Siria, le bugie al G20

In barba ai censori del pensiero unico e degli intolleranti, Rinascita è ritornata on line.
I despoti arroganti non si daranno certo per vinti, si sa.

Ugo Gaudenzi

Da venerdì a oggi, le prime pagine dei principali media occidentali si sono prodotte in un diluvio di disinformazione su quanto emerso a latere del vertice dei G20 sulla questione siriana.
Tutti, o quasi, i megafoni del pensiero unico liberaldemocratico hanno sottolineato la “maggioranza” di consensi che avrebbe ricevuto il “nobel per la pace” Obama alla sua richiesta di guerra alla Siria (undici sì contro i nove no guidati dal presidente russo Putin).
Oltre all’evidente rimozione che il fronte dei dieci partners embedded ai disegni bellici Usa non ha affatto “votato la guerra” all’unanimità, ma con ampie e sostanziose riserve, l’informazione agli ordini della Casa Bianca ha tralasciato di riferire che tra i G20 che hanno contestato la proposta di guerra nordamericana figurano la Cina, l’India, l’Indonesia, l’Argentina, il Brasile, il Sudafrica, e cioè governi di popoli che, assieme alla Russia, rappresentano già solo loro più del 50 per cento dell’umanità. Per non accennare ai cospicui riferimenti complessivi ad una necessaria eventuale ma improbabile (visti i veti di Mosca e Pechino) risoluzione dell’Onu.
Lo stesso Putin ha inoltre duramente dichiarato che “l’uso di forza contro uno Stato sovrano è possibile soltanto in caso di autodifesa e – come ben sappiamo – la Siria non ha affatto attaccato gli Stati Uniti d’America” e, quindi, agendo senza una decisione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, gli Usa si porrebbero come dei “fuorilegge”.
D’altra parte il presidente russo ha ripetuto che il famoso attacco (del 21 agosto scorso) con armi chimiche, utilizzato finora come imaginifico pretesto angloamericano e francese per proporre l’intervento bellico “umanitario” (sic) “non è stata che una provocazione degli insorgenti armati per ottenere l’aiuto esterno, dai paesi che li hanno sostenuti fin dal primo giorno”.
Esattamente, cioè, la versione contraria a quanto sbandierato dal fronte occidentale (Uk, Francia, Italia (purtroppo), Australia, Canada Corea del sud, Arabia saudita, Spagna, Turchia, Giappone), nella dichirazione  di sostegno alle mire guerrafondaie di Obama che è risultato peraltro il solito documento-contraddittorio che se da una parte imputa al governo di Damasco l’utilizzo di armi chimiche, dall’altra – indicando come necessaria una non meglio specificata “forte risposta internazionale” – riconosce che “il conflitto in Siria non può innestare soluzioni militari” e riafferma “l’impegno alla ricerca di un accordo politico di pace attraverso la messa in opera del comunicato di Ginevra del 2012” (per una conferenza di pace).
In conclusione la parola resta alle Nazioni Unite, con la Russia che ha già avvisato che non accetterà un’aggressione multilaterale stile Serbia o Afghanistan o Libia. E che vedrebbe l’Italia nell’ormai consueto ruolo di scendiletto atlantico.
Il mondo , insomma, è sull’orlo del precipizio. E l’Italia si è piazzata sciaguratamente sul costone di roccia in bilico.


07 Settembre 2013 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=22356

Siria, le bugie al G20ultima modifica: 2013-09-09T08:09:11+02:00da davi-luciano
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