Villacidro: Carpentiere 57enne si suicida impiccandosi, temeva il pignoramento della casa

Published On: ven, Mar 4th, 2016
 
Sisinnio Machis, un piccolo imprenditore specializzato nella costruzione di infissi, si è tolto la vita mercoledì nella sua casa alle porte di Villacidro. A giorni quella villetta bicolore su tre livelli sarebbe stata pignorata. Per questo l’uomo avrebbe deciso l’estremo gesto, a 57 anni, lasciando una moglie e un figlio diciottenne. Sisinnio Machis non ha scritto biglietti. Ma lo sfogo su Facebbok del parroco don Massimo Cabras ha permesso di ricostruire la verità su quella morte, una scelta fatta “mentre voi, cari governanti, vi sollazzate ingordamente coi vostri lauti compensi statali per legiferare su quanto di più inutilmente dannoso si possa legiferare”, ha denunciato il prete, come riporta L’Unione Sarda oggi in edicola. Don Cabras ha denunciato ancora, rivolgendovi ai politici: “Lasciate soli i padri e le madri di famiglia, quelli veri, che combattono da una vita insieme una famiglia sotto assedio, che lottano per costruire, tenere e creare un posto di lavoro, in balia delle banche con voi conniventi. Lasciate che portino via la loro dignità, l’orgoglio, la speranza e infine la stessa vita, restituita perché non avete lasciato loro sbocco. Come fate a dormire tranquilli? Non ce la faccio a sapere di un ennesimo fratelli, amico, padre, che si toglie la vita per causa vostra. fermate questo meccanismo malato, il vostro egocentrismo, la vostra supponenza. Perdonami Nino – è la preghiera alla vittima – perché ti sei sentito solo davanti a tutto questo”.(…)
 
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Crotone: Perde l’attività, 57enne si suicida impiccandosi in casa

Published On: dom, Mar 6th, 2016
 
Crotone: Perde l’attività, 57enne si suicida impiccandosi in casa
Un uomo di 57 anni si è tolto la vita nella tarda mattinata di oggi nella sua abitazione di Crotone.
A nulla è valso il tentativo del figlio di soccorre il padre.
L’uomo per togliersi la vita ha utilizzato una cintura collocata ad un infisso di protezione.(…)
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30enne violentata da 5 connazionali e scaraventata da un furgone in corsa

la vittima è straniera, abusata da connazionali perché non interessa alla società civile tanto femminista quanto antirazzista?!?!
 
domenica, 6, marzo, 2016
Bologna – Violenza sessuale: ‘Violentata a turno da 5 uomini’: una 30enne racconta tutto alla polizia. Si è presentata in questura al Commissariato ieri notte alle 2 e ha detto di essere stata violentata e poi scaraventata da un furgone in corsa.
Una 30enne rumena ha raccontato agli agenti di essere stata avvicinata dal furgone, in via Mazzini; gli uomini a bordo, cinque connazionali della donna, l’avrebbero caricata con la forza, e poi, a turno l’avrebbero violentata per poi, “scaricarla” in via Sebastiano Serlio. La polizia ha avviato le indagini, la giovane ha rifiutato di sottoporsi al protocollo anti-stupro.

Prato: volontaria 20enne violentata da un “profugo”, il giudice lo libera

la violenza sulle donne è reato solo se commessa dal marito o fidanzato. In Inghilterra si appellano alle ragioni culturali, in pratica lo stupro è cultura noi siamo avanti a quanto pare. Le donne di se non ora quando? Sono per lo stupro libero?
 
lunedì, 7, marzo, 2016
Prato – Quando si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale di Prato era sotto choc. La storia che da lì a poco sarebbe saltata fuori è davvero raccapricciante.
 
violenza
Come scrive IL GIORNO, a chiedere aiuto ai medici dell’ospedale Santo Stefano è stata una ragazza pratese poco più che ventenne. Ai sanitari ha raccontato di aver subito violenza all’interno della casa di accoglienza per profughi che si trova in una delle strade più centrali di Prato dove faceva la volontaria.
 
Il fatto – tenuto sotto silenzio per molto tempo – risale a qualche mese fa, quando la giovane prestava servizio come volontaria nella casa di accoglienza di via San Vincenzo, nell’ex scuola Santa Caterina trasformata, un paio di anni or sono, in ricovero per profughi e richiedenti asilo. La struttura è gestita dalla Fondazione Onlus Opera Santa Rita e ospita un’ottantina di profughi. La giovane era d’aiuto in sala mensa. Una sera, mentre stava sparecchiando, fu avvicinata da uno degli «ospiti» – un africano – che cominciò a farle pesanti avances.
 
La volontaria tentò di respingerlo ma i «complimenti» dell’uomo diventarono sempre più pressanti finché, afferrandola alle spalle, le mise le mani nelle parti intime. La donna riuscì in qualche modo a divincolarsi e a fuggire dalla stanza. Giunta al pronto soccorso per lo stato di choc in cui si trovava riuscì a raccontare ai medici la terribile vicenda. Del fatto fu informata la polizia e la giovane trovò il coraggio di sporgere denuncia. Delle indagini si è occupata la squadra mobile di Prato, diretta dal vicequestore Francesco Nannucci, e fu aperto un fascicolo affidato al sostituto procuratore Egidio Celano. In breve tempo, la Procura accertò il fatto chiedendo la misura della detenzione in carcere per lo straniero con la pesante accusa di violenza sessuale.
 
La richiesta della Procura si è scontrata con un sistema giudiziario, forse, troppo «morbido» per fatti gravi come quello. Il gip ha rigettato la richiesta di carcerazione spiegando che non era chiaro dove la vicenda fosse accaduta: un altro ospite della casa di accoglienza aveva testimoniato a favore del connazionale sostenendo di essere stato presente nella sala mensa quella sera e di non aver mai assistito a un episodio simile. Se il fatto era successo, aveva detto il testimone, non era avvenuto nella sala mensa. Una testimonianza che si scontra con quella sconvolgente e dettagliata della ragazza che ha trovato riscontri durante le indagini.
 
Al giudice non è bastato: non poter inquadrare il reato nella stanza dove si è consumato non dà certezza su come si siano svolti i fatti. Adesso l’africano è libero e – dopo un breve periodo trascorso nella casa di via San Vincenzo – se ne sono perse le tracce.
 
Somalo molesta tre donne e chiede al giudice le “attenuanti culturali”
lunedì, 7, marzo, 2016
Prima ha molestato diverse donne, quindi si è difeso in tribunale sostenendo che il suo retroterra culturale gli impedisce di distinguere il confine fra approccio e molestia sessuale. Il giudice però non gli ha creduto e così un trentaquattrenne somalo residente in Inghilterra dal 2011 è stato condannato a seguire un programma di rieducazione della durata di tre anni all’interno di una comunità.
 
VIOLENZA-SESS
La storia arriva da Torquay, città costiera dell’Inghilterra nel Devon: un immigrato del Corno d’Africa, Ali Abdullahi, è stato fermato per aver tentato di baciare una quindicenne alla stazione del treno e aver molestato altre due donne. Tuttavia, pur essendosi dichiarato responsabile del gesto, ha negato di aver commesso nulla di male, spiegando alla polizia che le motivazioni del suo gesto erano da ricercarsi nel suo retroterra culturale “conservatore”, che gli avrebbe impedito di ben comprendere i rapporti fra i sessi all’interno della cultura britannica.
 
Il giudice Graham Cottle, riferisce però Torquay Express, ha rifiutato di liquidare la questione giustificando le molestie come “differenza culturale” e ha condannato Abdullahi: il somalo dovrà seguire un corso di rieducazione che gli chiarisca le idee sui rapporti fra i sessi.  

Tav: la valle attacca, pronto il piano elaborato nel contro vertice

Tav: la Valle risponde al vertice. I comuni faranno quello che non hanno mai fatto i governi di questi ultimi 20 anni, sposteranno le merci sul treno

foto di Francesco Cavezzale

di Valsusa Report.

Durante il contro vertice tenutosi  a  si è deciso si promuovere, in ogni comune della Valle, una delibera per impedire la circolazione degli autocarri Euro 1 e 2 e di quelli che trasportano merci pericolose in Valsusa. Dovranno predisporla a applicarla tutti i comuni della Valle di .

Ci impegniamo a visionare la legge europea e trovare il modo per applicarla, con delibera o ordinanza, bisogna lavorare di concerto” questa la dichiarazione del sindaco di Caprie Paolo Chirio alla riunione.

foto di Francesco Cavezzale

L’accordo Italia Francia del 30 gennaio 2012 aveva stabilito per il Parlamento italiano l’obbligo di impedire il trasporto di cargo euro1 e euro2 ed anche i trasporti pericolosi per tutta l’Europa,  espressione della volontà di spostare le merci dalla gomma al treno. Nei venti anni di progetti dei propositori sempre è stata dichiarata questa volontà “ecologica” che dal 2012 avrebbe dovuto avere applicazione pratica; peccato non sia mai stata messa in atto.

In Francia alcuni municipi hanno già preso espresso questa volontà politica in vista del prossimo vertice che si terrà a Venezia. Se è vero che molti trasportatori hanno di fatto un parco camion modernizzato, questa decisione pone un attacco iniziale mediatico importante. “Iniziamo da qui – ha ribadito Daniel Ibanez di Non a Lyon-Turin – il nostro è un vertice senza della polizia a proteggerci, significa che diciamo delle verità, contrariamente a quello che avverrà a Venezia“.

foto di Francesco Cavezzale

L’8 marzo saranno in molti a protestare nella città dei Dogi, tre autobus arriveranno dalla valle e molti altri se ne aggiungeranno da tutta Italia; una protesta che assume ogni giorno di più una dimensione nazionale che coinvolge anche altri movimenti. “Quello che fanno i territori non lo fanno i governi e i loro partiti” si sente dire oramai da più parti.

(V.R. 06.03.16)

Cassa Depositi e Regali. CdP vuole investire 430 mln di euro negli affari di De Benedetti

lunedì, 7, marzo, 2016
Ma perché un fondo d’ investimento a capitale pubblico nato per sviluppare settori d’ avanguardia come energia, aeroporti, linee telefoniche, investe 430 milioni in un gruppo che gestisce residenze per anziani? Un’ operazione assolutamente incomprensibile e difficile da motivare se non fosse che azionista di maggioranza dell’ azienda che si occupa di vecchietti è Carlo De Benedetti.
 
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A fare la scoperta è una fonte molto autorevole come Il Sole 24 Ore con una anticipazione che mette sotto una luce del tutto particolare la nascita del superpolo editoriale con l’ integrazione fra La Repubblica, Stampa e Secolo XIX. L’operazione è avvolta in una coperta di velluto a marchio Renzi. Prima ancora di essere definita viene fuori che il governo si prepara a fare un gran bel regalo all’ Ingegnere che del superpolo di carta stampata sarà il timoniere indiscusso.
 
I fatti sono i seguenti come li ha ricostruiti l’ agenzia Reuters prendendo le mosse dall’ anticipazione del giornalone di Confindustria. Il Fondo F2i, di proprietà di Cdp e guidato da Renato Ravanelli, antico comandante di A2A (energia, gas, luce per conto dei Comuni di Milano, Brescia e zone collegate) è in trattative con il fondo d’investimento francese Ardian per rilevare il 46,7% di Kos.
 
La società gestisce 79 fra case di riposo, centri di riabilitazione , cliniche psichiatrche e molto altro fra Italia, India e Gran Bretagna.
 
Azionista di maggioranza di Kos la Cir della famiglia De Benedetti che, proprio ieri ha annunciato di aver acquistato da Fiat Chrysler e dalla famiglia Perrone la proprietà di Stampa e Secolo XIX. Una operazione che porta le stimmate del renzismo. Militante e non. Forse per essere sicuro di guadagnare indulgenze sul ponte di comando della nuova corazzata di carta stampata il governo ha preparato un bel regalo per il timoniere.
 
Ardian aveva acquistato la partecipazione in Kos nel 2010 al prezzo di 150 milioni.
 
Aveva così pemesso lo sviluppo internazionale del business dei vecchietti. I francesi, però avevano posto una condizione: dovevano uscire dopo sei anni ad un prezzo molto elevato fissato in partenza. La scadenza, rivela Il Sole 24 Ore cade all’ inizio dell’ estate.
 
Stando così le cose si deve immaginare un bel problema per l’ Ingegnere: o quelle azioni le ricompra lui al prezzo stratosferico voluto dai francesi oppure deve trovare qualche investitore molto generoso disposto a subentrare E il prezzo chiesto da Ardian è decisamente elevato con un moltiplicatore di dodici volte.
 
Per dirla in maniera semplice significa che il compratore impiegherà dodici anni a rientrare dell’ investimento sempre ammesso che l’ utile si mantenga costante. Ma soprattutto Kos appare piuttosto indebitata (218 milioni al 30 settembre) anche se i margini (53,4 milioni) fanno dormire ai banchieri sonni ancora tranquilli. In questo tourbillon di partite doppie anche l’ Ingegnere ottterrà il suo bel vantaggio.
 
Virtuale ma non troppo. Il prezzo di 430 milioni che F2i si prepara a pagare valuta tutta Kos 840 milioni tenuto conto della quota di pertinza dei debiti. Il 52% dell’ Ingegnere dunque ha una valorizzazione di circa 430 milioni. Considerando che sui libri contabili della Cir la partecipazione è iscritta per 99 milioni viene fuori una plusvalenza di 230 milioni. Al momento del tutto virtuale ma comunque buona per fare un bel maquillage ai conti della holding di famiglia. Alla fine di tutto, però, la domanda resta: perché un Fondo nato per occuparsi delle strutture del futuro investe nelle residenze per anziani? E soprattutto: Cdp, che del Fondo è proprietaria quale compito deve svolgere: investimenti a favore del Paese o investimenti per favori agli amici del governo?Saperlo.
 
Nino Sunseri per “Libero Quotidiano”

La Francia decora il principe ereditario Saudita con la Legion d’Onore

domenica, 6, marzo, 2016
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La cerimonia della decorazione è stata fatta con discrezione. Venerdì 4 marzo, François Hollande ha ricevuto all’Eliseo il principe ereditario dell’Arabia Saudita, Muhammad bin Nayef, che è anche il ministro degli Interni, e gli ha consegnato la Legione d’Onore. Di questa visita, inclusa nell’ordine del giorno del presidente, non era stata fatta alcuna comunicazione,  ma è stato confermata Domenica da Agence France-Presse (AFP).
 
Come scrive Le Monde, questa decorazione non ha mancato di suscitare molte critiche sui social network perché, dall’inizio dell’anno, il regime saudita ha effettuato 70 esecuzioni, l’ultima delle quali tenutasi questa Domenica con la decapitazione di un saudita condannato a morte per omicidio.
 
Il principe ereditario ha ricevuto questo premio “come personalità straniera, una pratica protocollo comune“, ha detto l’entourage di François Hollande AFP. Il presidente stesso era stato insignito con una «décoré de l’ordre suprême du Royaume », durante una delle sue visite in Arabia Saudita.

Martedì 8 marzo 2016 Una Giornata nel Segno No TAV

logo

Comunicato Stampa

http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=8215

7 marzo 2016


Martedi 8 marzo 2016

… una giornata nel segno No TAV …

 Manifestazione No TAV – No Grandi Navi – No MOSE – No TRIV

contro il Vertice Italia – Francia a Venezia

Audizione a Roma in Senato di Sindaci e tecnici della Valle Susa

 10 Domande a Renzi e Hollande

Il Movimento NO TAV c’è sempre, anche l’8 marzo. A Venezia, per ricordare ai governanti che non sarà il loro centunesimo accordo balneare a rendere credibile il progetto della Torino-Lione.

E in contemporanea a Roma al Senato della Repubblica gli Amministratori e i tecnici della Valle Susa spiegheranno le ragioni No TAV in audizione presso la 8ª Commissione Lavori Pubblici.

Il Movimento No TAV non teme il confronto e ha attivato una campagna informativa di massa. Renzi e Hollande e i loro ministri stanno già ricevendo le nostre 10 domande: ci attendiamo risposte tempestive ed esaurienti.

Le nostre riposte sono accanto alle domande, i media sono autorizzati a utilizzarle, questo è il nostro modo di fare servizio pubblico di informazione.

1.      Un doppione inutile.   La Torino Lione esiste già, perché farne un’altra?

2.      Un treno senza merci.   I traffici crollano, a chi serve la Torino Lione?

3.      Un’idea vecchia.   Un progetto nato prima di internet è ancora credibile?

4.      Un buco nel nulla.   Dove porta un tunnel senza collegamenti?

5.      La ferrovia del mai.   Quando parte il primo treno per Lione?

6.      Un ritardo curioso.   Perché perdete tempo e non andate avanti?

7.      I finanziamenti revocati.   Quanti soldi dell’Europa avete già perso?

8.      Un costo incerto.   Francesi e italiani si credono più furbi degli svizzeri?

9.      Un treno che fa perdere tempo.   La Torino Lione è davvero una nostra priorità?

10.  Un scelta reversibile.   Chi ha detto che la Torino Lione è obbligatoria?

L’opzione zero è la vera soluzione del problema trasportistico e ambientale sulla direttrice ferroviaria che attraversa le Alpi tra Torino e Lione e tiene conto delle decisioni assunte al termine della Conferenza COP21 di Parigi.

Martedì 8 marzo una folta delegazione No TAV sarà a Venezia per manifestare insieme alle opposizioni No Grandi Navi, No Mose, No TRIV, No alle Grandi Opere Inutili e Imposte.

Martedì 8 marzo una delegazione di Sindaci della Valle Susa e cittadini sarà audita alla 8ª Commissione Lavori Pubblici del Senato della Repubblica.

Qui la Campagna informativa http://www.notav.info/post/10-domande-a-renzi-e-hollande/

1989 – 2016, 27 anni di opposizione popolare alla nuova linea ferroviaria Torino-Lione

 www.notav.infowww.notav.euwww.notav-valsangone.euwww.notavtorino.org

www.ambientevalsusa.itwww.lavallecheresiste.infowww.spintadalbass.orgwww.tgvallesusa.it

www.PresidioEuropa.net

Sull’Air Force One di Palazzo Chigi spunta il tricolore rovesciato, ma l’Aeronautica militare spiega: «E’ una convenzione»

aereo renzi  
Sulla carlinga dell’Air Chigi One, come è stato ribattezzato il nuovo Airbus 340 della Presidenza del Consiglio affidato ai piloti dell’Aeronautica militare, è comparso un tricolore, ma a colori rovesciati: rosso, bianco e verde. Il particolare ha richiamato l’attenzione di molti, ma fonti dell’Aeronatica militare chiariscono: «Si tratta di una convenzione aeronautica che parte dal fatto di considerare la prua (la punta, ndr) del velivolo come il pennone a cui è appesa la bandiera, quindi su un lato della fusoliera la bandiera tricolore italiana è vista nel senso tradizionale mentre sull’altro lato è rovesciata. Guardando ad esempio l’Air Force One degli Stati Uniti (vedi fotogallery) si nota che su un lato della fusoliera le stelle sono a destra nel rettangolo della bandiera».
 
L’aereo preso in leasing ha quattro motori Rolls-Royce Trent 553-61. Il velivolo può percorrere circa 17mila chilometri d’un fiato. Il leasing dovrebbe costare, secondo alcuni esperti, attorno ai 200 mila euro al mese (ovviamente molto dipende dalle clausole di manutenzione), anche se per ora la cifra che Palazzo Chigi pagherà è top secret.
 
A proposito di bandiera tricolore torna in mente l’episodio del 13 settembre del 2015 quando Flavia Pennetta e Roberta Vinci giocarono una storica finale agli Us Open e diventarono l’immagine dell’orgoglio italiano nel mondo. Ma la foto delle due tenniste con il premier Renzi e con il presidente del Coni Malagò diventò virale sui social per un particolare: la bandiera italiana messa al contrario. Episodio che scatenò la polemica sui social, già abbastanza calda per le critiche al Presidente del Consiglio volato a New York per seguire la finale.
 
Sabato 5 Marzo 2016, 08:51 – Ultimo aggiornamento: 13:35

iniziative anti-Nato, anti-guerra e contro i molvimenti anti-guerra

Segnalo, anche per eventuale trasmissione su Pandora TV, due importanti iniziative anti-guerra e anti-Nato svoltesi, o in preparazione, in occasione della guerra alla Libia, considerata ormai in pieno svolgimento con le forze speciali di vari paesi Nato attive sul territorio
 
A Venezia, in occasione del vertice Hollande-Renzi i movimenti contro la guerra si sono appropriati, a rovescio, del grido di battaglia del famigerato San Marco “Per terra e per mar”, sotto il cui segno martedì ci si muoverà , appunto per le calli e i canali con sfilata di  barche, in corteo di protesta contro la missione in Libia,
La manifestazione vede riuniti ai movimenti contro la guerra e contro le Grandi Navi, i No Tav della Valsusa e del Terzo Valico che, pure, colgono l’occasione del vertice per opporsi al complotto contro il territorio e le comunità insito nel progetto Alta Velocità Torino-Lione. In una rara e preziosa confluenza dei movimenti contro le devastazioni ambientali e belliche, alla manifestazione parteciperanno anche delegazioni NO TRIV, dei movimenti contro le trivellazioni petrolifere in terra e in mare previste dal micidiale decreto Sblocca Italia.
 
In Sardegna, terra saccheggiata, depredata e uccisa dai poligoni e dalle basi Nato. il movimento “Fuori la Nato dalla Sardegna” – “Gettiamo le basi” si sta attrezzando alla rispo