MANOEUVRES OCCIDENTALES AU 27e SOMMET DE L’UA

HONTE AU ‘MONDE AFRIQUE’ (FINANCE PAR LA FONDATION OSIWA DE SORÖS) QUI QUALIFIE LE BRILLANT MINISTRE EQUATO-GUINEEN AGAPITO MBA MOKUY « DE CANDIDAT DE TROISIEME CLASSE » A LA PRESIDENCE DE LA COMMISSION DE L’UA …

 EODE-TV - débat sur la candidature Mba Mokuy (2016 05 27) FR (2)

PANAFRICOM/ 2016 07 15/

http://www.panafricom-tv.com/

https://www.facebook.com/panafricom/

Cette affaire, qualifiée de « bataille » par le journal parisien, est le véritable événement du 27e Sommet de l’Union Africaine qui se tient du 10 au 18 juillet à Kigali.

Le complot occidental (Paris et Washington) pour empêcher l’élection du ministre équato-guinéen AGAPITO MBA MOKUY, candidat du Panafricanisme et de la jeunesse panafricaine, continue à se mettre en place. L’article du MONDE AFRIQUE, directement financé par la fondation OSIWA du spéculateur et agent américain Georges SORÖS, n’a pas d’autre but que de dévaloriser le brillant candidat de la diplomatie de Malabo et de préparer un report (illégal) de cette élection …

http://www.lemonde.fr/afrique/article/2016/07/15/union-africaine-la-bataille-pour-la-succession-de-nkosazana-dlamini-zuma-relancee_4970225_3212.html

ALLER PLUS LOIN …

* Sur cette élection à la présidence de la Commission de l’UA, voir :

# PANAFRICOM-TV/ SOMMET DE L’UA. ELECTION A LA COMMISSION DE L’UA: QUI S’OPPOSE A LA CANDIDATURE PANAFRICAINE DU MINISTRE MBA MOKUY?

sur https://vimeo.com/174113755

Et :

# PANAFRICOM-TV/ LUC MICHEL : MOBILISATION DERRIERE LA CANDIDATURE AGAPITO MBA MOLUY AUX ELECTIONS POUR LA COMMISSION DE L’UA

http://www.panafricom-tv.com/2016/07/04/panafricom-tv-luc-michel-mobilisation-derriere-la-candidature-agapito-mba-moluy-aux-elections-pour-la-commission-de-lua/

* Sur le MONDE AFRIQUE et ses épigones, lire :

LES MEDIAS DE SORÖS DECONSIDERES EN AFRIQUE …

sur http://www.palestine-solidarite.org/actualite.luc_michel.120716.htm

PANAFRICOM

http://www.panafricom-tv.com/

https://www.facebook.com/panafricom/

 Photo : Le ministre Mba Mokuy avec Luc MICHEL sur le plateau de AFRIQUE MEDIA TV à Malabo II

Perché tentare un colpo di Stato ora in Turchia?

http://www.limesonline.com/perche-un-colpo-di-stato-ora-in-turchia/93177?prv=true

 Limes

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 16/07/2016
A prescindere dall’esito, il tentativo di golpe di venerdì 15 luglio ad Ankara pone una sola vera domanda: perché ora?

Sembra un fantasma del passato che riemerge quando eravamo ormai abituati a Erdoğan e al suo strapotere. Chi pensava più ai tempi dei ripetuti putsch dei decenni passati, fino a quello “post-moderno” del 1997?


I militari turchi sembravano ormai messi al passo, anzi intimiditi – grazie anche agli scandali in cui erano rimasti impigliati come quello di Ergenekon – dal nuovo potere civile.


Tutti gli sguardi erano concentrati sulla lotta intestina al mondo islamista turco (Erdoğan contro Gülen), o almeno all’equilibrio tra laici e conservatori islamici, sempre più sbilanciato a favore di questi ultimi. Tutti erano convinti di quanto tale nuova Turchia fosse forte e incontrovertibile.


Non è così: la Turchia è uno Stato fragile.


Ciò che accade ad Ankara acquista un senso se solo si guarda alla lunga lista di errori compiuta dal governo turco in questi ultimi anni, che ha portato il paese all’isolamento – salvo i recentissimi tentativi di riavvicinamento con Russia e Israele, probabilmente tardivi.


Innanzitutto la politica in Siria: dopo essere stata la miglior amica di Assad fino al 2010 compreso, con una capriola a 180 gradi Ankara ha sostenuto senza tregua i nemici del potere alawita, al punto di essere sospettata di aver fatto nascere lo Stato Islamico.


Credendo di poter guadagnare qualcosa dalla crisi del suo vicino a sud, la politica turca è stata quella di un improbabile revanscismo neo-ottomano che mirava a “Mosul e Aleppo”, come dichiarò l’ex premier Davutoğlu. La posizione turca sulla Siria non è mai mutata in questi anni di guerra e si è scontrata con tutti gli altri attori regionali, oltre che con l’Occidente.


In secondo luogo – e conseguenza – lo stop deciso da Erdoğan al negoziato con i turchi del Pkk, con la sicurezza che il caos siriano avrebbe favorito una ricomposizione in favore di Ankara. È  accaduto l’esatto contrario, con la nascita del Rojava curdo siriano, alleato del Pkk, non compensato dall’amicizia con i curdi iracheni. Oggi il Pkk ha riacceso anche la guerriglia interna in territorio turco.


In terzo luogo, l’insensata e scivolosissima spinta egemonica in Medio Oriente, decisa dopo le reazioni positive dell’opinione pubblica araba all’episodio della “flotilla” che oppose Turchia ad Israele.

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Quella vicenda fece credere a Erdoğan di poter divenire il campione dell’ala islamista del Medio Oriente, in salsa ottomana. Non faceva i conti con l’antica diffidenza degli arabi verso i turchi e soprattutto ha avuto come risultato di inimicarsi in un colpo solo due avversari importanti in quell’area come Arabia Saudita e Egitto (dopo il golpe contro Morsi), proprio nel momento in cui l’Iran faceva la sua marcia di riavvicinamento al mondo.


Quarto punto: una rovinosa politica di provocazioni continue con l’Europa e di competizione (!) con gli Stati Uniti (quest’ultima già iniziata nel 2003 con la guerra del Golfo). Se una cosa puntellava la Turchia moderna era sempre il “non avere nemici ad ovest”. Invece Erdoğan ha gestito a modo suo il dossier europeo, favorendo in tutti i modi possibili i nemici dell’entrata della Turchia nell’Unione Europea.


Infine la scriteriata politica interna, operata a colpi di elezioni ripetute e posizioni intransigenti, per ottenere la maggioranza necessaria a cambiare la costituzione. Tutto ciò ha creato una sorda opposizione sociale interna, di cui le manifestazioni di Ghezi Park sono state solo l’epifenomeno.


Ora i militari (almeno alcuni) hanno provato a sfruttare tale clima a loro favore. L’aver tentato di schiacciare – quando non era necessario per governare – l’opposizione laica, in particolare quella del partito curdo ormai diventato un partito arcobaleno, ha solo esasperato i toni.


La verità è che la Turchia è un paese fragile, malgrado la narrazione che ci ha fatto Erdoğan e che ha obnubilato molti. Certamente lo sviluppo economico di questi anni è stato galoppante, ma ciò non basta per un paese dalla storia così travagliata e dalle frontiere così sensibili.


Questo ci deve preoccupare grandemente: una Turchia “mediorientalizzata” o instabile è un pericolo per tutta l’area mediterranea ed oltre.


Inoltre si tratta di un paese della Nato, quindi posto al cuore di un’alleanza militare destinata ad avere sempre più responsabilità in futuro.


Chi perde di più in Europa da questo golpe, anche se fallirà, è la Germania che ha puntato tutte le sue carte su Erdoğan per ottenere l’accordo sul corridoio balcanico dei rifugiati (anche a costo di torcere il braccio a tutta l’Unione) e che ora si trova senza più partner. Difficilmente il Parlamento europeo voterà mai l’abolizione del visto per i turchi, vista la crisi.


I recenti attentati ad Ankara ed Istanbul avevano fatto pensare ad una resa di conti con il Pkk ma soprattutto con l’Is, specie dopo il riavvicinamento con Mosca e Israele. Ora la situazione si fa molto più difficile.


Anche se la Turchia riesce a sopravvivere al golpe, ad Ankara nulla sarà più come prima.

Sab 16/07, gita serale al cantiere

agendapost — 16 luglio 2016 at 02:14

PASSEGGIATA-copia-3Appuntamento serale all’interno dell’estate di lotta No Tav con una passeggiata verso il cantiere della devastazione.

Decidiamo di tornare in quel luogo per proseguire la lotta e dare una risposta a chi poche settimane fa, con l’ennesima operazione giudiziaria, ha nuovamente tentato di lanciare un messaggio intimidatorio verso il Movimento che a testa alta continua la propria Resistenza.

Torniamo al cantiere per denunciare pubblicamente, ancora una volta, l’enorme spreco di denaro pubblico che quest’opera inutile e dannosa rappresenta, col pensiero rivolto a tutte le vittime della tragedia ferroviaria accorsa martedì 12 luglio sulla linea pendolari Bari – Barletta.

Continueremo a lottare per fermare questa truffa chiamata Alta Velocità.

Portare pile, scarponi e bandiere No Tav.

Appuntamento ore 21,30 al campo sportivo di Giaglione.

Rimettiamoci in marcia, avanti No Tav!

Turchia, uccisi 16 organizzatori del golpe, numero totale di fermati sale a 1563 – Aggiornamento golpe fallito. in Turchia

Poco prima incontro Kerry-Lavrov in cui promettevano nuovi equilibri in medio oriente, poi Erdogan in fuga non è stato fatto atterrare in Germania per ordine Usa….
 
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“Vi ringrazio per quello che avete fatto stanotte a nome mio e della nazione” ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando all’alba fuori dall’aeroporto di Istanbul a una folla di migliaia di sostenitori che sventolava bandiere e inneggiava ad Allah.
 
ore 01:00 Soldati sparano sul Bosforo. Erdogan in volo verso Londra
 
I soldati hanno aperto il fuoco contro i dimostranti sul ponte sul Bosforo mentre secondo un agenzia di stampa turca gli elicotteri militari avrebbero sparato contro sedi dell’intelligence. La situazione starebbe precipitando a Istanbul e a Ankara: si parla di sparatorie, persone a terra (forse colpite). La Marina militare, tuttavia, sembrerebbe non essere favorevole al golpe. Alcuni media locali fanno sapere che l’esercito avrebbe ordinato alle truppe turche che si trovano in Iraq di rientrare in Turchia (contro la volontà di Baghdad.)
Dopo i nazionalisti, anche i kemalisti del Chp di Kilictroglu si oppongono al colpo di stato.
Secondo fonnti giornalistiche americane Erdogan sarebbe in volo verso Londra
ore 00:40 Berlino avrebbe negato il via libera ad aereo di Erdogan
 
Un alto funzionario militare Usa ha rivelato alla Nbc che a Erdogan sarebbe stato impedito l’atterraggio a Istanbul e avrebbe cercato asilo in Germania. Tuttavia, secondo indiscrezioni non ancora confermate, Berlino avrebbe negato il via libera al suo aereo.
 
Secondo la televisione locale OdaTv, i soldati sono entrati nel quartiere generale della rete statale televisiva Trt ad Ankara. Un filmato mostrerebbe alcuni colpi di armi da fuoco sparati da un elicottero militare verso alcuni cittadini che tentavano di fare irruzione negli edifici della Trt.
 
Nel suo discorso, Erdogan ha esortato il popolo a sfidare il coprifuoco imposto dai militari e ha promesso che “chi sta istigando al golpe, pagherà un prezzo salatissimo”. “Chiedo alla mia nazione di scendere nelle strade e negli aeroporti” ha poi aggiunto.
Soldati turchi bloccano il ponte sul Bosforo. (Foto: Getty Images)
 
ore 00:15 Militari all’aeroporto di Istanbul. Esercito fuori sedi di polizia. I nazionalisti appoggiano il governo
 
Il giornale turco di destra Sozcu riferisce che al momento del tentato golpe Erdogan era in vacanza nel resort di Marmaris . Secondo alcune fonti che non possono essere al momento verificate, il presidente era diretto in Germania, ma che avrebbe rifiutato di far atterrare il suo aereo.
 
I soldati starebbero bloccando l’ingresso dell’aeroporto internazionale di Istanbul “Ataturk”. I voli in partenza dalla metropoli turca sono stati cancellati, mentre quelli in arrivo sarebbero ancora permessi. A riferirlo è la Cnn Turk. Immagini televisive testimoniano la presenza di carri armati nei pressi dello scalo.
 
La OdaTv ha detto che i militari sarebbero entrati nella sede della tv TRT ad Ankara.
 
L’Agenzia Anadolu sostiene che il capo dello Stato maggiore militare Hulusi Akar sarebbe stato arrestato. Il personale militare ha circondato le sedi della polizia nella capitale. Secondo quanto affermano i media locali, tutti i poliziotti sarebbero stati convocati presso le centrali di polizia.
 
Il leader dei nazionalisti del Mhp, Devlet Bahceli, ha annunciato il sostegno del suo partito al governo. Il ministro della difesa Fikri Isik ha ribadito che “la dichiarazione del colpo militare non è né valida né autentica”. Le autorità giudiziarie sarebbero già a lavoro: il procuratore di Istanbul ha iniziato a processare i soldati accusati di aver preso parte al golpe. Mandati di arresto sono stati già recapitati a tutti coloro che sono stati complici del tentato colpo di stato di stasera.
 
ore 23:45 Erdogan invita i cittadini turchi a scendere nelle piazze a seguito del tentato golpe militare
 
ore 23:40 Erdogan ha parlato in diretta ad uno smartphone di una giornalista della Cnn turca
 
23:35 Il presidente Erdogan in viaggio verso aeroporto di Istanbul. A breve un suo messaggio
 
Il presidente turcosarebbe in viaggio verso l’aeroporto internazionale di Istanbul. Lo riporta l’agenzia russa Ria Novosti che cita media turchi. Erdogan dovrebbe leggere a breve o ha già registrato un messaggio per la CNN turca
 
ore 23:20 LA TV DI STATO TURCA ANNUNCIA LEGGE MARZIALE E COPRIFUOCO
 
A riferirlo è l’Associated Press.
 
“Quanto è avvenuto stasera è un attacco contro la democrazia turca”. E’ così che fonti della presidenza turca – citate dalla testata britannica Guardian – hanno definito il colpo di Stato in atto nel Paese.
 
L’Agenzia turca Dogan ha pubblicato poco fa una dichiarazione dell’esercito in cui le forze armate dichiarano di “avere il pieno controllo del Paese”. Secondo quanto riporta la Dogan, i militari sostengono di aver compiuto tale azione stasera per “riportare l’ordine costituzionale, la democrazia, i diritti umani e le libertà, per assicurare che il governo della legge regni ancora nel Paese e che la legge e l’ordine vengano ripristinate”. “Tutti gli accordi e gli impegni [presi] rimarranno. Noi ci auguriamo che le buone relazioni con i paesi del mondo continuino”.
 
Subito è arrivata la smentita della presidenza turca riportata sempre dal Guardian: “la dichiarazione fatta per conto delle forze armate non è stata autorizzata dal commando militare. Noi esortiamo il mondo a schierarsi in solidarietà con il popolo turco”.
Parlando alla tv Ntv il premier Yildirim ha confermato il “tentato golpe”, ma non ha fornito dettagli. Il primo ministro ha detto che Ankara “non permetterà mai che nessun atto interrompa la democrazia [turca]”
 
Secondo la Cnn turca, Erdogan sarebbe al sicuro.
 
fonte: Nena News
 
Nota: Obama e la Merkel  presto dichiareranno che “in Turchia è’ stata ripristinata la democrazia”.
 
Sembra che molti in Turchia, in specie la popolazione curda, non siano del tutto d’accordo.
 
Ultim’Ora. Il turco Erdogan viene deposto dai suoi stessi militari: Colpo di Stato in corso
Lug 15, 2016
 
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Erdogan
 
Arrivano notizie da Ankara secondo le quali caccia dell’aviazione turca stanno sorvolando il palazzo Presidenziale mentre sono stati chiusi i ponti sul Bosforo ed il Fatih Sultan Mehmet.
Altre informazioni sostengono che l’Esercito stia disarmando le forze di polizia ad Ankara e  carri armati hanno circondato  il palazzo di Governo.
Il primo ministro turco Binali Yildirim ha dichiarato ufficialmente che un gruppo nelle Forze Armate sta tentando un Colpo di Stato.
Le notizie sono confuse ma sembra certo che i militari vogliano spodestare Erdogan e chiedergli il conto della grave situazioni di caos e guerrra civile in cui la sua gestione ha fatto precipitare il paese con la sua politica avventuristica.
La premier tedesca Angela Merkel sembra stia tentando di rintracciare il suo alleato ed amico  Erdogan ed avvisarlo del pericolo.  Il turco aveva appena ricevuto i miliardi dall’Unione Europea. Non si sa se la Merkel gli abbia offerto ospitalità in Germania, a patto di restituire il denaro ricevuto. In Germania  vivono molte decine di migliaia di turchi. I responsabili dell’Unione Europea hanno manifestato “preoccupazione”.
 
Fonti Varie (Hispan TV – RT Actualidad )

Apericena No Tav tra idranti e lacrimogeni

post — 16 luglio 2016 at 01:47

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Primo appuntamento di lotta del campeggio No Tav cominciato ieri è stato il consueto apericena ai cancelli della centrale di Chiomonte.

Tra buon cibo, buon vino e partite di bocce quadre, i No Tav hanno deciso di partire per una passeggiata intorno alle reti del cantiere immancabilmente difeso dai reparti di polizia in assetto antisommossa. Fuochi d’artificio e botti hanno accompagnato la passeggiata attorno alle reti del cantiere, con le sue guardie che non hanno potuto fare altro che sparare qualche lacrimogeno.

Nel mentre il presidio davanti ai cancelli della centrale si è impegnato nelle battiture e nell’accensione di qualche fuoco, non gradito dalle forze dell’ordine tanto da spingerli ad azionare l’idrante per spegnerlo e dissuadere i presenti.

Un inizio d’estate di lotta alla “moda nostra”, in attesa della gita notturna al cantiere di domani con appuntamento alle 21,30 al piazzale di Giaglione.

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Coup de tonnerre dans la Turquie laïque

Il a suffi, mardi, d’une seule phrase du président du Parlement turc pour réveiller la fracture la plus sensible qui traverse la vie politique à Ankara, celle qui oppose les “laikçi” (laïcs) aux “dinci” (islamistes). Ismail Kahraman est un membre du parti au pouvoir, l’AKP. Il a été nommé à son poste par le président Erdogan. Et mardi, cet homme en général effacé a déclaré que la nouvelle constitution turque “ne doit pas être laïque […] Cette nouvelle Constitution doit être religieuse“.

A l’opposé des principes fondateurs de la République de Mustafa Kemal Atatürk, sa déclaration est passée en boucle sur les télévisions. En d’autres temps, elle aurait valu l’arrestation immédiate de son auteur et des rumeurs de coup d’Etat militaire. Dans la soirée même, M. Erdogan a indiqué que le président de l’Assemblée nationale s’était exprimé à titre personnel. “Mon opinion sur le sujet est connue, a ajouté le chef de l’Etat. La réalité est que l’Etat devrait avoir une distance identique par rapport à toutes les croyances religieuses (..) C’est cela la laïcité.”

Que veut exactement le président Erdogan ?

Affaire clôturée ? Certainement pas. Certains considèrent que l’AKP a lancé de cette manière un ballon d’essai, d’autres que M. Kahraman ne cherchait qu’à faire le buzz sur les réseaux sociaux. Mais le sujet est au cœur de la polarisation de la vie politique turque.

Depuis l’arrivée au pouvoir de l’AKP en 2002, ses détracteurs dénoncent une “délaïcisation” insidieuse de la Turquie. Ils soupçonnent Erdogan de vouloir restaurer une sorte de califat ottoman, en rupture avec la République fondée d’une main de fer par Atatürk le 29 octobre 1923. L’homme fort d’Istanbul a rouvert en novembre dernier le chantier d’une nouvelle constitution. Il voudrait, selon ses opposants, fonder un nouvel Etat turc, semblable au système présidentiel américain, au centième anniversaire de la République, en 2023.

Les officiels turcs soulignent que la Constitution actuelle date de l’après coup d’Etat militaire de 1980 et qu’elle a besoin d’un rafraîchissement démocratique. Mais le climat est si polarisé en Turquie, surtout depuis les manifestations de Gezi en 2013, que chaque déclaration est comme une allumette sur une botte de paille.

Avec les déclarations du président du Parlement, “l’AKP a montré son vrai visage“, a tonné Figen Yuksekdag, coprésidente du Parti démocratique des peuples (HDP, prokurde). Tous les partis de l’opposition, dans une rare unanimité, ont demandé la démission de M. Kahraman.

Au fil des années, l’opposition turque a toutefois dû lâcher la bride de la laïcité. L’AKP est en effet chaque fois reconduite au pouvoir par son électorat conservateur et souvent rural. Elle s’est opposée sans succès, en 2007, à la nomination à la présidence d’Abdullah Gül, dont l’épouse est voilée. Elle a dû céder en 2013 sur l’autorisation du port du voile dans les administrations publiques et au Parlement. Elle s’est inclinée face à la transformation des écoles publiques en écoles religieuses, les “imam hatip”. Elle a cédé face à la loi restreignant la vente d’alcool en 2013. Sans parler des descentes de police et procès en cascade contre des médias proches des laïcs ou de la confrérie de Fethullah Gullen, l’ex-allié de M. Erdogan.

Un symbole, le fez

Le quotidien laïc “Hurriyet” a aussi relevé en février 2015 que le port du fez et du niqab était autorisé désormais dans les photos officialisant les mariages alors qu’auparavant, le règlement prévoyait que les mariés devaient fournir aux autorités des clichés “en vêtements civils en accord avec les principes révolutionnaires“. La référence aux principes révolutionnaires d’Atatürk aurait été gommée.

Le fez et le turban avaient été interdits en 1925 sous l’impulsion du fondateur de la Turquie moderne. A cette époque, Atatürk battait la campagne pour convaincre les femmes d’abandonner le voile islamique et les hommes, de se débarrasser du fez. C’est cette Turquie-là, laïque et moderne, qui a finalement permis à l’AKP d’arriver au pouvoir grâce à des élections démocratiques.

Des lois ou projets de loi considérés par l’opposition comme des atteintes à la laïcité

Autorisation du port du voile islamique en 2013 dans les administrations publiques et au Parlement, puis en 2014 dans les universités et écoles publiques. La loi n’a pas suscité de grandes manifestations dans ce pays où environ 97 % de la population est de confession musulmane.

Restrictions en matière d’alcool et de cigarettes. Comme de nombreux gouvernements le font en Europe et en Amérique du Nord, la Turquie d’Erdogan limite la vente d’alcool et interdit de fumer dans les lieux publics fermés. Depuis 2013, la vente d’alcool au détail est interdite entre 22 heures et 6 heures du matin ainsi qu’à proximité des écoles et des mosquées. Mais cette mesure a aussi une résonance religieuse et a particulièrement irrité certains manifestants de Gezi à l’été 2013 qui prenaient un malin plaisir à décapsuler les canettes de bière au milieu du happening de la place d’Istanbul. L’islam n’est plus une religion d’Etat en Turquie depuis 1928, la charia n’est pas d’application, mais la branche sunnite de l’islam – majoritaire en Turquie – est placée sous la protection et le contrôle de l’Etat, notamment à travers du Diyanet, qui dépend directement des bureaux du Premier ministre. C’est ce Diyanet qui diffuse les prêches dites dans les mosquées du pays, y compris dans les mosquées de Bruxelles et du reste de la diaspora.

Alphabet arabe, le rêve d’Erdogan. Les kémalistes avaient abandonné l’alphabet arabe en 1928 et imposé l’alphabet latin pour marquer la rupture avec l’empire ottoman. Fin 2014, le président Erdogan a défrayé la chronique en proposant de revenir à l’alphabet turc avec des lettres arabes. Le chef de l’Etat estimait que revenir à la pratique ottomane était une façon de défendre sa civilisation et de permettre aux étudiants de lire les documents anciens. Erdogan avait proposé que cela soit obligatoire dans les lycées. Le cours est facultatif.

Mixité dans les résidences d’étudiants. En 2013, Erdogan avait lancé une nouvelle polémique sur la place de la religion dans la société turque en critiquant la mixité dans les résidences étudiantes. “Les étudiants filles et garçons ne peuvent pas vivre dans une même maison, c’est contraire à notre structure qui est conservateur-démocrate”, avait-il dit. La polémique est passée, mais la mesure s’est imposée graduellement, avec la disparition graduelle des internats mixtes dans le pays. Ch. Ly.

In Russia stanno creando un bombardiere per attacchi nucleari dallo spazio

http://it.sputniknews.com/mondo/20160713/3104678/sicurezza-difesa-aviazione-jet-tecnologia.html

EODE PO - LM sur SPUTNIK.FR maidan burundais (2015 08 12) FR (1)

19:41 13.07.2016

In Russia si sta elaborando il progetto per costruire un bombardiere ipersonico che può colpire dallo spazio vicino all’orbita terrestre. Lo ha affermato il professore dell’Accademia Militare delle Forze Strategiche Missilistiche, il colonnello Alexey Solodovnikov, il quale dirige lo sviluppo del propulsore del jet di prospettiva.

“L’idea è questa: decollerà da comuni aeroporti, pattuglierà lo spazio aereo, su comando si alzerà verso lo spazio per compiere attacchi, compresi raid con armi nucleari, e ritornerà alla sua base. Si tratta di un aereo strategico,” — ha detto Solodovnikov, spiegando che il jet sarà in grado di raggiungere qualsiasi parte del mondo nel giro di 1 o 2 ore.

“Coinvolgiamo l’Istituto centrale aerodinamico perché ci aiuteranno con la fusoliera, ora stiamo determinando le caratteristiche del velivolo. Credo che la sua massa sarà di 20-25 tonnellate, in modo da essere un jet d’attacco. Avrà una velocità superiore a quella del suono in modalità d’attacco,” — ha evidenziato Solodovnikov.

Ha chiarito che si inizierà a realizzare il propulsore del jet a partire dal 2018 ed entro il 2020 dovrebbe essere creato un prototipo funzionante.

‘Ndrangheta, a Torino asse boss-imprenditori: “Ci mangiamo la torta Tav”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/02/ndrangheta-a-torino-asse-boss-imprenditori-ci-mangiamo-la-torta-tav/1046581/

‘Ndrangheta, a Torino asse boss-imprenditori: “Ci mangiamo la torta Tav”

Le intercettazioni dell’indagine del Ros e della Dda che ha sgominato il sodalizio tra locali piemontesi e calabresi che puntavano agli appalti per il movimento terra e al business del cemento, anche grazie alla complicità di imprenditori locali. “I No Tav? Li asfaltiamo”

di  | 2 luglio 2014

È una torta da spartirsi e vogliono la loro parte. “Ce la mangiamo io e te la torta dell’alta velocità”. È così che l’imprenditore di Catanzaro trapiantato in Piemonte Giovanni Toro si rivolge aGregorio Sisca, affiliato della locale di San Mauro Marchesato (Crotone) distaccata in Piemonte e smantellata dai carabinieri del Ros e dalla Direzione distrettuale antimafia di Torino. Il gip Elisabetta Chinaglia ha emesso venti ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei componenti della cosca Greco e dei suoi fiancheggiatori, tra cui anche alcuni nomi già noti come Adolfo Crea e Giacomo Lo Surdo, condannati nel processo “Minotauro”. 

minitauro

video di Cosimo Caridi

Tra gli indagati c’è pure l’imprenditore valsusino Ferdinando Lazzaro, a capo della Italcoge (ora Italcostruzioni, ditta attiva nel cantiere del Tav) che avrebbe smaltito illecitamente rifiuti. La procura di Torino ha anche ottenuto un sequestro di immobili, vetture, yacht, conti bancari il cui valore è stimato sui 15 milioni di euro, espressione di una ricchezza accumulata investendo nelle costruzioni.

I patti in Calabria – Secondo gli investigatori del Ros molti degli affari sarebbero stati definiti in Calabria. Tra la fine del dicembre 2011 e il gennaio 2012, quando i “torinesi” scendono a Crotone per le vacanze di Natale, avvengono riunioni con i “cirotani”, riunioni “finalizzate a predisporre le società e mezzi in vista dell’avvio dei lavori di scavo del tunnel ferroviario Tav Torino-Lione”, annota il gip. I due gruppi giungono a un accordo dopo il conflitto tra i vertici, Mario Audia e Domenico Greco.

Il movimento terra – Uno degli obiettivi degli arrestati era quello di inserirsi nel trasporto dei materiali. In particolare viene caldeggiato l’inserimento di Francesco Gatto, un “padroncino” proprietario della “Sud express”, nel consorzio Valsusa che raggruppa alcune ditte che operano a Chiomonte. Si sarebbe dovuto occupare del movimento terra, attività molto amata dagli ‘ndranghetisti. Intercettato al telefono con il boss Mario Audia, detto u’niuru, Sisca – tra gli affiliati più fedeli e facoltosi – dice: “Adesso che parte la Tav. Vediamo di farlo entrare insieme a questa cooperativa qua della Tav”. Sisca si attiva pure a favore dei suoi familiari, gli Iannone: appena fiuta l’affare chiama il nipoteBruno Iannone a Catanzaro e gli chiede di farsi fare alcuni preventivi per dei camion nuovi. Franco Iannone, altro parente di Sisca, gli dice di tenersi pronto che se ci fosse stato un contratto per la Tav avrebbero comprato altri mezzi.

La cava e il business del cemento – L’asso nella manica per la cosca è l’imprenditore Giovanni Toro, indagato per concorso esterno. Secondo il gip sarebbe “la testa di ponte dell’associazione per l’infiltrazione nell’ambiente imprenditoriale ma anche politico”. Toro ha una cava a Sant’Antonino di Susa e Sisca lo aiuta quando rischia lo sfratto da quella che potrebbe essere una miniera d’oro. “Noi dobbiamo stare lì perché è lì dentro che nei prossimi dieci anni arrivano 200 milioni di euro di lavoro”. Ci sarebbero soldi e lavoro per tutti: “La torta non me la mangio da solo. Me la divido con te e ricordati queste parole, che ce la mangiamo io e te la torta dell’alta velocità”. Oltre alla gestione della cava c’è il ciclo del cemento: frantumando gli scarti delle lavorazioni avrebbe potuto creare nuovo materiale: “Lì è un business che non finisce più”. E ovviamente Sisca vuole la sua parte: “Servono anche carpentieri bravi?”. “Sicuramente ce n’è bisogno veramente di tanti perché ci sono viadotti, cavalcavia. Ci sarà tanto tanto cemento armato… Li sistemiamo e li facciamo lavorare senza problemi appena parte”.

Le complicità degli imprenditori locali – Toro, che nel 2013 ha patteggiato una condanna per turbativa d’asta e spaccio, sfrutta le sue conoscenze, anche in maniera mefistofelica. Sfrutta pure la dipendenza dalla droga di Fabrizio Odetta, ad della grossa impresa Cogefa, a cui forniva cocaina (reato per cui ha patteggiato). Odetto “diventa un palanchino per far leva sulle cose”, dice il calabrese a suo fratello. Ma Toro sfrutta “il personale rapporto di amicizia” con Lazzaro che si era aggiudicato i lavori di preparazione del cantiere di Chiomonte. Grazie a lui Toro esegue alcuni lavori di asfaltatura nel cantiere. “Prendiamo tutto noi”, dice Toro a Lazzaro. Così volevano “monopolizzare di fatto i lavori in Val di Susa escludendo soggetti a loro non graditi” e così nel gennaio 2012 Lazzaro “si adoperava per far entrare Toro all’interno del Consorzio Valsusa” per garantirgli “un’ulteriore via di accesso ai lavori dell’Alta velocità”. Tuttavia nel marzo 2013 i carabinieri lo hanno portato in carcere prima che si potesse definire l’infiltrazione.

I No Tav da asfaltare – Il trattamento che il padroncino avrebbero riservato agli oppositori dell’opera sarebbe stato perfido. Emerge da un’intercettazione fatta la sera del 23 maggio 2011. Sisca parla dello sciopero degli operai dell’Italcoge e Toro cambia discorso: “Se arrivano i No Tav con l’escavatore ci giriamo e ne becchiamo qualcuno – dice – E che cazzo, stiamo lavorando, spostatevi che dobbiamo lavorare. E col rullo gli vado add… cioè salgo io sul rullo e accelero. Se non ti togli ti schiaccio. Che dobbiamo fare, la guerra!”.

di  | 2 luglio 2014

Bombardiere russo colpirà da spazio

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LUG 13, 2016

La guerra del futuro si farà anche nello spazio? È la prima domanda che sorge non appena si leggono le dichiarazioni del tenente colonnello Aleksei Solodovnikov, il quale ha spiegato che l’Accademia russa delle forze strategiche e missilistiche ha già sviluppato e testato un motore per bombardieri strategici ipersonico in grado di colpire con testate nucleari provenienti dallo spazio.

Il primo modello sarà sviluppato entro il 2020. In passato il colonnello generale Segei Karakayevaveva già affermato l’esistenza di un motore sperimentale per questo tipo di bombardieri.

“L’idea è che il bombardiere possa decollare da una normale campo d’aviazione per pattugliare lo spazio aereo russo, alzarsi nello spazio, colpire un bersaglio con testate nucleari e poi tornare alla sua casa base”, ha spiegato Solodovnikov. Secondo il tenente colonnello, l’aereo in sole due o tre ore potrà raggiungere qualsiasi punto della terra.

Le informazioni su questo bombardiere sono ovviamente top secret. Si sa solamente che peserà al massimo 20/25 tonnellate e che sarà in grado di raggiungere velocità ipersonica, proprio come accade per i razzi.

Com. Stampa – Foietta e gli accordi italo-francesi

Di seguito un comunicato stampa di Pro Natura Piemonte in merito alle recenti affermazioni del commissario straordinario del Governo per quanto riguarda la TAV Torino-Lione, Paolo Foietta.

Link al testo sul sito di Pro Natura: http://torino.pro-natura.it/index.php?c=dettaglio-notizia&id=225
Grati per la cortese attenzione, porgiamo cordiali saluti.
La segreteria

Pro Natura Piemonte Via Pastrengo 13 10128 Torino Tel. 011.5096618 Fax 011.503155 http://torino.pro-natura.it e-mail: torino@pro-natura.it PEC: pronatura.torino@pec.it

pro natura

15 luglio 2016                                                                                    Comunicato stampa 

Foietta e gli accordi italo-francesi

L’autorevole affermazione di Foietta: “L’auspicio alla preliminare saturazione del vecchio Frejus stava scritto nel trattato di Torino del 2001 che rappresenta oramai la preistoria” contrasta totalmente con l’enfasi che ha sempre caratterizzato il lavoro dell’Osservatorio stesso sin dalla sua creazione, mirato a dimostrare l’imminente saturazione della linea storica. Basti ricordare che i “Quaderni” numero 1 e 2, sono stati interamente dedicati alla saturazione della linea esistente. Quindi l’Osservatorio avrebbe sempre lavorato per dimostrare un qualcosa che era del tutto inutile, come mai?
Anche la successiva affermazione conferma le nostre tesi ed appare veramente singolare che il Presidente dell’Osservatorio rivendichi con orgoglio il fatto che “L’accordo del 2012, all’articolo 28, abroga le disposizioni in contrasto presenti negli accordi precedenti, dicendo: Le disposizioni del presente Accordo abrogano quelle degli Accordi del 15 gennaio 1996 e del 29 gennaio 2001 nella misura in cui sono ad esse contrarie e che quindi non esiste nessun obbligo o prerequisito di saturazione della linea esistente”.
A tal proposito poniamo due domande: 
• La saturazione prevista nell’accordo del 2001 è in contrasto con le disposizioni dell’accordo del 2012? Se si allora il Presidente spieghi il perchè!
• Come è possibile “abrogare” una disposizione a cui non si fa minimamente cenno nell’accordo del 2012 se non è in contrasto con l’accordo stesso?
Questo significa che tutto il progetto è stato sempre presentato, sin dal suo concepimento, come unica alternativa alla imminente saturazione della linea storica ed ora, visto che non è più sostenibile la tesi bufala iniziale che questa è stata semplicemente cancellata e si è passati ad altre fantasiose motivazioni per giustificarlo.
Poiché il Presidente dell’Osservatorio vuol sembrare un esperto in “paleontologia degli accordi italofrancesi” ci domandiamo: se ritiene “preistoria” quanto sancito dall’accordo italo-francese del 2001, come definirebbe i dati trasportistici – che sono alla base della giustificazione del progetto – che risalgono al 2004 e che non sono mai stati aggiornati a distanza di 12 anni nonostante la crisi economica che ha radicalmente ridisegnato il mondo occidentale?
Concordiamo infine con il Presidente Foietta nel fatto che bisogna saper leggere meglio gli accordi, virtù che egli pare predicare, ma non praticare; infatti proprio l’Accordo Italia-Francia per la realizzazione e l’esercizio di una nuova linea ferroviaria Torino-Lione, del 30 gennaio 2012, da lui citato, dice all’art 1, comma 3°, che “il presente accordo non costituisce uno dei protocolli addizionali previsti dall’art. 4 dell’accordo firmato a Torino tra i governi italiano e francese il 29 gennaio 2001. In particolare non ha come oggetto il permettere l’avvio dei lavori definitivi della parte comune italo francese che richiederà l’approvazione di un protocollo addizionale separato, tenendo conto in particolare della partecipazione definitiva dell’Unione Europea al progetto.”
Dal momento che non esiste alcun Protocollo relativo “alla partecipazione definitiva dell’Unione Europea al progetto” i lavori per la realizzazione della Torino-Lione non possono ancora iniziare e quindi la notizia che “I vertici dei governi di Parigi e di Roma saranno il 21 luglio a Saint Martin la Porte per l’avvio dello scavo del primo tratto del tunnel di base della Torino-Lione”, come conferma un autorevole quotidiano, sta a dimostrare ancora una volta che l’Osservatorio è stato ed è in primo piano nell’opera di disinformazione al solo scopo di creare una “copertura” alla realizzazione della
nuova linea Torino-Lione ad Alta Velocità, a scapito di interventi meno onerosi ma più utili alle normali linee ferroviarie.

Il Presidente
(Mario Cavargna)  

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