Suona l’allarme nella UE per la visita di Putin in Ungheria, conclusasi con cinque importanti accordi di cooperazione (incluso per l’energia atomica)

Nella sua visita in Ungheria del 17 Febbraio, il presidente russo Vladimir Putin si è riunito con il primo ministro Viktor Orban ed il presidente János Áder. Il viaggio, che ha avuto luogo un giorno successivo alla introduzione di una nuova serie di sanzioni contro la Russia da parte della UE, ha suscitato una intensa attenzione mediatica.

Le relazioni tra la Russia e l’Ungheria “si vanno rafforzando”, ha indicato con preoccupazione l’agenzia di notizie Bloomberg. “Orban sta vacillando tra il desiderio di rafforzare i legami con la Russia e i suoi obblighi come membro della UE e della NATO”, reagisce così un analista dell’Economist (voce del modo finanziario della City londinese). “Per quanto si opponga alle sanzioni imposte a Mosca per causa della crisi n Ucraina, Orban non potrà voltare le spalle all’Europa”, si consola il “Deutsche Welle”.

Perchè la visita di Putin in Ungheria viene interpretata come una sfida? Si tratta del “risorgere della Russia”: “Mosca sta facendo sentire la sua presenza in tutta Europa”, influendo sulla politica e sulla formazione dell’opinione pubblica in tutto il continente, così spiega “The Guardian”. “Il vertice Orban-Putin metterà alla prova il significato delle sanzioni della UE”, lo afferma con preoccupazione il giornale “EU Observer”.

L’Ungheria “sta pagando un alto prezzo politico” per la sua aspirazione di costruirsi delle relazioni più intense con Mosca, ha sottolineato l’analista politico András Deák davanti alle telecamere del network televisivo Rossiya 24. ” L’avvicinamento alla Russia mette in pericolo la collaborazione con la Polonia, la Repubblica Cheka e la Slovacchia. Pregiudica anche le relazioni con la Germania e con gli Stati Uniti”, ha indicato Deák.

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L’Unione Europea “si è sparata da sola sui piedi” nel pregiudicare le sue relazioni commerciali con Mosca, aveva avvisato Orban già nel 2014.   Il settore energetico, l’industria nucleare, l’agricoltura. il turismo e l’innovazione tecnologica sono i principali punti di cooperazione tra Mosca e Budapest.

Uno dei punti chiave dei negoziati di questo 17 di febbraio è stato quello della fornitura del gas: attualmente, la Russia copre un 90% della domanda ungherese. Gli esperti prevedono che si porrà anche la questione del nuovo gas dotto- il Turkish Stream- destinato a sostituire il progetto antecedente, il South Stream, annullato sotto la pressione di Bruxelles, con la probabile partecipazione di Budapest nel  nuovo gasdotto russo.
“Per Budapest, Mosca rappresenta il partner commerciale più importante al di fuori della UE ed il terzo maggiore fornitore dopo Germania ed Austria”, ha commentato l’assessore di Putin, Yuri Ushakov, in una conferenza stampa poco prima della visita. Il gigante statale russo Rosatom ha avuto un contratto per la costruzione di due nuovi reattori nella centrale nucleare ungherese di Paks.

Il volume del commercio bilaterale nel 2014 è arrivato a 7.900 milioni di dollari nonostante una riduzione del 16% dopo l’imposizione delle sanzioni europee a Mosca. La Russia è “un mercato enorme” per i prodotti ungherese Budapest “dispone di idee concrete” su come aumentare le forniture per poter utilizzare tutto il suo potenziale, ha affermato Levente Magyar, il portavoce del Ministero degli Esteri di Ungheria.

Soprattutto, aggiungiamo noi, l’Ungheria, non essendo inserita, per sua fortuna, nell’euro sistema (al quale non ha aderito), mantenendo la propria moneta (il fiorino ungherese)  non si trova esposta ai ricatti della Commissione Europea (come accade per la Grecia) ed il governo di Orban ha una idea della sovranità nazionale come di un bene prezioso che non deve essere ceduto ai burocrati di Bruxelles, come ad alcuna altra entità finanziaria sovranazionale.

Questo è un concetto totalmente in contrasto con la visione degli esponenti di governo italiano, da Giorgio Napolitano, a Mario Monti ed a Matteo Renzi, i quali frequentemente in questi anni hanno sostenuto la “necessità di cedere quote di sovranità all’Europa”, ossia all’oligarchia di Bruxelles e Francoforte che si sostituisce all’autorità dei governi nazionali.

Fonte: El Espia Digital

Traduzione e nota: Luciano Lago

Nella foto sopra: Putin con Orban

Nella foto al centro: manifestazione a Budapest della “quinta colonna” atlantista

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Suona l’allarme nella UE per la visita di Putin in Ungheria, conclusasi con cinque importanti accordi di cooperazione (incluso per l’energia atomica)ultima modifica: 2015-02-20T20:30:36+01:00da davi-luciano
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