Magistratura francese: ‘Distruggere le immagini di Nizza’

attentato-nizza4
La magistratura esige la cancellazione di tutte le immagini riprese dalle videocamere durante e dopo l’attentato del 14 luglio. Cosa si vuol nascondere a Nizza?
 
di Pino Cabras
 
Ne parla Le Figaro, che non manca di registrare l’assoluto sconcerto degli operatori del centro di videosorveglianza del Comune, sbalorditi da una proposta tanto irrituale. Eppure è così: se non vogliono avere guai penali, dovranno eliminare immediatamente tutto ciò che le 140 videocamere piazzate intorno al luogo del delitto hanno visto dalle ore 22:30 del 14 luglio alle ore 18:00 del giorno dopo.
 
La motivazione ufficiale per la distruzione delle prove è evitare diffusioni incontrollate di immagini che possano ledere la dignità delle vittime o che possano essere usate a fini propagandistici dai terroristi jihadisti.
Ma nel concreto accadrà un’altra cosa: in Francia è in vigore da quasi 20 mesi una legislazione da “Stato d’eccezione”, per cui le copie incomplete delle registrazioni saranno affidate a un sistema opaco, che agisce con totale irresponsabilità in nome di un’emergenza ormai permanente, senza i normali bilanciamenti e controlli dello Stato di Diritto.
 
I precedenti sono già preoccupanti: non abbiamo praticamente immagini della strage del Bataclan del 13 novembre 2015 e quindi non possiamo arrivare a giudicare nulla su cosa sia davvero accaduto allora.
 
Partiamo dall’ipotesi minima. Può darsi che si vogliano insabbiare delle responsabilità legate a una semplice negligenza, come quella gravissima che ha denunciato un’inchiesta del quotidiano Libération, che sbugiarda le dichiarazioni del primo ministro socialista Manuel Valls e del ministro dell’interno Bernard Cazeneuve. I due avevano dichiarato che i controlli erano stati accurati e che c’era un posto di blocco robusto, con veicoli che bloccavano l’accesso al Lungomare degli Inglesi, tanto che il camion in mano all’assassino stragista avrebbe forzato il blocco solo salendo sul marciapiede. Tutto falso, come ha dimostrato Libération quando ha usato le armi più pericolose di un’inchiesta: immagini e testimonianze. Lo ha ricordato Marcello Foa: “Il governo francese ha mentito. Ha cercato, a posteriori, di aggiustare la realtà per coprire le proprie clamorose lacune”.
Ebbene, in questo aggiustamento a posteriori potrebbe rientrare anche la cancellazione delle immagini della strage.
 
Le motivazioni ufficiali francesi somigliano a quelle usate dagli americani per non far vedere il corpo di Osama Bin Laden dopo che venne rimosso dalla Storia nel 2011. Dissero che nessuno doveva vedere Osama morto per non far strumentalizzare le immagini dai terroristi jihadisti. Come no? Il presunto seppellimento in mare chiuse per sempre la questione. A quanto pare anche nel mare della Costa Azzurra si vuole seppellire tutto, per fidarci solo di chi detiene le chiavi dell’allarme.
 
E qui l’atteggiamento delle autorità francesi autorizza a non trascurare altre ipotesi, più maligne. Ipotesi che non cercano solo la negligenza, ma vanno a rintracciare eventuali profonde complicità con la mano stragista.
Se io fossi un magistrato abbastanza protetto dall’indipendenza della mia funzione, nell’indagare su un massacro terroristico cercherei di non essere precipitoso, non avrei tutta questa fretta di eliminare fotogrammi che potrebbero mostrarmi eventuali complici del “lupo solitario” in azione, e scoprire magari che i lupi sono tanti, e si accoppiano con i lupi che il mio Stato ha inviato – a centinaia – a destabilizzare mezzo Mediterraneo. Fuor di metafora, in Francia, dove la magistratura non è poi così tanto indipendente, un magistrato aveva messo ugualmente becco nell’oscura vicenda della strage parigina della rivista Charlie Hebdo. La sua inchiesta venne fermata d’imperio dal ministro dell’interno Cazeneuve, là dove emergevano i rapporti tra i terroristi e i servizi segreti francesi: segreto militare, e più non dimandare.
 
Perfino il presidente turco Erdoğan, mentre difende le sue misure draconiane appena agli esordi in Turchia durante un’intervista ad Al Jazeera, ha buon gioco a citare lo Stato d’emergenza francese come un’anomalia molto più sperimentata.
 
La domanda rimane: cosa si vuol nascondere a Nizza?
 
 
AGGIORNAMENTO
 
Il quotidiano nizzardo Nice Matin riferisce che il Comune di Nizza intende rifiutarsi di cancellare le immagini. L’avvocato del Comune, Philippe Blanchetier, annuncia che l’amministrazione comunale non solo denuncerà il decreto ingiuntivo che ha ricevuto, ma che si appresta anche a chiedere al procuratore di Nizza di sequestrare queste immagini “al fine di non compromettere eventuali altre procedure che possano emergere al di là delle indagini anti-terrorismo attuali”.
 

“L’Unione Europea fermi la repressione in Turchia”: lettera aperta dell’Arci Savona

LA UE DEI BANCHIERI, DEI LOBBISTI fatta di TECNOCRATI NON ELETTI, certo comprenderà che significa democrazia, la Ue che detesta il popolo perché…troppo populista vuoi che non comprenda le ragioni dei popoli?
 
Al direttore | martedì 26 luglio 2016, 08:13
 
Lettera aperta di associazioni, sindacati, ong a Federica Mogherini,
Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari Esteri.
 
“Associazioni, sindacati, reti e ong hanno inviato una lettera aperta a Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri, in cui esprimono profonda preoccupazione per la deriva autoritaria assunta dal governo turco.
Il prolungamento dello stato d’emergenza e la sospensione della Convenzione Europea dei Diritti Umani aprono scenari drammatici, mentre il presidente Erdogan con sistematiche epurazioni sta eliminando qualsiasi luogo di produzione di idee critiche, nelle scuole, nelle università, nei media, nella magistratura. Sono più di 60mila gli insegnanti, i magistrati, i funzionari pubblici, i giornalisti sollevati dal loro incarico, mentre sono state incarcerate 13mila persone, e il numero, in entrambi i casi, cresce costantemente.
Di fronte a questo scempio della democrazia, le istituzioni e i governi europei non hanno purtroppo reagito con la necessaria fermezza. L’UE sta dimostrando di essere vittima del ricatto esercitato dal governo turco data la sua posizione strategica nella regione. Ma nessuna ragion di stato può giustificare il silenzio europeo di fronte alle violazioni dei diritti umani e agli arresti indiscriminati.
Alla Mogherini viene chiesto di mettere in campo tutte le azioni possibili per fermare il disegno autoritario di Erdogan, a cominciare dalla sospensione del processo di integrazione europea e dell’accordo sui migranti.
Da parte loro, i firmatari si impegnano a promuovere in Italia e in Europa azioni di solidarietà col popolo turco, con l’obiettivo di arrivare a un grande appuntamento europeo per impedire ad Erdogan di cancellare la democrazia in Turchia.
In Italia è in programma già per domani un sit-in nei pressi dell’ambasciata turca. Dopo quello che si è tenuto mercoledì scorso per la libertà di informazione, quello di domani, promosso da Flc-Cgil, Cisl scuola e Uil scuola, avrà al centro la difesa del sistema dell’istruzione.
Per sottoscrivere la lettera cliccare su www.progressi.org/turchia
Primi firmatari: Arci, Legambiente, Libera, Centro Astalli, Acli, Flc-Cgil, Fnsi, CittadinanzAttiva, Fiom-Cgil, Auser, Slow Food, Rete della Pace, Focsiv, Aiab, Articolo 21, Arci servizio civile, Asgi, Cies,Cime, Cnca, Cospe, Gruppo Abele, Federbio, Link, Lunaria, Mani Tese, Movimento difesa del cittadino, Movimento nonviolento, Progressi.org, Rinnovabili.it, Un ponte per…, Rete della conoscenza, Rete studenti medi, Sei-Ugl, Sì rinnovabili No nucleare, Tavola della Pace, Uds, Udu, Uftdu, Ambiente e lavoro, Comuni virtuosi, Medici per l’ambiente, Centro volontariato int. Udine, Coordinamento comasco per la pace.
Per Arci Savona
Il Presidente
Alessio Artico”

Riforma pubblico impiego. Niente scatti automatici, mobilità d’ufficio o licenziamento per gli esuberi

Cgil Cils e Uil e società civile è troppo preoccupata per i diritti civili in Turchia (come se ieri ante golpe Erdogan non si fosse mai comportato così mah) e troppo occupata ad organizzare un sit in davanti all’ambasciata turca per OCCUPARSI DELLA DISINTEGRAZIONE DEI DIRITTI  IN ITALIA.
Non chiamateli servi.
di Giulia Boffa
Secondo la bozza del nuovo testo unico sul pubblico impiego, vengono eliminate due delle certezze dei dipendenti pubblici.
 
Il documento, che appartiene ad un pezzo della legge delega sulla riforma della P.A., prevede che ogni anno tutte le amministrazioni comunichino al ministero le “eccedenze di personale” rispetto alle “esigenze funzionali o alla situazione finanziaria”: in pratica i dipendenti in esubero possono essere trasferiti in un altro ufficio, purché questo si trovi a 50 chilometri da quello di provenienza, con la mobilità obbligatoria.
 
In alternativa, le ‘eccedenze’ possono essere messe in ‘disponibilità’, ossia non lavorano e percepiscono l’80% dello stipendio, compresi i contributi per la pensione. Se entro due anni non trovano un’altra occupazione, anche accettando un inquadramento più basso, con conseguente taglio dello stipendi, si viene licenziati.
 
In realtà un sistema simile esiste già, ma non sono previste sanzioni agli uffici che non comunicano le eccedenze. Il nuovo testo unico, invece, prevede lo stop alle assunzioni e l’avvio del procedimento disciplinare per il dirigente.
 
Per quanto riguarda gli scatti di anzianità, la bozza del nuovo testo unico li elimina del tutto e prevede che lavoro dei dipendenti pubblici sia valutato ogni anno dai dirigenti.
 
Sulla base di tale valutazione, verrà assegnato un aumento, variabile a seconda delle risorse disponibili e comunque erogato a non più del 20% dei dipendenti per ogni amministrazione.
 
Tra le altre novità c’è anche l’obbligo della conoscenza dell’inglese per i concorsi pubblici e la visita fiscale automatica che scatterà per le assenze del venerdì e nei giorni prefestivi. Inoltre, la bozza prevede anche il buono pasto di 7 euro al giorno, uguale per tutti gli impiegati, stop anche all’indennità di trasferta.
 
Il governo prevede di approvare la legge delega entro settembre, ma la riforma della pubblica amministrazione dà tempo fino a  febbraio 2017.

Siria: Aleppo, ribelli (sostenuti dall’Occidente) sull’orlo del collasso

GLI skagnozzi tagliagole (oops, ribelli contro il cattivo dittatore di turno) se la passano male e subito il loro protettore francese ha la “scusa” per intervenire con i raid..che caso
 
Russian-aircraft-in-Syria
DAMASCO 26-07- Mentre continua l’avanzata dell’Esercito siriano all’interno della città di Aleppo con i gruppi ribelli allo sfascio, a sud, precisamente a Quneitra, l’aviazione israeliana ha attaccato le postazioni delle truppe siriane.
 
Il comandante della 16a Divisione del Free Syrian army, sostenuto dall’Occidente, ed i suoi assistenti si sono dimessi dai loro incarichi per “ragioni di salute”, hanno detto. Questa fazione armata è la forza principale che combatte l’esercito siriano nei distretti Bani Zaid e Khalidiyah di Aleppo City.
 
Tutti gli ordini, incarichi, e gradi distribuiti dal vecchio comandante prima delle sue dimissioni sono da considerarsi nulli. I militanti del gruppo di opposizione sono ora allo sbando ed in in attesa di nuovi ordini.
 
L’alto comando della 16a Divisione molto probabilmente ha abbandonato il suo incarico dopo aver subito colpi pesanti sia in termini di attrezzature e uomini sull’asse Layramoun-Khalidiyah. Alcuni sospettano che il comandante ed i suoi assistenti siano fuggiti in Turchia, non essendo stato in grado di fermare l’avanzata delle formazione d’élite dell’Esercito siriano, la 4a Divisione meccanizzata.
 
I miliziani Jihadisti di Fatah  Halab sono ststi sottoposti nelle ultime 48 ore a continui bombardamenti nella provincia di Aleppo e non sembra che otterranno alcun sollievo a breve, visto l’intensificarsi degli attacchi dell’aviazione russa dal cielo e delle forze speciali siriane ed Hezbollah via terra. Un corrispondente della foza “Tigre” ha riferito che i russi hanno martellato le posizioni dei terroristi nella zona nord di Aleppo distruggendo veicoli ed attrezzature a Kafr Hamra, Bayyanoun, Hayyan, Haritan, ed a  ‘Anadan.
 
Questi attacchi aerei hanno svolto un ruolo imprescindibile nell’avanzata delle forze siriane visto che hanno potuto approfittare della rottura del fronte e del controllo della strada del Castello da cui affluivano i rifornimenti ai gruppi terorristi, ora circondati da ogni lato.
 
Intanto, questo pomeriggio, elicotteri israeliani hanno attaccato le postazioni siriane all’interno della città di Ba’ath in risposta, secondo il regime israeliano, a dei colpi di mortaio lanciati sulle Alture del Golan occupate da Israele. Guarda caso, ogni qualvolta le formazioni ribelli si trovano in difficoltà, interviene l’aviazione israeliana o gli elicotteri per fornire loro appoggio.
 
Una fonte militare nel Golan ha riferito ad Al Masdar-News che i missili israeliani hanno mancato il loro obiettivo a Ba’ath City. Tuttavia, l’esercito siriano ha negato di aver sparato eventuali colpi di mortaio verso le alture del Golan occupate da Israele, accusando i ribelli del gruppo di Jabhat Al-Nusra (ramo siriano Al-Qaeda) di creare provocazioni allo scopo di innescare una reazione violenta da parte dei militari israeliani.
 
In passato, i ribelli takfiri hanno usato la loro presenza sul confine con Israele per scatenare uno scontro violento tra gli eserciti israeliani e siriani. Risulta da tempo il livello di cooperazione raggiunto tra le forze ribelli e lesercito israeliano che fornisce assistenza e provvede al ricovero dei miliziani feriti presso le strutture ospedaliere israeliane.
 
Fonte: Al Masdar
 
Traduzione: Manuel de Silva

L’isteria antirussa arriva al massimo grado: i media statunitensi accusano Trump di essere “un agente di Putin”

Leggere le sue dichiarazioni,  non vuole un intervento contro la Russia e non vuole impartire lezioni di democrazia ad altri paesi dato che in tema di diritti ne hanno in Us di problemi da risolvere.  QUindi  un mostro cattivo cattivo…..pericoloso..NON VUOLE LE GUERRE UMANITARIE TANTO CARE AI MORALMENTE SUPERIORI
donald-trump-gop-debate-fox-news
Le dichiarazionini  nello stile della real politik del candidato repubblicano Donald Trump provocano commenti “cospiratori” nella stampa nordamericana – “Trump si è rivelato come un agente del presidente russo”, afferma un giornalista.
Donald Trump, candidato ufficiale del partito Repubblicano alla Presidenza degli USA, ha concesso questa settimana una intervista al giornale The New York Times’ in cui affronta le tematiche internazionali e, fra quelle, il fallito golpe in Turchia e la cooperazione con i suoi alleati degli USA e nella NATO, sullo sfondo della convention del suo partito.
 
Dichiarazioni irritanti
 
Il candidato repubblicano si è mostrato molto pragmatico e si è astenuto dal fare commenti peggiorativi in relazione alle azioni che sta adottando il presidente turco Erdogn, in risposta al tentativo golpista in Turchia.
“Credo che al momento  parlare sui diritti civili, quando il nostro stesso paese ha molti problemi in questo ambito , è molto difficile per noi coinvolgerci nelle questioni interne di altri Stati”, ha detto Trump.
“Quando tutti vedono la pessima situazione in cui ci troviamo come Stati Uniti (dove i poliziotti sparano ai neri ed i neri sparano ai poliziotti), ed allo stesso tempo, vogliamo dare lezioni agli altri sui diritti civili, non mi pare che possiamo essere proprio noi  un buon esempio istruttivo”.
 
Interpellato poi sugli alleati della NATO, Trump ha detto che vari membri dell’Organizzazione non effettuano i pagamenti necessari previsti nel trattato, cosa che sembra molto preoccupante. In questo senso, Trump crede che gli USA non devono proteggere necessariamente i propri alleati della NATO, in osservanza dell’accordo, mentre altri membri si permettono di rinunciare ai pagamenti.
 
Questo tipo di reazioni, che più sembrano essere parte di una strategia basata sugli interessi pratici del paese e nelle azioni concrete, invece della pura demagogia, ha provocato una ondata di commenti allarmistici nella stampa. In questo senso , Jeffrey Goldberg, corrispondente dell’Atlantic, ha scritto che Trump si è dimostrato come “un agente del presidente russo Vladimir Pututin”.
Nel contempo, Franklin Foer, della rivista ‘Slate, che ha battezzato Trump come “marionetta di Putin”, ritiene che il candidato repubblicano è un “sogno geostrategico” del presidente russo. Intanto, l’opinionista del “The Washington Post’, Jennifer Rubin, offre un suo articolo con tutta una sua compilazione di commenti di diversi politici preoccupati per il fatto che Trump ” fa il gioco di Vladimir Putin”.
 
Questi sono in sintesi  i commenti della stampa  ufficiale  statunitense, legata agli interesi di Wall Street e dell’apparato industriale militare, la più forte lobby che guida la politica estera USA e di cui la Hillary Clinton rappresenta il candidato ufficiale.  Si tratta di tutte le potenti lobby che vedono come il “fumo negli occhi” la possibilità che un candidato, al di fuori dell’establishment, possa arrivare alla presidenza della Casa Bianca e rendersi indipendente dal condizionamento agli interessi di Wall Street e dell’elite finanziaria USA.
 
Questo spiega la guerra mediatica dichiarata contro Trump dai grandi media e dai Think Tank che influenzano l’opinione pubblica.
 
Manuel De Silva