Lettera di Noam Chomsky

Ha insegnato linguistica all’Mit di Boston. Il suo ultimo libro uscito in Italia è 11 settembre. Dieci anni dopo (Il Saggiatore 2011).

Dear ……,

 Thanks very much for all the material you’ve sent.

 Ukraine is a complicated issue.  Its roots lie in the Gorbachev-Bush discussions right after the fall of the Berlin Wall.  Gorbachev made an astonishing offer.  He agreed to allow unification of Germany, and its membership in NATO, a hostile military alliance.  In the light of recent history, this was a most astonishing concession.  There was a quid pro quo.  President Bush agreed that NATO would not expand “one inch to the East” – the phrase that was used — meaning to East Germany.  Instantly, the US expanded NATO to East Germany.  Gorbachev was naturally outraged, but when he complained, he was instructed by Washington that this was only a verbal promise, a gentleman’s agreement, hence without force.  If he is naïve enough to accept the word of American leaders, it is his problem.  Clinton was elected and expanded NATO further, right to Russia’s borders.  It’s as if the Warsaw Pact had incorporated Mexico and Canada.

 The West cannot perceive any of this, because of the tacit assumption that We Own the World.

 Incorporation of Ukraine within a western alliance would be an extraordinary threat to Russian security.  It’s quite interesting to read current western commentary.  Putin is threatening Ukraine by mobilizing forces within Russia, and by supporting pro-Russian elements in Ukraine, on Russia’s borders.  The US and its allies are not threatening anyone by mobilizing forces in Eastern European countries adjoining Russia and Ukraine and supporting pro-Western elements in Ukraine, on Russia’s borders.  Again, all obvious, on the assumption that We Own the World.

 Putin’s takeover of Crimea was doubtless a criminal act, in violation of international law.  It’s not the only case, of course.  For example, Russia has a far stronger case than the US in taking over Southeastern Cuba 110 years ago at gunpoint, including Cuba’s major port, and refusing to turn it back to Cuba after Cuba finally gained independence in 1959.  Washington’s only justification is that this crime contributes to the US program of terror and economic strangulation of Cuba.  But such truisms cannot be comprehended in highly indoctrinated societies, like the western democracies.

 There’s a lot more to see, but these seem to me essential features.

About my participation in some kind of discussion of the matter, I’d like to arrange it, if possible.  Not easy.  My schedule, as you know, is extremely difficult, with barely a gap.  But perhaps something can be arranged.

 Best regards to You

 Noam

Allora è possibile. E l’Italia tace

Madrid ferma le armi per Israele. L’Europa è il secondo principale fornitore di armamenti e sistemi militari a Israele, preceduta solo dagli Stati Uniti
Allora sem­bre­rebbe dav­vero pos­si­bile. La richie­sta, già avan­zata dalla Rete Ita­liana per il Disarmo all’immediato scoc­care degli attac­chi su Gaza, di un embargo e uno stop delle for­ni­ture mili­tari verso Israele si può dav­vero fare. Così ci dicono le cro­na­che di que­ste ora e così ci sot­to­li­nea la deci­sione presa dal governo spa­gnolo. Il governo di Madrid ha infatti deciso di «bloc­care tem­po­ra­nea­mente», per ago­sto, le ven­dite di attrez­za­ture mili­tari a Israele, in con­se­guenza del con­flitto aperto di Gaza, con una deci­sione presa lo scorso gio­vedì in una riu­nione della com­mis­sione gover­na­tiva interministeriale.

Già qual­che giorno fa si era mosso anche il governo bri­tan­nico di Came­ron, facendo par­tire una revi­sione di tutte le licenze di espor­ta­zione armata che l’esecutivo di Sua Mae­stà Bri­tan­nica ha negli ultimi tempi con­cesso verso il governo Netanyahu.

È neces­sa­rio ricor­dare che l’Europa è il secondo prin­ci­pale for­ni­tore di arma­menti e sistemi mili­tari a Israele, pre­ce­duti solo dagli Stati Uniti. Negli ultimi dieci anni i paesi dell’Unione hanno con­cesso licenze per l’esportazione di armi e sistemi mili­tari verso Tel Aviv per un valore com­ples­sivo di oltre 2 miliardi di euro, di cui oltre 600 milioni di euro nel solo 2012. Da aggiun­gere in par­ti­co­lare per l’Italia, la pre­oc­cu­pa­zione per le pre­vi­ste, e non ancora can­cel­late nono­stante le dichia­ra­zioni della Difesa, eser­ci­ta­zioni aeree con­giunte con l’Air Force Israe­liane: prove di bom­bar­da­mento in Sar­de­gna. L’evidenza dei dati dimo­stra l’importanza di chie­dere ai Governi dell’Unione una presa di posi­zione forte, con­si­de­rando anche come dal 2002 non risul­tino (dai dati uffi­ciali) espor­ta­zione di armi verso l’Autorità Pale­sti­nese. Stiamo dun­que par­lando di una que­stione di respon­sa­bi­lità: occorre par­tire da scelte dav­vero con­crete nel cer­care di disin­ne­scare l’attuale livello di con­flitto, prima di pas­sare ad un ten­ta­tivo com­plesso di costru­zione di una solu­zione poli­tica e di pace. Una respon­sa­bi­lità mostrata anche dalla sot­to­se­gre­ta­rio agli Esteri bri­tan­nica Sayeeda Warsi che si è dimessa dal governo per un pro­fondo dis­senso verso la poli­tica su Gaza.

Allora non è cer­ta­mente posi­tivo il silen­zio del governo ita­liano, che pure la scorsa set­ti­mana ha rice­vuto nella per­sona del Vice­mi­ni­stro agli Esteri Pistelli una dele­ga­zione delle reti paci­fi­ste ita­liane, che hanno ovvia­mente segna­lato que­ste pro­ble­ma­ti­cità. Se da un lato può essere vero che la Pre­si­denza di di turno Ue in un certo senso “leghi le mani”, per­ché occorre seguire una posi­zione che sia equi­li­brata rispetto a tutti 28 mem­bri dell’Unione, dall’altro potrebbe essere invece uno sti­molo ad andare oltre una situa­zione di asso­luta abu­lia. Non bastano infatti la gestione dell’emergenza e il ten­ta­tivo di por­tare aiuti, come avve­nuto pro­prio ieri con­tro un aereo par­tito da Roma, ma biso­gna anche cer­care di ragio­nare ad un livello più ampio e non solo legato all’ultimo passo che con­duce ad una guerra.

Come già ricor­dato è una que­stione di respon­sa­bi­lità, e gli arma­menti non pos­sono essere con­si­de­rati una qua­lun­que merce da spin­gere solo per miglio­rare il com­mer­cio estero e il fat­tu­rato delle nostre aziende del set­tore. Le armi sono il motore delle guerre. La nostra legge 185/90, che regola il set­tore e nei prin­cipi rimane ancora tra le più avan­zate a livello inter­na­zio­nale, perde tutta la pro­pria por­tata inno­va­tiva se il Governo non for­ni­sce al Par­la­mento dati sem­plici e chiari per poter discu­tere la poli­tica estera sot­tesa alle ven­dite di armi. O forse que­sta tra­spa­renza man­cante serve a non poter entrare nel merito delle auto­riz­za­zioni rila­sciate dalle nostre auto­rità gover­na­tive? Ricor­diamo infatti che il cuore fon­dante della legge, defi­nito pro­prio all’articolo uno, impe­di­sce una ven­dita di arma­menti a Stati che siano in con­di­zione di con­flitto armato. Come ciò si con­cili con il fatto che il nostro Paese sia stato negli ultimi anni il prin­ci­pale for­ni­tore mili­tare di Israele è forse un mistero che qual­cuno dovrebbe aiu­tarci a sciogliere.

Vincenzo Vignarca (Coor­di­na­tore Rete Ita­liana per il Disarmo)
Fonte: www.ilmanifesto.it
5.8.2014

Iribelli dell’Isis che tanto piacciono alle elites occidentali ed agli “antagonisti”

Le feroci milizie dell’I.S.I.S., finanziate dalla C.I.A., continuano a compiere massacri di Sciiti e Cristiani: stranamente non pronunciano bellicosi proclami contro quello che dovrebbe essere il loro acerrimo nemico, Israele.

http://intermatrix.blogspot.it/2014/08/scoperti-veri-mattatoi-islamici-per.html

Attenzione: non riporto l’articolo per intero per la crudezza dei contenuti e soprattutto delle immagini. Sconsigliato a persone suggestionabili!!!

http://www.hangthebankers.com/isis-leader-a-confirmed-cia-puppet/

JIHAD/ Ecco chi è il “collezionista diteste” dell’ISIS in Siria

Redazione
domenica 3 agosto 201 4

Si chiama Mohamed Hamduch, Kokito, ma è soprannominato “Il macellatore di Castillejos” o “Il
collezionista di teste”: è un ventottenne residente in un villaggio del Marocco, sul confine con Ceuta
Tamerici. A quanto pare, oltre alle esecuzioni pubbliche nelle piazze, nello Stato islamico dell’Iraq e del Levante si è arriv ati a farsi fotografare con le teste decapitate delle vittime, proprio come ha fatto Kokito. E’ stato ritratto così, con il dito alzato in segno di monito e di sfida, lo sguardo fisso e un coltello impugnato nell’altra mano: in ginocchio e ai suoi piedi, le teste mozzate di coloro che sono stati uccisi in Siria. E’ questa la fotografia che gira in rete e che lo ritrae, lui, che prima di approdare sui territori siriani e imbarcarsi per la jihad vivev a a Castillejos e gestiv a un negozio di abbigliamento. A reclutarlo è stato Mustafa May a Amay a, che ha inviato in Siria, Libia e Mali decine di jihadisti da tutti gli angoli dell’Europa, seduto sulla sedia a rotelle da dietro al suo portatile e che è stato arrestato lo scorso marzo.
Purtroppo, Mohamed Hamduch non sarebbe l’unico collezionista di teste: infatti, è stato individuato
anche l’iracheno Khalid Abdel Rahman, originario dell’Olanda, che si è fatto fotografare in ginocchio,
con cinque teste ai suoi piedi e due in mano.
http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2014/8/3/JIHAD-Ecco-chi-e-il-collezionista-di-teste-dell-ISIS-in-Siria/print/518259/

Aiutiamo i nostri amici

HOLD, cagnolino chiuso in un box lavabile di 8 mq…taglia piccola dolce simpatico e anche un pò timidino…bellissimo!!!!!giovanissimo solo 4 anni…facciamolo uscire!!!!!
Si affida in tutto il centro nord vaccinato, microchippato, sverminato e castrato.

piccolo dietro sbarre
Per info e adozione:
Francesca 349 8477987
Lucia 3332634278

adozioni_cani_lucy@outlook.it
https://www.facebook.com/431587986961826/photos/a.549243448529612.1073742027.431587986961826/602300823223874/?type=1&theater

Il Giardino Di Jacopo

shakira
Shakira, femmina taglia piccola 3 mesi, vaccinata con chip, obbligo di sterilizzazione. Per info adozione 3894474430
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=861636737193347&set=a.861635883860099.1073742145.100000410868526&type=1&theater

Ciro Musollino
Trovata in strada così  Cerca adozione del cuore! 1 anno e 1/2 circa, femmina, già sterilizzata. Le manca mezza zampa. Per info 3458083155 Ciro (7 foto)

micina senza zampa
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202532652066188&set=pcb.10202532654146240&type=1&theater

Urgono stalli per gattini!  Ne abbiamo 40 in stallo, e tanti in strada!  Se ci allegeriamo un po’, potremmo salvarne altri. 2/3 mesi (età compresa dei nostri piccoli). Per info 3458083155 Ciro per offrire aiuto (24 foto)
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202532632305694&set=pcb.10202532645066013&type=1&theater

Ciro Musollino ha aggiunto 19 nuove foto.
Splendidi gattini in cerca di adozione (o stallo). Tutti di età compresa tra i due ed i tre mesi. Ne abbiamo tanti, quindi scrivetemi, e spero di avere quello che cercate  Per info 3458083155 Ciro
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202529939438374&set=pcb.10202529953638729&type=1&theater

Fuoco e Fiamma, circa tre mesi, futura taglia piccola (madre Pinscher, papà ignoto). Per info 3458083155 Ciro (14 foto)
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202430624955574&set=pcb.10202430635875847&type=1&theater

Polpettone
Polpettone, circa sessanta giorni, futura taglia piccola (madre incrocio Volpino Italiano, papà ignoto). Per info 3458083155 Ciro (6 foto)
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202430660236456&set=pcb.10202430664636566&type=1&theater

Militello rosmarino (ME).
Cercano adozione. I cuccioli hanno circa 3 mesi, un signore sta dando loro da mangiare e sta cercando qualcuno che se ne occupi perchè lui ha poco tempo e soprattutto tra un mesetto sarà di ritorno qui al nord.
LA PAGINA FA SOLO DA TRAMITE;PER QUALSIASI INFORMAZIONE E PER AVERE AGGIORNAMENTI NON SCRIVETE QUI IN BACHECA MA CONTATTATE ESCLUSIVAMENTE E DIRETTAMENTE:
Il suo numero di telefono è 0941 728174
https://www.facebook.com/SosAnimaliInDifficolta/photos/a.332326080232062.1073741826.332322890232381/518053448325990/?type=1&theater

Imu e Tasi, ancora separate in casa?

Lasciamo perdere la “crescita” alla quale non ci crede più nessuno, neppure Matteo Renzi, ma non doveva esserci la “semplificazione” amministrativa? Non doveva esserci il fisco facile? Non doveva esserci la Icu, l’imposta unica sulla casa, invece di mille calcoli, moduli e balzelli?
Dopo il brutto pasticciaccio della Tasi, che invece di semplificare le cose per i contribuenti le ha ulteriormente complicate (aumentando anche il prelievo fiscale), il governo pensa di metterci una pezza con una nuova inversione di rotta. Questa volta l’ideaccia sarebbe quella di unificare (non solo formalmente) Imu e Tasi, ma a partire dal 2015. Il tutto previsto dalla nuova legge di stabilità che il governo è chiamato ad approvare entro il 15 ottobre. Le strade per unificare le due imposte al momento sarebbero due:
1) mero riaccorpamento delle due imposte, con l’introduzione di codici tributi unici, in chiave di semplificazione per i cittadini e per gli stessi comuni che devono deliberare. In questo caso l’attuale tetto massimo di Imu e Tasi (che non può superare il 10,6 per mille, o l’11,4 per l’anno in corso considerando la maggiorazione dell’8 per mille) diventerebbe l’aliquota massima del tributo unificato. L’unica problema da risolvere sarebbe quello della tassazione sulla prima casa, superato per il 2014 con l’escamotage di eliminare l’Imu sull’abitazione principale, introducendo la Tasi, che si calcola con le stesse regole;
2) creare una vera e propria “Service Tax”, che non dovrebbe essere pagata dai proprietari in quanto tali ma da tutti coloro che concretamente utilizzano l’immobile, e comprenderebbe anche i servizi offerti dai comuni.
L’idea della “Service Tax” però scontenterebbe Confedilizia perché la leggerebbe come l’ennesima patrimoniale sugli immobili. Sarebbe un’ipotesi disastrosa per le tasche dei già tartassati italiani. La casa non può continuare ad essere sempre il solito “Bancomat” per fare cassa perché la spesa non diminuisce per niente e il debito pubblico cresce! La tiritera “paghiamo tutti per pagare meno”, non funziona più, è la più grande balla di tutti i tempi. Perché alla fine i soldi che i governi incassano li spendono, non risparmiano un bel niente e, anzi. li buttano via in cose del tutto inutili.
Comunque resta una sola certezza: pagare! Spazi per la riduzione del prelievo non ce ne sono, proprio. Il salasso sulla casa serve al governo per “salvare il Paese”! Ma almeno fateci sapere come, quanto e quando ci rimetterete le mani in tasca!
http://freeskipper.blogspot.it/2014/08/imu-e-tasi-ancora-separate-in-casa.html  

Capire la storia d’Italia attraverso il tav

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=73887&start=0&postdays=0&postorder=asc&highlight=

c’è tutto. 

Magistratura e finanza che fanno partire inchieste apposta per toglier di mezzo gente e mettere altri. O semplicemente mettere a tacere chi contesta.
Catena di omicidi, mafia intrecciata con ex PRIMA LINEA che si ritrovano a coprire incarichi di spicco.
Polizia ferroviaria con dotazioni da intercettazioni ambientali.
L’armeria di Susa prima incastrata con una finta inchiesta e poi cooptata a lavorare per i servizi per non fare fine peggiore.
Servizi che sono un tutt’uno con le cosche.
Sitaf come società di copertura dei servizi che fattura quanto la Bulgaria.

Scontro di potere anche tra fel FFOO…che disconoscono l’operato dei cc di Valle che disseminano armi …

ERA IL 1999 

da DIARIO della settimana n. 15 del 14 Aprile 1999
http://www.notavtorino.org/documenti-05/diario-14-04-1999.pdf 

ed oggi a capo di quella società c’è un tizio di un partito che sul tav ci lucra, ed è appena stato rieletto come NOTAV.

Secondo Scalfari l’Italia dovrebbe sottoporsi al controllo diretto della troika

No no, non è pazzesco. Anche quelli dell’Altra europa vogliono i tecnici e la tecnocrazia (Cottarelli del FMI NON BASTA A QUANTO PARE).
Curzio Maltese su Venerdì di Repubblica una classe dirigente europea è pronta a “prendere il potere” (!) in tutte le nazioni di Europa, l’Italia e la Grecia non sono che anticipazioni, noi saremo governati per lungo tempo da tecnici- E TUTTO QUESTO È POSITIVO PER IL PAESE-
E come non poteva essere in sintonia con la moglie di Padoa Schioppa (un Ché Guevara a quanto pare), Barbara Spinelli, partecipante del Bilderberg, riunioni delle quali la signora che ama tanto la democrazia e la trasparenza NON HA MAI RACCONTATO
NULLA?

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Di Salvatore Santoru
 
Nell’editoriale di domenica 3 agosto su “Repubblica“, Eugenio Scalfari ha affermato che l’Italia dovrebbe sottoporsi al controllo diretto da parte della troika, ovvero “quell’organismo di controllo informale costituito da rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale”.
 
Le sue testuali parole sono state: “Dirò un’amara verità che però corrisponde a mio parere ad una realtà che è sotto gli occhi di tutti: forse l’Italia dovrebbe sottoporsi al controllo della troika internazionale formata dalla Commissione di Bruxelles, dalla Bce e dal Fondo monetario internazionale”.
 
Nell’articolo il noto giornalista ha giustificato questa sua posizione in quanto anche il “renzismo” ha fallito, e quindi l’unica alternativa per l’Italia sarebbe quella di diventare ancora più dipendente dall’UE.
 
Peccato che lo stesso Renzi, come i suoi predecessori Letta e Monti, è stato voluto dalla troika, e dell’attuale Presidente del Consiglio non si è mai fatto mistero del suo ultra-europeismo.
 
Tra l’altro lo stesso Scalfari sino a pochissimo tempo fa era un forte supporter dello stesso, tanto che alla vigilia delle elezioni europee scrisse un editoriale intitolato:
 
 
Scalfari critica i risultati dell’operato renziano e come soluzione promuove gli stessi elementi che hanno ispirato quest’ultimo, difatti è noto che il premier è lì praticamente per volere della stessa troika, non certo per mandato popolare.
 
Nell’editoriale Scalfari ha anche scritto che: “un tempo (e lo dimostrò soprattutto in Grecia) quella troika era orientata ad un insopportabile restrizionismo. Ora è esattamente il contrario: la troika deve combattere la deflazione che ci minaccia e quindi punta su una politica al tempo stesso di aumento del Pil, di riforme sulla produttività e la competitività, di sostengo della liquidità e del credito delle banche alle imprese”.
 
Queste affermazioni sono state confutate dal giornalista di origini greche Teodoro Andreadis Synghellakis in un articolo sull’Huffington Post, così: “Stimato direttore, vorrei dirle – con il dovuto rispetto – che “quel tempo”, purtroppo, è ancora presente. Che “grazie” alla Troika, nel mio paese, la disoccupazione è ancora vicina al 30%, i contratti collettivi di lavoro stanno scomparendo e il potere di acquisto delle famiglie è precipitato. Vorrei ricordarle che i genii della Troika hanno proceduto a tagli lineari, per accorgersi, solo in seguito, che tagliando dal 25% al 30% stipendi e pensioni, un paese non può, per forza di cose, riuscire a riprendersi.”
 
E ancora: “È vero che il Pil greco potrebbe a breve tornare a crescere, ma nel frattempo – in cinque anni di crisi – abbiamo bruciato, per seguire le imposizioni di questi tecnocrati, quasi un terzo del nostro prodotto interno lordo ed il numero dei suicidi ha continuato a moltiplicarsi. Gli stipendi sono scesi a circa settecento euro e i part time a duecentocinquanta. Migliaia di persone non hanno avuto accesso alle cure, perché si è deciso che gli ospedali dovevano diventare degli enti con i bilanci al massimo in pareggio. La Troika ha fatto ammenda per tutto ciò? E, soprattutto, ha fatto qualcosa per riparare ai danni, alle ferite provocate sulla carne viva delle persone? Al momento, direi proprio di no”.
 
Forse per risolvere veramente i problemi che attanagliano l’Italia e altri paesi facenti parte dell’UE, la soluzione non è continuare a seguire le solite ricette imposte dalla troika, ma operare un cambio di paradigma, e quindi andare oltre le politiche obsolete e disfunzionali dell’UE, e se necessario uscire dall’euro e da tale organismo ormai fallimentare, e porre le basi per una diversa Europa.
 
Tanto per dire, per combattere gli effetti collaterali di uno stile di vita o di un’alimentazione sbagliata, ovviamente si consiglia di cambiare tale stile di vista e alimentazione, non di certo il continuare con esso perchè magari dà un’illusorio e passeggero benessere.
 
Così, gli effetti collaterali delle politiche dell’UE non si possono combattere con più dosi di queste, ma con un’altra prospettiva che non sia quella europeista causa di tali effetti.
 
Ma forse questo invaghimento di Scalfari per l’UE è magari motivato dalla nostalgia che lo stesso prova per l’altra Unione storica, quella sovietica e per l’altra troika storica, quella staliniana.
 
A tal proposito, è interessante ricordare alcune frasi di un suo  memorabile articolo sull’URSS pubblicato sull’Espresso nel 1959, tre anni dopo la dura repressione sovietica della rivoluzione ungherese.
 
 “Nel 1972 l’Urss sarà addirittura passata in testa non soltanto come potenza industriale ma anche come livello di vita medio della sua popolazione. Tutti i vecchi luoghi comuni della maggiore efficienza dell’iniziativa privata e dell’enorme sperpero di ricchezze che inevitabilmente si accompagna al collettivismo, cadono come castelli di carta di fronte ai risultati raggiunti in quarant’anni dall’economia sovietica”.
 
Tra l’altro secondo due ex dissidenti sovietici l’UE sarebbe una specie di “nuova URSS”, e forse anche Scalfari vede in essa i semi di un nuovo totalitarismo nel nome del quale diffondere, oggi come ieri, propaganda.
 
Ma c’è anche da dire che sembra proprio che lo stesso, in queste questioni,  non ci azzecchi molto, difatti ogni cosa che elogia e dà per “vincente” implode di lì a breve o si dimostra un flop, prima l’URSS, poi il renzismo, e magari in futuro pure l’UE.

Viktor Orban: L’era delle democrazie liberali è finita. I modelli da seguire sono la Russia, l’India e la Cina

NON ACCETTA LA SOTTOMISSIONE DI USA E suo sciuscià Ue???? Che despota, cattivo sanguinario….Proprio adesso che abbiamo un’altra Europa da offrirgli…….

In un discorso ai sostenitori di Fidesz in Romania, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha detto che l’era delle democrazie liberali è finita e ha annunciato la formazione di una commissione parlamentare per il monitoraggio continuo di stranieri che cerchino di guadagnare influenza in Ungheria. Viktor-Orban

Non solo gli stranieri sono nel mirino di Orbán, ma anche le ONG ungheresi e i loro dipendenti, in particolare i beneficiari dello Spazio economico europeo e dei fondi norvegesi. Alcuni lavoratori delle ONG, che spesso appaiono in pubblico, pare siano attivisti politici stranieri pagati per promuovere gli interessi stranieri.
Ha respinto l’approccio di vedere la diffusione dei diritti umani come il dovere principale degli Stati Uniti, e ha sostenuto che la diplomazia dev’essere definita, pragmatica, e centrata sulle relazioni anche a scapito della propaganda sui diritti umani. L’obiettivo di una politica estera veramente nazionale dev’essere quello di rendere ogni competitore globale interessato al successo del Paese.  All’inizio del mese Orban si è opposto alle sanzioni UE sulla Russia, e ha accettato da Mosca un prestito di 10 miliardi di euro per potenziare la centrale nucleare di Pak.  Ha deriso le idee russofobe, che soffiano sul timore, mai sopito in Ungheria, riguardo il pericolo di essere invasi dalla Russia.

Ha detto anche il più grande problema dell’Ungheria è che dipende troppo dalla Ue, per il commercio, e che quindi dovrà cercare di aumentare la quota di scambi con la Russia, da cui del resto ha ricevuto un prestito di 10 miliardi per il potenziamento della centrale nucleare di Paks. L’Ungheria dipende dalla Russia per l’approvvigionamento di petrolio all’80%, del gas al 75%. L’ampliata capacità dell’impianto di Paks fornirà elettricità a basso costo, garantendo l’80% del fabbisogno dell’Ungheria, e un surplus che potrà essere esportato.
Orban ha deplorato la crisi in corso tra Russia e occidente, e ha definito la crisi economica globale del 2008 uno spartiacque nella storia europea, paragonabile solo al 1945 o al 1990, asserendo che lo stato sociale e la società hanno esaurito le riserve.
Ha anche criticato il consumo a credito, e in generale il modello di società consumistica basata sul debito
, sia privato che pubblico, definendo provinciale chi cerca di imitare pedissequamente i modelli occidentali. Orban punta a creare una sorta di alternativa, che si distacchi dalle ideologie dogmatiche occidentali, in modo da rendere l’Ungheria un Paese in grado di competere a livello globale. Questa nuova Ungheria “sarà un nuovo Stato del lavoro che rispetterà il cristianesimo, la libertà e i diritti umani.” L’era delle democrazie liberali è finita, ha aggiunto, e ha indicato in Cina, India, Russia, Turchia e Singapore i Paesi che potrebbero offrire ispirazione all’Ungheria. “Verrà il nostro tempo”, ha concluso.

Questi i fatti. Adesso ci permettiamo di far notare ai tanti terzaposizionisti nostrani, sempre pronti in realtà a fare il lavoro sporco per la Nato, che se c’è una terza via in Europa, è quella di Orban, che punta a mantenere buoni rapporti sia con la Russia che con quella parte di Europa disposta a non calpestare l’Ungheria e i suoi diritti. Orban, dicevamo, non certo quei personaggi grotteschi che stanno calcando il suolo ucraino martoriato innanzitutto dalla stupidità dei loro seguaci, sempre pronti a calcare tutti i campi di battaglia, possibilmente dove si possano stuprare donne e bambini, e assassinare i civili. Tutto nel nome dell’eterna russofobia, che in altre nazioni viene sostituita da altre parole d’ordine. Mai però che tali terzaposizionisti si siano trovati davvero a ostacolare gli Usa, ma sempre e solo i suoi avversari.

Ecco, tali figuri prendano esempio da Orban. La terza via di Orban può essere sintetizzata così: facciamo affari con chi diciamo noi, e non accettiamo i diktat americani ed europei.

http://www.statopotenza.eu/13686/viktor-orban-lera-delle-democrazie-liberali-e-finita

TAV – 150 Ragioni per informare il Consiglio Regionale

Movimento Cinque Stelle Piemonte

Da il M5S Piemonte – il 06/08/2014 12:56:34

Cattura9911

Ho promesso che avrei portato “un po’ di Valsusa” in Consiglio Regionale.

Ho pensato di iniziare regalando ai colleghi consiglieri una copia del libretto
“150 RAGIONI contro la Torino Lione- brevi considerazioni tecniche sul progetto”.

Ringrazio Mario Cavargna per la sua disponibilità, per la sua competenza e per aver messo a disposizione le copie del suo scritto.

Questa la lettera di accompagnamento recapitata a tutti i Consiglieri e al Presidente Sergio Chiamparino.

Gentili colleghi,
mi permetto di farVi omaggio di un classico dell’ormai nutrita letteratura NO TAV, nella speranza che abbiate occasione, nel corso della prossima pausa estiva, di approfondire le ragioni del movimento che si oppone a questa grande opera.

L’autore, il Presidente di Pro Natura Piemonte Mario Cavargna, ha manifestato disponibilità a chiarire qualsiasi dubbio dovesse sorgere in seguito alla lettura o, preferibilmente, a confrontarsi in pubblico con chiunque sul tema TAV e sulle ragioni di contrarietà espresse nello scritto.
Qualora l’omaggio non fosse di vostro gradimento vi chiediamo cortesemente di rispedirlo al mittente.
Colgo l’occasione per porgerVi i migliori auguri di buone ferie.

Francesca Frediani
Consigliere Regionale MoVimento 5 Stelle