Pensiero creativo: vietato agli economisti?

Posted By Alberto Medici On 5 maggio 2013 

uniscisoluz [1]

Domanda: è possibile collegare tutti e 9 i puntini sopra, con solo 4 segmenti retti (senza curve), collegati fra di loro (senza cioè staccare la penna dal foglio)?

In questo come in molti altri gochi del genere, esiste di solito una difficoltà che deriva dai limiti che il partecipante si auto-impone: limiti, si badi bene, che non sono contenuti nell’enunciato del gioco, ma che, per convenzione, per abitudine, per tradizione, sono in qualche misura “dati per scontati“.

Per questo si usa il modo di dire: “to think out of the box“: per risolvere un problema apparentemente insolubile bisogna avere la capacità di abbandonare schemi consolidati, affrontare nuovi percorsi, strade mai battute prima. A pensarci bene, è il cosiddetto “uovo di Colombo“: nessuno dei partecipanti avrebbe mai pensato che si potesse rompere, schiacciandolo alla base: eppure, nelle ipotesi iniziali non si era detto “… senza romperlo“.

Da qualche parte ho letto che se si mette un’ape in una bottglia di vetro trasparente rovesciata con l’imboccatura verso il basso, questa cercherà ostinatamente di uscire andando verso l’alto, perchè, nel suo DNA è scritto che l’uscita è verso l’alto. E morirà nella bottiglia, impossibilitata a pensare che possa esistere una soluzione opposta a quella che il suo istinto le dice. Mentre una mosca, convenzionalmente vista come più stupida dell’ape (avete presente la grande capacità organizzativa delle api? Le loro gerarchie, le procedure, ecc.? Tutto un altro mondo rispetto ad una stupida, individualista mosca) a forza di provare, sbattere e risbattere, prima o poi uscirà dal basso della bottiglia.

Mi vengono in mente queste considerazioni quando ascolto economisti, politici, pensatori, maestri, ecc. che parlano della crisi economica. E il loro disperato affannarsi intorno a un punto in più o in meno di IVA, o IMU sì o IMU no, e facciamo ripartire lo sviluppo, ma sì riparte, ma no non riparte, e diamo qualche stimolo all’economia, e via dicendo, mi ricorda tanto lo sbattere continuo, ostinato dell’ape sull’alto della bottiglia, contro il vetro duro. Loro non sono in grado di abbandonare alcune verità intoccabili, come quella, ad esempio, che il denaro è una convenzione, e che non è detto che perchè negli ultimi 250 anni è sempre stato creato da banchieri privati che si sono impadroniti del mondo, con questo meccanismo, debba sempre andare così. Niente. Non riescono ad immaginare un sistema diverso, e anzi si offendono (uno per tutti: Oscar Giannino) se qualcuno  osa proporre qualcosa di diverso. In una trasmissione televisiva, durante la campagna elettorale, alla Francesca Salvador che accennava al signoraggio, Giannino osò rispondere che lui aveva studiato, commenttendo un triplice errore:

1.      primo, dava dell’ignorante alla contropoarte;

2.      secondo, non rispondeva nel merito ma si trincerava dietro ad una presunta competenza (che però non gli bastava per rispondere nello specifico),

3.      terzo, col senno di poi, quando si scoprì delle lauree finte, avrebbe fatto certamente meglio a stare zitto.

Non abbiamo bisogno di economisti che, come i cani di Pavlov, rispondono in coro addestrati secondo le direttive che le scuole di economia, finanziate dal sistema bancario, hanno inculcato loro. Abbiamo bisogno di chi sappia usare l’intelligenza senza conflitti di interesse e senza paura di osare il nuovo.

PS: la soluzione al giochino di sopra è qui sotto. Il limite che di solito ci si impone, in questo caso, è quello di non uscire dal perimetro del quadrato; limite che, ovviamente, non è assolutamente stato detto nell’enunciato del problema.

unisci4 [2]


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Pensiero creativo: vietato agli economisti?ultima modifica: 2013-05-06T14:49:03+02:00da davi-luciano
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