau Panafricanisme, a été reçu en audience privée par le Président de Guinée Equatoriale OBIANG GNUEMA MBASSOGO, au Palais de la Présidence à Malabo. Il était accompagné de Justin TAGOUH, DG de AFRIQUE MEDIA TV et de Laura MUSAT, CEO de EODE-TV.

EODE PO - LM recu par le president OBIANG (2015 04 14)  FR (3)

Longue entrevue de près de 40 minutes, dans un climat détendu bien loin du protocole, où ont été abordés le Panafricanisme entre panafricanistes.

 Mais aussi la déstabilisation de la Guinée Equatoriale par les occidentaux et l’opposition fantoche aux mains des Occidentaux. Les prochaines échéances électorales en 2016 en Guinée Equatoriale ont aussi été au menu de l’entretien, avec l’organisation d’une Mission internationale de Monitoring d’EODE. La mémoire du regretté colonel Kadhafi, la destruction de la Jamahiriya et le chaos actuel en Libye n’ont pas non plus été oubliés.

EODE PRESS OFFICE

Cairo, il sindaco Briano sbarra le porte ai profughi

Un po’ di eugenetica politically correct: pazienti psichiatrici in mezzo ad una strada per accogliere i profughi.

Via i malati, fatti fuori per autoeliminazione i disoccupati, avanti profughi  che di risorse al business più redditizio della droga ne procurano eccome.

 Si tratta di una villa, cosa che succede a qualsiasi indigente italiano, disoccupato o sfrattato che sia, di essere accolto ed accudito in villa.

 Luisa Barberis

Il sindaco Fulvio Briano dice stop ai profughi

Savona – Da Rsa psichiatrica nuova di zecca a casa di accoglienza per i profughi in fuga da teatri di guerra. È polemica a Cairo Montenotte sulla scelta della Prefettura di accogliere 10 nuovi migranti a Villa Raggio. Il sindaco di Cairo Fulvio Briano è contrario e scrive al prefetto chiedendo di rivedere la collocazione degli stranieri arrivati sul territorio con nuove e diverse destinazioni.

«Basta – dice Briano – rischiamo tensioni con i residenti»: Il caso si accede perché Villa Raggio è una palazzina, oggi gestita dalla cooperativa “Il Faggio”, che a settembre 2014 era stata inaugurata alla presenza di Regione e Asl 2 per accogliere pazienti affetti da patologie psichiatriche stabilizzate. Dopo soli otto mesi è anche la nuova dimora per i profughi in cerca di pace.

Un’operazione pensata per tendere la mano della solidarietà ai migranti, ma decisa senza che il Comune fosse d’accordo, riaccende l’attenzione sul problema profughi in Valbormida.

Il sindaco Fulvio Briano è categorico. Il suo dissenso è scritto nero su bianco su due lettere, inviate rispettivamente giovedì e a gennaio al prefetto Gerardina Basilicata, per manifestare la «totale contrarietà al nuovo ingresso di stranieri a Cairo».

«Interpreto il sentimento dei miei cittadini – dice Briano – non ne faccio una questione politica, né tantomeno razzista. A settembre abbiamo inaugurato con il vescovo e tutte le istituzioni Villa Raggio quale nuova rsa psichiatrica, oggi la stessa villa viene destinata all’accoglienza dei profughi. Sa di presa in giro. La scelta, tenuto conto anche della crisi occupazionale che Cairo sta affrontando, è per noi inopportuna. Sono stato informato mercoledì che i profughi sarebbero arrivati, ho ribadito la mia contrarietà non solo perché la struttura non è idonea, in centro, area sede di servizi pubblici a cui accede l’intera cittadinanza e in un quartiere ad elevata residenzialità, ma anche perché il numero delle persone già accolte a Cairo risulta ormai sovradimensionato e incompatibile rispetto alle scarsissime risorse del territorio».

Se la “frittata” da una parte sembra essere ormai fatta – i migranti sono a Cairo da giovedì – il sindaco Briano ha già pronta una strategia: ha chiesto al prefetto diverse destinazioni per i nuovi arrivati.

http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2015/04/18/ARbjwSAE-profughi_briano_sindaco.shtml

Verona: Autista bus preso a cinghiate da immigrato

I sindacati fingono di stare con i lavoratori del trasporto. Ma non bisognava imparare da ste risorse?

 20-04-2015

VERONA. Un conducente di autobus è stato preso a cinghiate mercoledì in zona Borgo Nuovo e un altro è stato minacciato da un gruppo di ragazzi per aver cercato di sedare una rissa sul bus, sempre nello stesso quartiere. Due episodi che hanno spinto il sindacato Filt Cgil a chiedere di nuovo un incontro in Prefettura per affrontare la situazione.

«L’aggressione è avvenuta mercoledì nel tardo pomeriggio: subito dopo essere partito dal capolinea di Borgo Nuovo, ho visto arrivare di corsa un ragazzo intorno ai 20-25 anni, straniero, ma l’autobus era già in movimento e quindi ho proseguito la corsa», spiega l’autista dell’Atv, l’Azienda Trasporti Verona, aggredito il 15 aprile. «Dopo aver fatto il giro del quartiere, sono arrivato alla fermata successiva, che si trova a 500 metri di distanza dall’altra e lì ho ritrovato il giovane, che è salito».

Appena l’autobus è ripartito, il ragazzo avrebbe iniziato a inveire contro l’autista con frasi volgari. «A un certo punto si è sfilato la cintura e mi ha colpito più volte con la fibbia, ferendomi su un braccio e all’occhio», racconta l’uomo, che ha riportato dieci giorni di prognosi. «Sul mezzo c’erano dei ragazzini e si sono messi a piangere». In quegli attimi di concitazione, la porta si è aperta e il giovane è fuggito via. «Alcuni residenti della zona, che avevano assistito alla scena, sono pronti a testimoniare: dicono che è una zona malfamata e che sono stanchi di simili episodi», conclude l’autista, che poi ha avvisato la polizia ed è andato al pronto soccorso.

Sempre al capolinea di Borgo Nuovo un altro conducente, Thomas Righetti, è stato minacciato il 2 aprile da un gruppo di giovani per aver cercato di sedare una rissa. «Un passeggero era seduto al capolinea, quando sono saliti sul mezzo tre ragazzi e una ragazza di origine maghrebina, intorno ai 25 anni, e lo hanno aggredito», spiega Righetti. «Così ho cercato di dividerli, mettendomi in mezzo: il passeggero è riuscito a fuggire e i giovani, prima di andarsene, mi hanno minacciato, dicendo che avrebbero lo stesso fatto a me». Anche in questo caso, l’autista ha contattato la polizia.

«Alle continue aggressioni verbali, diventate oramai quotidiane, si stanno aggiungendo preoccupanti e frequenti episodi di violenza fisica, che stanno mettendo a repentaglio la sicurezza dei lavoratori e degli stessi cittadini che utilizzano i mezzi pubblici per i loro spostamenti», spiega Mario Lumastro, segretario della Filt Cgil, che già aveva scritto al prefetto lo scorso 5 marzo. «La speranza è che questa problematica venga affrontata il prima possibile dalle istituzioni e dalle aziende per evitare che anche in questo caso si ripeta l’errore (o forse orrore) tipicamente italiano di intervenire quando il danno è oramai irreparabile»

 http://www.larena.it/stories/Home/1138305_bus_atv_autisti_picchiati_presi_a_cinghiate_e_minacciati/?refresh_ce#scroll=800

Sicilia, operazione Glauco II: sgominata banda di trafficanti d’uomini. Scalia avverte: “è un fenomeno inarrestabile”

Chi sono i sostenitori del traffico di navi negriere stile 800 lo sappiamo, sono in tv  a parlare di solidarietà, parola usata per nascondere il flusso di denaro che rende a scafisti e coop di ogni natura. Se sei contrario al business di mafia capitale, sei razzista.

 La rete operava fra l’Italia ed il Nord-Africa, smistando i profughi sul suolo europeo e dividendo i proventi criminali.

Sarebbero circa novecento i migranti che hanno trovato la morte in mare a causa del naufragio avvenuto nel Canale di Sicilia. Secondo quanto trapela dalle prime dichiarazioni dei testimoni, a bordo del barcone ci sarebbero stati almeno cinquanta bambini e circa duecento donne. Uno dei soccorritori, Gianluca Busonera del Reparto aeronavale della Guardia di Finanza, ha descritto all’Adnkronos il proprio sconforto: “Le tragedie ti scuotono l’anima, la scorsa settimana abbiamo salvato 800 profughi. Come essere umano ci rimango ovviamente malissimo e ci sto male, ma come militare devo cercare di trarre in salvo più persone possibile. Io faccio solo il mio dovere“.

Intanto l’autorità giudiziaria ha smascherato un’associazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione. Essa sarebbe composta da eritrei, etiopi, livoriani e ghanesi che – a vario titolo – avrebbero agevolato l’immigrazione illegale. Il leader di questa rete, Ermias Ghermay, operante in Libia, risultava latitante dal 2014, allorquando era finito nel mirino delle autorità inquirenti per la tragedia del 3 ottobre, quella che aveva portato alla morte di 366 migranti. L’indagine, coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Maurizio Scalia, ha mostrato come una cellula italiana si relazionasse coi referenti del Nord-Africa, smistando i profughi sul territorio europeo e dividendo i proventi criminali. Proprio il fratello di Ghermay, Asghedom, coinvolto nell’inchiesta, secondo alcuni conoscenti della comunità eritrea catanese si sarebbe vantato delle alte relazioni che sapeva intrattenere con alcune autorità italiane.

Maurizio Scalia, Procuratore aggiunto di Palermo, ha rilevato come il traffico di esseri umani a largo della Sicilia sia per gli scafisti un’ottima opportunità per ottenere guadagni facili: ciò aumenterebbe i rischi per le nostre coste, rendendo i flussi di fatto un fenomeno inarrestabile.

Fonte: Strettoweb

Frattanto dalle indagini svolte, si è riscontrato che il nuovo sistema ideato dai trafficanti prevede che, quelli che operano al sud incassino 800 dollari circa per ogni disgraziato spedito (da Eritrea, Etiopia, Niger e Sudan) sulle coste settentrionali, quelli della Libia ne incassano invece 1500 per ogni migrante salito sui barconi. Il barcone naufragato ieri con il suo carico garantiva, ad  esempio, proventi già incassati da 900mila dollari.  Rispetto ai precedenti accordi tra i trafficanti, attualmente questo denaro viene oggi equamente suddiviso tra le organizzazioni criminali e i vertici di Fajr Libia, una organizzazione mafiosa  che garantisce «protezione» ai trafficanti.

Questo sistema  risulta  evidente in particolare sia a Zuara, la città alleata di Fajr Libia, a 60 chilometri dalla frontiera tunisina dove si registra il maggior numero di partenze, sia a Zawiya e Qarabully, che sono  le spiagge utilizzate dai trafficanti attivi a ovest ed est di Tripoli. In queste località esiste la complicità con le motovedette libiche che non si limitano a ignorare gli scafisti, ma garantiscono assistenza e appoggi ai trafficanti di uomini. Trattasi di una realtà emersa con drammatica evidenza una settimana fa quando una motovedetta di Tripoli ha sparato contro un’unità della Guardia Costiera costringendola a rimettere in mare un barcone sottratto agli scafisti. Ma anche le vicende di Misurata dove i rimorchiatori non vengono impiegati per bloccare gli scafisti, ma per tentare il sequestro dei pescherecci italiani in acque internazionali sono un sintomo dell’evidente degrado della situazione.

In pratica, lungo i 400 chilometri di coste dalla frontiera tunisina fino a Misurata opera insomma una nuova Tortuga. Una Tortuga che ha trasformato il traffico di uomini in affare di Stato. Uno Stato che potrebbe stroncare questo traffico vergognoso attuando  un blocco navale simile a quello realizzato dalla Nato nel 2011 in funzione anti-Gheddafi , dovrebbe inevitabilmente entrare in collisione con una coalizione che oltre a contare sugli appoggi di Qatar e Turchia è anche assai vicina ad Ansar Sharia, un’organizzazione terroristica già molto vicina allo Stato Islamico.

Ma queste ambigue collusioni sono anche all’origine della grande ipocrisia occidentale. Paralizzati dal timore di favorire una saldatura tra gli islamisti di Tripoli ed uno Stato Islamico già presente a Sirte e Derna preferiamo illuderci che la vita dei migranti dipenda dall’organizzazione dei soccorsi e dalla disponibilità all’accoglienza anziché da un rigido blocco navale affiancato da capillari operazioni armate contro le organizzazioni coinvolte nel traffico.

Una decisione questa (quella del blocco navale) che spetterebbe ad un governo autorevole che dovrebbe mettere al primo posto l’interesse nazionale a bloccare questa invasione con tutti i rischi di destabilizzazione che essa comporta. Tuttavia definire un “governo autorevole” l’attuale governo italiano di Renzi ed Alfano, piegato alle direttive di Bruxelles e di Washington, sarebbe fuori luogo per qualsiasi osservatore.

http://www.controinformazione.info/sicilia-operazione-glauco-ii-sgominata-banda-di-trafficanti-duomini-scalia-avverte-e-un-fenomeno-inarrestabile/

Le parole del sindaco di Reggio Falcomatà sull’arrivo dei migranti

Immagino che a Reggio Calabria non esistano disoccupati ed indigenti, e qualora esistessero anche per loro sono garantiti vitto e alloggio  a proposito di eguaglianza?

 16 aprile 2015 13:25 |    Ilaria Calabrò 

 “Il Comune di Reggio Calabria, con grande senso di responsabilita’, sta coordinando al meglio le operazioni di sbarco dei migranti arrivati nelle ultime  ore“. Lo ha detto il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomata’, dopo lo sbarco di centinaia di migranti soccorsi nel canale di Sicilia. “L’impegno – ha aggiunto – e’ massimo da parte della Prefettura, della Questura, delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco, della protezione civile e delle tante associazioni di volontariato. Un plauso va all’associazione Nuova solidarieta’ di Salice che ha messo a disposizione la sua struttura accogliendo 350 migranti in attesa di essere trasferiti a Ravagnese per il trattamento sanitario. Un ringraziamento particolare anche alla Capitaneria di porto ed al comandante Agostinelli che ha messo a disposizione la sede storica della Capitaneria per accogliere i minori non accompagnati”. “L’obiettivo – ha concluso Falcomata’ – e’ quello di offrire dignitosa accoglienza agli immigrati che scappano dalla loro terra a causa delle guerra e di conflitti. Tutti stanno lavorando duramente per questo”. “Nel 2014 abbiamo ricevuto oltre 17.000 immigrati, adesso il flusso potrebbe raddoppiare”.

http://www.strettoweb.com/2015/04/reggio-il-sindaco-falcomata-arriveranno-tantissimi-immigrati-lavoriamo-per-garantire-unaccoglienza-dignitosa/268589/

 

Sudafrica: bruciate aziende che danno lavoro agli immigrati, 4 morti

Già. Quando i migranti non servono per ingrassare la mafia nostrana della “solidarietà” vedi mafia capitale, il razzismo non interessa

venerdì, 17, aprile, 2015

La piaga della xenofobia risorge in Sud Africa. Manifestazioni si sono svolte in solidarietà alle vittime delle violenze contro gli stranieri che hanno fatto quattro morti nella città di Durban. Nonostante la terribile esperienza dell’apartheid, alcuni sudafricani non esitano a scagliarsi contro gli immigrati, molti dei quali sono di colore.

“Se si guarda attentamente – dice lo studente Mfanuphetheni Zulu -, si scopre che ci stiamo combattendo tra noi neri. Non ho mai visto attaccare un bianco, o persone di altre razze. Siamo solo noi. E’ chiaro che i neri non vogliono vedere i loro simili progredire”.

La violenza ha costretto migliaia di immigrati a rifugiarsi in un accampamenti appositamente allestiti alla periferia della città portuale dopo che le loro abitazioni e le aziende che li impiegavano sono state date alle fiamme.

“Non so dove andare a causa dei problemi nel mio Paese, la Repubblica Democratica del Congo, un Paese in guerra – dice Thircessi Baloyi -. Alcuni di noi hanno problemi nel Paese d’origine e non possiamo semplicemente decidere di rientrare”.

Già nel 2008 il Sudafrica aveva conosciuto un’ondata di violenza contro gli immigrati che aveva provocato 60 morti

http://www.imolaoggi.it/2015/04/17/sudafrica-bruciate-aziende-che-danno-lavoro-agli-immigrati-4-morti/

Scandalo Caritas: lavoro e corsi di formazione solo per i clandestini

Ma eguaglianza che cosa significa??????

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sabato, 18, aprile, 2015

 “Non solo vitto, alloggio, sigarette e cellulari pagati, ai clandestini comaschi la Caritas garantisce anche corsi di formazione, di giardinaggio, di cucina, di panificazione, percorsi di inserimento lavorativo, mediazione culturale, corsi di lingua, assistenza sanitaria gratuita”.

Lo denuncia il deputato leghista Nicola Molteni, citando dal sito Caritas provinciale (http://www.caritascomo.it/page/1111/accoglienza-profughi.aspx) le opportunità e le garanzie offerte ai 130 immigrati oggi accolti in provincia. Molteni grida allo “scandalo” contro “politiche indegne”, “avallate in maniera vergognosa da enti come la Caritas, che si prestano a questo sistema discriminatorio di aiuti, che ricopre di opportunità e benefici gli immigrati e li nega, invece, alla nostra gente”.

La Caritas apre un hotel a Vienna per dare lavoro ai rifugiati

Caritas Internationale: dateci altri 4 miliardi di dollari e dialogate con ISIS

“Ci sono centinaia di giovani e disoccupati comaschi che aspirerebbero a essere inseriti in percorsi di formazione oggi invece garantiti ai soli immigrati; centinaia di anziani e padri di famiglia comaschi che aspettano una casa popolare da anni, invece garantita ai clandestini, centinaia di bisognosi comaschi che avrebbero necessità di vitto e alloggio gratuiti, invece garantiti ai clandestini. Questo è becero e vergognoso razzismo contro la nostra gente”.

 http://www.imolaoggi.it/2015/04/18/scandalo-caritas-lavoro-e-corsi-di-formazione-solo-per-i-clandestini/