In Sardegna pensano di vietare per legge Beppe Grillo

e pensare che Pd e Pd più L si indignano tanto contro la legge porcata, forse è una porcata perché lo sbarramento è troppo basso?


Pdl e Pd propongono di innalzare al 15 per cento la soglia di sbarramento per i partiti non coalizzati

 di: Matteo Mascia

 Il MoVimento 5 stelle continua a fare paura ai partiti tradizionali. Nonostante i dissidi interni e le “istruttorie” contro i parlamenti ribelli, l’organizzazione di Beppe Grillo rappresenta ancora un pericolo per Pd e Pdl.

I maggiorenti sardi del centrodestra e centrosinistra hanno quindi pensato di eliminare il comico genovese con un’operazione di ingegneria istituzionale; una modifica alla legge elettorale che renda difficilissimo l’accesso alla ripartizione dei seggi.

Nella massima assemblea sarda si sta discutendo la proposta di legge con cui si potrebbero eleggere i sessanta consiglieri regionali che animeranno la prossima legislatura, salvo dimissioni anticipate del governatore del Pdl Ugo Cappellacci, la data della consultazione è fissata per l’ultima settimana di febbraio. Complici le “larghe intese” tanto in voga a Roma, anche a Cagliari centrodestra e centrosinistra si sentono in dovere di collaborare. Un gioco di squadra fondamentale per evitare di dover rinunciare ad una decina di seggi a causa della performance delle liste pentastellate. Il secondo turno delle amministrative ha risvegliato paure e preoccupazioni nei dirigenti regionali delle principali forze politiche. Nel comune di Assemini il candidato grillino si è imposto sullo sfidante del Pd con una percentuale superiore al 65 per cento, un risultato storico per la politica isolana. L’hinterland cagliaritano potrebbe rivelarsi molto sdrucciolevole per i candidati a governatore di Pd e Pdl.

A Quartu Sant’Elena, terza città della Sardegna, l’M5S ottenne oltre il 30 per cento delle preferenze in occasione del rinnovo di Camera e Senato, nella vicina Sestu si è segnato il “record regionale” con una percentuale pari al 39,9 per cento. Numeri che hanno costretto alcuni eletti del Consiglio regionale ad agire di conseguenza. L’alleanza corre tra i banchi del Pdl e del Pd, per modificare la legge elettorale le norme statutarie impongono infatti una maggioranza qualificata.

Gli incontri che hanno preceduto l’arrivo in Aula dell’articolato sono stati utili per approntare una ghigliottina in grado di decapitare tutti i piccoli partiti che dovessero cullare il sogno di presentarsi senza alleati. Le forze politiche restie ai patti di ampio respiro – leggasi Grillo – dovranno superare una percentuale del 15 per cento per poter eleggere dei consiglieri. Un numero elevatissimo che potrebbe scendere al 12 per cento qualora dovessero essere approvati degli emendamenti presentati nella serata di mercoledì. Il frutto avvelenato si presenta ghiotto per i piccoli partiti in crisi di identità, non sono previsti sbarramenti interni per le liste coalizzate tra di loro e tra alleati si potrebbe ragionare come ai tempi del tanto vituperato “proporzionale puro”. Insomma, Beppe Grillo sarebbe chiamato ad un risultato straordinario.

Un evento che rischia di essere allontanato dalle eventuali spaccature, le amministrative siciliane hanno dimostrato l’inesistenza di fedeltà da parte dell’elettorato che aveva permesso ai grillini di entrare da trionfatori all’interno dell’Assemblea regionale siciliana.

Lo scenario sardo è poi arricchito dalla presenza di importanti forze indipendentiste, partiti identitari che avrebbero già iniziato una fase di dialogo e confronto con il MoVimento. Gavino Sale, storico dirigente di Irs (Indipendentzia Repubrica de Sardigna), potrebbe addirittura essere il candidato del listone antiplitico di Grillo e Casaleggio, forte del suo radicamento sul territorio e del 4 per cento incassato in occasione delle ultime Regionali. Le sue dichiarazioni delle ultime ore non devono sembrare casuali; secondo gli indipendentisti sarebbe in corso un “golpe a norma di legge”, una modifica della legge elettorale che permetterebbe di tenere alle porte del Consiglio regionale forze con centinaia di migliaia di voti. È contrario alla riforma anche Giuseppe Stocchino, onorevole eletto nelle liste di Rifondazione comunista. “Pd e Pdl non si rendono conto di servire su un piatto d’argento il cavallo di battaglia con cui Grillo potrebbe condurre la campagna elettorale del suo partito – spiega a Rinascita l’esponente del partito di Ferrero – L’antipolitica deve essere sconfitta con idee e programmi non con un incredibile innalzamento dello sbarramento”. Udc, Sel, Mpa, ex-Idv e Cd si dicono contrari alle proposte di Pdl e Pd. Dai grillini sardi non è arrivata nessuna presa di posizione. Forse non hanno avuto notizia della sorpresa confezionata per loro dai “grandi partiti”.

 

(14 Giugno 2013)

In Sardegna pensano di vietare per legge Beppe Grilloultima modifica: 2013-06-18T06:16:00+02:00da davi-luciano
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