Quando il violento è un Sì Tav, lo si può anche tacere

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TG Valle Susa
 Il silenzio è padrone, il ricordo è offuscato. Ma i No Tav hanno menti fresche e storiche.
Ieri il fatto, oggi tutti i mass media intitolano e pubblicano l’atto di violenza compiuto nel paese di Venaus. Il Tg3 Regionale dà la notizia senza servizio video.
I fatti. Venaus. Viene arrestato per tentato omicidio Roberto Corona, pensionato 61enne residente da poco a Giaveno.

VIDEO DI SERVIZIO PUBBLICO

L’aggressore aveva abitato in valle, in una delle villette di via Roma a Venaus. La causa, vecchi rancori e dissidi tra vicini, duravano da quasi 10 anni. Il violento prima blocca la strada alla sorella del suo ex vicino, con un oggetto contundente sfonda il lunotto posteriore della vettura. La giovane signora di circa trent’anni, impaurita, scappa nella direzione della casa del fratello, ex vicino di Corona. L’uomo esce di casa ma nulla può con la furia ceca del Corona, ha già colpito la sorella con violenza lasciandola a terra, viene colpito anche lui alla spalla e alla schiena. Alcuni passanti assistono alla scena, intervengono e immobilizzano l’aggressore.

Fino qui è cronaca, non fosse che i fatti si svolgono in Valle di Susa e le conoscenze sono molto strette. Sfugge il violento ai giornali, sfugge il violento ai Tg, ma non sfugge ai valsusini. Lungi da noi marciare sui fatti, ci dispiace molto e siamo vicini alle vittime.

Ma la bieca violenza e squallida attività messa in pratica da personaggi che del sopruso fanno il loro motto di vita, va fatto cronaca. Ripetiamo non sfugge il fatto. Solo a ottobre 2012, con lucidità, questa persona si presentava alle telecamere di servizio pubblico come un Sì Tav, parlando di violenza nei fatti e nella ideologia; spiegando che i No Tav creavano una mafia, e fin qui, le idee sono libere.

Sfugge ai tanti… e perché? Solo i valsusini No Tav si ricordano che il violento è un Sì Tav. Ma questo passa del tutto in secondo piano se  si tratta di violenza, quella stessa tanto sottolineata quando si tratta di creare un nemico pubblico. Quando si tratta di associare l’atto di un singolo, completamente avulso, all’intero movimento; quando si tratta di mettere ignominiosamente sullo stesso piano delinquenza comune, mafia, movimento No Tav; quando un incidente qualunque viene attribuito al movimento ancor prima di aver appurato se e come vi siano legami (il caso più recente – ma gli esempi sarebbero tanti e si potrebbero moltiplicare all’infinito – è quello della manifestazione del 12 aprile a Roma, quando il quotidiano Libero, ancora prima che le cariche della Polizia terminassero, già attribuiva a pieno titolo la responsabilità dei disordini allo spezzone No Tav, distante duecento metri dai ministeri in cui tutto era cominciato). Ma appunto, non si tratta di un No Tav, che sia un Sì Tav si può benissimo tacere.

Quando il violento è un Sì Tav, lo si può anche tacereultima modifica: 2014-04-24T07:50:31+02:00da davi-luciano
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