Malati sottoposti a terapie con macchinari rotti.

S C A N D A L O S O malati sottoposti a terapie con macchinari rotti
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In ospedale a fare fisioterapia con macchinari rotti o spenti in grande ospedale lombardo decine e decine di pazienti passano a fare finte terapie
con macchinari ionoforesi non funzionanti  stessa cosa con la magnetoterapia e ultrasuoni
Vergognoso, questa è una vera TRUFFA, un sacco di persone vengono in ospedale per mesi convinte di curarsi invece spendono solo tempo e soldi, se viene privatamente altrimenti paga la mutua soldi pubblici soldi nostri, QUESTE SONO LE PERSONE CHE MERITANO LA GALERA!!!!
e non verranno neanche licenziati… CHE SCHIFO
Ti rubano 60 euro a seduta e poi risparmiano sulle spugnette (dal costo di 30 centesimi l’una) riciclandole e lavandole con detergente x pavimenti
vedi il servizio delle Jene e chiarisciti un po’ le idee sulla sanita’ pubblica
Questo è un esempio ti fa capire che a questi medici e questi operatori ospedalieri,
non interessa niente della tua salute, non interessa di farti guarire a loro interessa  solo sfruttarti e fare soldi su di te ( Antar Raja )

Salva Roma, Marino furioso: “In altri Paesi M5S e Lega sarebbero in carcere”

giusto. Per il Pd se non paghi il pizzo alle slot machine ed agli sciacalli che erano in attesa di spolpare le municipalizzate SEI DA INCARCERARE.
Non a caso nel 45 i mafiosi collaborarono a “liberare” l’Italia. Luciano Lucky mica collaborò per niente…..
 
Ah si certo, Marino non potrà pagare i dipendenti. SI accettano anche scaltre ritorsioni come queste pur di salvare il culo ai faccendieri lobbisti. E’ il mondo dei politically correct diversamente onesti ma intellettualmente superiori
 
giovedì, 27, febbraio, 2014
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E’ furioso Ignazio Marino dopo la decadenza del dl Salva Roma per l’ostruzionismo di M5S e Lega, ha minacciato il blocco della città e ha attaccato Matteo Renzi, il Carroccio e il Movimento di Grillo. Da Movimento 5 Stelle e Lega c’è stato un “comportamento scellerato e irresponsabile” sul decreto Salva Roma, ha detto Marino. “In altri paesi movimenti con persone che bruciano la bandiera di solito li mettono in carcere e buttano le chiavi, noi qui invece li eleggiamo senatori…”, ha aggiunto.
 
“Dovrebbero farci il piacere di rimanere seduti quando suona l’Inno di Mameli, non sono degni”, ha concluso.
 
E non sono piaciuti affatto a Palazzo Chigi i toni usati stamattina dal sindaco capitolino, che ha minacciato di “bloccare la città da domenica” se il governo non approverà un nuovo provvedimento per evitare il rischio default del Comune. “Toni inammissibili” per il governo: stiamo “lavorando per risolvere con urgenza un problema non creato da noi”, spiegano fonti di Palazzo Chigi, riferendo anche che tra il premier Renzi e il sindaco della Capitale c’è stata una brusca telefonata.
 
Marino ha annunciato provvedimenti durissimi se il governo non porrà rimedio. “Da domenica blocco la città. Quindi le persone dovranno attrezzarsi. Fortunati i politici del palazzo che hanno le auto blu, loro potranno continuare a girare. I romani, invece, non potranno girare fin quando la politica non si sveglierà”, ha detto il sindaco a Mix24 su Radio 24 a chi gli chiedeva cosa succederà se il governo non procederà con un nuovo provvedimento.
 
Roma “bloccata”, secondo le parole del primo cittadino, significherà la sospensione dei servizi pubblici essenziali della capitale, compresi i mezzi pubblici, gli asili o la raccolta dei rifiuti.

Baby gang di bulli romeni a Padova “dacci i soldi o ti picchiamo”

per la cronaca, la vittima è un bimbo anch’esso straniero. Ma non è razzismo se non c’è l’italiano di mezzo, va bene tollerare l’episodio.

giovedì, 27, febbraio, 2014
Non ci ha pensato due volte e ha chiamato subito i carabinieri il dirigente dell’Arcella Calcio che martedì sera, durante l’allenamento, si è visto arrivare di fronte terrorizzato un bambino di 11 anni, bengalese, che gli ha raccontato di essere appena stato minacciato da un gruppo di 14enne romeni, spalleggiati da due connazionali maggiorenni, che gli chiedevano di consegnargli 5 euro entro un’ora o lo avrebbero picchiato.
CACCIA AI BULLI. Un episodio che, come riportano i quotidiani locali, non sarebbe un caso isolato, all’interno degli spazi del patronato della parrocchia di Sant’Antonino all’Arcella. Da tempo la baby gang starebbe infatti imperversando in zona intimorendo i frequentatori più piccoli. Purtroppo però, all’arrivo dei militari dell’arma, i bulli si sono dileguati, facendo perdere le proprie tracce. L’attenzione comunque resta alta per individuare i giovani romeni e prendere provvedimenti per porre fine a questi atti di intimidazione.
adovaoggi.it
http://www.imolaoggi.it/2014/02/27/baby-gang-di-bulli-romeni-a-padova-dacci-i-soldi-o-ti-picchiamo/

il bullismo censurato-

La stampa da ampio risalto al bullismo, anche virtuale. Ma quando manda al pronto soccorso non interessa

15 ragazzini immigrati circondano auto e pestano 3 ragazzi
Calolziocorte, 24 febbraio 2014 – E’ stato perseguitato per mesi su Facebook e poi aggredito fuori da scuola a Calolziocorte: vittima di un gruppo di baby bulli extracomunitari è uno studente di 17 anni della provincia di Lecco. All’origine dei contrasti in base ai primi accertamenti, potrebbe esserci stata la corte a una ragazza. Il ragazzo, che si sentiva braccato, aveva chiesto al fratello di venirlo a prendere a scuola. Quando il giovane e’ arrivato, accompagnato da altri due amici, la sua macchina e’ stata circondata da una quindicina di giovani extracomunitari.
Gli aggressori hanno danneggiato la macchina, picchiando poi con pugni al volto il fratello maggiore, ventenne, dello studente. I due fratelli e gli amici, residenti in Valsassina (Lecco), sono poi fuggiti in auto, denunciando l’accaduto alla polizia locale che ora indaga sull’accaduto.

http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2014/02/24/1030689-pestaggio-scuola-calolziocorte.shtml

CHIEDEVANO ELEMOSINA, LA PICCHIANO E LA RAPINANO

della gente ha preferito aiutare l’anziana. Questo è razzismo….

Anziana aggredita in chiesa da tre Rom

CIVITANOVA – Aggredita in chiesa, le strappano dal collo la collana, si scatena il parapiglia con altre donne che aiutano la vittima. Interviene anche il sacerdote ma i ladri riescono a darsela a gambe.
E’ accaduto nel tardo pomeriggio di domenica, nel sagrato della chiesa di San Giuseppe, nel quartiere Risorgimento, pochi minuti prima che iniziasse la messa vespertina delle ore 18,30. La chiesa si stava in quei minuti riempiendo di fedeli. In base alle prime ricostruzioni attraverso le quali si sta ricomponendo il quadro di quanto accaduto, la donna, una settantenne del posto, è stata avvicinata da due donne e un ragazzo, tutti e tre rom, che le pronunciano poche parole, chiedendole dei soldi e poi, in men che non si dica, afferrano il collier che la donna indossava e lo strappano via dal collo della signora che perde l’equilibrio e cade rovinosamente a terra. Alcuni non possono non vedere la scena, avvenuta di fronte ai loro occhi nel piazzale della chiesa, e intervengono in soccorso della vittima dello scippo.
Si scatena un vero parapiglia con alcuni che cercano di fermare le due rom. Un paio di signore si accapigliano con le due ladre. Il baccano di quei frangenti richiama l’attenzione di don Giancarlo Tomassini che si stava preparando in sagrestia per celebrare la messa, il quale esce nel piazzale e interviene per provare a fare qualcosa per dirimere quella che stava diventando una rissa.

Gli animi si sono quindi placati ma non c’è stato nulla da fare per arrestare i tre ladri che sono riusciti comunque a darsela a gambe, lasciando dietro di sé una donna a terra e tutti gli intervenuti frastornati da quanto accaduto. La donna a terra è stata soccorsa dai presenti che si sono accertati circa le sue condizioni.
La donna, fortunatamente, non ha riportato alcun danno fisico ed ha ringraziato quanti le hanno dato una mano. Ma la paura è stata tanta per un’aggressione che la donna mai si sarebbe aspettata in una tranquilla domenica in cui la signora se ne stava andando, come probabilmente fa ogni domenica, alla messa vespertina. Anche quanti hanno assistito all’episodio o ne sono venuti a conoscenza in seguito, sono rimasti turbati.

http://www.corriereadriatico.it/MACERATA/aggredita_da_tre_rom_sul_sagrato_della_chiesa/notizie/540267.sh

GA Zyuganov: In Ucraina è in atto una tragedia politica paragonabile a Chernobyl

25 febbraio precedente sessione plenaria della Duma di Stato,

In Ucraina è in atto una vera e propria Chernobyl politica. Regna la totale anarchia. Tutti sono fuggiti. Il potere si è dimostrato corrotto e incapace con un sistema clientelare. Sistema che ha tradito il laborioso popolo ucraino. Oggi i putschisti sono in parlamento e intimidiscono gli avversari, solo il Partito Comunista Ucraino resiste a questa situazione di stallo. Geopoliticamente sembra di tornare alla situazione della Cecoslovacchia nel 1939. Ma forse basta pensare a Monaco di Baviera. Tre ambasciatori di tre stati diversi quali Germania, Francia e Polonia hanno dettato le loro condizioni devastanti. Yanukovich si è dimostrato impotente e pronto a firmare di tutto cercando solo di salvare se stesso. Yanukovich spera che gli occidentali garantiscano la sua incolumità, si dimentica però del destino di alcuni personaggi storici. Parliamo di Mubarak e di Saddam Hussein ad esempio o Gheddafi. Nessun diplomatico dovrebbe permettere atti come quelli che accaddero ai personaggi storici descritti. Hanno unito forze e cucito ad hoc un movimento di pugili filoamericani e sciovinisti antisemiti, non si capisce davvero che futuro possano donare all’Ucraina. La classe politica dirigente russa deve comprendere la portata dell’evento e capire che è accaduto vicino alla Russia stessa, ci si muova politicamente quindi per sostenere una politica sociale che soddisfi le esigenze espresse dall’opposizione prima che accada una rivoluzione eteroguidata in Russia.
Ricordiamo poi che in Ucraina ci sono ancora cinque centrali nucleari. Una non funzionante al massimo della competenza, richiedono una gestione unica. Chi gestirà in modo affidabile questo comparto?
La situazione dell’ordine pubblico in Ucraina è fuori controllo, se non c’è una gestione efficace dell’ordine pubblico il pericolo si affaccia alla porta di casa nostra. Prepariamoci quindi ad affrontare strascichi pericolosi e lo ripeto perché di fatto in Ucraina non esiste più ordine. Ricordiamo inoltre che metà della popolazione ucraina è russofona, la prima riunione del nuovo parlamento ha sancito la fine del russo come lingua ufficiale da affiancare alla lingua ucraina. Questa è una violazione dei diritti umani fondamentali.
Prepariamoci a difendere i nostri compatrioti russofoni, i quali per primi hanno compreso in che situazione politica sta sprofondando il loro paese e la violenza che continua ad essere generata. Le autorità russe non hanno capito però come le elezioni vinte da un candidato siano state antidemocraticamente violate, viene da pensare che le prossime allora verranno decise a tavolino da alcuni circoli ristretti di analisti graditi all’occidente. Il governo che si è insediato è un governo amico della NATO, il prossimo atto sarà la richiesta della rimozione della nostra flotta a Sebastopoli. In un futuro prossimo la NATO sarà a Kharkov, esattamente a 100 Km dal famoso campo di battaglia Prokhorovka dove nella battaglia di Orel Kursk si verificò una sconfitta decisva in questa zona per gli aggressori hitleriani. Insomma è una rivincita non troppo velata da parte dei nemici dei vincitori della guerra patriottica. E’ uno schiaffo per tutti noi, noi che abbiamo combattuto insieme liberando Kiev, Odessa e Sebastopoli e per di più nel 70° anniversario di questa vittoria. Dobbiamo quindi resistere, è una questione di sopravvivenza storica congiunta. Nessun ministro degli esteri straniero ci detterà condizioni di alcun tipo. Ribadisco la mia volontà di portare la questione della sopravvivenza russofona in seno al Ministero degli affari esteri e rivolgo questo invito a tutti i partiti politici. Nel futuro dobbiamo essere puntuali nelle scelte di politica estera, per evitare situazioni di questo genere sempre a svantaggio di noi russi, per evitare ulteriori spargimenti di sangue. Spero che il governo russo si dimostri saggio e competente.

G A Zyuganov

Traduzione a cura di Dario Daniele Raffo
http://www.statopotenza.eu/10633/ga-zyuganov-in-ucraina-e-in-atto-una-tragedia-politica-paragonabile-a-chernobyl

filter socks radioattivi in discarica

FOTO AL LINK SOTTO -impressionante
 
Sensori di radioattivita’ nella discarica della contea di McKenzie.
Ogni volta che suona sono 1,000 dollari di multa.
 
“Let people know that enough is enough.”
 
 
Camion carichi di materiale radioattivo dai campi dei fracking che perdono e che non si sa dove mettere.
 
Si tratta dei cosiddetti “filter socks” che vengono ordinariamente usati per filtrare l’acqua usata durante le operazioni di fracking e che alla fine restano impregnati di materiale di scarto, sali, metalli,
composti organici e spesso materiale radioattivo, di solito radon.
 
Il dipartimento della salute dello stato del North Dakota dice che i filtri non possono essere messi in discarica e che invece devono essere mandati presso centri specializzati che non esistono nel North Dakota.
 
Ergo, le ditte petrolfiere devono mandare i loro filter socks fuori dallo stato: Colorado, Texas o South Dakota che sono invece attrezzati per questo tipo di rifiuti.
 
Ergo, siccome sanno benissimo che questo e’ costoso, cercano in qualche modo di trovare soluzioni “creative” al problema dello smaltimento di materiale tossico, cercando di mandare i filter socks in discarica anche se non si puo’, e molto spesso ci riescono.
 
 
Il capo della discarica di McKenzie County si chiama RickSchreiber e a un certo punto, l’anno scorso, ha deciso di usare i metodi forti: ha installato una serie di centraline all’ingresso della sua discarica e ogni volta che passa un filter sock e che suona, sono 1,000 dollari di multa.
 
Nel solo 2013 ne hanno confiscati 985.
 
Questa volta pero’,  quando Mr. Schreiber ha visto i camion perdere fluidi tossici ha detto che non ci ha visto piu’ e che ha chiamato tutte le autorita’ a livello locale, statale e federale. Dice:
 
“When you can clearly see liquid dripping and running off, there are violations. When they are that orange color, we know they’re hot. This is the most (filter socks) I’ve ever seen.
 
Secondo le leggi del North Dakota i livelli di radiazione oltre i 5 picocuries sono dannosi alla salute.
 
I filter socks sequestrati da Mr. Schreiber arrivano a 1,000 picocuries – 200 volte superiore al limite legale. A volte il livello di radioattivita’ e’ cosi’ elevato che i sensori vanno in tilt. Non hanno tacche sufficenti!
 
Mr. Schreiber dice che le ditte del petrolio e del gas sanno benissimo cosa stanno facendo e che questi filtri sono radioattivi e dice che c’e’ bsogno di maggiori regolamentazioni.
 
Il dipartimento della salute del North Dakota, per tutta risposta sta pensando a se e come alzare il limite del livello di radioattivita’ tollerato dalle discariche dello stato, se e’ il caso di costruirne di nuove e se magari seppellire la monnezza sottoterra.
 
Evviva il fracking.

Casaleggio, attacco hacker all’account Twitter

i mafiosi delle lobby delle slot machine e delle privatizzazioni non hanno gradito il ripudio del decreto salva roma. O forse non hanno gradito che i 4 emissari del Pd all’interno del 5stelle siano stati silurati

Piratato il profilo della società del guru 5 stelle. Criticato l’esito delle consultazioni sulle espulsioni.

 Non c’è pace per il Movimento 5 stelle.
Dopo le minacce degli scissionisti, e la cacciata dei quattro senatori, nella sera del 26 febbraio, un attacco hacker ha infatti preso di mira il profilo Twitter della Casaleggio Associati.
Impossessandosi dell’account, degli sconosciuti hanno cominciato a ‘cinguettare’ alla trasmissione tivù di La7, La Gabbia.
L’hacker però non si è fermato qui e ha successivamente cominciato a scrivere sul blog di Beppe Grillo, invitando gli utenti a non fidarsi dell’esito delle consultazioni online sui dissidenti, dato che il sito era un colabrodo. «Peccato che su 29k voti 29k son falsati caro Beppone. Questo grazie al tuo #Guru fallito e al suo webmaster coglione. #Fail», ha insinuato il pirata informatico indirizzandosi al leader M5s.
 
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SECONDO ATTACCO HACKER A CASALEGGIO. Non è la prima volta che Gianroberto Casaleggio viene preso di mira dagli hacker. Nel giugno 2013, un caso simile riguardò il sito della società.
Intanto sul blog di Grillo, il 27 febbraio, è stato pubblicato un post che comunicava l’avvenuto attacco hacker: «Questa notte è stato violato l’account Twitter @casaleggio, da sempre sostanzialmente inutilizzato, dal quale stanno pubblicando messaggi falsi. La polizia postale è stata immediatamente avvertita. I responsabili sono stati denunciati», è stato annunciato.
 
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Giovedì, 27 Febbraio 2014
 
 
chissà se la polizia postale riuscirà a scoprire qualcosa

La Madia,i film del marito,i 300mila euro della reg.Lazio

ecco un buon motivo per pagare le tasse. La chiamano cultura……e non riguarda solo questo film, finanziare queste robe mentre la gente si suicida è il punto più basso che una nazione possa raggiungere

“Tanto torna. Tornano tutte”. Sono queste le battute pronunciate da un’attrice dai lunghi capelli biondi nel film “Pazze di me”, firmato nel 2013 da Fausto Brizzi, “il re della commedia italiana” e uomo di fiducia di Matteo Renzi. A recitare però non era un’attrice qualsiasi ma Marianna Madia, il nuovo ministro alla funzione pubblica. La Madia nel film si rivolge con espressione perplessa all’attore protagonista Francesco Mandelli, famoso per essere uno del duo “I soliti idioti”: “Tanto torna. Tornano tutte”. Lei, Marianna Madia, ex veltroniana di ferro, parlamentare e responsabile del lavoro per il Pd sotto la gestione Renzi ha dunque un passato da attrice. La commedia di Brizzi, che nelle sale italiane ha registrato un sonoro flop, è stato prodotto dalla sua società, la Wildside fondata insieme a Saverio Costanzo, Marco Martani, Lorenzo Mieli, Mario Gianani, marito della stessa Marianna Madia. Dettaglio curioso: nel film spiccano altre partecipazioni “amichevoli”, come quella della “Iena” Filippo Roma e di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, sostenitore anche lui del nuovo leader del Pd. E se nei titoli di coda appaiono i loro nomi, quello della parlamentare è invece omesso. Il film poco premiato dal pubblico e dalla critica, è stato premiato dalla Regione Lazio. Che nella determina del 17 dicembre 2013, con oggetto “Interventi regionali per il cinema e l’audiovisivo, impegno di spesa di 10.000.000”, elenca i beneficiari del sussidio regionale, con relativo importo. E al film del regista renziano Brizzi, con cameo della ministra renziana Madia, la Regione Lazio assegna un contributo di 315.895 euro. Soldi che sono finiti nelle tasche della casa di produzione, fondata dal marito..
 
 
e poi ci si lamentava delle ministre del governo Berlusconi.Forse il ministro della funzione pubblica ha una idea strana della stessa.Casomai ne avesse una, s’intende, di idee

Onlus di solidarietà per africani erano una copertura per traffico di rifiuti

sono una risorsa, per i trafficanti di umani, ora anche per i trafficanti di rifiuti. La finta solidarietà che serve al malaffare non è contestata da nessuno, chissà perché. Come gli operai della Granarolo, in gran parte migranti, si rifiutano di accettare ancora riduzioni di salario sono stati definiti da Legacoop, Cgil, Arci (fortuna che sono antirazzist)  etc come violenti. Il migrante va bene ma se fa lo schiavo, se pretende non è più una risorsa. Il monopolio della morale che consente il monopolio dello sfruttamento in nome delle mafie.
giovedì, 27, febbraio, 2014
onlus
Bologna, 27 febbr – 41 persone denunciate, 4 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, 4 siti di stoccaggio sequestrati. Sono i numeri dell’operazione clean up svolta dalla Guardia di Finanza., che ha permesso di disarticolare un’organizzazione criminale, costituita da una pluralità di soggetti economici (trasportatori, spedizionieri doganali, facchini, gruisti, ecc..) i quali, avvalendosi delle proprie strutture aziendali, spedivano illecitamente verso l’Africa tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi, stipati all’interno di containers. Il gruppo radicato principalmente a Modena e provincia, era pero’ operante in mezzo Nord Italia, tra le città interessate anche Bologna.
 
Le indagini, avviate a giugno 2012 e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, hanno permesso di individuare 4 siti di stoccaggio, ubicati in Emilia Romagna e principalmente nell’area modenese, all’interno dei quali venivano sversati materiali tecnologici obsoleti (monitor, pc, stampanti ecc..), oltre a migliaia di elettrodomestici, autovetture demolite e radiate dal PRA, batterie per autoveicoli esauste, estintori, pneumatici per auto, che successivamente venivano caricati sui containers, imbarcati al porto di Genova con destinazione finale l’Africa (prevalentemente Ghana e Nigeria).
 
Secondo uno studio del Programma Ambiente della Nazioni Unite, solo un terzo di questa merce sarebbe diretta al recupero ed al riciclaggio, mentre la maggior parte di essa – dopo aver viaggiato tra i materiali legittimi per sfuggire ai controlli doganali – finirebbe in discariche non controllate, miniere abbandonate e cave di ghiaia.
 
Oltre ai siti, inoltre, l’organizzazione effettuava un servizio “su misura” per il cliente, andando a posizionare i containers vuoti nelle località indicate dai committenti, provvedendo poi al successivo ritiro. Tale attività è stata effettuata principalmente nella provincia di Modena ma anche in altre province dell’Emilia Romagna (Bologna, Reggio Emilia, Ferrara, Ravenna, Piacenza e Forli-Cesena) e regioni quali la Lombardia, Veneto, Piemonte e Lazio. Solitamente le operazioni di carico dei containers avvenivano nel fine setti008-2mana, ed, in particolare, durante le ore notturne. Ciò, verosimilmente, al fine di non destare sospetti e diminuire le possibilità di essere scoperti.
 
Gli investigatori hanno inoltre scoperto che, per superare i relativi controlli doganali, l’organizzazione si avvaleva di due ONLUS (aventi finalità di solidarietà verso i popoli africani), appositamente costituite al fine di garantire una copertura formale ai traffici, attraverso l’emissione di fatture pro-forma giustificative delle esportazioni. Gli ingenti quantitativi di rifiuti speciali destinati allo smaltimento – all’atto del controllo doganale – venivano fatti passare per beni oggetto di caritatevole donazione a favore delle popolazioni indigenti africane.
 
Con questo sistema ben congegnato e collaudato, l’organizzazione era in grado di spedire, via mare, verso il continente africano circa 50 containers al mese, andando ad alimentare ulteriormente il pericoloso traffico illecito di rifiuti pericolosi, il cui business vede evidentemente interessati anche trafficanti di origini africane ben organizzati e che dall’Italia, con proprie società regolarmente costituite, reperiscono rifiuti speciali in maniera capillare.
Una sola delle Onlus individuate risulta aver effettuato oltre 1.000 spedizioni nel periodo dal 2010 al 2013.
 
Ad oggi, sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria 41 persone, che a vario titolo, sono state deferite per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti speciali e gestione di discariche abusive di rifiuti speciali e pericolosi. Inoltre, sono state eseguite, nr. 4 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dei principali promotori del sodalizio criminale, oltre al sequestro dei 4 siti di stoccaggio e degli automezzi utilizzati per l’attività illecita.
 
bolognatoday.it