Passaparola – Il califfo arriverà in San Pietro? – Massimo Fini

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07:00

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LIsis è il più grave pericolo che si è presentato all’occidente negli ultimi anni. Già dal nome (Califfato islamico dell’Iraq e del Levante), si capisce che la loro intenzione non è conquistare semplicemente l’Iraq, ma spazi molto più ampi. Nell’Isis non confluiscono solo combattenti Iracheni o siriani, ma anche somali (Al-Shabaab somali) e guerriglieri del delta del Niger. Insomma, tutta una parte del radicalismo islamico. Inoltre, si lega idealmente ad altre manifestazioni anti occidentali. Ed anche se attualmente lo scontro sembra essere tra sunniti e sciiti, il loro vero obiettivo è l’occidente, cioè costruire una base molto ampia. Ovvero fare quello che si diceva volesse fare Bin Laden – ammesso che Bin Laden sia mai esistito (nel senso classico del termine) -, un punto da cui partire per poi dare battaglia frontale a tutto l’occidente. Questo mi pare che non sia stato capito ancora dai leader occidentali, né dai media occidentali. Oltretutto quelli dell’Isis sono combattenti estremamente motivati, coraggiosi, abili, che si battono sul territorio e l’occidente non ha i mezzi perché questa non è gente che si può combattere semplicemente con i droni o con gli aerei, tanto è vero che è stato chiesto aiuto all’Iran perché l’Iran può combattere sul campo, mentre gli occidentali non sono più in grado di combattere sul campo, non hanno proprio la forza morale per farlo. Il capo di questo Isis ha detto: “Vogliamo conquistare Roma“, è una iperbole, vero. Ma è anche una dichiarazione di guerra al mondo occidentale. Non credo che in un’ipotetica guerra all’occidente l’Italia sarebbe la prima. Di certo se questi si decidono a fare terrorismo internazionale sono incontenibili, perché hanno uomini che si fanno saltare in aria e in occidente gli obiettivi sensibili sono talmente ampi che non li puoi controllare tutti! Inoltre molti combattenti del califfato vengono dall’Europa. Sono quasi sempre musulmani, ma sono cittadini di varie nazioni europee: italiani, ma anche inglesi, francesi. E non c’è modo di fermarli. C’è il rischio della guerra asimmetrica, cioè da una parte hai queste potenze con mezzi straordinari. Ma tutto ciò fomenta il terrorismo, perché il terrorismo è l’unico modo per combattere queste forze. E il terrorismo spesso vuol dire kamikaze, ed è appunto questo il rischio che corre l’occidente, che peraltro corre per sua responsabilità, perché non dimentichiamo che l’attacco all’Iraq del 2003 ha creato queste situazioni. Prima ancora l’attacco all’Afghanistan, che è stata una vera follia, perché gli afgani si interessano solo del loro paese, quindi non sono mai usciti da lì, non hanno portato né terrorismo né altro fuori dall’Afghanistan. Questa repressione del mondo afgano è fra le ragioni che hanno fatto proliferare tutte queste altre cose.

A loro interessa Mosul perché è un centro petrolifero, perché non hanno solo finanziamenti da vari paesi, ma si autofinanziano, hanno preso le armi di questo pseudo esercito iracheno messo insieme dagli americani in funzione di questo fantoccio, che è il Presidente dell’Iraq Al- Maliki. Questi si sono squagliati immediatamente, ma nessuno ha voglia di combattere e quindi hanno preso le armi, gli armamenti e tutto quanto. Non attaccheranno i curdi per due motivi, uno che non gli interessano i Curdi, e poi perché i curdi hanno i mezzi per difendersi sul terreno, perché sono combattenti famosi per la loro valentia. Quindi evitano di accattare il Kurdistan. Non è quello che gli interessa, quello che gli interessa alla fine è l’Occidente. E’ evidente che per il momento c’è questa battaglia tra islamici sunniti e islamici sciiti, ma a mio avviso è una cosa temporanea. Alla fine si metteranno d’accordo, perché il nemico nemico unico è l’Occidente. Boko Haram, che sta da un’altra parte, esprime bene che cosa pensano in generale questi radicali islamici, perché letteralmente vuol dire l’educazione occidentale è peccato. Perciò credo che alla fine si uniranno. I loro punti di vista sono due: uno è quello religioso, l’altro è storico. L’occidente come colonizzatore, violentatore dei loro valori. Vedono quindi l’occidente come occupante economico, comedisgregatore delle loro culture, non solo religiose, ma anche tradizionali. L’occidente non ha un collante di nessun tipo, non solo non ha valori religiosi, è anche senza valori. Faccio un esempio estremo, questi si fanno saltare in aria, qui non c’è nessuno disposto a tagliarsi un dito per difendere i cosiddetti valori occidentali, che non esistono. Non è un valore passare dalla Porsche alla BMW. Il consumismo ha deprivato di ogni valore, di ogni tensione morale e etica. Questa è la vera debolezza dell’occidente. Quindi può essere super armato quanto vuoi, ma non ha più gente disposta a combattere.

La verità sul MH17

lunedì, agosto 4, 2014
 
L’OSCE individua “fori da proiettili e shrapnel” che indicano dei tiri e alcun prova di un missile sull’aereo abbattuto
Prof. Michel Chossudovsky Global Research, 31 luglio 2014
 
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Secondo il rapporto del pilota ed esperto delle compagnie aeree tedesco Peter Haisenko, l’MH17 Boeing 777 non è stato abbattuto da un missile. Ciò che ha osservato dalle foto disponibili sono fori sulla cabina di pilotaggio: “I fatti parlano chiaro e forte e vanno oltre le speculazioni: la cabina di pilotaggio presenta tracce di tiro! È possibile vedere i fori di ingresso e uscita. Il bordo di una parte dei fori è piegato verso l’interno. I fori più piccoli, rotondi e puliti, mostrano i punti d’ingresso di probabili proiettili da 30 millimetri”. (Revelations of German Pilot: Shocking Analysis of the “Shooting Down” of Malaysian MH17. “Aircraft Was Not Hit by a Missile” Global Research, 30 luglio 2014)
Sulla base di unanalisi dettagliata, Peter Haisenko giunge alla conclusione che l’MH17 non è stato abbattuto da un missile: “Questo aereo non è stato colpito da un missile nella parte centrale. La distruzione si limita alla zona della cabina di pilotaggio. Ora è necessario prendere in considerazione che questa parte è costruita con materiale rinforzato”.
 
La missione OSCE
Vale la pena notare che le prime dichiarazioni degli osservatori OSCE (31 luglio), confermano ampiamente le conclusioni di Peter Haisenko: “Gli osservatori dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa hanno riferito che simili fori furono trovati in due parti separate della fusoliera dello sfortunato aereo delle Malaysia Airlines, che si crede sia stato abbattuto da un missile sull’Ucraina orientale”. Michael Bociurkiw del gruppo di osservatori dell’OSCE, al suo briefing quotidiano, aveva detto come parte della fusoliera dell’aereo sia crivellata da “buchi di proiettili e schegge”. Ha detto che i danni furono esaminati dai funzionari della sicurezza aerea malesi. (Wall Street Journal, 31 luglio 2014)
Il team di osservatori OSCE non ha trovato traccia di un missile sparato da terra, come affermato  dalle dichiarazioni ufficiali della Casa Bianca. Ricordiamo che l’ambasciatrice USA alle Nazioni Unite, Samantha Power, aveva dichiarato, accusando la Russia, che l’aereo malese MH17 fu “probabilmente abbattuto da un missile superficie-aria azionato dalle posizioni dei separatisti“: “Il team di ricercatori internazionali dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) sono incerti se il missile utilizzato sia stato sparato da terra, come gli esperti militari statunitensi hanno già suggerito”, riferiva il Wall Street Journal (WSJ). (Malay Mail)
I primi risultati dell’OSCE tendono a dissipare la pretesa che un sistema missilistico Buk abbia abbattuto l’aereo. Evidentemente i fori sono attribuibili a dei tiri, un’operazione che da terra non avrebbe abbattuto l’aereo che volava a oltre 10000 metri.
 
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Aerei militari Su-25 ucraini in prossimità del MH17
Lo studio di Peter Haisenko è corroborato dal Ministero della Difesa russo, che indicava un jet ucraino Su-25 nel corridoio del MH17, in prossimità dell’aereo. Ironia della sorte, la presenza di un aereo militare è confermata anche da un rapporto della BBC dal luogo dell’incidente del 23 luglio. Tutti i testimoni oculari intervistati dalla BBC confermarono la presenza di un aereo militare ucraino in prossimità del MH17 Malaysian Airlines, quando fu abbattuto:
Testimone 1: Ci sono state due esplosioni in aria. Ed è così che si è spezzato e i frammenti sparsi così, ai lati, quando…
Testimone 2: …E c’era un altro velivolo, militare, accanto. Tutti l’hanno visto.
Testimone 1: Sì, sì. Volava sotto, perché si poté vedere. Volava di sotto a quello civile.
Testimone 3: Vi furono suoni di un’esplosione, ma in cielo, provenivano dal cielo. Allora questo aereo ha fatto una ampia virata così, cambiando rotta e dirigendosi in quella direzione (indicando la direzione con le mani)”.
 
Il video originale della BBC, pubblicato da BBC Russian Service il 23 luglio 2014, è stato rimosso dall’archivio BBC. Con amara ironia, la BBC censura i propri servizi.
 
La spinta mediatica
I media hanno riferito che un missile superficie-aria era stato sparato esplodendo prima di raggiungere l’obiettivo. Non fu il missile ad abbattere l’aereo, ma le schegge dell’esplosione del missile (prima di raggiungere l’aereo) che lo forarono creando la decompressione. Secondo il portavoce della sicurezza nazionale ucraina Andrej Lisenko, in una dichiarazione contraddittoria, l’aereo MH17 “subì una massiccia decompressione esplosiva dopo essere stato colpito dagli shrapnel di un missile“. (IBT, Australia)
In un articolo assurdo, la BBC citava il comunicato ufficiale ucraino dire che: “Il jet delle Malaysia Airlines abbattuto in Ucraina orientale ha subito una decompressione esplosiva dopo essere stato perforato da schegge di un missile. Dicono che l’informazione provenga dai dati di volo dell’aereo, registrati e analizzati da esperti inglesi. Tuttavia, non è chiaro chi ha sparato il missile, con i ribelli pro-Russia e l’Ucraina che si accusano a vicenda. Molte delle 298 persone uccise a bordo del MH17 erano olandesi. Gli investigatori olandesi che seguono l’inchiesta si sono rifiutati di commentare le affermazioni ucraine”.
 
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“Fori di proiettili”
I segni delle schegge devono essere distinti dai piccoli buchi di entrata e uscita “probabilmente dovuti a proiettili da 30 millimetri” sparati da un aereo militare. Tali buchi non possono essere dovuti all’esplosione di un missile, come suggerito dal MSN. Mentre l’MSN dice che i “buchi da schegge” possono essere dovuti a un missile (cfr. relazione della BBC), l’OSCE ha confermato l’esistenza di ciò che descrive come “buchi da proiettili di mitragliatrice“, senza tuttavia riconoscere che non siano causati da un missile. In proposito, il cannone GSh-302 del Su-25 arriva a sparare 3000 colpi al minuto, spiegando i numerosi fori di entrata e uscita. Secondo Peter Haisenko: “Se ora consideriamo l’armamento tipico del Su-25, sappiamo che è dotato di un cannone a doppia canna da 30mm GSh-302/AO-17A dotato di 250 proiettili anticarro, incendiari ed esplosivi (dum-dum) disposti in ordine alternato. La cabina dei piloti del MH 017 è stata forata da entrambi i lati: fori di entrata e di uscita si trovano sullo stesso frammento della cabina di guida” (op cit.)
Le accuse rivolte alla Russia, comprese le sanzioni di Washington, si basano su una menzogna. Le prove non supportano la tesi ufficiale degli Stati Uniti, secondo cui MH17 è stato abbattuto da un sistema missilistico Buk della milizia della RPD. Cosa dopo? Più disinformazione, più bugie dai media?
 
Copyright © 2014 Global Research
 
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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l vecchio inganno della “tutela dei Diritti Umani ” messo allo scoperto nelle guerre di dominio

giovedì, luglio 31, 2014
di Luciano Lago

Per molti anni la cultura liberale e pseudo progressista ha sostenuto e diffuso il concetto della ” tutela dei diritti umani,” concetto che era stato fatto proprio dalle Nazioni Unite già dal 1948 con la “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”. Con questa Carta si stabiliva, per la prima volta nella storia moderna, l’universalità di questi diritti, non più limitati unicamente ai paesi occidentali, ma rivolti ai popoli del mondo intero, e basati su un concetto di dignità umana intrinseca, inalienabile, ed universale. La Dichiarazione riconosce tra le altre cose il “diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale; al riconoscimento come persona e all’uguaglianza di fronte alla legge; a garanzie specifiche nel processo penale; alla libertà di movimento e di emigrazione; all’asilo; alla nazionalità; alla proprietà; alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; alla libertà di associazione, di opinione e di espressione; alla sicurezza sociale; oltre che a lavorare in condizioni giuste e favorevoli e alla libertà sindacale; a un livello adeguato di vita e di educazione”.

Queste garanzie hanno costituito oggetto, oltre che di numerose convenzioni internazionali, anche delle costituzioni di alcuni dei principali stati europei che si sono solennemente impegnati a farli rispettare.

In realtà di fronte a quanto accaduto in questi ultimi anni con una serie di guerre locali nei vari teatri regionali, dal Medio Oriente, dove imperversano una serie di guerre sanguinose (Siria, Iraq, Libia , Nigeria) alla stessa Europa (Ucraina), si è visto che nulla di più teorico poteva essere espresso e di molto lontano dalla pratica quotidiana ove la enunciazione del principio del diritto alla vita ed alla libertà religiosa è violentemente contraddetta dai gruppi integralisti islamici, finanziati e supportati dalle stesse potenze occidentali, Stati Uniti in testa, con il loro codazzo di alleati europei, Francia e Regno Unito, in primis, per motivo di rovesciare mediante sobillazione interna ed intervento militare (come avvenuto in Libia e come avviene tuttora in Siria) regimi non graditi agli interessi occidentali delle potenze dominanti. Questo è stato il caso evidente della regime libico di Gheddafi e del regime di al-Assad in Siria ed in precedenza in Iraq.

Nella stessa Europa, in Ucraina, dove il diritto a mantenere la propria identità culturale (russa) e la stessa libertà e diritto alla vita delle popolazioni di etnia russa, viene messo in questione da un governo installatosi a Kiev, grazie alle manovre di sobillazione degli Stati Uniti e dei paesi della UE, inizialmente con un golpe manovrato da Washington e successivamente con elezioni farsa che non hanno tenuto contro della realtà di un paese nettamente diviso e spaccato. Il governo di Kiev, con carattere apertamente totalitario ed intollerante, ha sopraffatto le legittime aspirazioni della minoranza filo russa e, rifiutando qualsiasi forma di negoziato, ha intrapreso azioni militari con aviazione, carri armati ed artiglieria dirette a reprimere le spinte autonomiste della regione est del paese (Donbass) attuando in forma criminale bombardamenti indiscriminati contro la popolazione civile su case, scuole ed edifici pubblici che hanno causato centinaia di vittime fra la popolazione civile nella totale indifferenza ed inazione dei paesi europei che avevano fatto da sponsor a tale governo.

Viceversa i diritti umanitari sono stati invocati come pretesto all’intervento là dove gli Stati Uniti e la NATO avevano necessità di giustificare una azione militare diretta contro un governo in carica accusato di limitare o violare tali diritti, questo fu il caso ad esempio della guerra contro la Serbia di Milosevic nel 1998 e il caso eclatante dell’intervento diretto in Libia della NATO contro Gheddafi nel 2011. Guerre condotte con il pretesto della “difesa dei diritti umani”, alternando questo con l’altro frequente di “restaurare la democrazia”.

Naturalmente neanche una parola è stata mai espressa dai paesi occidentali nei confronti di regimi conme quello dell’Arabia Saudita, del Qatar e del Barhein, benchè siano le dittature più repressive e retrograde dell’intero scacchiere medio orientale, nonostante le continue violazioni di qualsiasi diritto umano che vengono attuate in questi regimi, la repressione feroce di qualsiasi dissidenza interna, l’intolleranza verso qualsiasi fede religiosa che non sia quella sunnita/wahabita professata dai monarchi al potere. La grande disponibilità di petrolio, i rapporti d’affari e l’alleanza con i paesi occidentali, garantiscono loro un alone di insindacabilità sui sistemi interni e nessuno si permette di accusarli mai di nulla, neanche quando emergono chiare prove del coinvolgimento i questi paesi nel finanziamento e supporto del terrorismo integralista.

Dove però si è superato ogni limite di decenza nell’ipocrisia delle nazioni europee è stato ultimamente, nella scorsa settimana, con l’astensione dei paesi dell’Unione Europea nell’azione promossa in sede ONU, dal Consiglio per i diritti umani dell’ONU, che ha chiesto la formazione di una commissione d’inchiesta sui crimini di guerra commessi dallo stato di Israele a Gaza: la risoluzione è stata approvata con 29 voti a favore, 17 astenuti ed un contrario. A favore hanno votato i paesi dell’America Latina, la maggior parte di quelli Africani e dai principali paesi dell’Asia quali Russia, Cina e India. ’Europa si è astenuta in massa e l’unico voto contrario è stato quello degli Stati Uniti d’America.

Di fronte ad una evidente azione di persecuzione e di sterminio attuata dallo stato di Israele nei confronti della popolazione martoriata della striscia di Gaza, già stremata da oltre 7 anni di blocco (misura di guerra) che ha avuto il suo apice nei bombardamenti di questi giorni che, dopo 8 giorni, hanno prodotto oltre 1000 vittime di cui l’80% costituito da bambini, donne ed anziani, tanto da far parlare di una azione voluta di genocidio e di distruzione di tutte le infrastrutture esistenti, scuole, ospedali, centri di raccolta e persino ambulanze, le nazioni europee, quelle che si definivano “garanti dei diritti umani”, non hanno trovato di meglio che astenersi nella formazione di una commissione di inchiesta internazionale che potesse indagare sull’attuazione di tali crimini.

Questa la vergognosa figura a cui si sono esposti i governi europei per non guastare i loro rapporti con il governo israeliano, responsabile di queste azioni criminose, oltre che per obbedire al loro padrone d’oltre atlantico, gli Stati Uniti, protettori e sovvenzionatori dello stato di Israele. La stampa ed i commentatori dei paesi emergenti, delle nazioni dell’America Latina in particolare, quelle da poco hanno ottenuto il riscatto da anni di sudditanza verso gli Stati Uniti, additano con grande disprezzo i governanti europei che vengono ormai definiti come “lecayos de Estados Unidos”. Paesi come il Brasile che hanno chiamato l’ambasciatore di Israele per protesta, l’Argentina che ha tolto di colpo la doppia cittadinanza a coloro che dispongono un passaporto israeliano, il Venezuela, la Bolivia, l’Ecuador ed altri paesi che hanno rotto totalmente i rapporti diplomatici con lo Stato di Israele, hanno qualche cosa da insegnare ai paesi europei in termini di coerenza con quanto si afferma nelle dichiarazioni e nella carta delle Nazioni Unite.

Le nazioni europee hanno perso qualsiasi credibilità agli occhi del mondo nella loro posizione di difensori dei diritti umani e di garanti della libertà di culto e di religione persino nei confronti delle stesse comunità cristiane d’Oriente, perseguitate e massacrate dalla ciurma dei miliziani integralisti armati, addestrati in buona parte e supportati dalle nazioni occidentali (USA, Francia e Gran Bretagna). Una Unione Europea dominata dalle massonerie anti cristiane non si è mai posta il problema di spendere una qualche parola o azione a difesa delle popolazioni perseguitate per la loro fede cristiana che risale ad una tradizione millenaria.

Questa mancanza di credibilità si è vista anche con le risposte che hanno dato paesi come l’Iran o la Siria in più di una occasione alle rimostranze dell’Unione Europea che pretendeva di mettere sotto inchiesta per “presunte violazioni dei diritti” questi paesi e si sforzava di impartire delle “lezioni sulla tutela dei diritti umani” in tali paesi: “voi non avete alcuna autorità morale per poterci giudicare”, questa è stata la risposta piccata del rappresentante iraniano o, peggio, quella del ministro degli esteri siriano che ha accusati paesi come Francia e Gran Bretagna di avere “le mani sporche di sangue” mentre pontificano sul rispetto dei diritti.

Nel mondo occidentale tutto si muove in funzione delle direttive e delle politiche imposte dagli Stati Uniti e da Israele, nessun paese si permette di dissentire da tali politiche in nome dei propri interessi nazionali, una situazione di totale subordinazione molto peggiorata dai tempi della guerra fredda, non esiste più un De Gaulle che osava rompere con le direttive degli USA e che per questo subì un centinaio di attentati alla sua persona.

Ancora peggio la situazione dei media, le reti televisive, i grandi network, in occidente, i grandi giornali dove predomina la versione propagandistica dettata da quella grande macchina della manipolazione costituita da organismi quali CNN, FOX News, Sky News, ABC, News, Reuters, BBC che dettano la linea anche a tutti i grandi giornali e TV europee nella narrazione voluta da Washington. Di conseguenza i luoghi comuni della propaganda filo USA e pro Israele vengono ossessivamente ripetuti fino alla nausea, come ad esempio “Israele si deve difendere”, i bombardamenti su Gaza sono” la risposta alle provocazioni di Hamas”. Oppure: ” Putin è il nuovo tiranno, è una minaccia per la pace”, è lui “il responsabile della crisi in Ucraina”, nel caso dell’ aereo della Malasia Airlines abbattuto in Ucraina, prima ancora di avere prove, tutti i media ripetono la versione del Dipartimento di Stato USA: è stato abbattuto di filo russi e la responsabilità è di Putin. Nel caso della guerra in Siria: “Assad è un tiranno, è lui che bombarda la sua popolazione”, “i ribelli sono quelli che combattono in Siria per la libertà e per la democrazia”.

Naturalmente poi i fatti smentiscono la versione data dagli americani ma intanto l’opinione pubblica se la è bevuta come una verità . Lo stesso avvenne per giustificare l’invasione dell’Iraq e il costo in vite umane dell’intervento USA/NATO, più di un milione di morti. Si parlò allora delle “armi di distruzione di massa” e la cosa fu ripetuta talmente tanto da tutti i media fino a renderla verosimile.

I governanti di oggi, i Cameron, gli Hollande, la Merkel, i Renzi, i Rajoy sono puramente dei fantocci mossi da Washington e non hanno alcun margine di autonomia, salvo il caso della Germania dove, a proposito delle sanzioni contro la Russia, il dibattito è in corso e si cominciano ad ascoltare molte voci autorevoli dissidenti nei confronti della politica USA verso la Russia che si ritene sbagliata e gravemente pregiudizievole degli interessi economici della Germania.

Viviamo un epoca dove si utilizzano, a pretesto delle peggiori guerre, principi astratti che coprono i reali interessi in gioco, si inganna l’opinione pubblica tramite la manipolazione mediatica, un’epoca in cui si calpestano i diritti dei popoli per assecondare il potere di un elite, la stessa che ha imposto una sconsiderata accelerazione nell’ultimo decennio nella corsa verso il raggiungimento del proprio obiettivo imperiale che è quello della egemonia e supremazia del potere anglosassone, nonchè delle grandi centrali finanziarie sopranazionali, in vista della edificazione di Nuovo Ordine Mondiale.

Chiunque si frappone al loro progetto, nazioni o popoli, prima o poi vengono travolti ed il loro territorio spianato, ridotto in macerie. Quello che sta accadendo oggi a Gaza, il calvario e la strage della popolazione, serve come un monito al mondo di oggi: non ci sarà alcuna pietà per chi si oppone a questo potere.

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Il connubio Tav-mafia è una realtà

Una nota di Marco Scibona e Francesca Frediani (M5S). “Controlli Gitav insufficienti, lo dimostrano le inchieste”.

di Massimo Bonato

“L’equazione Tav-mafia appare sempre più legata alla realtà” è quanto affermano in un comunicato Marco Scibona e Francesca Frediani (senatore e consigliere regionale del M5S). Gitav, il Gruppo Interforze Alta Velocità (composto da Polizia, Carabinieri e Finanza) non ce la fa. Malgrado gli sforzi per tenere dal cantiere Tav distante la criminalità organizzata, la sua presenza è innegabile, denunciata a gran voce sempre dal movimento No Tav, ma finalmente confermata dalle inchieste di recente avviate dalla magistratura torinese.

La nota ricorda infatti che “come si può evincere dagli atti giudiziari, più di un’azienda ‘in odor di mafia’ ha già lavorato nel cantiere di Chiomonte. E di conseguenza i fondi pubblici per la realizzazione di tali interventi sono già finiti nelle casse di aziende legate alla malavita organizzata. Ben vengano i controlli preventivi del Gitav, tuttavia restiamo perplessi sulle eventuali conseguenze”.

Inoltre, secondo i rappresentanti 5 Stelle, “nel caso in cui un’azienda risultasse positiva a contaminazioni mafiose e l’opera fosse in fase di ultimazione, la norma prevede il completamento dei lavori e poi l’allontanamento dell’impresa dal cantiere”. Ma “la situazione potrebbe peggiorare quando il nuovo soggetto subentrante ad LTF inizierà ad operare. Da quel momento non si potranno nemmeno utilizzare le normative antimafia caratteristiche della sola legislazione italiana. Quindi se già con l’attuale procedura si sono verificate infiltrazioni – concludono – non immaginiamo neanche immaginare cosa potrebbe accadere senza nemmeno queste norme di garanzia”.

M.B. 05.08.14

“… a costo di qualche vita in virtù di un bene superiore”

MISSION ACCOMPLISHED… tuona con soddisfazione IDF sul suo profilo twitter, oggi.

 Missione compiuta—>1867 martiri (più di 400 bambini) e 9563 feriti
Ricorda un po’ quel “missione compiuta” pronunciato dall’allora presidente Bush il 1° maggio 2003 sulla portaerei Abraham Lincoln, un apparente “trionfo” in quello che chiamarono conflitto contro l’IRAQ, iniziato appena due mesi prima. L’obiettivo all’epoca era deporre il nemico, Saddam Hussein, reo (ipotetico) di essersi dotato di armi di distruzione di massa (chimiche, biologiche, nucleari). Fu l’inizio della tattica della GUERRA PREVENTIVA, molto simile a quel “diritto alla difesa” sbandierato da Israele per compiere il genocidio ai danni della Palestina con il silenzio complice di tutto il mondo, compreso il nostro squallido governo.

MISSIONE COMPIUTA. GUERRA PREVENTIVA. MARGINE PROTETTIVO. MISSIONE COMPIUTA.

Abile costruzione del nemico, culminata negli attentati del settembre 2001 (almeno questi non li abbiamo dimenticati, vero?), lo spietato terrorista islamico, l’asse del male, gli stati canaglia sono un tormentone su tutti i media, il “bisogno” di sicurezza è alto, al punto giusto da consentire un crimine con l’alibi del “proteggere il proprio paese”. By the way si aspetta ancora che le fantomatiche ARMI DI DISTRUZIONI DI MASSA vengano trovate, nel frattempo sicuramente gli ESPORTATORI DI DEMOCRAZIA ne hanno usate tonnellate… 

 
Trova le differenze…. 
 
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Il Corpo Forestale dello Stato verrà abolito, e nessuno sta muovendo un dito

Appello del Segretario UGL Forestali ai cittadini: scrivete a Renzi e al Quirinale, L’ITALIA HA BISOGNO DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO!

di redazione | 22 luglio 2014

forestaleGEAPRESS – La vicenda è ormai nota. Secondo il Governo Renzi il Corpo Forestale dello Stato dovrebbe affluire nella Polizia di Stato. Nella riorganizzazione dell’amministrazione dello Stato prevista nel ddl “Repubblica Semplice” è previsto infatti il “riassorbimento” della Forestale.

La questione, come era facile prevedere, ha creato non pochi malumori, ben espressi in un recente comunicato dell’ Associazione Nazionale Funzionari Forestali (vedi articolo GEAPRESS ). Di più tentativi portati avanti nel tempo dagli stessi attori, aveva poi parlato Walter Rossi, Segretario Cisal-CFS (vedi articolo GEAPRESS ) mentre, già nei giorni scorsi, il Segretario Nazionale UGL Forestali Danilo Scipio aveva riferito,  a proposito dell’ultimo tentativo di riorganizzazione  delle Forze di Polizia di una “strada breve tipica di chi ama solo fare proclami: eliminare l’amministrazione più piccola per poter sbandierare ai quattro venti un risultato che in realtà è solo apparenza“. Questo perchè, aveva aggiunto Scipio  “il 90 per cento del bilancio complessivo del Corpo forestale, infatti, viene impiegato per i costi del personale, quindi l’accorpamento con la Polizia genererebbe un risparmio risibile, che avrebbe il solo effetto di privare il Paese dell’unica forza specializzata nel settore ambientale ed agroalimentare”.

Proprio il Segretario UGL Forestali ha ora deciso un’azione particolare, quale quella di pubblicare una lettera aperta ove si invitano i cittadini, oltre che le associazioni ambientaliste, culturali  e “chiunque abbia a cuore la preservazione della natura” di mandare una cartolina a Palazzo Chigi o al Quirinale, oppure scrivere sul profilo facebook di Matteo Renzi che: L’ITALIA HA BISOGNO DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO!

Nella lettera diffusa dal Segretario Scipio si rileva come la Forestale dello Stato sia  l’unica Forza di Polizia specializzata nella tutela dell’ambiente e del  patrimonio naturalistico. Una scelta politica, quella ora portata avanti da Renzi, che risulterebbe incomprensibile e che non quadra già dalle premesse del provvedimento governativo ove vengono evidenziate le indicazioni ricevute on line dai cittadini che hanno aderito alla consultazione pubblica. Nel report della consultazione, riferisce Scipio, non c’è però traccia di richieste di soppressione del C.F.S. Eppure lo stesso Corpo Forestale è risultato primo nel Rapporto Eurispes 2013, per gradimento tra le Forze di polizia.

Possibile che i 7620 Forestali italiani, meno, cioè, dei Vigili urbani di Roma, pesino nel bilancio dello Stato così tanto da rendersi necessario il loro riassorbimento nella Polizia di Stato?

L’apparato di sicurezza italiano verte su diverse forze di polizia, tra le quali la Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Corpo Forestale dello Stato. Un assetto, riferisce il Segratario UGL Forestali, che andrebbe rivisto e corretto proprio alla luce del migliore utilizzo “delle pochissime risorse economiche disponibili e per razionalizzare la presenza sul territorio delle forze in campo e delle competenze specifiche di ciascun Corpo“. Accorpare quelle numericamente più consistenti porterebbe ad un risparmio enorme ma questa, riferisce Scipio, è una scelta che dovrebbe imporsi  sulle “resistenze di chi si sentirebbe sminuito dall’eventuale accorpamento nella Polizia di Stato“.

Una scelta più semplice sarebbe invece quella di unificare le amministrazioni che si occupano di tutela dell’ambiente: Corpo Forestale dello Stato, Corpi Forestali delle Regioni a Statuto Speciale, Polizie Provinciali ed eventualmente anche l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero della Politiche Agricole.

Una scelta che secondo il più grande sindacato della Forestale,  rappresenterebbe una operazione  di razionalizzazione e di efficienza,, che aumentarebbe l’efficacia dell’attività di contrasto ai crimini ambientali ed agroalimentari.

“Una Polizia Ambientale – riporta nella sua nota Danilo Scipio – rafforzata ma nel contempo razionalizzata perchè priva di inutili ed improduttive sovrapposizioni. Una polizia ambientale che deve rimanere nella sua sede naturale, che è il comparto agricolo ed ambientale, e non già il Ministero dell’Interno, che ha altre peculiarità ed esigenze organizzative. In quella sede, certamente verrebbero privilegiate le attività di ordine pubblico rispetto al traffico dei rifiuti; le frodi informatiche rispetto a quelle agroalimentari; il traffico degli stupefacenti rispetto a quello dei cuccioli e della flora e fauna a rischio di estinzione“.

“Noi “Forestali” – conclude nel suo appello ai cittadini il Segretario UGL Forestali- abbiamo scelto di fare altro,  vogliamo poter contribuire a lasciare ai nostri figli, ai nostri nipoti, un Paese il più integro possibile; vogliamo cercare di far respirare loro aria pulita, far godere loro di boschi rigogliosi ed acque limpide, di animali selvatici; vorremmo far mangiare loro prodotti della terra genuini e salubri. Vorremmo non ci  fossero altre “Terre dei Fuochi”. Ma se sopprimeranno il Corpo Forestale dello Stato tutto ciò sarà molto più difficile“.
http://www.geapress.org/ambiente/il-corpo-forestale-dello-stato-verra-abolito-e-nessuno-sta-muovendo-un-dito/54802

La Spagna riparte…

Come ha fatto la Spagna a ripartire?

L’austerità di Rajoy ha funzionato? Le cose vanno meglio, le stime di crescita sono state riviste al rialzo, ma secondo diversi analisti è ancora presto per parlare di “svolta”
http://www.ilpost.it/2014/08/05/spagna-ripresa-economica-riforme-rajoy/

ISIS militante annuncia il suo matrimonio la bambina di 7 anni terrorizzata nella città occupata in Siria

Pubblicato il 3 agosto 2014sposa bambina

Un kafir non ha alcun valore umano nell’Islam. Essi possono essere sfruttati per le loro competenze, per il sesso, per la schiavitù, per niente – o semplicemente essere uccisi. I musulmani credono di avere grandi ricompense in cielo per uccidere kafir.
La foto è da Twitter (@ Fadel_alHadidi) considerato come uno screenshot da una clip youtube e professano di essere un militante ISIS (devoto musulmano) sposare un kafir 7 anni in occupata quartiere minoranza di Siria (fonte è confermato). Aveva prima costretta a recitare il Corano per convertire per rendere la halal pedo-matrimonio secondo la legge della Sharia.
Immagina se tu fossi nei panni di questa povera bambina! Chi può proteggerla? Non c’è nessuno a proteggerla. Al contrario, Qatar e Arabia Saudita sono state alimentando questa bestia per tutte le età. Turchia e Kuwait ha aderito a sostegno del Califfato, mentre le moschee in tutto l’Occidente raccogliere donazioni per questo mostro di crescere ed espandersi.
Obama, Regno Unito e Unione europea di essere loro alleato, sta finanziando la diffusione del terrore per accaparrarsi i bambini piccoli come lei a diventare vittime di stupro ai terroristi che non hanno limite di età per la loro pedofilia islamica. I vostri fondi fiscali vengono utilizzati per questo male. L’Occidente deve vietare tutte commercio, vendita di armi, viaggi, visti, gli investimenti da e verso paesi musulmani porre fine a questa barbarie.
trad google
http://themuslimissue.wordpress.com/2014/08/03/isis-militant-announces-his-marriage-to-terrified-7-year-old-in-occupied-city-syria/

La danza di Tsahal – Dahlia, appena otto anni, l’effetto degli shrapnel dei criminali di guerra israeliani

Arianna Editrice

dahlia 8 anni
Dahlia, appena otto anni, l’effetto degli shrapnel dei criminali di guerra israeliani

 

la danza di Tsahal

durante i massacri dei palestinesi

Cattura662

https://www.facebook.com/photo.php?v=10152595149057863

UCRAINA: NATO DETERMINATA A DIFESA ALLEATI DA TUTTE MINACCE

non c’è dubbio, la Nato vuole aggredire la Russia

Rasmussen,mentre ricordiamo Grande guerra pace di nuovo a prova

(ANSA) – BRUXELLES, 4 AGO –

«La Nato è determinata» a difendere tutti gli Alleati da qualsiasi minaccia. «Siamo ad un punto storico cruciale: mentre ricordiamo le devastazioni della Prima guerra mondiale, la nostra pace e sicurezza sono messe ancora una volta alla prova, ora dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina. E l’abbattimento criminale del volo Mh17 ha reso chiaro che il conflitto in una parte dell’Europa può avere conseguenze tragiche nel mondo», così il segretario generale Rasmussen alla fine del suo incontro col premier Cameron.(ANSA). AN 04-AGO-14