Noi italiani, complici del disastro siriano – Ecco come Terzi Fomenta la Guerra in Siria

Venerdì,  Febbraio 22nd/ 2013 

– di Marinella Correggia –  

“Una guerra diretta da grandi potenze e da grandi interessi”. Siamo complici della privazione della

dignità del popolo siriano. Rendiamocene conto!

Roma, Damasco – Il ministro “tecnico” italiano Giulio Terzi come l’emiro del Qatar e il re dell’Arabia SauditaIn prima linea nel fomentare la guerra in Siria e nel boicottare soluzioni negoziali sostenibili. Al Corriere della Sera, il responsabile della Farnesina ha dichiarato che ospiterà il prossimo 28 febbraio, a Roma, la riunione degli “undici paesi più coinvolti nella gestione della crisi siriana” (una versione concentrata del gruppone degli “Amici della Siria” riunitosi a Parigi a fine gennaio), più la “Coalizione di Doha” (opposizione  che incorpora una parte degli armati).

 L’embargo europeo che avvantaggia i terroristi 

Mentre a Damasco un ennesimo attentato terroristico uccide civili in gran numero, Terzi afferma che proporrà  maggiori aiuti militari (“assistenza tecnica, addestramento, formazione”) ai gruppi armati di quell’opposizione che appunto annovera terroristi e jihadisti, guida nei combattimenti. Il 18 febbraio a Bruxelles il Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea – come detto – aveva già deciso di rinnovare le sanzioni commerciali e militari contro la Siria (decise nel 2011 in funzione antigovernativa), ma emendandole per fornire all’opposizione un “maggiore supporto non letale” (?) e “assistenza tecnica per la protezione dei civili” (protezione, in realtà, degli armati contro i civili, che sono vittime degli scontri e di attacchi mirati).

 Stessa Regia e stessi gruppi jihadisti di Mali e Afghanistan 

Sarà contento il Qatar che giorni fa ha protestato contro la posizione non abbastanza netta dall’Ue. A gennaio l’emiro Al Thani aveva chiesto un intervento militare esterno diretto, per “fermare le uccisioni”. Arabia Saudita e Qatar forniscono armi che passano dai paesi confinanti con la Siria, e secondo il New York Times la maggior parte delle forniture sarebbero finite nelle mani di gruppi jihadisti. Del resto sul terreno questi non sono separabili dai gruppi più graditi a quell’Occidente che “combatte gli islamisti” in Mali e in Afghanistan.

 Lettera delle Suore Siriane su Avvenire – L’emargo Ue è come un’altra guerra 

L’Ue ha poi mantenuto ben saldo l’embargo commerciale che contribuisce ad aumentare le sofferenze del popolo siriano preso nella guerra. Una lettera delle suore trappiste siriane pubblicata su Avvenire domenica scorsa – e riproposta sull’Osservatorio Qui Europa – parla delle sanzioni come di un’altra guerra, “diretta da grandi potenze e grandi interessi”, una guerra che ha azzerato i posti di lavoro e provocato miseria; “il popolo siriano vuole la sua libertà e i suoi diritti, ma non così, non in questo modo. Così si uccide la speranza, la dignità, e anche la vita fisica di un popolo”.

 La Complicità della Farnesina – L’Art.11 della Cost Calpestato 

 e la L. 185/1990 

Comunque l’operato della Farnesina non solo fomenta gli scontri ma sembra violare la Costituzione (Art.11) le leggi italiane e quelle internazionali. La Legge italiana 185/1990 sul commercio delle armi prevede all’articolo 1 comma 6(a) che l’esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento sono vietati verso i paesi in stato di conflitto armato (come è la Siria), salvo diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare però previo parere delle Camere. Sarà sentito davvero il nuovo Parlamento? C’è peraltro il rischio che la legge non si applichi se il governo vuole regalare armi, perché non si tratta di vendita ma di “supporto politico”.  Ma c’è il diritto internazionale. Non solo la Carta dell’Onu impone ai paesi di perseguire politiche estere di pace anziché fomentare guerre,  ma la fornitura di armi e risorse a forze che combattono contro un governo riconosciuto dall’Onu, ha detto al Manifesto mesi fa il giurista internazionalista Curtis Doebbler, “è illegale ed è una grave violazione del diritto internazionale. Uno stato che sostiene l’uso della violenza contro un altro stato è responsabile sulla base della legge internazionale per il danno arrecato. Si viola il dovere di non ingerenza negli affari interni di altri stati sulla base dell’articolo 2 comma 7 della Carta dell’Onu e l’astensione dall’uso della f orza nell’art. 2 comma 4, uno dei principi più importanti del diritto internazionale”.

 Come gli Usa in Nicaragua  

Qualcuno ricordi a Terzi che il 27 giugno 1986 gli Stati Uniti furono condannati dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja per aver violato questi principi in Nicaragua sostenendo gli armati della contra.

Marinella Correggia


  Articoli Correlati  – Approfondimenti                                                                         

Giovedì, Febbraio 21st/ 2013

Bombe e Sanzioni – Il Volto iniquo

dell’Occidente in Siria 

Da quando le armi e gli embarghi commerciali contro inermi sono una trasposizione di bene? 

L’unione europea ha deciso lunedì scorso di mantenere le varie sanzioni d’embargo sulla Siria, e di allentare

quella che impediva ufficialmente il rifornimento di armi: ora sono legalmente permesse quelle “non letali”(?).

Intanto il popolo  derubato e terrorizzato dai gruppi armati sta morendo di fame  e di freddo.

Bruxelles, Damasco, Aleppo, Roma – Vi imploriamo di riflettere su una guerra a cui si dà il consenso in nome di una sedicente prassi democratica! Stiamo parlando delle sanzioni internazionali contro la Siria, e delle stragi quotidiane che esse provocano. Uomini che da mesi non hanno lavoro, e non hanno prospettive di trovarne: nella sola zona di Aleppo, 1.500 officine, laboratori e piccole industrie sono stati tutti distrutti e i macchinari rubati, e trasportati in Turchia. Una vera razzia. Con cosa si lavora, se manca tutto? È più crudele – ci chiediamo – raccogliere il corpo dei propri figli sotto le macerie, o vederli lamentarsi e soffrire per giorni per la mancanza di medicine?

  Le sanzioni stanno uccidendo molto più delle bombe  

Le sanzioni stanno uccidendo molto più delle bombe. Uccidono i corpi; uccidono la speranza. In città ci si inventa qualcosa, si vende di tutto pur di guadagnare almeno il pane. Si affitta un’auto, ci si improvvisa trasportatori verso destinazioni pericolose, dove nessuno accetta di andare. Come George, padre di tre figli, che pur di lavorare è morto in questo modo ai confini della Turchia, ucciso da cecchini, “liberatori della Siria”. In molte campagne i contadini non osano seminare: troppo pericoloso. I più poveri, che hanno solo qualche mucca, la stanno vendendotra mangimi e foraggi il costo degli alimenti è al minimo 60-70 lire siriane al chilo, quando un litro di latte si vende a 25.

 Altra conseguenza delle sanzioni – Rapimenti, in tragica crescita 

I rapimenti, in tragica crescita, e la delinquenza, sono un’altra conseguenza delle sanzioni. Siete convinti che bisogna pur pagare un prezzo per ottenere libertà e democrazia? Allora digiunate, voi, nelle piazze europee, a favore della Siria. E lasciate che qui ognuno scelga se e come dare la vita per ciò in cui crede. Costringere un popolo alla fame, alla rabbia, alla disperazione, perché si ribelli, è forse metterlo in grado di esercitare una scelta democratica?Che razza di idea di democrazia e di libertà è mai questa? Il lavoro è una grande forza per un popolo, dà dignità, crea prospettive, educa alla libertà vera. Uccidere il lavoro è un altro modo di uccidere vite.  

 Cinquant’anni indietro  

La Siria stava crescendo, lentamente, anche contradditoriamente, ma con continuità. È  tornata cinquant’anni indietro. E adesso si raccolgono milioni di dollari di aiuti umanitari, con spese enormi di invio, di distribuzione. Per dare cibo là dove si è lasciato bruciare il grano, per dare coperte là dove si sono lasciati distruggere i magazzini. Che senso ha? Certo, deve esserci un guadagno per qualcuno, altrimenti che interesse avrebbe il mondo politico internazionale a dirigere le cose in questo modo? Ma , alla fine, la nostra domanda è ancora: voi volete davvero questo? Volete combattere questa guerra contro un intero popolo? Se la vostra risposta è “no”, fate qualcosa! Ve lo chiediamo con tutte le nostr e forze e la nostra preghiera, a nome di tanti Siriani”. Ecco il comunicato delle sorelle trappiste dalla Siria affinchè vengano raccolte firme per sensibilizzare gli Europei e gli Italiani. I nostri politici con l’indifferenza e il ricorso alle armi, con invio di aiuti militari e/o supporto logistico a forze esterne e bande armate stanno contribuendo a distruggere la Siria. E con essi anche noi, col nostro menefreghismo la stiamo distruggendo, spazzando via l’umanità e spezzando la speranza di chi la abita e di quanti sono costretti a lavorare per morire. E’ una diabolica vocazione all’annientamento. Fermiamola!

Giuseppe Sacco, Redazione “Qui “Europa” e “Redazione Ora Pro-Siria”

Appello Sorelle Trappiste Siriane – vedi anche http://oraprosiria.blogspot.it/

_____________________________________________________________

  Articoli Correlati  – Approfondimenti                                                                           

Appello delle Sorelle Trappiste Siriane contro l’Embargo Ue in Siria

Grande Indignazione tra enti ed associazioni laiche e cattoliche per l’abuso di potere del Ministro Terzi

http://www.quieuropa.it/ecco-come-terzi-fomenta-la-guerra-in-siria/

 

Noi italiani, complici del disastro siriano – Ecco come Terzi Fomenta la Guerra in Siriaultima modifica: 2013-02-23T21:42:00+01:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo