Girgenti Acque assume i figli dei propri controllori.

ma Crocetta non era il simbolo del cambiamento e della rivoluzione? Un volto nobile della società civile?

Crocetta: il Muos? Uno strumento di “pace”…

Crocetta è un simbolo di quanto siano allocchi gli italiani che non finiscono mai di votare persone che si auto proclamano migliori delle altre….presentabili..
e magari come questo esempio scevri da conflitti di interessi……….

di Salvatore Petrotto (1/8/2013)
C’è già una legge regionale che risale a gennaio di quest’anno che consente la gestione in proprio od in forma associata da parte dei comuni siciliani delle risorse idriche, così come dei rifiuti. Il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, dovrebbe emanare i regolamenti attuativi, le relative circolari e mettere a disposizione i funzionari regionali, per applicare queste nuove norme che consentirebbero, di fatto, il ritorno alla gestione pubblica, di acqua e rifiuti.

Perché lo fa? Perché ha il cordone ombelicale attaccato ancora a Confindustria Sicilia, a Ivan Lo Bello, al presidente Antonello Montante ed al vicepresidente regionale di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro. Tutti quanti questi signori, in un qualche modo, hanno le mani in girgenti acquepasta, in queste, così come in altre cose. Glielo impediscono, in quanto, soprattutto nel settore dei rifiuti, proprio il Catanzaro è proprietario e gestore, come risaputo, della più grossa discarica privata della Sicilia, quella di Siculiana, nell’Agrigentino.

Sicilacque spa è in mano ai privati e gestisce le più grosse infrastrutture ed impianti idrici siciliani, comprese le dighe.

Girgenti Acque, l’Acoset di Catania, Caltacque di Caltanissetta e via via tutte le altre società per azioni private, si sono impadronite non solo dell’acqua, ma anche, ovviamente a titolo del tutto gratuito, di strutture ed impianti idrici e fognari, nonché dei depuratori.

Sono diventati cioè padroni, senza pagare un centesimo ai comuni ed alla Regione Siciliana che sono i proprietari di tutte quante queste miliardarie opere pubbliche, realizzate a suon di qualche decina di miliardi di euro. Adesso, come è ovvio, dopo essersi impadroniti di acqua e relativi impianti, con la destrezza di chi può permettersi ampi stuoli di avvocati ed in virtù di una serie di scellerate convenzioni e contratti regionali, non vogliono mollare, non vogliono restituire il ‘mal tolto’.

Malgrado il referendum e la relative legge sanciscano il ritorno all’acqua pubblica, le lobby private, con un’abile ed arrembante azione di pressing presso la Regione siciliana ed attraverso delle intimidatorie e strumentali azioni giudiziarie, resistono a più non posso.

Quotidianamente sono sul piede di guerra, malgrado abbiano torto marcio! Laddove, come nell’Agrigentino, i cosiddetti 20 sindaci ‘riottosi’, non giuseppe catanzarohanno consegnato le loro reti idriche e fognarie, sono stati citati in Tribunale per corrispondere qualcosa come trenta milioni di euro, chiesti da Girgenti Acque, come mancato utile e come risarcimento danni.

In altri termini, o ti mangi sta minestra o ti iettu di la finestra!

Chi ha avuto il coraggio di non consegnare le reti, gratuitamente, rischia di pagarla cara, in sede civile e contabile, persino davanti alla Corte dei Conti!

E’ un paradosso, ma è così! Eh sì, chi cura gli interessi pubblici, dei cittadini, di intere collettività, in Italia, e soprattutto in Sicilia, grazie ai professionisti dell’antimafia ‘di la munnzza’, dell’acqua, od ancora, della formazione professionale, rischia grosso. Ed il recente drammatico suicidio verificatosi a Palermo, del dipendente della formazione professionale, Riccardo De Lisi è l’ennesimo episodio di agghiacciante disperazione, causata da chi ha paralizzato un intero settore, anziché ripristinare quella tanto agognata legalità!

E’ chiaro a tutti che, anche dietro lo smantellamento, a tappe forzate,da parte del Presidente Rosario Crocetta, di tutti gli Enti di formazione regionale, ci sta un disegno ben preciso. Con la scusa dello sfascio provocato dai numerosi Enti e società accreditati presso la Regione, si sta tentando, come si è soliti fare in questi casi , di buttare il bambino con l’acqua sporca, a colpi di denunce a raffica e di direttive antimafia, degne solo dei tempi bui della famigerata inquisizione spagnola.

Cosicché, quei trecento milioni di euro che sino ad oggi, sono stati gestiti da Enti non profit (sempre più pochi) e da società per azioni (in grande crescita), adesso se li vorrebbero pappare i membri di quell’esclusivo club antimafia che fanno capo a Confindustria Sicilia. Si passerebbe così dalla padella alla brace! Quei trecento milioni all’anno, fanno infatti gola ad altri privati più potenti. Della serie, levaticci tu, ca mi cci mintu iu!

Visti i risultati disastrosi raggiunti con la gestione dei rifiuti, dell’acqua e delle’energia, regalata, armi e bagagli, ad un ristretto nugolo di imprenditori privati che fanno capo a Confindustria Sicilia (Giuseppe Catanzaro su tutti), sarebbe oltremodo scandaloso ripetere tali imperdonabili errori regalando anche la formazione a Confindustria Sicilia!

Svariati miliardi di euro di strutture, impianti idrici sono già stati, da tempo regalati ai privati.

agrigento rifiutiDiscariche che erano pubbliche sono state strappate da alcuni ben individuati soggetti privati, in malo modo, attraverso terroristiche azioni giudiziarie, anche presso le Procure Distrettuali Antimafia .

Su tutte le altre incresciose situazioni campeggia, come ormai è chiaro a tutti, lo scandaloso caso di Siculiana, la più grande discarica privata, già discarica pubblica, oggi di proprietà del vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro.

Il risultato di questa illegale gestione privata dei rifiuti, garantita anche a colpi di proroghe ed affidamenti diretti senza gara, per svariate centinaia di milioni di euro, qual è stato?

Quello di insozzare un’intera Sicilia, ai costi di gestione e con bollette che sono, nel migliore dei casi, il quadruplo rispetto al resto d’Italia. Una vera vergogna, la gestione privata dei rifiuti, che ha provocato buchi per oltre due miliardi di euro nei bilanci dei comuni, costretti tutti quanti a dichiarare fallimento.

Stessa cosa, non ci stancheremo mai di dirlo, è avvenuto con la gestione privata dell’acqua potabile che costa, in Sicilia, 11 volte in più, ad esempio, rispetto a Milano !

Ciò è avvenuto, come sta avendo modo di accertare, ad esempio, la Procura della Repubblica di Agrigento, grazie anche a delle assai sospette assunzioni clientelari ed in pieno conflitto di interessi da parte di Girgenti Acque!

Il personale assunto, tra l’altro viene utilizzato in altre società di Girgenti Acque che fanno capo all’azionista di maggioranza, Marco Campione, ma i costi vengono caricati sulle bollette degli utenti. Tale illegalità è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Agrigento, assieme a quelle relative alla fornitura di beni e servizi che hanno provocato debiti già accertati, per 45 milioni di euro.

Ad denunciare tutto ciò ai Giudici è stato proprio chi conosce dal di dentro questa scandalosa gestione privata di Girgenti Acque, ovvero l’ex amministratore delegato Carmelo Salamone, dimessosi a giugno scorso, in aperta polemica proprio con l’azionista di maggioranza della società, Marco Campione.

Al momento, nell’Agrigentino, comunque, a suscitare più scalpore è stata l’assunzione del figlio dell’ex presidente dell’ATO idrico, nonché ex Presidente della Provincia Regionale di Agrigento, Eugenio D’Orsi, l’ente pubblico, composto da 43 Comuni che avrebbe dovuto controllare la gestione proprio di Girgenti Acque, con i risultati che sappiamo.

Per fortuna, prontamente, l’assessore regionale all’Energia, Nicolò Marino, ha rimosso D’Orsi, da commissario liquidatore dell’Ato idrico. Nomina, quest’ultima che, la stessa Regione, aveva conferito, sempre al D’Orsi, dopo lo scioglimento della Provincia Regionale. Poco importa se da anni i liquami fognari di un’intera città continuano ad essere riversati nelle spiagge e nella battigia dei mari agrigentini.

Situazione questa, assai pericolosa, dal punto di vista igienico-sanitario che ha indotto Procura e Tribunale di Agrigento a sequestrare le condotte fognarie gestite da Girgenti Acque.

La commissione, da parte di Girgenti Acque, di una lunga serie di reati, compreso quello di disastro ambientale, non ha comunque impedito a qualche poliziotto, a qualche funzionario dell’Agenzia delle Entrate ed a qualche altro funzionario pubblico, di sistemare i propri figli proprio presso Girgenti Acque, ossia la società che gli Enti ed Organismi dello Stato presso cui lavorano stavano e stanno effettuando degli accurati controlli penali e fiscali.

Ci riferiamo, in modo particolare, alla Questura di Agrigento ed all’Agenzia delle Entrate di Canicattì.
http://www.linksicilia.it/2013/08/girgenti-acque-assume-i-figli-dei-propri-controllori/

Girgenti Acque assume i figli dei propri controllori.ultima modifica: 2013-08-06T15:10:00+02:00da davi-luciano
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