TF-X La prima auto volante ibrida elettrica

20 MAGGIO 2013 by MAXDLL in AERONAUTICA, NOVITÀ, SCIENZA E TECNOLOGIA

Auto Volante Elettrica Terrafugia-TF-X 4Dopo la Transition un’auto volante creata nel 2006 dalla società aereospaziale americana Terrafugia che si occupa già da molti anni di veicoli su ruote in grado di volare, i piloti-ingegneri del MIT, stanno lavorando ad un nuovo progetto di un’auto volante a quattro posti, ma la novità è che la nuova TF-X sarà ibrida-elettrica!

Auto Volante Elettrica Terrafugia-TF-X









Al momento ancora in fase di sviluppo, il progetto potrebbe richiedere 8-12 anni di tempo prima di metterlo in produzione e l’obbiettivo principale sarà proprio quello di rendere la guida facilmente accessibile anche ai meno esperti, infatti secondo l’aziendabastano 5 ore di pratica per guidare la TF-X che è dotata di comandi simili a quelle di una semplice auto, dispone di un sistema di sicurezza elettronico che indicherà al conducente prima di decollare il luogo dove atterrare e se il sistema calcolerà che il luogo dell’atterraggio non è sicuro (per condizioni atmosferiche o perché non c’è sufficiente energia per condurre il TF-X a destinazione), il mezzo stesso non autorizzerà il decollo fino a quando non apparirà una destinazione sicura, inoltre rileva problemi come l’autonomia residua insufficiente.

Auto Volante Elettrica Terrafugia-TF-X 2L’auto avrà queste caratteristiche, un motore termico da 300 CV abbinato a due unità elettriche da 600 CV utilizzati per atterraggio e decollo. Una velocità massima di 322 km e potrà decollare in verticale distendendo le ali come un elicottero proseguendo come se fosse un normale aereo una volta raggiunta la quota. E’ presente anche il paracadute e l’atterraggio automatico di emergenza in caso il pilota abbia uno svenimento.

Non è stato ancora rivelato il prezzo indicativo per la TF-X, certamente non potrà essere alla portata di tutti visto che dovrebbe essere prodotto in grande scala così da proporre un costo in competizione nei confronti di auto lussuose.

Il team di Terrafugia è lieto di condurre questo progetto che potrebbe portare importanti vantaggi economici e risparmi di tempo come ha anche dichiarato Carl Dietrich CEO/CTO:
“Ci siamo appassionati a creare un industria di macchine volanti e stiamo dedicando risorse per porre le basi per la nostra visione del trasporto di massa, presto aumenterà il livello di sicurezza, la semplicità e la convenienza del trasporto aereo. Una opportunità per dare al mondo una nuova dimensione di libertà personale”.

Auto Volante Elettrica Terrafugia-TF-X 1Presto tutto questo potrà diventare realtà, e vedremo queste auto nei nostri cieli,  e una volta finito il nostro percorso “nelle nuvole” le ali si ripiegheranno, in modo che si possa girare tranquillamente sulle strade o rimetterla in garage, staremo a vedere. VIDEO

DAL PD IL DISEGNO DI LEGGE PER FAR FUORI IL MOVIMENTO 5 STELLE

“Elezioni aperte solo ai partiti”. Il ddl a firma Finocchiaro-Zanda, presentato al Senato. Invece di cambiare la legge elettorale…

finocchiaro.jpgVietare a tutti i movimenti politici non registrati di partecipare alle competizioni elettorali. E’ questo il cuore del disegno di legge presentato dal Partito democratico in Senato. 

La proposta, firmata dal capogruppo a Palazzo Madama Luigi Zanda e da Anna Finocchiaro, di fatto impedirebbe a tutte le associazioni senza personalità giuridica e senza uno statuto pubblicato in Gazzetta Ufficiale di candidarsi a qualsiasi livello alle elezioni. 

Il disegno, se diventasse legge, come è facile immaginare avrebbe conseguenze dirompenti sull’attuale sistema politico italiano. Il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, la vera sorpresa dell’ultimo voto e terza forza politica del Paese, sarebbe tra le prime vittime della proposta Zanda-Finocchiaro e, senza una riforma interna, non potrebbe presentarsi alle prossime elezioni. 

In pratica, per i Movimenti come quello di Beppe Grillo, che per defizione non hanno personalita’ giuridica e non sono normati, scatterebbe un divieto alla corsa elettorale. La proposta consta di nove articoli. All’articolo 2 (‘Natura giuridica dei partiti politici’) si stabilisce che “I partiti politici sono associazioni riconosciute dotate di personalita’ giuridica, ai sensi dell’articolo 1 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000, n. 361”, ossia quello che ha istituito, presso le prefetture, il registro delle persone giuridiche per le associazioni, le fondazioni e le altre istituzioni di carattere privato. 

All’articolo 6 (‘Partecipazione alle competizioni elettorali e accesso al finanziamento pubblico’) si stabilisce quindi che “l’acquisizione della personalita’ giuridica e la pubblicazione dello statuto nella Gazzetta Ufficiale costituiscono condizione per poter partecipare alle competizioni elettorali”. Queste norme, se approvate, creerebbero non pochi problemi al Movimento 5 stelle che all’articolo 1 del suo Non-Statuto si definisce una “non Associazione” con una sede virtuale che coincide con l’indirizzo web del blog di Grillo. Il comico genovese tra l’altro e’ l’unico titolare dei diritti d’uso del simbolo M5S: con le nuove disposizioni si darebbe potere di decisione anche agli altri ‘soci’. Nella relazione del ddl si legge che le nuove norme per l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione non impediranno “a una semplice associazione o movimento di fare politica, ma il mancato acquisto della personalita’ giuridica precludera’ l’accesso al finanziamento pubblico e la partecipazione alle competizioni elettorali”. 

http://www.cadoinpiedi.it/2013/05/20/dal_pd_il_disegno_di_legge_per_far_fuori_il_movimento_5_stelle.html

Maverick denuncia il senatore Stefano Esposito

WRITTEN BY: MASSIMO BONATO – MAY• 20•13

maverickLa settimana passata era comparso tra le pagine del blog Maverick di Fabrizio Salmoni l’articolo C’è lavoratore e lavoratore: per esempio ci sono i crumiri. L’articolo, pubblicato all’indomani degli scontri avvenuti nella notte tra il 13 e il 14 maggio in Val Clarea alle recinzioni del cantiere Tav, era finito immantinente sulle scrivanie della Questura, di lì all’esame della Procura di Torino, e rimbalzato poi di testata in testata, finanche sui telegiornali nazionali.Smembrato alla bisogna, carpendone frase per frase slegate dal restante contesto, aveva quindi fatto gridare al linguaggio brigatista, all’ideologia eversiva, alla minaccia intemperante e violenta, sino a essere interpretato come una presunta “rivendicazione” dell’assalto al cantiere appena compiuto. Rivendicazione No Tav: chi lavora al cantiere è condannato era appunto uno dei titoli ripreso dalle colonne di Globalist a titolo ironico, nella critica testuale che dell’articolo di Maverick veniva proposta, a riprova che in esso non si scorgevano le minacce paventate da gran parte della stampa italiana. Come accade in polemiche di tal fatta, si alzarono muri di parole e lettere di solidarietà e comunicati a difesa della libertà di espressione, liberamente ignorate dalla controparte.

Tra chi s’interessò dell’articolo pubblicato su Maverick si trovava il senatore Stefano Esposito che rispose prontamente all’articolo di Fabrizio Salmoni con un proprio comunicato dal titolo Bisogna fermare Maverick alias Fabrizio Salmoni.

Insomma, pubblicato su Maverick il 14 maggio, l’articolo aveva finito per innescare una violenta risposta su buona parte dei media italiani il 15, per sparire il 16, in cui si tornò a parlare dell’intera questione Tav nelle pagine regionali.

Ora, Fabrizio Salmoni, alias Maverick, sentiti i propri legali, ha denunciato il senatore Stefano Esposito per diffamazione, minacce e altri reati relativi al comunicato pubblicato sul suo sito. All’esame restano le dichiarazioni di un’altra parlamentare Pd e le espressioni utilizzate dagli organi di informazione che si espressero allora sul caso.

M.B. 20.05.13

http://www.tgvallesusa.it/?p=872

Tav,i francesi iniziano a fare i conti

Tav,i francesi iniziano a fare i conti

Venti anni dopo il lancio del progetto i francesi iniziano a fare i conti,e molte buone ragioni aprono la strada alla rinuncia.
Le Parisien pubblica le 10 motivi per uno stop al progetto poiché la Lione-Torino è diventata obsoleta e le necessità di trasporto merci e viaggiatori da venti anni a oggi sono notevolmente cambiate.

La linea Parigi-Milano è troppo lunga
La Torino-Lione dovrebbe consentire il collegamento da Parigi a Milano tanto veloce quanto attraente. Ma la realtà è ben diversa e il viaggio in Treno a Alta velocità dura 5 ore. I viaggiatori continueranno a preferire l’aereo.

  1. Previsioni del traffico merci in ribasso
    La principale giustificazione per la Torino-Lione è il togliere il trasporto merci dalla strada per passarlo su rotaia, requisito ecologico sancito dalla Convenzione delle Alpi del 1991. Studi di settore annunciarono l’aumento del traffico merci tanto da giustificare la nuova infrastruttura. Ma dal 1994, la tendenza si è invertita al punto che nel 2012 il traffico era più o meno equivalente a quello del … 1988! La prospettiva di crescita slitta così al 2035.
  2. La linea attuale è sottoutilizzata
    Secondo i suoi promotori, la Torino-Lione dovrebbe servire a mettere le merci dei camion sui treni. Tuttavia, una linea ferroviaria (quella che passa attraverso il Moncenisio) esiste già e centinaia di milioni di euro vengono spesi per la sicurezza. Oggi questa linea è usata solo circa un quarto della sua capacità, stimata tra i 15 e i 20 milioni di tonnellate di merci all’anno, equivalenti a quasi il totale delle merci che viaggia ora attraverso le gallerie stradali del Fréjus e del Monte Bianco.
  3. I Tunnel svizzeri sono sufficienti
    Nel 1994 la Svizzera ha avviato la costruzione di due gallerie ferroviarie: il Lötschberg, commissionato nel 2007 e il Saint-Gothard pronto nel 2016. Il traffico di sposterà sull’asse nord-sud a causa dell’evoluzione del trasporto merci. Infatti ci sono meno merci dall’Europa e il traffico si è spostato dall’Asia verso i Porti di Genova e Rotterdam il che spiega il calo strutturale del traffico nella zona di Lione-Torino.
  4. Il finanziamento rimane incerto
    Venti anni dopo che il progetto è iniziato, rimane una grande incognita: il suo finanziamento. Dopo che l’Europa ha pagato il 50% del lavoro preparatorio del tunnel internazionale, la Francia e l’Italia si basano su aiuti europei per la somma di 40% per la sua realizzazione. Ma come ha sottolineato a Bruxelles dopo il vertice franco-italiano, il 3 dicembre 2012, questo aiuto non è sempre concesso. Inoltre, la Francia dovrà pagare € 12 miliardi di euro per il progetto complessivo.
  5. Il costo stimato si impenna
    Secondo la Corte dei Conti che si è espressa su una stima intermedia nel novembre del 2012: “i costi previsti saranno in forte aumento”. I lavori preliminari sarebbero dovuti costare 320 milioni di euro lievitati al 2 dicembre 2010 a 901 milioni di euro. Sul bilancio complessivo compreso l’accesso al tunnel, la Corte dei conti ha constatato che l’aumento dal 2002 da 12 a 24/26 miliardi di euro.TAV_2
  6. Il progetto è insoddisfacente
    Lamentando la mancanza di visibilità sull’evoluzione dei costi, la Corte dei conti nel parere evidenzia come “il controllo di questa operazione non soddisfi i requisiti necessari di rigore”.
    Nella Dichiarazione congiunta dei Ministri dei Trasporti francese e italiano il 3 dicembre si dice anche che è il progetto è pronto solo per “avviare discussioni sulla struttura giuridica, economica e finanziaria”.
  7. I politici eletti cambiano idea
    Se un parere favorevole unanime sulla Lione-Torino c’è stato oggi possiamo dire che non esiste più. Gli ambientalisti svizzeri, italiani francesi sono ora contrari alla realizzazione del tunnel internazionale. Una posizione confermata dal gruppo ambientale nella regione Rhône-Alpes, una componente importante della maggioranza della comunità particolarmente coinvolta nella regione di progetto. Dominique Dord, vice sindaco di Aix-les-Bains ed ex tesoriere della UMP, ha annunciato, nel frattempo, che non si dovrebbe contare su di lui “per difendere l’indifendibile”.
  8. I residenti resistono
    Nonostante l’esercito in Val di Susa si continua a resistere.
  9. I pasticci si accumulano
    Il progetto è stato recentemente segnato da varie stranezze e il gruppo favorevole ai lavori dal lato filo-francese nel 2012 è stato indagato per i conflitti di interesse. Poco dopo l’ex direttore generale della società italiana LTF Paolo Comastri è stato condannato nel 2011 per turbativa d’asta in primo grado per fatti risalenti al 2004. Infine, Philippe Essig, ex presidente della SNCF ha detto nel mese di gennaio, che il tunnel “non è necessario oggi e non lo sarà per molto tempo”, aggiungendo che spera “prevalga il buon senso e le nostre risorse ai veri problemi dei francesi.
  10. http://www.improntaunika.it/2013/05/tavi-francesi-iniziano-a-fare-i-conti/

Renzi sulla Val di Susa: «Tav inutile» (chi lo dice a Chiamparino…)

post — 20 maggio 2013 at 12:28

CZCX8FD74164--640x360«La Tav Torino-Lione? Non è un’opera dannosa, ma inutile. Sono soldi impiegati male. Rischia di essere un investimento fuori scala e fuori tempo. Questo, naturalmente, non giustifica l’atteggiamento allucinante e folle di chi aggredisce le forze dell’ordine». (fonte corriere fiorentino)

Queste le parole di Matteo Renzi alla presentazione del suo libro-manifesto (Oltre la rottamazione, ed. Mondadori) al Salone del Libro di Torino.

Non nuovo a questa presa di posizione già nella campagna elettorale per le Primarie, Renzi pubblicò questo documento Dalle grandi opere alle opere utili, che metteva in discussione l’idea delle grandi opere.

Mossa astuta o sincero ripensamento politico? Propendiamo per la prima ipotesi avendo imparato a conoscere l’ex rotamatore e la linea Tav nel suo comune e nella sua regione, ma intanto, chi lo dice al suo caro amico Chiamparino!

http://www.notav.info/post/renzi-sulla-val-di-susa-tav-inutile-chi-lo-dice-a-chiamparino/

Dalla Sardegna in Val Clarea seguendo la Via Francigena

WRITTEN BY: GABRIELLA TITTONEL – MAY• 20•13

Gabriella_Clarea -Diego Desogus 19 5 2013 001Capelli scuri, abbronzato, un sorriso aperto ed un sogno che si sta realizzando, quello di arrivare a Santiago di Compostela seguendo la Via Francigena. Lasciando temporaneamente il suo lavoro, di cuoco, per dedicarsi ad altre alchimie, questa volta non culinarie, ma umane, perché questo viaggio per lui è soprattutto un incontrare, conoscere persone e luoghi.

Ed il suo viaggiare lo ha portato la scorsa domenica a percorrere (questa volta a piedi, facendo riposare la sua fida “Graziella” rifatta per questa avventura) il sentiero che in Val Clarea arriva al cantiere della grande opera.

Diego Desogus, trentaduenne di Pula, splendida località della Sardegna, dopo aver attraversato l’Italia, partendo dalla sua isola il 18 di aprile, sbarcando a Civitavecchia, giungendo a Roma, poi ad Assisi, seguendo  le indicazioni delle mappe della Francigena ed accompagnato dalla curiosità di vedere da vicino un popolo diverso, quello del no tav, è giunto infine in Valle di Susa.Con il suo sorriso, la sua decisione di non porsi vincoli di spazio e di tempo in questo viaggio, con la sua voglia di vedere il mondo con i propri occhi e giudicarlo con la propria intelligenza ed il proprio cuore.

Gabriella_Clarea -Diego Desogus 19 5 2013 003Certo, qualcosa non ha trovato… La tratta di Via Francigena fra Giaglione e Chiomonte… Spazzata via dalla voglia della grande velocità ferroviaria… Che non ha avuto timore di far chiudere un museo che richiamava persone da tutta Europa, di distruggere un sito archeologico che conservava le tracce di umani di migliaia di anni fa, degli antenati dei valligiani… E così Diego ha continuato il suo percorso inerpicandosi sulla ripida salita del Moncenisio, su un percorso alternativo che non gli permetterà di vedere l’alta valle… Anche questa è storia che dovrebbe far riflettere sui grandi progetti che vanno a distruggere un territorio e gli tolgono quanto di più prezioso possiede, il suo paesaggio, le sue tradizioni…

Buon viaggio comunque giovane Diego… E se ti ricordi una preghiera a Santiago dilla anche per il popolo valsusino…

Gabriella Tittonel

20 maggio 2013

http://www.tgvallesusa.it/?p=863

TAV: ora basta, ce lo chiede l’Europa

 

La Francia ha deciso di non costruire più la Torino-Lione. Basta, stop, fine, kaputt. Del mitico corridoio 5 resta solo la tratta PD.


Vi svelo un segreto, in realtà di Pulcinella se non per l’informazione nostrana: la Francia ormai ha deciso di non costruire il Tav Torino-Lione. Manca ancora la firma sul certificato di morte del progetto: poi bisognerà incaricare qualcuno di dare il doloroso annuncio ai Letta bipartizannella stanza dei bottoni e – soprattutto – alla nazione.


Nell’
estate scorsa il Governo francese ha cominciato a dire che, per ragioni di budget, bisognava ripensare le linee ferroviarie a grande velocità previste ma non ancora realizzate:  in cima alla lista dei più doverosi ripensamenti c’era proprio la Torino-Lione. Poi un ex ministro dei Trasporti, Jean-Louis Bianco, è stato incaricato di guidare una commissione per riformare l’intero sistema ferroviario francese: il rapporto preliminare raccomanda di non costruire nuove linee a grande velocità per arginare il debito cronico del settore. Infine, il recente rapporto completo del 22 aprile esorta a capovolgere la politica che finora ha privilegiato la grande velocità e a migliorare invece la qualità del servizio offerto ai pendolari che salgono tutti i giorni sul treno.In genere non merita neanche di essere letta la gran parte di quello che si scrive in Italia sul mitico buco di 57 chilometri sotto le Alpi nel quale sfrecceranno treni con forza cieca di baleno: quel buco che “ci porterà in Europa” (come se fossimo in Asia…) e che s’ha da fare, a costo di tritare le ossa ai valsusini, perché “ce lo chiede l’Europa”. Quella roba non merita di esser letta per almeno due buoni motivi: primo, per i governi italiani e i media mainstream l’utilità del Tav è una sorta di dogma di fede (nonché lo spartiacque fra buoni e cattivi) mentre in realtà quel buco non serve se non a farci spendere montagne di soldi che finiranno in mano ai soliti amici degli amici. E poi, secondo motivo:  mentre qui ci si affanna a dar spazio alla solita “guerrigliaNo Tav” e alla sua incursione nel cantierein Francia del Tav Torino-Lione non si parla proprio più. Ormai ci hanno messo una pietra sopra: amen e requiem aeternam, non basterebbe un miracolo per la resurrezione.

E adesso? Il nuovo slogan è bello e pronto: basta con il TAV, ce lo chiede l’Europa!

Vi svelo un segreto, in realtà di Pulcinella se non per l’informazione nostrana: la Francia ormai ha deciso di non costruire il Tav Torino-Lione. Manca ancora la firma sul certificato di morte del progetto: poi bisognerà incaricare qualcuno di dare il doloroso annuncio ai Letta bipartizannella stanza dei bottoni e – soprattutto – alla nazione.

Nell’estate scorsa il Governo francese ha cominciato a dire che, per ragioni di budget, bisognava ripensare le linee ferroviarie a grande velocità previste ma non ancora realizzate:  in cima alla lista dei più doverosi ripensamenti c’era proprio la Torino-Lione. Poi un ex ministro dei Trasporti, Jean-Louis Bianco, è stato incaricato di guidare una commissione per riformare l’intero sistema ferroviario francese: il rapporto preliminare raccomanda di non costruire nuove linee a grande velocità per arginare il debito cronico del settore. Infine, il recente rapporto completo del 22 aprile esorta a capovolgere la politica che finora ha privilegiato la grande velocità e a migliorare invece la qualità del servizio offerto ai pendolari che salgono tutti i giorni sul treno.In genere non merita neanche di essere letta la gran parte di quello che si scrive in Italia sul mitico buco di 57 chilometri sotto le Alpi nel quale sfrecceranno treni con forza cieca di baleno: quel buco che “ci porterà in Europa” (come se fossimo in Asia…) e che s’ha da fare, a costo di tritare le ossa ai valsusini, perché “ce lo chiede l’Europa”. Quella roba non merita di esser letta per almeno due buoni motivi: primo, per i governi italiani e i media mainstream l’utilità del Tav è una sorta di dogma di fede (nonché lo spartiacque fra buoni e cattivi) mentre in realtà quel buco non serve se non a farci spendere montagne di soldi che finiranno in mano ai soliti amici degli amici. E poi, secondo motivo:  mentre qui ci si affanna a dar spazio alla solita “guerrigliaNo Tav” e alla sua incursione nel cantierein Francia del Tav Torino-Lione non si parla proprio più. Ormai ci hanno messo una pietra sopra: amen e requiem aeternam, non basterebbe un miracolo per la resurrezione.

E adesso? Il nuovo slogan è bello e pronto: basta con il TAV, ce lo chiede l’Europa!

http://crisis.blogosfere.it/galleria/2013/05/tav-ora-basta-ce-lo-chiede-leuropa.html/0

Sulla TAV Lione Torino i 10 dubbi dei francesi

Scritto da:  – giovedì 16 maggio 2013

I francesi fanno i conti alla TAV Lione Torino e scoprono che l’opera progettata 10 anni fa oramai è diventata insostenibile perché troppo costosa.

Sulla TAV Lione Torino i 10 dubbi dei francesi

I francesi iniziano a fare i conti sul progetto Lyon-Turin, conosciuto da noi come TAV. E 20 anni dopo il lancio del progetto che dovrebbe partire nel 2014 si iniziano a accumulare molte buone ragioni che inducono a rinunciare si accumulano. Le Parisien pubblica le 10 ragioni che impongono uno stop al progetto poiché la Lione-Torino è diventata obsoleta e le necessità di trasporto merci e viaggiatori da venti anni a oggi sono notevolmente cambiate. Ecco come.

  1. La linea Parigi-Milano è troppo lunga
    La Torino-Lione dovrebbe consentire il collegamento da Parigi a Milano tanto veloce quanto attraente. Ma la realtà è ben diversa e il viaggio in Treno a Alta velocità dura 5 ore. I viaggiatori continueranno a preferire l’aereo.
  2. Previsioni del traffico merci in ribasso
    La principale giustificazione per la Torino-Lione è il togliere il trasporto merci dalla strada per passarlo su rotaia, requisito ecologico sancito dalla Convenzione delle Alpi del 1991. Studi di settore annunciarono l’aumento del traffico merci tanto da giustificare la nuova infrastruttura. Ma dal 1994, la tendenza si è invertita al punto che nel 2012 il traffico era più o meno equivalente a quello del … 1988! La prospettiva di crescita slitta così al 2035.
  3. La linea attuale è sottoutilizzata
    Secondo i suoi promotori, la Torino-Lione dovrebbe servire a mettere le merci dei camion sui treni. Tuttavia, una linea ferroviaria (quella che passa attraverso il Moncenisio) esiste già e centinaia di milioni di euro vengono spesi per la sicurezza. Oggi questa linea è usata solo circa un quarto della sua capacità, stimata tra i 15 e i 20 milioni di tonnellate di merci all’anno, equivalenti a quasi il totale delle merci che viaggia ora attraverso le gallerie stradali del Fréjus e del Monte Bianco.
  4. I Tunnel svizzeri sono sufficienti
    Nel 1994 la Svizzera ha avviato la costruzione di due gallerie ferroviarie: il Lötschberg, commissionato nel 2007 e il Saint-Gothard pronto nel 2016. Il traffico di sposterà sull’asse nord-sud a causa dell’evoluzione del trasporto merci. Infatti ci sono meno merci dall’Europa e il traffico si è spostato dall’Asia verso i Porti di Genova e Rotterdam il che spiega il calo strutturale del traffico nella zona di Lione-Torino.
  5. Il finanziamento rimane incerto
    Venti anni dopo che il progetto è iniziato, rimane una grande incognita: il suo finanziamento. Dopo che l’Europa ha pagato il 50% del lavoro preparatorio del tunnel internazionale, la Francia e l’Italia si basano su aiuti europei per la somma di 40% per la sua realizzazione. Ma come ha sottolineato a Bruxelles dopo il vertice franco-italiano, il 3 dicembre 2012, questo aiuto non è sempre concesso. Inoltre, la Francia dovrà pagare € 12 miliardi di euro per il progetto complessivo.
  6. Il costo stimato si impenna
    Secondo la Corte dei Conti che si è espressa su una stima intermedia nel novembre del 2012: “i costi previsti saranno in forte aumento”. I lavori preliminari sarebbero dovuti costare 320 milioni di euro lievitati al 2 dicembre 2010 a 901 milioni di euro. Sul bilancio complessivo compreso l’accesso al tunnel, la Corte dei conti ha constatato che l’aumento dal 2002 da 12 a 24/26 miliardi di euro.
  7. Il progetto è insoddisfacente
    Lamentando la mancanza di visibilità sull’evoluzione dei costi, la Corte dei conti nel parere evidenzia come “il controllo di questa operazione non soddisfi i requisiti necessari di rigore”.
    Nella Dichiarazione congiunta dei Ministri dei Trasporti francese e italiano il 3 dicembre si dice anche che è il progetto è pronto solo per “avviare discussioni sulla struttura giuridica, economica e finanziaria”.
  8. I politici eletti cambiano idea
    Se un parere favorevole unanime sulla Lione-Torino c’è stato oggi possiamo dire che non esiste più. Gli ambientalisti svizzeri, italiani francesi sono ora contrari alla realizzazione del tunnel internazionale. Una posizione confermata dal gruppo ambientale nella regione Rhône-Alpes, una componente importante della maggioranza della comunità particolarmente coinvolta nella regione di progetto. Dominique Dord, vice sindaco di Aix-les-Bains ed ex tesoriere della UMP, ha annunciato, nel frattempo, che non si dovrebbe contare su di lui “per difendere l’indifendibile”.
  9. I residenti resistono
    Nonostante l’esercito in Val di Susa si continua a resistere.
  10. I pasticci si accumulano
    Il progetto è stato recentemente segnato da varie stranezze e il gruppo favorevole ai lavori dal lato filo-francese nel 2012 è stato indagato per i conflitti di interesse. Poco dopo l’ex direttore generale della società italiana LTFPaolo Comastri è stato condannato nel 2011 per turbativa d’astain primo grado per fatti risalenti al 2004. Infine, Philippe Essig, ex presidente della SNCF ha detto nel mese di gennaio, che il tunnel “non è necessario oggi e non lo sarà per molto tempo”, aggiungendo che spera “prevalga il buon senso e le nostre risorse ai veri problemi dei francesi.”

http://www.ecoblog.it/post/67567/sulla-tav-lione-torino-i-10-dubbi-dei-francesi

Crimi a Renzi: ”Ci spacchiamo? Non siamo il Pd”


May. 20
 Felice Marra

“Solitamente non ascolto quello che dice Renzi. A differenza di chi parla e basta, noi facciamo politica con gli strumenti che servono, cioè le proposte di legge”.

Così il capogruppo al Senato del M5S risponde al sindaco di Firenze che ha definito “ridicoli” i parlamentari grillini che discutono del rendiconto delle spese per i rimborsi, anziché dei provvedimenti.

Crimi respinge anche le ipotesi di prossime spaccature all’interno del movimento: “Abbiamo retto cose più forti del dibattito sulla diaria, come la formazione del governo e l’elezione del presidente della Repubblica. In ogni caso, se a qualcuno non vanno bene le regole che ci siamo dati, è libero di andare dove vuole”.

Fonte : Repubblica.it

http://www.italiaincrisi.it/2013/05/20/crimi-a-renzi-ci-spacchiamo-non-siamo-il-pd/

UNA VALLE IN FONDO AL VENTO

Un giovane giornalista riluttante e già disilluso sul proprio mestiere viene inviato nella valle di Susa in rivolta contro il Tav. Dietro alle barricate della coverpiù anomala protesta popolare d’Italia scoprirà un oscuro retroterra di misteri irrisolti che ancora inquinano un orizzonte di tensioni. E’ il tema di “Una valle in fondo al vento”, romanzo che Giorgio Cattaneo – esponente del network creativo torinese “Libre” – dedica alla lunga controversia, tuttora in corso, sull’alta velocità ferroviaria Torino-Lione. Sullo sfondo dell’opaco business delle grandi opere, fra strani depistaggi e attentati fantasma, emerge la voce corale di una comunità esasperata dagli abusi subiti e pienamente consapevole del respiro storico della propria terra, eterno crocevia europeo fin dall’antichità. Tra le ombre inquietanti di vicende frettolosamente archiviate, il protagonista scopre che, proprio come in guerra, la prima vittima della cronaca è sempre la verità.

Giorgio Cattaneo, “Una valle in fondo al vento”, Aliberti editore
(208 pagine, 17 euro).

Libre: Romanzo di una valle che resiste in fondo al vento

Una valle in fondo al vento from Libre on Vimeo.

http://www.libreidee.org/una-valle-in-fondo-al-vento/