CON AVOGADRO DAL SALUMIERE? NASCE IL NUOVO KG

PIERO BIANUCCI
 

Penseremo ad Amedeo Avogadro ogni volta che, con qualche ansia, controlliamo il nostro peso sulla bilancia del bagno o entriamo in un negozio con la lista della spesa? E’ possibile. A lui, torinese, nato nel 1776 e morto nel 1856, e al suo celebre “Numero”, farà forse riferimento il chilogrammo-campione del futuro.  

Spinge in questa direzione una recente stima estremamente precisa di quel Numero che Avogadro – pur avendolo concepito nel 1811 – non poté mai conoscere. I primi a darne una stima piuttosto buona furono Einstein nel 1905 e poi il chimico francese Jean Perrin. A scuola abbiamo imparato che vale circa 6 x 10 elevato alla 23. La nuova misura, frutto di una collaborazione mondiale e pubblicata sulla rivista del Bureau International des Poids et des Mesures è incredibilmente accurata: 6,0221476 x 10 alla 23. L’incertezza è ridotta a 2 parti su 100 milioni.  

Si è così raggiunto l’obiettivo di precisione richiesto perché al Numero di Avogadro si possa ancorare il nuovo campione del kg. Per dare un’idea degli ordini di grandezza di cui stiamo parlando, tutte le stelle esistenti nell’universo (in media 100 miliardi per galassia, e a loro volta le galassie sono circa 100 miliardi) sono appena un centesimo del Numero di Avogadro. Il quale corrisponde al numero di atomi o molecole presenti in una “mole”. Ricordiamo che la “mole” è l’unità di misura di sostanza e corrisponde a una massa il cui valore espresso in grammi è uguale alla massa molecolare. Per esempio, l’acqua, la cui molecola contiene due atomi di idrogeno (peso atomico 1+1) e un atomo di ossigeno (peso atomico 16) avrà una massa molecolare complessiva 18; quindi 18 grammi di acqua conterranno un numero di molecole pari al Numero di Avogadro. Cioè 100 volte più molecole di acqua di tutte le stelle dell’universo… 

L’unità di massa (che per noi terrestri è anche l’unità di peso) è l’ultima a fare ancora riferimento a un campione fisico, il prototipo internazionale del chilogrammo (detto “Le Grand Kilo) composto da una lega di platino e iridio, realizzato nel 1875 e conservato a Sèvres, vicino a Parigi, nel famoso istituto che è il “sancta sanctorum” della metrologia mondiale. Tralasciamo le intricate vicissitudini metrologiche di questo cilindro di metallo prezioso. Ciò che importa è che non è riproducibile senza incorrere in un errore di circa 2 microgrammi (milionesimi di grammo) mentre i metrologi tendono, nelle altre misure fondamentali, a un errore virtualmente uguale a zero. Un errore di 2 microgrammi per kg, moltiplicato per tutte le pesate che si fanno ogni giorno del mondo, significa un numero imprecisato di tonnellate.  

Ma non è questo il solo problema. Ancora più imbarazzante è che “Le Grand Kilo”, che viene periodicamente ripulito e controllato, nelle revisioni che si sono succedute sembra perdere peso. Negli ultimi 100 anni si è alleggerito di 50 microgrammi, una quantità 25 volte più grande del suo errore di riproducibilità. I motivi di questo fenomeno non sono chiari: è possibile che il metallo sublimi (cioè evapori) o che ne sfuggano minuscole bollicine di gas. 

Da decenni i metrologi sono alla ricerca di un nuovo kg campione che sia stabile e ben riproducibile. Tra le varie proposte, le migliori fanno riferimento al Numero di Avogadro e alla costante di Planck (passando per la bilancia di Watt). Altre ipotesi sotto esame sono quelle di utilizzare la levitazione di un superconduttore o di accumulare ioni d’oro: entrambe dipendono da fenomeni elettrici e quindi da altre unità di misura. Infine, da quando il valore della costante di Josephson e della costante di von Klitzing sono note con sufficiente precisione, è diventato possibile definire il kg come “quella massa che subisce una accelerazione di 2 × 10−8 m/s² se soggetta alla forza che si sviluppa tra due conduttori retti, paralleli, di lunghezza infinita e sezione circolare trascurabile, posti nel vuoto alla distanza di un metro, attraverso cui scorre una corrente elettrica costante di 6,241 509 629 152 65 × 1018 cariche elementari (ovvero 1 coulomb) al secondo”. 

Francamente, fa venire la nostalgia di quel bel cilindro di iridio-platino, e pazienza se dal salumaio bara un po’ sul peso. Attraente è invece il kg campione riferito al Numero di Avogadro. Su di esso molto ha lavorato e lavora l’INRiM, l’Istituto nazionale di ricerca metrologica con sede a Torino. Nel corso di questo lavoro è stato messo a punto un oggetto bellissimo nella sua sovrumana perfezione: una sfera di quarzo – biossido di silicio – della quale possiamo dire, con un po’ di esagerazione, gli atomi sono stati contati uno per uno. La nuova stima del Numero di Avogadro, con l’esigua incertezza di 2 parti su 100 milioni, è stata ottenuta su una sfera di silicio isotopicamente purissimo calibrato con una tecnica a raggi X e interferometria (foto) rispetto al quale il cilindro metallico di Sèvres diventa qualcosa di rudimentale. 

Grande ammirazione, dunque, per i metrologi e i loro strenui sforzi di precisione. Guardando i giornali e seguendo tg e talk show, un giornalista (questo) si domanda se sia possibile trovare una unità di misura anche per pesare e soppesare le informazioni che ogni giorno ci bombardano. Potrebbe chiamarsi nano-sallustri o pico-belpietro? 

Intanto a misurare la serietà delle informazioni ci prova il blog “Bufale un tanto al chilo ”.

D’accordo, il chilo non sarà ancora preciso come vorrebbero i metrologi, ma per pesare certe informazioni basta e avanza. 

La Belgique a conclu une soixantaine d’accords fiscaux secrets

La commission de ruling fiscal a conclu une soixantaine d’accords fiscaux avec des multinationales, permettant à ces dernières de négocier le taux d’imposition sur leurs bénéfices engrangés en Belgique. Le contenu de ces accords est toutefois classé secret, rapportent De Standaard et Het Nieuwsblad jeudi. Grâce à l'”excess profit ruling”, les investisseurs étrangers peuvent éluder l’impôt sur une grande partie de leur bénéfices.

“La commission de ruling fiscal a conclu une soixantaine d’accords de ce type depuis 2005”, confirme le porte-parole du SPF Finances, Francis Adyns, sans révéler le contenu de ces accords, qui est confidentiel.

L’ampleur des cadeaux fiscaux accordés par le fisc est donc difficile à chiffrer. Mais les autorités avancent, dans le dépliant qui sert à promouvoir le système, que les exonérations d’impôts sur les bénéfices peuvent atteindre 60%. Voire 90%, selon des sources internes au SPF Finances.

Contro Vertice No TAV Italia-Francia in Val Susa 5 marzo 2016

Il Contro Vertice Italia -Francia No TAV è co-organizzato dai Comitati No TAV – Non LGV e dagli Amministratori pubblici italiani e francesi.

Avrà luogo in Valle Susa sabato 5 marzo 2016, ore 9.30-17.30 a Villar Focchiardo Via Antica di Francia, 11 nella Cascina Roland

L’obiettivo di questo importante incontro delle due contro delegazioni No TAV italiana e francese, nelle quali saranno presenti militanti, sindaci, consiglieri regionali, eletti nei parlamenti nazionali italiano, francese ed europeo, è quello di :

– anticipare il vertice di Venezia offrendo all’opinione pubblica gli argomenti politici, economici e tecnici dell’opposizione alla Torino-Lione,

– fare presente a Renzi, Hollande & C. tutti gli inganni, responsabilità e contraddizioni di Italia, Francia e Unione Europea relativi alla proposta di costruire una nuova ed inutile linea ferroviaria, devastante per l’economia e per l’ambiente,

– presentare  ai membri delle delegazioni italiana e francese le alternative – a partire dall’opzione zero – che risolvono i problemi trasportistici e ambientali sulla direttrice ferroviaria che attraversa le Alpi tra Torino e Lione,

– mostrare ai decisori politici nazionali ed internazionali e all’opinione pubblica l’unità nella lotta alla GRANDE OPERA INUTILE ED IMPOSTA Torino-Lione espressa da tutte le componenti: cittadini/e, amministratori locali, consiglieri regionali, nazionali ed europei,

– rinsaldare le iniziative di lotta a livello transfrontaliero ed europeo.

Programma dei lavori

  Benvenuto e saluti

Unione dei Comuni della Valle Susa

Sindaco francese della Savoia

Eletti locali, nazionali ed europei

Opposizione italiana

Opposizione francese

   Interventi degli amministratori pubblici

Italiani e francesi

   Il punto della situazione

In Italia e in Francia

   Presentazione dell’argomentario destinato ai membri delle Delegazioni Italiana e Francese

che parteciperanno al Vertice Italia – Francia di Venezia dell’8 marzo 2016

   Incontro con i media (al termine dei lavori del mattino)

Pausa pranzo

14.30 – 17.30

Le delegazioni italiana e francese discutono di:

finanziamenti del progetto

iniziative comuni a livello delle amministrazioni e dei comitati

Logo-Contro-Vertice-5.3.2016-No-TAV-+-Non-Lyon-Turin-

 

Avant Sommet France-Italie en Val de Suse 5 mars 2016

L’Avant Sommet Italie – France No TAV est co-organisé par les Comités No TAV – Non LGV et les Administrateurs publics italiens et français et aura lieu en Val de Suse samedi 5 mars, 9h30-17h30 dans la Cascina Roland

Le but de cette importante réunion des deux contre-délégations No TAV- Non LGV italienne et française à laquelle participerons des militants, maires, conseillers et élus dans les parlements nationaux italien, français et européen, est :

– Anticiper le Sommet Italie – France qui se déroulera le mardi 8 mars à Venise, en offrant à l’opinion publique les arguments de l’opposition politique, économique et technique à la ligne Turin-Lyon,

– Signaler à M. Renzi, M. Hollande & C.ie les mystifications, les responsabilités et les contradictions de l’Italie, de la France et de l’Union européenne relatives à la dévastatrice proposition – du point de vue économique et environnemental – de construire une nouvelle ligne ferroviaire inutile,

– Présenter aux membres des délégations italienne et française les alternatives – à partir de l’option zéro – qui permettent de résoudre les problèmes de transport et environnementaux sur l’itinéraire ferroviaire qui passe sous les Alpes entre Turin et Lyon,

– Montrer aux décideurs nationaux et internationaux et à l’opinion publique l’unité dans la lutte au Grand Projet Inutile et Imposé Lyon-Turin exprimé par toutes les composantes: les citoyens, les administrateurs publiques, les conseillers locaux et les élus nationaux et européennes,

– Renforcer les initiatives de lutte à niveau transfrontalier et européen.

 Programme des travaux

 Bienvenue et salutations

Union des Communes de la vallée de Suse

Maires français de Savoie

Elus locaux, nationaux et européens

Opposition italienne

Opposition française

 Actions des administrateurs publics

Italiens et français

Le point de la situation

En Italie et en France

 Présentation de l’argumentaire destiné aux Délégations Italienne et Française

qui participerons au Sommet Italie – France de Venise, 8 Mars 2016

 Rencontre avec les médias (à la fin des travaux du matin)

Pause déjuener

14h30 – 17h30

Les délégations italienne et française discutent de :

financement au projet

initiatives communes à niveaux des administrateurs et des comités

Considerazioni in merito alla lettera del Ministro Del Rio

Pro Natura Piemonte

Via Pastrengo 13 – 10128 Torino – Tel. 011/50.96.618 – Fax: 011/50.31.55
e-mail: torino@pro-natura.it Internet: http://torino.pro.natura.it 

Torino, 29 febbraio 2016

Agli Organi di Informazione

La lettera del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che respinge ogni ipotesi di discussione con i Sindaci coinvolti nel progetto della nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Lione, merita un commento. Il Ministro, ammesso che la lettera sia stata redatta da lui, contrappone le “opinioni” di cui i sindaci sarebbero i portatori alle “decisioni” dell’Unione Europea e del Governo. Però il Ministro, o chi per lui, si mostra assolutamente disinformato: le “decisioni” dell’Unione Europea, nel senso tecnico della parola, che riguardano specificatamente la Torino-Lione, sono solo i due finanziamenti concessi dalla stessa Unione Europea su richiesta congiunta di Italia e Francia. L’Unione Europea ha dichiarato, anche direttamente, che non può esimersi dall’accogliere le richieste congiunte di contributo presentate dai Governi di due Stati fondatori, pur riducendole pesantemente, dato che nel totale dell’investimento, che comprende anche le spese a totale carico nazionale, sono i due Stati che ci mettono la maggior parte dei soldi e pertanto devono vigilare. Per quanto riguarda invece le “decisioni” del Governo, si fa notare che in materia di accordi internazionali tali “decisioni”, per essere valide, devono avere la ratifica di almeno un ramo del Parlamento. Al momento non è ancora stato ratificato alcun inizio dei lavori e siamo sempre allo stadio di “studi e progetti”. Può darsi che tra 12 mesi si abbia una nuova ratifica, ma nessuno è autorizzato a anticiparne l’esito. Infine, in merito alle tesi dei Sindaci e delle Amministrazioni territoriali che sarebbero solo delle “opinioni”, si sottolinea che sono invece reali i dati di traffico merci transalpino certificati da organi internazionali: al posto delle “previsioni” di LTF del 2004, alla base del progetto, che ipotizzavano sin dall’inizio una crescita + + si è invece registrato sinora, e per 12 anni consecutivi, il segno – -. Il Ministro può ignorare tutto, ma se ne assume la responsabilità storica che è prevedibile emerga subito.

Il Presidente (Mario Cavargna)

Delrio sbatte la porta in faccia ai sindaci

 lunedì, febbraio 29, 2016
Delrio sbatte la porta in faccia ai sindaci

Il ministro Delrio risponde ai sindaci della Valsusa e lo fa in modo sprezzante. I sindaci avevano proposto un tavolo dove “non si dovranno esaminare temi riguardanti compensazioni e tracciati, ma prima di qualsivoglia discussione si deve avviare un’operazione ‘verità’ sulle effettive necessità del trasporto, sull’attualità del progetto e sulla sua sostenibilità economica”. Parlando di un’opera che costerà miliardi di euro (pubblici) e che impatterà pesantemente la vita dei valsusini non pare una richiesta così spropositata quella di discutere della sua utilità e sostenibilità. Ma il ministro non ci sta a discutere, non vuole il confronto sull’opera, perché secondo lui “non è possibile mettere in discussione le scelte già maturate” e “al fine di chiarire che non esistono “operazioni verità”, ma solo opinioni, il Commissario Foietta si è reso disponibile ad organizzare un incontro con Amministratori/Esperti dell’Unione Montana Valle di Susa, per ascoltare le Vostre “opinioni” e rappresentare gli elementi alla base delle “decisioni” Europee e del Governo.” In altre parole, se volete Foietta vi ascolta, ma tanto abbiamo già deciso.

In quelle virgolette che racchiudono le “opinioni” degli esperti e degli amministratori e le “decisioni” del governo sta tutta l’arroganza e l’indisponibilità a scendere su un confronto tecnico che si basi sui dati e non sulle visioni fantastiche.

Non è il primo ministro dei trasporti che propaganda l’irreversibilità dell’opera, da Lunardi a Lupi passando da Passera l’abbiamo sentito ripetere un po’ da tutti, ma mai uno che sia stato in grado di giustificare l’opera.

DEL RIO febbraio 2016 UNO

DEL RIO febbraio 2016 DUE jpg

La truffa dell’aumento degli anni di lavoro in base alla vita media

4 riforme di governi democratici per cancellare le pensioni e NESSUNO ritiene opportuno riempire le piazze per protestare, quando si dice governi amici
 
Feb 29, 2016
 
pensioni-salvini
Pensionati in rivolta
 
di Eugenio Orso
 
Una colossale truffa si sta consumando a danno dei lavoratori italiani presenti e futuri e, di conseguenza, delle sempre più malconce schiere di pensionati. In questa truffa, gli apparati che sostengono il sistema in posizione servile – politici, giornalistici, accademici, giuslavoristici – sono tutti complici ed esecutori di un disegno sopranazionale-elitista che fa riferimento agli onnipotenti Mercati & Investitori. Meno soldi per stipendi e pensioni e più anni di lavoro al volgo, più risorse e potere per la Grande Finanza Internazionalizzata. Il truffato, in tal caso, è rappresentato dalla grande maggioranza della popolazione italiana, che sopravvive grazie ai redditi da lavoro e alle pensioni erogate.
 
Non troverete un solo esponente dell’entità collaborazionista della troika chiamata piddì disposto ad ammettere apertamente, con chiarezza, che l’allungamento della vita lavorativa a carico delle classi dominate è una mera truffa, cinicamente studiata a tavolino, in quanto si rapporta esclusivamente alla vita media degli umani, fino ad ora in progressivo aumento nel nostro paese.
 
Oltre ai giornalisti prezzolati e ai giuslavoristi al servizio del sistema elitista, sono entrati in campo anche gli specializzati demografi (come ad esempio Antonio Golino, accademico emerito, docente della Sapienza, già pro tempore alla presidenza INPS), per ordire la truffa che si sta consumando ai danni di tutti noi, e che potremmo definire come “aumento della vita media dell’uomo, conseguente aumento della vita lavorativa delle neoplebi”, con la creazione di automatismi ad hoc.
 
Siamo passati attraverso le Forche Caudine di ben quattro riforme principali delle pensioni, nell’arco di un ventennio:
 
1) Riforma delle pensioni di Giuliano Amato del 1992 (quello del prelievo forzoso del sei per mille dai conti correnti di tutti, poveracci compresi), che manteneva il sistema retributivo, più favorevole al lavoratore, ma innalzava l’età pensionabile per i lavoratori con meno di 15 anni di contributi, benché non ancora “indicizzata” all’aumento della vita media, e, fatalmente, portava a riduzioni del fondo di Trattamento di Fine Rapporto per le nuove generazioni.
 
2) Riforma delle pensioni di Lamberto Dini del 1995 (pensionato d’oro, privilegiato, che danneggia i futuri lavoratori e pensionati). Passaggio al sistema contributivo (ovviamente il meno favorevole per i lavoratori, futuri pensionati) dal retributivo con tre sistemi di calcolo: con più di 18 anni di contributi il calcolo sulla media degli ultimi stipendi percepiti (dieci anni, per i dipendenti), in un’ottica sostanzialmente retributiva; con meno di 18 anni di contributi, sostanzialmente retributivo fino al 1995 e poi contributivo dal primo gennaio 1996; per i giovani, con contributi dopo il 1995, solo contributivo. Un colpo deciso anche alle cosiddette pensioni di anzianità, data la riduzione del coefficiente di computo della pensione. Un passo in avanti deciso, oltre Amato il castigalavoratori e pensionati che ha allungato la vita lavorativa, verso la riduzione delle pensioni dovute.
 
3) Riforma delle pensioni di Romano Prodi del 2007 (quello che ha contribuito a “terminare” l’IRI, essenziale per le produzioni e il lavoro italiani, e ci ha “portato in Europa” definitivamente, condannandoci al declino). Qui registriamo brevemente l’allungamento progressivo della vita lavorativa – ma non ancora direttamente dipendente dall’allungamento della vita media – dai 57 anni del 2007, con 35 anni di contributi, ai 62 previsti anni dal 2014, sempre con 35 anni di contribuzione e l’alternativa, per andarsene finalmente in pensione, dei 40 anni di contributi a un’età qualsiasi.
 
4) Riforma delle pensioni di Elsa Fornero del dicembre del 2011 (da poco insediato l’esecutivo Monti), che ha rincarato la dose e si è rivelata letale per le sorti del lavoro e dei pensionati. La riforma, nel concreto, distingue fra le sole pensioni di vecchiaia e quelle anticipate, a partire dal 2012, con 66 anni d’età per dipendenti, autonomi, donne del settore pubblico, 62 anni per le donne nel settore privato, con incremento fino a 66 dal primo gennaio 2018, 63 anni e sei mesi per le donne nel settore privato, con aumento fino ai 66 a partire dal primo gennaio 2018. Dal 2021 è richiesta l’età minima di 67 anni per tutti i lavoratori. Inoltre, per quando riguarda l’anticipo, è possibile ottenerlo dal 2012 con 42 anni di lavoro per gli uomini e 41 anni per le donne, ma ciò che più importa, ai nostri fini, è che dal 2013 il periodo minimo per maturare l’anzianità necessaria si lega alla speranza di vita, con aumenti di almeno un mese, forse di due, per ogni anno che passa. Tanto che si lavorerà fino ai settant’anni e oltre, se fino al 2050 non interverranno nuovi e più penalizzanti interventi normativi (per le masse), che imporranno ulteriori accelerazioni nell’allungamento del periodo di lavoro.
 
 
Metabolizzata l’ultima delle riforme contro lavoratori e pensionati, quella della giustamente odiata Elsa Fornero, con il senno di poi appare chiaro l’intento truffaldino: il progressivo innalzarsi della vita lavorativa si lega indissolubilmente alla speranza di vita e all’aumento della vita media. E’ proprio su questo punto che bisogna insistere, per comprendere la natura perversa del raggiro, più che perdersi in considerazioni ovvie e diffuse, come quella che lega il permanere di una forte disoccupazione giovanile al fatto che i lavoratori anziani sono costretti ad andare in quiescenza sempre più tardi.
 
E’ intuitivo, infatti, che per un trattamento informato dall’equità, accanto alla vita media si dovrebbe considerare anche quella massima della specie umana. Pur vivendo in media, oggi, più a lungo di sessant’anni fa, l’aspettativa di vita massima della specie è geneticamente limitata, si stima intorno ai cento e venti anni, anche se una percentuale sempre più alta della popolazione si avvicina un po’ di più a questo massimo. Il processo d’invecchiamento dell’uomo, quindi, incontra un limite invalicabile rappresentato dalla vita massima, che non si sposta verso l’alto, comportando fatalmente dei cambiamenti, ovviamente sfavorevoli, nel sistema neuroendocrino e nei meccanismi della difesa immunitaria.
 
Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, non si sa bene perché, con il passare degli anni, si deteriorino la funzione delle cellule e degli organi, ma una cosa è assolutamente certa: la vita lavorativa di un uomo non può crescere indefinitamente, “indicizzandola” alla vita media che finora, per noi italiani ed europei, è cresciuta rapidamente, questo perché il limite rappresentato dalla vita massima della specie non si sposta verso l’alto, e perciò è invalicabile. Più ci si avvicina al punto di massimo, più si deteriorano organi e cellule umane e meno si è abili al lavoro, sia fisicamente sia mentalmente. Questa è la realtà.
 
L’età media potrebbe crescere – in eccezionali condizioni socio-sanitarie, di sviluppo scientifico e di miglioramento della qualità della vita – anche fino a centodieci anni, ma già a settanta-ottanta anni, avremmo un’estesa popolazione di vecchioni, “zombificata”, fragilissima, costituita da non autosufficienti parziali o totali, non più in grado di lavorare (neppure part-time!) e non in grado, in molti casi, di badare autonomamente a se stessi (a meno che non lavorino con la badante costantemente al loro fianco!).
 
Oltretutto, le politiche neoliberiste imposteci dal sopranazionale, distruggendo il welfare, riducendo all’osso i redditi da lavoro, alimentando la disoccupazione di lungo periodo, porteranno quasi sicuramente a una riduzione progressiva, per i decenni a venire, dell’età media di morte in Italia e a una minor cura degli anziani.
 
Solo se la vita massima si spostasse verso l’alto, l’allungamento del periodo di lavoro per tutti non sarebbe iniquo, com’è oggi, ma dovrebbe essere agganciato alla maggior vita massima della specie, non tanto a una più lunga vita media. Mi spiego, in conclusione dell’articolo, con un semplice esempio.
 
Poniamo che la vita media passi, in un sessantennio, da settant’anni (71 circa nel 1951) a oltre ottanta (che è la vita media di oggi, nella penisola), mentre la vita massima salga, nello stesso periodo, dai centoventi ai centoventicinque anni. L’aumento della media sarebbe di un decennio, mentre quello della massima di un lustro. Allora, per essere equi, se all’inizio del periodo pluridecennale si lavorava – supponiamo, senza riferimenti a una precisa realtà storica – fino a cinquantacinque anni, alla fine del sessantennio si dovrebbe lavorare fino a sessant’anni, cioè cinque di più, in linea con l’aumento della vita massima. Non sarebbe equo far lavorare le masse fino a sessantacinque anni, basandosi sul puro incremento della speranza di vita media. Questo perché i cinquantacinque anni all’inizio del sessantennio corrisponderebbero – in termini di deterioramento delle cellule e degli organi – ai sessanta di fine periodo, in accordo con l’innalzamento del limite massimo di vita.
 
Ecco spiegato il motivo per cui l’allungamento della vita lavorativa, basato sulla pura età media di morte della popolazione (in tal caso italiana!), è un bieco imbroglio, un’autentica truffa.
 
Se Amato, Dini e Prodi hanno mazziato, uno dopo l’altro, lavoratori e pensionati, Fornero e Monti ci hanno messo la ciliegina sulla torta, legando l’aumento degli anni di lavoro all’incremento della speranza di vita …
 

Allarme deflazione: brusca discesa dei prezzi in Italia ed Eurozona. Per l’Istat a febbraio -0,2%

vorrei tanto sapere dove va a far spesa l’Istat. Forse nello stesso super della Picierno. Si vede che sono della società alto locata, loro si allarmano SE I PREZZI NON AUMENTANO.
A parte il fatto che non è vero e chiunque viva con pochi soldi LO SA BENISSIMO, MA SE fosse vero,  PERCHE’ DOVREBBE ESSERE TRAGICO  PAGARE MENO PER  SOLITI BENI?
Ma a voi scoccia pagare il pane, latte, pagare la stessa cifra o magari meno per gli stessi beni primari per soddisfare quei bisogni primari che tanto disgustano la società civile di Scalfari? Cosa c’è? Diminuisce il gettito fiscale se si abbassano i prezzi?? Povero governo regime dei banchieri….come faranno a tirare avanti…
 
29 febbraio 2016
È allarme deflazione in Italia ed Eurozona per effetto della repentina discesa delle quotazioni petrolifere. Se c’era bisogno di un dato per indurre la Banca centrale europea ad agire nella prossima riunione di marzo, è arrivato oggi. Cominciamo dall’Italia: l’inflazione, ha reso noto stamane l’Istat, è diminuita in febbraio dello 0,2% su base mensile e dello 0,3% su base annua (era +0,3% a gennaio). La forte flessione tendenziale dei prezzi al consumo, spiega l’Istituto, è dovuta a una dinamica congiunturale caratterizzata da cali dei prezzi diffusi a quasi tutte le tipologie di prodotto, che si confronta con quella positiva di febbraio 2015 quando tutte le tipologie di prodotto segnarono una ripresa dei prezzi su mese. L’inflazione acquisita per il 2016 è pari a -0,6%.
 
Sulla stessa linea il dato europeo: l’inflazione nell’Eurozona torna in territorio negativo a febbraio, scendendo a -0,2% rispetto allo 0,3% di gennaio. È la stima flash di Eurostat. Si tratta della discesa più forte da un anno a questa parte. L’ultimo segno meno nell’Eurozona si era visto a settembre 2015 (-0,1%). Guardando alle componenti principali, i servizi hanno il tasso più elevato (1%, mentre a gennaio erano a 1,2%), seguiti da cibo, alcol e tabacco (0,7%, a gennaio erano a 1%), prodotti industriali non energetici (0,3%, rispetto allo 0,7% di gennaio) ed energia (-8%, rispetto a -5,4% di gennaio). Senza considerare le componenti alimentari ed energetiche, l’inflazione nell’area euro (indice core) è salita dello 0,7% dal +1% di gennaio.
 
«Se guardiamo all’Europa in questa momento – ha detto ieri il governatore della Banca centrale francese Francois Villeroy de Galhau – il pericolo è senza ombra di dubbio la deflazione, non certo l’inflazione. Se i bassi prezzi energetici hanno effetti a lungo termine, dobbiamo intervenire. Sembra questo il caso, ma vedremo in marzo». La Bce si riunisce il prossimo 10 marzo per varare nuove misure anti-deflazione preannunciate da Draghi dopo l’ultima riunione. I dati di oggi non possono che rafforzare le pressioni perché Francoforte agisca.
 
I dati di febbraio sono negativi in quasi tutti i Paesi europei, dal -0,2% della Germania al -0,1% della Francia fino al -0,9% della Spagna. «La deflazione sarebbe un disastro per l’area euro – osserva Holger Sandte, economista della banca Nordea – poiché farebbe aumentare ancora l’onere del debito. Il problema è che indipendentementeda quello che deciderà la Bce il 10 marzo, l’inflazione resterà intorno allo zero per alcuni mesi prima di risalire».
 
Tornando all’Italia, i prezzi del cosiddetto carrello della spesa dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,1% rispetto a gennaio e dello 0,4% su base annua (a gennaio era +0,3%). Si tratta del primo calo tendenziale da dicembre 2014 e del più ampio da luglio dello stesso anno. In particolare per i prodotti alimentari (incluse le bevande alcoliche) i prezzi diminuiscono dello 0,1% su base mensile e registrano, su base annua, un’inversione della tendenza (-0,3%, da +0,4% a gennaio).

Il rischio Brexit fa crollare la sterlina

La tolleranza della Ue dei popoli, sei in trappola, vuoi uscire dalla gabbia? TE LA FACCIO PAGARE…
Quando si dice le libertà in Occidente….
sterlina
di Nicol Degli Innocenti
 
Il rischio Brexit fa crollare la sterlina: la valuta britannica è scesa ai minimi da quasi un anno contro il dollaro stamani in seguito al rafforzamento del fronte anti-Ue. Ieri sera infatti Boris Johnson, il popolarissimo sindaco di Londra, ha annunciato la sua decisione di schierarsi a favore di un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione.
 
La sterlina ha perso l’1,5% scendendo a 1.475 contro il dollaro e si è indebolita dello 0,7% contro l’euro, toccando quota 1.278. La reazione dei mercati rispecchia il fatto che con l’entrata in campo di Johnson, considerato da molti il successore più probabile di David Cameron alla guida del partito conservatore, si fa più aspra la battaglia tra i due schieramenti in vista del referendum del 23 giugno.
 
Oggi pomeriggio il premier affronterà i Comuni per la prima volta dall’annuncio della conclusione dei negoziati con la Ue e della data del referendum. Cameron cercherà di spiegare le sue ragioni e convincere i deputati ancora indecisi a sostenere la sua linea che è meglio per la Gran Bretagna restare membro dell’Unione e continuare a spingere dall’interno per le riforme.
 
Downing Street ha minimizzato, dicendo che la decisione di Johnson era prevista, ma la discesa in campo del sindaco uscente di Londra è un duro colpo per Cameron e il fronte del sì. Secondo un sondaggio istantaneo di Ipsos Mori, per un terzo degli elettori l’opinione di Johnson è importante nel determinare il loro voto.
 
Johnson ha detto che «non avrebbe mai voluto schierarsi contro Cameron o il Governo, ma che dopo lunghe riflessioni» non ha potuto fare altrimenti perchè il premier non ha ottenuto le necessarie concessioni da Bruxelles. «Voglio un accordo migliore per i cittadini britannici e voglio riconquistare la sovranità sul nostro Paese», ha detto.
 
La mossa di Johnson regala al fronte pro-Brexit il leader carismatico che mancava, e accentua la spaccatura all’interno del partito conservatore. L’Europa è fonte di dissidi e divisioni tra i Tories da trent’anni, ma la posta in gioco non è mai stata così alta. Un’uscita dalla Ue non solo sarebbe “un salto nel buio”, come ha sottolineato Cameron, ma sarebbe anche irreversibile e potrebbe portare alla spaccatura del Regno Unito con il distacco della Scozia, tradizionalmente più filo-europea di Galles e Inghilterra.
24-02-2016 15:35:02

Il “Piano B” degli USA in Siria consiste in un attacco terrestre ed esclude la Russia

ovviamente anche qui la società civile moralmente superiore è talmente superiore che non alza le chiappe per protestare contro le guerre NATO, si sarà solo pigrizia, NON CERTO ACCONDISCENDENZA,  in fondo basta scriverlo un pò in giro che si è contro la guerra, L’IMPORTANTE NON FARE ATTI CHE LO DIMOSTRINO. Il padrone potrebbe indispettirsi.
 
Feb 28, 2016
Comandante-supremo-NATO-James-Stavridis
Comandante supremo NATO Stavridis
 
L’Ammiraglio statunitense James G. Stavridis spiega i dettagli di un eventuale “Piano B” degli USA per la Siria che esclude la Russia nel caso di un possibile fallimento della tregua in Siria.
“Probabilmente l’alternativa conosciuta come “Piano B” , pianificata in precedenza dal segretario di Stato, John Kerry, include l’invio di forze terrestri in Siria, di conseguenza non include la Russia”, ha spiegato questa Domenica Stavridis.
Di seguito lo stesso ammiraglio ha esposto nei dettagli il piano, spiegando che questo intervento terrestre in Siria conta su diverse fasi e le prime consistono nel creare una zona di esclusione aerea (no fly zone) e garantire la sicurezza delle truppe di terra.
 
Secondo Stavridis, ex comandante Supremo Alleato dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), tale situazione permetterebbe anche “l’organizzazione di gruppi oppositori moderati”.
“Molto probabilmente in questo piano sarà prioritaria la Giordania e le sue forze terrestri; sono sicuro che il presidente degli USA Barack Obama, ed il re giordano, Abdolà II, ha conversato rispetto a questo”, ha aggiunto.
Secondo Stavridis, senza dubbio, sarà una campagna complessa e caotica, “speriamo di poter porre la Russia dalla nostra parte, ma non sono sicuro di questo”, ha concluso.
 
Lo scorso Martedì il segretario di Stato degli USA ha annunciato che Washington ha l’opzione di un “piano B” se fallisce la cessazione delle ostilità e la nuova tregua concordata fra la Russia e gli USA.
Il giorno seguente il Ministero russo degli Esteri ha reagito nella seguente maniera : “la Russia non sa nulla di un “Piano B” di cui parlano gli USA. Si è realizzato un intenso lavoro per ottenere l’accordo sulla Siria ed è necessario investire tutti gli sforzi per implementarlo”.
Il giovedì, il cancelliere russo, Serguei Lavrov, ha rigettato le dichiarazioni del titolare statunitense ed ha assicurato che non c’è , nè ci sarà alcun “piano B” secondo l’accordo di tregua in Siria.
 
Anche il vice ministro degli Esteri della Russia, Mijail Bogdanov, a sua volta, ha manifestato nello stesso giorno del Giovedì che i russi sono  preoccupati per  gli annunci degli USA e per il  fatto che gli USA parlino di un “piano B”. Non sappiamo niente di questo”.
Nelle prime ore del Sabato è entrato in vigore un cessate il fuoco in Siria, annunciato dagli USA e dalla Russia, da cui sono esclusi i gruppi considerati terroristi dalle Nazioni Unite e fra quelli l’ISIS ed il fronte Al Nusra, ramo di Al Qaeda.
 
Anche il Governo di Damasco ha accettato la tregua con il fine di fermare lo spargimento di sangue dei siriani e restaurare la stabilità, al tempo stesso  ha ha assicurato che continuerà combattendo il gruppo terorrista dell’ISIS e di Al Qaeda.
Tuttavia il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha messo in chiaro che il suo Esercito “non si sente obbligato a rispettare la tregua, se si crea una situazione che minaccia la sicurezza della Turchia”, alludendo ai gruppi di autodifesa curdi-siriani.
 
Fonte: Hispan TV
 
Traduzione: Manuel De Silva

Il Governo Renzi-Boschi – al servizio dei banchieri- ha predisposto la legge che permette alle banche di prendersi le case senza pignoramento e aste

ah anturalmente nessun presidio/sit-in/manifestazione CONTRO IL REGIME RENZI A SERVIZIO DEI BANCHIERI VERO?
Non affannarsi a chiedere le piazze per protestare CONTRO IL REGIME delle banche? che la società civile SIA SERVA DEL GOVERNO AMICO????
Feb 28, 2016
 
renzi_boschi-governo
Renzi e Boschi -Governo
 
Riceviamo e pubblichiamo:
 
Lo abbiamo scritto settimane fa e ora la questione è diventata stringente. Da una parte le banche, dall’altra i cittadini.
 
Mentre le cronache si arricchivano di particolari sullo scandalo di Banca Etruria & Partners ed i media “scoprivano”, i contratti capestro delle banche e l’inefficacia dei sistemi di vigilanza, in commissione Finanze alla Camera arrivava la bozza di decreto legislativo per recepire la direttiva Ue 17 del 2014 (Mortgage Credit Directive, cioè «direttiva sul credito ipotecario»).
 
Una legge da approvare entro il 21 marzo 2016. E’ una norma che, stando a quanto riportato da diversi siti e denunciato da alcuni parlamentari, permetterebbe alle banche di prendersi la casa senza precetto e pignoramento, saltando a piè pari tutte le fasi di un procedimento Giudiziario, nel caso in cui il consumatore salti delle rate del mutuo o finanziamento.
 
Intendiamoci: nessuno ama le estenuanti procedure esecutive o le famigerate aste, ma una cosa è fare leggi per opporsi all’uso strumentale del Tribunale o per rendere efficienti le procedure, altra cosa è fare leggi per TOGLIERE DIRITTI AI CITTADINI.
 
Molto spesso è stato solo in seno ad un procedimento giudiziario, ovvero con opposizioni fondate, che sono emerse nefandezze di ogni tipo in danno ai consumatori: costi occulti, tassi usurai, anatocismo, contratti capestro ed altre. Al punto che, in alcuni casi, si è scoperto che il presunto “debitore” aveva già pagato tutto il dovuto al presunto “creditore” ed il residuo era solo una sommatoria di costi occulti, penali e tassi illegittimi:
 
Una legge così, in Italia, rischia di essere molto pericolosa, ma i grandi giornali non ne parlano (tranne, appunto, pochi).
 
La norma prevede anche obblighi di trasparenza, informazioni al consumatore etc, ma a parte che molti di tali obblighi sarebbero già previsti – e sono semplicemente poco rispettati – come al solito la nuova bozza di legge non prevede sanzioni pecuniarie automatiche in caso di illecito da parte delle banche. Per punire le violazioni si limita a rinviare agli organi di…. vigilanza (Si! Proprio quelli che dovevano vigilare su banca Etruria & Partners).
 
Banchieri-e-cittadini
Banche e banchieri
 
Inoltre, nonostante la Corte di giustizia Europea con sentenza n 34/13 del 10/9/14 avesse già vietato la pignorabilità della prima casa in presenza di clausole vessatorie, non si tratta di un divieto automatico. Tanto per capirci: le banche procedono comunque e spetta all’esecutato far valere i propri diritti in sede di opposizione. Ma se viene “abolito” il ricorso al tribunale, quale sarà la sede ove far valere i propri diritti? Il tema è decisamente da approfondire, riguarda migliaia di famiglie. Il tempo stringe.
 
Le recenti news sono:
 
 
 
Fermiamo la legge che permette alle banche di prendersi le case senza pignoramento e aste!
 
Entro il 21 marzo, il Parlamento italiano dovrà recepire una direttiva europea che consentirà alle banche di divenire proprietaria automaticamente di un immobile per cui non è stato pagato il mutuo.
 
La direttiva europea si chiama “Mortgage credit directive”, e consente agli istituti di credito di espropriare direttamente gli immobili senza dover passare prima attraverso il precetto, il pignoramento e l’asta giudiziaria.
 
E’ l’ennesimo regalo fatto dall’Europa alle banche, soprattutto alla luce delle difficoltà che hanno tantissime famiglie a tener fede ai pagamenti delle rate del mutuo in un periodo di crisi così profonda.
 
DECIBA, il Dipartimento Europeo di controllo sugli illeciti Bancari, che verifica quotidianamente come le banche commettano sistematicamente illeciti e reati, non ultimo lo scandalo delle quattro grandi banche che hanno “truccato al rialzo” i tassi Euribor ai danni di milioni di famiglie non solo italiane ma in tutta Europa, lancia un appello agli italiani,
 
PER CHIEDERE AL PARLAMENTO DI NON RECEPIRE LA DIRETTIVA “MORTGAGE CREDIT” E MANTENERE IN ESSERE IL DIVIETO DI PATTO COMMISSORIO.
 
Inoltre, nel dicembre 2013 l’Antitrust europea ha multato per 1,7 miliardi di euro quattro grandi banche, Barclays, Deutsche Bank, Royal Bank of Scotland e Société Générale, per un accordo di cartello finalizzato a manipolare l’Euribor. Da allora quella sentenza è secretata. (Tutte le informazioni qui)
 
DECIBA CHIEDE CHE SIA IMMEDIATAMENTE RESA PUBBLICA LA SENTENZA, AFFINCHE’ LE MIGLIAIA DI FAMIGLIE E IMPRENDITORI CHE HANNO PAGATO MAGGIORI INTERESSI SUI MUTUI A CAUSA DI QUESTA TRUFFA POSSANO ESSERE RISARCITE.
 
FIRMA E DIFFONDI LA PETIZIONE
 
Fonte: Deciba