Giulietto Chiesa: “Ecco chi c’è dietro gli attentati di Bruxelles”

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/giulietto-chiesa-ecco-chi-c-dietro-attentati-bruxelles-1238147.html

Gli attentati di Bruxelles hanno colpito il cuore dell’Europa. Il terrorismo di matrice islamica continua a bagnare col sangue le nostre stazioni e i nostri aeroporti. Ma c’è chi dà una lettura diversa a quanto accaduto

 – Mar, 22/03/2016 – 17:30

Gli attentati di Bruxelles hanno colpito il cuore dell’Europa. Il terrorismo di matrice islamica continua a bagnare col sangue le nostre stazioni e i nostri aeroporti.

Ma c’è chi dà una lettura diversa a quanto accaduto. Su Facebook Giulietto Chiesa si avventura in una teoria curiosa: “Prosegue l’offensiva terroristica. Di chi? Contro chi? Queste bombe sono la prosecuzione di quelle di Parigi, uno e due. Di Ankara, contro i tedeschi. Sono la prosecuzione di Colonia. Sono lo strascico del fiume di profughi.
Andiamo con ordine: sono contro di noi. Contro “i popoli d’Europa”. Per ridurre le loro libertà residue e le loro capacità di risposta ai soprusi dei poteri. Infatti il primo risultato, scontato, sarà la sospensione di tutte le garanzie democratiche. E’ già in corso in Francia, ora sarà la volta del Belgio. Poi, dopo qualche attentato in Italia, sarà la volta dell’Italia”.

E ancora: “Noi italiani abbiamo già vissuto la stessa cosa con la strategia della tensione. Questo ci dice che non dobbiamo cadere nella trappola di guardare il dito invece della Luna. Se ci dicono che è Daesh, diffidiamo. Probabilmente è “anche” Daesh. Ma Daesh è lo strumento, e la mano (in parte), ma non la mente. Sono bombe contro “l’Europa dei popoli”, per renderla uno straccio subalterno al potere dell’Impero, per trascinarla in guerra tutta intera, terrorizzata, per mettere la museruola a tutti, anche ai recalcitranti. L’avviso è per tutti non solo per Bruxelles”. Infine prova a tracciare un’ipotesi sugli attentati: “Chi è la mente non lo possiamo sapere. E’ il sancta santorum di questa strategia. Ma i servizi segreti europei, tutti, sono filiali inquinate di altri servizi segreti. Per questo non scoprono niente. Per questo non possono indagare. Per questo dobbiamo riprendere in mano la nostra sovranità, e cambiarli. Altrimenti ci faranno arrostire, prima di renderci schiavi”.

“Non so, non ricordo”, la deposizione dell’ex assessore ai lavori pubblici di Bruzolo, in Valsusa, al processo per la ‘ndrina San Michele. Udienza 22 marzo 2016

“Non so, non ricordo”. La deposizione dell’ex assessore ai lavori pubblici di Bruzolo, in Valsusa, all’udienza del processo alla ‘ndrangheta “San Michele”. Storie di amici, “compaesani”, che ti chiamano per prendere un caffè e ti fanno conoscere altri amici. E poi da cosa nasce cosa. Gente importante, “gente che conta”, come dicono in un’intercettazione. Gente che ha contatti. Come il commercialista di Toro, Raffaele Bressi che, stando alle intercettazioni in parte ascoltate oggi in aula, sembra muoversi con una certa dimestichezza tra assessori ed aziende che si occupano di lavori stradali e movimento terra.

Al centro dell’inchiesta sono le “note famiglie ‘ndranghetiste dei GRECO e DONATO facenti capo al “casato” del GRANDE “luntrune” ARACRI Nicolino, ovvero il boss ‘ndranghetista legato a doppia mandata alla Massoneria. L’inchiesta San Michele parte di fatto dall’indagine Minotauro, e dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco OLIVERIO. Fu proprio Oliverio ad introdurre un aspetto forse nuovo e decisamente inquietante nei processi per ‘ndrangheta, descrivendo quello che ha definito (nel procedimento denominato “La Svolta”) un “corpo riservato“, “una sorta di organismo parallelo dello Stato che comprenderebbe membri della massoneria, dei servizi segreti e politici. E che avrebbe collegamenti anche con la criminalità organizzata.”

LE SFONDA LA TESTA A MARTELLATE: PER MAGISTRATO NON È ‘TENTATO OMICIDIO’

se l’aggressore fosse stato italiano la conclusione sarebbe stata la stessa? Prosegue il silenzio e l’indifferenza dei media e della società civile. La ragazza non è abbastanza donna per meritarsi la solidarietà del mondo moralmente superiore
 
 
Lo ha deciso il gip di Milano Maria Vicidomini che ha convalidato il fermo ed emesso la misura cautelare come richiesto dal pm Bruna Albertini. E’ stato lo stesso pm a chiedere che venisse emessa nei confronti del romeno un’ordinanza di custodia in carcere per i reati di lesioni gravi e rapina, mentre è stata esclusa l’ipotesi inizialmente formulata nel fermo di tentato omicidio. L’udienza di convalida del fermo si è tenuta ieri nel carcere milanese di San Vittore. La stessa ragazza, malgrado la frattura al cranio, aveva fornito dettagli importanti per riconoscere l’aggressore e arrivare al fermo da parte dei carabinieri.
 
Ti sfondano la testa a martellate, ma non è tentato omicidio. Mistero.

Intervento sulla mancata diffusione del protocollo aggiuntivo TAV dell’8 Marzo e sul problema, irrisolto, dei controlli antimafia.

SCIBONA (M5S). Signora Presidente, l’8 marzo, a Venezia, tra Italia e Francia, rappresentate rispettivamente da Matteo Renzi e Francois Hollande, è stato siglato il protocollo addizionale all’accordo del 24 febbraio 2015 inerente ai lavori definitivi della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.

In merito a questo evento è stata diffusa una nota stampa da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, nella quale si evidenziano due punti principali: la validazione del costo certificato del progetto e criteri per la rivalutazione, e la questione dei controlli antimafia.
Ora, è chiaro a tutti che, per quanto riguarda la questione della criminalità, il codice antimafia non si applicherà ai lavori TAV della Torino-Lione in territorio italiano, perché escluso dalla legge di ratifica (la n. 71 del 23 aprile 2014, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 7 maggio 2014) dell’accordo 2012 tra Italia e Francia. Pertanto, al fine di poter applicare nuovamente il codice antimafia nella porzione di territorio italiano oggetto degli appalti TAV Torino-Lione, non basta un impegno generico di lotta alla criminalità organizzata, che sembra essere presente nel nuovo accordo. Non basta neppure che il promotore TELT si doti di un proprio protocollo regolamentare sull’applicazione di codice antimafia, non avendo alcuna competenza legislativa. Necessariamente occorrerà usare lo strumento legislativo: occorrerà, quindi, un nuovo accordo tra Italia e Francia di abrogazione dei predetti articoli dell’accordo del 2012, da far poi confluire nel nostro ordinamento attraverso una nuova legge di ratifica. Questo è uno dei problemi, ma sicuramente ci sono altre opacità. Vorremmo anche approfondire – per esempio – la questione costo, ma è impossibile.
È chiaro che la nota stampa della Presidenza del Consiglio non può essere considerata la base di lavoro di questa Camera né dell’intero Parlamento. Eppure, il testo dell’accordo, che deve essere ratificato in queste Aule, non è stato diffuso: è forse segreto? È forse questa la tanto decantata trasparenza del Presidente del Consiglio dei ministri e del ministro Delrio?
Sollecito anche la Presidenza del Senato affinché si faccia carico della diffusione del testo firmato per permettere a tutti i senatori di averne contezza.
Fino a che non potremo prenderne visione, tutte le belle cose raccontate da Renzi e compagnia cantante qui in Senato sono solo fumo e niente arrosto, purtroppo. Tra l’altro, si tratta di un fumo acre, di bruciato. Forse sono i soldi dei cittadini italiani che vengono irrimediabilmente ridotti in cenere.

https://www.youtube.com/watch?v=qAO6eq2JxJw

400 milioni di denaro pubblico: il costo dei Signori della Guerra del Tav

post — 23 marzo 2016 at 10:34

1506278_10207575221972024_2245204221409298166_o395,6 milioni di euro, questo è il costo della Guerra del Tav. Quella che la società pubblica francoitaliana Telt intende dichiarare alla Valle di Susa e a tutti i cittadini italiani, francesi ed europei. Vediamo come, dove e perché.

“Costi sicurezza ai sensi della norma L. 183/2011” (1), il Governo Italiano li chiama così. Sono i soldi che servono per trasformare i cantieri in un “aree di interesse strategico nazionale” ovvero una base militare. Un affare da 329,1 milioni di euro per cosiddetti “lavori di messa in sicurezza”: 168,7 milioni sui cantieri francesi (2), 130,4 sul cantiere da aprire nella Piana di Susa (3) e altri 30 su La Maddalena di Chiomonte (4). I dati arrivano dalla certificazione dei costi prodotta da Tractebel Engineering e TUC Rail, riportati nero su bianco nel documento tenuto segreto da Telt e reso pubblico dal Movimento No Tav il 21 marzo (http://www.notav.info/documenti/torino-lione-un-destino-incerto-con-documenti-inediti-sui-costi/).

E cosa comprano con tutti questi soldi? Carri armati, lanciarazzi, cacciabombardieri? Macchè! Telecamere, cancelli e recinzioni … Probabilmente in marmo di Carrara tempestato di diamanti, per costare così tanto. Lo stesso andazzo già visto nell’allestimento del cantiere a La Maddalena, i cui costi stellari sono stati segnalati dai Sindaci alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti (http://www.notav.info/post/presentato-un-esposto-sui-costi-del-cantiere-di-chiomonte/).

Un “bisiniss” a tanti zeri per imprese, impresari e loro mandanti e collegati. I potenziali interessati lo sanno già: “«Noi dobbiamo stare lì perché è lì dentro che nei prossimi dieci anni arrivano 200 milioni di euro di lavoro»” dice Giovanni Toro nelle intercettazioni di oltre 4 anni fa (http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/02/ndrangheta-a-torino-asse-boss-imprenditori-ci-mangiamo-la-torta-tav/1046581/). L’inchiesta San Michele ci è ormai nota: “In Val di Susa una ‘ndrangheta ad Alta Velocità. Gli arresti della procura antimafia di Torino svelano gli interessi dei clan calabresi per la grande opera. Un imprenditore indagato ha lavorato nei cantieri eludendo ogni controllo”. “«Prendiamo tutto noi, Nando», si sente in una delle intercettazioni. E Lazzaro conferma: «Prendiamo tutto noi». Tra gennaio e marzo 2012 poi il titolare di Italcostruzioni cerca «di fare entrare Toro all’interno del Consorzio Valsusa».” (http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/07/01/news/in-val-di-susa-una-ndragheta-ad-alta-velocita-1.171673).

Perché le “recinzioni d’oro” servono solo per tenere fuori i cittadini onesti.

Mancano ancora all’appello altri 66,5 milioni di euro di “sovracosti”. Occultati tra gli “oneri per la sicurezza” vi sono 46,5 milioni di euro di opere aggiuntive (5) necessarie per la cosiddetta “variante”: lo spostamento da Susa a La Maddalena dell’inizio dello scavo del Tunnel di Base. Dopo lunghissimi anni di studi (e tantissimi euro spesi) Telt non ha ancora le idee chiare sul progetto che dovrebbe essere già definitivo. Un fatto che ha dell’incredibile, in un mondo normale sarebbe costato la carriera a più di un manager.

Invece è fin troppo chiaro cosa si nasconde dietro questo perenne “balletto dei cantieri”. La Grande Opera è una rendita a vita che i mantenuti del Tav devono difendere anche quando è ormai indifendibile. L’ultima tornata di finanziamento europeo è stata magra (6): meno del 10% del costo del Tunnel (7) e appena il 3% del costo totale da Torino a Lione (8). Una miseria con la quale non si fa nulla. Quindi meglio allungare il brodo, inventando varianti ed esigenze di sicurezza che “costringano” a posticipare ulteriormente e ritentare la sorte al prossimo bando (nel 2020).

Nel frattempo la mungitura è assicurata. Infatti, per chiudere il conto, gli ultimi 20 milioni (9) tondi tondi sono un simpatico “obolo” a Telt per attività non meglio precisate che persino Tractebel Engineering e TUC Rail non hanno saputo descrivere nella certificazione.

Totale: quasi 400 milioni di denaro pubblico, il costo dei Signori della Guerra del Tav.

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note

(1) CIPE Delibera 20 febbraio 2015 n.19/2015, Gazzetta Ufficiale, Supplemento ordinario n. 45 del 6 agosto 2015, pag. 7

(2) Tractebel Engineering – TUC Rail, Sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino Lione. Certificazione da un terzo esterno dei costi del progetto e del promotore pubblico per l’avvio dei lavori definitivi. Rapporto di sintesi. 9 ottobre 2015, punto 2.4.2,pag. 22

(3) Tractebel Engineering – TUC Rail, idem, punto 2.3.6, pag. 21

(4) Tractebel Engineering – TUC Rail, idem, punto 2.3.1, pag. 16

(5) Tractebel Engineering – TUC Rail, idem, punto 2.3.5, pag. 20

(6) Nella programmazione 2014-2020 l’Unione Europea ha messo a disposizione un contributo pari a 813,8 milioni di euro (https://ec.europa.eu/inea/en/connecting-europe-facility/cef-transport/projects-by-country/multi-country/2014-eu-tm-0401-m)

(7) Il costo certificato della sezione transfrontaliera, forchetta alta,  è di 8609,7 milioni di euro. Tractebel Engineering – TUC Rail, idem, punto 3.3, pag. 28

(8) La Corte dei Conti francese stima in 26100 milioni di euro il costo complessivo dell’opera da Lione a Torino (http://www.ccomptes.fr/Actualites/Archives/Le-projet-de-liaison-ferroviaire-Lyon-Turin)

(9) Tractebel Engineering – TUC Rail, idem, punto 2.3.5, pag. 18

Il link al video: “L’ombra della Turchia su Bruxelles”

INTERVISTA DI CLAUDIO MESSORA, BYOBLU, A FULVIO GRIMALDI SUGLI EVENTI DI BRUXELLES E DINTORNI

Bruxelles: nuova truffa

Mentre ciarlatani, spioni, falsari, provocatori e manipolatori ci imbrogliano sui fatti di Bruxelles nei talk show, ecco una notizia interessante. Andate sul link del video.
I media ufficiali stanno trasmettendo in queste ore un filmato dell’esplosione avvenuta all’intero dell’aeroporto internazionale Zaventem.
Ma osservandolo attentamente ,grazie ad una segnalazione di un utente della pagina facebook,abbiamo scoperto che si tratta di un vecchio filmato riguardante l’attentato terroristico avvenuto a Mosca nel 2011 nell’aeroporto di Domodedovo.

ATTENTATS DE BRUXELLES : PAS DE GRAND MESSE HYPOCRITE DERRIERE LES AUTORITES QUIT ONT TOUTES FAILLI. MAIS DES DEMISSIONS !!!

# PCN-NCP/

Les attentats de Bruxelles sont le résultat de l’incompétence des autorités, doublée d’une inaction coupable (il fallait arrêter les djihadistes en 2011-2013) qui doit être sanctionnée : fini de parader, Messieurs les incapables !

Ils sont aussi le prix payé cash par les citoyens pour la politique aventuriste et irresponsable menée en Libye et en Syrie depuis 2011, pour renverser les gouvernements légaux de la Jamahiriyah libyenne et de la République Arabe Syrienne …

DEMISSIONS !!!

PCN - Attentats Bruxelles Démissions (2016 03 22)   FR

Premier ministre Charles Michel,

ministre de l’intérieur Jambon,

procureur fédéral anti-terroriste Frédéric Van Leeuw,

administrateur de la Sûreté,

chefs de la Police fédérale,

dirigeants de l’OCAM (incapable d’évaluer la véritable menace) :

Démission !!!

Par respect pour les victimes de votre tragique incompétence …

 PCN-NCP / SYRIA COMMITTEES

_______________________

https://www.facebook.com/PCN.NCP.org/

https://www.facebook.com/la.Republique.d.Europe/

VAGUE D’ATTENTATS SANGLANTS DJIHADISTES EN BELGIQUE:

 

CE QUI SE PASSE A BRUXELLES EST LE RESULTAT DE LA TRAGIQUE INCOMPETENCE DU NON-ETAT BELGICAIN ET DE LA POLITIQUE AVENTURISTE DE L’OTAN EN SYRIE !

 Luc MICHEL/ 2016 03 22/

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel

http://www.lucmichel.net/

 LM.NET - Attentats Bruxelles (2016 03 22) FR (1)

“Tout porte à croire que nous vivons le jour le plus noir de l’histoire de notre pays depuis la deuxième guerre mondiale”, a indiqué mardi le président de la N-VA et bourgmestre d’Anvers Bart De Wever, qui est le véritable homme fort de l’actuel régime belge.

 TRAGIQUE INCOMPETENCE BELGE

Ce jour noir est le résultat d’une incompétence du non-état belge généralisée des plus hautes autorités aux services de base (voir le scandale des secours à Zaventem suite à l’attentat de ce matin). Il trouve aussi son origine dans la politique aventuriste menée par la Belgique et l’OTAN en Syrie contre le gouvernement légal de ce pays.

Incompétence à tous les niveaux : des plus hautes autorités aux services de base. Et ce ne sont plus des députés français ou la maire de Paris qui le disent avec raison, mais la très belgicaine Libre Belgique (voir la capture de Une) !

Depuis des mois, on nous joue un grand théâtre de “guerre au terrorisme”. Depuis des mois on court après des clowns tragique du type Abdelslam pendant que les vraies cellules préparaient leurs frappes (on appelle çà une  diversion en langage militaire). A quoi servent les parachutistes dans les rues belges, sinon à faire avaler un “patriot act à l’européenne” ? Ce jour ils n’ont servi à rien, ils n’ont rien empêché.

Pas plus que toutes ces autorités qui paradaient depuis vendredi, étalant leur suffisance. Qui se révèle ce jour se doubler d’une tragique incompétence !

Le premier attentat s’est produit à l’aéroport national de Zaventem. Deux explosions ont eu lieu dans le hall des départs et l’une d’entre elles est due sans doute à un kamikaze, a indiqué le procureur fédéral anti-terroriste Van Leeuw. La deuxième attaque s’est produite dans la station de métro Maelbeek (Bruxelles, quartier européen, où siège l’UE et le Parlement européen, mais aussi près des bureaux du premier ministre belge). Un juge d’instruction a été désigné. Les polices fédérales de Bruxelles, Zaventem et Asse sont chargées de l’enquête.

CE “11 SEPTEMBRE EUROPEEN” QUE VIT BRUXELLES CE JOUR TRAGIQUE, JE L’ANNONCAIS DES JUIN 2013  !

 LM.NET - Attentats Bruxelles (2016 03 22) FR (2)

Et pourtant tous auraient du savoir ! Où, ce qui est plus grave, savaient et n’ont rien fait !!!

A Damas en juin 2013, au Parlement syrien, je dénonçais le rôle des autorités belges dans l’expansion du djihadisme. En janvier 2015, encore, dans mon émission GRAND REPORTER. DJIHADISME BELGE. DE BRUXELLES A DAMAS (EODE-TV et Afrique Media), je réitérais mes avertissements et mettais un coup de projecteurs sur les zones grises belges, terreau fertile du djihadisme: Molenbee-Saint-Jean, Charleroi, Verviers …

Je parlais longuement du dossier des djihadistes venus de Belgique et de l’UE, ainsi que des filières djihadistes de Bruxelles au Nord de la Syrie, via la Turquie, couverte par les services secrets turcs, la Turquie étant le plus important membre de l’OTAN dans la région. Et si moi je faisais cette analyse en 2013, croyez-vous que ces incapables ne pouvaient pas la faire ?

Aujourd’hui nous y sommes et la politique irresponsable de Bruxelles (qui ne voyait aucun inconvénient à l’envoi des djihadistes contre Damas en 2011-2013) a fait de la Belgique (comme de toute l’UE) une cible prioritaire …

* Voir sur PCN-TV :

DAMAS/ LUC MICHEL DES JUIN 2013 AVERTIT DU DANGER DJIHADISTE EN EUROPE

Sur https://vimeo.com/118043306

* Voir sur EODE-TV (Coproduction AFRIQUE MEDIA – EODE-TV)

GRAND REPORTER. DJIHADISMES BELGES (en 2 parties)

Sur https://vimeo.com/117429536  et https://vimeo.com/117441654

DEMISSIONS !!!

Cette incompétence doublée d’une inaction coupable (il fallait arrêter les djihadistes en 2011-2013) doit être sanctionnée : fini de parader, Messieurs les incapables !

Premier ministre Charles Michel, ministre de l’intérieur Jambon, procureur fédéral anti-terroriste Frédéric Van Leeuw, , administrateur de la Sûreté, chefs de la Police fédérale, dirigeants de l’OCAM : Démission !!!

Par respect pour les victimes de votre tragique incompétence …

 LM

__________________

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel

http://www.lucmichel.net/

IL TERRORISMO E’ LA LORO LOTTA DI CLASSE

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2016/03/il-terrorismo-e-la-loro-lotta-di-classe.html

MONDOCANE

LUNEDÌ 21 MARZO 2016

TARATATATA TRAK-TRAK PIC-PAC-PUM-TUMB PLUFF PLAFF FLIC FLC ZINH ZING SCIAAACKCROOOC-CRAAAC PAACK  CING BUUM CING CIAKKK CIACIACIACIACIAAKVAMPEVAMPE VAMPEVAMPE VAMPE VAMPE…

 
Neanche le più scatenate onomatopee dei futuristi potrebbero riprodurre il kolossal terroristico di queste ultime ore in giro per il mondo. Scusate, questo Palazzeschi onomatopeico vi risulterà un po’ tirato per i capelli, forse anche incongruo se riferito ai macelli che il mercenariato jihadista dell’imperialismo va moltiplicando, ormai senza posa, pur di arrivare al suoi risultato –riconquiste coloniali, stati di polizia – prima che un po’ di masse se ne avvedano ed escano dalla sincope indotta dalla tecnologia smart phone e altre. Ma se ogni tanto non ci mettiamo un po’ di cultura, un po’ di memoria di quando ancora pensavamo, immaginavamo, non ci eravamo smarriti e dispersi, annegati nelle seghe mentali della “comunicazione social”, o storditi dalle pere di eroina televisiva, vuol dire che quelli hanno già vinto e il discorso è chiuso.
 
L’escalation è frenetica e sempre più scellerata: Costa d’Avorio, Mali, Burkina Faso, Ankara, Bruxelles, di nuovo Parigi… 14 morti, 30 morti, 90 morti, 37 morti….Quelle africane e turche sono tragedie, quelle europee, per come gli operatori della sicurezza si scoprono a recitare, svarieggiano tra la tragedia (quando qualcuno ci rimette la pelle) e la farsa (quando diventa manifesto il trucco). L’organizzazione criminale è unica e conduce, per mandato dall’alto, la lotta di classe. Ormai senza più opposizione, se non in qualche pezzo di Sud del mondo. Pensiamoci: quelli che gli attentati li compiono si dichiarano nemici dell’Occidente con tutto il suo effettivo carico di scelleratezze. Si ergono a vendicatori di quanto europei e angloassoni cristiani hanno predato, devastato, pervertito, alienato, corrotto, nelle terre del Profeta. E avrebbero tutte le ragioni perché è da due millenni che le sciagure gli arrivano pressoché tutte da ovest e sotto il segno della croce.
 
L’elemento trascurato in questo romanzo criminale scritto dall’Occidente  cristiano è che quelle sciagure mica gliele hanno portate i contadini, gli operai, i postini, i maestri, le casalinghe, gli idraulici, i drop-outs, di quell’emisfero. A volte, magari sì, ma solo perché vi erano costretti da coscritti di qualche armata. Sempre le stesse, oggi si chiamano Nato. Quelle sciagure sono tutte addebitabili a coloro che in Occidente hanno comandato e comandano. Eppure  a costoro i terroristi vedincatori hanno mai arruffato almeno il pelo? Chi è che salta per aria se non gli idraulici, le casalinghe, i pendolari, gli impiegati, i verdurai, gli scolari?
 
Ciò che non torna nel teorema è che, da Osama bin Laden ad Al Baghdadi, il terrorismo islamista, Al Qaida prima, Isis dopo (chè se non è zuppa è pan bagnato: ogni tanto si rinnova la confezione), è servito a lubrificare guerre di conquista, rapina di risorse e business di armi e droga a vantaggio di coloro che si dichiarano colpiti o, quanto meno minacciati, dal terrorismo. Mentre ai luoghi dai quali i terroristi originerebbero e che i terroristi ambirebbero di riscattare, ne sono venute solo ulteriori infamie e piaghe, rispetto alle quali quelle di Giobbe, di Niobe, o d’Egitto, sono balocchi sotto l’albero di Natale.
  
Per la verità sventure e accidenti ne sono piombati anche sui luoghi sui quali i terroristi si sono dati da fare: stati d’emergenza, stati d’assedio, militarizzazione del quartiere, sbirri che ti si infilano sotto le coperte e nella posta elettronica, diritti civili (a parte quelli dei gay) a ramengo, spiati dalla culla alla tomba, criminalizzati se solo gratti un po’ i pilastri su cui il sistema costruisce le sue verità, leggi repressive su riunione, movimento, espressione, pensiero (Erdogan mostra come si fa), verticizzazione di ogni processo decisionale, élites al comando nei media, magistratura, istruzione, finanza, gestione del territorio, guerra e pace. Ma, pensiamoci bene, tutto questo, di nuovo, sul groppone di chi, se non del metalmeccanico, del commesso, dello studente, dell’infermiera, della colf, del pensante. 
 
All’incontro, chi sta sempre meglio, sempre più tranquillo, sempre meno disturbato, con sempre maggiore presa sulle varie leve di guida e di comando, grazie a tutto ciò che il terrorismo combina, è il famoso 1%. Quello impegnato a portare al 100% il controllo della ricchezza mondiale, oggi appena intorno a un misero 80%. Che sinergia tra Al Baghdadi e Casa Bianca, Downing Street, Eliseo!
Altro rilievuccio da quattro soldi: ma chi sono quelli che tra Abidjan, Baghdad, Parigi, Londra, New York, Boston, Madrid, Mumbai, Bali, vengono fatti saltare per aria, disintegrati, bruciati vivi, spalmati sull’asfalto? Ministri di governi bellicisti, apostati e bombaroli? Presidenti e consiglieri d’amministrazione della Total, della Esso, della Chevron, della Monsanto con i loro artigli piantati nella carne viva delle popolazioni musulmane? Generali e ammiragli delle conquiste? Qualcuno delle onnipotenti casate dei Rothschild, dei Warburg, dei Rockefeller? Netaniahu, o almeno uno dei sui 5 milioni di boia? Hollande che ne ha combinate più in Africa Occidentale di Carlo a casa sua? Un manager della Cogefar che sventra e spopola paesi a forza di dighe? Un cardinale che benedice assassini di rango e golpisti Usa? Sì, qualche pretonzolo, qualche fraticello, qualche chierichetto l’hanno preso e scuoiato. Che il papa possa lamentare la persecuzione dei cristiani. E pure qualche operaio in divisa di Flic o di Bobby. Ma sono scartine, personale di servizio sacrificabile, un po’ di marketing che confermi il martirio dell’Occidente.
 
A questo punto, per dire che di lotta di classe si tratta, di quella classica, di sempre, di cui cianciavano Marx e Lenin, ma di cui qualche idea l’avevano già avuta Spartaco, Giordano Bruno, tanti altri accortisi che il tacco che li premeva era di pelle e ossa umane, non ci sarebbe neanche bisogno di dissotterrare le colonne di autocisterne dell’Isis che hanno riempito i forzieri di Erdogan, dai quali sono usciti i soldi per comprare ai “ribelli” tanti bei RPG e Tow USraeliani; i cortei di pick-up Toyota nuovi di pacca in arrivo dal Qatar; i serpenti di camion giordani, turchi e sauditi, zeppi di miliziani, soldo per mercenari, armi in arrivo a Raqqa o Mosul; tutto sotto l’ombrello protettivo dell’intelligence Usa e Nato e rispettive forze speciali sul terreno. Non ci sarebbe neanche da ribadire che quella che ai destri e sinistri risulta una prova d’acciaio, parlo dell’11/9, o di Londra, o di Parigi, è invece una gruviera con più buchi che formaggi. E’ grazie al filo tessuto dai media che quei buchi vengono rammendati.
 
In questa messa in scena quelli che vengono presi, muniti di copione e mandati a fare sfracelli  sono i poveracci, o idioti, o idiotizzati, o affamati famelici. Attori presi dalla strada, come con De Sica, spesso dalla galera. Quelli che gli sfracelli li subiscono sono poveracci pure loro, o ci diventano, ma senza conoscere il copione. Devono recitare all’impronta. Il pubblico in sala che applaude è quello che il biglietto se lo può permettere. Da schermi e giornali si  manifesta rumorosa e assordante la claque. L’impresario sta al botteghino. Dipinta da Grosz, o da Otto Dix, raccontata da Brecht, la commedia sarebbe intitolata, appunto, ”lotta di classe”.
 
E, scusate, ma non  è grazie agli attentati stragisti che il sultano pazzo si può permettere di sbattere in galera giornalisti, professori, magistrati, ambientalisti, democratici, popolo manifestante? Non è il suo terrorismo che gli fornisce l’alibi per sbranare la Siria e il suo popolo curdo? Non è forse vero che quella lotta di classe che un tempo si vinceva scoprendo eretici, streghe, diversi, insubordinati e lanciandogli contro, nel nome di Dio Patria Famiglia, i Goffredo da Buglione, i Torquemada, i Bava Beccaris e gli Scelba, oggi la si vince inventando terroristi e sparandogli contro l’arma totale, “la sicurezza”, nel nome di democrazia e diritti umani ? Ed Erdogan non é forse lo scagnozzo che ha imparato tutto da Obama, Netaniahu, Hollande, Merkel, Tsipras, Napolitano, Cameron, tutti i pendagli da forca che sgovernano in Occidente?
 
 
Pubblicato da alle ore 18:12