Europol affila gli artigli per volere di Bruxelles

La Commissione vuole un controllo più capillare dell’Ue, attraverso l’unione delle due Agenzie di polizia, l’una europea e l’altra britannica 

Andrea Perrone

Giro di vite ai danni dei cittadini Ue da parte dei tecnocrati di Bruxelles in vista di una possibile unificazione tra l?Agenzia di polizia europea, Europol, e l’Accademia europea delle forze dell’ordine britanniche (Cepol) allo scopo di raggiungere un controllo più capillare dei popoli e delle loro abitudini. Del resto sono note le preoccupazioni esposte negli ultimi anni sulla nuova forza di polizia europea, poiché sta iniziando a somigliare ad un vero e proprio servizio segreto, che con la scusa di monitorare e debellare la criminalità organizzata sul web si occupa di controllare anche i cittadini europei poco graditi dal punto di vista politico al sistema o per le loro opinioni poco ortodosse rispetto alla volontà degli eurocrati. E in una fase così complessa come quella della crisi economica, l’austerità e la recessione, comprese nuove forme di povertà diffusa, lo strumento potrebbe risultare molto utile. In pochi sono informati dei suoi programmi: un articolo pubblicato sul quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung ha precisato che, benché Europol sia stata istituita ufficialmente nel febbraio 1995, ancora non esiste terreno legale, né valide giustificazioni, per i suoi programmi. Tutti i dibattiti riguardanti il futuro di questa Agenzia europea avvengono a porte chiuse. E da quanto si evince Europol ha anche il compito di raccogliere informazioni dettagliate su ogni cittadino europeo,e sarebbe destinata per giunta ad essere indipendente da qualsiasi controllo legislativo. Ma nonostante questi interrogativi, i solerti eurocrati di Bruxelles hanno ritenuto opportuno valutare l’eventuale unione dell’Accademia europea di polizia, Cepol, del Regno Unito, con la polizia dell’Agenzia europea, Europol, con sede all’Aja. Il portavoce della Commissione Ue per gli Affari interni, Michele Cercone, ha precisato che “la questione è attualmente in fase di valutazione”, ma non ha fornito ulteriori dettagli. Da quanto si apprende la Commissione di Bruxelles potrebbe anche proporre una fusione parziale o consigliare alla Cepol di rimanere un organismo indipendente. Attualmente l’Accademia britannica ha un organico di circa 30 dipendenti.
L’idea della fusione è stata lanciata alla fine di gennaio, quando il capo di Europol, Rob Wainwright, ha riferito ai ministri britannici la proposta della Commissione Ue, da presentare nel mese di marzo, anche se ha già incontrato la resistenza da parte di alcuni eurodeputati.
“Al momento la commissione competente del Parlamento europeo ha espresso un parere relativamente ostile a questa possibilità”, ha osservato Wainwright, il 29 gennaio scorso. Il responsabile di Europol ha poi dichiarato che la proposta di fusione fa parte di un regolamento della Commissione legislativa più grande che “serve a modernizzare alcune delle nostre capacità di ricevere e scambiare informazioni”. Il direttore di Europol dal canto suo si oppone alla fusione, poiché potrebbe costituire un problema interistituzionale tra gli Stati membri e l’Europarlamento. “Non sono molto entusiasta. Questo non vuol dire che non lo sosteniamo”, ha ricordato Wainwright.
Dal canto suo l’eurodeputato liberale olandese Sophie In’t Veld ha sottolineato che una fusione avrebbe almeno qualche beneficio, affermando che con l’unione delle due agenzie verrebbe facilitato lo scambio di dati e la cooperazione reciproca. “Se la funzione dell’Europol è quella di sviluppare una vera e propria forza di polizia federale, sembrerebbe sensato avere strutture di formazione di alto livello in casa”, ha osservato la deputata di Strasburgo. Ma già nel 2010 i suoi colleghi dell’Europarlamento avevano rifiutato di concedere la sede nel Regno Unito alla polizia per le enormi difficoltà amministrative derivanti dalla cattiva gestione del bilancio, delle risorse umane, delle procedure di appalto e delle norme da applicare alle spese per i corsi. Ma qualcosa potrebbe rapidamente cambiare. Il portavoce della Cepol Claire Bose ha sottolineato che l’agenzia ha dato conto di tutte le carenze elencate nelle relazioni fornite dall’Europarlamento. La prossima volta dovrà andare meglio, ha ribadito Bose. Nonostante tutto però le due Agenzie di polizia stanno già lavorando assieme per contrastare – come viene sottolineato nei rapporti forniti a Strasburgo – la criminalità organizzata. Ma non è soltanto il criminale legato ad ambienti mafiosi a far lavorare gli intraprendenti poliziotti dell’Ue. L’anno scorso, le due agenzie hanno coordinato ben 25 corsi comuni in materia di squadre investigative, di tratta di esseri umani, di criminalità informatica, frode e confisca di beni. Accanto a questo avranno lavorato in comune per schedare i cittadini europei, insieme ai loro amici e parenti, in relazione alle loro frequentazioni politiche o adesioni ideologiche poco in linea con le regole del sistema imperante del politicamente corretto, che ci vuole non certo parte integrante di una comunità di destino, ma sudditi e consumatori di un Superstato, di stampo iperliberista e liberticida, per la gioia e l’ingordigia dei nemici di sempre: banche, multinazionali, eurocrati e poteri forti, più o meno occulti.


23 Febbraio 2013 http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=19237

Europol affila gli artigli per volere di Bruxellesultima modifica: 2013-02-25T08:34:00+01:00da davi-luciano
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