Arresti e perquisizioni a Torino per la resistenza agli sfratti. I PM si vendicano?!

Arresti e perquisizioni a Torino per la resistenza agli sfratti. I PM si vendicano?!

111 indagati, 17 misure cautelari, 11 in carcere, 7 agli arresti domiciliari, 3 divieti di dimora sul territorio del comune di Torino e un obbligo quotidiano di presentarsi in caserma, tutto ciò per vari episodi di resistenza agli sfratti a partire dal settembre 2012. Questi i numeri della maxi operazione portata avanti questa mattina dai soliti PM con l’elmetto della procura torinese.

Le misure cautelari sono, a detta degli inquirenti, strettamente legate alla “pericolosità sociale degli indagati”. A noi pare siano dovute al fatto che tra le strade di Barriera di Milano e Porta Palazzo la lotta ha effettivamente bloccato per un lungo periodo l’esecuzione di  sfratti creando non pochi problemi a chi voleva lasciare persone senza un tetto.

Ci preme fare alcune riflessioni e notare alcune analogie con quello che è avvenuto e avviene in Valle sempre ad opera dell’immancabile Rinaudo, affiancato questa volta dalla dottoressa Pedrotta.

Anche in questo caso i reati contestati, a chi più si è speso nella lotta antisfratto e per il diritto alla casa, vanno dal danneggiamento, all’interruzione di pubblico servizio, da resistenza a violenza aggravata a pubblico ufficiale, da violenza privata (?!) a tentata estorsione di “proroga”(?!), da sequestro di persona (!?) ad invasione di terreni ed edifici.

Un presidio diventa sequestro di persona.
La procura usa formule magiche con cui trasforma una protesta diffusa ed efficace in un vortice di violenze inaudite, complici i soliti media mainstream che fanno da grancassa. Un’inchiesta di dimensioni spropositate che sembra più uno sfogo, una vendetta verso i torinesi più attivi ma anche senza dubbbio un tentativo di prevenzione, dimostrato dal fatto che tra i 111 indagati dell’inchiesta appaiono anche molte persone del quartiere che in questi anni si sono battuti per tenersi il più possibile la casa, strappare rinvii agli ufficiali giudiziari e occupare edifici vuoti per viverci.

In un’Italia che versa in pessime condizioni (disoccupazione ai massimi storici, crisi, assenza dello stato sociale) la vivisezione delle lotte, in cui una lente di ingrandimento va ad analizzare anche la più minuscola violazione della legalità, ha il solo scopo di stroncare un movimento, un’opposizione, tanto più quando questa è radicata sul territorio ed efficace, come è di fatto la lotta anti-sfratto e per la casa.
Il legalismo esasperato vuole prevenire in città ciò che in Valle è già avvenuto, ossia che le lotte diventino sempre più trasversali e partecipate e non si limitino a raccolte firme o a mera testimonianza.
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Mostrare i muscoli in un’ottusa sordità è quello che il mondo politico continua a fare. Famiglie per strada senza un tetto sulla testa per i politici torinesi vengono dopo rispetto ai palazzinari, ai padroni di interi quartieri e ai progetti di “riqualificazione urbana”.

Tra i destinatari del mandato d’arresto anche tre dei quattro arrestati in attesa di processo per il “famoso” incendio del generatore. Per questo “reato” gli stessi pm avevano ipotizzato l’aggravante di “terrorismo”, venendo poi smentiti clamorosamente dalla Cassazione.
Si stava dunque aspettando la loro liberazione da un giorno all’altro (per via della ridotta carcerazione preventiva, una volta caduta l’aggravante paranoica). E invece il nuovo mandato fa ripartire il timer carcerario per Niccolò e Claudio, mentre per Chiara sono stati disposti gli arresti domiciliari, pur restando ancora in carcere.

La casa è di chi l’abita è un vile chi lo ignora!
Tutti liberi!

Arresti e perquisizioni a Torino per la resistenza agli sfratti. I PM si vendicano?!ultima modifica: 2014-06-03T21:12:02+02:00da davi-luciano
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