Arrivano le riforme criminali targate Ocse, prepariamoci al peggio

agli italiani, evidentemente ancora tanto ricchi e benestanti, sta bene così.

lunedì, 26, maggio, 2014

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26 magg – Riforme criminali: contro il lavoro, il reddito, il benessere diffuso dei cittadini. Per quelle “riforme” è in corso da vent’anni una campagna martellante, sintetizza Marco Della Luna. E il loro unico, vero obiettivo è «rendere la società market-friendly, “marktkonform”, ossia amica del mercato (finanziario)». A nulla vale il confronto con la realtà: flessione del Pil e dell’export, boom del debito pubblico, disoccupazione dilagante. E’ perché “dobbiamo fare le riforme”, recitano i politici e i media mainstream. Sono le “riforme” in corso da due decenni nell’area Ocse, «quelle riforme che tanto ci chiedono l’Europa, il Fmi, il Colle». Oggi, in Italia, sono le “riforme” di cui parla il nuovo autocrate Renzi, consacrato dal battesimo elettorale delle europee. Riforme già viste altrove, purtroppo: «Sono state socialmente costose e insieme controproducenti rispetto al fine di rilanciare l’economia e l’occupazione». Hanno rilanciato solo i maxi-profitti, non il benessere diffuso. «Il loro scopo è un altro: la concentrazione dei redditi e del potere».
 
Per Della Luna, si tratta di veri e propri «crimini contro l’umanità», che gridano vendetta «di fronte al sangue di chi è morto e di chi morirà per i loro effetti, alle lacrime di chi è e sarà disoccupato a causa di esse». Numeri: «Stiamo parlando di migliaia di morti, di milioni di vite rovinate».
 
Nel 1999 l’Ocse aveva già previsto tutto. Linee-guida chiarissime: più strumenti finanziari e meno regole, meno tasse per i ricchi, capitali in libera circolazione, privatizzazione dei servizi pubblici, meno politiche industriali (via lo Stato, il mercato unico padrone), flessibilità nel lavoro (sempre più precario), tagli al welfare, riduzione dell’intervento pubblico nell’economia e meno oneri per le imprese. «Non trovate che siano proposte criminali, alla luce dei loro effetti?», si domanda Della Luna, che cita l’analisi impietosa offerta di Maurizio Zenezini «da Siena, città vittima della criminalità bankster, ma anche delle riforme bancarie che l’hanno resa possibile».
 
Negli ultimi vent’anni, osserva Zenezini in un lavoro prodotto nell’ambito dell’ateneo senese, i paesi europei hanno introdotto numerose riforme economiche orientate a rendere le istituzioni più “favorevoli ai mercati”, nella convinzione che l’ambiente regolativo costituisca un fondamentale fattore di crescita economica. Errore: alla prova dei fatti, gli effetti sulla crescita e l’occupazione dei più recenti interventi di riforma in Italia «appaiono virtualmente nulli nel breve periodo e modesti, nel migliore dei casi, nel lungo periodo». O meglio, «risultano nettamente negativi: le riforme flessibilizzanti del mercato del lavoro hanno peggiorato l’occupazione», mentre le riforme del credito «hanno destabilizzato il sistema bancario». Eppure, di fronte a questi palesi insuccessi, l’Ocse insiste nel difendere i suoi diktat «con gli argomenti più arbitrari, chiaramente in malafede». Gioco delle tre carte: se una riforma non funziona, vuol dire che è incompleta e sarà funzionante con la riforma successiva. Veleno su veleno, anziché medicinali.
 
«Sarebbe impossibile fornire un’immagine più sconcertante della irresponsabilità che costituisce la cifra latente della politica economica degli ultimi decenni», scrive Della Luna. «Nessun riesame delle riforme effettuate è permesso, è impedita la discussione su politiche economiche alternative: se le riforme non funzionano, si può sempre dire che senza di esse le cose sarebbero andate peggio, se gli indici di deregolamentazione non sono correlati con la desiderata performance potremo denunciare l’insufficienza degli indici, e se le riforme hanno effetti trascurabili si chiederà comunque di rafforzarle e di aumentare la flessibilità». Addirittura, «se una riforma mirata ad un particolare obiettivo non ha successo, si modificherà l’obiettivo o si Padoan, dall’Ocse al governo Renzipunterà in qualche altra direzione».
 
Per Della Luna, «è la stessa irresponsabilità che Keynes denunciava nel 1925 esaminando le conseguenze della politica economica del governo Churchill», quando disse: «Poiché il pubblico afferra sempre meglio le cause particolari che le cause generali, la depressione verrà attribuita alle tensioni industriali che l’accompagneranno, al piano Dawes, alla Cina, alle inevitabili conseguenze della Grande Guerra, ai dazi, alle tasse, a qualunque cosa al mondo fuorché alla politica monetaria generale, che è stata il motore di tutto». Oggi, il mantra delle “riforme” è quello che spinge Matteo Renzi a rottamare la Costituzione insieme a Berlusconi, col quale ha ideato la legge-horror per le prossime elezioni. Col 40% delle europee in tasca, la strada per le “riforme” sembra spianata. Dei dettagli si occuperà uno specialista come Padoan, proveniente – guardacaso – proprio dall’Ocse, la fucina ideologica delle “riforme” che producono povertà e disoccupazione a beneficio esclusivo dell’élite finanziaria, l’oligarchia privatizzatrice. libreidee

Renzi e i suoi si danno da fare: la pressione fiscale sta distruggendo l’Italia

a quanto pare agli italiani va bene così

By Edoardo Capuano – Posted on 22 maggio 2014
Crollo (-6,8%) per settore alimentare. Confesercenti: rischi deflazione. In 4 mesi chiusi oltre 20.000 negozi, 166 al giorno.

“Come anticipato dall’ICC (l’indice dei consumi della Confcommercio, Ndr), continua la riduzione dei consumi che, per quanto riguarda gli alimentari in particolare, fanno registrare addirittura un risultato peggiore delle attese. Per trovare l’ultima variazione congiunturale positiva dell’indice delle vendite al dettaglio bisogna risalire a dicembre 2012, ma nel frattempo questa nuova caduta conferma ancora una volta che la ripresa si allontana e stenta a concretizzarsi”, commenta l’Ufficio Studi Confcommercio riguardo ai dati Istat sulle vendite al dettaglio a marzo.

Di fatto a marzo le vendite al dettaglio sono scese su base mensile -0,2%, segnando una flessione -3,5% su base annua. Considerando la media del trimestre gennaio-marzo 2014, l’indice ha perso -0,3% nei confronti dei tre mesi precedenti. Vero crollo (-6,8%), come non accadeva dall’inizio delle serie storiche, ovvero dal 1995, per le vendite di beni alimentari. E’ vero comunque che in questo caso il confronto annuo risente della Pasqua, che è stata festeggiata ad aprile, mentre nel 2013 era caduta nel mese di marzo.

L’Ufficio Studi Confcommercio rivela però tutto il suo pessimismo: “Nonostante la fiducia delle famiglie sia in crescita e i prezzi al consumo sostanzialmente bloccati l’elevata pressione fiscale e l’incertezza sul carico tributario effettivo impediscono alle famiglie di rivedere al rialzo i propri piani di spesa. Ridurre la pressione fiscale in modo strutturale e dissipare immediatamente le ombre e la confusione sulle imposte gravanti sugli immobili sono, dunque, le azioni più urgenti da intraprendere per evitare che il 2014 costituisca l’ennesima occasione fallita per il rilancio dell’economia italiana”.

La colpa dunque dello stato attuale delle cose rimane della pressione fiscale.

La carrellata di numeri negativi per l’Italia si allunga con la pubblicazione dell’indice delle retribuzioni contrattuali orarie, rimane invariato rispetto al mese precedente e in rialzo +1,2% su base annua; si tratta però della crescita annua più bassa da quando esistono le serie storiche, dal 1982.

Complessivamente, nei primi quattro mesi del 2014 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2013.

Arrivano poi i dati di Confesercenti, da bollettino di guerra. Nei primi quattro mesi dell’anno, secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, ha cessato l’attività un totale di 20.297 imprese, più di 166 al giorno, a fronte di sole 9.352 nuove aperture, per un saldo finale di -10.945 unità.

La crisi, sottolinea Confesercenti, è stata particolarmente grave per il commercio alimentare. Non solo a marzo, secondo i dati Istat, le vendite cedono dello 0,4%, ma da gennaio ad aprile il comparto ha visto chiudere 2.789 attività per un saldo finale negativo di 1.099 imprese.

Nessuna ripresa neppure nel non-alimentare: vendite deboli nell’abbigliamento: il dettaglio tessile, abbigliamento e calzature registra da gennaio un vero tonfo, con 2.034 aperture e 4.961 chiusure.

“Altro che allarme rosso – commenta Confesercenti – questo scenario non solo riaccende i rischi di deflazione, ma può avere conseguenze nefaste anche a monte della filiera commerciale aggravando lo stato già critico delle imprese che lavorano per il mercato interno. È inutile tergiversare. A questo punto occorre un pacchetto di interventi forti: va ridotta significativamente per tutti, imprese e famiglie, una pressione fiscale incompatibile con una speranza di ripresa economica; va combattuto con maggiore energia il fenomeno dell’abusivismo che affossa interi settori economici; vanno liberate le imprese al più presto dell’onere pesantissimo degli adempimenti fiscali e burocratici, che sono diventati una sorta di girone infernale con mille incertezze, mutamenti improvvisi di scadenze e regole, ricorsi improvvidi alla retroattività delle norme”.

Fonte: wallstreetitalia.com

Uno scandalo! Investment Fund sarà responsabile per l’esecuzione del conteggio dei voti per le prossime elezioni europee

e pperò…..complimenti

By locchiodihorus – 19 maggio 2014

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Nelle elezioni europee una società privata sarà incaricata del conteggio dei voti negli Stati membri.
Si tratta della società catalana (in origine) Scytl. Mentre ora assistiamo allo spettacolo di promesse da parte dei politici; l’uso delle parole selezionate nei discorsi per cercare di raggiungere la vicinanza e l’elettore / attenzione “Europa sociale, Europa pubblica in Europa, l’Europa con maggiore trasparenza, migliore in Europa” … e tutta l’abbondanza di falsità che possono lanciare a qualsiasi elezione senza conseguenze per gli architetti …
 
La classe politica di “sociale” non ci dice che è una società privata che raccontano i voti. Mentire e alla vigilia dello svolgimento delle elezioni , in relazione a tutti gli orpelli verbali del “pubblico”.
 
Società privata con interessi privati. Questa è la garanzia che raccontano della “democrazia europea”.
 
Scytl è la società leader a livello mondiale in questo settore. E ‘la stessa società che era dietro il conte nell’ultima  elezioni presidenziali degli stati uniti .
 
E ‘la stessa società che è stata accusata di aver dietro l’investitore ebraico-sionista George Soros (uno dei principali donatori Democratici).
 
Queste sono le garanzie degli attuali conteggi elettorali. Penso che sia molto importante da considerare.Forze private (fondi comuni di investimento) fare i conteggi elettorali, non forza pubblica!.
 
Ma lasciate che vi dica di più, per favore!.
 
AVVISO questi sono alcuni dei principali proprietari di fondi ls Scytl investimento. Ecco lo scandalo:
 
Vulcan Capital: importanti investimenti in risorse energetiche, carbone, acqua, gas naturale. Accoppiato con il grande scandalo Enron (citato in giudizio con successo), che ha spazzato via i revisori Arthur Andersen (una delle cinque società di revisione e importante del mondo contabilità). Lo scandalo Enron è stato il più grande fallimento aziendale negli Stati Uniti al tempo (fino all’anno successivo con il fallimento della WorldCom).Miliardi sono stati persi in pensione. Vulcan Capital investimenti nel settore energetico in Iraq dopo l’invasione (centrali elettriche prima della devastazione in Iraq) e sostenuto il governo fantoccio iracheno con i soldi degli investitori. Dietro il Vulcan Capital è anche riconosciuto il sionista Paul Allen, cofondatore di Microsoft. Una delle persone più ricche del mondo secondo la rivista Forbes.
 
Balderton Capital: investitori nel settore sanitario privato nel Regno Unito. Dietro questo contesto troviamo ex operatori Goldman Sachs come Tim Bunting . Ricordiamo che Goldman Sachs è l’autore della appropriazione indebita del debito sovrano greco ( tra gli altri paesi )che hanno precipitato il paese in una spirale salvataggia che lo ha portato dove si trova oggi. Tutto questo con l’ausilio di Mario Draghi ( vice presidente di Goldman Sachs Europa, al momento ) . Goldman Sachs è una delle principali banche di investimento (la quarta al mondo ) che con tecniche da avvoltoio stanno acquisendo grandi pacchetti di risorse e ricchezza di intere nazioni a prezzi stracciati .
 
COSI’ E’, CARI ELETTORI E CITTADINI; I fondi di investimento che hanno portato alla truffa della cosiddetta “crisi”, sono gli stessi che procederanno al conteggio dei voti nelle prossime elezioni europee .
 
Gli stessi fondi hanno frodato e rubato somme indecenti di denaro a scapito della sofferenza , la miseria e la morte di molte persone
 
Molti analisti, economisti, scienziati, politici ed ex politici, gruppi sociali e così via … quelle che sostengono che la democrazia viene rapita. Si la democrazia viene rapinata. Infatti cosi’ e’.
 
Saranno loto i responsabili del conteggio nelle prossime elezioni europee . Sarebbe ingenuo pensare che non opereranno a tutela dei loro interessi .Sopra la libertà, la trasparenza, la verità, la democrazia e tutti quei valori di cui si riempiono la bocca per ingannare la popolazione. Uno spettacolo che dimostra profondo disprezzo.
 
Vi invito a considerare questi dati alle prossime elezioni.
 
( traduzione e adattamento patrizia cabras )
 
Juan Luís Rodríguez
 
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Fondi Ue, sprechi e sovvenzioni made in Europe

Non è mafia? No, lobbismo. Fa figo dirlo in inglese e poi visto che si parla di EUropa, cosa c’è di più nobile, onesto ed incorrotto?
Si dice che solo gli organi nazionali siano corrotti e mafiosi, mica le sante istituzioni sovrannazionali.
Paolo Becchi

 
Chi sono i principali beneficiari di questi aiuti? Le multinazionali del settore agro-alimentare. Dal 1997, ad esempio, Friesland Campina, una cooperativa olandese di latticini, ha percepito 1,6 miliardi di euro di sovvenzioni. Le imprese francesi Saint Louis Sucre (filiale della tedesca Südzucker) hanno beneficiato di quasi duecento milioni di sovvenzioni dal 2004. E la multinazionale Nestlé ha percepito 197 milioni di euro. Noi contribuenti europei ci permettiamo il lusso di sovvenzionare la maggiore multinazionale del settore agro-alimentare.
DI LA REDAZIONE · 23 MAGGIO 2014
Sugli sperperi folli del Parlamento europeo si è già scritto qui. Ma il budget delle tre sedi dell’organo dell’Ue è di soli 1,7 miliardi di euro l’anno, rispetto ai 147 complessivi. Si tratta quindi di una piccola goccia in un oceano di sprechi.
 
Con la premessa sempre d’obbligo che l’Ue costa all’Italia 5,5 miliardi di euro all’anno – cioè 15 milioni al giorno, 627.000 euro l’ora, 10.464 euro al minuto, o 174 euro al secondo – alcune spese sono davvero fantasiose e non si può non iniziare con la “casa della Storia Europea” che sarà inaugurata nel 2015 che costerà 31 milioni per la ristrutturazione dell’edificio, 15,4 per l’allestimento scenico, oltre ai 6 per le esigenze del multilinguismo. A regime costerà ai contribuenti europei 11,5 milioni di euro l’anno e, come se questo non bastassescrive lExpress, si è deciso di aggiungere ancheuno scaffale di quattro piani per l’irrisoria cifra di due milioni di euro. Sempre a spese di quei contribuenti europei ridotti alla fame dall’austerità imposta da Bruxelles, Berlino e Francoforte. Ma l’austerity si sa è un concetto unidirezionale per la tecnocrazia…
 
Alcune spese sono talmente grandi che si rischierebbe di perdere il senso della realtà, ma questo se solo i giornali ne parlassero con serietà e quindi potete restare tranquilli. Difficilmente saprete, ad esempio, che a Francoforte è in costruzione il nuovo quartier generale della Bce. Nel blog delWall Street Journal Euro Crisis si sottolinea come la stima complessiva dei lavori per la nuova sede dell’istituto guidato da Mario Draghi sia già arrivata ad 1.15 miliardi di euro, rispetto agli 850 milioni previsti inizialmente. Ma adesso, a lavori in corso, ci si è accorti che l’edificio non sarà comunque in grado di contenere i 1000 impiegati addizionali che la Bce intende assumere per la sua nuova mansione da supervisore bancario unico dell’euro-zona. Attendiamo idee geniali su come spendere ulteriori fondi per ovviare al problema…
 
Ma dove gli sceneggiatori europei sembrano dare il meglio di sé è nella gestione dei cosiddetti Fondi strutturali europei – i vari progetti di “sviluppo” nell’Unione Europea – a cui vengono destinati il37,5% dei fondi complessivi dell’organizzazione (circa 55 miliardi l’anno). Vi riportiamo solo alcuni esempi dalla stampa internazionale, ma l’elenco potrebbe essere infinito: un crematorio per animali, “un complesso  di marketing “per migliorare la posizione di macallai e una spesa di 9,4 milioni di euro per la bancarotta di un’azienda di olio vegetale in Germania secondo quanto riportaWirtschaftswoche in un reportage in cui si chiede formalmente che Berlino interrompa il finanziamento di questi scempi; un centro heritage nel Nord del Galles costato oltre 3,4 milioni di sterline oggi totalmente abbandonato a sei anni dalla sua apertura (Sunday Telegraph); in Bulgaria la lista è lunga: una “strada che non conduce letteralmente da nessuna parte”  al costo di 500 mila euro; due milioni di euro per un parco rimasto inutilizzato e 3 milioni per uno stadio mai aperto e che è già stato demolito (Reportage del programma televisivo olandese Brandpunt). Europe Aid – l’organizzazione dell’Ue che gestisce i programmi di aiuto e di sviluppo verso gli altri paesi – ha speso 32 milioni di sterline in Bielorussia lo scorso anno. Di questi, 423,000 sterline per una esibizione fotografica ed oltre 500 mila sterline per la promozione di “favole etniche” (Sunday Telegraph).
 
E poi c’è la questione della Politica agricola comune (Pac), a cui nel 2013 sono stati destinati 58 miliardi di euro. Come ha rilevato in un rapporto molto interessante il Transnational Institute, la Pac facilita attraverso le sue sovvenzioni la concentrazione della produzione nelle grandi aziende del settore a discapito dei piccoli contadini. Non è un caso che in Europa, non in Africa, il 3% circa dei grandi proprietari agricoli controllano il 50% delle terre coltivabili di tutti e 28 i paesi membri. E questo perché dal 1992, i sostegni apportati ai prezzi dei prodotti agricoli sono stati rimpiazzati dalle sovvenzioni alla produzione. In altre parole, maggiore è la concentrazione agricola, maggiori sono gli aiuti che si ricevono e il risultato è che nel 2011, l’1,5% dei maggiori conglomerati agricoli hanno percepito un terzo delle sovvenzioni complessive della Pac.
 
Chi sono i principali beneficiari di questi aiuti? Le multinazionali del settore agro-alimentare. Dal 1997, ad esempio, Friesland Campina, una cooperativa olandese di latticini, ha percepito 1,6 miliardi di euro di sovvenzioni. Le imprese francesi Saint Louis Sucre (filiale della tedesca Südzucker) hanno beneficiato di quasi duecento milioni di sovvenzioni dal 2004. E la multinazionale Nestlé ha percepito 197 milioni di euro. Noi contribuenti europei ci permettiamo il lusso di sovvenzionare la maggiore multinazionale del settore agro-alimentare.
 
E la lista degli sprechi e delle sovvenzioni potrebbe continuare ancora…. ma vorremmo concludere con un ultimo caso, ancora più inquietante perché rappresenta la testimonianza più eclatante di come ormai non vi sia più controllo democratico alla deriva in atto all’interno dell’Unione Europea.Statewatch, un’organizzazione che si prefigge come obiettivo quello di controllare il rispetto delle libertà civili all’interno dell’Europa, ha rilasciato un rapporto ripreso dal Telegraph in cui denuncia come l’Ue ha già speso oltre 350 milioni di euro per lo sviluppo di una flotta di droni di sorveglianza – EU unmanned aerial vehicles (UAVs) – che saranno, entro il 2020, a disposizione delle forze di polizia europea, guardie frontiere e servizi di sicurezza. Più precisamente, sette paesi europei – Germania, Francia, Grecia, Italia, Olanda, Polonia e Spagna – hanno firmato un accordoper la ricerca e lo sviluppo di vari componenti dei droni, inclusa la tecnologia per evitare la collisione e l’atterraggio automatico. Un altro gruppo – Austria, Belgio, Regno Unito e Repubblica ceca – hanno dichiarato di esser pronti ad investire senza l’impegno di un programma di produzione congiunta.
 
Il tutto senza nessun tipo di via libera e controllo democratico da parte di Parlamento nazionali o Parlamento europeo, che non sono a conoscenza di quanti miliardi di euro costerà l’intero progetto e per quali fini verrà utilizzato. Ed il tutto senza che l’iniziativa rientri nei limiti delle competenze previste per l’Unione Europea. Coinvolti nel progetto sono e saranno Dassault Aviation, il gigante dell’aero-spazio europeo EADS e l’italiana Finmeccanica. Non solo sugli F-35, quindi, il nostro paese impegnerà ingenti risorse, che sarebbero potute essere utilizzate per tutti quei programmi sociali per cui invece chi governa dichiara che non ci sono le risorse.
 
Come ha sostenuto Ambrose Evans Pritchard, nell’intervista raccolta nel nostro Apocalypse Euro, “il problema fondamentale è la mancanza del controllo delle imposte e della spesa da parte di un Parlamento eletto democraticamente. Non è un caso che la guerra civile inglese sia iniziata nel 1640 quando il re ha cercato di togliere questi poteri al Parlamento o che la rivoluzione americana sia scoppiata quando questo potere è stato tolto da Londra a stati come Virginia o il Massachusetts, che lo esercitavano da tempo. Sono esempi anglosassoni, ma ce ne sono tanti altri di come le fondamenta della democrazia risiedono nel controllo del budget e delle imposte da parte di organi eletti dal popolo. Quello che sta accadendo all’Ue è, al contrario, il tentativo di darne la gestione a strumenti e strutture sovranazionali, che non hanno alcun fondamento con nessun Parlamento. E’ estremamente pericoloso e chiaramente anti-democratico”.
 
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Datagate: ambasciate di Cina, Russia e Iran le più spiate dagli Usa a Vienna

VIENNA (FARS) – Il quotidiano austriaco Die Presse rivela un’altra delle verità del caso Datagate per quanto riguarda, questa volta, lo spionaggio americano nella capitale austriaca Vienna.
Secondo il quotidiano, dai documenti di Edward Snowden si evince che a Vienna le ambasciate straniere maggiormente spiate erano quelle di Russia, Cina e Iran. Dopo queste tre ambasciate l’attività di spionaggio Usa si concentrava sulla sede dell’OCSE e poi su quella di diverse altre organizzazioni internazionali che hanno sede in questa città.
http://italian.irib.ir/notizie/iran-news/item/160327-datagate-ambasciate-di-cina,-russia-e-iran-le-pi%C3%B9-spiate-dagli-usa-a-vienna  

Le prioezioni di mezzanotte appaiono “per sbaglio” su Repubblica 4 ore prima!

25.mag 2014
 
Su polisblog.it sono riusciti a catturare una pagina apparsa sul sito di Reppubblica “per errore”.
La pagina è rimasta online solo per cinque minuti e poi è stata cancellata. Adessosullo stesso link, non compaiono più le percentuali di Exit poll, Instant poll e le Prioezioni del 30%.
Intorno alle ore 20, invece, erano apparsi i risultati relativi alle ore 23 e alle ore 00:15 di domani.
Repubblica si è poi scusata su Facebook scrivendo:
In linea per errore pagina prova di Repubblica.it con exit-poll e numeri finti. Pagina cancellata dopo 5 minuti, ce ne scusiamo con gli utenti
 
Strano errore. Soprattutto considerando chi conterà i voti. Vedremo quanto i risultati “reali” si discosteranno dall’errore di Repubblica…
repubblica-proiezioni
 

Elezioni Europee 2014 in Italia: Repubblica conosce già risultati ed exit poll

il quotidiano dei salottini della società civile, quella con i conti in svizzera

Prontamente cancellato, ma lo screenshot c’è…

lo screenshot di repubblica

Le elezioni europee 2014 in Italia sono ancora in pieno svolgimento e siamo tutti in trepidante attesa di conoscere i risultati. Riuscirà Matteo Renzi e il Partito Democratico a sopravvivere alla marea del Movimento 5 Stelle? Se vi state ponendo domande di questo tipo, sappiate allora che La Repubblica sa già tutto: exit poll, instant poll e proiezioni. Si scopre guardando quanto apparso misteriosamente a questo link poco prima delle 20,

Il tutto è stato prontamente cancellato, ma lo screenshot che trovate in cima al post mostra tutti i risultati. E adesso sarà interessante vedere quanto combaceranno con la realtà le “super indiscrezioni” in possesso di Ezio Mauro. E quindi? È inutile andare a votare? C’è un complotto in corso? La speranza è che nella redazione del sito web di Repubblica qualcuno abbia riempito gli spazi che adesso sono vuoti facendo una sorta di pronostico, o qualcosa del genere. Perché magari gli exit poll e gli instant poll sono già stati compiuti, ma è difficile pensare che si possano conoscere prima le proiezioni della mezzanotte quando le urne sono ancora chiuse.

Ma che dicono questi dati? Secondo gli exit poll di Emg il Pd se la caverà bene, con il 32-34% dei voti, mentre il M5S si fermerà al 26-28%. Forza Italia al massimo può puntare sul 19%. I dati degli istant poll di Piepoli sono in linea, mentre le proiezioni che dovremmo vedere, di Ipr per Rai, della mezzanotte e un quarto, raccontato di un Pd in vantaggio col 33,5%, mentre il M5S sarà al 31,2%. Forza Italia si ferma al 15,9%, superano la soglia di sbarramento un po’ tutti: Ncd al 6,2%; la Lega Nord al 7%, Lista Tsipras al 4,1%, Fratelli d’Italia al 4,2% e via così. Probabilmente si tratta di numeri fuffa, ma se per caso coincidessero con la realtà?

http://www.polisblog.it/post/236551/elezioni-europee-2014-risultati-exit-poll-repubblica-li-conosce-gia

I balzi in avanti della Russia nella guerra radio-elettronica

MAGGIO 16, 2014
 
Anton Valagin, Rossijskaja Gazeta, 15 maggio 2014 – RBTH
L’equipaggio del cacciatorpediniere statunitense Donald Cook è stato demoralizzato dall’incontro con un cacciabombardiere russo Su-24 dotato di armi radio-elettroniche. Con diversi sistemi avanzati, questo è un settore in cui la Russia gode di vari vantaggi tattici.
Il 10 aprile, il Donald Cook entrò nelle acque del Mar Nero e dopo 2 giorni un bombardiere tattico russo Su-24 “ronzava” sul cacciatorpediniere statunitense. Alcuni media hanno riferito che l’equipaggio del Donald Cook venne demoralizzato da questo incontro e che 27 marinai si dimisero dalla marina. Cosa ha pietrificato l’equipaggio statunitense? Il Donald Cook è un cacciatorpediniere di 4° generazione dell’US Navy. La sua arma principale è il missile da crociera Tomahawk dall’autonomia di 2500 km e che può trasportare esplosivi nucleari. Nei moduli standard e d’attacco la nave trasporta 56 o 96 di tali missili. Il cacciatorpediniere è equipaggiato con il più recente sistema di difesa anti-missili balistici Aegis. Tra le altre funzioni può centralizzare le difesa aeree di tutte le navi su cui è installata una rete comune, consentendo quindi il monitoraggio e il tiro su centinaia di bersagli allo stesso tempo. Quattro enormi antenne radar standard, che sostituiscono alcuni radar ordinari, si trovano ai lati del ponte di comando. Circa 50 missili intercettori di varie classi sono installati insieme ai Tomahawk nei pozzi di lancio universali a prua e a poppa.
Il bombardiere tattico russo Su-24 si avvicinò al Donald Cook senza essere armato di bombe o missili, ma di un contenitore con il sistema radio-elettronico militare Khibinij. Dopo aver avvicinato il cacciatorpediniere, Khibinij ha spento il radar, i sistemi di controllo in battaglia e di scambio dati del cacciatorpediniere statunitense. In altre parole, spense l’Aegis con un telecomando. 
 
Dopo di ché il Su-24 ha simulato un attacco missilistico contro la nave “cieca e sorda”, ripetendo la manovra 12 volte. Quando il caccia russo se n’è andato, il Donald Cook s’è precipitò in un porto rumeno e non s’è più avvicinato alle acque russe.
 
Diversi sistemi a disposizione della Russia
Per vincere una guerra contemporanea non è sufficiente dominare l’aria, è necessario garantirsi il vantaggio informativo“, dice Vladimir Balybin, capo del centro di ricerca per la guerra radio-elettronica e l’efficienza nell’occultamento. Oltre al Khibinij, l’industria della difesa russa produce vari tipi di apparecchiature che potrebbero sorprendere le unità nemiche così come criminali e terroristi. Le forze aviotrasportate vengono dotate dei nuovi complessi Infauna, installati su veicoli corazzati o altri veicoli militari, che possono individuare e disturbare i collegamenti radio del nemico con frequenze dalle onde corte ed ultra-corte e “spegnere” le bombe telecomandate, facendole esplodere solo dopo che le truppe russe sono passate e sono al sicuro. Infauna ha un’altra funzione: i sensori ottici installati su entrambi i lati dell’autoveicolo, su comando emette lampi e schermi fumogeni per proteggere i convogli dal fuoco.
Il dispositivo Lesochek svolge le stesse funzioni di Infauna ma è portatile e può essere inserito in uno zaino o una valigia. Può essere utile nella protezione di importanti trattative contro la maggior parte degli avanzati sistemi d’intercettazione dei servizi di sicurezza. Il Borisoglebsk-2 è il cuore della guerra radio-elettronica delle unità tattiche dell’esercito russo. Si compone di un comando automatico e quattro tipi di stazioni di disturbo, usando un unico algoritmo per individuare e disturbare le fonti delle attività radio ostili. Il dispositivo Zhitel individua e blocca telefoni satellitari cellulari e complessi per la navigazione GPS. S’è dimostrato efficace durante il conflitto in Ossezia del Sud disturbando i droni georgiani.
Dmitrij Rogozin, Viceprimo ministro della Russia, ha chiesto il riequipaggiamento delle forze nucleari strategiche russe con i più recenti dispositivi di guerra radio-elettronica.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

25 VERITÀ SU REPORTER SENZA FRONTIERE

Postato il Sabato, 17 maggio
 
DI SALIM LAMRANI
 
Opera mundi
 
L’organizzazione francese dichiara di essere interessata solo a difendere la libertà di stampa, ma in realtà dietro questo nobile principio si nasconde un’agenda politica molto precisa.
  1. È stata fondata nel 1985 da Robert Ménard, Jean-Aluce Guillebaud e Rony Brauman, Reporter senza Frontiere (RSF) ha come missione ufficiale “difendere la libertà di stampa nel mondo, cioè il diritto di informare e di essere informati in accordo all’ Articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”.
  2. Pur essendo un ente di carattere ufficiale, RSF presenta un lato oscuro e un orientamento politico molto preciso, spesso legato alle posizioni di Washington, opponendosi in modo particolare ai governi di sinistra in Sudamerica, preservando allo stesso tempo gli interessi dei paesi sviluppati.
3. Così RFS è stata finanziata dal Governo USA attraverso la National Endowment for Democracy -NED (Fondazione Nazionale per la Democrazia). L’organizzazione lo ha anche affermato: “In effetti riceviamo soldi dalla NED, e non costituisce nessun problema per noi”.
 
4. La Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED) fu istituita nel 1983 dal presidente degli USA Ronald Reagan, in tempi nei quali la violenza militare prevaleva sulla classica diplomazia negli affari internazionali. Grazie alle sue risorse finanziarie, la NED ha come obiettivo di indebolire i governi contrari alla politica estera di Washington.
 
5. Secondo il New York Times, (articolo di marzo 1997), la NED “è stata creata 15 anni fa con lo scopo di realizzare pubblicamente quello che la Central Intelligence Agency (CIA) ha fatto di nascosto per decenni. Spende 30 milioni di dollari l’anno per sostenere partiti politici, sindacati, movimenti dissidenti e mezzi d’informazione in decine di paesi”.
 
6. Nel settembre del 1991 Allen Weistein, colui che ha contribuito in modo fondamentale alla nascita della NED, ha reso pubblico al Washington Post: “Molto di quello che facciamo oggi la CIA lo ha fatto clandestinamente 25 anni fa”.
 
7. Carl Gershman, primo presidente della NED, spiegò la vera ragion d’essere della fondazione nel giugno del 1986: “sarebbe terribile per i gruppi democratici del mondo intero essere visti come un ente sovvenzionato dalla CIA. Lo abbiamo constatato negli anni ‘60, perciò abbiamo messo fine a questo e poiché non potevamo continuare abbiamo creato la Fondazione.
 
8. Così, secondo il New York Times, Allen Weinstein e Carl Gershman, RSF è finanziata da una struttura fantasma appartenente alla CIA.
 
9. RSF ricevette pure finanziamenti del Center for a Free di Cuba. Il direttore dell’ente di allora, Frank Calzón, fu precedentemente uno dei presidenti della Fundación Nacional Cubano Americana (FNCA), coinvolta seriamente in atti di terrorismo contro Cuba, come è stato svelato da uno dei suoi direttori, José Antonio Llama.
 
10. RSF ricevette fondi dalla Overbook Fondation, un ente creato da Frank Altschul, promotore della Radio Free Europe, stazione appartenente alla CIA durante la Guerra FreddaAltschul è stato inoltre stretto collaboratore di William J. Donovan, capo dei servizi segreti USA negli anni ‘50 e fondatore dell’ Office of Strategic Services, antenato della CIA.
 
11. Nel passato, RSF ha taciuto sulle ingiustizie commesse dall’esercito degli USA contro i giornalisti. Ad esempio, RSF si e’ occupata in ritardo –circa cinque anni dopo- del caso di Sami Al-Hay, giornalista del canale katariota Al-Jazeera, arrestato e torturato in Afghanistan dalle autorità statunitensi e successivamente inviato a Guantánamo. Al-Haj fu messo in libertà il 1° maggio 2008, dopo oltre sei anni di calvario. Allora RSF dovette indagare per “quasi” cinque anni per poter scoprire che Sami Al-Haj era stato arrestato, sequestrato e torturato semplicemente per il fatto di essere un giornalista.
 
12. In un rapporto del 15 gennaio 2004, RSF esonerava di qualsiasi implicazione i militari statunitensi responsabili dell’ assassinio del giornalista spagnolo José Couso e del suo collega ucraino Taras Protsyuk nell’albergo Palestina di Bagdad. Secondo la famiglia di Couso, “le conclusioni di questo rapporto scagionano gli autori materiali, peraltro riconosciuti responsabili della sparatoria all’ albergo Palestina, basandosi sulla dubbia imparzialità dei giornalisti infiltrati e sulla testimonianza degli autori della sparatoria, facendo ricadere la responsabilità effettiva su persone ancora non identificate. La realizzazione del rapporto fu firmata dal giornalista Jean Paul Mari, che aveva rapporti con il colonnello Philip de Camp, militare che ha riconosciuto la sua implicazione nell’ attacco e nelle morti dei giornalisti dell’ albergo Palestina. Inoltre tale rapporto si basa sulle testimonianze di tre giornalisti infiltrati nelle forze armate statunitensi, alcuni dei quali – ad esempio Chris Tomlinson- facevano parte dei servizi d’ intelligence dell’ esercito degli Stati Uniti per oltre sette anni. Inoltre nessuno dei giornalisti spagnoli che nel momento della sparatoria si trovava nell’ albergo è stato chiamato a testimoniare per l’elaborazione di questo rapporto”. Il 16 gennaio 2007 il giudice madrileno Santiago Pedraz emise un ordine di arresto internazionale contro il sergente Shwan Gibson, il capitano Philip Wolford, e il tenente colonnello Philip de Camp, responsabili degli assassini di Couso e Protsyuk che invece erano stati assolti per RSF.
 
13. RSF esaltò l’ invasione dell’ Iraq sottolineando che la caduta della dittatura di Saddam Hussein mise fine a trent’anni di propaganda ufficiale aprendo una nuova era di libertà, piena di speranze ma anche di incertezze per i giornalisti iracheni. Per i media iracheni, decenni di totale privazione di libertà di stampa sono arrivati alla fine con il bombardamento del ministero dell’ informazione il 9 aprile a Baghdad”.
 
14. Il 16 agosto 2007, durante il programma radiofonico “-Contre-expertise”, Robert Ménard, allora segretario generale di RSF, dichiarò legittimo l’uso della tortura.
 
15. RSF sostenne il colpo di Stato contro il Presidente haitiano Jean-Bertrand Aristide, che fu organizzato dalla Francia e dagli USA, con il titolo: “Libertà di stampa recuperata: una speranza da mantenere”.
 
16. Durante il colpo di Stato contro Hugo Chávez nell’ aprile del 2002 organizzato da Washington, RSF pubblicò un articolo il 12 aprile 2002, che riprendeva senza alcuna riserva la versione dei golpisti e cercava di convincere l’ opinione pubblica internazionale sulla possibilità che Chávez si fosse messo da parte: “Rinchiuso nel palazzo presidenziale, Hugo Chávez firma la sua rinuncia durante la notte sotto la pressione dell’ esercito. Successivamente è stato portato a Fuerte Tiuna, la principale base militare di Caracas, dove si trova detenuto. Subito dopo, Pedro Carmona, il presidente di Fedecámaras, ha annunciato che dirigerà un nuovo governo di transizione sostenendo che la sua nomina è stata conseguenza di un “consenso” tra la società civile venezuelana e delle forze armate”.
 
17. RSF si è sempre rifiutata di occuparsi del caso di Mumia Abu-jamal, un giornalista nero incarcerato negli Stati Uniti trent’anni fa in seguito a sue denunce nelle sue cronache della violenza della polizia contro le minoranze.
 
18. RSF organizza periodicamente campagne contro Cuba, paese dove peraltro NESSUN giornalista è stato assassinato dal 1959. In questo senso, l’organizzazione collabora strettamente con Washington. Così, nel 1996, RSF sostenne un incontro a Parigi con Stuart Eizenstat, ambasciatore speciale dell’amministrazione Clinton per la “faccenda” cubana.
 
19. Il 16 gennaio del 2004, RSF si è riunito in Florida con i rappresentanti dell’estrema destra cubana, per stabilire una strategia di lotta mediatica contro il governo cubano.
 
20. RSF ha lanciato diverse campagne mediatiche diffondendo messaggi pubblicitari nei diversi media, giornali, radio e televisioni, destinati a dissuadere i turisti dal viaggiare verso Cuba. Questo è quello che annuncia il primo rapporto della Commissione di Assistenza per una Cuba libera, che è stato pubblicato dal presidente Bush a maggio 2004 e che rafforza le sanzioni contro Cuba. Inoltre in questo rapporto si cita RSF nella pagina 20 come esempio da seguire.
 
21. RSF afferma apertamente di essere interessata solo ai paesi del Terzo Mondo: “Abbiamo deciso di denunciare gli attentati contro la libertà giornalistica in Bosnia ed in Gabón così come l’ambiguità dei media algerini o tunisini… però non ci occuperemo degli abusi francesi”. Perché? Perché se lo facessimo, correremmo il rischio di disturbare alcuni giornalisti, suscitare malumori dei grandi proprietari dei media e irritare il potere economico. Ma per esser visibili, abbiamo bisogno della complicità dei giornalisti, il sostegno dei proprietari dei media ed i soldi del potere economico”.
 
22. Jean-Claude Guillebaud, co-fondatore di RSF e primo presidente dell’associazione, nel 1993 abbandonò l’organizzazione, affermando che: “io pensavo che un’organizzazione di questo tipo si poteva legittimare solo se fosse stata capace di essere critica con il funzionamento dei media in Occidente attraverso due differenti percorsi:
a)  occupandosi e mettendo in luce alcune pratiche di cattivo giornalismo (ad esempio false interviste)
b)  o mediante una riflessione profonda sull’evoluzione della nostra professione, le pratiche da noi usate e i possibili attacchi alle libertà nelle democrazie.
 
Se così non fosse, potremmo essere visti come neocolonialisti, come arroganti che pretendono di dare delle lezioni. Quando si richiama l’attenzione ai leader dei paesi del Terzo Mondo sugli attacchi alla libertà di stampa nei loro paesi, la questione che automaticamente ci si presenta è sapere quale uso noi facciamo della nostra libertà (di stampa ndr). Questa era la domanda essenziale, anche se gli obiettivi non erano comuni, io pensavo che avremmo dovuto dedicarle il 50% del nostro tempo e delle nostre energie (…). Man mano che si sviluppava l’ associazione, gli interventi (giornalistici ndr) erano sempre più spettacolari. Si sono presentate due domande: da un lato ci si chiedeva se non c’era contraddizione alcuna nel denunciare certe pratiche scorrette dei media e dall’altro se usare gli stessi metodi nei nostri interventi di denuncia? Robert Menar pensava che si dovesse sorpassare tutta l’attività critica sui media per poter ottenere il sostegno dei grandi giornali e dei canali televisivi (…). Inoltre erano schierati con la stampa anti Chàvez in Venezuela. Indubbiamente si sarebbe dovuti esser più prudenti. Mi sembra che loro non parlino molto di cosa succede negli Stati Uniti.
 
23. Il giornale francese Libération, fedele patrocinatore dell’ organizzazione, segnala che RSF rimane silenziosa sugli abusi dei media occidentali: “D’ora in poi, la libertà giornalistica sarà sensazionalista o non ci sarà. Molti rimproverano (a RSF) il suo accanimento contro Cuba e il Venezuela e la sua indulgenza verso gli Stati Uniti, che peraltro non è falso”.
 
24. RSF non ha nascosto mai i suoi rapporti con il mondo del potere. “Un giorno abbiamo avuto un problema di denaro. Io chiamai l’industriale Francois Pinault per aiutarci. (…) Subito lui rispose alla mia richiesta. E questo è l’unico che importa” Perché come esiste la legge di gravità, cari amici, esiste pure quella del denaro”.
 
25. Così, malgrado le rivendicazioni d’imparzialità e di difesa della libertà di giornalismo, RSF ha effettivamente un orientamento politico e colpisce regolarmente i paesi della Nuova America Latina.
 
Salim Lamrani
 
 
 
5.05.2014
 

Torino, botte in un seggio tra esponente di Rifondazione e Sel: un naso rotto

Botte in un seggio elettorale a Nichelino, comune della prima cintura torinese, tra un esponente di Rifondazione comunista e un altro di Sel,     il segretario provinciale Marco Brandolini. Ad avere la peggio è stato quest’ultimo: una testata gli ha rotto il setto nasale. Non sono noti i motivi della rissa, denunciata su Facebook dal senatore Pd Stefano Esposito. «Spero che tutti i candidati prendano le distanze da questo episodio – dice -. Esprimo la mia vicinanza a Marco Brandolini».

Sinistra Ecologia libertà esprime «la massima vicinanza e solidarietà» a Marco Brandolini, già segretario provinciale di Sel e candidato alle elezioni comunali di Nichelino nella lista di Sel, che oggi pomeriggio è stato aggredito in un seggio della scuola Papa Giovanni XXIII da Renato Marando, capolista dei Comunisti Italiani in corsa nella coalizione per Riggio Sindaco. «La democrazia non è violenza ma dialogo», afferma il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra, Santo Cistaro, che si è precipitato al pronto soccorso, dove stanno medicando Brandolini. L’uomo ha preso una testata in pieno volto ed ha una sospetta frattura del setto nasale. «Questi atti criminali non possono far parte di nessuna cultura che si possa definire democratica e di sinistra», aggiunge il candidato sindaco che chiede «una ferma e netta condanna da parte di tutte le forze democratiche».
sabato 24 maggio 2014     – 18:44       Ulti
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