disgusta pubblicare questa foto….ma visto che i nuovi crociati stanno postando a raffica teste mozzate a dimostrazione di quanto siano bestiali altre “razze” e “religioni”, a puro scopo di distrazione dai veri interessi e dai veri mandanti nonchè a imbarbarimento ulteriore dell’intera specie umana , allora questi siamo anche noi : “i cattolici”, “i civilizzati” . Vediamo di tenerlo presente
(soldati inglesi e francesi – 1950)
Archivi giornalieri: 24 agosto 2014
FRANCE2 DECOUVRE LA SALE GUERRE DE LA JUNTE DE KIEV AU DONBASS
PCN-TV avec France2 – PCN-SPO / 2014 08 23/
Au moment où Merkel et Porochenko échangent sourires et fleurs à Kiev,
Au moment où chaque heure les médias de l’OTAN, AFP en tête, désinforment sur la sale guerre de Kiev au Donbass et ses crimes de guerre (l’AFP osant même dire que l’origine des tirs à l’arme lourde qui frappent les civiles « n’est pas sûre » et que « les séparatistes » sont peut-être responsable – sic),
La télévision FRANCE2 découvre les « bombardements incessants, jour et nuit » des forces de la Junte de Kiev, les morts parmi les civils du Donbass et l’action humanitaire de l’Armée de la DNR (Donetsk).
Et aussi que l’offensive de Kiev est un échec et que l’Armée du Donbass reprend ses villes (alors que l’AFP annonce encore ce samedi « Kiev proche de la victoire » – resic) …
Kiev coupable ! Washington, Bruxelles et Berlin complices !!!
# Video sur :
https://fr.news.yahoo.com/video/dans-l-39-est-l-190147468.html
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ALTERNATIVE INFO/ WEEKLY NEWS FROM ‘RT’ (2014 08 17)
PCN-TV with RT – PCN-SPO/ 2014 08 17/
The Russian TV channel ‘RT’ news – former ‘Russia Today’ – for an alternative information to the dual language, double standards, lies and propaganda of the NATO’s medias …
Video on:
MAIN TOPICS OF THE WEEK:
RT News – August 17, 2014/
A Russian humanitarian convoy is finally given the go ahead to enter Ukraine – after being stalled on the border for 3 days with tonnes of goods for strugglying civilians in the Eastern regions.
Violence escalates in the U.S. town of Ferguson where protesters defy a curfew imposed following nights of heavy protests over the police killing of an unarmed black teenager and outrage at a crack down on peaceful rallies.
As the U.S. pours more weapons into the Iraqi conflict, supporting the plight of the Kurdish fighters against Islamic militants – we look at what Washington is trying to achieve.
PCN-TV / PCN-SPO
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LUC MICHEL SUR ‘LA VOIX DELA RUSSIE’ : EBOLA, SIDA ET BUSINESS PHARMACEUTIQUE OCCIDENTAL
L’interview qui brise les tabous …
PCN-SPO avec La Voix de la Russie/ 2014 08 23/
Interview de Luc MICHEL, ce 23 août 2014, par le journaliste Igor YAZON pour le programme hebdomadaire « Gros plan sur le Maghreb : le panorama de la semaine » des Services Afrique de la Radio LA VOIX DE LA RUSSIE.
Interview sur la Thématique centrale :
EBOLA – SIDA – INDUSTRIE PHARMACEUTIQUE – BUSINESS DE LA MISERE – DOUBLE MORALE OCCIDENTALE – ARMES BIOLOGIQUES – ARMES BIOGENETIQUES – HORREUR OCCIDENTALE – EGOISME AMERICAIN – OBAMA ET L’AFRIQUE – ORDRE MORAL OCCIDENTAL …
# Article de Igor YAZON sur LA VOIX DELA RUSSIE
et INTERVIEW AUDIO en podcast de Luc MICHEL sur :
« LA FIEVRE EBOLA ET LE BUSINESS PHARMACEUTIQUE MONDIAL »
http://french.ruvr.ru/radio_broadcast/5646896/276310080/
Extrait de l’analyse de ‘La Voix de la Russie’ :
« Le premier homme ayant su se remettre de la fièvre Ebola : le médecin américain Kent Brantly ayant attrapé le virus au Libéria a été présenté avec pompe aux Etats-Unis. D’après les statistiques de l’OMS, il est le seul à guérir sur 2240 infectés par le virus en Sierra Leone, en Guinée, au Nigéria et dans plusieurs autres pays. Personne ne saurait prédire leur sort ni celui des gens menacés du virus Ebola. Le responsable de l’ONG « Médecins sans frontières Brice De La Vigne cité par le journal britannique « The Guardian » a déclaré que la communauté mondiale n’avait pas réagi à la dissémination du virus en Afrique de l’Ouest. Selon Brice De La Vigne, les leaders occidentaux se soucient de la sécurité de leurs Etats plutôt que du concours à l’Afrique. Il existe d’autres acteurs dans la tragédie : le business pharmaceutique international. Le géopoliticien belge Luc Michel, administrateur-général de l’ONG « Observation eurasienne pour la démocratie et les élections » (EODE), animateur d’EODE-TV & AFRIQUE MEDIA, envisage cet aspect dans une interview accordée par téléphone de Bruxelles … »
PCN-SPO
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Bambino israeliano ucciso, Netanyahu: vendicheremo la sua morte + Striscia di Gaza, Israele continua a bombardare. 2090 morti in 50 giorni
Bambino israeliano ucciso, Netanyahu: vendicheremo la sua morte.
News – 23/8/2014
Gaza. Venerdì 22 agosto, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha giurato di vendicarsi contro Hamas, dopo che mortai hanno ucciso un bambino israeliano.“Hamas pagherà un prezzo pesante per il suo attacco”, ha dichiarato il criminale di guerra Netanyahu, che ha già assassinato oltre 2000 palestinesi in due mesi di bombardamenti.Il portavoce del primo ministro, Ofir Gendelman, ha riferito quanto Netanyahu ha scritto sul Twitter, e ha aggiunto che l’esercito israeliano e lo Shin Bet, l’Intelligence interna, “intensificheranno le operazioni contro Hamas fino a che gli obiettivi di ‘Protective Edge’ saranno raggiunti”.
http://www.infopal.it/bambino-israeliano-ucciso-netanyahu-vendicheremo-la-sua-morte/
Striscia di Gaza, Israele continua a bombardare. 2090 morti in 50 giorni
Il presidente Hollande riconosce che la Francia ha armato le milizie anti siriane che collaboravano strettamente con i terroristi dell’ISIS
i politically correct moralmente superiori….l’ altro mito divino come Obama….quello che doveva essere tanto diverso e segnare la svolta
FMI: L’ABUSIVO VORACE CHE COMANDA IN EUROPA
La crisi: come vanno le cose?
E’ troppo tempo che, assorbito dalle polemiche politiche interne, trascuro di scrivere sull’andamento della crisi e sulle sue prospettive. E’ il caso di tornare a parlarne, anche perché “la grande bonaccia”, durante la quale essa ha sonnecchiato, sta per finire. Una serie di congiunture (la ripresina americana in larga parte dovuta al gas ed al petrolio di shale, i ripetuti quantitative easing della Fed, cui si è unita la Bce (anche per scongiurare una avanzata troppo forte degli “euroscettici” alle elezioni europee), qualche limitato successo della Abenomics in Giappone ecc…) hanno creato una pausa che ormai dura dalla metà del 2012 e che ha favorito anche l’Italia. Ma la ripresa, quella vera, è di là da venire: la crisi del debito è sempre presente e le inondazioni di Dollari ed Euro servono come antinfiammatorio, ma non sradicano l’infezione.
D’altro canto i dati occupazionali e dei consumi, non sono affatto incoraggianti, non solo un Europa (dove sono un pianto) ma anche negli Usa: in occasione delle altre crisi, il segnale di fine era dato da un balzo in avanti di 5-6 punti del Pil americano, ora si devono accontentare di dati che stanno sotto il 2.
Ed i segnali negativi sono tornati a farsi vivi: il default argentino è solo il primo sternuto, mentre cova la polmonite brasiliana ed in Cina si avvertono chiaramente i sintomi di una bolla immobiliare prossima allo scoppio. La Russia è alle prese con l’embargo euro americano ed anche in India si avvertono segni di affanno: signora mia, neanche i Bric sono più quelli di una volta!
Questa crisi ha avuto due tempi: la fase del debito bancario prevalentemente americano, poi la fase del debito pubblico europeo. Ora tutto lascia presagire che stiamo alla vigilia di un terzo tempo: la crisi dei Brics in gran parte indotta dalla caduta della domanda europea ed, in parte, americana.
La domanda aggregata mondiale ha subito un rilassamento che ha colpito in primo luogo le materie prime e dopo i manufatti, di questo hanno risentito soprattutto Brasile e Russia su cui grava anche il dterioramento dei rapporti con l’eurozona. Probabilmente in vista di queste nuvole all’orizzonte, i Brics hanno dato vita ad una loro banca alternativa al Fmi, che dovrebbe finanziare la costruzione di infrastrutture di India, Brasile e Russia e nelle quali la parte del leone la farebbero le aziende cinesi. All’interno di questo “Fmi degli emergenti” è stato costituito un fondo per sostenere in paesi in stato di crisi. L’operazione ha un chiaro senso politico: contrastare l’ egemonia americana sul Fmi che ormai non ha più giustificazione sulla base dei concreti rapporti di forza. E sin qui la cosa è da guardare con interesse. Ma ci sono molti dubbi che la cosa possa funzionare oltre un certo limite.
Intanto il fondo di riserva è di soli 100 miliardi di dollari, il che significa che già al primo paese che va in crisi il fondo si prosciuga e, probabilmente, non basta. Per cui è da prevedere che questo possa scatenare la corsa agli aiuti da parte dei paesi in attesa di crisi. Poi, il regolamento della banca riprende l’odiatissima clausola del Fmi che condizione la concessione degli aiuti all’accettazione degli indirizzi di politica economica della banca (ve la vedete l’India o il Brasile che accettano le indicazioni di politica economica suggerite magari dalla Cina?).
Poi il fondo è in dollari ed, in definitiva, questo ribadisce l’egemonia americana sul sistema monetario mondiale. Peraltro non è affatto sicuro che le risorse della banca bastino neppure per i piani di realizzazione delle infrastrutture di tutti i paesi partecipanti all’operazione, per cui l’alternativa potrebbe essere quella di concentrarsi su un solo paese –rimandando gli altri alle calende greche- oppure disperdersi con erogazioni a pioggia. Nel primo caso ci sarebbero serie conseguenze politiche, nel secondo l’efficacia economica dell’intervento sarebbe messa fortemente in discussione.
Ma tutto questo (compresa la debole dotazione del fondo anticrisi e il fatto di non aver scelto una moneta Brics –realisticamente lo yuan-) è la conseguenza di un dato che sta a monte: i Brics sono solo una sigla dietro cui non c’è nessuna unità politica di intenti. E dunque, ciascuno ha scommesso molto limitatamente su questo tavolo.
Dunque, è possibile che questo nuovo fondo mondiale giochi qualche ruolo di contrasto nella crisi che si profila, ma non convince l’ipotesi che sia in grado di affrontarla oltre un certo limite. Ed è facile prevedere che, per l’inestricabile intreccio di relazioni finanziarie mondiali, la voragine che si aprirà in Brasile, in India o Russia, finirà per ripercuotersi anche sull’esausta finanza europea e su quella americana.
Non è detto che assisteremo ad un urto drammatico come nel 2008, per lo meno in tempi particolarmente ravvicinati, magari il Brasile ce la farà a durare sino alle olimpiadi del 2016, oppure la crisi si presenterà ad ondate scaglionate, diluendo il suo impatto sull’economia mondiale, forse l’ennesimo quantitative easing varrà a rallentare il tempo l’urto, quello che è assai probabile è il riattivarsi di un malessere che potrà anche essere diluito, ma che ci porterà di nuovo tutti in recessione. E, questa volta, non ci saranno più i Bric (ed in particolare la Cina) a sostenere la domanda aggregata mondiale, perché anche i Bric sarebbero all’origine della nuova fase di crisi.
Decisamente, questa crisi non è presa sul serio come dovrebbe: se, sinora, non ha avuto l’impatto drammatico del 1929 –grazie alle continue iniezioni di liquidità- è però vero che si avvia a durare già di più di quella. Ormai sono 7 anni di seguito ed i più ottimisti parlano di una ripresa piena fra 4-5 anni, cioè la durata complessiva sarebbe stata di 11-12 anni. Nella grande crisi precedente, dopo 11 anni si era già in guerra.
Soprattutto, se la crisi è stata calmierata sul piano finanziario, mettendoci una toppa volta per volta (ma al prezzo di gonfiare spropositatamente il monte debiti mondiale), dal punto di vista di occupazione e consumi le cose sono andate costantemente peggio sul piano mondiale.
Vedremo cosa accadrà, intanto l’Italia è uno dei paesi più esposti al nuovo clima rigido che si annuncia e c’è di che essere preoccupati, soprattutto constatando l’inadeguatezza di chi si trova al timone del paese.
di Aldo Giannuli – 18/08/2014
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=49146
Salento. No Tav, No Tap, No 275 “Oltre la Festa”

No Tap, No 275, ma anche No Tav a “Oltre la Festa”, manifestazione organizzzata dal centro sociale di Tiggiano per dire no alle Grandi opere.
Salento No Tap, ma non solo. Si moltiplicano le proteste per grandi e piccole realtà compromesse o interessate da interventi che la popolazione osteggia. Si moltiplicano quindi le occasioni di incontro, di confronto, di dialogo.
Per la terza volta i No Tav, con Guido Fissore, Tommaso Perino e Mimmo Bruno sono presenti alla manifestazione Oltre la festa, alla sua XII edizione, organizzata dal centro sociale di Tiggiano e dall’associazione “Salento: che fare”.
“Salento, terra di sole mare e vento, lavoro nero e sfruttamento” è il tema della serata, opportunità per parlare di Grandi opere. Tap (Trans-Adriatic Pipeline), Tav, ma anche operazioni meno conosciute che vengono alla ribalta.
È il caso della Statale 275 che collega Maglie a Leuca, interessata da un’ampliamento che la porterebbe ad allargarsi fino a 60 m. Un “mostro” a quattro corsie di 900mila metri quadrati di asfalto che “avrebbe il solo effetto di distruggere per sempre 30.000 ulivi, pajare, liame, 15 km di muretti a secco, tranciando di netto antichi tratturi messapici e romani”. A fronte di un esiguo incremento di traffico estivo, durante i fine settimana.
Il Comitato 275 e la Sirena Salentina si battono per il rispetto del territorio: la statale potrebbe essere raddoppiata soltanto fino a Montesano e gli ultimi 20 km fino a Leuca messi in sicurezza.
“Ma i problemi non vengono mai da soli” spiega Guido Fissore. “Pare che il tracciato debba passare pure sopra discariche abusive di rifiuti tossici lasciati qui da industrie delocalizzate. Così si coprirebbe tutto facilmente”.
I temi dunque si intersecano inestricabilmente. Grandi opere, delocalizzazione delle industrie, nuovo assetto del capitale internazionale, difesa del territorio. Soltanto qui i posti di lavoro andati in fumo per lo smantellamento dell’industria calzaturiera e della lavorazione delle pelli sono stati 20.000. Le stesse industrie che, una volta approfittato dei fondi statali, han lasciato sul terreno i propri liquami e se ne sono andate all’estero.
“Il Salento è diventato una discarica di rifiuti e i salentini sono considerati rifiuti costretti a emigrare” sottolinea il «Quotidiano di Lecce».
Grandi opere e piccole realtà. Come la falesia che scende a picco sulla baia di Ciolo. Una costa a strapiombo da cui non è mai caduto un sasso, ma che ora si vuole imbrigliare tra reti, recinzioni e altro cemento, per sicurezza. Vi si oppone il sindaco del Comune di Gagliano, appassionato di arrampicate, che con la sua associazione e Legambiente ha montato una protesta per salvaguardare questo incantevole angolo della sua terra.
Le bandiere No Tav non mancano ormai da tempo alle manifestazioni No Tap. Sono un esempio di come la sensibilità traduca la protesta sorretta al principio soltanto da pochi attivisti in un vero e proprio movimento popolare. “L’Italia è piena di queste realtà” dice Guido. E la paura è che gli intenti, seppur distanti nello specifico, uniscano la gente comune nella stessa sensibilità e nella stessa consapevolezza di poter contare qualcosa sulla propria terra unendo le lotte.
M.B. 22.08.14
In Clarea si riparte. E ripartono i problemi
Fino all’altro ieri il cantiere pareva già una cartolina del futuro delle tante opere incompiute del nostro Bel Paese, un luogo abbandonato, votato alla ruggine ed alle erbacce. Ma guardato a vista dalle Forze dell’Ordine.
È stato mese in dormiveglia quello appena trascorso nel cantiere della Clarea, con tanti inconvenienti a cui trovare soluzione, con la Gea impegnata a reclamare le (forse) meritate ferie… Una talpina, la Gea, davvero unica, con i suoi ritmi lenti, impegnata a far capire a quelle cape dure di fuori che lì, nella pancia della montagna, tutto è diverso… ci sono zone di terra, poi muri di pietra, poi pietroni che improvvisi precipitano, incuranti di chi sotto ci può capitare… Insomma ogni minuto riserva una sorpresa… e la Gea si stanca… e così le si bruciano i circuiti sulla testa…
Tutto ciò abbastanza in solitudine, se non fosse per gli imperterriti visitatori del prato di sopra e per qualche operaio, perché i più in ferie ci sono voluti andare… Alla faccia delle previsioni di scavo e dei chilometri di smarino da estrarre…
A vederlo fino all’altro ieri il cantiere pareva già una cartolina del futuro delle tante opere incompiute del nostro Bel Paese, un luogo abbandonato, votato alla ruggine ed alle erbacce. Ma guardato a vista dalle Forze dell’Ordine, condannate ad un compito da far invidia alla lontana Penelope…
Da ieri però la musica è cambiata, in mattinata una gran polverone ha riempito l’aria della conca ( e della valle, mai dimenticarlo!), polverone uscito dalla galleria dove schiavi del terzo millennio stanno bruciando le ultime cartucce di salute. Alla Gea è stato dato il via, una sorta di collaudo motori e così è andata avanti per un’oretta, prima di riprendere il riposo, questo mentre qualche secchio di polvere è passata sul nastro trasportatore… E qui la sorpresa, perché sull’inizio del nastro, all’imbocco della galleria, ora sono spuntate anche alcune fontanelle d’acqua, creando così una coreografia da giardino delle meraviglie, aiutata dall’acqua sparata dai due cannoncini da neve… polvere, acqua… additivi… e sì, perché l’acqua miracolosa dei cannoncini, destinata a bombardare (ma non annientare, si badi bene, perché da asciutta ogni fibra danza nell’aria…) è mescolata ad altre sostanze, certo non innocue a constarne i risultati del mese scorso su persone che hanno dovuto, sulla propria persona, registrare tenaci dermatiti… mentre gli alberi a ridosso della moderna pioggerella ora hanno i germogli bruciati e foglie essiccate…
Questo è il nuovo che avanza? Il progresso che va verso il sol dell’avvenire? Solo menti confuse possono essere d’accordo. Peccato che in questo progetto perverso ci siano lavoratori con famiglie da far crescere, Forze dell’Ordine impegnate, come in altri luoghi difficili e contaminati, a tenere lontani e a zittire coloro che giustamente stanno rivendicando il diritto alla vita, alla sopravvivenza…
Questo Gea, pur con il suo cuore di ferro e acciaio, credo lo sappia… per questo va a rilento.
Nel cuore della montagna una sua sorella già da tempo, sopraffatta dalle pietre e dalla terra, riposa, frutto di un altro progetto… fra poco arriverà l’autunno, il tempo del letargo… agli umani incuranti dei giusti tempi del vivere, arroganti nel loro non ascolto dei veri bisogni, forse Gea insegnerà qualcosa…
G.T. 23.08.14