Archivi giornalieri: 9 febbraio 2014
La denuncia di un parlamentare del Pd – Grillo, pm di Genova: “E’ indagato da altre procure”
Genova 07 febbraio 2014″Su Beppe Grillo, per la lettera aperta ai capi delle forze di polizia, sono arrivati numerosi atti da diverse procure dove risulta già indagato”. Lo ha detto il procuratore di Genova Michele Di Lecce in merito alla notizia dell’inchiesta sul leader del Movimento 5 Stelle per istigazione ai militari a disobbedire alle leggi. L’ipotesi di reato deriva dalla lettera aperta che Grillo scrisse ai capi di polizia, carabinieri ed esercito affinché non si ponessero più a protezione della classe politica italiana. “Stiamo valutando i singoli fascicoli che riguardano gli stessi fatti e che possono riguardare anche il blog e le mail oltre alla lettera aperta” ha aggiunto Di Lecce.
Una precisazione che arriva dopo la smentita da parte della Procura di Genova delle voci secondo cui il leader del Movimento 5 Stelle sarebbe indagato per “istigazione di militari a disobbedire alle leggi”.
“Beppe Grillo non è indagato, stiamo valutando gli atti” ha chiarito Di Lecce aggiungendo che la Procura di Genova sta ancora valutando le carte arrivate da Roma per capire se aprire un’indagine.
La denuncia di Raciti
Il parlamentare, e coordinatore dei giovani del Pd, Fausto Raciti ha presentato un esposto in merito a una lettera aperta del leader del Movimento 5 Stelle, pubblicata sul suo blog, indirizzata ai vertici di Polizia, Esercito e Carabinieri dove Grillo chiedeva alle forze dell’ordine di non schierarsi a protezione della classe politica italiana. Secondo Raciti, la lettera sarebbe un’istigazione alla disobbedienza e quindi un reato.
La lettera
Lo scritto risale allo scorso 10 dicembre, dopo la manifestazione dei Forconi a Torino. “Alcuni agenti di Polizia e della Guardia di finanza a Torino si sono tolti il casco – scrisse Grillo – si sono fatti riconoscere, hanno guardato negli occhi i loro fratelli. È stato un grande gesto e spero che per loro non vi siano conseguenze disciplinari. Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell’ordine non meritano un ruolo così degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro – e ancora – Nelle prossime manifestazioni ordinate ai vostri ragazzi di togliersi il casco e di fraternizzare con i cittadini. Sarà un segnale rivoluzionario, pacifico, estremo e l’Italia cambierà”.
La lettera era indirizzata a Leonardo Gallittelli, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Alessandro Pansa, capo della Polizia di Stato e Claudio Graziano, capo di Stato maggiore dell’Esercito Italiano. Raciti ha denunciato Grillo ai carabinieri di Roma, l’esposto è stato poi trasferito alla Procura della Capitale e quindi indirizzato a Genova.
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/grillo-indagato-istigazione-militari-a-disobbedire-lettera-alle-forze-armate-64224230-99c5-4dc0-a23b-3bbb508d3fda.html
riporto anche il commento dell’utente radisol che è decisamente utile per capire certe dinamiche del passato che tendono a ripetersi, soprattutto per le nuove generazioni
Classico reato di opinione …
Denunce simili Pannella se ne è prese a josa … senza che la cosa suscitasse chissà quale clamore …
Ma discorsi simili, almeno fino ai primi settanta del secolo scorso, li faceva anche il Pci …
Ma che ne può sapere uno come Raciti ?
E poi la verità vera è un’altra … come ha giustamente scritto la Rete dei Comunisti, l’apparato del Pd ( significativa anche l’appendice tutta bolognese rivolta contro lo sciopero autorganizzato dei facchini e quella piemontese in atto da tempo contro i No Tav ) sta usando gli stessi identici meccanismi mediatici ( ed anche allora pure giudiziari ) che usò – complice Cossiga – il Pci di Berlinguer contro il movimento del 1977 …. “criminalizzazione” a prescindere … accuse di “diciannovismo” o addirittura di “fascismo” ed “eversione” …
Con la differenza che allora nelle piazze ribollenti di giovani … capitava pure che si sparava, da una parte e dall’altra …
Ora, non succede nulla di tutto questo …. ma evidentemente temono la “scintilla” che incendia poi tutta la prateria …
http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=67671
I GIOCHI DI SOCHI: E’ LA POLITICA, NON LO SPORT, LA COSA CHE CONTA PER I MEDIA OCCIDENTALI
Per Sochi tutto è negativo. La coerenza dei media servi è sublime….
All’indomani degli attentati dell’11 settembre eravamo tutti americani, all’indomani degli attentati di Volvograd nessuno è russo.
Postato il Sabato, 08 febbraio
DI FINIAN CUNNINGHAM
strategic-culture.org
I Giochi Olimpici Invernali di Sochi si aprono con una raffica di superlativi. Sono i giochi più costosi a tutt’ oggi – ad un costo di 50 miliardi dollari; sono le prime Olimpiadi Invernali ad essere ospitate dalla Russia, e la staffetta ufficiale della torcia olimpica è la più lunga della storia, coprendo oltre 40.000 miglia (65000 Km) e coinvolgendo la partecipazione di circa 14.000 tedofori .
Un altro superlativo è che nessun altro evento sportivo ha attirato tanta copertura mediatica lercia e negativa, proveniente in gran parte dalle agenzie di stampa occidentali asservite…
Nelle ultime settimane, i media occidentali hanno cercato di mettere in evidenza ogni sorta di presunti problemi che attendono i Giochi di Sochi, problemi che vanno dal cupo e serioso al sublimemente ridicolo.
Questa settimana, prima dell’ apertura ufficiale dei Giochi, sotto gli auspici del presidente Russo Vladimir Putin , i media occidentali han riportato gli avvertimenti che il governo americano stava dando alle compagnie aeree dirette verso le località turistiche del Mar Nero sul rischio di bombe nascoste dai terroristi in tubetti di dentifricio .
Una nave da guerra statunitense è entrata nelle acque del Mar Nero , senza alcuna spiegazione ufficiale, con una seconda unità missilistica in arrivo. Le forze speciali USA e Francesi hanno anche detto di avere piani di emergenza pronti per evacuare i loro cittadini in caso di attacco terroristico .
Solo a poche settimane dal doppio attentato letale in Volgograd – circa 600 km da Sochi – che ha ucciso più di 30 persone , la minaccia di un attacco terrorista sui Giochi è abbastanza reale . Circa 40.000 uomini tra esercito e polizia russa sono stati dispiegati dentro ed intorno a Sochi per garantire la sicurezza . Tuttavia, vi è più di un suggerimento che i media occidentali e fonti governative stiano giocando a soffiar sul fuoco della minaccia in un modo da aggiungerulteriore ansia su visitatori e squadre partecipanti , piuttosto che alleviare la paura .
Ci sono state anche numerose notizie dei media occidentali e pezzi cosiddetti investigativi circa la presunta corruzione tra i funzionari russi addetti alla costruzione degli impianti olimpici, articoli e programmi televisivi su presunti problemi di inquinamento dovuto ad opere d’ ingegneria scadente ; sulle famiglie sfollate dalle loro case per far posto a stadi e infrastrutture , su alloggi ultra-mederni per gli atleti provenienti da oltre 80 paesi che hanno già carenze idrauliche che erogano acqua contaminata. La lista potrebbe continuare all’infinito .
Poi c’è la questione dei « diritti degli omosessuali » messa in risalto dal Guardian britannico che ha pubblicato un lungo articolo alla vigilia dell’apertura dei Giochi, insieme a una lettera aperta firmata da più di 200 autori e attivisti internazionali, che sostenevano che la nuova legge dell’anno scorso che vieta la letteratura omosessuale è una «violazione della libertà di parola.
Il problema è stato amplificato dal Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki -Moon, che frequenta la cerimonia di apertura. La sventurata figura capo delle Nazioni Unite, che segue pedissequamente gli ordini politici da Washington su ogni questione , dalla Siria alla Corea del Nord, dall’Iran all’Afghanistan, ha invitato il Comitato olimpico internazionale a «difendere i diritti di gay e lesbiche».
La questione del cosiddetto genere sessuale è quella cui il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e pochi altri leader occidentali hanno deciso di dare spicco e in effetti, boicottare i Giochi di Sochi, in quello che è visto da molti osservatori come un affronto senza precedenti per la Russia.
Però è stato il nuovo articolo del NY Times – pure alla vigilia dell’apertura dei Giochi – sulla storia dei cani randagi in Sochi che ha dato via l’agenda politica della copertura dei media occidentali. Infatti le prime tre notizie estere del NY Times erano una sui jihadisti egiziani, l’altra sui problemi politici in Ucraina e, non sto scherzando, la « Corsa per salvare i cani randagi di Sochi».
In più di 1.100 parole , il cosiddetto “giornale dei record” d’America ha descritto in dettagli strazianti come centinaia di animali randagi nell’area di Sochi sono stati messi « di fronte a una condanna a morte prima dell’inzio delle Olimpiadi invernal». L’articolo sosteneva che i cani senza padrone erano in fila per « l’abbattimento sistematico » da parte di sterminatori «assunti dal governo ». Commosso dal linguaggio stucchevole a base di «teneri cuccioli uggiolanti» che balzano fino a leccare il viso dei lavoratori del canile, il lettore avrebbe potuto essere compreso se pensava che il servizio segreto russo, l’FSB, aveva assunto sicari per condurre un pogrom terribile contro i cani di Sochi .
Il New York Times ha affermato che la questione del controllo canino a Sochi «ha gettato un’ombra raccapricciante sulla tradizionalmente allegra atmosfera dei Giochi» e che «ha anche nettamente sminuito l’immagine di un’amichevole , accogliente Russia che il presidente Vladimir V. Putin ha cercato di coltivare negli ultimi mesi . »
Tanto per parlare di un articolo…da cani! Altro che Premio Pulitzer , questa storia merita il Premio Pull -the other-one (gioco di parole su Pulitzer, = “Tirane fuori un’altra, di balla” NdT ).
Leggendo l’articolo uno quasi si aspettava di sentire come i cani , se non fatti fuori per iniezione letale , fossero stati ammassati sui treni per essere trasportati ai gulag in Siberia .
In un altro angolo del mondo dei Media stava seminascosta – tranne per una frazione dei media occidentali – la storia assai più crudele di Susan Basso , l’americana prigioniera nel braccio della morte che è stato giustiziato lo stesso giorno della settimana , nello stato del Texas. La Basso è stato messo a morte con iniezione letale . Era il prigioniero 510 – e la quinta donna – ad esser stata soppressa legalmente dallo stato del Texas dal 1976. La sua esecuzione è avvenuta solo tre settimane dopo lo scandalo di un altro americano prigioniero nel braccio della morte, giustiziato anche mediante iniezione letale e la cui morte agonizzante che ha preso 26 minuti perché i farmaci somministrati sono stati un cocktail sperimentale a causa della carenza dell’anestetico ufficiale, il Fenobarbital .
Tuttavia, con priorità davvero pervertita, il New York Times ha deciso di coprire il « temuto » sterminio di cani randagi a Sochi, piuttosto che il destino infame della sig.ra Basso , e ciò che la sua uccisione legalizzata dice sulla società americana d’oggi .
Le priorità invertite e patetiche dei media occidentali nella loro copertura a saturazione negativa delle Olimpiadi invernali di Russia indica chiaramente un ordine del giorno politico teleguidato , che non è un ordine del giorno sulla base del valore giornalistico oggettivo. Ovvero, in altre parole, i media occidentali stanno servendo come agenti di propaganda con l’obiettivo evidente di minare le autorità russe. Questo per quanto riguarda il giornalismo occidentale cosiddetto indipendente e di libero pensiero, alla faccio dello spirito olimpico .
Non è un caso che l’ isterica campagna dei media occidentali su Sochi sia a stretto contatto con le interferenze politiche Occidentali negli affari interni dell’Ucraina. Ad ogni piè sospinto negli ultimi tre mesi da quando il governo ucraino ha respinto un accordo commerciale dell’Unione Europea , le capitali occidentali hanno cercato di infiammare i problemi politici interni nel paese e tra esso e il suo vicino Russo .
I leader politici ed i media occidentali son calati in massa sull’Ucraina ad aizzare e pungolare i manifestanti pro – UE , anche se questi ultimi si sono comportati come rivoltosi violenti, con atti vandalici contro la proprietà pubblica e violenze sui poliziotti, niente affatto come dissidenti pacifici per i diritti costituzionali . Questa settimana , abbiamo visto il vice presidente degli Stati Uniti Joe Biden telefonare al presidente ucraino Viktor Yanukovich dicendogli di « prendere misure immediate per arrivare ad un compromesso», abbiamo visto anche il capo della politica estera UE Catherine Ashton arrivare nella capitale ucraina di Kiev per agire come un non-invitato ” mediatore politico » , e ancora una volta l’assistente segretario di Stato americano, Victoria Nuland, è volato laggiù per aizzare le folle in piazza Maidan a Kiev.
La copertura mediatica negativa e implacabile dell’occidente nel corso dei Giochi di Sochi non è motivata dalla presunta preoccupazione apparente sollevatea, che sia i diritti gay, i diritti degli animali,l’ impianto idraulico difettoso o la Torcia Olimpica che si spenge . E’ invece tutto parte di un’agenda politica di interferenza a bassa intensità negli affari ucraini e russi . Questa agenda è consonante con il più ampio strisciante disegno di aggressione militare degli Stati Uniti e dei suoi alleati della NATO contro Mosca, dalla espansione dei sistemi missilistici intorno al confine Russo, al sostegno segreto per gli estremisti del Caucaso affinchè compiano atti di terrorismo.
Ma ciò che è irritante è che le presuntuose agenzie di stampa occidentali, con grandiosi blasoni su se’ stessi come il New York Times , la BBC , France 24 , chiamano questa razza di informazioni « giornalismo » – quando in realtà non è altro che propaganda sponsorizzata dal loro governo.
Dice che non si deve mescolare lo sport con la politica. Ma secondo il punto di vista dei media occidentali e dei loro governi, Sochi è evidentemente tutto un fatto di politica e molto poco di sport.
Finian Cunningham
Fonte: www.strategic-culture.org
Traduzione per www.comedochisciotte.org a cura di FENGTOFU
http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=12910&mode=&order=0&thold=0
Arcipelago Gulag in Val di Susa #NoTAV
http://www.beppegrillo.it/2014/02/arcipelago_gulag_in_val_di_susa_notav.html
“Due parole sul processo ai NoTav e a Beppe Grillo che hanno violato il sequestro giudiziario della baita Clarea. I fatti: nell’inverno 2010-2011 il movimento NoTav acquista regolarmente un terreno oggi interno alle recinzioni del cantiere Tav di Chiomonte. Per testimoniare e far riflettere sull’eventuale apertura dei lavori viene costruisce un presidio (in pietra e legno in stile alpino) lungo 8 metri, largo 6 e alto 4. I permessi non vengono concessi dal Comune ma la sovrintendenza ai beni culturali interpellata definisce il manufatto assolutamente compatibile con l’ambiente naturale che lo circonda. A metà dei lavori la procura di Torino capitanata da Caselli sequestra il manufatto. Il movimento prosegue nei lavori e per questo motivo venti attivisti sono sotto processo, compreso Grillo. Con il sequestro in corso il presidio viene circondato dalle recinzioni e, nell’inverno 2012, inglobato nel cantiere Tav di Chiomonte. Stesso territorio, stessi vincoli ambientali ma se la baita in pietra dei NoTav di soli 50 metri quadri è irregolare, storia diversa è per il cantiere di oltre 70.000 metri quadri ritenuto assolutamente regolare. Una piccola baita per impedire una speculazione inutile da 28 miliardi di euro di denaro pubblico diviene un grave reato per il quale sono chiesti da 6 mesi a 18 mesi di carcere.
Ma al cittadino più garantista e legalista chiediamo? Ha senso tutto questo? Ci aiutate a capire quanto costa processare 20 NoTav per aver costruito (a proprie spese) una piccola baita in stile alpino su di un proprio terreno oggi già espropriata e distrutta dal cantiere?
Alcuni dati:
Torino, venerdì 7 febbraio 2014 Palagiustizia, dalle ore 9.00 alle ore 15.00
1 maxiaula (aula 3) normalmente destinata ai maxiprocessi (Minotauro, Ethernit, Thiessen)
(sulla questione aula considerare anche i costi vivi di gestione del Palagiustizia, riscaldamento, manutenzione, pulizie…)
1 giudice di primo grado
1 cancelliere
1 tecnico audio
1 testimone ufficiale dei Carabinieri in trasferta da Treviso (all’epoca dei fatti contestati in servizio a Chiomonte)
20 uomini Forze di Polizia presenti all’esterno del tribunale
10 uomini Forze di Polizia presenti all’esterno dell’aula
8 uomini carabinieri di servizio all’ingresso e all’interno dell’aula
2 pubblici ministeri: Padalino e Rinaudo
6 uomini personale di scorta ai due pubblici ministeri
4 uomini tecnici e assistenti ai pubblici ministeri
10 uomini personale di Polizia con servizio investigativo specifico (funzionari Digos)
Curiosità:
I due pubblici ministeri citati con i loro uffici al completo da circa un anno seguono solo il movimento NoTav
Le loro scorte lavorano 24 ore al giorno su più turni
Quasi ogni giorno ormai al Palagiustizia di Torino sono in corso processi ai NoTav
Gli imputati NoTav sono ormai più di 600
Il movimento NoTav ha sempre dichiarato che non intende fare del male a nessuno con il proprio agire e così da sempre è stato
Il fatto più grave contestato è l’incendio di un compressore (valore materiale 2.000 euro) e iI 4 NoTav accusati dell’incendio sono tutt’ora in carcere e rischiano fino a 30 anni di carcere con l’accusa di terrorismo
Le mobilitazioni NoTav sono autofinanziate e non costano nulla se non il prezzo dei manifesti di propaganda
L’alta velocità Torino Lione costerà nel suo complesso 28 mld di euro di denaro pubblico. Nonostante quest’opera sia un furto ed una speculazione inutile nessun politico che la sostiene è mai finito in un’aula di tribunale”.
Articolo tratto da NoTav.info
Voglio dare la mia solidarietà a Alberto Perino e a tutti i ragazzi della Val di Susa che devono risarcire un danno ipotetico di 215.000 euro, ne hanno già raccolto circa 100.000 e ne mancano altrettanti. C’è poco tempo e dobbiamo dargli una mano a risolvere questo problema.
Aiuta la Valle a resistere!
I contributi devono essere versati esclusivamente sul
Conto Corrente postale per le spese legali NO TAV n.1004906838
IBAN: IT22L0760101000001004906838
intestato a Pietro Davy e Maria Chiara Cebrari.
Giochi olimpici e meno olimpici
GRILLO ACCUSATO PER ISTIGAZIONE A DISOBBEDIRE
Postato il Sabato, 08 febbraio
Grillo è stato denunciato e iscritto nel registro degli indagati per istigazione dei militari a disobbedire alle leggi poiché tempo fa esortò gli uomini delle forze dell’ordine a non difendere più la casta corrotta e parassitaria. Naturalmente, la denuncia è stata sporta da un onorevole del PD.
Agli onorevoli Democratici, ai PM che sosterranno l’accusa contro Beppe Grillo e ai giudici che giudicheranno su di essa, voglio rammentare un precedente analogo: quando scoppiò la Rivoluzione Francese e il popolo affamato prese d’assalto il palazzo reale, alla Guardia Reale fu ordinato di sparare sul popolo, ma la Guardia Reale girò le sue armi verso chi affamava il popolo.
A Beppe, invece, voglio dire che gli italiani non sono i Francesi, che i poliziotti e i carabinieri punteranno sempre le armi dove ordinerà il loro datore di lavoro, e che a pochi di loro verrà in mente che il giuramento di fedeltà alla Repubblica forse suggerirebbe di fare diversamente, di fronte a una casta dirigente corrottissima, che vende il Paese agli interessi stranieri, che continua a stravolgere la Costituzione e i suoi principi fondamentali, a cominciare dalla tutela del lavoro e del risparmio dei cittadini e del mandato democratico ai governi.
Quindi non faccia conto su un senso di identità comune e solidarietà nazionale, o di interesse collettivo, che in Italia non si è storicamente formato, a differenza di molti altri Paesi, come pure il senso di legalità costituzionale.
Marco Della LUna
Fonte: http://marcodellaluna.info
Link: http://marcodellaluna.info/sito/2014/02/08/grillo-accusato-per-istigazione-a-disobbedire/
I processi più veloci del mondo. Baita abusiva!
http://www.tgvallesusa.it/?p=5208
Foto di Luca Perino
Giornata uggiosa quella che si presenta dopo una settimana di neve e maltempo, appena arrivati al Tribunale Bruno Caccia di Torino, intitolato appunto a quel Bruno che denunciando il malaffare associato in mafie ne è stato ucciso.
Blindati fuori del Palazzo e truppe antisommossa immediatamente dentro sulle scalinate dell’entrata. Sarà perché è in corso il procedimento per Vannoni, quello di Stamina foundation. Lì, tra chi dice bene e chi dice male, ci sarà un bel da fare per l’ordine pubblico: a Roma alcuni malati si tagliarono le braccia facendosi sanguinare. Ma non è così. Davanti all’accesso all’aula del procedimento Stamina nemmeno un agente. Ecco dove sono, di fronte, sulle scale dell’aula, negli anfratti del labirinto sotterraneo anticamera dell’aula 3, dentro ai bagni, sono dappertutto, sono con i No Tav. C’è il processo per la baita abusiva.
A tutti chiedono i documenti, anche alla stampa. A tutti. Non che non si possa fare, però dovrebbe essere fatto al check-in d’ingresso, ma dipende dal volere della Questura, in base alle decisioni sull’Ordine Pubblico, diranno. Poi i nomi passeranno nelle mani dei Pm d’assalto Rinaudo e Padalino; nomi identificati dalla Legge come prescritto per la salvaguardia dell’ordine pubblico all’interno dei tribunali.
È il giorno della spiegazione tecnica. I nomi dei file non coincidono. Si passa quasi tutta la mattinata con il maresciallo Pellegrini, tecnico alle foto, che spiega come il programma Faston Image rinomini arbitrariamente le foto creando una discrepanza con le foto dei riconoscimenti del capitano Mazzanti e quelle consegnate alle difese.
Un file Word sballa il programmone e cambia la numerazione. Così nel documento 13 fornito da Pellegrini la foto 50 diventa 59, le difese chiedono di disporre accertamentotecnico e comunque l’acquisizione delle foto direttamente dalla card o sim fotografica. I Pm si oppongono e il giudice Rocci sentenzia che ai fini di verifica della corrispondenza risulta sufficiente acquisire il documento n. 13, il software, e secondo l’art. 507 per compatibilità con documento agli atti disporre audizione del test capitano Mazzanti, quindi procedere al riconoscimento degli imputati dalle foto. Il pubblico rumoreggia. Si otterrà il record dei processi più veloci d’Italia. In effetti mai ci sono stati processi più veloci nelle tecnicità di acquisizione.
Un’altra istanza delle difese sulla qualità del software, qui ci mette una pezza il ligio maresciallo, tecnico “poi se le difese vogliono il software glielo posso dare…”. Confabulano i Pm e giunge la correzione del tecnico militare “è un software che si scarica gratuitamente da Internet, per quello glielo posso dare alle difese”. Una soluzione. Ma i toni sono altri, la tensione si palpa nell’aula.
Si va così al riconoscimento del capitano Mazzanti. Prima foto. Lunga attesa davanti allo schermo che la proietta; un ingrandimento, non richiesto, ma niente “non riconosco nessuno, mi sembra Fissore che entra” dirà solerte. Un’altra foto. Niente. Il Pm incalza “Capitano, aveva anche un’annotazione – il documento 5″. La difesa si oppone ma il giudice respinge l’eccezione della difesa – il Pm ringrazia. Ora è tutto regolare, via veloce alla foto. Viene riconosciuta Barrese Ermelinda – che verrà assolta nel pomeriggio. Da lì in avanti un fiume di riconoscimenti, lì quello, là quell’altro e via così.
Si va avanti con altri riconoscimenti favoriti dai verbali di Cc, nei quali i militari Porcu e Cossa identificano un gruppo di persone intente a trasportare un gruppo elettrogeno ed altri mentre escono dalla baita sequestrata.
Si prosegue così fino all’arringa dei Pm. La baita diventa un simbolo politico di resistenza, il sigillo, il vincolo apposto dallo Stato, e l’averlo strappato, o lasciato integro ma superandolo diviene spregio allo Stato: dunque con l’art 349 c.p.p. vi è la reiterata violazione e data la presenza di altri procedimenti anche in corso, alcuni verranno pesantemente condannati e altri incensurati assolti.
Si vedrà al termine del processo, per adesso vengono richieste pene da sei mesi a un anno e mezzo, per Alberto Perino e Beppe Grillo nove mesi.
Inutile l’opposizione delle difese sui certificati dei carichi pendenti e sulla memoria riassuntiva dei Pm. Il giudice, stando all’articolo 121 e 133 cp.p., ammette tutto.
E sui processi si esprime anche Erri De Luca in una nota fatta pervenire al movimento: “In Val di Susa siamo arrivati alla Magistratura Sperimentale. Esplora i confini dell’arbitrio: inventare il reato di terrorismo per il danneggiamnento di un cantiere è il traguardo simile a chi va a svuotarsi l’intestino nelle ortiche. La penale della somma di 221 mila euro, con riscossione a tagliola di scadenza ravvicinata, è la prima estorsione contro un comitato di lotta. Ma si può esplorare quanto si vuole con la Val di Susa: lo sventramento sarà fermato, la Tav all’amianto non si farà. Un abbraccio caloroso al popolo della Val di Susa. Erri”.
Attenzione, scoop!!! Scoperte le istruzioni alla stampa per la manifestazione NO MUOS del 1° Marzo a Niscemi
di antonella santarelli
La signora Rosina, operosa addetta dell’impresa di pulizia La Solerte, spolverando il pc del megadirettore della catena editoriale “Finché la barca va”, sente uno strano bip bip e nota immagini colorate e pulsanti sul video. “Attenzione, attenzione” si legge nella scritta che ora spunta. “Vuoi vedere che prendo una nota di merito se avverto il capo dell’ufficio e forse anche una mancia?”
“Oh, guarda la segretaria del dott. Rossetti, che fine avrà fatto? E la nipote del dott. Milani, oh, ma forse non è la nipote… e questo ragazzo chi è? Ma è nudo!” Finalmente apre e stampa il file giusto.
“Messaggio importante da distribuire a tutti i giornalisti, con ordine di distruzione immediata dopo la lettura”.
“Deve essere veramente importante, lo darò subito a mio nipote che studia giornalismo, anche se ora, mannaggia a lui, sta occupando la facoltà. Penserà lui ad avvertire gli altri giornalisti”.
E così, grazie al nipote della signora Rosina, possiamo darvi, in anteprima, le istruzioni che la quasi totalità dei giornalisti seguirà per informare la nazione sulla manifestazione NO MUOS del 1° Marzo. Seguendo le istruzioni, potete giocare ad anticipare il pezzo che leggeranno gli italiani sui maggiori quotidiani (on line e su carta): a questo punto, fateci avere il vostro pezzo perché premieremo, con un soggiorno nella sughereta di Niscemi, l’autore che confezionerà il reportage più vicino agli articoli diffusi dalla grande stampa durante e dopo la manifestazione del 1° marzo in Contrada Ulmo. Ecco le istruzioni:
1) Recarsi sul posto almeno la sera prima e concordare con le forze dell’ordine il punto dove è auspicabile che scoppino disordini.
2) Portarsi l’occorrente per sostituire o riparare le gomme: gli uomini dei servizi segreti non sempre ci pensano dopo avervi squarciato i pneumatici.
3) Evitare di fotografare religiosi, mamme con le carrozzine, bambini sorridenti: i manifestanti sono brutti e con il ghigno feroce. Gli altri non esistono, ricordatelo.
4) Filmare tutti coloro che inciampano e cadono: fino a prova contraria, sono le vittime della violenza inaudita della folla rivoltosa.
5) Mai socializzare con i manifestanti, neanche per chiedere notizie. Vi bastano gli infiltrati che imparerete a riconoscere; se non li riconoscete, non importa. A cosa vi servono le notizie?
6) Istruzione fondamentale: dividere per due e calcolare il dieci per cento del risultato. Questo è il numero dei manifestanti che lancerete già dopo cinque minuti l’ora fissata dell’ inizio del corteo. Esercitatevi: se sono diecimila, il numero esatto che diffonderete sarà: 500, 250 o 700?
7) Anche se i manifestanti saranno un’infinità, ricordatevi che solo i numeri, per definizione, sono infiniti: quindi, la manifestazione, comunque vada, sarà sempre un flop, perché il numero dei manifestanti non può essere infinito. Ragionate: se fossero ottomilacinquecentonovantasei, potrebbero essere ottomilacinquecentonovantasette e così via. L’insuccesso è, pertanto, una verità incontestabile. Mancherebbero sempre di una unità in più. Questa è matematica, cosa avete studiato a scuola?
8) Il numero, pertanto, finito dei manifestanti va sempre decontestualizzato: non un accenno a quanto successo in precedenza. Nessuna analisi o contraddittorio: credete di lavorare per la BBC, forse?
9) Il ragazzo celerino che si toglie il casco in segno di solidarietà soffre di ASMA, intesi? E niente paura se lo negherà, il giorno dopo tornerà a vendere le patate nel suo paese.
10) Appena si avvicinerà a voi un manifestante o, peggio ancora, una di quelle insopportabili Mamme No MUOS per chiedervi di fare un articolo “giusto” (come dicono sempre) sulla manifestazione, mostratevi infastiditi e gridate per farvi ascoltare da quanta più gente possibile: “Uffa, la stampa in questo paese è LIBERAAAAAA!”.
Pubblicato sabato 8 febbraio 2014
Communiqué du mouvement contre l’aéroport de Notre Dame des Landes – AG du 21 janvier
Dans la nuit du 13 au 14 mai 2013, une trentaine d’anonymes No Tav a attaqué le chantier de la ligne à Grande Vitesse Lyon- Turin en Val Susa, entrant à l’intérieur et incendiant du matériel et des équipements. Un sabotage inscrit dans la lutte, qui avait été soutenu publiquement par le mouvement NoTav.
Le 9 décembre 2013, la police politique, sur ordre des parquets de Turin et Milan, a incarcéré quatre compagnon-nes, Chiara, Mattia, Niccolo et Claudio suspecté-es d’avoir pris part à l’action de Mai. Les chefs d’accusation sont « attentat à finalité de terrorisme », et d’avoir eu pour objectif de « contraindre les pouvoirs publics ou une organisation internationale à accomplir ou à s’abstenir d’accomplir un acte quelconque » (dans ce cas le financement et la réalisation de la ligne ferroviaire à grande vitesse Turin-Lyon), « causant ainsi un grave préjudice à l’Italie et à l’Union Européenne » (article 270sexies du code pénal italien reprenant la définition européenne).
Le 8 janvier 2014, l’assemblée des comités NoTav a exprimé sa solidarité avec les inculpé-es et a déclaré que « cette attaque répressive ne vise pas tant une action spécifique, mais le mouvement dans son ensemble et toutes ces années d’expériences, de savoirs, de confrontations et d’actions ». De plus, elle dénonce « que tout ce qui met en discussion un projet étatique est passible de terrorisme. Il reste seulement le désaccord platonique et être réduit à un mouvement d’opinion. La démocratie parle aujourd’hui un langage clair : Nos décisions ne te plaisent pas ? Tu es un terroriste ».
Depuis Notre Dame des Landes et la lutte que nous menons contre l’aéroport et son monde, nous partageons l’analyse que l’utilisation de la catégorie de terrorisme contre le mouvement NoTav est l’application d’un dispositif pouvant frapper n’importe quelle lutte qui ne se résigne pas face aux expropriations, aux expulsions, aux matraques, aux gaz, aux arrestations, aux incarcérations. Nos luttes contre le saccage du territoire orchestré par les gouvernements et leurs alliés « bétonneurs » se font échos. Ici et là-bas, notre NON n’est pas négociable. Nos vies et nos espaces de vies ne sont pas aménageables.
En Val Susa, la résistance au projet continue malgré le début du chantier. A Notre Dames des Landes, nous continuons à nous opposer à tous travaux de l’aéroport. Nous n’oublions pas que la répression frappant quelques personnes a été, est et sera utilisée pour tenter d’affaiblir les mouvements de lutte : cette vieille technique pour diviser et terroriser.
Ainsi nous souhaitons envoyer un message de solidarité à Chiara, Niccolo, Claudio et Mattia, aux presque 400 NoTav poursuivies par la justice, et à la résistance No Tav. Les terroristes sont ceux qui saccagent et détruisent nos vies et les lieux que nous habitons. En Val Susa comme à Notre Dames des Landes, nous ne nous laisserons pas intimider par ces manœuvres répressives. Au contraire, cela renforcera nos solidarités et notre détermination.
La lotta non si arresta. La lutte ne s’arrête pas.
L’assemblée du mouvement contre l’aéroport réunie à Notre Dame des Landes, 21 Janvier 2014.
Incendio nella notte a Susa, a fuoco una escavatrice usata come spargisale
Il mezzo era stato da poco lasciato all’autoporto di Susa dopo essere stato utilizzato lungo l’autostrada Torino-Bardonecchia. L’ipotesi di un incendio nato da solo è quella più plausibile, ma non è l’unica possibile
Poco dopo la mezzanotte i vigili del fuoco sono dovuti intervenire a Susa per spegnere le fiamme che stavano distruggendo un escavatore della ditta Itinera, utilizzato fino a poco prima come spargisale lungo l’autostrada Torino-Bardonecchia. Un incendio che sarebbe partito a causa di un cortocircuito.
L’ipotesi di un incendio nato da solo è quella più plausibile, ma non è l’unica possibile. Nello scorso mese di luglio infatti la stessa ditta era stata presa di mira da alcuni attivisti No Tav che avevano dato fuoco ad una pala meccanica in frazione San Giuliano. La “colpa” della Itinera sarebbe stata quella di aver fornito calcestruzzo al cantiere di Chiomonte, in cui si sta dando vita all’alta velocità.
Per quanto riguarda l’incendio avvenuto nella notte, non ci sono state rivendicazioni. Il mezzo spargisale era stato da poco lasciato nel deposito Sitaf all’autoporto di Susa quando improvvisamente ha preso fuoco.