I Problemi della Francia, E il Probabile Via Libera di Berlino Saranno l’Ennesima Occasione Perduta.

16 agosto 2014 Di FunnyKing

Sapete cosa sarebbe davvero Malvagio da parte dei “cattivi tedeschi”?
Dare il via libera allo sbraco totale dei conti pubblici Italiani e Francesi, permettendo “temporaneamente” ai due paesi di fare deficit illimitato.
Pensateci bene, i risultati sarebbero:

Renzi politicamente rafforzato, e pronto a stravincere le elezioni come lo statista che ha sconfitto i “malvagi tedeschi”
Hollande (forse) riuscirebbe persino a rassomigliare ad un capo di Stato decente e dare filo da torcere alla Le Pen
L’Italia e la Francia sbracherebbero sui conti pubblici, e temporaneamente potrebbero iniettare Spesa Pubblica e forse minori tasse in modo da far ripartire i consumi interni, e duanque anche tante belle Volswagen, Audi, Bmw (per fare esempi simbolici) comprate A DEBITO!
Infine la chicca:

La preannunciata scorpacciata di Spesa Pubblica e sbraco dei conti, porterà un temporaneo benessere a Francesi e Italiani, un temporaneo aiuto all’industria tedesca ma renderà ulteriormente più deboli e indebitati che MAI i suddetti paesi. E intanto la Germania nel 2014, per la prima volta da 50 anni ha effettivamente diminuito il suo stock di debito federale e dei lander.
Se non avessimo una massa di incompetenti senza palle al potere (in Italia) la crisi Francese potrebbe essere una occasione per cominciare davvero a contare in Europa, ovvero permettere lo sbraco Francese e NOI invece proseguire con un rapporto deficit Pil in ribasso e in via di azzeramento.

Guardando al futuro dei rapporti si forza europei e non all’immediato dividendo politico.

Temo che tra poco, dovrò accodarmi al coro dei “cattivi tedeschi”, che potrebbero essere tanto Malvagi da concenderci quello che chiediamo.

p.s. e sarà divertnete osservare l’esercito dei tifosi anti Gernmania aver fatto campagna elettorale per Renzi….. il condottietro vincitore che li ha sconfitti e si è portato a casa il “permesso” di indebitare ancora di più giovani e non nati.
http://www.rischiocalcolato.it/2014/08/i-problemi-francia-probabile-via-libera-berlino-saranno-lennesima-occasione-perduta.html

Il SIIL e il gioco che nessuno può giocare; neo-con in “wonderland”

Putin sta con quel cattivo di Assad, che frena la primavera araba in Siria dove altrove ha avuto successo segnando tanto progresso per i “popoli”, dicono i compagni.

di Ziad Abu Fadil (Syrian Perspective)

Un’espressione inglese viene in mente immediatamente quando si pensa alla sconfitta stupefacente di Obama, NATO, Arabia Saudita Turchia e Qatar da parte del popolo siriano: “Cercare di far entrare dal retro ciò che non può passare davanti”.

Non ci può essere alcun dubbio che la Mezzaluna sciita ossessiona i traditori neo-con di Washington DC. Dando anche gli europei un brutto caso di dispepsia, che non andrà via con un’indigestione di antibiotici, antiemetici o farmaci. In quest’ultimo caso e nel caso di Qatar/Turchia, è il gas naturale che promette di essere l’idea fissa per i prossimi 25 anni, mentre la Russia trova nuovi mercati in Cina e gli imprenditori del Levante cominciano a flettere i muscoli imbaldanzendo l’Iran e marginalizzando lo Stato colono sionista.

In un certo senso, l’occidente reagisce alla profezia sul suo imminente declino; un declino che promette di essere assai doloroso: un forte shock al sistema. La guerra deve continuare: l’Iraq si trova proprio nel mezzo di tutto ciò. L’episodio siriano evolve verso la grande catastrofe politico-militare estera di Obama; quasi umiliante quanto il titanico errore di GW Bush nell’Iraq di Sadam, costato più di un trilione di dollari e la vita 4500 e più soldati statunitensi, senza contare le centinaia di migliaia di iracheni massacrati senza pietà nell’indifferenza da dio greco.

L’unica distinzione di una certa rilevanza tra lo sfortunato ladruncolo Bush e il ratto d’appartamento e truffatore di Chicago Obama, è che quest’ultimo ha avuto il buon senso di non sbottare: “Missione compiuta” in Siria. E’ innegabile che la macchina sionista che controlla la politica estera di Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito punta a confrontarsi con l’uomo della strada. È una battaglia decisiva, e nessun buon senso o comportamento razionale influenzerà la decisione di far dilagare il caos ancora di più, per realizzare i due seguenti obiettivi cruciali per lo Stato dei coloni ebraico-europei nella Palestina Occupata:

1. Dissipare l’influenza iraniana
L’Iran terrorizza la mente sionista. L’Iran sviluppa una base tecnologica che farà concorrenza al sionismo. E’ parte integrante della mentalità ebraica rendersi utile alle maggioranze oppressive tra cui gli ebrei dovevano vivere. Una volta che la loro utilità viene messa in discussione, gli ebrei temono automaticamente il peggio: pogrom, inquisizione, genocidio. E’ imperativo per gli ebrei essere visti dai poteri forti come cruciali per il bene dello Stato. C’è la convinzione che gli ebrei siano intelligenti. Alcuni mattacchioni si sono spinti fino a suggerire che gli ebrei siano di un altro pianeta (anche se non sono più bravi dei giapponesi negli esami d’intelligenza). Gli stessi ebrei favoriscono tale nozione godendo della profezia che si autoavvera e ornandosi del titolo di “popolo eletto” da Dio. Ma per molti secoli gli ebrei in Europa dovettero subire l’onta del tradimento di Caifa, la sua insistenza nel crocifiggere il Figlio di Dio, un’insistenza che inghiottì l’ebraismo in una battaglia per la non-esistenza stessa. Nel mondo musulmano ciò non fa alcuna differenza perché i musulmani non credono che Cristo fu crocifisso. Ma nell’Europa cristiana, dove gli ebrei dovettero attrarre i favori dei re, c’era sempre una tregua labile tra ebrei e plebe cristiana, in debito con loro e alla ricerca di un modo per sottrarsi dagli obblighi. Dovevano essere i migliori musicisti per intrattenere coloro che contano. Dovevano essere i migliori medici per prolungare la vita dei loro oppressori. Dovevano eccellere in matematica per meravigliare gli intellettuali che gli rubavano le idee per fama personale, in cambio della quale avrebbero ricevuto l’approvazione del soggiorno. Attraverso tale processo minaccioso gli ebrei divennero intelligenti e svilupparono un meccanismo per continuare a vivere indottrinando le generazioni alla metodologia della sopravvivenza. Si vede oggi nella loro paura di un Iran risorgente. Si può anche vedere la loro paura di uno Stato palestinese dal vibrante successo economico. In ultima analisi, ovviamente, si tratta di una forma di paranoia.

Il movimento sionista ha cercato di spingere gli Stati Uniti a colpire militarmente l’Iran, con l’argomento che Teheran costruiva l’arma nucleare, per tre volte i loro sforzi fallirono. Ci si potrebbe quindi chiedere: Ziad, se i sionisti controllano la politica Estera statunitense, perché hanno fallito? Come ho già detto, controllano la politica estera… ma non quella militare. Quando Obama fu spinto dallo squilibrato e guerrafondaio John McCain ad attaccare la Siria sulla falsa pista, ormai smascherata, secondo cui il Dr. Assad aveva usato gas Sarin, fu il Pentagono che disse “Niet”, non Kerry.

Il presidente degli Stati Maggiori Riuniti degli USA, generale Martin Dempsey, testimoniò apertamente che la Siria non rappresentava alcuna minaccia per gli Stati Uniti e disse ai senatori, in sessione privata, che i russi sarebbero scesi in guerra per questo angolo dell’impero. Disse a Obama che gli Stati Uniti avrebbero perso i bombardieri davanti ai robusti sistemi di difesa aerea della Siria. Il Pentagono tracciò la linea che fermava l’influenza sionista. Al Senato e alla Camera dei rappresentanti, Obama non poté ottenere alcun supporto all’attacco contro la Siria. Il primo obiettivo sionista era Damasco. Vi erano le armi che fluivano nel Sud del Libano, ad Hezbollah, possente forza filo-iraniana che cacciò l’esercito sionista nel 2006. Se la Siria fosse stata distrutta rapidamente, Hezbollah sarebbe diventato oggetto dei capricci della macchina militare sionista e delle scimmie wahabite finanziate dai sauditi e dal Qatar. Come abbiamo già scritto fino alla nausea, tale macchinazione fu attuata dal 2007 dall’ambasciatore statunitense Robert Ford che tira le fila. Sarebbe stata rapida e decisiva. Una questione di mesi. Gli statunitensi contavano sul modello libanese, un esercito fratturato per via settaria. Ma non fecero i conti con il partito Baath. Il piano fallì.

Bashar-al-Assad in divisa
Cosa fare?

2. Il controllo di giacimenti gasiferi e oleodotti: vi sarebbero enormi giacimenti di gas al largo delle coste di Siria, Libano e Cipro. I turchi vogliono accedervi brutalmente. Gli europei, come la Francia, pensano da vecchi colonialisti: controllare Siria e Libano e danneggiare Putin e il suo arrogante monopolio Gazprom. Lo Stato sionista vi sarebbe costretto comunque, dato che gli europei guarderebbero con sospetto lo sfruttamento sionista dei giacimenti di gas al largo delle coste di Gaza, se non a vantaggio dell’Europa. I palestinesi non hanno scelta. Ma la Siria non è caduta. Ora è militarmente più potente di prima. Iran e Russia si sono impegnati a sostenere Assad, un fattore rafforzato dalla massiccia affluenza alle elezioni di luglio in Siria che hanno catapultato il Dr. Assad al terzo mandato con oltre l’80% dei voti. Hezbollah ha dimostrato la sua alleanza con il governo della Siria, aiutandolo in alcune battaglie, soprattutto ad al-Qusayr e Tal Qalaq. Non sembra esserci alcun modo per spezzare la Mezzaluna fatimide dall’Iran a Ras al-Naqura in Libano. Ma i neo-con la pensano diversamente. Come già scritto, i neo-con hanno abbandonato l’idea della Mezzaluna fatimide e ora pensa a una struttura a collana di perle. Il punto debole è il primo ministro iracheno Nuri al-Maliqi. Per gli ideatori della politica estera statunitense e i loro burattinai sionisti, si doveva attuare il piano.

Un nuovo Glasperlenspiel

Jabhat al-Nusra è un flop. Jaysh al-Islam è in ritirata. Jabhat al-Islam muore di fame. L’esercito libero siriano è una barzelletta a Damasco. Prendete tutti i nomignoli più fantasiosi di tutti i gruppi terroristici in franchising, metteteli insieme in un unico piatto e avrete la seguente parabola: zucche ripiene di nulla. Un gioco inventato sul momento, divenuto moda poi svanita nel vecchio sentiero di tutti i giochi da tavolo stupidi, dritto in soffitta, sotto alcune vecchie coperte o qualche foglietto di un gioco trivia. Ma come sbarazzarsi di al-Maliqi? Cos’ha per spingere statunitensi, turchi, sauditi e sionisti ad eliminarlo? La risposta è che esiste. Gli Stati Uniti devono riprendersi dal disastro gigantesco dell’Iraq e del triste record di crimini di guerra e fallimenti in Siria. Per farlo, il gioco deve cambiare. Gli iracheni devono essere convinti che il loro salvatore non sia l’Iran, o le particolari politiche di al-Maliqi, ma gli Stati Uniti.

La decisione dell’Iraq di non permettere grandi basi militari statunitensi; di comprare jet Sukhoi dalla Russia; declassare le relazioni diplomatiche al punto che l’esagerata ambasciata statunitense a Baghdad ora sembra una fantasia di WR Hearst; i rapporti stretti di al-Maliqi con il governo siriano, tutto ciò combinato crea una situazione, se volete, che apre le porte a un nuovo piano del Paese delle meraviglie. Tale piano è molto più complicato di quello per spodestare il Dr. Assad. Come ne Das Glasperlenspiel, si tratta di un piano o di un gioco che solo pochi sembrano capire.

La previsione del Dr. Assad e la creazione dello Stato Islamico in Iraq e Siria

Il Dr. Bashar al-Assad ha detto ai Paesi della NATO e ai trogloditi sauditi/wahabiti e del Qatar che scherzando con la Siria fanno oscillare le forze presenti ai limiti delle placche tettoniche regionali. Aveva mortalmente ragione, prevedendo la diffusione metastatica del terrorismo in altri Paesi arabi all’ombra dell’infelicemente denominata “primavera araba”. Ma come abbiamo già scritto, il piano non riguardava il terrorismo, ma la Mezzaluna fatimide e le risorse naturali. Non importava che centinaia di migliaia di persone sarebbero dovute morire, così un clown come Guido Westerwelle può abbracciare gli arci-sociopatici inglesi e statunitensi nella necessità di distruggere la Siria e quindi spezzare la Mezzaluna ed Hezbollah (fallendo); e commissionare il gas naturale del Mediterraneo (in attesa) quale preziosa eroina alla fine del tunnel. Ciò che non ha funzionato in Siria è chiaro. Allora, qual è il prossimo punto debole? Chiedere ai cani rabbiosi della cabala neo-con di DC, l’”Iraq!” risponde lo scaltro bianconiglio, un altro neo-con. Mentre leggete questo articolo, ricordate che John Kerry, il bi-polare imbranato/schizofrenico segretario di Stato USA, fa del suo meglio per far dimettere il signor al-Maliqi. Ricordate anche che Hillary Clinton, che fissa la presidenza come una cagna studia il suo padrone gettare un succulento osso nella macchina trituratrice, ne ha già accennato nel suo libro, secondo cui le deboli politiche di Obama hanno creato l’atmosfera appropriata per la proliferazione dei gruppi “islamisti”. Interessante come non menzionasse il fatto che gli alleati degli USA, Arabia Saudita, Qatar, Turchia e lo Stato coloniale sionista, hanno svolto un ruolo attivo nella creazione di tali forze.

Il SIIL non spunta dal nulla. E’ la collaborazione con le forze sadamiste baathiste non è dovuta a somiglianze ideologiche. Di certo, il Baath di Sadam si basava sulla minoranza sunnita che controlla una popolazione a maggioranza sciita. Ma il Baath di Saddam era completamente anti-islamista. Come abbiamo già scritto accuratamente, l’assalto del SIIL su Mosul e il successivo sequestro di armi e munizioni all’esercito iracheno furono compiuti da talpe, ufficiali sadamisti baathisti nelle divisioni presso la città, che ordinarono alle truppe di sbandare e permettere l’invasione. Fu la collusione tra Abu Baqr al-Baghdadi e l’ex-membro del CCR Izat Ibrahim al-Duri che segnò il destino della città e spinse al-Duri nella posizione temporanea di capo del SIIL. (Posizione che ha perso, secondo fonti d’intelligence). In un articolo autorevole dall’Iraq, questo autore ha letto l’indagine secondo cui le cause dei fallimenti dell’esercito iracheno erano ufficiali ex- baathisti che ordinarono alle truppe di gettare le uniformi ed indossare abiti civili per evitare lo sterminio.

Zio Sam lo vuole
Zio Sam non solo vuole l’Iraq, ma ne ha bisogno disperatamente. Ecco ciò che deve fare per arrivarci:
1. Accertarsi che il governo di al-Maliqi appaia fragile, inefficace e flaccido;
2. Gli assassini del SIIL impazziti che uccidono minoranze e sciiti e avanzano rivendicazioni territoriali, effettivamente respingendo qualsiasi parvenza di governo;
3. Far sembrare distante l’Iran continuando a parlare sui media dell’avanzata dei “taqfiri” mentre non fa nulla. Si vede che gli spettri di Obama sono consapevoli che l’interferenza diretta iraniana agiterebbe una crisi settaria già stressante;
4. Attaccare il SIIL, anche se si tratta di una creazione degli Stati Uniti e un factotum del regime dello psicopatico Erdoghan;
5. Continuare a rafforzare il SIIL, anche se respinto dall’Iraq, verrebbe costretto a trasferirsi in Siria per creare maggiore instabilità contro il Dr. Assad.
Ed ecco quel è la linea di fondo dello Zio Sam:
1. Forzare il nuovo governo iracheno a rivalutare la posizione sulla presenza militare statunitense;
2. Forzare qualsiasi nuovo premier iracheno ad accettare batterie di missili antiaerei USA sul suolo iracheno;
3. Forzare qualsiasi nuovo premier iracheno a consentire agli Stati Uniti di sparare agli aerei che riforniscono la Siria;
4. Forzare il premier iracheno a cessare ogni assistenza al governo siriano.
Suona abbastanza malvagio, non è vero? Mentre scrivo, la coalizione sciita irachena ha nominato un sostituto del signor al-Maliqi, nonostante la qualità fondamentalmente anti-costituzionale del processo indotto dagli statunitensi. Al-Maliqi è molto risoluto sui suoi diritti e non si arrenderà senza combattere. L’Iraq avrà un’altra crisi di governo. Nel frattempo, si noti che gli Stati Uniti hanno un consolato a Irbil, capitale del futuro Stato curdo. Gli Stati Uniti hanno evacuato il consolato dato che l’organizzazione SIIL era troppo vicina e i curdi apparentemente non possono garantirne la sicurezza. Il fatto che gli Stati Uniti non avrebbero mai permesso al SIIL di attaccare il consolato degli Stati Uniti è irrilevante, se si vuole apparire avversari del SIIL. I turchi hanno istituito la sceneggiata degli ostaggi, quando il SIIL attaccò il consolato turco a Mosul. Tutti i diplomatici rientrarono segretamente in Turchia a godersi il sole. Ma gli Stati Uniti sono davvero contrari al SIIL? Il governo degli Stati Uniti non disse nulla del SIIL in Siria, delle persecuzioni di cristiani, sciiti e tribù nell’est. C’è qualcosa che manca? No. Vedete, il piano è continuare la guerra contro la Siria, ma dall’Iraq. E’ la porta sul retro di cui abbiamo appena accennato all’inizio dell’articolo. Ora tutto dovrebbe cominciare ad avere un senso.

Poiché la situazione si evolve, si guardino con attenzione i racconti dei media occidentali. Vedrete che:
1. I peshmergha curdi non affrontano il SIIL
2. L’esercito iracheno addestrato dagli statunitensi non l’affronta proprio
3. L’ascesa delle milizie sciite radicali segna il destino della democrazia in Iraq
4. L’avanzata dello sciismo radicale è giocato dal clero dell’Iran
Bandar è stato davvero licenziato? Ha avuto un crollo? Perché ritorna?
Bandar bin Sultan non può essere licenziato. È il nipote del numero uno, re Abdullah, ed è anche l’unico che conosce le losche trame di Terrorama. Dopo tutto, ne è il principale architetto dal 2002 almeno. È anche il peggiore persianofobo dell’Arabia Saudita per motivi che devono avere a che fare con la sua gelosia per l’intelletto persiano. Quando fu sollevato dal suo incarico di capo dell’Intelligence Generale dello Stato saudita (l’ossimoro più palese del mondo), scomparve negli Stati Uniti e poi riapparve in Marocco, riposatosi presso Marrakesh. Robert Ford, prima delle sue dimissioni, castigò i buffoni del NACOSROF d’Istanbul, quando parlavano di Bandar e della necessità di una maggiore bottino, dicendogli che Bandar non era più in circolazione e che avrebbero dovuto riunirsi per affrontare le sfide essendo un irrilevante gruppo di inutili criminali parassiti, esiliati, malcontenti e ratti d’albergo. Tutti pensavano che fosse finita per Bandar. Nel 2013 il SIIL ampliò le operazioni dall’Iraq, dov’era noto come SII, e in Siria dove si rinominò SIIL. Ciò andò bene ai sauditi fin quando il SIIL iniziò a massacrare i loro preferiti, e di Erdoghan, del Jabhat al-Nusra.

I sauditi guardarono con orrore, e così pure Erdoghan, mentre il SIIL cominciò a fare il lavoro dell’esercito siriano eliminando i cattivi. Anche alcuni ingenui siriani pensavano che il Dr. Assad avesse inventato il SIIL, perché era così zelante nel perseguire tutti quei “patrioti” finanziati dai sauditi e supportati dai turchi. Il Dr. Assad deve aver riso crassamente alle continue celebrazioni del SIIL che tormentava e decapitava il gruppo Nusra, mentre risuonavano le litanie di Ayman al-Zawayhiri che richiamava alla tolleranza, all’unità e all’arbitrato della Shariah. La risata si deve essere sentita per tutta Damasco. La gerarchia saudita non può capire o controllare la nuova anarchia scatenata dal loro nababbo del nichilismo. Bandar è l’unico asino di un Paese in cui regnano gli asini a poter comunicare con l’illustre nuovo califfo Ibrahim Abu Baqr al-Baghdadi e controllarne le azioni, perché Bandar è legato alla CIA. Purtroppo, i sauditi hanno frainteso tutta la situazione. Non è Bandar che ha inventato il SIIL, ma gli Stati Uniti con l’aiuto sionista e turco. I sauditi sono fuori dal giro, e nemmeno lo sanno.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://www.controinformazione.info/il-siil-e-il-gioco-che-nessuno-puo-giocare-neo-con-in-wonderland/

Ritorsioni dalla Russia, grazie alla UE: un’altra stangata al sistema agroalimentare italiano

di Luciano Lago
 
Le  ritorsioni dalla Russia colpiscono l’agroalimentare italiano, grazie all’ acquiescenza dell’Unione Europea verso la politica  di Washington ed alle provocazioni verso la Russia
 
Ancora una volta l’Unione Europea ha trovato il modo di dare una stangata, con la compiacente acquiescenza del governo Renzi, al sistema agroalimentare italiano e non soltanto quello.
 
I burocrati di Bruxelles della Commissione Europea, la stessa che ha voluto aprire e liberalizzare le importazioni agricole dai paesi dell’altra sponda del Mediterraneo come il Marocco, affossando e mettendo fuori mercato l’agricoltura del Sud Italia in particolare per gli agrumi e l’olio di oliva, come era facilmente prevedibile (vedi Accordo UE Marocco devasta agricoltura ), nella loro foga di servire il padrone USA ed adeguarsi alle sue direttive, hanno supinamente accettato di porre le sanzioni alla Federazione Russa, ottenendo da questa, per ritorsione, il blocco delle esportazioni agroalimentari  verso la RussiaUn provvedimento che la Confagricoltura ha stimato che apporterà una mazzata di circa 700 milioni al comparto agricolo italiano.
 
Già due giorni fa i doganieri russi hanno bloccato e rimandato indietro circa 70 camion di pesche italiane che inevitabilmente finiranno al macero, con gravi danni per le aziende agricole che avevano predisposto e confezionato tali merci. Successivamente sono arrivati gli annullamenti degli ordini ai produttori e caseifici di parmigiano reggiano, grana padano, prosciutto di Parma, di Modena e di san Daniele, lo stesso per i produttori di pollame, di carni, di ortaggi, di olio di oliva, e di altre specialità agricole che avevano un florido mercato con la Russia.
 
Ci si domanda chi pagherà i danni per questo ulteriore effetto delle politiche demenziali messe in atto dalla UE e ossequiate e confermate dal governo Renzi per compiacere i suoi padroni americani.
 
Un governo che non ha la capacità di tutelare l’interesse nazionale e si assoggetta a qualsiasi direttiva, anche la più assurda, come quella che intende sanzionare la Russia per causa del legittimo diritto di questa a difendere la popolazione di etnia russa messa sotto attacco e bombardata dal governo golpista di Kiev, associato con la NATO, gli USA e la UE.
 
La Russia, come era facile prevedere, ha chiaramente preso le sue contromisure ed ha bloccato le importazioni alimentari dai paesi europei che hanno aderito alle sanzioni i quali subiranno tutte le negative conseguenze dei provvedimenti presi dai loro governi asserviti ad interessi di oltre Atlantico.
 
Il governo Italiano avrebbe potuto dissociarsi dalle sanzioni, come presidente di turno della UE avrebbe potuto sollevare con forza la questione in ambito europeo, richiedere fermamente l’avvio di un dialogo ed una trattativa per risolvere la questione ucraina in modo pacifico e comunque diverso dalla campagna militare attuata dal governo di Kiev che invia carri armati, artiglieria e caccia bombardieri in una “operazione castigo” che è diretta contro i secessionisti filo russi ma ha conseguenze nefaste sulla popolazione civile (si contano già oltre mille vittime e 750.000 profughi), nel silenzio dei media occidentali.
 
Per comprendere come sia fuori dal diritto internazionale l’attuazione di Kiev, facciamo l’ipotesi che in Italia, durante i fermenti autonomistici dell’Alto Adige, avvenuti fra gli anni ’50 e ’60, si fosse applicato lo stesso sistema che oggi applica il governo di Kiev: il governo italiano avrebbe dovuto inviare l’Esercito e l’aviazione a bombardare Bolzano, Merano e Brunico, dove era prevalente la popolazione di lingua tedesca che appoggiava gli autonomisti. Poteva essere questa una azione lecita?
 
Questo concetto i giornali e le TV del sistema non lo scrivono prchè risulta evidente che si applica un doppio standard, quando ci sono interessi di mezzo dell’egemonia USA in Europa, avendo gli americani l’obiettivo conclamato di isolare la Russia dall’Europa, demonizzare Putin, tornare alla guerra fredda, facendone pagare ai popoli europei il costo di questa politica mentre i burocrati della UE rimangono splendidi nei loro eleganti uffici di Bruxelles a pontificare di “solidarietà europea e di democrazia”. Non si capisce poi quale democrazia visto che appoggiano un governo inquinato da formazioni neo naziste con attitudini omicide, come dimostrato dai fatti di Odessa. Vedi: ( bagno di sangue di Odessa voluto dai golpisti ).
 
Con questo episodio si è dimostrato chiaramente che l’Europa come entità politica è semplicemente inesistente, trattasi di una colonia statunitense, costellata di basi militari USA, dominata dagli interessi della superpotenza egemone e dei suoi cugini britannici. Un continente alla deriva, in senso economico e morale, governato da una oligarchia di grigi burocrati e finanzieri, al servizio di interessi esterni, che calpesta il diritto dei suoi popoli ed ha privato della sovranità i paesi che ne fanno parte con la complicità di governi asserviti.
 
Neppure si è sentita una parola da parte del governo Renzi, quanto meno per richiedere il rimborso dei danni dei nostri produttori da parte della UE e dal governo degli Stati Uniti che sono i veri responsabili di questa situazione. Cosa che invece hanno fatto la Polonia, la Bulgaria e gli Stati Baltici che sono altri paesi gravemente danneggiati da questa ritorsione russa. La Polonia anzi risulta che ha richiesto energicamente al governo USA di sostituirsi alla Russia nell’acquistare le mele e gli altri prodotti che venivano venduti in Russia, vista la sua posizione strategica di paese confinante con la Russia.
 
Certo non sentiremo la stessa richiesta da parte del fiorentino assurto alla suprema carica di governo.
Un governo che, nella tradizione italiana dei governi in totale subordinazione, ha sempre obbedito a tutte le richieste di Washington, anche quelle ultime di non rinunciare all’acquisto dei costosi caccia bombardieri made in USA per favorire l’industria USA, o di assentire alla base di spionaggio del Muos in Sicilia, della serie non ci facciamo mancare niente.
 
Troppo inchinato Matteo Renzi di fronte al “padrone americano” di cui è arrivato a tessere sperticate lodi durante la visita in Italia del presidente Obama: noi ci siamo ispirati al suo “Yes we can”, è arrivato a proferire il fiorentino in una esemplare libidine di servilismo a suprema vergogna di questo paese.

La presidente Argentina, Cristina F. de Kirchner, ha annuciato l’applicazione della legge antiterrorismo ad una multinazionale USA

La presidente argentina, Cristina  Fernandez de Kirchner , ha annunciato che applicherà per la prima volta una legge antiterrorismo nei confronti di una impresa multinazionale nordamericana, la Donnelley, che pochi giorni prima, a sorpresa aveva dichiarato il fallimento, chiuso di colpo il suo stabilimento in Argentina, lasciando per la strada 400 lavoratori.

Questa mossa è stata collegata alla vicenda dei “fondi avvoltoio” ed è stata indicata dal governo argentino come una manovra preordinata.
La Cristina Kirchner ha presentato denuncia di fronte alla corte penale della Giustizia federale per il reato di “alterazione dell’ordine economico e finanziario”, come ha sostenuto la presidente la quale  ha inforcato le lenti per leggere l’articolo che si riferisce alla legge antiterrorismo promulgata nel Dicembre del 2011 ,in mezzo a forti polemiche per la sua possibile utilizzazione nei conflitti sociali.
Secondo la Cristina,  anche alcuni grandi giornali del paese avevano avallato tale manovra ed avevano annunciato con grandi titoli che 400 persone si trovavano dalla sera alla mattina senza lavoro, un sistema fraudolento per spaventare la popolazione e seminare il panico.

La Presidente argentina ha spiegato che vi era stato un atto preparatorio della chiusura della multinazionale Donnelley (leader nel settore della grafica con 55000 dipendenti in tutto il mondo) e lo ha collegato con la vicenda dei fondi avvoltoio che, ha assicurato, non vogliono arrivare ad un accordo, non solo per avarizia e cupidigia ma anche per una decisione geopolitica di voler tornare ad indebitare l’Argentina. Le loro argomentazioni hanno svelato un piano ordito, una cospirazione che spiegherebbe quanto accaduto anche alla Donnelley, dove non esisteva alcuna crisi.

La Cristina ha spiegato come siano strettamente collegati i fatti quali il contenzioso dei fondi avvoltoio con l’Argentina, la NML di Paul Singer, che aveva trasferito un 13% delle azioni di una multinazionale che si trova in Argentina (non ha indicato quale) al fondo di investimento Blackrock.  Successivamente  P.S. lo stesso aveva dichiarato  che la  Donnelley era parte per il 60% o 70% di  fondi di investimento e che uno di questi era Black Rock.

“Esiste una trama mafiosa a livello internazionale che sta manovrando l’economia mondiale”. ha assicurato la Cristina.
http://www.controinformazione.info/la-presidente-argentina-cristina-f-de-kirchner-ha-annuciato-lapplicazione-della-legge-antiterrorismo-ad-una-multinazionale-usa/

Est Ucraina: sconfinamenti russi e mappe sul campo a confronto

naturalmente crediamo a quello che dice la Nato, sono gli amati liberatori

15 agosto 2014

Venti di Guerra e Borse a picco. Da Repubblica:
Ucraina, il presidente Poroshenko: “Abbiamo distrutto un convoglio di blindati russi”
 
172323025 cd294834 b760 4912 b123 01bcb62c6d04 Est Ucraina: sconfinamenti russi e mappe sul campo a confronto
Kiev: “Truppe armate hanno varcato il confine”. Alcuni reporter avevano segnalato movimenti dei soldati di Mosca, che nega tutto: “Siamo nel nostro territorio, vogliamo solo portare aiuti”. L’Europa: “Il Cremlino si fermi subito”. Crollano le borse. La Nato: “Se confermato sarebbe la prova che la Russia fa il contrario di ciò che dice”
Di seguito la situazione sul campo secondo gli Ucraini al 14 Agosto 2014
 
Ucraina14ago 1024x851 Est Ucraina: sconfinamenti russi e mappe sul campo a confronto
Qui la situazione sul campo secondo i Russi al 14 Agosto 2014
 
ukraine14agoru 1024x851 Est Ucraina: sconfinamenti russi e mappe sul campo a confronto
Ci sono alcune differenze non di poco conto: per gli Ucraini la tendenza e’ a chiudere i Russi in piccole sacche, per i russi no. Non e’ un dettaglio da poco.
 
La tendenza di fondo e’ senza dubbio quella di un progressivo restringimento dell’area controllata dai filo-russi (questi occupano un’area larga tra 30 e 50 km, e lunga 150 km, per un estensione di circa 6.000 km2, circa l’1% del territorio Ucraino), ma non e’ chiara la velocita’ del fenomeno.
 
Notate che nella mappa gli Ucraini denunciano bombardamenti da parte di forze presenti in territorio della Federazione Russa.
 
GPG

L’Unione Europea si è sparata da sola sui piedi con le sanzioni contro la Russia

Orban il “despota cattivo” difende la Russia (come sempre ha fatto)….Orban il mostro secondo le anime belle che fino a ieri ad esempio attaccavano Putin (omofobico) ed oggi lo “riscoprono”….

“L’Unione Europea si è causata da sola un forte danno economico con le sanzioni che ha imposto alla Russia per causa del conflitto in Ucraina”,  questo è quanto ha dichiarato il primo ministro ungherese, Viktor Orban.
“Le sanzioni che ha imposto l’Occidente (….) causano un danno a noi stessi piuttosto che alla Russia”, ha detto Orban in una intervista alla radio. “Questo si chiama spararsi un colpo nei piedi”.
“La UE dovrebbe non soltanto risarcire in qualche modo i produttori, che siano polacchi, slovacchi, ungheresi o greci, quelli che adesso subiscono i danni economici ma anche  riconsiderare tutta la sua politica di sanzioni” , ha dichiarato Orban.

” Mi adopererò in ogni modo possibile (….) cercando di fare riconsiderare ai nostri soci la politica delle sanzioni, che non risulta ben ponderata”, ha sostenuto Orban.
Il Capo del governo dell’Ungheria, il cui maggior partner commerciale, al di fuori della UE, è la Russia, si riferiva alla decisione della Russia di vietare le importazioni di alcuni prodotti che venivano acquistati dai paesi che hanno imposto le sanzioni.
La misura presa dalla Russia è stata la risposta al nuovo pacchetto di sanzioni economiche che la UE e gli USA avevano imposto a dalla Russia  a partire dal  1° di Agosto.
Fonte: RT Actualidad
Nota:

In Europa esiste ancora qualche statista degno di questo nome  che ” la canta forte e chiara” ai burocrati di Bruxelles i quali, con questa vicenda delle sanzioni, hanno dimostrato la loro nullità politica, la loro incompetenza, oltre che la loro subordinazione agli ordini del “padrone americano” che si sforzano di compiacere.
Bisogna considerare che,  secondo quanto dichiarato ultimamente dall’esimio Mario Draghi, presidente della BCE,  proprio a questi burocrati della Commissione Europea bisognerebbe affidare ogni residua sovranità da parte dei governi europei.

Superfluo ogni altro commento.
http://www.controinformazione.info/

Attaccato dall’Esercito di Kiev il convoglio russo di aiuti umanitari giunto in Ucraina

ah ecco che stavano facendo i cattivi russi

Attenzione Notizie importanti dall’Ucraina

Secondo informazioni arrivate da fonti russe, l”Esercito di Kiev avrebbe attaccato oggi  il convoglio russo di aiuti umanitari diretto nella zona di Lugansk.

In particolare l’attacco sarebbe avvenuto ad opera di un battaglione punitivo Aidar che aveva pianificato di minare la strada dove era previsto il percorso dei mezzi (percorso concordato con le autorità di Kiev).

Venerdì scorso, Mosca aveva accusato l’Ucraina di aver tentato di distruggere il convoglio di aiuti umanitari, ora che i preparativi per la sua consegna avevano raggiunto le loro fasi finali e tutte le questioni essenziali sono state concordate.

“Richiamiamo l’attenzione sula forte intensificazione delle azioni militari da parte delle forze ucraine con l’obiettivo evidente di bloccare il percorso, concordato con Kiev, del convoglio umanitario dal confine Russia-Ucraina alla volta di Lugansk,”, aveva dichiarato  il ministero degli Esteri Russo in un comunicato.

La Russia ha inviato un convoglio di 280 camion che trasportano aiuti umanitari – tra cui materiale medico, prodotti alimentari, compresi gli alimenti per bambini, sacchi a pelo e altre necessità di basNewse per le popolazioni civili bloccate all’interno delle zone dilaniate dal conflitto nel sud-est dell’Ucraina. Da Martedì Il convoglio era attualmente bloccato vicino al confine ucraino, ed era in attesa di approvazione finale da Kiev prima di procedere in avanti.

La notizia ha destato enorme preoccupazione per la possibilità di un allargamento del conflitto in corso con intervento diretto delle forze russe.

Tutte le borse europee rimaste aperte, da Francoforte a Parigi, hanno accusato il colpo e si è riscontrato una brusca caduta delle quotazioni per l’avvenimento imprevisto che riacutizza la tensione internazionale.
http://www.controinformazione.info/attaccato-dallesercito-di-kiev-il-convoglio-russo-di-aiuti-umanitari-giunto-in-ucraina/  

LES USA BIEN PLACES POUR PARLER DE « BONNE GOUVERNANCE »?/ LE SOMMET USA-AFRICAN LEADERS DECRYPTE (3)

Conception et direction Luc MICHEL / Images EODE-TV – DVIDS /

Présentation Bachir Mohamed Ladan /

Coproduction Luc MICHEL – EODE-TV – Afrique Media

 Emission 3 complète sur : https://vimeo.com/102962473

 Sommet « USA – AFRICAN LEADERS » des 4-5-6 août 2014 à Washington/

EMISSION 3/

PREMIERE DIFFUSION EN DIRECT LE 7 AOUT : 

EODE-TV - SPECIALE sommet de Washington 3 (2014 08 07) FR 1

# LES THEMES DU JOUR :

On a parlé beaucoup de « démocratie » à Washington, identifiée par les Occidentaux à leur propre système politique parlementariste. Mais n’y a-t-il pas une voie africaine vers la démocratie, comme la Russie de Poutine à défini la sienne par exemple, cette « démocratie souveraine » (souveraine face à l’Occident précisément) ?

Il y a une grande absente à ce Sommet, une fois de plus, c’est l’Union Africaine. La superpuissance américaine a en effet imposé une multitude de dialogues bilatéraux avec chacun des états africains, pris séparément. Ou va l’Union Africaine ?

 Thème central du jour :

Le 6 août se tenait la Session « gouvernance pour les générations futures » du Sommet, le véritable enjeu de cette grand messe américaine. Et dont, mais ne n’est pas hasard, les médias occidentaux ont peu parlé.

Cette « bonne gouvernance » çà représente quoi ? Et çà sert à quoi ?

L’Occident est-il bien placé pour donner des leçons de « bonne gouvernance » ?

Quelles conclusions tirer de ce Sommet ? Nous sommes extrêmement critiques, donc un bilan totalement négatif …

 Et vous n’avez pas été tendre sur vos réseaux envers la couverture faite par la presse africaine. Donc un bilan totalement négatif ?

 # LES EVEMENTS EN IMAGES :

EODE-TV - SPECIALE sommet de Washington 3 (2014 08 07) FR 2

Voici maintenant en images un résumé des 5 et 6 août :

* Le grand show du dîner des chefs d’état africains à la Maison Blanche le 5 août. Nous vous montrons l’arrivée des présidents camerounais Biya et équato-guinéen Obiang Ngema Mbasogo.

* Le « Sommet des premières dames », avec Michelle Obama et Laura Bush.

* La Session « Africa invest in our future » du Sommet, le 6 août avec Kerry et Obama. Et même Georges Bush, le fondateur de l’AFRICOM !

 # DOCUMENT :

En finale, nous vous offrons un document en Français sur le Meeting des YALI, la « Young African Leaders Initiative » avec Obama le 3 août, largement évoqué dans notre première émission. Sans aucun doute la plus grande menace pour l’Afrique. Découvrez l’ « américanolatrie » de ces jeunes africains, comme disait Luc MICHEL dans notre première émission consacrée au Sommet de Washington, formatés pour servir les intérêts US en Afrique. Et avec qui Obama entend remplacer les chefs d’état africains actuels et asservir l’Afrique. Découvrez le visage de l’ennemi …

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 # AFRIQUE MEDIA a co-produit 3 émissions spéciales en direct avec le géopoliticien Luc MICHEL et sa chaîne EODE-TV.

Au menu de ces 5, 6 et 7 août 2014, le dessous des cartes de ce Sommet de Washington, tous ses enjeux développés et décryptés un par un, des analyses percutantes.

Et en prime grâce à une journaliste d’EODE-TV qui a pu se faire accréditer, malgré des refus massifs du State Department, des images de tous les grands événements…

 Présentées par Bachir Mohamed Ladan

Avec les analyses exclusives de Luc MICHEL :

Qui vous dévoilera les vrais plans des USA pour recoloniser l’Afrique.

Qui vous expliquera comment fonctionnent les réseaux de subversion des USA en Afrique.

Qui vous analysera la vision géopolitique prédatrice de l’Afrique qu’ont les américains.

Qui loin de la vision optimiste de certains africains, vous avertira de la tempête américaine qui menace l’Afrique …

 L’information la plus complète sur ce Sommet.

Toutes les thématiques analysées.

Et en plus de nombreuses images du Sommet depuis nos correspondants à Washington

 www.afriquemedia.tv

EODE T-V sur Vimeo : https://vimeo.com/eodetv

Belgio. Fermo un altro reattore nucleare

Dopo i reattori di Tihange si ferma anche un reattore di Doel. Governo preoccupato per la mancanza di risorse energetiche.

Centrale nucleare di Tihange.
di Massimo Bonato

Il Gruppo belga Electrabel (GDF Suez) ha reso noto giovedì 13 agosto di aver dovuto fermare il terzo reattore della centrale di Doel, vicino ad Anversa, per perdite d’olio. Il gruppo, che gestisce sette reattori in territorio belga ha già dovuto fermare il Doel 4 il 5 agosto. «Le Monde» riporta il comunicato rilasciato da Elecrtabel, secondo il quale “I primi risultati indicano un danno significativo alla turbina ad alta pressione. Sulla base di questa analisi parziale, sembra che l’unità Doel 4 non sarà sicuramente disponibile fino al 31 dicembre 2014″.

Altri due reattori, il n. 3 del Doel e il n. 2 della centrale di Tihange, nei pressi di Liegi, sono fermi dal 25 marzo, dopo essere stati spenti tra il giugno 2012 e il giugno 2013, per la scoperta di migliaia di microfessure nei loro serbatoi.

Il Belgio ha finora perso 3000 megawatt, dei 5700 di sono capaci i suoi due impianti. Il governo è preoccupato, dal momento che non sa su quale capacità energetica poter contare per affrontare l’inverno. L’energia nucleare fornisce il 55% dell’energia elettrica consumata nel Paese.

Il Belgio ha programmato un graduale abbandono del nucleare, che prevede il definitivo arresto dei reattori tra il 2015 e il 2025, quando anche gli ultimi impianti avranno ormai 40 anni.

M.B. 16.08.14

Cuba punta sulle energie rinnovabili

Alla promozione di energie alternative il governo destina nell’arco dei prossimi 15 anni circa 3,6 miliardi di dollari.

Il governo cubano è stato tra i primi al mondo a sviluppare la ricerca sulle fonti rinnovabili e ad incentivare l’uso delle energie alternative. Ora, fallito in parte il tentativo delle prospezioni petrolifere in acque profonde, Cuba ha deciso di concentrarsi sulle energie rinnovabili e migliorare la produzione di greggio con pozzi sulla terraferma, a causa del diminuito interesse delle grandi imprese straniere all’off-shore.

Alla promozione di energie alternative il governo pianifica infatti di destinare nell’arco dei prossimi 15 anni circa 3,6 miliardi di dollari (un’enormità se si pensa che l’isola conta solo pochi milioni di abitanti), come annunciato di recente dal vice presidente e membro dell’ufficio politico del Partito comunista cubano (Pcc), Marino Murillo.
A fronte di una grande quantità di petrolio di più facile accesso in diverse regioni del pianeta e anche a causa dei persistenti ostacoli posti dall’embargo statunitense, quasi tutte le imprese straniere coinvolte nel 2012 in diversi tentativi di perforazione in acque profonde, fatta eccezione per la norvegese Statoil e la venezuelana Pdvsa, si sono ritirate. E che il settore non interessi più sembra dimostrato anche dalla decisione della compagnia statale russa Rosneft e della Chinese National Petroleum Company (Cnpc) di limitarsi ad aiutare L’Avana ad estrarre più petrolio nella sua tradizionale fascia nord-occidentale.
Con le energie rinnovabili come nuova priorità, L’Avana cerca ora nuovi investitori. Per il 2030, ha detto Murillo, il governo si prefigge di ridurre dal 96 al 76% la produzione di energia elettrica proveniente dal petrolio; la rimanente è generata oggi da 19 impianti di bioelettricità connessi a zuccherifici, oltre a 13 parchi eolici e fotovoltaici.

da Contropiano