Archivi giornalieri: 22 luglio 2016
Solidarietà alla Valsusa
dal blog di BEPPE GRILLO
http://www.beppegrillo.it/2016/07/solidarieta_alla_valsusa.html
Siamo solidali con il movimento No Tav e contrari alla militarizzazione della Val di Susa in relazione ad un’area di interesse strategico nazionale nel cantiere di Chiomonte, per la realizzazione del tunnel di base della linea alta velocità Torino-Lyon. Un’opera inutile e dannosa dal punto di vista economico ed ambientale. Diverse nazioni europee hanno abbandonato il progetto del corriodio Lisbona-Kiev. L’Italia ha fatto bene i suoi conti?
Il movimento No TAV da quasi 30 anni studia la sostenibilità economica ed ambientale dell’opera e propone, sulla base dei dati, di non fare l’opera. Il MoVimento 5 Stelle è da sempre sulla stessa linea e denuncia nelle istituzioni l’inutilità dell’opera e le modalità antidemocratiche con cui si sta cercando di realizzarla.
Lo Stato può sbagliare e commettere ingiustizie, anche per meri interessi economici-finanziari e persistenza di zone grigie di collusione con organizzazioni criminali. Anche le forze dell’ordine sono composte da esseri umani che, come tutti, hanno sentimenti e idee politiche. E come tutte le altre categorie, e pur comprendendo le difficoltà ambientali in cui operano ed i pericoli cui vanno incontro, sono soggette a sbagli e possono commettere ingiustizie e illeciti. Pensiamo alle forze dell’ordine americane spesso contestate per l’uso eccessivo delle armi. Oppure pensiamo al caso italiano del G8, di Cucchi, di Aldovrandi o delle violenze contro i manifestanti No Tav dal 2005 ad oggi. Anche la magistratura, che per definizione dovrebbe essere indipendente, può commettere sbagli e subire influenze.
Abbiamo più di un dubbio sulle pesanti misure cautelari preventive emesse su manifestanti (anche anziani) e spesso poi revocate dai giudici in seconda istanza: in tal senso sosteniamo la petizione per la libertà di dissenso. I No TAV esercitano il diritto di difendere la loro terra nonostante l’ostinazione di alcuni magistrati a sostenere l’assurda ipotesi di terrorismo, poi ridicolizzata dalla Cassazione, mentre aspettiamo ancora da Roma l’inserimento del codice identificativo sulle divise e l’utilizzo continuato delle mini telecamere sulle divise degli agenti, al fine di tutelare lo svolgimento delle manifestazioni e per individuare i responsabili di condotte illecite.
Siamo No tav e lavoriamo nelle istituzioni con profondo senso e rispetto delle stesse. Non come chi poi non muove un dito per migliorare le condizioni di chi lavora per lo Stato e anzi taglia loro le risorse essenziali.
Per tutti questi motivi, vi invitiamo a partecipare questo weekend in Valsusa a Venaus al Festival dell’Alta Felicità. Ora e sempre NO TAV.
LE GUANTANAMO DE LA JUNTE DE KIEV
# NOVOROSSIYA COORDINATION CENTER/
PRISON SECRETE EN UKRAINE :
LA JUNTE DE KIEV PRISE LA MAIN DANS LE SAC UTILISANT LES METHODES DE LA CIA !
KH pour PCN-SPO/ 2016 07 22/
Avec LLB – HRW/
https://www.facebook.com/novorossiya.center
Comment la Junte de Kiev, employant les conseils de la CIA, a brisé toute opposition et empêché l’indépendance de régions come Kharkov ou Odessa (où le gouverneur est l’ex président géorgien Shakhasvili, poursuivi dans son pays pour des faits similaires) ?
LES METHODES DE LA CIA AU SERVICE DE LA REPRESSION EN UKRAINE
« Les civils arrêtés arbitrairement, complètement isolés, soumis à toutes sortes d’abus et de tortures, n’ont aucun recours. Ils sont littéralement à la merci de leurs ravisseurs. Ce genre de pratiques généralisées dans ce conflit du Donbass, cela les brisent, eux et leurs familles. » Rachel Denber, directrice adjointe de Human Rights Watch (HRW), ne mâche pas ses mots. Ce 21 juillet, elle présentait à Kiev un rapport sur les violations des droits de l’homme dans l’est de l’Ukraine, rédigé conjointement avec Amnesty International. « Une des personnes que nous avons interviewée, Kostyantin Beskorovaynyi, a passé quinze mois de détention au secret. Ses gardes lui répétaient régulièrement : ‘Tu n’existes pas. Nous n’avons même pas de budget pour te faire manger. Tu n’existes pas » , rapporte l’activiste.
COMMENT LA JUNTE DE KIEV A BRISE ET INTERDIT LE PARTI COMMUNISTE UKRAINIEN ?
Et pourtant, Kostyantyn Beskorovaynyi ne correspond pas au profil type d’un individu à placer en quartier de haute sécurité. En novembre 2014, à 59 ans, il était un membre du parti communiste, conseiller municipal à Konstantynkivka, une ville du Donbas sous contrôle ukrainien. Arrêté à son domicile lors d’une intervention musclée, il est torturé, interdit de communiquer avec le monde extérieur, et poussé à signer des aveux le reconnaissant coupable d’avoir préparé l’empoisonnement du réseau municipal de distribution d’eau.
Une fois sa déclaration enregistrée, il a disparu pendant quinze mois dans une prison secrète, à Kharkiv, grande ville de l’est de l’Ukraine. Sans avocat, sans possibilité de communiquer avec ses proches et à l’étroit dans une cellule surpeuplée où il est cantonné pendant des mois, interdit de promenade. Jusqu’à sa libération, en février 2016, tout aussi peu justifiée que sa détention.
LE GUANTANAMO DE LA JUNTE DE KIEV
En recoupant son histoire et des dizaines d’autres, HRW et Amnesty ont pu établir l’existence “d’un centre de détention arbitraire et clandestin, vraisemblablement situé dans les locaux des Services de Sécurité d’Ukraine (SBU) à Kharkiv” , explique Denis Krivosheev, directeur adjoint d’Amnesty International. Jusqu’à 70 personnes auraient été entassées dans cette prison secrète, au plus fort du conflit du Donbass. “La majorité d’entre eux ont déjà fait l’objet d’échanges de prisonniers. Mais à la fin février, il y avait au moins seize personnes toujours incarcérées”, poursuit Krassimir Yankov, expert à Amnesty. En filigrane, le jeune homme suggère, sans pouvoir le prouver, que certains de ces prisonniers arbitraires n’ont été détenus sur des accusations douteuses que pour servir de monnaie d’échange lors de négociations avec les autorités auto-proclamées de Donetsk et Louhansk.
L’existence de cette prison secrète est une violation flagrante de nombreuses conventions internationales, mais avant tout de la loi ukrainienne.” (sic) Selon le procureur général ukrainien, une enquête est en cours sur les allégations présentées dans le rapport (resic). Une enquête de plus, qui risque de s’éterniser. “Nous voyons aussi que de telles enquêtes peuvent être très superficielles, et ne donner aucun résultat probant, avertit Rachel Denber. Or, la Justice n’est efficace que si elle est rendue d’abord chez soi.”
NOVOROSSIYA COORDINATION CENTER
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GIULIETTO CHIESA, L’IROSO DEBUNKER
http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2016/07/giulietto-chiesa-liroso-debunker.html
GIOVEDÌ 21 LUGLIO 2016

11 settembre, ancora ‘guai’ per i sostenitori della tesi ufficiale – Il Fatto ...www.ilfattoquotidiano.it › BLOG


Questa mattina 10 obblighi di firma per iniziativa alla Turkish Airlines
Alle sei di questa mattina, 21 luglio 2016, decine di poliziotti della Questura di Torino sono piombati nelle case di una decina di compagni/e piemontesi per notificare l’ennesima ordinanza di misure cautelari disposta dal GIP Silvia G. Carosio su richiesta del PM Antonio Rinaudo. Le misure notificate impongono a tutti/e l’obbligo di firma quotidiana, due volte al giorno.
I compagni/e sono indagati per diversi reati (resistenza, violenza privata, violazione di domicilio…) commessi il 25 settembre 2015 all’aeroporto di Caselle (To) quando un gruppo di solidali aveva fatto irruzione negli uffici della Turkish Airlines, la compagnia di bandiera turca, occupandolo per leggere un comunicato di condanna della politica turca e di sostegno alla resistenza in Kurdistan, poi pubblicato sul web (vedi sotto il testo e il link al video). Il gruppo aveva poi improvvisato un corteo nell’aeroporto con slogan e striscioni contro il terrorismo di Erdogan.
Mentre in Turchia dilagano purghe e repressione, in Italia si cerca di zittire chi da tempo denuncia il terrorismo di Stato in Turchia, con un tempismo di cui dovrebbero vergognarsi, non conoscessimo la faccia da culo di Rinaudo e soci.
Da parte nostra, ci riserviamo di elaborare collettivamente le forme che più riterremo adeguate non soltanto per continuare a esprimere il sostegno alla resistenza del PKK e alla lotta rivoluzionaria in Kurdistan, ma anche per contrastare questo ennesimo maldestro tentativo di soffocare le lotte attraverso misure di polizia. A presto.
Dichiarazione TurkishAirlines(To):
< https://sendvid.com/2ix0s5ad > https://sendvid.com/2ix0s5ad
Ci troviamo negli uffici della Turkish Airlines di Torino. Con questa irruzione vogliamo rompere i silenzi e le menzogne che coprono la guerra scatenata dalla Turchia di Erdogan contro il popolo curdo. Come negli anni Novanta, ai bombardamenti di villaggi e città, incendi, torture, arresti di massa, si vanno aggiungendo aggressioni razziste contro civili curdi.
È inutile e ipocrita commuoversi di fronte alle foto dei profughi o dei bambini in fuga dalla guerra, mentre i “nostri” Stati democratici continuano a sostenere i responsabili di tali guerre: la Turchia innanzitutto, amica dell’Occidente, partner commerciale, membro della Nato, e intanto sostenitrice dello Stato Islamico e massacratrice dei curdi e dei dissidenti.
Ecco perché siamo qui. Perché gli interessi della Turchia in Europa non devono più poter vivere in pace. E perché i nostri fratelli e sorelle che resistono sui monti del Kurdistan devono sapere che non sono soli.
Gli Stati nazione e la globalizzazione capitalista hanno fallito. L’Impero si sta sgretolando. È tempo di rivoluzione. È tempo di organizzarsi. In Kurdistan hanno cominciato. È per questo che hanno tutti contro. È per questo che noi stiamo dalla loro parte.
Per l’unione dei popoli in lotta! Dalle Alpi al Kurdistan!
Viva la solidarietà internazionale!
FRANCIA: FANNO TUTTO DA SOLI E SONO CAPACI DI TUTTO (2) . USA : GIULIETTO CHIESA FA INVERSIONE A U SULL’11 SETTEMBRE
http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2016/07/francia-fanno-tutto-da-soli-e-sono.html
MERCOLEDÌ 20 LUGLIO 2016


Allora è vero che si è trattato di terrorismo islamico ! Che altro ci vuole per dare un po’ di pepe allo scontro di civiltà, alla caccia all’islamico, al dissidente, all’oppositore, allo Stato d’emergenza fino al 2017, modello Erdogan? Infatti, domani, se gli gira, la Cia, il Mossad, l’MI6, la francese DGSE, o chi per loro, diranno ad Al Baghdadi, o piuttosto a Rita Katz, sua portavoce, di rivendicare l’assassinio di Yara e di fare di Bossetti, già incastrato di suo per mano della procura di Bergamo, la cellula incaricata di spargere il terrore islamista tra le brume e i camosci della Val Brembana. Ormai l’Isis funziona alla grande anche per sistemare gli indisciplinati interni. Il marocchino del quarto piano ha insozzato con la cenere del suo sigaro i panni stesi al terzo piano? Il macchinista seconda generazione ha fatto arrivare il treno con venti minuti di ritardo? Il bulletto della Quarta Ragioneria, nipote di immigrati, ha molestato il compagno biondo occhi cerulei? Tutti attentati al nostro modo di vivere, ai nostri valori. Nel giro di tre ore arriva la rivendicazione dell’Isis. E Alfano convocherà la stampa mondiale per comunicare che lui l’aveva subito sgamato, il terrorista, e che la sua identificazione e cattura è merito dei da lui istituiti Clandestini Reparti Speciali Antiterrorismo Brembatesi.




QUEBEC LE 30 JUILLET 2016 : GRANDE CONFERENCE INTERNATIONALE DE SOUTIEN AU BURUNDI AVEC LUC MICHEL !
Chers (es) Compatriotes Burundo-Canadiens;
Chers (es) ami(e)s et connaissances de la CBCa Inc;
La DIASPORA BURUNDAISE en collaboration avec L’AMBASSADE DU BURUNDI AU CANADA vous invite à une ”conférence – débat” :
LES VRAIS ENJEUX DE LA CRISE AU BURUNDI.
Nous aurons l’occasion d ‘entendre :
* un représentant du gouvernement du Burundi, et nous partager:
les protagonistes et enjeux de la crise au Burundi vus localement.
* Le Géopoliticien panafricaniste et éditorialiste LUC MICHEL
du point de vue géopolitique et médias.
* Un professeur adjoint de la faculté de droit de l’Université de Montréal.
la crise du Burundi et ses implications juridiques.
* Un membre de la diaspora burundaise.
la crise du Burundi vue par la diaspora burundaise.
OÙ? 330 rue Chabot, Québec, Qc, G1M 3J5
Quand? 30 Juillet 2016, dès 14h00
Inscrivez-vous et venez nombreux.
NB: Grande diffusion, SVP!
72e ANNIVERSAIRE DU COUP D’ETAT ANTINAZI DU 20 JUILLET 1944
STAUFFENBERG ET TRESCKOW ETAIENT DES NOTRES !
Luc MICHEL pour PCN-INFO/ 2016 07 20/
Avec EUROPAISCHER WIDERSTAND/
https://www.facebook.com/europaischer.widerstand/
« Nationalisme de libération et anti-fascisme ne peuvent ni ne doivent être opposés »
– Wolfgang VENOHR
Le 20 juillet 1944, Claus Graf Schenk von Stauffenberg avait tenté de tuer Hitler, via une bombe dans une mallette déposée par le colonel. L’attentat fit cinq morts, Hitler en réchappa et les conspirateurs furent exécutés. Ils avaient tenté de renverser ce qu’ils qualifiaient eux-mêmes de « régime fasciste » par un coup d’Etat, raté à Berlin, mais réussi – en vain – à Paris et à Vienne .
LE REVISIONNISME OUEST-ALLEMAND A PROPOS DU « 20 JUILLET 1944 »
Le « 20 juillet 1944 » est depuis 70 ans l’objet d’un révisionnisme honteux en Allemagne fédérale, où ceux que l’on qualifiait à Bonn de « traîtres » au début de la Bundesrepublick, sont aujourd’hui officiellement honorés. Mais au mépris du sens de leur véritable combat et en travestissant ou scellant leur idéologie anti-libérale et anti-occidentale.
Particulièrement la propagande de la RFA confond le groupe dit « national-conservateur » de Goerdeler/Canaris, proche de l’extrême-droite, avec le « groupe Stauffenberg/Tresckow » (c’était son nom en DDR, qui disait « Stauffenberg était des nôtres »), d’idéologie nationale-révolutionnaire. Le premier pro-occidental et anti-communiste. Le second dans la tradition prussienne du socialisme d’Etat et de l’amitié russe. Le général Henning Von Tresckow, qui est l’idéologue du groupe, tout comme Stauffenberg, prônait « l’Orientation à l’Est ». Stauffenberg avait même prévu des communistes et des syndicalistes au gouvernement qui aurait du succéder aux nazis. Les maréchaux et généraux « nationaux-conservateurs » ont lâché le putsch le 20 juillet, après l’avoir fait rater en déclenchant Walkyrie 3 heures trop tard à Berlin (le putsch était réussi à Vienne et Paris, les SS emprisonnés !). Les anglo-saxons voulaient en 1944 la destruction de l’Allemagne et le proclamaient. Staline non !
LE « NATIONALKOMMITTEE FREIES DEUTSCHLAND »
Il y avait aussi en URSS un groupe d’officiers et de communistes en URSS, le « Nationalkommittee Freies Deutschland » (qui a fourni en 1945/50 les cadres de la DDR et sa « Nationale Volksarmee »), fondé en 1942, et dont plusieurs animateurs étaient proches du groupe Stauffenberg. Leur action de résistance antifasciste avait pour toile de fond l’ «
Orientation à l’Est », typique des milieux nationaux-bolchéviques et nationaux-révolutionnaires, et évoquait notamment le souvenir de la fraternité d’armes germano-russe contre Napoléon en 1812 et de la politique d’alliance germano-russe de Bismarck vers 1880.
Les adversaires d’Hitler dans le corps des officiers, dont on avait recherché l’adhésion, suivirent en septembre 1943, lorsque l’ « UNION DES OFFICIERS ALLEMANDS » fut fondée. Alors, le maréchal PAULUS, le vaincu de Stalingrad, les généraux VON SEYDLITZ, VON DANIELS, KORFES, LATTMENN et bien d’autres rejoignirent le Comité National, dont plusieurs centaines d’officiers généraux. On y retrouvait de vieux adversaires de HITLER, comme Ottomar PECH, futur général de la NVA, qui appartenait au réseau berlinois de l’ « ORCHESTRE ROUGE », dirigé par les nationaux-bolchéviques ARNACK et SCHULZE-BOYSEN. Ou encore le général Otto KORFES, membre du groupe national-révolutionnaire de STAUFFENBERG (son beau-frère fut exécuté pour avoir participé au soulèvement héroïque du 20 juillet 1944). Les actions de propagande du « Comité National », avec ses millions de tracts, de journaux et les appels journaliers de Radio Moscou « au peuple allemand et à la Wehrmacht allemande », contribuèrent à la désagrégation de la machine de guerre nazie.
C’est du « Comité National », conçu comme une fabrique de Cadres, et auquel sont adjointes des « ECOLES ANTIFA », que va sortir le renouveau du KPD en Allemagne orientale et, devant l’échec des plans de STALINE, qui est germanophile, on l’ignore trop souvent, visant à une Allemagne unifiée démocratique, neutre et socialiste, la naissance de la DDR : « Les membres du Comité de l’Allemagne libre, formés à l’étranger par les communistes, furent rappelés du Mexique, de New-York, de l’Amérique latine, de Londres, de Stockholm, de Moscou. Pour la première fois depuis la guerre, à Paris, en juin 1946, Molotov s’éleva contre le fédéralisme et le démembrement, préconisant une « Allemagne unie ». Il croyait alors que le résultat était assuré et qu’une Allemagne unie serait une Allemagne communiste ».
LA « SCHWARZE KAPELLE »
La SS nommait le groupe Stauffenberg la « Schwarze Kapelle » pour leur proximité avec la « Rotte Kapelle », le grand réseau de résistance des National-bolcheviques Schulze-Boysen et Arnack. Le Noir était sous Weimar la couleur politique des nationalistes, le Rouge celle des communistes et le Brun celle des nazis.
La propagande de RFA, reprise par nos médiamenteurs occulte tout cela. Particulièrement les films et reportages diffusés à l’Occasion du 60eme anniversaire du « 20 juillet 1944 » e, 2004 par les chaînes allemandes ARD et ZDF, ou encore ARTE. Un film diffusé par la ZDF et ARTE présente même Stauffenberg au début comme pro-nazi. C’était vrai des généraux nationaux-conservateurs. Pas de Stauffenberg, dont l’épouse a toujours protesté sur cette légende.
On ne peut pas parler de Stauffenberg sans déboucher inévitablement sur le « Cercle de Kreisau », du nom de ce petit village de Silésie où un certains nombre de militants issus de la « REVOLUTION CONSERVATRICE », dont le comte Helmuth James VON MOLKTE, un des grands noms de l’Etat prussien, et les frères VON STAUFFENBERG et bien d’autres, animaient un réseau de résistance anti-nazi qui prépara et exécuta l’attentat du 20 juillet 1944 et le putsch anti-hitlérien avorté qui le suivi. Parmi les membres du « CERCLE DE KREISSAU », des grands noms de la résistance anti- nazie qui sacrifièrent leurs vies dans la lutte contre l’hitlérisme, tels le comte YORK VON WARTENBURG, exécuté le 8 août 1944 ou encore l’ambassadeur VON HASSEL.
Au cercle de Kreissau, ces hommes issus, de la « Révolution Conservatrice » et proches des milieux nationaux-révolutionnaires, avaient tendu la main à d’anciens dirigeants sociaux-démocrates, syndicalistes, membres du KPD. Gérard SANDOZ , l’un des premiers historiens de la Résistance allemande, précise les liens incontestables de ces hommes avec la « révolution conservatrice » : « Il ressort en effet des nombreux documents rédigés par les conjurés que la plupart d’entre eux considéraient le régime national-socialiste non pas comme une régression par rapport à la démocratie de style parlementaire, mais comme la manifestation particulièrement atroce du “déclin” ou de la “décadence” du monde moderne. Pour eux – ils l’ont souvent dit – le National-socialisme était l’exact reflet d’une société “massifiée”, en tout cas le contraire d’une société conservatrice guidée par une “élite” qui, elle, correspondait à leur idéal. Et c’est là qu’apparaît la relation entre la lutte que la plupart des hommes liés à la conjuration avaient menée contre la République de Weimar au nom d’une “révolution conservatrice” et leur attitude à l’égard du National-socialisme. Rappelons nous que GOERDELER, Ulrich Von HASSEL, Ludwig BECK et Von STAUFFENBERG lui-même détestaient la première république allemande, cette démocratie fragile née au lendemain d’une défaite militaire. Pour eux, une “révolution conservatrice” devait précisément surmonter les malheurs qui avaient frappé l’Allemagne ». SANDOZ précise d’ailleurs quels étaient les thèmes de cette « révolution conservatrice » : « Ses théoriciens, parmi eux Ernst JÜNGER, avaient tout au long de l’existence de la république de Weimar préconisé le règne d’une “élite d’hommes capables” (élite des Fäligen) par opposition au règne des “médiocres”. Un homme comme Edgard JUNG, ancien collaborateur de Von PAPEN et, plus tard, associé à la conjuration, avait même consacré un ouvrage à ce problème dont le titre est précisément “Le règne des médiocres”. Ce livre était dirigé contre les représentants de la République de Weimar. Mais, à ses yeux, les hommes du National-socialisme faisaient eux aussi partie de cette couche de médiocres dans le sens où ils représentaient “la société de masse”, contraire à celle de “l’élite”. Nul doute que ce précepte vague et interprétable a fait partie du bagage intellectuel de maint conjurés du 20 juillet ».
Et les proclamations des auteurs du coup d’Etat du 20 juillet 1944 ne laissent d’ailleurs aucun doute sur leur adhésion au « nationalisme de libération » que proposaient les milieux nationaux-révolutionnaires. Ainsi, les généraux putschistes BECK et WITZLEBEN, dans un « Appel à la Wermacht », rédigé à la veille du 20 juillet, précisaient : « Nous ne désirons pas que d’autres peuples soient réduits en esclavage. La liberté que nos pères ont conquise au cours du siècle dernier pour l’Allemagne… nous devons l’accorder aussi à tous les autres peuples. C’est sur cette base seulement qu’il sera possible de combler l’abîme qui avait été creusé par une politique sans retenue et ivre de puissance… »
Venons-en au colonel Claus Von STAUFFENBERG et à son frère Berthold, tous deux exécutés après le 20 juillet 1944. SANDOZ situe également sans ambiguïté l’appartenance du comte de STAUFFENBERG aux milieux nationaux-révolutionnaires. Parlant de Ernst JÜNGER, le chef de file des NR allemands des Années 20-30, il dit que c’était un « homme également très apprécié par Von STAUFFENBERG ». SANDOZ parle à propos de STAUFFENBERG des idées de « révolution », « nation », et « socialisme » comme l’ « incarnation de ses espoirs » et il ajoute que « le dirigeant de la conspiration était, à sa manière, un “révolutionnaire” ». Son frère, Berthold, dira lui à la Gestapo : « Mis en pratique par le régime, les idées essentielles du National-socialisme se sont transformées en leur contraire. Des petites gens qui exerçaient un pouvoir sans contrôle ont remplacé au sommet les chefs prédestinés ».
On comprend mieux pourquoi l’historiographie officielle a passé sous silence cet aspect de la conjuration du 20 juillet 1944.
LE MALAISE DE LA SOCIETE OUEST-ALLEMANDE A PROPOS DU « 20 JUILLET 1944 »
Si le putsch manqué des officiers contre Adolf Hitler du 20 juillet 1944 est aujourd’hui célébré dans la société allemande, au prix d’un travestissement de la vérité historique, elle fut longtemps déchirée par un acte perçu soit comme une trahison, soit comme symbole de la résistance allemande au nazisme. Même après la fin du régime nazi, les résistants allemands ne trouvèrent pas les honneurs qu’ils connaissent aujourd’hui. « Après la guerre, il y avait encore beaucoup de nazis dans la politique, l’industrie et les médias et dans les années 50 et 60, ils minimisèrent la résistance », explique Johannes Tuchel, directeur du Mémorial de la résistance allemande. « Le slogan promu par les nazis, qui les traitaient de “traitres” eut un effet de longue durée », a reconnu la ministre allemande de la Culture Christina Weiss. Mais elle a cité un sondage récent publié par le magazine « DER SPIEGEL », montrant que 33% des Allemands admirent aujourd’hui le comte Stauffenberg et les autres conjurés et 40% les tiennent en haute estime. Une reconnaissance qui passe par la culture populaire : le 60eme anniversaire de l’attentat du 20 juillet a coïncidé avec la sortie d’un film sur Stauffenberg ainsi que de livres et documentaires. « L’Allemagne est prise d’un regain d’intérêt pour l’héritage des comploteurs », écrivait Hannah Lobel, de l’Agence Associated Press. « Le 20 juillet est enfin accepté », résumait Peter Steinbach, historien du Mémorial pour la résistance allemande.
Dans la société ouest-allemande, les réserves, voire l’hostilité, à l’égard des résistants anti-nazis perdureront longtemps, comme l’illustre en 1956 l’opposition d’une majorité d’Allemands à un projet de baptiser une école du nom de l’auteur de l’attentat, Claus von Stauffenberg. Aujourd’hui, 300 rues portent son nom. A l’époque, ce rejet concerne l’ensemble de la résistance allemande, en particulier les communistes, mais aussi les syndicalistes. Leur alliance avec l’ « ennemi soviétique » pendant la guerre les rend impardonnables aux yeux d’une Allemagne de l’ouest plongée dans la Guerre froide. Vingt ans après l’écroulement du nazisme, la méfiance restait de mise. En campagne électorale, le futur chancelier social-démocrate et Prix Nobel de la paix Willy Brandt doit s’expliquer sur son passé de résistant en exil en Norvège, accusé « d’anti-patriotisme » pour avoir alors pris la nationalité norvégienne.
Parallèlement se dessine un mouvement de récupération inverse dans la haute société conservatrice allemande, et dans les milieux militaires de la Bundeswehr et de l’OTAN (où l’on porte les décorations nazies du IIIeme Reich), dont certains tendent à s’approprier l’héroïsme des officiers du 20 juillet pour effacer le souvenir de leur ralliement à Hitler lors de sa prise de pouvoir en 1933. Pour l’universitaire berlinois Stephan Malinowski, il s’agissait de présenter la noblesse comme « victime de la machine nazie » et « fer de lance de la résistance allemande », alors que « les valeurs aristocratiques de l’honneur et de la chevalerie avaient fondamentalement failli en 1933 ». Un moyen aussi de minimiser le rôle de la résistance de gauche, dès 1933, les militants communistes, sociaux-démocrates et syndicalistes étant les premiers à faire connaissance avec les camps de concentration, celui de religieux, d’étudiants comme le groupe munichois de la Rose blanche ou encore celui d’individus isolés. Les nationaux-bolchéviques et les nationaux-révolutionnaires – dont faisait partie Tresckow et Stauffenberg –, sont, eux, purement et simplement passé à la trappe du révisionnisme ouest-allemand.
Aujourd’hui, même s’ils ne passent plus pour des traîtres, le mérite des quelque 200 conjurés du 20 juillet, pour la plupart exécutés par les nazis, ne fait pas l’unanimité : « Peut-on être fier de ces hommes ? » osait encore s’interroger le magazine STERN en 2004 !
QUANT LA DDR HONORAITLA RESISTANCE ANTINAZIE
En DDR, le traitement des héros de la Résistance antinazie fut tout autre. La volonté de la DDR, la « nation socialiste » (qui fut aussi le nom du groupe national-bolchevique de PAETEL, décimé par les nazis pour faits de résistance en 1933-34) comme la définit la SED, était de fonder son identité sur des racines historiques. Celles-ci sont le passé luthérien, les traditions populaires des guerres des paysans du Moyen-Age et de la guerre de libération de 1812-1813 contre NAPOLEON, mais aussi l’antifascisme, véritable fondement idéologique de la DDR, et, lentement mais sûrement, le passé de la Prusse , cet autre Etat idéologique : « La « Nation socialiste » était à la recherche de son histoire et, à côté de Martin Luther et de Frédéric II, elle incorpora, dans sa galerie des ancêtres, ces mêmes conspirateurs du 20 juillet (…) Sous Honecker, à l’opposé de ce qu’on avait vu sous Ulbricht, les représentants de la Résistance intérieure allemande se virent accorder une place plus importante dans la conscience collective ». La République démocratique présenta alors les événements du 20 juillet 1944 comme une « révolution par le haut », sous le mot d’ordre : « Le colonel Graf von Stauffenberg est à nous » !
Ce qui était incontestablement plus légitime que la récupération de STAUFFENBERG par la république libérale de Bonn, alors que le colonel, disciple des idées nationale-révolutionnaires, vomissait le libéralisme et était partisan d’une entente avec l’URSS.
En Allemagne de l’Est, dans l’ancienne RDA, comme nous l’avons vu, la Résistance allemande fut au contraire exaltée pour des raisons idéologiques tout aussi évidentes, l’antifascisme étant l’un des piliers du régime national-communiste de Berlin. Alors que l’on ignorait et que l’on taxait même parfois de trahison en RFA les militants nationaux-bolcheviques de l’ « Orchestre Rouge », ceux-ci furent encensés en Allemagne de l’Est. Il en alla de même pour de nombreux résistants d’origine communiste.
Avec la disparition de la RDA, on assista quasi officiellement à une tentative du régime bourgeois allemand de faire disparaître cet aspect de la Résistance. En Allemagne de l’Est, les monuments, les musées, le souvenir même de la Résistance antifasciste ont été systématiquement depuis la réunification détruits, sournoisement éliminés.
NATIONAUX-BOLCHEVIQUES ET NATIONAUX-REVOLUTIONNAIRES A L’AVANT-GARDE DE LA RESISTANCE ANTINAZIE
La Résistance allemande contre le Nazisme, est souvent méconnue. Elle est au centre d’un vaste débat en Allemagne même depuis sept décennies, où les appréhensions et les a priori jouent un rôle de premier plan. Et où l’enjeu est et reste la légitimité du régime ouest-allemand, issu de la collaboration avec les Américains. Singulièrement, dans l’espace francophone, la Résistance allemande, sur laquelle il existe peu de sources francophones, est la grande parente pauvre de la recherche historique sur la deuxième guerre mondiale, quand elle n’est pas laminée par une démarche historique peu sérieuse où l’amateurisme le dispute à la mauvaise vulgarisation. Au sein de cette recherche, le rôle des Nationaux-révolutionnaires et des Nationaux-bolcheviques allemands, qui furent dès 1932 les premiers à résister contre l’Hitlérisme et qui animèrent les tentatives les plus sérieuses et les plus efficaces de lutte contre le IIIeme Reich, est la plupart du temps passé sous silence. Là aussi les raisons idéologiques prédominent.
L’aspect le plus spectaculaire de la Résistance allemande sous le IIIeme Reich fut l’organisation durable de réseaux de Résistance qui portèrent des coups redoutables à la bête hitlérienne. Il est symptomatique que l’on retrouve à la tête de ces réseaux des Nationaux-révolutionnaires ou des Nationaux-bolcheviques qui menèrent parfois jusqu’à la fin de la guerre leur combat à l’intérieur même des structures militaires, économiques et administratives du Nazisme. Au premier plan de ces réseaux figure l’ « Organisation WIDERSTAND » d’ Ernst NIEKISCH entre 1933 et 1937, ce que les Allemands appellent l’ « Organisation HARNACK – SCHULZE-BOYSEN », c’est-à-dire la branche allemande du réseau connu sous le nom d’ « Orchestre Rouge », le « groupe Treskow-Stauffenberg » des conjurés du 20 juillet 1944, dont l’action débute, on l’ignore le plus souvent, dès 1937, et enfin, le plus méconnu de tous, le « groupe HIELSCHER », ,qui de 1933 à 1945 mena un travail de sape inlassable contre le National-socialisme à l’intérieur même de ses organes de direction.
LE SOUVENIR DES NOTRES
Comme nous venons de le voir, la Résistance allemande n’a rien à envier, aux autres groupes de résistance européens. Elle n’a pas démérité, bien loin de là, car ses membres risquaient encore plus que bien des autres pays européens. Ses membres déportés, torturés, assassinés dans les prisons et les camps nazis sont là pour témoigner qu’ils payèrent lourdement le prix du sang. Les militants nationaux-révolutionnaires et nationaux-bolcheviques furent parmi les premiers à s’engager. Dès 1933 et jusqu’au derniers jours de 1945, ils mirent en pratique au prix de leur vie et de leur liberté « l’éthique de Résistance » que prônait Ernst NIEKISCH. Alors que « certains » voudraient ignorer leur sacrifice, nous, leurs héritiers idéologiques, nous avons le devoir de garder leur souvenir face aux assassins de la mémoire !
C’est cet héritage anti-hitlérien que notre Parti, le PCN, qui incarne seul légitimement aujourd’hui l’héritage et la tradition nationale-bolcheviques et national-révolutionnaires, assume dans sa lutte contre l’extrême-droite néo-nazie et néo-libérale, que nous appelons l’ « extrême-droite bleue-brune ». Notre courant politique n’a de leçon à recevoir de personne. Et aujourd’hui, comme ses prédécesseurs d’hier, dans la lutte contre la bête immonde, il est en première ligne et le plus efficace.
Les nationaux-bolcheviques et nationaux-révolutionnaires allemands des années 20 et 30 ont payé le prix du sang. Ils ont lutté, ils ontcombattu pour leurs idées, pour leur dignité, pour la liberté et l’indépendance de leur Nation, pour les valeurs socialistes auxquelles ils croyaient et que nous partageons. Leur combat est aujourd’hui indissociable du nôtre.
Alors que tous se couchaient, ils ont refusé d’abdiquer.
Ils se sont dressés, ont combattu et sont tombés debout et libres.
Face à un peuple à genoux, ils ont incarnés seuls l’honneur de leur Nation.
Nous n’avons pas oublié ! Nous n’avons pas pardonné !
Le combat continue !
Luc MICHEL
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EUROPÄISCHER WIDERSTAND/RESISTANCE EUROPEENNE
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