Russia ed Egitto rilanciano la cooperazione strategica

ecco perché Usa e suoi lecchini adorano Morsi

AGOSTO 19, 2014
Boris Dolgov Strategic Culture Foundation 19/08/2014
Abdelfatah Said Husayn Qalil al-Sisi, Presidente dell’Egitto, ha visitato la Russia il 12 agosto. Il vertice è un importante passo dal forte impulso allo sviluppo delle relazioni bilaterali. I presidenti hanno raggiunto accordi per creare una zona di libero scambio con i Paesi eurasiatici e una zona industriale russa in Egitto nell’ambito dell’Asse del Canale di Suez Axis. Il nuovo segmento del canale sarà lungo 45 miglia, diramandosi dal canale attuale di 120 chilometri.

L’estensione è necessaria per ridurre i tempi di attesa delle navi da una media di 11 ore a 3. Il rapporto tra Egitto ed Unione doganale di Russia, Bielorussia e Kazakhstan si stringe. La cooperazione militare continuerà con l’invio di corazzati e sistemi di difesa aerea in Egitto.

I due Paesi uniscono gli sforzi nella ricerca spaziale. Nell’aprile 2014 un missile russo ha posto in orbita un satellite egiziano. L’Egitto aumenterà le esportazioni verso la Russia. Il turismo avrà nuovo impulso. L’agenda internazionale dei colloqui include problemi scottanti come la crisi in Siria, Iraq, Libia e l’aggravamento dello scontro nella Striscia di Gaza tra Israele e Palestina. L’Islam radicale esercita un’influenza crescente utilizzando il terrore come strumento di lotta politica. Egitto e Russia hanno una ricca esperienza nella lotta ai radicali islamici. La maggior parte degli egiziani percepisce al-Sisi come il leader che ha salvato il Paese dal pantano della guerra civile. Un conflitto interno si stava preparando durante la permanenza in carica del presidente islamista Muhammad Mursi. Al-Sisi era ministro della Difesa nel luglio 2013, quando ebbe supporto da forze politiche sinistra e liberali, dal partito salafita al-Nur, da Corte Costituzionale, Ministero degli Interni, Gran Mufti d’Egitto, università musulmana al-Azhar e dal patriarca della Chiesa copta ortodossa. Con questo ampio sostegno al-Sisi depose l’allora presidente Mursi che rappresentava i Fratelli musulmani. Quegli eventi appaiono nella storia dell’Egitto come la “Rivoluzione del 30 giugno” (il 30 giugno 2013 l’esercito inviò un ultimatum a Mursi).
Al-Sisi ha vinto le elezioni presidenziali del maggio 2014. I Fratelli musulmani furono esclusi dalla vita politica del Paese in quanto organizzazione terroristica, secondo la nuova costituzione approvata dal 98% dei votanti nel referendum del gennaio 2014. Abdelfatah al-Sisi, ministro della Difesa e capo dei servizi di sicurezza ebbe oltre il 96% dei voti. La vittoria fu senza precedenti nei 60 anni di storia dell’Egitto repubblicano, da quando il Paese divenne una repubblica nel 1953. Mosca fu la meta del suo primo viaggio all’estero come ministro della Difesa, incontrando il Presidente Putin nel febbraio 2014. Da parte del suo popolo il Presidente russo sosteneva il “successo” dell’alto ufficiale egiziano nella corsa presidenziale della nazione. Il rapporto tra i due Paesi ha radici storiche. Abdelfatah al-Sisi gode di un forte sostegno tra coloro gli eredi dell’ex-Presidente Gamal Abdel Nasser, per esempio il Fronte di salvezza nazionale, tra cui al-Wafd (partito della delegazione), uno dei più antichi ed influenti partiti democratici liberali, il Partito arabo nasseriano e il movimento Tamarod (Ribellione) che rappresentano le forze di sinistra e liberaldemocratiche. In Egitto, al-Sisi viene spesso paragonato a Gamal Abdel Nasser che governò nel 1954-1970.
La politica filo-socialista di Nasser aveva lo scopo di mantenere la leadership dell’Egitto nel mondo arabo, e per contrastare la pressione neo-coloniale occidentale, si alleò all’Unione Sovietica. Luminosi esempi di cooperazione bilaterale sono la costruzione della diga di Assuan e il sostegno all’Egitto dall’URSS quando Gran Bretagna, Francia e Israele intervennero contro questo Paese nel 1956. L’attacco fu fermato dall’Unione Sovietica che sottolineò il diritto d’intervenire e colpire gli aggressori. Il popolo egiziano ricorda il sostegno dell’URSS in quei giorni. Molto spesso i manifestanti di Cairo portano insieme le tre immagini di al-Sisi, Nasser e Putin. Il mondo è assai cambiato dai tempi di Nasser, ma il neo-colonialismo è ancora vivo. Ad esempio, gli Stati Uniti hanno sospeso gli aiuti finanziari e militari all’Egitto dopo che Mursi fu rovesciato, l’ex-presidente attuava una politica estera filo-occidentale, in particolare verso la Siria. La caduta di Mursi non ha soddisfatto gli interessi degli Stati Uniti, quindi ne hanno etichettato la deposizione come “violazione della democrazia e golpe militare”. L’Unione africana pose fine all’adesione dell’Egitto all’organizzazione. Ma l’Egitto fu irremovibile nel ripristinare la propria posizione di leader del mondo arabo e centro di potere regionale.
Dopo gli eventi in Crimea e Ucraina, la Russia affronta lo stallo con l’occidente. Gli eventi internazionali fanno presumere che non sia l’ultimo confronto. Per contrastare tale sfida, la Russia ha bisogno di alleati esterni al mondo occidentale, in Asia, America Latina e Africa. Con la sua lunga storia di legami con la Russia, l’Egitto, nazione araba leader, può divenire un alleato dei russi.
La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

http://aurorasito.wordpress.com/2014/08/19/russia-ed-egitto-rilanciano-la-cooperazione-strategica/

LA SVIZZERA RIFIUTA DI APPLICARE LE SANZIONI DELLA UE E MOSCA LE APRE LE FRONTIERE: EXPORT DI FORMAGGI ALLE STELLE!

Vedi anche: Sanzioni USA-UE alla Russia: inizia la rimessa dell’Italia…
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LONDRA – Mentre in Italia i produttori di grana padano stanno perdendo una barca di soldi per via del blocco delle importazioni di prodotti agroalimentari imposto dal governo russo gli esportatori elvetici di formaggio sono subissati di chiamate dalla Russia e per questo devono ringraziare il governo svizzero che ha deciso di non imporre sanzioni alla Russia nonostante le pressioni dell’Unione Europea.

Ai confini della Russia, sarebbero già numerosi i camion carichi di generi alimentari rispediti indietro verso il continente e quindi per approvigionarsi i commercianti russi guardano con sempre maggiore insistenza alla Svizzera.

“Gli importatori russi stanno cercando di approvigionarsi di quei formaggi, come Mozzarella, Goudam ed Edam che non possono più comprare dai Paesi europei”, ha spiegato Daniel Daetwyler, direttore generale di Intercheese, a Bloomberg. La sua azienda nel 2013 ha esportato 20 tonnellate di formaggio in Russia e quest’anno prevede di accrescere notevolmente i suoi volumi.

In totale l’anno scorso la Svizzera ha esportato 431 tonnellate di formaggio in Russia, una cifra che in questo 2014 sembra destinata ad esplodere. “Se dovesse rimanere l’embargo ci sarà un notevole incremento”, ha affermato sempre a Bloomberg Jacques Bourgeois, direttore dell’Unione degli agricoltori svizzeri. “La Svizzera tuttavia è una piccola regione e non è in grado di raddoppiare la propria produzione da un giorno all’altro.”

La Russia importa ogni anno 25 miliardi di dollari in prodotti oggi banditi, dei quali 9,5 miliardi arrivano dai Paesi finiti sulla lista nera di Putin, un grandissimo mercato, quindi, che si apre per i produttori svizzeri.

Per Andrey Danilenko, capo dell’Unione dei produttori di latte a Mosca, le importazioni dalla Svizzera dovrebbero salire molto insieme con quelle dalla Serbia, anche se buona parte del fabbisogno potrebbe arrivare dalla produzione interna.

“L’economia svizzera approfitterà dell’embargo” ha dichiarato dal canto suo David Escher, direttore della Swiss Cheese Marketing. “Chiaramente la Svizzera ha un vantaggio, potendo continuare ad esportare anche se  capirne la portata occorrerà ancora un po’ di tempo.”

E cosi’ mentre i produttori svizzeri si stanno leccando i baffi in Italia tutti gli operatori del comparto agroalimentare si stanno leccando le ferite grazie all’imbecillita’ e all’arroganza dei ministri del governo Renzi i quali stanno distruggendo un settore che e’ ancora il motore trainante del nostro paese.

Questo e’ chiaramente inaccettabile e per questo auspichiamo che tutti i produttori di formaggio che operano vicino al confine svizzero possano lasciare l’Italia e iniziare ad operare in territorio elvetico cosi’ da poter inziare a guadagnare e far capire alla nostra classe dirigente che questa situazione e’ insostenibile.

Fonte ticinonews.ch – che ringraziamo

GIUSEPPE DE SANTIS – Londra.

Fonte: ilnord.it
http://informatitalia.blogspot.it/2014/08/la-svizzera-rifiuta-sanzioni-ue-verso.html

Liberation “Foley in mano a Assad”, oggi si adegua

quando si dice servi….ma Liberation è la voce della società civile…quella sana

Il Coordinamento nazionale per la Pace in Siria mostra le foto di due prime pagine del quotidiano francese Liberation (fondato da Sartre, ma decaduto come autorevolezza anche se non come presunzione)
Nella prima pagina di Liberation, relativa ad alcuni mesi fa, era scritto che il giornalista James Foley era prigioniero di Assad.
Oggi invece Liberation pubblica come tutti i media del mondo della esecuzione per mano dei jihadisti.
Al link riportato di seguito le due prime pagine di Liberation, curiosamente con la stessa immagine di James Foley:

https://www.facebook.com/793270050724133/photos/a.793740984010373.1073741828.793270050724133/805822292802242/?type=1&theater

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=74333

M. OBAMA, DEUX VIES AMERICAINES VALENT-ELLES MIEUX QUE MILLE VIES AFRICAINES ?

Luc MICHEL/ En Bref / Avec AFP – PCN-TV/ 2014 08 21/

 Bonne nouvelle sur le front d’Ebola ? Ou très mauvaise concernant l’image trafiquée que l’Occident made in USA entend donner de lui même ???

 LM.NET - EN BREF ebola pas de pitié pr les africains (2014 08 21) FR

Les deux missionnaires américains infectés en Afrique par le virus Ebola et soignés aux Etats-Unis sont guéris et ont été autorisés à sortir de l’hôpital cette semaine, ont annoncé ce jeudi les médecins traitant. Le Dr Kent Brantly, 33 ans et Nancy Writebol, 60 ans, avaient été rapatriés en juillet aux Etats-Unis à l’hôpital universitaire Emory près d’Atlanta (Géorgie). “La sortie de l’hôpital de ces deux patients ne représente aucun danger pour la santé publique”, a déclaré le Dr Bruce Ribner, le directeur du service des maladies infectieuses d’Emory lors d’une conférence de presse. Le Dr Brantly, entouré de l’équipe soignante, est apparu SOURIANT lors de cette conférence de presse. “Après une série de traitement rigoureux et d’analyses, l’équipe de médecins a estimé que les deux patients avaient guéri d’Ebola et pouvaient retourner dans leur famille sans craindre de transmettre l’infection aux autres”, avait dit peu avant le Dr. Ribner.

 Dr Brantly et Nancy Writebol ont tous deux contracté Ebola alors qu’ils soignaient des malades au Liberia, l’un des quatre pays d’Afrique de l’Ouest touchés par une épidémie sans précédent depuis l’émergence du virus en 1976. Selon le dernier bilan de l’Organisation mondiale de la santé (OMS) publié mercredi, cette fièvre hémorragique a fait au moins 1.350 morts sur 2.473 cas. Outre le Liberia, la Sierra Leone, la Guinée et plus récemment le Nigeria, pays le plus peuplé d’Afrique, sont touchés. Ebola se propage par contact direct de fluides corporels, comme le sang, de personnes infectées présentant les symptômes de la maladie. La période d’incubation va de 2 à 21 jours. Les deux missionnaires avaient d’abord été traités en Afrique avec un sérum expérimental jamais utilisé auparavant sur des humains, avant d’être rapatriés par avion sanitaire aux Etats-Unis.

 TRATEMENT PRIVILEGIE POUR LES AMERICAINS

 Lorsque les deux humanitaires américains ont été contaminés par le virus Ebola, ce fut le traitement privilégié : rapatriement (tiens pas de risque sanitaire pour eux ?) et vaccin expérimental. A ceux qui demandaient le même vaccin pour le millier d’africains contaminés, Obama a répondu tout d’abord « il faut protéger les brevets » (pas les vies … africaines). C’était au Sommet USA-AFRICAN LEADERS de Washington, au même moment où il affirmait son amour (sic) de l’Afrique. Ensuite, Obama nous dit que « le vaccin n’était pas prêt, pas sûr ». Les deux américains sont vivants et guéris. Les mille africains sont morts. D’autres attendent la mort.

 SIDA OU EBOLA : PAS DE PITIE POUR LES AFRICAINS !

 Pour le Sida c’est la même chose. Les occidentaux, grâce à la « trithérapie » survivent à la maladie (sans toutefois guérir). Cela fait la fortune des laboratoires pharmaceutiques, ces multinationales de la misère. Ceux qui refusent de lâcher leur brevets lucratifs pour qu’on puisse produire en Afrique des « médicaments génériques » bons marchés. Les Africains n’ont pas d’argent pour la trithérapie ? Qu’ils continuent à crever !

 C’est çà la morale américaine, c’est çà l’équité occidentale !

En 1946, à Nuremberg, on a jugé une partie des criminels de guerre (les allemands, pas les anglo-saxons et leurs bombardements terroristes sur les villes allemandes et japonaises, pas les coupables d’Hiroshima et Nagasaki, dont les pères de l’immonde bombe atomique, qui ont ensuite comme Einstein joué aux pacifistes).

A quand un Nuremberg II pour les criminels de paix ?

 Luc MICHEL

 Photo : un media de l’OTAN belge. Compassion et joie pour les deux américains. Pas un mot pour le millier d’africains qu’Obama a laissé mourir …

 # Voir mon intervention pour AFRIQUE MEDIA concernant « Ebola et l’égoïsme occidental » sur PCN-TV :

EBOLA, L’AFRIQUE ET L’HYPOCRISIE OCCIDENTALE

https://vimeo.com/103607490

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Luc MICHEL /

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Prelievi forzosi dalle pensioni, il governo confessa

Ci siamo quasi, scrive Liberoquotidiano. Molto probabilmente in autunno milioni di italiani si vedranno decurtare la pensione del cosiddetto “contributo di solidarietà”, visto lo stato di crisi in cui il Paese versa. Ecco chi dovrà pagare e le soglie previste, come dichiarato dal Ministro del Lavoro Poletti e dal suo vice Luigi Bobba. E intanto ci si chiede, polemicamente: perché non tagliare in maniera pesante pensioni d’oro, stipendi d’oro, privilegi degli onorevoli e dei politici tutti?
Il governo alla fine confessa: “Interverremo sulle pensioni”. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un’intervista al Corriere della Sera è stato chiaro: “Stiamo pensando ad un contributo di solidarietà, o ad un sistema che ci permetta di intervenire sulle pensioni alte”. Già, ma alte quanto? È giallo sulla soglia oltre cui scatta la tagliola del governo. Finora tra indiscrezioni, piani e bozze si era parlato di tagli alle pensioni oltre i 3 mila euro. Ma adesso, sempre dal ministero del Lavoro, arriva una doccia fredda per milioni di pensionati: la soglia potrebbe abbassarsi fino a 2 mila euro.

LA SOGLIA – A parlarne è il vice-Poletti, il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba: “Dovremmo fare un intervento legittimo ed equo. Chi ha redditi da pensione particolarmente altri attraverso un contributo sostiene gli interventi a favore di coloro che non hanno né salario né pensione”.

Poi arriva l’affondo: “Chi ha una pensione modesta – racconta a Repubblica – fino a 1500, 2000 euro al mese, certo non potrà essere chiamato a versare questo contributo”.

Insomma dietro queste parole si cela un’amara verità: chi percepisce un assegno superiore ai 2000 euro potrebbe subire una sforbiciata mascherata sotto l’etichetta del “contributo di solidarietà”.

http://www.infiltrato.it/economia/prelievi-forzosi-dalle-pensioni-il-governo-confessa-ecco-chi-dovra-pagare

Hillary Clinton lo ammette: “l’Isis e’ roba nostra ma ci e’ sfuggita di mano”

ecco perché ora si possono definire “nazisti” gli islamici, quando erano a mettere sotto ferro e fuoco Libia e Siria erano portatori di democrazia, ora che i suoi creatori non li controllano più i tirapiedi degli yankees possono sfogarsi. Peccato che fino a ieri, fino a quando serviva agli Usa, i servetti italioti decantavano le gesta di questi tagliagole. Coerenza del lecca fondoschiena.

Giovedì, 21 Agosto 2014 11:56

WASHINGTON (IRIB) – L’ex Segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha ammesso che l’Isis sarebbe una creazione americana in funzione anti-Assad che sarebbe uscita di controllo.
“E’ stato un fallimento. Abbiamo fallito nel voler creare una guerriglia anti-Assad credibile. Era formata da islamisti, da secolaristi, da gente nel mezzo. Il fallimento di questo progetto ha portato all’orrore a cui stiamo assistendo oggi in Iraq”.
La Clinton lo ha detto nell’intervista rilasciata a Jeffrey Goldberg del giornale web “The Atlantic”.

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/166520-hillary-clinton-lo-ammette-l-isis-e-roba-nostra-ma-ci-e-sfuggita-di-mano

Nelle mani dell’Isis anche le due ragazze italiane

saranno contente le ragazze, adorano  questi ribelli vedi Taqfiri d’Italia Vanessa, Greta e le sette taqfiriste
Come tanti altri sostenitori delle “primavere arabe”. Se non eri un sostenitore eri un razzista xenofobo.

08:28 21 AGO 2014

(AGI) – Washington, 21 ago. – Greta Ramelli e Vanessa Marzullo si troverebbero nelle mani dello Stato Islamico (Is). Il Guardian riporta, senza citarne i nomi, che “due donne italiane, una danese e una giapponese catturate alla periferia di Aleppo di recente” sono nelle mani dei miliziani islamisti del Califfato insieme ad altri 16 ostaggi e che sono state trasferite a Raqqa, roccaforte dell’Is nel nord della Siria. Il destino degli ostaggi comunque, secondo quanto scrive Martin Chulov, non e’ quello di Foley, decapitato per lanciare un segnale agli Stati Uniti.
Negli ultimi 10 mesi almeno 10 tra loro -tra i quali un danese, tre francesi e due spagnoli- sono stati rilasciati dopo lunghi negoziati conclusi con il pagamento di riscatti. A condurre le trattative potrebbe essere stato, in alcuni casi, il britannico che ha ucciso Foley decapitandolo. Lo afferma uno degli ex ostaggi, che nel volto del boia ha riconosciuto una delle tre guardie (anche le altre due britanniche) che lo sorvegliavano a Raqqa.

Dagli Usa, arriva la notizia che gli Stati Uniti avevano tentato di liberare James Foley e altri ostaggi che si trovavano con il reporter ucciso dallo Stato islamico. A scriverlo e’ il Washington Post, che da’ notizia cosi’ del primo intervento di terra americano in Siria, dove decine di soldati scoprirono il covo in cui gli ostaggi erano tenuti. Questi ultimi, pero’, “non erano presenti in quel luogo”, ha reso noto il Pentagono con una dichiarazione che non cita esplicitamente Foley ma conferma il tentato blitz. L’operazione, ha aggiunto il Pentagono, “fu autorizzata all’inizio di questa estate” e vide anche il ferimento di un soldato a stelle e strisce nel corso di un violentissimo combattimento con elementi dello Stato islamico, che oltre a Foley ha in mano anche Steven Sotloff, un altro reporter che compare nel raccapricciante video della decapitazione di Foley.
Obama, ha spiegato Lisa Monaco, assistente del presidente Usa per il controterrorismo e la sicurezza nazionale, “autorizzo’ l’operazione quando fu accertato che gli ostaggi, passati nelle mani dello Stato islamico, erano in pericolo. Il governo ha ritenuto che vi fossero sufficienti elementi di intelligence e che, qualora se ne presentasse l’opportunita’, bisognava coglierla per recuperarli”.

Ieri, il presidente Obama e’ intervenuto con durezza: gli jihadisti sunniti dello Stato islamico stanno tentando di compiere un “genocidio” in Iraq e gli Stati Uniti “faranno tutto il possibile per estirpare questo cancro e impedire che si diffonda”. Il presidente americano, Barack Obama, ha parlato dopo la decapitazione del reporter James Foley. “Nessun Dio puo’ capire quel che e’ stato fatto”, ha sottolineato Obama, lo Stato islamico “non ha un posto nel XXI secolo, la loro ideologia e’ un fallimento”.
L’intelligence di Londra e’ al lavoro per scoprire se il boia di Foley sia un inglese, dato il marcato accento britannico. Il premier, David Cameron, ha interrotto le ferie in Portogallo per tornare a Londra e seguire da vicino le indagini. “Non abbiamo identificato il responsabile, ma da quel che abbiamo visto sembra sempre piu’ probabile che si tratti di un cittadino britannico”, ha sottolineato Cameron, che si e’ detto “profondamente sconvolto”.

“Sappiamo che troppi cittadini britannici sono andati in Iraq e in Siria per aderire all’estremismo e prender parte alle violenze, e quel che dobbiamo fare e’ raddoppiare i nostri sforzi per fermare queste persone”, ha aggiunto. Dopo l’Fbi, anche il Consiglio per la sicurezza nazionale Usa ha confermato l’autenticita’ del video, nel quale i jihadisti minacciano di uccidere un secondo giornalista americano nelle loro mani.
Sul terreno, nel nord dell’Iraq, proseguono i bombardamenti americani contro le postazioni dell’Is, mentre la Germania ha deciso di inviare armi direttamente ai peshemerga curdi che combattono gli jihadisti sunniti, e lo fara’ nel giro di una settimana. Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha invitato “tutti i Paesi della regione”, tra cui l’Iran, a unirsi all’Occidente per combattere l’Is in Iraq e in Siria.
Nel corso di un’audizione in Parlamento, il capo della diplomazia francese ha parlato della necessita’ di un’azione coordinata. “Speriamo che sia possibile, vogliamo che partecipino a questa azione i Paesi della regione, tra cui gli Stati arabi e l’Iran e i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu” (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia), ha sottolineato Fabius. Il presidente francese, Francois Hollande, ha chiesto di convocare una conferenza internazionale per coordinare gli sforzi per combattere gli jihadisti.
“Dobbiamo valutare con gli altri partner come fronteggiarli in termini di intelligence e di assetti militari”, ha sottolineato ancora il ministro.
Il leader curdo Massud Barzani, presidente della Regione del Kurdistan iracheno, ha annunciato che il governo e’ pronto ad aprire le porte a volontari cristiani tra le forze armate curde, fornendo loro mezzi per creare contingenti di auto-difesa nei propri villaggi e difendersi dalle milizie jihadiste.

http://www.agi.it/estero/notizie/siria_usa_tentarono_blitz_per_liberare_foley_e_altri_ostaggi-201408210807-est-rt10005

NATO, “incubo della Russia” diventa permanente

a no, gli americani non c’entrano niente e nemmeno Soros, il promotore delle riv colorate. Non lo si può ammettere….o si esce allo scoperto nel ruolo di tirapiedi dello status quo. In Ucraina fingiamo che sia tutta opera di 4 tipi di Pravy Sektor.

D’altronde, non sono certo i primi a collaborare con gli yankees PER LIBERARE un paese dalla dittatura ( e poi Putin è “omofobo”..)

di Andrey Fediašin

In vista del vertice della NATO che si terrà in Galles il 4-5 settembre, i dirigenti dell’alleanza hanno esortato i membri europei a votare a favore dell’ampliamento della “prolungata” presenza militare in Europa Orientale.
Il Segretario della NATO, il danese Rasmussen, e il Comandante delle forze alleate in Europa, l’americano Philip Breedlove, hanno pubblicato sulle pagine dell’americano Wall Street Journal un articolo nel quale hanno cercato di motivare questa necessità. La causa di tutto, ovviamente, è “l’aggressione della Russia contro l’Ucraina” e la minaccia di un’aggressione analoga contro la NATO.
In via di principio, per le persone preposte alla direzione politica e militare dell’alleanza è abbastanza normale chiedere soldi e “hardware”, anche se dopo la disintegrazione dell’URSS e del Patto di Varsavia l’esistenza della NATO non ha più alcun significato storico. I due sono (ben) pagati proprio per trovare sempre nuove motivazioni e tenere a galla l’alleanza occidentale. Tuttavia, fino a questo momento avevano affrontato separatamente “l’incubo della Russia”. Il primo articolo congiunto significa che il disturbo ha raggiunto un nuovo grado di intensità.
Rasmussen e Breedlove stanno preparando l’Europa (gli USA già sono pronti) alla necessità di immagazzinare nel continente nuove quantità di armamenti, all’ampliamento della presenza militare dell’alleanza e dell’attività di pattugliamento dei cieli, al prolungamento della permanenza delle navi occidentali nel mar Nero, all’intensificazione dell’attività di intelligence (avendo per oggetto la Russia) e delle esercitazioni delle truppe. E a una serie di altre cose.

Il piano per creare un “muro orientale” ai confini della Russia prevede il potenziamento delle Forze di pronto intervento “da poter dispiegare ai primi sintomi dei problemi, prima che inizi un conflitto”. “Dobbiamo immagazzinare in anticipo equipaggiamenti e munizioni, affinché le truppe possano viaggiare senza troppo peso ma siano in grado di sferrare un colpo, qualora fosse necessario”, scrivono Rasmussen e Breedlove. I magazzini potrebbero essere creati presso il Centro di comando multinazionale “Nord-Est” a Stettino, in Polonia.
La presenza militare della NATO ai confini della Russia, compreso nel mar Nero, non è un qualcosa che l’alleanza può cambiare e ingrandire a proprio piacimento, ha fatto ricordare il ministro degli Esteri della Russia, Sergej Lavrov.
Nei rapporti tra Russia e NATO esistono determinate regole, in particolare la Dichiarazione di Roma e l’Atto costitutivo del Consiglio NATO-Russia, che escludono la presenza militare aggiuntiva, su basi permanenti, negli Stati dell’Europa Orientale. Abbiamo già trasmesso le relative domande all’alleanza atlantica. Ci attendiamo non semplicemente una risposta, ma una risposta interamente basata sull’osservanza delle regole con noi concordate.
La Dichiarazione di Roma del 2002 ha stabilito i principi delle relazioni tra la NATO e la Russia. Ha confermato anche la fedeltà delle parti al Trattato sulle armi convenzionali in Europa (Trattato CFE), che vieta l’ingrandimento degli armamenti in Europa. La Russia sta rigorosamente osservando questo documento.

L’UE e i membri europei della NATO non hanno altra scelta: possono soltanto soccombere e accettare il piano degli USA per il nuovo ampliamento dell’alleanza, crede il politologo americano Paul Craig Roberts, nel passato assistente al Segretario del Tesoro USA. In un articolo, pubblicato dallo stesso Wall Street Jaournal, Roberts ha scritto che l’idea della “rivolta ucraina” era appunto quella di coinvolgere la “nuova Ucraina” nella NATO.
Il principale scopo di tutta l’impresa è indebolire la Russia. Se l’Ucraina viene “inquadrata” prima nell’UE e poi nella NATO, gli USA avranno la possibilità di dispiegare nel suo territorio, ai confini della Russia, delle basi ballistiche di difesa antimissile. Nonché altre basi militari. Ciò servirà ad azzerare il potenziale russo della deterrenza strategica, e al governo della Russia sarà molto difficile opporsi all’egemoia globalista dell’America.

Seppure sia stato messo al comando delle forze europee soltanto l’anno scorso, il generale Breedlove è molto più “creativo” di Rasmussen. Nel mese di marzo è stato proprio Breedlove a diffondere le “foto segrete”, scattate dai satelliti commerciali, per far credere che la Russia avesse concentrato ai confini all’Ucraina un gruppo armato di 80 mila uomini. Allora persino il Dipartimento di Stato ha dovuto ammettere di non avere alcun dato a conferma. Prima di Breedlove nessuno dei comandanti NATO in Europa aveva esibito delle foto satellitari. Lo potevano fare soltanto il Pentagono o il Dipartimento di Stato.
Un giorno prima che uscisse l’articolo scritto insieme a Rasmussen, Philip Breedlove ha rilasciato un’intervista all’emittente tedesca Deutsche Welle e al settimanale Welt am Sonntag. In questa intervista il generale ha detto che adesso la NATO dovrà condurre una lotta difficile contro gli “omini verdi”, ossia “ribelli armati senza mostrine”. Il destino ha voluto che il numero più grande di tali “ribelli armati” oggi stia combattendo in Iraq, Afghanistan e Libia. Questi combattenti sono stati addestrati e armati dai consiglieri e con i soldi degli USA. Ma Breedlove, dall’Europa, non lo può certamente sapere.

Fonte: Italian.ruv
http://www.controinformazione.info/nato-incubo-della-russia-diventa-permanente/

Nazisti islamici

Ora che il padrone ha dato il controordine ai compagni, i tirapiedi si sfogano ad usare il solito epiteto accanto alla parola islamici.
Chiunque, non compagno, avesse usato un termine denigratorio accanto alla parola islamico avrebbe subto proprio l’accusa di essere un nazista xenofobo.
Ma il padrone ha dato il via ed i depositari del giusto sono un tribunale che non ha bisogno di prove per condannare qualcuno ed eseguire sentenze arbitrarie. Lo fanno da decenni.
Questi estremisti che formano l’Isil, conta anche gli elementi mercenari e settari, tagliagole che operavano ed operano in LIBIA, E SIRIA.
Ma allora era la primavera araba, se facevi notare che erano finanziati dagli Usa e che razza di persone fossero, vedi strage di Tawerga, NIENTE.
Tu eri lo stronzo di turno che osavi denigrare QUESTI EROI RIBELLI.
Ora, il padrone volta la faccia all’Isil et voilà, sono islamici nazisti. Come nazisti definivano però loro chiunque facesse notare la natura di questi soggetti……Fare pace con il cervello no eh?
E se sono estremisti, tagliagole pazienza, le culture diverse, non andavano rispettate????

DA UN ARTICOLO DEL SITO CARMILLA
Perseguitati e massacrati in questi giorni dai nazisti islamici di Abu Bakr al-Baghdadi, gli Yezidi – minoranza curda da sempre perseguitata – meritano un approfondimento in questo spazio
continua qui
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=49150

visto su CDC

“Vivo in macchina in un parcheggio, ho 41 anni e per la crisi ho perso tutto”

certo che i servizi sociali non hanno soldi né case né lavoro, mica è straniero il soggetto che vive nel parcheggio. L’eguaglianza impone che si discrimini in chi ha diritto all’accoglienza e chi no

«Scusate il disturbo. Ho 41 anni. Nel 2011 ho perso il lavoro come commesso per chiusura del punto vendita. Sono rimasto senza casa e senza lavoro. Da quel momento in poi ho cominciato a sopravvivere senza mai trovare un lavoro che mi abbia dato una stabilità per mantenermi con dignità».
Comincia con queste parole la lettera inviata al nostro giornale da un cittadino di Tavagnacco che ora dorme in auto, nel parcheggio della piscina comunale di via Trento, in cui lancia un appello per ottenere un piccolo monolocale in cui abitare. E chiede aiuto per trovare un lavoro che gli consenta di riprendere in mano le redini della sua vita.
«Il mio stato emotivo era in caduta libera, fino ad arrivare a uno stato depressivo estremo che mi aveva portato a compiere un tentativo di suicidio, ingerendo cinque flaconi di valium».
Salvato dai sanitari del pronto soccorso e aiutato dai servizi sociali, l’uomo si è riavvicinato alla madre che non sentiva da una dozzina d’anni e che lo ha riaccolto nella sua casa. La convivenza con la donna e il suo nuovo marito, sempre secondo il suo racconto, non ha funzionato, così come il tentativo di mettersi in proprio per lavorare come autista privato.
La situazione è degenerata a fine luglio, «dopo un mese di esasperanti e continui litigi», e lui si è ritrovato in mezzo a una strada. «Attualmente passo la notte nel parcheggio della piscina comunale», spiega sostenendo di essere andato a bussare alla porta degli assistenti sociali del Comune di Tavagnacco «che mi hanno detto che non hanno soldi né per case, né per borse lavoro. Ora sto togliendo la residenza per metterla in via del municipio e ottenere l’Isee per la dichiarazione di povertà».
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