Elezioni. La gioiosa macchina da guerra in panne

Il centrosinistra perde la partita nelle Regioni che contano. Lombardia, Campania, Veneto e Puglia al Pdl, Sicilia in bilico 

michele mendolicchio

Che il voto fosse aperto a tutte le soluzioni era abbastanza prevedibile. E la conferma è arrivata dai primi rilevamenti dei sondaggisti che si sono immancabilmente scontrati con lo spoglio reale. Mentre i primi instant poll hanno subito dato per vincente il centrosinistra sul centrodestra con un vantaggio di 4-5 punti sia alla Camera che al Senato, al contrario le prime proiezioni rimettevano quasi tutto in discussione. E soprattutto in Regioni che ormai venivano considerate ad appannaggio di Pd e Sel. Alludiamo soprattutto alla Campania, dove addirittura secondo le proiezioni il centrodestra avrebbe un vantaggio di oltre 10 punti; stessa situazione in Sicilia, dove il centrosinistra si troverebbe indietro di quasi 10 punti. Se i dati trovassero conferma dallo spoglio molto probabilmente il quadro politico risulterebbe problematico
Intanto registriamo il calo dell’affluenza, circa il 7% rispetto alle elezioni del 2008.
Ma è stato soprattutto il dato del M5S a dividere. Mentre gli exit poll lo hanno dato al ribasso, intorno al 17-18%, lo spoglio addirittura lo poneva al di sopra del Pdl sia al Senato che alla Camera. Un Grillo che mette paura a Bersani è davvero una bella sorpresa. E se i dati venissero confermati il M5S diventerebbe il secondo partito, rendendo la vittoria di Pd-Sel una vittoria di Pirro. Veniamo invece all’andamento del voto per la lista Monti. Praticamente il Professore e i suoi alleati Fini e Casini venivano considerati dagli exit poll e dalle prime proiezioni al di sotto del 10%. E lo spoglio reale confermava in pieno la tendenza. E’ chiaro che un esito del genere equivarrebbe per Monti e soci ad una sconfitta senza attenuanti. L’uomo delle banche e dell’Ue ne uscirebbe con le ossa quasi rotte. Altra sconfitta clamorosa, sempre che questi primi dati trovassero conferma, è quella di Ingroia. Il partito dei pm addirittura non supererebbe nemmeno il 2%. E questo vorrebbe dire stare fuori dal Parlamento. Se lo merita con tanto affetto. L’ex pm palermitano come lo stesso Di Pietro e i vari Diliberto e Ferrero meritano di stare fuori un altro turno, perché si sono dimostrati ancora una volta il peggio della politica. Hanno portato avanti delle idee vecchie e logore che non hanno più alcun legame con la realtà. Anche Giannino ha conosciuto la sua Caporetto. Dopo la buccia di banana del master e delle lauree fasulle, il leader di Fare per fermare il declino veniva ormai considerato finito. E i dati hanno confermato questa fine. Intanto arrivavano anche i primi commenti. Per Fassina del Pd le proiezioni non facevano altro che confermare il rischio di un ritorno alle urne.
“E’ evidente -aggiunge- che uno scenario così presenterebbe problemi molto seri per l’Italia”. 
Se poi ci aggiungiamo che nelle tre Regioni più contese: Lombardia, Campania e Sicilia, i riscontri dello spoglio e delle proiezioni danno il centrodestra in netto vantaggio il quadro diventa ancora più problematico. Anzi, possiamo benissimo dire che siamo di fronte ad una partita finita in parità. Pd-Sel “vittoriosi” alla Camera e al Senato ma Pdl e Lega si porterebbero a casa le tre regioni che pesano. E che soprattutto rendono la vittoria di Bersani e Vendola inutile. Sul voto in Lombardia c’è da dire che tutti gli analisti e sondaggisti davano la contesa molto aperta, praticamente un testa a testa tra Maroni e Ambrosoli. Invece lo spoglio vedeva tutta un’altra partita: centrodestra in vantaggio di quasi 11 punti. Il che vuol dire che non c’è stata partita, sempre che lo spoglio definitivo confermi il dato. Man mano che le proiezioni smentivano i primi exit poll i vari protagonisti del centrosinistra ridevano sempre meno ed apparivano sempre più bianchi in volto. L’esultanza iniziale man mano che affluivano i dati si trasformava in delusione immensa. Fassino, sindaco piddino di Torino, dava a tutti la sensazione di avere bisogno di una flebo. Anche perché la vittoria sembrerebbe sfumare perfino in Piemonte. Logicamente i dati cambiano come il suono della luce. E prevedere come andrà a finire è del tutto prematuro. Certamente se le proiezioni dovessero trovare conferma dallo spoglio è chiaro che per Bersani e Vendola si potrebbe benissimo parlare di sconfitta inaspettata. Si potrebbe addirittura parlare di debacle qualora il dato della Puglia dovesse trovare una conferma. Le proiezioni e i dati reali danno la Regione di Vendola nelle mani del Berlusca. Un ribaltamento totale se pensiamo che il leader di Sel è in sella da quasi 8 anni, con il vento a favore. Sarebbe davvero una botta tremenda per il presidente Nichi, oltretutto in calo pauroso anche a livello nazionale. Sicuramente la vicenda della sua assoluzione, grazie ad un giudice “amica” di famiglia deve aver condizionato la scelta dei suoi concittadini. E poi la scelta di stare con Bersani ma anche con Monti ha finito per far precipitare le sue quotazioni. Il suo popolo gli presenta un conto davvero pesante, sempre che i dati trovino conferma. Il mito Nichi si scioglie come neve al sole. I suoi concittadini che fino a ieri lo osannavano adesso gli danno lo sfratto.    
Tutt’altra atmosfera in casa del M5S. Non solo sfonda il tetto del 20% di gran lunga ma addirittura si installa in alcune regioni sopra il 25-26%. Quindi un bel ceffone sobrio a tutti quei sondaggisti che lo davano tra il 16 e il 19%.
A far volare il M5S sono stati soprattutto i tanti giovani che hanno deciso di votare in massa il movimento di Grillo.
La gioiosa macchina da guerra del Pd ancora una volta si è fermata, restando senza benzina proprio in prossimità del traguardo. Bersani e Vendola masticano amaro. 


26 Febbraio 2013 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=19286

Elezioni. La gioiosa macchina da guerra in panneultima modifica: 2013-02-26T18:00:00+01:00da davi-luciano
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