DENUNCIATI 30 ATTIVISTI NO TAV PER L’INVASIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE

http://www.lastampa.it/2016/07/06/edizioni/alessandria/denunciati-attivisti-no-tav-per-linvasione-del-consiglio-comunale-SNg9P7JR2mUEEt7xWdIe6I/pagina.html

Bloccarono una seduta il 14 aprile a Novi Ligure: rischiano un anno di carcere

La questura di Alessandria

06/07/2016
MIRIAM MASSONE
NOVI LIGURE

Rischiano un anno di carcere per aver «invaso» il consiglio comunale di Novi, il 14 aprile: urla, fischi, bandiere No Tav sventolanti, occupazione per impedire la votazione delle osservazioni alla modifica del tracciato della nuova linea ferroviaria. Una protesta eclatante, quella del popolo No Terzo Valico, che costerà molto cara a 30 manifestanti.  

E tra l’altro proprio alla vigilia di u n nuovo presidio annunciato per il 19 luglio, giorno nel quale è fissato l’esproprio del terreno «101», l’appezzamento di Pozzolo Formigaro acquistato nel 2013 da 101 attivisti. I 30 di Novi sono stati tutti denunciati. Digos e carabinieri, verbale del consiglio comunale alla mano, hanno dovuto procedere d’ufficio, contestando l’articolo 340 del codice penale: interruzione di un ufficio o servizio pubblico. Reato che contempla anche la reclusione fino a un anno. Tra loro il volti noti della protesta No Terzo Valico.  

Non solo Tav: perché le grandi opere ci piacciono

Non solo Tav: perché le grandi opere ci piacciono (ma a chi ? Nota di PresidioEuropa) Delrio e Nardella mettono in dubbio lavori inutili. Che però restano molto popolari (Questo sottotitolo è una citazione sbagliata della redazine de il Fatto Quotidiano. Qui la giusta citazione dall’articolo : “Che però restano popolari perché piace proprio a tutti: ai politici centrali e locali perché inaugurano prima l’apertura del cantiere e poi l’opera finita (se viene finita… ). “

http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/non-solo-tav-perche-le-grandi-opere-ci-piacciono/

Delrio e Nardella mettono in dubbio lavori inutili. Che però restano molto popolari
di  | 6 luglio 2016

 

Si riapre apparentemente il dibattito sulla linea Torino-Lione (impropriamente chiamata Tav), ma anche sul sottopasso e la nuova stazione dell’Alta Velocità a Firenze. Sia il premier Matteo Renzi che il ministro dei Trasporti Graziano Delrio avevano espresso, prima di assumere i ruoli attuali, forti perplessità sulla logica berlusconiana delle Grandi Opere. Ma poi hanno cambiato idea. Occorre capire il perché di questa passione “bipartisan” per lo spreco di soldi pubblici. Sgombriamo il campo dalle pseudo-argomentazioni “ L’Europa lo vuole!” e “Ci sono dei contratti firmati che comporterebbero penali terribili”.
Le opere “decise dall’Europa” (corridoi TEN-T ecc.) non sono altro che collage di opere volute a livello nazionale e contrattate in Europa tenendo conto dei soldi disponibili per ciascun Paese, soldi che a loro volta sono frutto di quanto versato dai Paesi stessi.
Se non si vuole un’opera, si chiedono gli stessi soldi per un’altra.
Le penali: il soggetto politico o amministrativo che ha firmato con privati contratti onerosi molto prima che i soldi fossero realmente disponibili dovrebbe forse interessare indagini penali, prima che si parli di altri tipi di penali. Lo Stato che volesse recedere da uno di quei “patti scellerati” ha molte armi nel suo arsenale, come dimostrò da ministro Pier Luigi Bersani prima del ritorno di Silvio Berlusconi al governo: può per esempio negoziare opere diverse, e di più rapida realizzazione, sotto la credibile minaccia che quell’impresa diventi “sgradita” al suo principale cliente. Tralasciamo il pur non trascurabile tema della corruzione (diceva Beniamino Andreatta, che parlava al suo partito, la Dc: “Chi promuove grandi opere è interessato solo alle proprie tangenti”).
LA GRANDE OPERA (inutile) è popolare perché piace proprio a tutti: ai politici centrali e locali perché inaugurano prima l’apertura del cantiere e poi l’opera finita (se viene finita… ).
“ Guardate cosa vi regaliamo…”. Tanto chi controlla se è costata il doppio del preventivo (il tempo minimo per costruirla è di 5 anni)? Sono contenti anche i costruttori e i lavoratori che saranno impegnati (pochissimi per euro speso, ma questo dato non viene molto pubblicizzato).
Figuriamoci poi se il traffico reale risulta, ancora altri anni dopo l’apertura dell’opera, la metà di quello previsto, confermando così l’inutilità o il sovradimensionamento del progetto. Nessuno se ne accorgerà. Gli utenti godono dell’opera, non pagandola loro, o hanno vantaggi comunque molto superiori a quanto pagano con il pedaggio. Ultime, spesso, le comunità locali, che ottengono risarcimenti e compensazioni a volte anche quando hanno reali benefici dall’opera: l’aumento dei costi per opere di mitigazione o servizi extra non dispiace ai promotori e ai costruttori. Le opposizioni locali ostinate che non accettano compensazioni sono l’eccezione, non la regola.
Le opere di cui si riducono i costi sono solo quelle sulla linea da Torino all’imbocco del tunnel, probabilmente inutili, visto che i francesi dal loro versante hanno dichiarato che non faranno nulla per la linea fino a Lione “causa traffico insufficiente”. Quindi per i prossimi decenni la linea servirà solo il traffico merci, non i servizi Av. Noi “risparmiamo ”su opere che dopo la decisione francese dovevano essere quasi integralmente cancellate. Rimane il tunnel, pagato a metà dai francesi e in parte dal’Europa: l’utilità è dubbia, a causa del modesto traffico e della sottoutilizzazione della linea esistente. Ma un risparmio serio potrebbe essere ottenuto passando da una doppia canna a una semplice, sufficiente per tutti i treni super-pesanti e che “soffrirebbero” sulla linea esistente, molto più pendente.
LA STAZIONE di Firenze in sotterranea è un progetto costoso e scomodo per il rapporto tra AV e treni locali, che continueranno a servirsi dell’attuale stazione fiorentina in superficie, dato che le due stazioni sono mal raccordate. Il passaggio sotterraneo fu ottenuto dai fiorentini per non essere da meno dei bolognesi, che l’avevano avuto per pseudo-ragioni ambientali poco prima. Tanto, nessuno di questi enti locali ne paga i costi.
I costi sono a carico della collettività, tanto lo Stato italiano è ricco, al punto di aver messo in cantiere altre opere ferroviarie forse più inutili e certo più costose del Tav (il terzo valico di Genova, per citarne una).
E perché no, se son vere le considerazioni che abbiamo esposto?

ITALICUM, DADONE (M5S): “VITTORIA IMPORTANTE PER LA DEMOCRAZIA, ABBIAMO PIENA FIDUCIA NELLA CORTE COSTITUZIONALE”

E’ notizia di ieri che il Tribunale di Torino ha ammesso il ricorso presentato e firmato dalla sottoscritta unitamente a Don Ciotti, il Magistrato in pensione Livio Pepino e l’ex sindaco Diego Novelli contro l’Italicum sollevando la questione di costituzionalità di fronte alla Consulta.
 
Non possiamo che essere soddisfatti visto che si tratta degli stessi punti, premio di maggioranza e capilista bloccati, su cui tanto abbiamo lottato in aula mentre il Pd imponeva il proprio testo di legge attraverso il ricorso alla fiducia. Nel giorno in cui i comitati referendari hanno annunciato il non raggiungimento delle firme per abrogare la legge elettorale, il Tribunale di Torino ha ammesso che quei quesiti hanno un senso.
 
Ora la parola passa alla Corte Costituzionale che saprà ben giudicare quelle questioni che tanto abbiamo criticato rimanendo inascoltati mentre i parlamentari dei partiti votavano obbedendo agli ordini di scuderia di partito e non alla propria coscienza.
 
Fabiana Dadone, deputata MoVimento 5 stelle

Barriere

barriere

Le barriere giovano soltanto a impoverire i popoli, a inferocirli gli uni contro gli altri, a far parlare a ciascuno di essi uno strano e incomprensibile linguaggio, di spazio vitale, di necessità geopolitiche e a far pronunciare ad ognuno di essi esclusive scomuniche contro gli immigrati stranieri, quasi che fossero lebbrosi e quasi il restringimento feroce d’ogni popolo in se stesso potesse, invece di miseria e malcontento, creare ricchezza e potenza – Luigi Einaudi

Terzo Valico Tav: nessun soldo dall’Europa, come previsto

Arrivata la conferma dall’Europa: neanche un euro per il Tav del terzo valico. Dopo le strombazzate governative si rivela la verità che tutti conoscevano.

di Notavterzovalico.info.

Lo avevamo scritto in tempi non sospetti che L’Europa non ha mai chiesto la realizzazione del Terzo Valico (). Era il marzo del 2014 e stanchi di sentir ripetere la solita triste litania del “…ce lo chiede l’Europa…” avevamo pubblicato un dettagliato articolo che dimostrava come fossero le solite grandissime balle di una classe politica interessata esclusivamente a spartirsi la torta dell’ennesima grande opera inutile. Poi a gennaio di quest’anno avevamo messo in evidenza come dall’Europa fosse arrivata l’ennesima bastonata nei confronti della nuova linea ferroviaria. La Commissione Europea sottolineava come il Terzo Valico fosse la più costosa fra le opere di cui gli Stati membri avessero chiesto il finanziamento.

Quindi oggi non ci stupiamo a leggere che la Commissione Europea ha deciso di escludere il Terzo Valico dalle opere da finanziare. Zero Euro, una bocciatura senza appello che la dice lunga su chi in questi anni ha raccontato la verità e su chi ha raccontato un sacco di cazzate (scusate il francesismo). I magnifici disonorevoli del Partito Democratico, i Ministri Lupi e Del Rio, quei servi di tutti i Sindaci interessati dall’opera che hanno sempre steso il tappeto rosso al passaggio dei devastatori del Cociv oggi dovrebbero semplicemente vergognarsi e chiedere scusa ai cittadini per averli ripetutamente presi in giro. Le chiacchiere stanno a zero: se l’Italia vorrà continuare a costruire un’opera inutile dovrà farlo solo ed esclusivamente coi soldi estorti dalle tasche di tutti i contribuenti italiani. Soldi che sarebbe molto meglio spendere a favore di casa, , salute, reddito e dissesto idrogeologico.

La coperta per realizzare il Terzo Valico è sempre più corta e l’ultima trovata dalle parti del Governo per far proseguire l’opera pare sia quella di ridurre di oltre la metà il costo dei lavori del terzo lotto da 1,27 miliardi di Euro a 600 milioni di Euro. La stessa operazione già fatta per il secondo lotto, originariamente previsto da 1,1 miliardi di Euro e portato a 860 milioni di Euro.

Chissà se davanti all’ennesima porcheria la Corte dei Conti deciderà di chiudere entrambi gli occhi, avvallando il tentativo di portare avanti la costruzione dell’opera scaricando continuamente sui lotti successivi i costi dei lavori che oggi il Governo italiano non sa come coprire. Senza considerare la questione della presenza di amianto che farà necessariamente lievitare i costi e per cui è stato presentato un esposto alla stessa Corte dei Conti.

P.S.: nessuno si illuda che alla Commissione Europea vi sia gente migliore che a Palazzo Chigi (basta guardare a come si stia tentando di strozzare in queste ore il popolo greco). Fra le opere finanziate dall’EU compare anche il Tav Torino – Lione e questa cosa ci fa godere solo a metà considerato il rapporto fraterno e di gratitudine che ci lega da sempre al Movimento  della Valsusa. Nessuno si illuda, abbiamo visto con i nostri occhi come nella valle che resiste il morale sia sempre più alto a partire dalla meravigliosa giornata di lotta di domenica scorsa a cui abbiamo dato con gioia il nostro contributo. Dalla valle alla pianura un solo grido a sarà dura!

Tracciati e cantieri – Il TAV a Rivalta

mappa cantieriCliccando sulla figura viene aperta una mappa del tracciato e dei cantieri nel territorio di Rivalta, per la realizzazione dell’ipotesi di nuova linea ferroviaria Torino Lione.

Uso della mappa

Cliccando su ciascuna area di cantiere si visualizza una breve descrizione delle opere ipotizzate e delle attività di cantiere previste. La mappa (basata su Google Maps) presenta sia la visualizzazione stradale che satellitare (tasto nell’angolo estremo in basso a sinistra). E’ possibile ingrandire la visualizzazione (tasti + e – nell’angolo in basso a sinistra della mappa).

Esempi di cantieri

esempio di possibile cantiere industriale per la realizzazione della galleria verso Avigliana

esempio di possibile cantiere industriale per la realizzazione della galleria verso Avigliana

esempio di possibile cantiere di scavo a cielo aperto di galleria artificiale

esempio di possibile cantiere di scavo a cielo aperto della galleria artificiale

esempio di possibile cantiere di realizzazione a cielo aperto di galleria artificiale

esempio di possibile movimentazione del materiale di scavo nell'area di deposito

esempio di possibile movimentazione del materiale di scavo nell’area di deposito

esempio di possibile cantiere di realizzazione a cielo aperto nella zona della duna artificiale

esempio di possibile cantiere di movimentazione del materiale si scavo per realizzazione di duna artificiale

Fonti

Le informazioni riportate sulla mappa sono tratte dal progetto preliminare redatto da Rete Ferroviaria Italiana (RFI). Questo progetto è stato presentato del marzo 2011. Il Ministero dell’Ambiente si è espresso con parere positivo (vincolato a numerose prescrizioni) solo nel dicembre 2013. Manca a tutt’oggi l’approvazione che spetta al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), organismo del Governo.

Il 1 luglio 2016 il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha annunciato una revisione del progetto della Torino Lione, con una riduzione delle opere previste. In tale riduzione, oltre al tunnel di base tra Susa e Saint Jean de Maurienne (Francia), viene mantenuta la nuova ferrovia tra Avigliana e lo Scalo di Orbassano. Tutte le opere già previste a Rivalta sono integralmente confermate nelle intenzioni del Governo.

RFI dovrà ora presentare un progetto definitivo da sottoporre nuovamente all’iter di valutazione tecnica e ambientale. Tale progetto è attualmente in preparazione. A tale scopo sono stati effettuati i carotaggi nell’aprile e nel giugno 2016 a Rivalta.

I fondi stanziati dallo Stato si limitano ad alcune decine di milioni di euro, per le attività di progettazione. Il costo delle opere previste tra Avigliana e Orbassano è attualmente stimato in 1,5 miliardi di euro, al momento non disponibili.

Il progetto preliminare RFI completo è consultabile sul sito di Regione Piemonte.

Si sono ribellati, il quadro della situazione

Sono partiti in cinque, ora sono in due. La Procura non molla l’osso dei cautelari

di Valsusa Report

Da quando più di tre settimane fa in valle sono piovute le restrioni alla libertà personale, il quadro vede, cinque dei 23 colpiti, decidere di continuare a fare la vita di sempre. Nicoletta continua il suo punto d’informazione al locale storico dei No Tav, La Credenza di Bussoleno, Gianluca continua il suo mestiere di scrittore ed informatore sociale sui canali da sempre usati, Eddy continua i suoi studi per la laurea e Giuliano e Luca continuavano le attività che il movimento mette in piedi periodicamente. Ad alcuni di loro gli è stato impedito notte tempo o a ridosso di attività programmate di continuare.

Biciclettata notav

Così, le forze in divisa arrivano fino a Genova per “catturare” – nel loro gergo – il ribelle Gianluca, che stava svolgendo per il movimento il compito di incontrare la regista del nuovo docufilm No Tav. Giuliano e Luca invece, controllate le biciclette stavano preparandosi ad affrontare il lungo viaggio che li avrebbe portati a Bayonne, ai confini con la Spagna, per l’attività di sensibilizzazione che tutti gli anni in prossimità del Forum contro le Grandi Opere Inutili ed Imposte () si svolge in diversi paesi. Il  ha toccato paesi come la Romania, il Marocco e l’anno scorso in Italia, quest’anno è il turno della Francia, molti chilometri in bicicletta, una media di 100 al giorno ed incontri in tutte le regioni del tracciato Tav. [QUI] il servizio della rete Alpes3 nazionale.

Come si sono allontanati dai territori più controllati dai No Tav, sono stati  “catturati” dai carabinieri di zona.  “Ce li siamo trovati davanti” le parole del Capitano dei Carabinieri per l’occasione di passaggio proprio lì. “Sono fermi che fanno discutere e pensare – dicono dal movimento – non che non si sapeva come sarebbe andata, i ragazzi hanno ben chiaro cosa sarebbe successo, ma si sa in Italia se non fai paura o non hai agganci di potere, ti trovano subito. Per altri ci vogliono anni se non decenni, almeno con noi si possono vantare del funzionamento della macchina investigatrice”, quindi è passato solo un giorno da quando Giuliano e Luca hanno pubblicamente detto che avrebbero continuato la vita di sempre e quindi come previsto partivano insieme ai loro amici e compagni di bicicletta. Tradotto in carcere per Giuliano, portato nella celletta della caserma di Rivoli per Luca e messo ai domiciliari Gianluca. Queste i primi fatti sui cinque ribelli.

Ieri 5 luglio l’udienza per direttissima, leggiamo su uno dei siti del movimento:

“Giuli e Luca, dopo essere stati fermati e portati via dai carabinieri mentre si accingevano a partire per la , questa mattina sono stati processati per direttissima. Il giudice ha disposto per loro una nuova misura cautelare ai domiciliari ma per effetto dell’aggravamento della prima misura cautelare, chiesta dal pm Antonio Rinaudo, Giuli e Luca dovranno passare dal carcere almeno in attesa che i loro avvocati impugnino l’ordinanza davanti al Riesame. Entrambi, presenti al processo, hanno spiegato con una libera deposizione di aver deliberatamente infranto i domiciliari in segno di protesta, perché la misura cautelare – hanno detto – era ingiusta. “Sono stato indagato solo perché nel 2015, durante una marcia, avevo tirato via un lacrimogeno che mi era caduto in mezzo ai piedi analoghe ingiustizie riguardano tante altre persone, persino di settant’anni. Non se ne può più”. Sono due dei ventuno no tav accusati per il corteo del 28 giugno 2015 da Exilles a Chiomonte a cui parteciparono migliaia di No Tav. Hanno scelto insieme a molti altri di non accettare le misure cautelari a loro imposte, hanno scelto di non far diventare la loro casa una prigione e soprattutto hanno scelto di non abbandonare la lotta. Tutto questo è stato fatto alla luce del sole durante delle assemblee, una fiaccolata e con messaggi video condivisi in rete con tutto il movimento no tav che anche da lontano li ha sostenuti. Li vogliamo liberi e subito!”

Dove il rinvio alla seconda parte del processo avverrà il 18 luglio. Per il momento quindi il giudice ha convalidato i loro arresti e ha applicato a tutti e due la misura degli arresti domiciliari fino alla data della prossima udienza. I due notav sono stati portati in carcere alle Vallette. Per Luca l’avvocato fa sapere che è in corso una valutazione su come procedere per denunciare il trattamento subito in celletta a Rivoli. La situazione quindi vede ancora due No Tav in libertà, Nicoletta alla Credenza e Eddy non rintracciabile.

V.R. 6.7.16


Rif. Radio Onda d’Urto – http://www.radiondadurto.org/2016/07/05/altri-notav-in-carcere-liberta-per-giuliano-e-luca/

Rif. Spinta dal bass – http://www.spinta dal bass/Giuli-e-Luca-in-tribunale-Siamo-evasi-contro-l’ingiustizia/

Rif. Alpes3 biciclettata – http://france3-regions.francetvinfo.fr/alpes/savoie/la-caravane-contre-les-grands-projets-inutiles-est-passee-par-la-maurienne-1041065.html