Muos: le novità dalle relazioni prodotte in Senato

Le relazioni presentate al Senato della Repubblica sul Muos aprono nuovi scenari da esaminare con attenzione

di Daniela Giuffrida

Nella seduta del 24 aprile scorso delle Commissioni 12a e 13a del Senato oltre alla proposta del Senatore Compagnone  sono stati depositati altri due schemi di risoluzione in merito alla questione MUOS: uno dai relatori e il secondo (il terzo in tutto) dai senatori Nugnes,Moronese e Martelli.

La proposta del Senatore Compagnone è, a nostro avviso, quella più morbida e articolata. Pur essendo le tre proposte ragionevolmente somiglianti nelle premesse differiscono sensibilmente negli impegni richiesti al Governo e quella del senatore Compagnone ci è sembrata  più facilmente “accettabile” dalla 13° Commissione all’attenzione della quale le proposte verranno poste per il voto di approvazione.

In questa proposta – ci hanno detto attivisti del Movimento No Muos Sicilia raggiunti telefonicamente – si chiede che vengano effettuati studi sulla base di un modello previsionale, richiesto dalla normativa vigente ma mai sviluppato, con la piena condivisione di tutti i periti finora coinvolti nella vicenda MUOS.

Questa è a nostro avviso una proposta di grande importanza perché mette sullo stesso piano tutti i tecnici, smontando quell’aura di sacralità che lo stesso Crocetta aveva posto sul capo dell’Istituto Superiore di Sanità. Tratta con molta attenzione tutte le problematiche “inquinanti”della zona e, finalmente, per la prima volta si affronta il tema del danno esistenziale subito dalla popolazione niscemese.

Lo schema proposto dai relatori si limita ad impegnare il governo a rispettare il protocollo d’intesa del 1/6/2011 che prevedeva, tra gli altri, impegni precisi da parte dello stesso Ministero; tra queste:

– la riduzione delle emissioni a radiofrequenza grazie all’installazione di un sistema di trasmissione interrato a fibre ottiche, per mitigare l’esposizione ai campi elettromagnetici generati dagli apparati di trasmissione già esistenti;

– l’installazione di un sistema di monitoraggio continuo dei campi elettromagnetici, fornendo la strumentazione necessaria, da integrare nella rete regionale di monitoraggio dell’ARPA Sicilia, per curare la gestione e l’elaborazione dei dati, da rendere sempre disponibili all’Amministrazione comunale di Niscemi[..];

– la rimozione delle antenne in disuso privilegiando tecnologie di trasmissione alternative ed innovative che consentano di ridurre i consumi energetici e le emissioni;

– prevedere adeguate misure di compensazione volte a ridurre il danno materiale e immateriale già prodotto alla popolazione locale e il danno di immagine causato ai suoi prodotti agricoli;

– prevedere l’immediata interruzione del sistema laddove dal monitoraggio emergessero risultati nocivi per la popolazione, come previsto dall’accordo del 2011;

– prevedere che le attività di controllo e di tutela ambientale nell’area di Niscemi vengano svolte anche mediante l’impiego del locale distaccamento dei volontari dei Vigili del fuoco […];

– presentare semestralmente al Parlamento una relazione delle azioni realizzate e del percorso compiuto in adempimento di quanto previsto dalla presente risoluzione.

In questa proposta non si parla del petrolchimico di Gela, di studi sulla situazione sanitaria a Niscemi, come pure auspicato dallo stesso ISS, né di un possibile coinvolgimento delle istituzioni locali e degli attivisti, o di uno studio che coinvolga tutti i periti di parte e sembra decisamente mortificante per il lavoro attento che gli stessi senatori hanno svolto durante le audizioni dello scorso mese di marzo.

La proposta dei senatori Nugnes, Moronese e Martelli, infine, nulla dice delle antenne esistenti e del petrolchimico di Gela su cui pure la relazione dell’Istituto Superiore di Sanità puntava il dito; anche se è assolutamente pregevole per l’attenzione che dedica al lavoro svolto dalla Commissione di scienziati che tanto si sono adoperati per evidenziare le problematiche derivanti dall’installazione delle tre parabole, pone l’accento sul principio fondamentale che nessuna opera compensativa possa surrogare il diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione, né il diritto alla vita sancito dall’articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, né tanto meno Il principio di precauzione definito dal principio 15 della Dichiarazione di Rio secondo cui:

Al fine di proteggere l’ambiente, un approccio cautelativo dovrebbe essere ampiamente utilizzato dagli Stati in funzione delle proprie capacità. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l’assenza di una piena certezza scientifica non deve costituire un motivo per differire l’adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale e impegna il Governo a non procedere alla realizzazione del sistema di comunicazione denominato MUOS.

A nostro avviso, però, puntando dritto al totale blocco del programma MUOS nella base di Niscemi, creerà serie difficoltà di accettazione da parte degli altri membri della Commissione.

Dal sito del Senato della Repubblica gli schemi di risoluzione completi:

SCHEMA DI RISOLUZIONE PROPOSTO DAI RELATORI SULL’AFFARE ASSEGNATO N. 281 

SCHEMA DI RISOLUZIONE PROPOSTO DALLE SENATRICI NUGNES E MORONESE E DAL SENATORE MARTELLI SULL’AFFARE ASSEGNATO N. 281 

SCHEMA DI RISOLUZIONE PROPOSTO DAL SENATORE COMPAGNONE SULL’AFFARE ASSEGNATO N. 281 

Muos: le novità dalle relazioni prodotte in Senatoultima modifica: 2014-05-08T11:43:24+02:00da davi-luciano
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