Italia: terrorismo, incontro segreto tra sauditi, Israele e opposizione siriana

avvaaz che dice al riguardo?

Italia: terrorismo, incontro segreto tra sauditi, Israele e opposizione siriana

ROMA – Un incontro segreto a a Roma tra gli emissari di Arabia Saudita, Israele e della cosiddetta coalizione delle opposizioni siriana, tra loro anche il coordinatore delle operazioni terroristiche in Siria.
Lo rivela il giornale al-Manar. Nell’incontro il regime di Riyadh ha voluto confermare che l’esistenza del 70% dei gruppi armati anti-governativi in Siria dipende dal sostegno che offre il regno. E che i sauditi sono intenzionati a continuare fornire ai ribelli questo aiuto, giudicato essenziale.
http://italian.irib.ir//notizie/politica5/item/131603

Boldrini story

Thursday 12 september 2013

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Lo schema è costruito ad arte: chi critica la Boldrini è «sessista», chi critica la Kyenge è «razzista». Le violenze verbali contro gli esponenti del centrodestra invece sono «libera espressione del pensiero» e in fondo anche «giuste» perché loro sono «reazionari, fascisti, nani e delinquenti». La sinistra, con la complicità dei giornali amici, ha imposto questi parametri, è il suo modo di concepire la democrazia. Di conseguenza, anche per i commenti sul web lo scandalo esplode solo quando viene colpito il duo Boldrini-Kyenge, mentre gli insulti agli altri passano inosservate e persino il manichino impiccato di Berlusconi diventa una forma d’arte. Ma lo schema è talmente fragile da frantumarsi di fronte alle innumerevoli gaffe delle due eroine della sinistra, non ultima la risposta della presidente della Camera («non offenda») al grillino Di Battista che aveva detto in aula che «il Pd è peggio del Pdl». Una gaffe enorme, bollata da Grillo come «meravigliosa». La Boldrini se le cerca. Di recente ha detto di essere una «donna che viene dal popolo» mentre sanno tutti che è la tipica borghese marchigiana, nipote di un petroliere, figlia primogenita di un avvocato e di un’insegnante d’arte. Da ragazza è stata anche un po’ capricciosa, visto che dopo la maturità ha deciso di viaggiare per il mondo (cosa che alle «donne del popolo» capita raramente), e che si è laureata alla Sapienza di Roma per poi entrare in Eni, Rai, Onu e Fao. Non se l’è mai passata male: dal 1993 al 1998 ha lavorato al Programma alimentare mondiale (Wfp) come portavoce e addetto stampa per l’Italia. In quegli anni ha svolto ripetute missioni in Ex Jugoslavia, Caucaso, Afghanistan, Tajikistan, Mozambico e Iraq. Dal 1998 al 2012 ha ricoperto l’incarico di portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr, Regional Representation Southern Europe). Niente male, non ha certo sofferto la fame come voleva far credere. Naturale, quindi, che sul web si sia scatenata la protesta, con commenti non proprio eleganti. Ma sono stati proprio i commenti su Facebook e sui blog a farla esplodere: «Quando una donna riveste incarichi pubblici si scatena contro di lei l’aggressione sessista». Non diceva le stesse cose, però, quando gli incarichi pubblici erano rivestiti da altre donne. Forse perché erano donne di centrodestra e potevano essere impallinate. La Boldrini poi ha collezionato una serie di uscite poco felici o quantomeno poco credibili, come quando raccontava di come il padre le faceva recitare il rosario in latino, per poi finire alle parole pronunciate dopo che Luigi Preiti sparò contro i carabinieri davanti a Palazzo Chigi: «Chi ha sparato era disperato, la crisi trasforma le vittime in carnefici». Enrico Mentana, in un tweet, due giorni dopo scrisse: «Definire Preiti vittima che diventa carnefice, come fa Laura Boldrini, dà alibi sociale all’orrore del cittadino che si fa giustizia da sé». Fra le altre gaffe della Boldrini, le frasi «non immaginavo esistesse tanta povertà» e «in tv i modelli sono quelli della casalinga o della donna seminuda. Da lì alla violenza il passo è breve». Un ventaglio di sciocchezze politiche si presta alla valanga di sfottò sul web e alle ironie nell’aula parlamentare. Basta ricordare che il deputato leghista Gianluca Buonanno etichettò la presidente della Camera come «la Donna Prassede dei Promessi Sposi» per poi aggiungere: «Il personaggio di Manzoni pensava che il monopolio del bene fosse lei, in realtà le cose erano ben diverse. Lei mi ricorda quella persona». Di fronte a tutto questo è difficile sostenere la tesi che chi critica la Boldrini è sessista. Così com’è difficile sostenere la tesi che chi critica la Kyenge è razzista. Tra l’immaginaria donna del popolo e l’immaginaria tesi dei genitori “uno” e “due” scegliere è difficile, criticare è un gioco da ragazzi. Con buona pace dei falsi moralisti della sinistra.

http://informare.over-blog.it/article-boldrini-story-120007364.html

 Laura Boldrini maestrina remix. Quale messaggio manda?

 VENERDÌ 13 SETTEMBRE 2013 

  In questi giorni gira in rete un audio che consigliamo di ascoltare agli appassionati di comunicazione politica. Non certo per la sua qualità artistica, ma per soffermarsi sul reale messaggio che manda. Si tratta di un remix realizzato da un dj di Rds, in cui si alternano e sovrappongono le parole del deputato cinquestelle Alessandro Di Battista e quelle della presidentessa della Camera Laura Boldrini nel recente scontro verbale avvenuto in Parlamento tra i due.

Da questo audio la Boldrini esce come la maestrina solenne e severa che sgrida il ragazzo ribelle (scena tra l’altro frequente in Parlamento tra Boldrini e grillini dall’inizio della legislatura). Ragazzo ribelle (o almeno, quella è la parte che sta recitando) che sta dando dei ladri ai parlamentari.

 Ma se la “prestazione” di Di Battista corrisponde al “brand” di rottura che si sono dati i cinquestelle fin dal primo giorno, quale messaggio manda invece la Boldrini (e quindi il partito di Vendola) con il suo ruolo di arbitro super-partes svolto con rigore ed intransigenza? Ci verrebbe da rispondere subito che manda lo stesso messaggio che mandava Bertinotti quando era anch’egli presidente della Camera, ossia il niente. Intendendo cioè che di sinistra questo ruolo effettivamente non ha niente, se con “sinistra” intendiamo voglia di giustizia sociale, rottura del sistema costituito, e anche una sana dose di rabbia intelligentemente incanalata verso battaglie giuste.

 Sia chiaro, qui non stiamo facendo un paragone per stabilire chi è meglio e chi è peggio tra M5Stelle e Sel, entrambe sono all’opposizione ed ognuna delle due forze la fa a modo proprio (anche se Vendola deve scontare il peccato originario dell’alleanza col Pd che ora sta governando insieme a Berlusconi). E non ci interessa neanche elencare i loro rispettivi pregi e difetti (lo abbiamo già fatto in altri articoli). No, qui stiamo analizzando molto brevemente, dal punto di vista dell’impatto comunicativo, quale messaggio manda una sinistra “radicale” che accetta ad ogni tornata (Bertinotti ed altri ieri, Boldrini oggi) di sedere sugli scranni che comportano una imparzialità e un incarico arbitrale. Per dire, persino Fini nella scorsa legislatura, da presidente della Camera, si schierava e prendeva posizione. La Boldrini invece interpreta il proprio ruolo con una rigidità alla quale verrebbe da rispondere: “anche meno”. In un’altra occasione addirittura i grillini furono ripresi perché avevano “pronunciato il nome di Napolitano” (sì, proprio così, pronunciato…).

 Questo audio remix appare un po’ come lo specchio della contrapposizione tra il “grillismo” e tutta la galassia della sinistra radicale, dove quest’ultima prende in giro (con aria da snob e di superiorità) i cinquestelle con formule ironiche tipo “noi siamo la gggente”, per lanciare messaggi sulla loro presunta inferiorità intellettuale e il loro populismo becero. In realtà crediamo sia però più invidia per il loro numero di voti, nettamente superiore. E del resto la politica è una scienza impietosa dove vince chi propone il miglior messaggio comunicativo e, su quello, riceve consensi. Sicuri che il fenomeno Grillo non sia proprio la risposta ad un vuoto che la sinistra, per rincorrere poltrone e presidenze, ha lasciato sul piano della rabbia e rottura sociale?

 

Boldrini vs Di Battista remix – http://www.youtube.com/watch?v=gIqv1HbTK7A

 Per Senza Soste, Franco Lucenti

Piccinin témoigne sur RT

PCN-TV / LE TEMOIGNAGE ANTI-ASL DE L’ENSEIGNANT BELGE PRO-REBELLES PICCININ SUR RT

 PCN-TV avec RT – PCN-SPO / 2013 09 13  /

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV 

https://vimeo.com/pcntv

 SYRIA : THE PRO-REBELLS PICCININ ANTI-ASL TESTIMONY ON CHEMICHAL ATTACK OF DJOBAR ON RT

English sound

Video sur : https://www.facebook.com/photo.php?v=1413222398895922

 Résumé français :

Le témoignage de l’enseignant belge Piccinin – pro rebelles – impliquant l’ASL dans l’attaque au gaz de Djobar …

 Mis en cause : un « général de l’Armée syrienne libre » et deux officiers supérieurs de la « brigade Abou Ammar », une katiba djihadiste intégrée à l’ASL, avec des activités criminelles.

Que dit le témoin Piccinin, enlevé par l’ASL et anti-Assad, sur ses anciens amis :

 « C’est un devoir moral de le dire. Ce n’est pas le gouvernement de Bachar Al-Assad qui a utilisé le gaz sarin ou autre gaz de combat dans la banlieue de Damas. Nous en sommes certains suite à une conversation que nous avons surprise. »

Enseignant de l’athénée de Philippeville (Près de Charleroi, Wallonie), historien et politologue de formation, passe ses congés scolaires à voyager dans les zones de guerre, Pierre Piccinin se rendait en Syrie pour la 7e fois depuis le début du soulèvement populaire en 2011. Avait basculé du côté de l’ASL. Enlevé par ses amis rebelles en Syrie en avril dernier, il a été libéré le 8 août 2013 avec l’Italien Domenico Quirico, journaliste au quotidien La Stampa.

 PCN-TV & PCN-SPO

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 http://www.syria-committees.org/

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

 

I dettagli delle prove che l’Onu “stranamente” NON VEDE

Toccare il fondo con le armi chimiche usate dai ribelli in Siria

di Wayne Madsen – 12/09/2013

 Fonte: aurorasito

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Non vi è dubbio che i ribelli siriani, tra cui gli affiliati ad al-Qaida di Jabhat al-Nusra, siano in possesso di armi chimiche in Siria e che le abbiano usate contro i civili e le forze governative siriane. Per l’intelligence degli Stati Uniti, l’uso da parte delle forze siriane di armi chimiche è, secondo la CBS News, stata valutata con “scarsa e moderata” fiducia, difficilmente abbastanza credibile per indurre gli USA ad attaccare la Siria. Il governo russo ha fornito un rapporto di 100 pagine alle Nazioni Unite, che dimostra che i ribelli siriani hanno condotto un attacco chimico contro Khan al-Assal, nel nord della Siria, il 19 marzo. Esperti russi hanno concluso che il razzo usato dai ribelli non era un armamento standard preso dagli arsenali siriani e che, quindi, non era opera dei militari siriani. Il razzo è stato definito ‘artigianale’ dagli specialisti russi e le sostanze chimiche presenti in campioni del terreno, sarin e fluorofosfatato diisopropilico, non sarebbero state fabbricate in un ‘ambiente industriale’ standard. Il capo del team delle Nazioni Unite che indaga sulle armi chimiche usate nella guerra civile siriana, la svizzera Carla del Ponte, aveva detto a maggio che vi erano prove che i ribelli siriani avevano usato il gas nervino sarin.

Da dove proverrebbero questi prodotti chimici?

Una probabile fonte è il Threat Reduction Agency Defense (DTRA), Centro per la ricerca sulla salute pubblica finanziato da Richard G. Lugar, presso Tbilisi, Georgia, nel comune di Alekseeva. Si tratta di una struttura che opera come centro di ricerca civile per la guerra biologica, ma che ha anche magazzini con armi chimiche acquistate dai depositi scoperti in alcune repubbliche dell’ex Unione Sovietica. La DTRA è responsabile del controllo della distruzione delle armi di distruzione di massa (WMD) in tutto il mondo. Tuttavia, la struttura di Tbilisi, conosciuta anche come Central Public Health Reference Library, è anche strettamente legata alla Defence Intelligence Agency statunitense (DIA) e all’U.S. Army Medical Research Institute for Infectious Diseases (USAMRIID) di Fort Detrick, nel Maryland. I linguisti russi dell’intelligence statunitense che lavorano per la DIA vengono assegnati alla struttura in Georgia. 

 Fonti dell’intelligence mediorientale riferiscono che la Lugar Center è la probabile origine degli ordigni ‘artigianali’ e delle sostanze chimiche ‘non standard’, aggiungendo che sono stati trasportati in Siria dai guerriglieri ceceni che lavorano per la CIA. Ordigni e sostanze del Center Lugar sono stati utilizzati dai ribelli anche contro i civili a Ghuta,  sobborgo di Damasco, il 21 agosto.

 A maggio, la sicurezza turca arrestò dei guerriglieri aderenti ad al-Nusra, vicino al confine turco-siriano, con un contenitore di gas nervino sarin. Tuttavia, avrebbe scarsa veridicità il video postato su YouTube che mostrerebbe ribelli siriani sparare proiettili chimici dalla punta blu, in Siria. Il video afferma che l’arma chimica è stata: “Schierata da una struttura di ricerca controllata dal governo degli Stati Uniti, il Jack Kemp Research Facility, dal nome di un senatore statunitense. Le armi sono molto simili a quelle che furono costruite da Saddam Hussein”. La narrazione implica che l’arma provenisse dalle scorte trasferite in Georgia dall’Iraq. Tuttavia, l’impianto in Georgia prende il nome da Richard Lugar, ex senatore repubblicano dell’Indiana. Jack Kemp era un repubblicano del Congresso degli Stati Uniti di New YorkQuando fu inaugurato nel marzo 2011, alla dedica ufficiale parteciparono Andrew Weber, assistente del segretario alla Difesa per i programmi di difesa nucleare, biologica e chimica, e l’ambasciatore degli Stati Uniti a Tbilisi John Bass. Non estraneo alle operazioni segrete, Bass è stato consulente speciale del vicepresidente Dick Cheney, nel 2004-2005. Tali disinformazione e ‘operazioni d’informazione’ sono ormai un segno distintivo della guerra moderna. Molte battaglie hanno luogo nel cyberspazio come sul campo di battaglia.

 Stranamente, il costo iniziale dell’impianto è stato di 15 milioni di dollari. Tuttavia, il costo complessivo schizzò a 100 milioni di dollari, senza una spiegazione ragionevole. Il responsabile della struttura è un ex capo dei servizi segreti esteri della Georgia, che ha stretti legami con la CIA e il Mossad. Le richieste di visite al sito di funzionari dei governi di Iran, Azerbaijan, Russia e Armenia furono tutte respinte dalla Georgia. Ma elementi dell’intelligence georgiani favorevoli al più russofilo Primo ministro Bidzina Ivanashvili, hanno rivelato i legami tra il presunto attentatore della maratona di Boston, Tamerlan Tsarnaev, la Jamestown Foundation vicina alla CIA e l’addestramento di agenti ceceni e daghestani, nonché di Tsarnaev, nei seminari nel 2012 co-sponsorizzati dalla Ilia State University di Tbilisi. L’intelligence georgiana ha fornito informazioni sulle attività della CIA e del Mossad nel Caucaso e nelle aree circostanti. L’accordo con DTRA e DIA sul Lugar Center coinvolgeva il precedente governo, fedele agli USA e il presidente filo-israeliano Mikheil Saakashvili. Ivanashvili ha migliorato le relazioni, con grande dispiacere dell’amministrazione Obama, con la Russia. La Russia anche offerto assistenza nell’evacuare cittadini georgiani dalla Siria. Un modo per mostrare l’apprezzamento della Russia verso gli agenti dell’intelligence pro-Ivanashvili, per aver rivelato ai media l’origine delle armi chimiche dei ribelli siriani. Ciò danneggia Saakashvili mentre si rafforza la posizione della Russia secondo cui le armi chimiche in Siria vengono utilizzate dalle forze ribelli, e non dall’esercito siriano. Saakashvili e i suoi alleati neoconservatori hanno recentemente criticato Ivanashvili per aver suggerito che la Georgia possa aderire all’Unione Eurasiatica, un progetto avviato dal presidente russo Vladimir Putin.

La proposizione di Ivanashvili è stata accolta con derisione dagli statunitensi e dai loro compari in Europa e nel Medio Oriente. Tuttavia, un video di incerta provenienza, sostiene che le armi chimiche provengano dal ‘Jack Kemp Research Facility’, dal nome di un senatore degli Stati Uniti.  Tali gravi errori sono sempre il segno di una campagna di disinformazione. Vi sono prove nette che i ribelli siriani abbiano utilizzato armi chimiche in Siria per spingere gli Stati Uniti ad attaccare la Siria, anche sulla base di un’informazione che riceve ‘scarsa e moderata’ fiducia presso la comunità d’intelligence degli Stati Uniti. Un articolo di due giornalisti mediorientali, Yahya Ababneh, libero professionista giordano e Dale Gavlak, corrispondente dell’Associated Press, incolpano i ribelli degli attacchi chimici, basandosi sulle ammissioni degli stessi ribelli, che sostengono, inoltre, che il principe Bandar bin Sultan, capo dell’intelligence saudita, ha organizzato l’invio di gas nervino sarin ai ribelli. Bandar non ha mai esitato a usare terrorismo false flag per raggiungere i propri obiettivi, oltre a quelli di Stati Uniti e Israele. Quando era ambasciatore negli Stati Uniti, le impronte digitali di Bandar furono trovate nel finanziamento, soprattutto attraverso la Riggs Bank di Washington legata alla famiglia Bush, dei dirottatori ‘capri espiatori’ accusati dell’esecuzione degli attacchi terroristici al World Trade Center e al Pentagono dell’11 settembre 2001. Da un rapporto della commissione sull’intelligence del Senato, sull’11 settembre, 25 pagine furono cassate dall’amministrazione Bush, perché collegavano direttamente Bandar agli attentati dell’11 settembre. Recentemente, Bandar era a Mosca, dove s’era offerto di ‘ritirare’ le proprie unità di al-Qaida, per non attaccare le Olimpiadi invernali di Sochi, se la Russia avesse semplicemente abbandonato il suo sostegno al governo di Bashar al-Assad di Damasco. Non vi è dubbio che Bandar sia coinvolto nell’attuazione di una serie di attacchi terroristici sotto falsa bandiera in Siria, per incolparne il governo siriano, prescindendo se dei bambini siano stati uccisi nell’attacco. Numerosi bambini di tutte le età furono uccisi negli attacchi dell’11 settembre. Un ex-senatore degli Stati Uniti, che conosce ciò che è scritto nelle 25 pagine mancanti sull’Arabia Saudita, Bandar e l’11 settembre, ha paura di parlarne apertamente, perché teme che la sua sicurezza sia ‘colpita’ da una squadra saudita e/o sponsorizzata dalla CIA.

La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

 Tante altre notizie su www.ariannaeditrice.it

Yemen la descente aux enfers

EODE / GEOPOLITIQUE/ LE YEMEN CONTINUE SA DESCENTE AUX ENFERS

 EODE Press Office

Avec AFP – SITE / 2013 09 14 /

http://www.eode.org/

https://www.facebook.com/EODE.geopolitical.forum

 Le « processus de transition » planifié par Washington au Yemen s’enfonce dans l’échec et la guerre civile, celle des factions yéménites, celle des provinces sécessionnistes. Avec pour couronner le tout l’action d’al-Qaida qui vise à développer un foyer islamiste dans la péninsule …

 Les Djihadistes d’Al-Qaida contrôlent plusieurs villes et mènent une insurrection islamiste radicale puissante, la Guerilla d’Al-Qaida au Yemen n’en est plus au stade du terrorisme mais à celui d’une insurrection sur le modèle afghan. « Les djihadistes sont les derniers arrivés sur la scène yéménite en 2009. Après la restructuration des branches saoudienne et yéménite d’Al-Qaida dans la péninsule arabique et profitant de la déliquescence de l’Etat, ils sont entrés dans une phase active de contrôle du territoire ».

  La branche yéménite d’Al-Qaïda a confirmé ce 13 septembre 2013 la mort de l’un de ses chefs militaires tué le 30 août dans un raid de drone américain au Yémen, dans un communiqué cité samedi par le réseau américain de surveillance des sites islamistes SITE. 

 Al-Qaïda dans la Péninsule arabique (AQPA) écrit dans un éloge funèbre que l’attaque qui a tué Qaïed al-Dhahab faisait partie de “la guerre contre la charia (loi islamique)”, laquelle n’apporterait aux Etats-Unis que “plus de haine et plus de rancune” et inciterait “les musulmans à se tenir dans les rangs du Jihad et des moujahidines”.

 Qaïed al-Dhahab a été tué avec certains de ses hommes dans un raid de drone à Manasseh, un village de la province de Bayda, à 170 km au sud-est de Sanaa, selon une source tribale yéménite.

 Un responsable local avait alors indiqué que l’homme “était le plus important chef militaire d’Al-Qaïda dans la province de Bayda” après la mort de son frère, Tarek, en 2012. Ce dernier avait en janvier 2012 brièvement pris, à la tête d’un groupe d’insurgés, le contrôle de Radah, une localité de la province de Bayda, avant d’en être chassé sous la pression de tribus hostiles au réseau extrémiste. Il a ensuite été tué dans une attaque armée.

 Tarek al-Dhahab était le beau-frère de l’imam américano-yéménite Anwar al-Aulaqi, lui-même tué en septembre 2011 dans un raid américain. Les al-Dhahab s’étaient repliés en 2012, avec leurs partisans dans leur fief familial, Manasseh, près de Radah, théâtre par intermittence d’affrontements meurtriers avec l’armée et les forces de sécurité.

 EODE Press Office

 http://www.eode.org/eode-geopolitique-le-yemen-continue-sa-descente-aux-enfers/

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 ALLER PLUS LOIN …

 

Sur le Yemen, lire :

Luc MICHEL, GEOPOLITIQUE / YEMEN : LE PROJET AMERICAIN DU « GRAND MOYEN-ORIENT » EN ACTION …

sur http://www.lucmichel.net/2013/07/07/luc-michel-focus-geopolitique-yemen-le-projet-americain-du-grand-moyen-orient-en-action/

et

Luc MICHEL, GEOPOLITIQUE / SCENARIO SOMALIEN POUR LE YEMEN ?

Sur http://www.lucmichel.net/2013/07/08/luc-michel-focus-geopolitique-scenario-somalien-pour-le-yemen/

AVAAZ dossier n° 1, ovvero…come ti erudisco il pupo

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Leggete anche: AVAAZ  dossier n°2: ovvero una cortina di fumo che copre i proiettili all’uranio impoverito

http://informare.over-blog.it/article-avaaz-dossier-n-2-ovvero-una-cortina-di-fumo-che-copre-i-proiettili-all-uranio-impoverito-119987729.html

di Orwell 2012

L’organizzazione Avaaz, guidata in Italia da quella santarellina di Giulia Innocenzi, creatura di Santoro e che a molti sembra un’ente promotore di sacrosante campagne a favore dei diritti della gente e dei popoli oppressi, è in realtà in mano al noto banchiere Soros, e quindi … se sapete cosa sono le banche e se approfondite la conoscenza di questo (super ricco) signor Soros potete farvi un quadro più preciso della situazione.

Alcune campagne di Avaaz in particolare servono agli scopi delle élite che occultamente dominano il nostro pianeta, vedi la campagna contro Berlusconi che ha portato al governo del banchiere Monti, e la campagna contro Assad, probabile preludio ad un ennesimo sanguinoso intervento militare in stile Libia.

Le campagne di cui generalmente tutti condividiamo il contenuto (come ad esempio quella contro ACTAhanno lo scopo di dare un’immagine esteriore di un’organizzazione che é  vicina agli interessi dei cittadini, ma tale consenso viene poi utilizzato per indirizzare il consenso popolare verso certi obiettivi (come per l’appunto la destabilizzazione della Siria). E così il popolo ingannato dai media e  da avaaz non si rende più conto di quanto stia realmente accadendo.

Il fondatore di avaaz è Eli Parisier (http://en.wikipedia.org/wiki/Eli_Pariser) che e’ presidente di MoveOn.org societa’ finanziata, guarda caso, da Soros. Nella home page di Avaaz , c’e’ l’immagine di Al Gore (“Avaaz è illuminante dice lui” … ma forse dovrebbe dire “degli Illuminati”) che serve come “testimonial” per tale sito, e sappiamo bene che Al Gore è un membro dell’élite, il promotore della bufala del riscaldamento globale (finalizzata sia a dare una scusa plausibile alla geoingegneria,

http://scienzamarcia.blogspot.it/2010/10/le-scie-chimiche-degli-aerei-un.html

che a dar la colpa al clima ed alla CO2 dei cataclismi artificialmente indotti

http://www.tankerenemy.com/2012/01/alluvioni-artificiali.html ).

Come Avaaz sponsorizza la propaganda di guerra.

Dalla Siria stanno uscendo dei falsi servizi video e abbiamo buoni motivi per credere che siano perlomeno sponsorizzati dalla Fondazione statunitense Avaaz. Permettetemi di raccomandarvi di guardare questo video. “Danny”, un cittadino giornalista partecipativo, si prepara per una diretta con Anderson Cooper della CNN.   La zona è tranquilla. In realtà, non accade nulla e non si sentono spari finché non è in diretta TV. A quel punto, improvvisamente, urla di colpi di mortaio e di “200 morti nelle ultime tre ore”, mentre il rumore di colpi si sente sul fondo.

Assistiamo a“Wag the Dog” Parte Seconda.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=p-DCZxsrt9I

“Danny” è un amico di Khaled Abu Saleh, del quale abbiamo parlato qui, a proposito dei vari video falsi che lo ritraevano ferito. Li potete vedere insieme, in questo video, con “Danny” nella parte del civile spaventato che chiede aiuto e Khalid Abu Saleh ancora nella parte del ferito.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=sFrOCzPdaw8

Come ha scritto, ieri, As’ad Abu Khalil:

“Sembra che il regime siriano abbia degli agenti tra i ribelli oppure che abbia ottenuto da Baba Amr (Distretto di Homs n.d.t.) una collezione di spezzoni di video. Li hanno diffusi, senza sosta. Sono una completa condanna. Mostrano il corrispondente o il testimone (per la CNN o per AlJazeera), prima che sia in onda e il suo comportamento è drasticamente differente da quello che mostra, quando è in onda. Mostrano anche rumori inventati di esplosioni, programmati a tempo per la messa in onda. Devo dire che AlJazeera e la collegata Ikhwan vincono il premio per il maggior numero di bugie dette durante questa crisi. Le loro bugie sono alquanto utili al regime siriano che, ora, riempie lo spazio televisivo con la denuncia delle bugie e delle esagerazioni di Ikhwan e dei suoi legami con l’opposizione siriana.

p.s. E’ davvero scandaloso. Il video mostra quanto avviene prima che AlJazeera mandi in onda il servizio: si vede un finto bendaggio applicato a un bambino e, poi, a una persona viene ordinato di tenere la camera a mano, così da far sembrare che si tratti una ripresa mobile. Un bambino viene indottrinato su cosa dire a AlJazeera.”.

Il video con il bambino ferito (che non è ferito) è qui (la denuncia pubblica su sate3).

http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/7873-come-avaaz-sponsorizza-la-propaganda-di-guerra.html#t=0m54s

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=eFFBx8tp4ls

Qui, il video con i sottotitoli in Inglese. Il video mostra Kahled Abu Saleh mentre prepara il bambino per la sua testimonianza ad AlJazeera e quello che AlJazeera ha, poi, mandato in onda

http://youtu.be/eFFBx8tp4ls

Tutta questa intera ribellione, almeno sui media occidentali, è in gran parte fondata su questi video di propaganda. E’ da notare che le apparecchiature per queste acrobazie televisive sono arrivate tramite Avaaz, una fondazione statunitense progressista di attivisti, che in origine ha fatto attività online ma che, ora, si è trasformata in un’operazione che con azioni di contrabbando muove giornalisti e apparecchiature in Siria. 

 Innanzitutto, Avaaz ha spedito centinaia di migliaia di dollari di apparecchiature di comunicazione, telefoni satellitari e connessioni internet conosciute come BGAN che hanno permesso a chi protesta di avere un contatto con l’esterno.

 Così come accaduto per i primi impegni nella primavera araba, in Tunisia e in Libia, hanno capito che il solo equipaggiamento non bastava: chi protestava aveva bisogno di sapere come utilizzarlo, se si voleva che fosse utile. Così, Avaaz ha inviato degli istruttori che potessero fornire le basi per l’uso dei telefoni satellitari, così come un addestramento di base sul giornalismo civico partecipativo.

I rapporti che arrivano dai cittadini-giornalisti, addestrati da Avaaz a Homs e in altre zone chiave del conflitto, trasmessi attraverso il Centro comunicazioni di Avaaz, fuori del Paese, sono stati le maggiori fonti di informazioni sulla ribellione e sulla repressione nel sangue del regime, usati dalle testate giornalistiche nel mondo.

Il che poi consiste nei reports propagandistici di “Danny” e Khaled Abu Saleh e loro simili. Da notare che Khaled Abu Saleh era anche nel video della giornalista ferita Edith Bouvier che Avaaz ha fatto entrare e, successivamente, uscire dalla Siria.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=eS9PkoNJSlU

’è, quindi, un legame tra Avaaz e questi finti reporters.  Da dove pensate che arrivino le costose apparecchiature che “Danny” e Khalid usano e che consente loro di apparire, con i loro falsi video, sulla CNN e su AlJazeera?

Sulla sua pagina informativa, Avaaz dice di “essere completamente finanziata dai suoi membri”. Mentre la pagina web ha un pulsante per le donazioni, non è chiaro cosa significhi “finanziata dai suoi membri”. Secondo l’ultima dichiarazione dei redditi redatta con il Modulo 990, la “Fondazione Avaaz è composta da due membri: Res Publica (U.S.) Inc. e Moveon.org Civic Action”. Sono, dunque, questi i due membri che finanziano Avaaz? Dal Modulo 990, che sembra riveduto, non ci è chiaro da dove arrivino i soldi a Avaaz (oltre 6 milioni di dollari nel 2010), né dove vadano. Potrebbe trattarsi di una nuova organizzazionenon –governativa finanziata dal Governo USA, come la «National Endowment for Democracy» o l’«International Republican Institute» che agiscono come organizzazioni di facciata per la CIA e altri servizi segreti?

 Fonte: http://www.moonofalabama.org/2012/03/avaaz-sponsoring-fake-reporting-from-syria.html

Altre fonti :

http://ravennapensa.blogspot.com/2011/02/avaaz-chi-sono-costoro.html

http://cafedehumanite.blogspot.com/2011/10/soros-dietro-avaaz-organizzazione.html

http://www.ilgiornale.it/interni/assalto_mondiale_berlusconi_lombra_soros_dietro_sito/07-01

2011/articolo-id=497972-page=0-comments=1

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2011/10/15/chi-ce-dietro-avaaz-una-domanda-interessante-alla-quale-non-ce-risposta-per-ora-ma-solo-dubbi/

FONTE

http://pino-cabras.blogspot.it/2012/03/come-avaaz-sponsorizza-la-propaganda-di.html

Aggiornamento.

a cura di Megachip.

Di fronte al montare dello scandalo in rete sul caso Danny, la CNN ha provato a correre ai ripari con una strana intervista allo stesso Danny. Un’intervista in cui, pur non scusandosi con il pubblico – le grandi catene televisive preferiscono quanto più possibile evitare simili cospargimenti di cenere – la CNN fa dire fino in fondo a Danny che lui non è un giornalista obiettivo, che fiancheggia l’armata clandestina, che il video era una manipolazione, che lui non ha preso un centesimo dalla CNN.  Per un Danny “bruciato” e sacrificato, quanti sono i falsi reportage sulla Siria che si riversano impunemente sull’opinione pubblica mondiale?

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=jWpgQHdz2g4

“Danny” non è certo il primo caso in cui i grandi media vengono scoperti come gatti con il sorcio in bocca mentre alimentano un circuito di notizie che vogliono portare al climaxdell’intervento in Siria. Come fu ad esempio nel caso della “Gay Girl in Damascus”, che anziché una lesbica vessata da Assad risultò essere un americano quarantenne che viveva in Gran Bretagna. Gran parte dei resoconti dalla Siria vengono fatti risalire a notizie “basate su attivisti” di questo tipo. Sulle ali  di questo sistema informativo, l’amministrazione Obama si muove intanto a piccoli passi verso la posizione del repubblicano McCain:  Panetta Says U.S. Weighs Military Action on Syria.

http://www.bloomberg.com/news/2012-03-07/panetta-says-u-s-considering-military-action-against-syria-if-necessary-.html

AVAAZ, L’ENNESIMA ORGANIZZAZIONE DI FINTA FILANTROPIA

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=351427311612564&set=a.205339062888057.51674.173278516094112&type=1&theater

AVAAZ dossier

Fonte:https://www.facebook.com/notes/orwell-2012/avaaz-dossier/328622653893030

Assad et la schizophrenie

LUCMICHEL.NET/ LE PRESIDENT ASSAD DENONCE LA SCHIZOPHRENIE DE L’OTAN

 LM / En Bref /

avec Le Figaro – PCN-SPO / 2013 09 13 /

 http://www.syria-committees.org/lucmichel-net-le-president-assad-denonce-la-schizophrenie-de-lotan/ 

 

A propos du phénomène « djihadiste » – en fait le terrorisme lié à l’islamisme militant-,  il y a ce que j’ai nommé une « schizophrénie atlantiste ». Qui apparaît aujourd’hui quasiment chaque jour à propos des dossiers chauds : Syrie, Libye, Sahel, djihadistes venus de l’UE …  Un exemple ? Ecoutons Manuel Valls, ministre français (et militant sioniste), évoquant les islamistes français partis en Syrie : « la difficulté c’est qu’ils vont combattre un régime que nous condamnons nous-mêmes. Beaucoup combattent dans l’armée officielle de l’opposition, d’autres peuvent se retrouver dans des groupes djihadistes qui sont sur des listes d’organisations terroristes ».

 Cette schizophrénie touche aussi toute la classe politique atlantiste. Mais aussi magistrats, élites ou policiers. Et singulièrement la belgo-flamande. Qu’attendre encore lorsque que le porte-parole du Parquet fédéral belge, compétent en matière de terrorisme, ose déclarer ce qui suit (16 avril 2013) : « le parquet fédéral a souligné l’importance de s’attaquer aux structures et aux groupes qui permettent à des jeunes Belges de se rendre en Syrie. Il précise toutefois qu’il ne faut pas mettre tous les jeunes partis en Syrie dans le même panier, soulignant que certains cherchent à protéger la population civile (sic) et à renverser le régime en place pour le remplacer par un État démocratique (resic) » ?

 NATO-DJIHADISTES : LE FLIRT AVEC LE DIABLE

 Le déclencheur de l’activisme terroriste des djihadistes au Sahel et au Maghreb comme au Proche-Orient ou en Europe est en effet la réponse à un signal fort, et extrêmement irresponsable, donné depuis plus de deux ans par les USA et l’OTAN : la collaboration des services spéciaux de l’OTAN, et singulièrement de la CIA, des français et des britanniques, avec des leaders d’Al-Qaida, d’AQMI (sa branche nord-africaine) ou d’Al-Nusra (sa branche en Syrie), en Libye, en Syrie et en Algérie.

 La politique des USA et de l’OTAN, dont la France des Sarkozy et Hollande – qui a enterré la politique du générale de Gaulle aussi bien au niveau européen qu’arabe – réintégrée dans l’OTAN est le bon élève servile, peut donc être qualifiée de schizophrénique. Chaque jour de jeunes soldats sont sacrifiés en Afghanistan, en Irak ou au Mali pour combattre des djihadistes. Que par ailleurs on a armés et organisés, comme allié principal, en Libye ou en Syrie. Incohérence ou cynisme …

 Schizophrénie qui touche aussi les services spéciaux de l’OTAN. Ainsi les branches Sécurité intérieure des Services français, britanniques ou belges, qui doivent suivre les djihadistes et autres salafistes en Europe, doivent regarder d’un drôle d’œil leurs collègues des branches Action extérieure et du Service Action qui ont encadré et armé les mêmes islamistes en Libye ou le font encore contre la Syrie. En particulier les barbouzes françaises.

 BACHAR AL ASSAD MET LE DOIGT OU CA FAIT MAL …

 C’est sur ces incohérence, souvent ignorées du grand public occidental, que le président Bachar al Assad, dans sa pugnace et intelligente communication de guerre, a mis le doigt. Là où cela fait mal … « Les représentants du peuple français soutiendront-ils l’extrémisme et le terrorisme, s’est-il interrogé dans sa récente interview au Figaro, à usage des parlementaires et des électeurs français. « Les députés français se mettront-ils du côté de ceux qui ont tué des innocents en France ? » Face à un interviewer habilement choisi. – Il s’agit du journaliste Georges Malbrunot, qui fut otage en Irak du terrorisme islamique -, Assad lance encore un argument massue : « Comment  pourront-ils (NDLR : les parlementaires français) s’opposer à des gens comme Mohamed Merah en France et les soutenir en Syrie !!! »

 C’est déjà la question que je posais en mars 2012 dans un éditorial intitulé « La France de Sarkozy paye cash sa politique aventuriste en Libye et au Proche-Orient »  …

 Luc MICHEL

 # ALLER PLUS LOIN …

 * Sur l’Affaire Merah, lire :

Luc MICHEL, LA FRANCE DE SARKOZY PAYE CASH SA POLITIQUE AVENTURISTE EN LIBYE ET AU PROCHE-ORIENT,

sur : http://www.elac-committees.org/2012/04/10/pcn-spo-luc-michel-la-france-de-sarkozy-paye-cash-sa-politique-aventuriste-en-libye-et-au-proche-orient/

 * Sur le dossier des djihadistes venus de l’UE, lire :

Luc MICHEL, FOCUS / DJIHADISTES BELGES : AU-DELA DU SCANDALE, LA SALE GUERRE DE L’OTAN ET DE LA BELGIQUE AU PROCHE-ORIENT,

Sur http://www.elac-committees.org/2013/07/15/luc-michel-focus-djihadistes-belges-au-dela-du-scandale-la-sale-guerre-de-l%e2%80%99otan-et-de-la-belgique-au-proche-orient/

Et Karel HUYBRECHTS, SYRIA COMMITTEES / DJIHADISTES VENUS DE L’UE : LA TRAQUE COMMENCE EN SYRIE !,

Sur http://www.syria-committees.org/syria-committees-djihadistes-venus-de-lue-la-traque-commence-en-syrie/

 * Sur l’alliance NATO-Djihadistes au Sahel et en Libye, lire :

ELAC & ALAC COMMITTEES / LIBYE : LA BOÎTE DE PANDORE DE L’OTAN,

http://www.elac-committees.org/2013/06/01/elac-alac-committees-libye-la-boite-de-pandore-de-l%e2%80%99otan/

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 Luc MICHEL /

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Somalisation de la Centrafrique

EODE / GEOPOLITIQUE / CENTRAFRIQUE: LE PRESIDENT DJOTODIA DISSOUT LA COALITION SELEKA

 EODE Press Office avec Belga – EODE zone Africa /

2013 09 14 /

http://www.eode.org/

https://www.facebook.com/EODE.africa

 La Centrafrique s’enfonce dans un scénario de type somalien ou libyen. Face à la puissance des milices – dont des groupes islamistes – qui l’ont porté au pouvoir avec l’aval et le soutien de la France (sur un scénario inspiré du scénario réalisé par Paris et l’OTAN en Libye en 2011), le président Djotodia tente un coup de force pour reprendre la main.

 Le président de transition centrafricain Michel Djotodia a annoncé ce vendredi à Bangui la dissolution immédiate de la coalition Séléka, groupe hétéroclite de rébellions et de groupes armés qui a renversé sous sa direction le président François Bozizé.

 “A compter de ce jour, la coalition rebelle Séléka et la Convention des patriotes pour la justice et la paix (CPJP, rébellion dont une faction est alliée au Séléka) n’existent plus. Elles sont dissoutes”, a déclaré en langue nationale sango M. Djotodia à l’issue d’une réunion consacrée à la crise dans son pays. “Tous ceux qui vont continuer à se réclamer de ces entités seront considérés comme des bandits”, a-t-il ajouté sans aucune précision sur la manière dont cette dissolution sera mise en oeuvre.

 Selon une source proche de la présidence, des textes précisant cette décision devraient être publiés prochainement. La coalition Séléka compte environ 25.000 combattants, y compris des milices islamistes, dont 20.000 ralliés “de la dernière heure” au moment de la prise de Bangui le 24 mars, selon des estimations du nouveau régime. Nombre de ces hommes n’obéissent qu’à leurs chefs directs, qui se sont taillé des fiefs en province et à Bangui. Des combattants – “incontrôlés” selon les autorités – sont accusés de multiples exactions, de violences et de pillages à répétition contre la population.

Vous avez-dit « somalisation » ?

 EODE Press Office

 

# Sur la situation en Centrafrique, lire l’analyse de EODE Think Tank :

Luc MICHEL, SELEKA ET CRISE EN CENTRAFRIQUE: LE DESSOUS DES CARTES,

sur http://www.eode.org/eode-think-tank-geopolitique-seleka-et-crise-en-centrafrique-le-dessous-des-cartes/

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 http://www.eode.org/eode-geopolitique-centrafrique-le-president-djotodia-dissout-la-coalition-seleka/

Progressisti in divisa (5): gli inganni di Avaaz

senza contare che Avaaz promosse una petizione a FAVORE DELLA PERMANENZA DELLE TRUPPE USA E ISAF IN AFGANISTAN dicendo che senza la milizia straniera le donne sarebbero state seviziate dai taliban. Poi qualcuno si domanda come mai Avaaz considera le persone di sinistra dei polli

 5ª puntata di “Progressisti in divisa: la Sinistra pacifista viene arruolata”, saggio di P. Boylan di cui pubblicheremo l’e-book. Il caso di AVAAZ e Giulia Innocenzi.

Redazione

lunedì 5 agosto 2013 

 megachip.globalist.it


Progressistiin divisa: la Sinistra pacifista viene arruolata”: è il titolo di unlibro di Patrick Boylan* che stiamo pubblicando a puntate su Megachip,capitolo dopo capitolo per poi pubblicarlo tutto insieme in forma di e-book.Sono messi a nudo i difetti dei pacifisti italiani e occidentali, checondividono i difetti della sinistra, nel frattempo auto-eliminatasi e cooptatanel campo di chi fa le guerre.

Nella precedentipuntate abbiamo iniziato a vedere i dieci tasselli da inserire nel vastomosaico dell’espropriazione e contaminazione del pacifismo di sinistra da partedei poteri forti.

Abbiamovisto per primo il pianointernazionale, ossia il 1° tassello: Amnesty(USA); il 2° tassello: l’ong francese FIDH. Poi abbiamo visto il pianonazionale, ossia il 3° tassello: Tavola della Pace; il 4° tassello:RaiNews24. Poi siamo passati al piano individuale (5° tassello: PadreDall’Oglio, 6° tassello: Giulio Marcon). Per una curiosa coincidenza, poche oredopo la pubblicazione, Padre Dall’Oglio è stato coinvolto in uno stranissimo “rapimento-negoziato”dai contorni torbidi, a conferma della deriva della sua azione. In questapuntata vedremo il caso Avaaz (7°tassello).

Nelleprossime puntate vedremo i tasselli successivi.

Questa è la quinta puntata.

Buonalettura

(laRedazione)

 Settimo Tassello – Il sito Avaaz

 Sul piano virtuale, cioè quello dell’interazione in Internet, troviamo Avaaz, un movimento politico”progressista” che esiste esclusivamente in rete, con 17 milioni di iscritti inpiù di cento paesi (www.avaaz.org/it/).  Esso rappresenta un altro “tassello” delmosaico poiché, con grande efficacia, espropria e contamina ideologicamente laSinistra (pacifista) planetaria.  Infatti,come fa Amnesty (USA) negli Stati Uniti – ma senza la rete di uffici regionaliche consente ad Amnesty di organizzare attività territoriali faccia a faccia -Avaaz mobilita virtualmente l’opinione pubblica mondiale a favore di varie iniziativepolitiche senz’altro progressiste… e non pericolose per i piani egemonicidelle potenze occidentali.

 Ma poi promuove altre iniziative che, invece,assecondano quei piani egemonici e non favoriscono la pace, come le petizioni ufficialia favore dell’intervento militare immediato in Siria (con la scusa di crearezone protette – vedi: bit.ly/link-54  ).  Nel contempo Avaaz si astiene dal lanciarepetizioni ufficiali per il ritiro immediato e totale delle truppedall’Afghanistan.  La seguente schedaillustra l’ambiguità di molte petizioni Avaaz in apparenza progressiste.

 Come Avaaz orienta l’opinione pubblica di sinistra

 Una delle ultime campagne eco-pacifiste di Avaaz (in data 27 gennaio 2013) è una petizione che critica implicitamente Rafael Correa, l’anticonformista Presidente dell’Ecuador – colui che ha offerto asilo, nella sua ambasciata a Londra, al fondatore di Wikileaks, Julian Assange.  La petizione chiede a Correa di ritirare la sua (deprecabile) autorizzazione per la ricerca del petrolio a Isla Sani, nel nord-est dell’Ecuador, perché l’eventuale trivellamento rovinerebbe le foreste pluviali e sradicherebbe gli indigeni, a beneficio di una “potente compagnia petrolifera”.

 Si tratta dunque di una campagna a favore dell’ambiente, a favore dei diritti umani, e contro una Multinazionale del Male: che c’è di più progressista? (Vedi: bit.ly/link-55b  .)

 Ma non appena si indaga un po’ si apprende che nel 2006 l’Ecuador cacciò dal paese le aziende petrolifere USA, sostituendole con un’industria nazionale – i cui profitti, per intero, finanziano i servizi sociali del paese, i migliori in quell’angolo del mondo.  La “potente compagnia petrolifera” di cui parla Avaaz, senza nominarla, è dunque quella nazionale, la PetroAmazonas.

Si scopre inoltre che, per dettame Costituzionale, essa può prospettare ma non estrarre petrolio senza il “sì” di un referendum popolare: quindi, niente imposizioni dall’alto di valsusina memoria.  Del resto, gli indigeni di Isla Sani erano favorevoli alla ricerca del petrolio nella loro regione (per i benefici economici), fin quando una imprenditrice inglese del luogo, insieme al marito indigeno, non li abbiano dissuasi (vedi: bit.ly/link-56    ).

 Si viene anche a sapere che il governo ecuadoriano ha già rinunciato a sfruttare il suo giacimento petrolifero più grande, lo Yasuni, perché si trova sotto una foresta primaria di straordinaria biodiversità.  Il giacimento di Isla Sani, invece, si trova fuori da quella zona.

 Si scopre anche che, se oggi la PetroAmazonas osserva severi vincoli ambientali, nei ventennio prima del 2006 le compagnie petrolifere USA deturpavano senza restrizioni l’ambiente ecuadoriano.  Una di esse, la Chevron, deve ancora pagare una multa di sei miliardi di euro per disastro ambientale. In tutti quegli anni non c’è stata una sola protesta ambientalista.

 Infine si scopre che, da qualche anno, la già menzionata ong statunitense NED è al lavoro in Sud America, in modo prioritario nei paesi “troppo” a sinistra, tra cui l’Ecuador (vedi:  bit.ly/link-57b    ).

Infatti, se Washington trova “deprecabile” il Presidente Correa (l’epiteto è della Heritage Foundation), non è soltanto perché egli offre asilo politico a Julian Assange o perché ha nazionalizzato le industrie petrolifere statunitensi.  Egli ha anche chiuso la base militare americana installata da tempo nell’Ecuador; rifiuta di pagare alla Banca Mondiale una parte del debito accollato, dichiarandolo una “truffa” dei banchieri (molti esperti concordano); finanzia un’industria farmaceutica pubblica per produrre farmaci generici di ogni tipo, togliendo profitti alle case straniere titolari dei prodotti originali.

Ma forse ciò che più dà fastidio, Correa si è alleato con la Cina.  Un personaggio deprecabile (per gli Stati Uniti), altro che!

 Per metterlo in difficoltà, la NED opera per: (1.) destabilizzare politicamente l’Ecuador, ad esempio sostenendo le proteste antigovernative degli indigeni e, (2.) indebolirlo economicamente, ad esempio intralciando le sue industrie estrattive (vedi: bit.ly/link-57    ).

Non è dato sapere se la NED sia implicata a Isla Sani, ma intanto la petizione di Avaaz: (1.) dà incoraggiamento agli indigeni a protestare, (2.) mira a frenare i piani di sviluppo della PetroAmazonas.  Questa petizione, dunque, contribuisce obiettivamente ai due traguardi della NED.

 Il copione è ormai familiare.  Come nel caso delle petizioni di Amnesty (USA), Avaaz arruola i suoi seguaci per sostenere una causa progressista in teoria giusta, ma, guardando meglio, anche parecchio strumentale.  Una causa, dunque, da prendere con le pinze.

 Infine va segnalato che Avaaz offre sul proprio sito, per par condicio, anche una petizione che chiede alla Chevron di ripulire l’ambiente che ha devastato in Ecuador (vedi: bit.ly/link-58  ).

Ma la petizione contro la PetroAmazonas è stata a lungo sulla prima pagina del sito, è appar-sa in più email di Avaaz e ha oltre un milione di firme; mentre la petizione contro la Chevron sta, da più tempo, nascosta nelle pagine interne senza richiami sulla copertina né email.  Le firme sono cinque volte meno.  Par condicio, sì – ma fino ad un certo punto.

 In definitiva, per Avaaz bisogna salvare sì l’ambiente, ma sopratutto dai possibili futuri danni causati da un governo nemico, non dai disastri tuttora in atto, causati da un governo amico.

 Come le organizzazioni descritte nei “tasselli”precedenti, dunque, Avaaz sa espropriare abilmente l’area politica progressistaper fini non sempre del tutto progressisti. Ma – diversamente da Amnesty (USA), dalla FIDH, dalla Tavola della Pacee da RaiNews24 – Avaaz non è stata, essa stessa, espropriata per svolgerequesto ruolo.  E’ stata creata exnovo grazie alle sovvenzioni di GeorgeSoros, speculatore miliardario e – tramite le sue fondazioni – potere fortemondiale.

Per via delle sue molteplici iniziative sociali epolitiche, come la creazione, appunto, di Avaaz e il finanziamento dellacampagna elettorale di Barack Oba-ma, Soros, Premio Dayton per la Pace, risultaper il pubblico americano un “progressista” molto ma molto di sinistra (per FoxNews, un “socialista”) – vedi: bit.ly/link-59  , bit.ly/link-59a   .

 E’ stato Soros, come abbiamo già visto (“SecondoTassello”), a co-finanziare le “rivoluzioni colorate” in alcuni paesi dell’exURSS nel periodo 2000-2005, rivoluzioni sponsorizzate anche dal governostatunitense per introdurre in quei paesi le basi della democrazia – e, soprattutto,le basi della NATO (vedi: bit.ly/link-21 ).

In sostanza, egli ha offerto a questi paesi, alposto della dittatura del Partito o di Putin, la dittatura FMI-Banca Mondiale ela sovranità limitata NATO-Dipartimentodi Stato.  Invece delle grinfie dell’orsorusso, gli artigli dell’aquila USA.

Un mondo migliore? Di sicuro non è il mondo che sognavano tutti coloro che hanno lottatoduramente contro il passato regime, convinti che la rivolta avrebbe dato lorofinalmente la libertà.

 Intanto è il mondo al quale Avaaz, con le suepetizioni, ci chiede oggi di aderire tutti quanti: la Post-Democrazia dell’«Imperodell’Ovest» (la nuova NATO Globale – vedi l’elenco dei paesi qui: bit.ly/link-60    .)

Un mondo che si contrappone sempre di più allaPre-Democrazia dell’«Impero dell’Est» (la SCO, l’Organizzazione di Shanghai perla Cooperazione: Cina, Rus-sia, Iran, Pakistan, ecc.; vedi l’elenco: bit.ly/link-61  ).

Anzi, questi due imperi esprimono non solo duealleanze difensive contrapposte, la NATO verso la SCO, ma anche due alleanzeeconomiche contrapposte, il G7 verso i BRICS.

 Purtroppo queste contrapposizioni, invece dimitigarsi col tempo, si vanno irrigidendo – anche nell’opinione pubblica,spinta a schierarsi sempre di più e con sempre maggiore intransigenza grazie allavoro di condizionamento da parte di organizzazioni come Avaaz.

 Responsabile di Avaaz in Italia è Giulia Innocenzi, l’intervistatrice presso il programma Pubblico Servizio ed ex militante Radicale e poi del PD – una Progressista doc, dunque.  In divisa.  Infatti, all’inizio della guerra in Libia, gli italiani erano per la diplomazia, sopratutto i giovani (57%-35%).  Pertanto la giovane Innocenzi fu invitata a L’Ultima Parola (Rai2, 26-03-2011) per far loro capire che: 1. dobbiamo salvare i civili a Bengasi anche con le bombe; 2. il NO che si diceva per la guerra in Iraq non vale più per la Libia; 3. infatti, il pacifismo è ormai di destra.  Vedi:  bit.ly/link-61a 

 E così, con le sue petizioni, Avaaz, arruolandoci”dalla parte giusta”, ci insegna quali siano i “paesi buoni” e quali siano i”paesi cattivi” nel mondo.

Ad esempio, ci fa prendere le distanze daldeprecabile Presidente ecuadoriano Correa (peraltro, troppo agganciato allaCina) e dal sanguinario Presidente siriano Assad (peraltro, troppo agganciatoalla Russia e all’Iran).

Ci fa invece chiudere un occhio sulla nostraoccupazione dell’Afghanistan, evidentemente per Avaaz né deprecabile, nésanguinaria.  E si capisce perché: serveper spaccare l’Impero dell’Est e dirottare il petrolio dell’Asia centrale versoi paesi della NATO, anziché della SCO.

 In una parola, Avaaz ci arruola per la neo GuerraFredda che sta alle porte, in cui il pacifismo sarà un orpello.

Sulla “Post-Democrazia” già avviata in Italia,vedi: bit.ly/link-62 .

Sui due blocchi (o “imperi”), Est e Ovest, el’emergente Guerra Fredda, vedi: bit.ly/link-63  .

 A breve saranno pubblicate le prossime puntate e iprossimi capitoli del libro di Patrick Boylan

PRIMA PUNTATA:Progressisti in divisa (1),pacifisti in guerra.

SECONDAPUNTATA: Progressistiin divisa (2), Amnesty e dintorni.

TERZAPUNTATA: Progressisti in divisa (3):RaiNews24 e Flavio Lotti.

QUARTAPUNTATA: Progressistiin divisa (4): Dall’Oglio e Marcon.

 *PatrickBoylan, ex docenteall’università Roma Tre, dove approdò dalla sua nativa California, è entratopoi nella redazione di PeaceLink.iteha co-fondato a Roma gli Statunitensi per la pace e la giustizia e la Rete NoWar. «Non èantiamericano contrastare le guerre imperialiste del mio paese, anzi!» tiene aprecisare. «Abbiamo esportato la democrazia così tanto che ormai ce n’è rimastaben poca. Salviamo almeno quella!»