TAV – FREDIANI (M5S): “PLANO CHIEDE DI TRATTARE LE COMPENSAZIONI TAV, LO CONFERMA ANCHE LA REGIONE PIEMONTE”

Plano chiede di trattare le compensazioni TAV. Arriva da una sua nota indirizzata alla Città Metropolitana e al Commissario di Governo per la Torino Lione la richiesta di un contatto per ridiscutere le opere di accompagnamento previste nel Comune diSusa alla luce dei tagli dei fondi CIPE. L’incontro è avvenuto negli uffici della Regione il 21 marzo scorso. E’ quanto emerso dalla risposta (in allegato) dell’assessore regionale ai Trasporti Balocco all’interrogazione presentata oggi dal Consigliere M5S Francesca Frediani.

Lo stesso Balocco ha chiarito come l’oggetto dell’incontro, strettamente tecnico, fossero proprio le compensazioni del TAV. “Chiamatele come volete”, ha ironizzato l’assessore, ma come definire in altro modo i fondi indicati espressamente in delibere CIPE?

“Le compensazioni si accettano perché non sono compensazioni” ha detto davanti ai cittadini Plano nell’incontro pubblico di ieri sera, commentando l’incontro con Città Metropolitana, Foietta e Regione Piemonte. Ma non basta chiamare le cose con altri termini per cambiarne la sostanza. Sulla salute e sul futuro dei valsusini, sulla difesa del territorio non ci può essere nessuna trattativa. E spiace constatare come, anche chi si dichiara da anni contrario all’opera, accetti comunque questa logica.

Abbiamo capito che la coerenza e la trasparenza non trovano casa tra gli esponenti del PD. Oggi come ieri il Movimento 5 Stelle si conferma l’unica forza politica contraria al TAV senza “se” e senza “ma”.

Francesca Frediani, Consigliere regionale M5S Piemonte

Nuova immagine

Di Maio fa autocritica sull’Ue: “Forse siamo stati troppo duri”

Già. L’europa dei popoli è buona, grazie Europa, grazie Troika. Vedi greci ma non solo loro, non finiscono mai di ringrazia Tsipras per i memorandum
 
L’esponente del Movimento 5 Stelle davanti agli ambasciatori smorza i toni sull’euro
 
di maio
 
francesco maesano e francesca schianchi
roma
 
Buone maniere e colazione salata. Pastiglie di Harleem e panekuk offerti dall’ambasciata reale dei Paesi Bassi ai ventotto rappresentanti dei Paesi membri dell’Ue e all’ospite d’onore, Luigi Di Maio. Con lui, ieri mattina, il Movimento del «vaffa» è arrivato a via della Camilluccia, collina della diplomazia romana.
Prima, nei mesi scorsi, era toccato al ministro Gentiloni e ad altri nomi dell’establishment politico consolidato. Gli olandesi, presidenti di turno Ue e organizzatori della colazione, hanno scelto ora il ventinovenne vicepresidente della Camera che promette di portare i Cinquestelle a Palazzo Chigi.
E allora eccolo, circondato dall’educata curiosità dei diplomatici che ha reso inutile il foglio delle domande di cortesia, quello preparato dall’ambasciata ospitante per rimpolpare la discussione in caso di imbarazzanti tempi morti. Non ce n’è stato bisogno «e lui, a dispetto della giovane età, ha fatto proprio una bella figura», spiegava più tardi uno degli ospiti.
Non solo. Di Maio ha anche sorpreso. Dal dialogo, blindatissimo, filtra una frase che due diverse fonti ricostruiscono come un’inequivocabile autocritica del frontman M5S sulle posizioni iniziali espresse dal Movimento su Unione Europea e moneta unica. «All’inizio siamo stati troppo duri». Un pentimento riservato dal quale i commensali non hanno potuto fare a meno di misurare la distanza tra le parole accorte di Di Maio e gli annunci di una forza politica che fino a pochi mesi fa parlava di un referendum per uscire dall’euro e per questo organizzava banchetti per raccogliere le firme. Un passo in avanti verso la formazione di un profilo credibile e rassicurante, indispensabile a chi voglia sfidare Renzi alle elezioni. Uno indietro rispetto allo spirito originario.
Nel Movimento che ha voglia di governo è l’ora dell’accreditamento con i paesi vicini. E anche della scelta delle amicizie. Ieri i membri del direttorio M5S hanno ricevuto l’ex ministro delle finanze greco Varoufakis. E sempre ieri Alessandro Di Battista ha chiesto un cambio di passo nei rapporti con la Russia, annunciando di voler andare presto a Mosca.
La scelta di tempo del deputato romano non è casuale. La coincidenza con la colazione olandese del collega Di Maio ha rilanciato la competizione interna tra i due, spesso impegnati a marcarsi, sinora in modo amichevole. Diversi per cifra ma non per ambizioni, i due si confrontano ora sul campo della politica estera in una sfida che è forse la più sottile. E per questo tra le più interessanti tra quelle che animano la vita interna delle forze politiche.

Spagna, istituita per legge la transessualità dei bambini

questa non è strumentalizzazione vero?
  
Si chiama “legge di identità ed espressione di genere e uguaglianza sociale e di non discriminazione” l’ultima innovazione legislativa imposta dalla “teoria gender”
Francesco Curridori Ven, 25/03/2016 – 10:31
 
Si chiama “Legge di identità ed espressione di genere e uguaglianza sociale e di non discriminazione”.
 
trans bambini
È l’ultima innovazione approvata dall’assemblea autonoma di Madrid con l’intento dichiarato di sancire per legge che il sesso genitale di una persona “non è un concetto puramente biologico, ma soprattutto psicosociale”, come ha spiegato la presidentessa Cristina Cifuentes.
 
Ognuno potrà, quindi, costruire la propria identità di genere senza che “sia necessario accreditare in nessun caso l’identità di genere manifestata mediante informazioni psicologica o medica”. Una deputata ha esultato: “Da oggi ci saranno bambini con vagina e bambine con il pene”. Come spiega il sito La nuova bussola quotidiana, nelle scuole, sia pubbliche che private, si investiranno risorse educative e psicologiche per aiutare gli scolari di età infantile ad avviare “un processo di manifestazione della propria identità di genere al fine di elaborare un possibile piano di azione per l’integrazione dell’alunno nella scuola”. In pratica si fornirà una terapia ormonale ai bambini che mettono in dubbio la loro identità sessuale così da impedire il normale sviluppo e un trattamento ormonale incrociato (ormoni maschili alle bimbe che si sentano bambini e viceversa) anche contro la volontà dei propri genitori. Si prevede, inoltre, che gli insegnanti si rivolgano “allo scolaro trans con il nome scelto per lui o in caso di un non maggiorenne o che non abbia una sufficiente maturità, quello indicato dai suoi rappresentanti legali”.
 
Il bambino trans avrà poi il diritto di scegliere l’uniforme che più si addice alla propria identità sessuale. Anche negli spazi sanitari, sportivi ed educativi – ospedali spogliatoi, palestre “si deve rispettare l’identità di genere che ogni persona riferisca di avere nel momento in cui fa uso degli spazi separati per sesso”. Un bambino potrà, dunque, accedere agli spogliatoi delle bambine se “si sente donna”. La Regione di Madrid ha così “istituzionalizzato” la transessualità dei bambini con il tacito assenso dei media e il silenzio della curia spagnola che sul tema non si è espressa.

Drammatico Sos dalla Grecia: “Avanti così moriremo tutti”

Anche il 5S prende atto che la Ue in fondo non è così cattiva, lo vada a dire ai greci. Grazie Ue, grazie Tsipras.
 

grecia

 

Panagiotis Grigoriou non è un estremista, è uno storico, un moderato, una persona molto perbene. Alberto Bagnai lo ha scoperto e lo ha fatto conoscere a molti internauti e lo ha invitato anche a uno dei convegni “Goofy” a Roma nel 2014. E’ un intellettuale che suscita rispetto per la qualità del suo pensiero e per la signorilità del suo tratto.
Mercoledì ha scritto una lettera drammatica ad Alberto Bagnai, economista controcorrente e fondatore di ‘Asimmetrie‘, l’associazione di cui sono onorato di essere vicepresidente.
Non è il “classico” articolo sulla crisi greca, denso di dati; anche se l’aggettivo classico è inappropriato per la semplice ragione che nessuno parla più della crisi greca, sebbene la situazione nel Paese ellenico non faccia che peggiorare.
Ora Panagiotis Grigoriou scrive una lettera semplice e al contempo sconvolgente che vale più di un saggio per la sua drammatica testimonianza umana e per la forza della sua denuncia. Rivolgendosi ad Alberto Bagnai, lo storico greco, che, come la maggior parte dei greci fino a pochi anni fa mai si sarebbe immaginato di trovarsi sull’orlo dell’indigenza, osserva:
Le ho appena inviato un messaggio con un appello per la nostra campagna di finanziamento partecipativo (“crowdfunding”) per Greece Terra Incognita, che potrebbe far circolare attraverso la sua rete.
Stremati da questo paese, in realtà in punto di morte eppure sempre così bello da visitare, lanciamo infine la nostra campagna… credo come ultima possibilità!
La trappola finale scatta dopo l’euro, l’ulteriore arma di distruzione di massa utilizzata dell’Europeismo (e non solo) sono i migranti. La mia compagna (da ottobre scorso priva di risorse perché disoccupata) ed io stesso, tentiamo quest’ultima… sortita per la sopravvivenza, attraverso la nostra attività Greece Terra Incognita, nel campo del turismo.
Se falliremo (visto che le donazioni che riceve Greek Crisis non sono sufficienti), non ci resterà che attendere la morte fisica, dopo quella economica, o lasciare la Grecia…
E ancora:
Gli altri Greci intorno a noi sono più o meno nella stessa situazione, e un 20% della popolazione se la cava, anche grazie… all’economia alternativa. Mi ricordo quando abbiamo parlato nel 2013 e 2014, avevo evocato diverse volte la prostituzione delle studentesse, come per esempio in Russia negli anni 1990: oggi in Grecia ci siamo in pieno; e ancora, in tanti vendono per strada tabacco “fatto in casa” nelle zone di campagna, i nostri legami sociali e familiari si disfano e, evidentemente, il racconto della grande solidarietà nei confronti dei migranti non è altro che propaganda, riguarda una parte minima dei Greci (da cui la sociologia del clientelismo SYRIZA), e – purtroppo per i migranti – non può essere diversamente.
Sono convinto che l’integrazione… mondialista abbia deciso di sostituire anche una parte della popolazione della Grecia e già si parla della creazione di zone economiche speciali.
La situazione è tale che
i Greci in questo momento sognano una “buona dittatura militare e patriottica” lo sento dire tutti i giorni per le strade, anche se non sui media. Perché secondo me Tsipras aveva “venduto” tutto prima di arrivare al potere e questo enorme tradimento della nazione (e non soltanto del popolo di sinistra, come si è detto) ha distrutto nei Greci l’ultima speranza di uno svolgimento politico legale, e insieme ha polverizzato per sempre la loro ultima possibilità (anche teorica) di gestire il tempo ancora possibile perché sperato, quello del futuro. Da questo punto di vista, la mutazione (e mutilazione) antropologica della società greca è dunque immensa, con SYRIZA il coltello nella ferita ha superato la barriera anatomica della società greca…”
E io – con un groppo in gola – non posso che rilanciare l’appello già trasmesso da Bagnai, per solidarietà con il popolo greco e avvertendo gli altri popoli europei: l’incubo che stanno vivendo i greci riguarderà anche gli spagnoli, i portoghesi e naturalmente gli italiani se le logiche dell’attuale élite europeista, logiche terrificanti per la loro disumanità e per le loro evidenti inclinazioni totalitarie – non verranno contrastate e sconfitte.
E’ una battaglia per la libertà, per la giustizia e per la democrazia.
di Marcello Foa – 20/03/2016
 
Fonte: blog.ilgiornale

Sardegna: su 669 clandestini sbarcati lunedì solo 9 si sono fatti identificare

naturalmente anche noi italiani possiamo scegliere se esibire o meno documenti di identità quando richiesti dal’autorità vero?
 
venerdì, 25, marzo, 2016
 
Su 669 immigrati giunti lunedì in Sardegna solo 9 hanno accettato di farsi identificare. Lo scrive su facebook il deputato Mauro Pili. E aggiunge “Anzi dodici, perché tre sono stati arrestati (gli scafisti, ndr), e forse già rilasciati.”
657 clandestini sono in giro per la Sardegna senza nome e cognome! Questa non è accoglienza!
Sarebbe questa la sicurezza? sarebbero queste le misure antiterrorismo?

Chi è più di sinistra, oggi?

Essere di sinistra oggi non ha più il senso che aveva alcuni decenni fa, dato che la dicotomia Destra/Sinistra ha esaurito la sua funzione storica.
Essere di sinistra, di questi tempi, è semplicemente un brand – un marchio, una firma, soprattutto un modo di accreditarsi nei confronti del potere – riguardante innumerevoli soggetti ed entità subpolitche, che infestano l’occidente sguazzando nella melma assolutista liberaldemocratica. Un brand relativamente nuovo, in uso da due o tre decenni, giacché la “old left” è morta sia in America sia in Europa, i socialdemocratici sono diventati integralmente neoliberali e i comunisti si sono quasi estinti. 
 
Non c’è sinistra all’infuori di quella che vedete nei telegiornali e nelle (disgustose) campagne elettorali occidentali, da Hillary Clinton, che si contrapporrà nelle presidenziali statunitensi al cattivo “fascista” Trump, a Matteo Renzi, che sta devastando l’Italia per conto terzi (i soliti poteri esterni …), da Nicola Vendola, che compra neonati prima della nascita con soldi pubblici, ad Alexis Tsipras, agente della troika e del Kaos, mascherato da paladino (naturalmente di sinistra) del popolo greco.
In pratica, sintetizzando al massimo, quelli di sinistra sono i servi più devoti dei potenti Mercati & Investitori, al culmine del neoliberismo, nonché liberali e libertari di ferro, per servilismo e convenienza personale. Infatti, liberismo, liberalismo e libertarismo, con il suffisso neo, sono le tre teste del Cerbero nuovo capitalista: mercati finanziari dominanti, liberaldemocrazia assolutista, libertarismo contro gli stati sovrani (viva il sopranazionale!) per l’affermazione di “libertà individuali” imbarazzanti o degeneri, a costo zero per le élite (essere gay, essere trans, fumare spinelli e drogarsi in generale, eccetera).
Viste le masse di poveri creati ad hoc per il trionfo del libero mercato globale, le guerre indotte e le fiumane di profughi, l’instabilità sociale provocata, essere di sinistra, oggi, dovrebbe risultare piuttosto imbarazzante, al punto di non potersi più guardare allo specchio, se esistessero ancora ideali e ci fosse un’etica, non solo politica.
Ovviamente, ci sono quelli “più di sinistra” e quelli “un po’ meno di sinistra”, poiché non tutti i figli di buonadonna lo sono allo stesso modo: c’è chi lo è fino in fondo, senza sconti, e chi incontra ancora (ma sempre meno) qualche limite.
Se così stanno le cose, possiamo chiederci, con amara ironia, chi è più di sinistra oggi, ossia chi è il più figlio di puttana. A tale proposito, presenterò di seguito una sorta di test buttato giù alla buona, lasciando a voi le risposte
DOMANDE:
1)    E’ più di sinistra chi vuole fortissimamente il bail-in piuttosto che il bail-out per “soccorrere” e risanare le banche in dissesto (i soldi d’incolpevoli obbligazionisti/correntisti piuttosto che quelli pubblici), oppure chi s’inventa contratti alla “jobs act” per diffondere fra i lavoratori la precarietà mascherata da tempo indeterminato?
2)    E’ più di sinistra chi commissiona e paga per avere figli da donne povere (maternità surrogata, utero in affitto, eccetera), oppure chi vorrebbe la liberalizzazione completa e definitiva della Cannabis (droga, leggera ma pur sempre droga), vendendola come un toccasana per il Pil?
3)    E’ più di sinistra chi vorrebbe tagliare o ridurre le pensioni di reversibilità alle future vedove, oppure chi preme per l’adozione del figliastro da parte di membri delle coppie omosessuali?
4)    E’ più di sinistra chi strepita contro i cattivi Putin e Assad che in Siria bombarderebbero senza posa scuole elementari e ospedali (di Médecins Sans Frontières!), oppure chi spera nella vittoria della Clinton (guerrafondaia e russofobica, rappresentate ideale della grande finanza) contro Donald Trump alle presidenziali americane?
5)    E’ più di sinistra chi vorrebbe agevolare l’esproprio defiscalizzato, da parte delle banche, delle case degli italiani soggette a mutuo (dopo sette rate non pagate, poi aumentate a diciotto!), oppure chi ritiene l’ora lavorata, sulla base della quale si pagano i lavoratori (a loro garanzia, per non farli lavorare dodici ore il giorno con la stessa paga), un “attrezzo vecchio” da buttare e un freno per l’innovazione?
6)    E’ più di sinistra chi ritiene giusto, esattamente come la Fornero e Monti, legare gli aumenti della vita lavorativa alla “speranza di vita” (senza tener conto delle limitazioni genetiche alla vita massima), oppure chi vorrebbe vendere a cinesi, fondi sovrani e capitali finanziari vari anche le spiagge demaniali?
7)    E’ più di sinistra chi vorrebbe imporci di mangiare schifezze e perdere altri posti di lavoro, siglando entro l’anno il trattato transatlantico per il commercio (che conviene solo agli Usa e alle élite), oppure chi vuole mantenere per l’eternità le sanzioni contro la Russia di Putin (che danneggiano in primo luogo noi italiani ed europei)?
8)    E’ più di sinistra ritenere che l’accoglienza nei confronti degli immigrati debba essere illimitata, a costo di tagliare ancora le risorse per i poveri autoctoni (che ormai sono legioni) e di disarticolare completamente la società, oppure partecipare alla fondazione di partitini, di sinistra ovviamente (i cui esponenti premono per rientrare nei parlamenti, nelle commissioni parlamentari, negli esecutivi in posizione di sottogoverno), che miracolosamente ci daranno rappresentanza e “cambieranno l’Europa”?
A voi le risposte a queste otto domande, cari lettori. Io mi fermo qui, non certo perché ci dovrebbe esser un limite anche all’infamia e alla menzogna (la stessa sinistra ci sta dimostrando che non c’è), ma perché, altrimenti, dovrei continuare fino alla centesima domanda, appesantendo un po’ troppo il test (e chi cazzo lo leggerebbe fino alla fine?!?).
Se in passato qualcuno implorava il dinosauro (non del Cretacico ma della sinistra) Massimo D’Alema di dire almeno una cosa di sinistra, oggi sarebbe bene che nessun esponente politico, o presunto tale, la dicesse … per il nostro bene e la nostra stessa salvezza!
di Eugenio Orso – 06/03/2016
 
Fonte: Pauperclass

Motivazioni sentenza corte d’assise d’appello: NO terrorismo

24 marzo 16 Repubblica :

Il tribunale: “L’offensiva No Tav in Val Susa non ha un disegno unitario”

Nelle motivazioni della Corte d’assise d’appello, l’attacco del 14 maggio 2013 al cantiere non è stato terrorismo ma solo “conflitto sociale”

di Sarah Martinenghi

http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/03/24/news/il_tribunale_l_offensiva_no_tav_in_val_susa_non_ha_un_disegno_unitario_-136251226/

Non è stato terrorismo, ma solo “conflitto sociale”.

Per la Corte d’Assise d’Appello l’attacco del 14 maggio 2013 al cantiere del Tav, portato avanti a colpi di molotov e bombe carta da una ventina di persone, è un episodio meno “significativo” e “allarmante” di altri avvenuti in seguito, ai quali comunque non è legato da “un disegno unitario”. Anche per questo l’accusa di terrorismo mossa contro quattro anarchici deve cadere: “Ci troviamo di fronte – scrivono i giudici – a fenomeni collettivi legati al conflitto sociale che nulla hanno a che vedere con il terrorismo”.
Con 50 pagine di motivazioni la corte presieduta da Fabrizio Pasi spiega perché Claudio Alberto, Niccolò Blasi, Mattia Zanotti e Chiara Zenobi sono stati assolti dall’accusa di attentato con finalità terroristiche, mentre sono stati condannati a tre anni e sei mesi per danneggiamento. L’assalto provocò un incendio che distrusse un macchinario.
Secondo la procura invece il loro fu un gesto terroristico perché l’obiettivo di fondo era costringere l’Italia a rinunciare al progetto della Tav
.

I giudici però hanno obiettato che quell’azione andrebbe almeno inserita in un “contesto” di cui gli imputati dovrebbero essere consapevoli. E nel contesto non “si può veicolare tutta la variegata e assai poco omogenea congerie di fatti avvenuti in Valle di Susa negli ultimi anni”.
Il comportamento degli attivisti imputati, si legge nelle motivazioni, non avrebbe “in sé la potenzialità di condizionare le scelte politiche istituzionali sul piano economico e le strategie trasportistiche internazionali”.

Meritocrazia – Ma guarda un po’, la moglie di Alfano selezionata tra 240.000 avvocati per avere 5 consulenze (milionarie) dalla Consap – Ma a Voi non viene da vomitare?

quand’era lo sgherro del Pdl qualsiasi cosa facesse era spiattellata sui giornali, ora che è lo sgherro dei moralmente superiori SI TACE
Meritocrazia – Ma guarda un po’, la moglie di Alfano selezionata tra 240.000 avvocati per avere 5 consulenze (milionarie) dalla Consap – Ma a Voi non viene da vomitare?
Scritto il marzo 19, 2016
 
zzz16.
 
 
-NAPOLITANO HA SISTEMATO IL FIGLIO A 250.000€ ALL’ ANNO.
 
-MONTI,QUELLO CHE DICEVA CHE FARE SEMPRE LO STESSO LAVORO E’ MONOTONO,HA SISTEMATO I DUE FIGLI A TEMPO INDETERMINATO A 260.000€ ALL’ ANNO.
 
-LA CRIMINALE FORNERO HA SISTEMATO I SUOI A 280.000€
ALL’ ANNO….MA I SUOI NON SONO “CHOOSY (SCHIZZINOSI)??
 
-IL PIDIOTA RENZI IN 3 SETTIMANE HA SISTEMATO LA SORELLA E LA CUGINA IN ASSESSORATO CON STIPENDI DA FAVOLA
 
-E ADESSO IL SUPER.CAPO DELLE FORZE DEL “DISORDINE”
ALFANO DOPO AVER MESSO I 2 FRATELLI SENZA NESSUN CONCORSO AI POSTI DI DIRIGENTI DELLE POSTE ITALIANE A 200.000€ ALL’ANNO SISTEMA ANCHE LA MOGLIE….
 
E VOI ITALIANI DITE CHE NON C’ E’ LAVORO IN ITALIA??
MA DAI…PER FAVORE….
BRUNETTA CON LA SUA MASERATI DA 90.000€ DICE CHE I PRECARI SONO LA PARTE PEGGIORE DEL PAESE,E HA DETTO DI MANDARE I NOSTRI FIGLI AI MERCATI GENERALI A 3 EURO ALL’ORA…EKKEKKAZZ….HA RAGIONE STO TOPO DI FOGNA…
VI LAMENTATE SEMPRE….IL LAVORO C’ E’ COME DICONO QUESTI MALEDETTI BASTARDI,E’ SOLO CHE GLI ITALIANI,SPECIE I GIOVANI,NON HANNO VOGLIA DI LAVORARE!!!
 
MALEDETTI BASTARDI LADRONI CRIMINALI…
CHE UN FULMINE INCENERISCA VOI E TUTTA LA FAMIGLIA !!
 

Articoli da “La Valsusa” del 24-MAR-2016

Articoli sul Costo TAV – I NO TAV e M5S contestano i costi dichiarati – Foietta e Virano di difendono: “sono certificati”; – d’accordo ma da chi?

Dopo le perquisizioni e le misure restrittive contro Mlilitanti NO TAV, Ferrentino si schiera con i Carabinieri

lavalsusa 24-03-2016

 

USA, Tentarono di cancellare i Nativi fino a pochi anni fa!

DEDICATO A CHI SOSTIENE NON SIA VERO CHE I LIBERATORI DEI POPOLI A STELLE E STRISCE NON SI ADOPERANO PER LA SELEZIONE DELLE SPECIE.
C’è CHI LO PUO’ FARE CON L’APPROVAZIONE di tutto il mondo moralmente superiore e della società civile. 
C’è chi può violare i diritti umani che impone agli altri di rispettare pena ritorsione a suon di BOOTS ON THE GROUND
 
Scritto il marzo 23, 2016 by Ninco89
 
Quello che Nando Minnella ha causticamente definito come uno “sterminio underground” venne portato alla luce solo a partire da un’inchiesta condotta nel 1974 da Connie Pinkerton-Uri, dottoressa indiana di sangue Choctaw e Cherokee. Fu lei infatti a scoprire che nell’ospedale dell’IHS di Claremore (Oklahoma) presso cui lavorava erano state effettuate molte sterilizzazioni involontarie e senza alcuna motivazione apparente.
 
A questo punto, racconta Pinkerton-Uri, «iniziai ad accusare il governo di genocidio e richiesi insistentemente un’indagine governativa» . Richiesta che venne presa in considerazione da un senatore democratico del Dakota del Sud (James George Abourezk, primo senatore arabo-americano della storia degli USA e allora direttore della Commissione sugli Affari Indiani del Senato). Egli, a sua volta, decise di coinvolgere nientedimeno che il Government Accounting Office (GAO), strumento di investigazione di cui gode il Congresso .Il GAO si mise all’opera il 6 novembre del 1976. Esso esaminò i documenti di quattro dei dodici distretti sanitari serviti dall’IHS: Aberdeen (Dakota del Sud), Albuquerque (Nuovo Messico), Oklahoma City (Oklahoma) e Phoenix (Arizona); concentrando la sua attenzione sul quadriennio che andava dal 1973 al 1976. Il 23 novembre terminò la ricerca. Emerse che erano state sterilizzate 3.406 donne (di cui 3.001 in età fertile) e 142 uomini.
 
Afferma il GAO: «Abbiamo trovato molte mancanze relative al rispetto delle norme sulla sterilizzazione stabilite dall’HEW», ciononostante «non abbiamo trovato alcuna prova del fatto che siano stati sterilizzati indiani presso l’IHS senza la dichiarazione di consenso del paziente» . Ma è davvero così? Dobbiamo cioè arrivare alla conclusione che negli USA gli indiani non sono mai stati sottoposti alla sterilizzazione coatta? Niente di più falso.
 
Stephen Trombley, nel suo The Right to Reproduce, sostiene che sono proprio le irregolarità circa l’ottenimento del consenso del paziente che fanno della sterilizzazione una pratica coatta. Vanno cioè considerate forzate quelle sterilizzazioni ottenute:
 
a) con l’«inganno»;
 
b) con le «minacce» e i ricatti;
 
c) quando la procedura volta all’ottenimento del consenso avviene in una lingua che il paziente non può comprendere .
 
Nel caso delle sterilizzazioni dei nativi americani si sono verificate tutte e tre queste condizioni. Per quanto riguarda gli inganni basti pensare al fatto che spesso ai pazienti fu detto che avrebbero dovuto sottoporsi alla sterilizzazione per ragioni mediche: venivano cioè convinte che altrimenti sarebbero morte, perché affette da malattie in realtà inesistenti o necessitanti di tutt’altra cura. Quanto alle minacce, numerosi furono i casi in cui i medici ricattarono i pazienti. Ad esempio dicendo loro che li avrebbero privati dei propri figli e dei sussidi pubblici. Infine va aggiunta a questa lista la cronica mancanza di interpreti che potessero aiutare i pazienti a comprendere in che cosa consistesse l’operazione .
 
Da questo punto di vista lo studio del GAO va quindi considerato, come minimo, incompleto. Se non addirittura mistificante. Si aggiunga poi che gli investigatori del governo considerarono solo quattro distretti sanitari dell’IHS su dodici. E che lo studio considerò solo i dati relativi a un breve lasso di tempo, quando invece sappiamo che le sterilizzazioni sono avvenute anche prima e dopo il quadriennio 1973-1976. Ma forse la carenza più grave dello studio del GAO riguarda il fatto che sono state volutamente ignorate le vere parti in causa: le vittime della sterilizzazione coatta. Nessuna di queste è stata intervistata .
 
Vediamo di rimediare almeno in questa sede. L’esperienza che segue costituisce un esempio perfetto dei raggiri, delle bugie e degli altri mezzi condannabili di cui si avvalgono i medici dell’IHS per ottenere la firma delle pazienti sul modulo di consenso alla sterilizzazione. Dimodoché, almeno sulla carta, risulti tutto regolare. Sarah, l’indiana in questione, è stata sterilizzata senza il suo consenso. In un’intervista rilasciata alla storica nativa Myla Vicenti Carpio, ha raccontato l’inganno di cui è stata vittima in questi termini:
 
“Avevo una ciste nello stomaco, nell’utero, e mi venne un’appendicite. Andai a sottopormi al controllo generale che faccio ogni sei settimane e lui [il dottore] si mise a spingere contro il mio stomaco ed io iniziai a sentire dolore, così mi disse che sarei dovuta andare all’ospedale a farmi operare, a farmi togliere la ciste […] Mi ricordo di aver firmato un foglio che diceva che mi avrebbero tolto la ciste e l’appendicite; non mi dissero nient’altro che questo”.
 
Spesso le poche testimonianze di cui godiamo costituiscono anche dei veri e propri atti d’accusa. E non mancano al contempo di sottolineare le cause e le conseguenze delle sterilizzazioni coatte, così come i rimedi che vengono messi in campo per ostacolarle. Diamo la parola all’attivista Lakota Barbara Moore, della riserva di Rosebud (Dakota del Sud):
 
“Quattro anni fa ero incinta e andai a un servizio di salute pubblica per far nascere il mio bambino. Non era necessario, ma fecero ugualmente nascere mio figlio con un parto cesareo; è tutto ciò che ricordo. Quando mi svegliai dall’anestesia mi dissero che mio figlio era nato morto. Feci effettuare l’autopsia, ma non fu trovata nessuna causa tale da provocarne la morte. Inoltre mi dissero che non avrei potuto avere altri bambini perché avevano dovuto sterilizzarmi durante l’operazione, e quindi senza il mio consenso. In quel momento non potevo dire o fare nulla, ma appena uscita ho cominciato un lavoro di informazione sui pericoli per i nostri bambini, il nostro futuro, e insieme alle altre donne indiane abbiamo cercato il sostegno di tutte le organizzazioni. Molti casi vengono portati in tribunale, ma gli avvocati sono costosi e sono tutti bianchi […] Dire certe cose rende tutto più difficile, perché per rappresaglia intensificheranno le pressioni sulle nostre Riserve. Sono il lavoro sotterraneo di controinformazione, l’unità, la riappropriazione degli antichi metodi (parto in casa), che ci assicurano il rispetto per i nostri corpi e per i nostri figli”.
 
Appena i nativi vennero a conoscenza dei programmi di sterilizzazione a loro danno, cominciarono a condurre indagini per far luce su questi abusi e comprenderne l’entità reale.
 
Il Lakota Lehman Brightman, presidente della United Native American (UNA), ha dedicato tutta la vita a studiare questi abusi. Nel 1979 giunse infine alla triste conclusione che negli USA erano stati sterilizzati coercitivamente il 10% degli uomini e il 42% delle donne . Una stima, questa, che è stata confermata non solo dagli studi della dottoressa Pinkerton-Uri, ma anche da quelli delle Women of All Red Nations (WARN) .
 
Qual è, in conclusione, il numero di sterilizzazioni inflitte ai nativi? Considerando il censimento del 1970 degli indiani d’America (763.594), con particolare riferimento a quelli in età fertile (323.351) , e affidandoci al calcolo di Brightman – che ancora oggi sembra essere quello più affidabile – possiamo ora stimare il numero di indiani sterilizzati negli USA. Ho così calcolato che il 42% delle donne in età fertile equivale a più di 69 mila native. Se a loro si aggiungono più di 15 mila indiani di sesso maschile (cioè il 10% di quelli in età fertile) possiamo concludere che gli USA hanno sterilizzato coattamente più di 85 mila indiani d’America.
 
Per meglio comprendere le dimensioni di questa barbarie si pensi al fatto che sterilizzare circa 85 mila indiani su una popolazione totale di soli 763.594 – data l’allora popolazione totale di circa 220 milioni di americani non-indiani – sarebbe stato come sterilizzare quasi 24 milioni e mezzo di statunitensi!