MARINA DI GIOIOSA JONICA: DISOCCUPATO INSCENA PROTESTA CON TANTO DI SCURE E BARA CON FANTOCCIO

come mai con un tasso di OCCUpazione del 47%, che significa che OLTRE IL 50% è disoccupato, NON CI SIA UNA VOCE CHE UNA CHE DIFENDE IL DISOCCUPATO????’ Solo proteste isolate ed ignorate, come mai i disoccupati SONO INVISIBILI? Non servono ai fini del voto?????

23 agosto 2014

Sorpresa, stamani, per i bagnanti che si recavano sulla spiaggia, ancora affollata, di Marina di Gioiosa Jonica. Un uomo, di Grotteria, ha inscenato una protesta travestendosi di nero, con una scure di plastica in mano e una bara con un fantoccio con alcune scritte (“disabili”, “donne sfruttate”, “disoccupati”). L’uomo, nella protesta, fermava le persone per spiegare i motivi della manifestazione: “Le istituzioni non ci aiutano, siamo in difficvoltà nel silenzio più assoluto, urge un aiuto”.(…)

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LIVORNO: MURATORE PERDE IL LAVORO, VIVE IN TENDA CON TRE FIGLI DI 2, 7 E 10 ANNI PER DUE MESI

speriamo che il sindaco 5stelle sia realmente diverso e aiuti gli indigenti anche se italiani (se non è troppo di disturbo o gesto offensivo).
Durante il lungo regno dei moralmente superiori sempre dalla parte dell’ultimo la gente che perde il lavoro ottiene il solito trattamento di tutto il resto d’Italia, pedate nel fondoschiena.

25 agosto 2014

«Erano decenni che non c’era un’estate così piovosa e noi ce la siamo vissuta tutta, intensamente…». Un pizzico di ironia, un velo di pudore. Sofferenza, e tanta commozione per aver superato, con dolore e coraggio, il momento più difficile della sua vita. Per due mesi e mezzo Francesca Becucci, 35 qanni, col marito Emiliano Bendetti, 42, e tre figli di 2, 7 e 10 anni, ha vissuto in tenda, su un terreno in via della Padula. Giornate dure, sotto la pioggia, tra i topi e la fauna della campagna, in condizioni igieniche precarie e senza un soldo. Armata solo dell’amore, che ha tenuto la sua famiglia unita. E della forza di volontà, che le ha permesso di andare avanti e di credere in una nuova possibilità. «Ho sofferto tanto – dice con gli occhi lucidi – i miei figli si sono ammalati: abbiamo mangiato rane, fatto la doccia nei box dei cani e vagato in auto di notte per non morire soffocati nel fango, sotto al diluvio. Ma non ci siamo arresti».
Una storia invisibile, che è stata portata alla ribalta dall’attenzione e dalla generosità di una donna, Gabriella Fiumalbi, che con determinazione disinteressata ha preso a cuore questo caso e ha lottato, cercando e trovando un aiuto concreto sia dalla gente sia dalle istituzioni. Gabriella insieme al suo compagno Valerio Vatteroni, noto avvocato e campione del basket, s’è data da fare per aiutare la famiglia livornese. E alla fine è riuscita a ottenere per loro una stanza temporanea in un affittacamere con la prospettiva di avere una casa popolare in via della Bassata, che dovrebbe essere consegnata a Francesca ed Emiliano fra 6 giorni. «L’ho fatto col cuore: aiutare gli altri fa bene anche a se stessi. Questa è un storia d’amore», dice Gabriella.
La storia. Tutto è cominciato quando Emiliano, muratore titolare di una ditta edile individuale, la scorsa primavera ha perso il lavoro. Lui ha cercato varie alternative, fatto lavoretti per cercare di sbarcare il lunario, ma mantenere tre figli era difficile. «Già due anni fa, a causa delle difficoltà economiche, avevamo provato a trasferirci a Valtriano di Fauglia, per pagare un affitto più basso – racconta Francesca – ma senza un lavoro stabile e con tutte le spese legate ai figli, non ce la facevamo». Spinti dalla disperazione, a maggio Francesca ed Emiliano hanno occupato una casa: «Siamo andati a Colline e abbiamo occupato un alloggio popolare. So che abbiamo sbagliato, ma non vedevamo la fine del tunnel. Per dimostrare la nostra buona volontà, mandavamo ogni mese un assegno al Comune di 30-40 euro. Io, però, non ce la facevo a stare lì: mi sentivo in colpa perché stavo togliendo la casa a una persona che, come me, ne aveva bisogno. E allora io stessa, d’accordo con mio marito, mi sono “costituita” chiamando la polizia municipale». La famiglia si è quindi trasferita in una tenda su un terreno di un amico. Tra mille stenti: una tettoia sopra ai fornelli, due tende con l’incerata per dormire. Mille disagi e l’esigenza, quotidiana, di dover spiegare ai bimbi quello stile di vita ai margini.(…)

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TRIESTE: SERTUBI, I DIPENDENTI FANNO MURO CONTRO IL TRASLOCO DEI MACCHINARI

questi lavoratori sono autarchici….secondo la visione renziana ma è in buona compagnia. Vogliono impedire che i fratelli lavoratori indiani possano lavorare al posto loro, si può essere più razzisti?

26 agosto 2014

I dipendenti della Sertubi fanno quadrato attorno alle macchine e ai mezzi di produzione per impedire la spoliazione della fabbrica. Jindal Saw, la società indiana che ha preso in affitto da Duferco per cinque anni, fino ad agosto 2016, lo stabilimento di via von Bruck declassandolo a centro di verniciatura e smistamento, ha ora intenzione, secondo quanto accusano le rsu, di portare in India le tre macchine centrifughe di Trieste che servono a creare i tubi, togliendo così di mezzo qualsiasi premessa per una possibile ripresa della produzione in loco. «Non intendiamo permetterlo – è il grido di battaglia che lancia Michele Pepe, rsu di Fim-Cisl – proprio ora che Arvedi sta dando segnali concreti di come a Servola continuerà la produzione di ghisa che è anche la nostra materia prima per cui anche per noi possono aprirsi nuove interessanti prospettive.» Una riunione fiume in Confindustria alla quale erano presenti i vertici della società indiana non ha portato ad alcun accordo. «E ora Jindal Saw – riferisce ancora Pepe – minaccia di non rinnovare il contratto d’affitto. Il termine per la disdetta è fissato a un anno dalla scadenza, cioé già nell’agosto 2015, per cui a breve temiamo un’ulteriore riduzione dell’attività se non addirittura la chiusura dell’azienda.»(…)

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MILANO: IN SCIOPERO DELLA FAME DA 15 GIORNI, INVALIDO LICENZIATO DALL’OSPEDALE SAN PAOLO

guai aiutare i bisognosi in casa nostra, sarebbe razzismo

27 agosto 2014

E’ in sciopero della fame da oltre 15 giorni Raffaele Trizio, un lavoratore invalido licenziato dall’ospedale San Paolo di Milano. Lo comunica la segreteria aziendale del sindacato Usi, ricordando che prosegue dall’11 agosto il presidio di protesta permanente “dopo il licenziamento in tronco di due lavoratori affetti da problemi di salute e con un’anzianità di servizio di oltre 20 anni”. E ora “l’amministrazione leghista insediatasi al San Paolo nel 2011 – denuncia la sigla – vuole disfarsi dei sindacalisti che stanno difendendo i lavoratori lasciati a casa, mandandoli in commissione disciplinare”.
“Le motivazioni che hanno comportato il licenziamento senza neanche il preavviso di questi due dipendenti – sottolinea l’Usi in una nota – in altri momenti sarebbero state sanzionate con qualche ora di sospensione, mentre le contestazioni addebitate ai due sindacalisti” ora vengono ritenute dall’avvocato dell’azienda ospedaliera “perseguibili penalmente, con l’arresto fino ad un anno”.

Fonte Adnkronos

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CAMPOBASSO: NON RESTITUISCE OLTRE 200MILA EURO AL CORRENTISTA, BANCA PIGNORATA

27 agosto 2014

Pignoramenti in una banca di Campobasso per non aver ottemperato ad una sentenza del Tribunale che le imponeva di restituire oltre 200 mila euro ad un correntista in conseguenza dell’illegittima applicazione della capitalizzazione trimestrale degli interessi (l’anatocismo), spese e commissioni di massimo scoperto, oltre interessi legali e spese processuali. Lo si apprende da una nota dello studio legale De Benedittis dell’Adusbef. «Non avendo avuto riscontro al provvedimento del Tribunale – spiega l’avvocato Aldo De Benedittis – abbiamo provveduto a notificare l’atto di precetto intimando il pagamento di quanto dovuto entro 10 giorni dalla notifica, pena il pignoramento delle somme. Neanche davanti a questo atto formale – prosegue – la banca ha inteso restituire il maltolto». Da qui, l’intervento dell’Ufficiale giudiziario che ha proceduto al pignoramento delle somme intimate con l’atto di precetto al quale l’istituto di credito ha consegnato un libretto di risparmio. «Le banche quando devono avere dai correntisti non perdonano – aggiunge il legale – soffocandoli con decreti ingiuntivi, atti di precetto, pignoramenti mobiliari ed immobiliari, mettendo letteralmente in ginocchio gli stessi. Quando sono loro a dover pagare, o meglio, a restituire quanto illegittimamente percepito, oppongono resistenza e fanno del tutto per ritardare la restituzione. Non ci fermeremo qui – conclude – e continueremo questa battaglia contro i poteri forti al fine di tutelare i correntisti e gli oppressi dal sistema bancario e per il rispetto della legalità, grazie anche alle numerosissime sentenze emesse in Italia e ad una giurisprudenza ormai consolidata in materia»

Fonte Ansa

SALERNO: EQUITALIA, CAOS ALLE POSTE, 55MILA CARTELLE ESATTORIALI MAI CONSEGNATE AGLI UTENTI

26 agosto 2014

Venticinquemila cartelle esattoriali di Equitalia depositate presso il centro di smistamento postale di Salerno, in attesa di essere lavorate, e trentamila cartelle in giacenza al Comune, non ritirate dagli utenti avvisati. Sono i numeri shock denunciati da Paolina Perna, responsabile territoriale del Cobas Pt Cub-Usb al quotidiano La Città, la quale mette anche in evidenza come “tutti gli addetti al recapito siano stati costretti, loro malgrado e previo un corso all’acqua di rose, ad assumere mansioni di nesso notificatore”. Tutto parte dalla gara d’appalto per la spedizione indetta da Equitalia e vinta, a livello regionale, di Poste italiane. “C’è del personale di Poste – rimarca Perna – che lavora esclusivamente per Equitalia, scelto direttamente dal sindacato senza alcuna selezione”. E i risultati sono questi, con migliaia di avvisi malinconicamente in deposito, proprio perché i portalettere non hanno i poteri di un pubblico ufficiale, e devono “aggiungere le cartelle – rimarca l’esponente del Cobas – al loro carico di lavoro quotidiano, oltre evidentemente alle responsabilità di legge conseguenti”. Il risultato più evidente e diretto di queste scelte organizzative segnalate dal Cobas sono le oltre 55mila cartelle di Equitalia non ancora finite nelle mani dei destinatari.(…)

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LA FRASE PAZZA DEL GIORNO: WASHINGTON E I BOMBARDAMENTI “EQUILIBRATI”

e se lo dice il premio nobel per la pace, un uomo di colore, per giunta un democratico e politically correct, ossia un moralmente superiore OSANNIAMO E BENEDICIAMO MR CAMBIAMENTO OBAMA
di Tyler Durden
 
Quando il presidente Obama si era recentemente vantato che “Gli Stati Uniti sono e resteranno l’unica nazione indispensabile al mondo…”, aggiungendo che “nessun’altra nazione può fare quello che facciamo noi”, avremmo dovuto saperlo che altre avventure belliche erano in arrivo.
 
E puntualmente, come riportato da AP , pare stiano arrivando bombardamenti in Siria; ma c’è un colpo di scena strabiliante nella politica estera USA: “Per evitare di rafforzare inavvertitamente il governo siriano, la Casa Bianca potrebbe cercare di bilanciare gli attacchi contro lo Stato Islamico con attacchi al regime di Assad.”
Brillante! Come apprendiamo da AP: ( Possible airstrikes in Syria raise more questions )
 
“L’intelligence raccolta dai voli militari di ricognizione sulla Siria potrebbe supportare un’ampia campagna di bombardamenti contro il gruppo militante dell’IS, ma tra gli attuali e i precedenti ufficiali statunitensi non c’è accordo sul fatto che gli attacchi aerei danneggerebbero in modo significativo ciò che alcuni hanno definito un “esercito terrorista”. Deptula ha affermato che: ‘gli attacchi aerei devono essere applicati come una tempesta, non come una pioggerellina, sorvegliando 24 ore al giorno l’ISIL e contrastando con la forza ogni sua mossa.’ ”
 
A complicare i piani c’è il fatto che qualsiasi azione intrapresa contro i militanti dell’IS avrebbe anche l’effetto di mettere dalla stessa parte gli USA e il presidente siriano Bashar Assad, che l’amministrazione Obama cerca da anni di deporre. Quindi, prima l’Iran e ora la Siria sono diventati i migliori amici dell’America? Eh no, questo no, precisa AP:
 
“Portavoce del Pentagono e del Dipartimento di Stato hanno affermato che gli USA non stanno cooperando o condividendo informazioni con il governo di Assad. I voli statunitensi avvengono in Siria orientale, lontano dalla gran parte delle difese aeree siriane. E gli esperti hanno messo in dubbio che la Siria possa tentare di abbattere un aereo americano mentre spiana la strada ad una possibile campagna di bombardamenti contro i nemici di Assad. … Per evitare di rafforzare inavvertitamente il governo siriano, la Casa Bianca potrebbe cercare di bilanciare gli attacchi contro lo Stato Islamico con attacchi al regime di Assad. Tuttavia, tale opzione per il presidente è largamente sgradevole, visto che potrebbe portare gli USA proprio a quell’impegno di lungo termine, per la stabilità della Siria, che Obama cercava di evitare.”
 
Quindi per riassumere: i bombardamenti limitati in Iraq (non richiesti dal governo iracheno) sembra ora si espanderanno in un bombardamento a tappeto, 24 ore al giorno, di bersagli dell’ISIS in Siria (a cui gli USA non stanno né chiedendo il permesso né porgendo le scuse), e nell’interesse della “dottrina di equità” l’America bombarderà le installazioni militari di Assad per mantenere un certo “equilibrio” tra i terroristi moderati, i terroristi estremisti (ed eserciti nazionali) e quelli spaventosi che peggio non si può. Ci siamo persi qualcosa?
Lunedì, il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest ha cercato di contrastare l’idea secondo cui le azioni contro l’IS potrebbero rinforzare Assad, dicendo: “Non siamo interessati a cercare di aiutare il regime di Assad.” Tuttavia, Earnest ha riconosciuto che “ci sono molte pressioni incrociate.
“Pressioni incrociate”, certo. E tutte umanitarie.
 
Fonte: Zero Hedge
 
Traduzione: Anacronista

Renzi trova dei salvatori stranieri anche per queste imprese?

qui seguono solo i licenziamenti degli ultimi giorni, che il tg non si spreca ad elencare tantomeno a preoccuparsi degli ex dipendenti, ma al link Perdita posti di lavoro si accede a pg aggiornata dei licenziamenti (quelli resi noti almeno)

AVEZZANO: CHIUDE LA CARTIERA BURGO, 220 DIPENDENTI SENZA LAVORO

26 agosto 2014

Il gruppo Burgo chiuderà lo stabilimento di Avezzano (L’Aquila). L’azienda lo ha annunciato ai sindacati parlando di “gravi difficoltà economiche della società che non consentono di effettuare investimenti sullo stabilimento marsicano”. La fabbrica, che non riaprirà dopo la chiusura estiva, occupa circa 220 dipendenti. “Una notizia gravissima e inaspettata – dichiarano Fistel-Cisl, Slc-Cgil e Uilcom-Uil – Facciamo appello alle istituzioni affinché si attivi subito un tavolo governativo”.
Fonte Ansa

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PALERMO: CALL CENTER 4U, 388 LAVORATORI A RISCHIO LICENZIAMENTO

23 agosto 2014

Scendono in campo con una lettera aperta scritta alle istituzioni i 388 lavoratori di 4U Servizi, che rischiano il posto di lavoro. L’azienda di telecomunicazioni, che opera sul territorio palermitano dal febbraio 2004, il 4 agosto ha infatti aperto una procedura di mobilità per 146 operatori di call center, dichiarando un esubero di circa 15000 ore di lavoro al mese. I lavoratori, nella missiva rivolta alle istituzioni nazionali, regionali e locali, denunciano il “silenzio assordante e inspiegabile” che sta avvolgendo il loro licenziamento. “Forse perché siamo solo una realtà locale palermitana? Noi continuiamo a lavorare malgrado a peggiorare il tutto si aggiunga il ritardo dei nostri stipendi – scrivono – Siamo lavoratori come tutti gli altri e come tali vogliamo essere considerati. Chiediamo solo di mantenere il nostro posto di lavoro senza essere costretti a rinunciare alla nostra terra. Questa lettera vuole essere un richiamo all’attenzione di tutte le istituzioni affinché gli operatori di 4U non rientrino nell’ennesimo caso di lavoratori trasformati in fantasmi”. Nella lettera gli operatori del call center ricordano di prestare il lavoro per committenti come Sisal, Infostrada, Illumia, Edison, Poinx, Vodafone Casa, di aver raggiunto negli anni livelli di professionalità elevati e di aver lavorato con dedizione e attaccamento. “Per noi questo lavoro è iniziato quasi come una scommessa ed è diventato nel tempo il “lavoro della vita”con cui creare famiglie, investire sul proprio futuro professionale e personale, pagare mutui, bollette, sopravvivere – aggiungono i lavoratori di 4U – Siamo consapevoli del fatto che uscire dal ciclo occupazionale, in una terra arida qual è la Sicilia rappresenta per tutti noi certamente la morte lavorativa”. I lavoratori ripercorrono le tappe della loro vicenda e ricordano che la 4U Servizi ha usufruito, sin dalla sua nascita, di diverse agevolazioni pubbliche: la legge 407/1990, il progetto IN.LA (ministero del Lavoro), i contratti di apprendistato, i contratti di solidarietà di tipo B art. 5 comma 5 legge n° 236/93. Negli anni l’azienda, aggiungono nella lettera-denuncia, si è evoluta in positivo con bilanci in attivo e fatturato in crescita, tanto da vedere la nascita di una nuova struttura di franchising, che vanta più di 17 call-center in Italia e all’estero, con la forma del sub-appalto di committenza, e un marchio Key-4U che si va espandendo nel campo dell’outbound.(…)

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SIENA: AZIENDA BIOTECH DELLA FONDAZIONE MPS APRE PROCEDURA DI LICENZIAMENTO PER 10 DIPENDENTI

20 agosto 2014

Un altro nodo della lunga crisi senese arriva al pettine. Dal prossimo 31 agosto dieci persone se ne andranno dalla Siena Biotech, l’azienda strumentale della Fondazione Mps, in cui l’ente – negli anni grassi – aveva investito molto, realizzando una nuova sede e assumendo personale Forse più di quanto fosse necessario. La stessa cosa accadde molti anni fa alla Sclavo, che entrò in crisi dopo una gestione che aveva gonfiato gli organici, e fu venduta a pezzi dalla famiglia Marcucci. Nel marzo di quest’anno alla Siena Biotech era stata aperta una procedura di licenziamento collettivo riguardante 36 dipendenti sui 72 allora in organico. Il numero si è ridotto a 17 e tra queste ci sono le dieci persone che lasceranno il lavoro. Racconta una fonte che alcune di queste dieci persone sono state in cassa integrazione in deroga a zero ore dal 26 aprile del 2012 fino ad oggi, escludendo il periodo tra l’ottobre del 2013 e il marzo 2014 quando la cassa integrazione era di un giorno alla settimana. “In tutto questo tempo la Siena Biotech – spiega la fonte- non ha mai avuto un minimo di solidarietà per le persone che erano a zero ore e non ha mai accettato di fare la minima rotazione fra le persone in cassa e quelle che erano rimaste dentro, anche se il carico di lavoro non era tale da giustificare delle differenze nel trattamento delle persone e soprattutto non c’era un piano industriale che indicasse una nuova pianificazione lavorativa e tantomeno organizzativa” Lo scorso 9 luglio l’azienda, il sindacato e la Rsu – presenti anche Confindustria Siena e il sindacalista Marco Goracci della Cgil chimici – è stato firmato un accordo di conciliazione per l’incentivo all’esodo di chi ha ricevuto la lettera di licenziamento firmata dal direttore generale dell’azienda Russel Thomas. In essa si fanno presenti le cause che hanno portato alla riduzione di personale. ”Dovute – vi si legge – a fattori esterni all’azienda e alle mutate condizioni economiche e finanziarie dell’azionista unico (la Fondazione Mps -ndr), che non consentono alla Siena Biotech di sviluppare la propria attività di ricerca scientifica ad alto rischio e il ritorno economico dall’esito molto incerto se non modificando il proprio modello di business”. Considerazioni alle quali seguono le comunicazioni del licenziamento.(…)

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PALIANO: TORNANO DALLE FERIE E TROVANO LA FABBRICA CHIUSA. A CASA 50 OPERAI

19 agosto 2014

Ancora un duro colpo per la già disastrata economia palianese. Altri 50 lavoratori a casa e senza appello, senza neanche usufruire della Cassa integrazione. L’ex Alceo Blasi, oggi Italia Alimentari, che dava lavoro a 50 dipendenti di Paliano e di tutta la zona da una trentina di anni, ed è sita nella zona industriale a Ponti della Selva, recentemente passata al gruppo del Cavalier Cremonini CHEF Express che ha in gestione anche degli autogrill sulle autostrade italiane, non ha fatto rientrare al lavoro i dipendenti che questa mattina al rientro dalle ferie estive hanno trovato la brutta sorpresa. Nella giornata di ieri mentre vi erano in corso lavori di manutenzione sono arrivati dei grossi TIR dal nord Italia che sono stati riempiti di materiale lavorato (insaccati e salumi vari) e parte dei macchinari. Lo stabilimento è rimasto quasi completamente vuoto. Da questa mattina gli operai affiancati dal sindacalista della FLAI CIGL Stefano Morea, stanno presidiando lo stabilimento ed hanno ricevuto la visita di solidarietà di tutta la giunta comunale con a capo il vice sindaco Valentina Adiutori (il sindaco è fuori per le ferie). “Sto in contatto costante con il Sindaco – ci dice il rappresentante provinciale della CGIL – per vedere come arrivare al Prefetto. Questa mattina, comunque sono riuscito a mettermi in contatto con alcuni dirigenti della Cremonini e mi hanno risposto che la crisi è irreversibile ed entro oggi arriveranno le lettere di licenziamento a tutti. E’ una storia incredibile, anche perché si stavano rinnovando i pavimenti e quindi questa decisione è arrivata come un fulmine a ciel sereno”. Gli operai, una cinquantina compresi l’indotto, tutti intorno agli anta, questa mattina hanno protestato in maniera decisa ma con dignità. Uno di loro ha messo un’autovettura di traverso per non far uscire un automezzo che stava finendo di caricare altro materiale.
Il presidio è stato posto a tutela dello stabilimento perché l’azienda ha tolto anche la vigilanza. Una situazione davvero drammatica che va ad aggiungersi alle altre aziende palianesi in crisi, che mette ulteriormente nel baratro le famiglie che magari stavano pagando mutui e si stavano creando una vita.
Insomma, 50 famiglie in mezzo alla strada nel pieno ferragosto, senza avviso, anche se i sindacati avranno un incontro ufficiale il 27 di questo mese presso l’Assocarni di Roma, ma le premesse, purtroppo, sono negative.(…)

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CATANZARO: TPL, AVVIATE PROCEDURE PER 1000 LICENZIAMENTI. DA SETTEMBRE NON GARANTITI I SERVIZI

19 agosto 2014

Le aziende di trasporto pubblico locale hanno avviato le procedure per il licenziamento di circa mille dipendenti. Lo rendono noto i sindacati comunicando che dal primo settembre prossimo ”non sarà garantito alcun servizio di trasporto pubblico nell’intera Regione”.(…)

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BRESCIA: PERSI ALTRI 900 POSTI DI LAVORO, IL SALDO 2014 SARÀ ANCORA NEGATIVO

15 agosto 2014

Anche il 2014 sarà un anno negativo per l’occupazione in provincia di Brescia. Lo dicono i dati sulle assunzioni previste dalle imprese artigiane, contenuti nell’approfondimento specifico del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, che evidenziano come Brescia è destinata a perdere altri 940 posti di lavoro artigiano a fronte di 2.100 nuove assunzioni e 3.040 esuberi. Significa che il numero totali dei lavoratori dipendenti dell’artigianato è destinato a scendere di due punti percentuali, dati dal saldo tra la crescita del 4,5% e la perdita di un 6,5%.
SE DA UNA PARTE è vero che aumentano le imprese artigiane che quest’anno intendono assumere nuovo personale: sono circa 42.100 a livello nazionale, pari al 10,1% del totale (erano il 9,6% nel 2013), è altrettanto vero che l’incremento non basta però a bilanciare le difficoltà congiunturali e occupazionali ancora evidenti nel settore, come dimostra la perdita di altri 41.000 lavoratori stagionali e non stagionali (pari a una flessione del -3,2% dello stock degli occupati alle dipendenze nell’artigianato) e la diminuzione dei contratti di lavoro dipendente e atipico che verranno attivati nel corso del 2014 (-0,3% rispetto allo scorso anno).
A livello nazionale cominciano però a intravedersi segnali di recupero. Le entrate nel 2014 vedranno 77.600 assunzioni stagionali e non stagionali, 14.500 contratti atipici. Sono invece 118.600 le uscite preventivate di personale dipendente, con un saldo negativo pari a 41mila unità.
Per quanto riguarda gli ingressi, la quota più rilevante si concentra nelle costruzioni (23.700 unità, pari al 31% delle entrate previste nel 2014 nelle imprese artigiane). Il 38% delle assunzioni sarà per operai specializzati.(…)

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PADOVA: CALL CENTER MACH, LICENZIATI IN 34 VIA EMAIL A POCHE ORE DALLE FERIE

15 agosto 2014

Licenziati via mail con una lettera di posta certificata dell’azienda proprio l’ultimo giorno di lavoro prima delle ferie. La disavventura è toccata a 34 dipendenti della Mach 10 di via San Crispino, una call center affiliato a Fastweb. Ora più che in ferie si ritrovano disoccupati. I dipendenti vendevano contratti via telefono, un lavoro non facile e avevano degli stipendi variabili – a seconda che fossero part time o a tempo pieno, tra i 300 e i 600 euro mensili. L’azienda era stata aperta a gennaio, ma in questi mesi i dipendenti avevano ruotato parecchio e parecchi lavoravano lì solo da poche settimane. Sabato scorso l’amara sorpresa per chi aveva il turno mattutino (una dipendente arrivava pure da Rosolina), con la sede chiusa e un foglio sulla porta con scritto: “Chiuso per ferie, per informazioni chiamare …”. Tutto ciò permesso dal già famoso contratto a progetto che prevede appunto la risoluzione del rapporto, sia per il datore di lavoro che per il dipendente, senza preavviso. I dipendenti sono così scesi sul piede di guerra, perchè già in precedenza lamentavano dei comportamenti insoliti da parte della società che gestisce il call center. In fase di assunzione gli venivano offerti 4.3 euro netti per ogni ora lavorata: ma nell’arco dei mesi, a loro dire, mai nessuno aveva avuto una retribuzione che combaciasse con le ore lavorate, ma sempre in difetto (chi di 5 euro chi anche di 100/150 euro) e l’azienda, alla richiesta di spiegazioni si appellava al mancato raggiungimento della percentuale di resa prevista dal contratto (percentuali non presenti all’interno del contratto), ma riprometteva il recupero se il dipendente si fosse impegnato di più il mese successivo.
Sempre in fase di assunzione veniva mostrato loro un foglio con su scritti i vari livelli delle provvigioni (da 10 fino a 25 euro con aumento della paga fino a 5 euro netti all’ora) ma assicurano mai nessuna provvigione è stata pagata. Inoltre nel contratto veniva citata un’unica provvigione di 30 euro a contratto concluso e non si faceva alcuna menzione delle altre provvigioni.(…)

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AVELLINO: IRISBUS E ISOCHIMICA, 300 OPERAI A RISCHIO LICENZIAMENTO, “IL GOVERNO CI AIUTI”

ah ok se ci pensa il partito dell’Ilva ai prepensionamenti dei malati di amianto…..

26 agosto 2014
Due vertenze, un grido congiunto: “Il Governo ci aiuti”. E’ partita stamani dal centro sociale Samantha Della Porta di Avellino la mobilitazione degli operai di Irisbus ed Isochimica. Per la prima si chiede una accelerata sull’intesa che dovrebbe portare alla riapertura dello stabilimento di Flumeri nell’ambito della creazione di un nuovo polo di produzione pubblico-privato (insieme alla Bredamenarini di Bologna). Per la seconda, chiusa da oltre vent’anni, si insiste sul riconoscimento dei prepensionamenti ai lavoratori contaminati dall’amianto presente in fabbrica. All’incontro, organizzato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sono intervenuti due parlamentari, Giancarlo Giordano (Sel) e Valentina Paris (Pd), ma già in settimana la due vertenze dovrebbero tornare a Roma in sede governativa. “Il nostro è un invito per i soggetti istituzionali e politici della nostra provincia per avere finalmente un momento ed un luogo fisico per discutere operativamente della madri di tutte le vertenze Irpine – hanno ribadito gli operai – Chiusa la parentesi ferragostana con un nulla di fatto diventa sempre più urgente, continuano gli organizzatori, concentrarsi sulle risoluzioni”. Nel caso specifico di Irisbus, “Visti i continui rinvii ministeriali e le posizioni ancora incerte dei cugini della Breda Menarini di Bologna – continuano le sigle – bisognerà individuare un percorso che dia un’accelerazione alla vertenza per evitare che si perda tempo prezioso, per evitare ai trecento lavoratori di essere collocati in mobilità.(…)Leggi tutto su ilmattino
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FANO: KING SRL, 43 DIPENDENTI RIENTRANO DALLE FERIE E TROVANO LO STABILIMENTO AL BUIO

26 agosto 2014

Amara sorpresa per i lavoratori della King srl di Fano. Nella mattina del 25 agosto, al rientro dalle ferie, i cancelli erano aperti ma la fabbrica era al buio. La corrente è stata staccata. La King srl lavora l’acciaio per la componentistica navale. Cinzia Massetti della Fiom Cgil e Leonardo Bartolucci della Fim Cisl regionale sono stati avvisati dai lavoratori che nella mattinata presenziavano davanti allo stabilimento in attesa di avere notizie. I sindacati avevano già preso di mira la King srl (43 dipendenti) attraverso un esposto presentato a febbraio alla Guardia di Finanza per presunte gravi irregolarità. A luglio, l’ennesima scorrettezza: convocati assieme ai sindacati dalla Direzione provinciale del Lavoro, i rappresentanti dell’azienda non si sono presentanti. “Abbiamo chiamato l’amministratore delegato – dice Cinzia Massetti della Fiom provinciale – ma senza alcun avviso, ci risulta che sarebbe stato sostituito, ma non sappiamo ancora da chi“.(…)

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