Ghanesi fermati per stupro. Zaia: la Kyenge renda visita allla vittima

Pubblicato da ImolaOggiCRONACANEWSmag 1, 2013

zaia1 magg – «Il nuovo Ministro dell’Integrazione Kyenge venga a Vicenza a rendere visita alla vittima, con il coraggio di affrontare i problemi per quello che sono e per ribadire a tutti che non ci può essere integrazione senza legalità».

È quanto chiede al neo ministro Cecile Kyenge il presidente del Veneto, Luca Zaia (Lega), commentando il fermo nel vicentino di due ghanesi presunti violentatori di una giovane austriaca. Dopo aver ringraziato i carabinieri per l’operazione Zaia dice di augurarsi ora «che la magistratura applichi il codice penale con la massima severità perchè di fronte a una efferatezza del genere non c’è alternativa se non la tolleranza zero».

«Colgo l’occasione – prosegue Zaia – per ricordare a tutti che il Veneto è la prima Regione d’Italia per immigrazione legale. Chi viene legalmente e lavora qui è il benvenuto, ma tutti devono rispettare la legge e chi delinque deve essere espulso. Il rispetto della donna e della sua identità è uno dei pilastri della nostra cultura veneta. Chi viene da noi deve accettare questo principio sociale e rispettarlo senza se e senza ma». (corriere)

 

Escono da scuola, rapinano negozio e picchiano commessa, arrestati 2 studenti stranieri

Escono da scuola, rapinano negozio e picchiano commessa, arrestati 2 studenti stranieri

6 magg – Hanno anticipato l’uscita da scuola e hanno pensato bene di fare una sosta all’Oviesse per rifarsi il guardaroba, ma senza passare per la cassa. Una volta scoperti, però, la reazione è stata piuttosto violenta: uno ha mandato in ospedale una commessa colpendola con una gomitata al volto; l’altro ha cercato di fuggire, ma una volta intercettato dai carabinieri ha reagito colpendo i militari.

 

E’ l’epilogo della vicenda che vede come protagonisti due giovanissimi, ora arrestati dai carabinieri del Nucleo Radiomobile della compagnia di Reggio. Si tratta di Rafael Lima De Sales, 19enne di nazionalità brasiliana residente a Bagnolo: è accusato di rapina impropria. E dell’amico Nana Quainoo Obed, ghanese di 20 anni abitante in città: deve rispondere del reato di tentato furto e resistenza a pubblico ufficiale.

Tutto è accaduto venerdì, verso le 13.

Nel negozio di abbigliamento in via Emilia San Pietro i due sono alla ricerca di alcuni capi di abbigliamento. Li scelgono, li provano. Poi, però, invece di andarli a pagare li nascondono in uno zaino.

La mossa, però, non sfugge all’occhio del personale preposto alla sicurezza che interviene. Il giovane ghanese riesce a fuggire, mentre il brasiliano viene bloccato: non prima, però, di riuscire a rifilare una violenta gomitata al naso della responsabile dell’esercizio commerciale, causandole un trauma che le richiede di passare al pronto soccorso dell’ospeldae Santa Maria Nuova: ne avrà per un paio di giorni.

Dall’Oviesse, intanto, parte la chiamata al 112. Sul posto interviene una pattuglia del Radiomobile.

Sul posto i militari hanno modo di accertare quello che è accaduto: il tentato furto di abbigliamento sportivo per un valore di quasi 100 euro.

I carabinieri si sono subito messi alla caccia del ragazzo ghanese. Non c’è voluto molto: poco dopo lo hanno rintracciato nei pressi del parco del Popolo. La descrizione corrispondeva esattamente a quella fatta dai gestori dell’Oviesse.

Il giovane, in un ultimo tentativo di scappare dai carabinieri, non ha esitato a ribellarsi alla stretta del militare che lo aveva fermato, causandogli una lesione al braccio – tre i giorni di prognosi – prima di essere comunque bloccato definitivamente dai colleghi. Per lui è scattato l’arresto per furto aggravato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

Ieri mattina i due, difesi dall’avvocato Marco Pinotti, sono comparsi davanti al giudice, Cristina Beretti. L’arresto è stato convalidato e, in attesa del processo, sono stati rimessi in libertà.  gazzetta reggio

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Iintegrazione a suon di violenza quotidiana?

Violenza sessuale nella stazione deserta, arrestato marocchino ubriaco

Forlì, 6 magg – Teatro della violenza sessuale è stata una stazione ferroviaria completamente deserta, poco dopo le 21,30 di sabato sera. E’ qui che una giovane studentessa universitaria fuori sede  è stata palpeggiata e ferita da un marocchino trentenne, senza fissa dimora e clandestino. Per la ragazza ferite giudicate guaribili in 15 giorni, un forte choc psicologico e tanta paura, per il suo aggressore, invece, si sono aperte le porte del carcere  per il grave reato di violenza sessuale, oltre che di lesioni e atti osceni.

La giovane, una studentessa universitaria fuori sede, nella serata di sabato è andata in stazione per prendere un treno in direzione nord, perdendolo per pochi minuti. Si è quindi creata la classica situazione che è meglio non vivere di sera: tutti i viaggiatori salgono sui rispettivi convogli e la stazione rimane completamente deserta. La ragazza, circa 20 anni, decide quindi di attendere il treno successivo, che sarebbe passato dopo circa un’ora.

Ma nel mentre è comparso un uomo, visibilmente alterato dall’alcol (aveva anche una bottiglia di birra in mano) e inizia con decisione un “approccio” fatto di atti osceni, insulti e riferimenti sessuali. Abbastanza per far scappare via la vittima, che tuttavia nelle scale che dal primo binario  conducono al tunnel e quindi all’atrio della stazione si è trovata “agguantata” dalla stretta violenta del marocchino, ad un seno. Sono passati interminabili secondi in questa situazione, fino a che la giovane è riuscita a divincolarsi e a scappare via dalla stazione, allertando i soccorsi.

La pattuglia del 113 della polizia, che si trovava nelle vicinanze, è intervenuta con tempestività sul luogo dell’accaduto e ha trovato l’aggressore mentre cercava di nascondersi nel gruppo di alcuni viaggiatori che nel frattempo si era formato sul binario 2. Tuttavia, sia la descrizione fornita, sia il pronto riconoscimento da parte della vittima, in quel momento sotto le prime cure del personale del 118 giunto sul posto con un’ambulanza ha permesso di raccogliere sufficienti prove per far scattare le manette col reato di violenza sessuale. La studentessa è stata soccorsa, era sanguinante al petto e mostrava graffi e altre ecchimosi. Portata al pronto soccorso le è stata diagnosticata una prognosi di 15 giorni per la completa guarigione.

forlitoday

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Rubare il petrolio della Siria: il consorzio petrolifero UE-al-Qaida

maggio 3, 2013

 Gearóid Ó Colmáin, Global Research, 1 maggio 2013

La decisione dell’Unione europea di sostituire l’embargo sulle esportazioni di energia del governo siriano con l’importazione di petrolio dell”opposizione armata’ è un’altra flagrante violazione del diritto internazionale.Viola la dichiarazione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1962 sulla sovranità permanente sulle risorse naturali, ed è l’ennesima violazione della Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1981 sull’inammissibilità dell’intervento e l’ingerenza negli affari interni degli Stati.

 Ma è molto più di una violazione tecnica della legge. Segna la discesa della civiltà nella barbarie. Londra e Parigi, più di Washington, sono in prima linea nell’aggressione contro la Siria.

 

Nonostante il fatto che sia stato ora confermato dalla maggior parte dei media, che l”opposizione  siriana’ è al-Qaida, Londra e Parigi persistono nella loro follia di armare i terroristi, utilizzando l’argomento spurio che se non armano i ‘moderati’, gli ‘estremisti’ occuperebbero il Paese. Tuttavia, nelle parole del New York Times‘in nessuna parte controllata dai ribelli in Siria, c’è una forza combattente laica degna di questo nome‘. [1] Il fatto che i “ribelli” siriani sono di fatto al-Qaida, è stata anche ammessa dal bellicista quotidiano francese Le Monde. [2] Così, Parigi e Londra  spingono all’ulteriore armamento di al-Qaida e alla legalizzazione del commercio petrolifero con i terroristi jihadisti. In parole povere questo significa che la rete terroristica nota al mondo come al-Qaida sarà presto uno dei partner dell’UE nel business del petrolio. Un nuovo assurdo capitolo nell’era del terrore sta per aprirsi.

 Il diritto internazionale e le sue violazioni

La risoluzione 1803 delle Nazioni Unite del 1962, sulla sovranità permanente sulle risorse naturali, afferma: ‘La violazione dei diritti dei popoli e delle nazioni alla sovranità sulle proprie ricchezze e risorse naturali è in contrasto con lo spirito e i principi della Carta delle Nazioni Unite e ostacola lo sviluppo della cooperazione internazionale e il mantenimento della pace‘ [3].

Jabhat al-Nusra e altri gruppi affiliati ad al-Qaida non rappresentano in alcun modo il popolo siriano, e non costituiscono uno Stato sovrano secondo il diritto internazionale. L”opposizione armata’ è al-Qaida, pertanto la decisione dell’Unione europea di acquistare ufficialmente petrolio dalle bande terroristiche che attualmente occupano territori della Repubblica araba siriana, costituisce un crimine odioso ed è un’ulteriore beffa ai principi base che regolano i rapporti tra gli Stati.

Il documento ONU del 1981 condanna esplicitamente: ‘La crescente minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale a causa del frequente ricorso a minaccia o uso della forza, aggressione, intimidazione, intervento e occupazione militare, escalation della presenza militare e tutte le altre forme di intervento o di interferenza, diretta o indiretta, palese o occulta, minacciando la sovranità e l’indipendenza politica degli altri Stati membri, con l’obiettivo di rovesciarne i governi‘. 

 La dichiarazione continua condannando categoricamente il dispiegamento di “bande armate” e “mercenari” da parte degli Stati, per utilizzarli nel rovesciare i governi di altri Stati sovrani: ‘Consapevole del fatto che tali politiche mettono in pericolo l’indipendenza politica degli Stati, la libertà dei popoli e la sovranità permanente sulle loro risorse naturali, danneggiando in tal modo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Consapevoli anche della necessità indispensabile che qualsiasi minaccia di aggressione, qualsiasi arruolamento, qualsiasi utilizzo di bande armate, in particolare dei mercenari, contro Stati sovrani deve terminare definitivamente, al fine di consentire ai popoli di tutti gli Stati di determinare il proprio sistema politico, economico e  sociale, senza interferenze o controllo esterno.’ [4]

I governi occidentali, che per molti anni hanno apertamente e spudoratamente violato tutti i principi noti e concordati del diritto internazionale, armando bande di terroristi che uccidono e mutilano civili, finanziando criminali comuni, narcotraffico e reclutamento di bambini-soldato, sono oramai scesi ancor più in basso acquistando petrolio e gas da queste bande di terroristi, delle risorse naturali giuridicamente di proprietà della Repubblica araba siriana e dei suoi cittadini.

 La collusione dei governi dell’UE con i terroristi

La discesa dell’Europa nella turpitudine morale e nell’illegalità assoluta è ulteriormente confermata dal fatto che le autorità europee non fanno nulla per impedire che giovani musulmani soggiogati vadano in Siria a combattere la guerra della NATO. Tuttavia, i funzionari degli Stati dell’UE ammettono che centinaia se non migliaia di jihadisti provenienti da Gran Bretagna, Irlanda, Spagna, Germania, Belgio, Paesi Bassi e altri Stati, abbiano raggiunto le fila dei cosiddetti ‘ribelli siriani’. Ma ammettono anche che la loro unica preoccupazione è che questi terroristi possano essere una minaccia alla sicurezza europea, se mai ritornassero. Il fatto che questi terroristi piazzino bombe in piazze affollate, auto, università, scuole, ospedali e moschee in tutta la Siria, che persino i report del dipartimento di Stato confermano, non sembra preoccupare i governi dell’UE. La loro unica preoccupazione è che potrebbero finalmente mordere la mano che li nutre. [5] Il capo dell”anti-terrorismo’ dell’UE, Gilles de Kerchove, racconta alla BBC: “Non tutti sono radicali quando se ne vanno, ma assai probabilmente molti di loro saranno radicalizzati laddove saranno addestrati. E come abbiamo visto, questo potrebbe portare ad una seria minaccia quando ritorneranno“. [6]

Sappiamo da fonti dell’intelligence israeliana che la maggior parte dei terroristi vengono addestrati nelle basi militari USA/NATO in Turchia e Giordania. [7] Quindi, perché il capo dell”anti-terrorismo’ dell’UE fa finta di non saperlo? Questo è il responsabile della protezione dell’Europa dal terrorismo? Come ho riferito prima, il magistrato dell”anti-terrorismo’ francese ha ammesso, alla radio di Stato francese, l’11 gennaio, che il governo francese era al fianco di al-Qaida in Siria: “Ci sono molti giovani jihadisti che vanno al confine turco per entrare in Siria a combattere il regime di Bashar, ma l’unica differenza è che lì non è la Francia il nemico. Quindi non lo vediamo allo stesso modo. Vediamo giovani che in questo momento combattono Bashar al-Assad, che saranno forse pericolosi in futuro, ma per il momento combattono Bashar al-Assad e la Francia è dalla loro parte, finché non ci attaccheranno’.’ [8]

Il cinico doppio standard secondo cui tutti i territori al di fuori dell’UE sono barbari e quindi al di fuori della sfera del diritto internazionale, è ormai diventata una politica che passa inosservata alle masse ipnotizzate dell’Europa. Le potenze euro-atlantiche si comportano non solo come dei criminali, ma ora vantano apertamente loro criminalità. Si dovrebbe anche notare che il governo francese ha deciso di chiamare il presidente siriano con il suo nome. Chiamare un ufficiale di Stato con il suo nome è un segno di profonda mancanza di rispetto, nell’etichetta francese. Dal regime di Sarkozy, la diplomazia francese è stata trascinata nel fango, con il corpo diplomatico della Francia che si comporta come un incrocio tra mocciosi viziati e squadristi fascisti.

 La geopolitica petrolifera della Siria

La ricerca di fonti di energia a basso costo è uno dei contesti geopolitici che guida la guerra in Siria.  Christof Lehmann ha scritto che la scoperta del giacimento di gas di Pars, dell’Iran, nel 2007 e il piano di Teheran del gasdotto per il Mediterraneo orientale da costruire attraverso l’Iraq e la Siria, ha la possibilità di trasformare l’Iran in una potenza economica mondiale, dando a Teheran un’enorme effetto leva sulla politica in Medio Oriente dell’UE. Questo sviluppo potrebbe costituire una minaccia per l’entità sionista. Costituirebbe una minaccia esistenziale per i dispotici emirati del Golfo, che dipendono dalla potenza del petro-dollaro per la loro sopravvivenza. [9] Questo è uno dei motivi per cui la NATO e il Consiglio di cooperazione del Golfo usano terroristi di al-Qaida per spezzare l’alleanza sciita tra Iran, Iraq, Siria e Hezbollah in Libano. Come il geografo italiano Manlio Dinucci ha riferito, contrariamente ai pareri diffusi, la Siria ha enormi giacimenti di idrocarburi. Dinucci scrive: ‘La strategia di Stati Uniti/NATO si concentra sul supporto ai ribelli nell’occupare i campi petroliferi con un duplice scopo: privare lo Stato siriano delle entrate da esportazioni, già fortemente diminuite a seguito dell’embargo UE, e garantirsi che i giacimenti più grandi passino in futuro, attraverso i “ribelli”, sotto il controllo delle grandi compagnie petrolifere occidentali. [10]

La prima implementazione dell’ideologia dell”intervento umanitario’ avvenne durante i bombardamenti NATO della Serbia nel 1999. Da allora, l’entità amorfa nota come Kosovo è diventata lo Stato criminale numero uno dell’Europa, gestito da un criminale condannato per traffico di droga e di organi umani, e per strage, Hashim al-Thaci, un protetto di Bruxelles e Washington. Questo è il tipo di anti-Stato narco-mafioso che la NATO ha installato in Libia dopo la guerra lampo contro quel Paese nel 2011, ed è il tipo di regime criminale che dominerà la Siria se la NATO riuscisse a bombardarla. Si possono leggere centinaia di articoli della stampa ufficiale sulla criminalità del regime kosovaro e gli articoli che descrivono il caos nella Libia post-Gheddafi non sono pochi. Ma gli stessi media ignorano sistematicamente il fatto che sono stati loro a tifare per l’Esercito di liberazione del Kossovo della CIA, durante la distruzione della Jugoslavia. Le stesse prostitute ora spingono ad armare ulteriormente i terroristi in Siria e all’intervento militare della NATO.

 L’ottundimento europeo

I pontificatori dell’integrazione europea e del ruolo dell’Europa nel mondo, aggiungono pepe ai loro discorsi con pomposi riferimenti allo ‘Stato di diritto’ e all’universalità dei ‘valori europei’. Questa retorica spocchiosa viene incessantemente inculcata agli studenti europei nelle università e negli istituti di istruzione superiore, e viene ripetuto fino alla nausea dai mass media. Le persone che utilizzano il terrorismo di al-Qaida per favorire i loro interessi in Medio Oriente, insegnano nei corsi di prestigiose università europee sulle ‘relazioni internazionali’. Non c’è da meravigliarsi che le persone normali siano incapaci di vedere e capire quello che sta accadendo davanti ai loro occhi.  La portata e la complessità delle reti istituzionali globali, costruite su un impero di menzogne, ipocrisia e inganno, sono semplicemente troppo opprimenti per essere comprese da un intelletto incolto. Qualcosa che la nostra mente cerca di rifiutare, quando l’orrore della realtà supera i nostri orizzonti di tolleranza e intelligibilità. Quindi, la mente indietreggia, filtra il reale, preferendo invece vedere nei nostri maestri l’espressione di politiche complesse, contraddittorie e arcane, il cui contenuto morale è consegnato agli studi di “esperti” e “specialisti”, essi stessi prodotti e propagandisti delle stesse istituzioni corrotte.

Ora ci sono tante istituzioni accademiche, conferenze, fondazioni, gruppi di riflessione, istituti  politici e corsi universitari che proclamano le virtù dell”intervento umanitario’, che ha acquisito lo status di dogma. La ripetizione e la riproduzione di questo dogma da parte degli insegnanti del mondo accademico neoliberista ha trasformato ciò di cui la ragione critica normalmente si fa beffe, in un principio a priori della ‘governance globale’. Nel capitolo 22 del suo lavoro sul diritto internazionale De Juri Belli ac Pacis, (Sulla Legge di Guerra e pace), il grande giurista olandese del 17° secolo Ugo Grozio, scrisse: ‘Alcune guerre sono fondate su motivazioni reali ed altre solo su pretesti coloriti. Questa distinzione è stata notata da Polibio, che chiama i pretesti profaseis e le cause reali aitias. Così Alessandro fece guerra a Dario con il pretesto di vendicare le mancanze compiute dai persiani ai greci. Ma il vero motivo di quell’eroe coraggioso e intraprendente era la facile acquisizione di ricchezza e dominio, come le spedizioni di Senofonte e Agesilao gli avevano fatto capire‘. [13]

Poco è cambiato dai tempi di Alessandro Magno. Le guerre sono ancora combattute per saccheggiare e promuovere l’impero. Il vocabolario di Polibio su ‘profaseis’ e ‘aitias’ sarà ancora utile. Dall’inizio dell’incubo siriano nel 2011, il ‘profaseis’ propagato dalle agenzie mediatiche aziendali, che chiede l’intervento militare in Siria, sarebbe il desiderio di ‘proteggere i civili’ da un ‘regime brutale’. Solo gli ingenui e gli ignoranti possono ancora difendere queste sciocchezze mentre le stesse agenzie mediatiche hanno finalmente ammesso che l”opposizione’ è di fatto formata da al-Qaida, un dato fattuale che i media alternativi sottolineano dall’inizio delle violenze a Daraa, nel marzo 2011. LAitias” della NATO in questo conflitto è chiaro: spezzare e distruggere uno Stato sovrano indipendente, saccheggiarne tutte le risorse, stuprare e terrorizzare i suoi cittadini fino alla sottomissione scatenando sulla popolazione squadroni della morte di drogati e ipnotizzati, incolpando di tutto ciò costantemente il ‘regime’, per poi finire il Paese con una campagna di bombardamenti aerei intensi prima di insediare una mafia a governare il Paese. Infine, definire questo olocausto libertà e chiamare l’olocausto democrazia, è una formula collaudata che ora viene diffusa in tutto il mondo dalla megalomania della NATO che punta alla supremazia globale.

Ancora Grozio: “Altri pretesti fabbricati, anche se plausibili a prima vista, non sopporterebbero l’esame e la prova della rettitudine morale e, quando spogliati del loro travestimento, tali pretesti saranno trovati issati sull’ingiustizia. In tali conflitti, dice Livio, non è la prova della giustizia, ma un qualche oggetto di ambizione segreta e indisciplinata, che agisce come molla principale. La maggior parte delle potenze, dice Plutarco, impiegano le situazioni relative di pace e di guerra come una specie di moneta, per acquisire tutto ciò che ritengono opportuno.” Nell’Europa del 17° secolo di Ugo Grozio, devastata dalla guerra, stabilire la distinzione tra profaseis e aitias oppure tra pretesti e motivazioni reali per la guerra non era considerato eresia nel rigoroso dominio del discorso giuridico. Oggi, coloro che fanno tali distinzioni vengono tacciati di essere dei “complottisti paranoici”. In una intervista dal titolo ‘Il pensiero critico come solvente della Doxa’, il sociologo francese Loic Wacquant sostiene che ‘mai prima d’ora il falso pensiero e la falsa scienza sono stati così prolissi e onnipresenti.’ [14]

In questa epoca d’illegalità tecnologica, i precetti fondamentali del diritto internazionale e nazionale vengono smantellati. Con la promulgazione del Patriot Act e ora del National Defense Authorization Act, gli Stati Uniti regrediscono al tipo di tirannia giuridica che ha preceduto la stesura della Petizione dei Diritti in Inghilterra nel 1628, un documento che denunciava la detenzione senza processo, le torture e la legge marziale e forniva le basi giuridiche e morali per la rivoluzione inglese del 1640.

 

Conclusione

È necessario, dunque riflettere sulla guerra in corso nel Levante. Quello a cui assistiamo è la distruzione del sistema statale di Westfalia e un ritorno al caos della guerra dei trent’anni del 17° secolo, ma questa volta ai confini dell’Europa, dove il principio del bellum se ipsum alet, la guerra alimenterà se stessa, viene sfruttato dalle società militari private, da narcobande, reti terroristiche e organizzazioni criminali internazionali legate, direttamente e indirettamente, agli apparati ideologici statali delle potenze atlantiche. E così, l’UCK ha addestrato l”Esercito libero siriano’, mentre il Gruppo combattente islamico libico ha anche aderito alla ‘guerra santa’ in Siria. Come nella guerra dei Trent’anni, le bande armate mercenarie si finanziano saccheggiando le economie locali e vendendo il loro bottino di contrabbando. Intere fabbriche in Siria sono state smontate e rubate dai mercenari al servizio di Turchia e Qatar, mentre il commercio di droga è ora in forte espansione come mai prima. Quando un Paese viene distrutto e ridotto in feudi ed emirati dispotici, le società occidentali si muovono con le loro imprese militari private e procedono a saccheggiare le risorse del Paese, senza essere ostacolate dalle norme e dai regolamenti dello Stato Sovrano. Le orde del terrorismo poi passano al successivo Paese sulla lista nera della NATO. Questa è la strategia del caos della NATO, una forma di guerra liquida che si sta diffondendo rapidamente in tutto il Sud del mondo.

Data la criminalità delle compagnie petrolifere occidentali, in passato, forse non è del tutto sorprendente che oggi, sotto forma di UE, procedano apertamente all’acquisto di petrolio da  organizzazioni terroristiche. Ciò che è sorprendente, tuttavia, è la morbosa spensieratezza delle popolazioni in Europa. Come possono esserci così tante persone “rispettabili” nei nostri media e nelle istituzioni accademiche pronte a collaborare con i mafiosi? Perché ci sono state poche  manifestazioni di rilievo contro la NATO? Come è possibile che i poteri forti siano sempre autorizzati a farla franca con tale criminalità assoluta? Il poeta latino Orazio scrisse ‘neglecta solent incendia sumere vires’, un fuoco trascurato raccoglie sempre forza. Dalla distruzione della Repubblica Democratica dell’Afghanistan a opera dei terroristi mujahidin filo-occidentali, nel 1979, gli Stati sovrani sono caduti preda di mercenari e bande terroristiche sostenute dall’imperialismo occidentale, mentre le libertà civili sono state ridotte, in America e in Europa, in nome della ‘guerra al terrorismo’. Il fuoco allora si è diffuso nell’ex Jugoslavia, Ruanda, Costa d’Avorio, Sudan, Somalia, Iraq, Repubblica Democratica del Congo, Cecenia, Libia e ora Siria. Se i popoli non si svegliano e mobilitano contro i criminali che pianificano queste guerre, le fiamme della distruzione alla fine ritorneranno sotto forma di legge marziale, e un fascista panopticon stato di polizia sarà ritenuto necessario, durante il perseguimento di una terza guerra mondiale contro l’Iran, la Russia e la Cina. Se questo fuoco del terrorismo non verrà spento in Siria, si propagherà in Caucaso, Asia centrale, Russia e Cina orientale fino a quando qualsiasi ostacolo alla corsa della NATO al ‘dominio ad ampio spettro’ verrà eliminato e un iper-Stato tirannico aziendale dominerà il pianeta.

Le guerre mondiali sono esplose in passato, e data la scellerata volontà-di-potenza dei nostri attuali governanti, non vi è ragione di credere che una guerra mondiale non scoppi più. Molti in occidente, abituati alla violenza televisiva e all’indifferenza verso guerre lontane, hanno la tendenza a credere che la politica sia un campo che non li riguardi. Ma come dice il politico francese Charles de Montalambert, ‘Vous avez beau ne pas vous occuper de politique, la politique s’occupe de vous tout de même.’ [E’ facile per voi non occuparvi della politica, ma la politica, tuttavia, si occuperà di voi lo stesso]. Alla luce degli eventi attuali, tale affermazione merita una riflessione.

 Copyright © 2013 Global Research

 Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

  

Guardian: 70 atomiche Usa custodite in Italia saranno adeguate per il lancio con gli F-35

A sorpresa rispetto agli impegni di Obama sul disarmo, il Pentagono stanzia 11 miliardi di dollari per interventi di ‘ammodernamento’ dei 200 ordigni B61 ospitati da basi Nato europee: 50 sono ad Aviano, 20 a Ghedi. L’operazione ruota intorno al controverso caccia-bombardiere di ultima generazione

 Dagli Usa arriva un apparente voltafaccia rispetto agli impegni di Barack Obama verso il disarmo nucleare. Il Pentagono si appresta infatti a spendere 11 miliardi di dollari per ammodernare 200 ordigni nucleari tattici B61 allocati in Europa per trasformarli in “bombe atomiche intelligenti (teleguidate)” sganciabili dal controverso caccia di ultima generazione F-35, di cui si doterà anche l’Italia. E’ quanto rivela il britannico Guardian.

Le B61 sono ordigni americani conservati negli arsenali Nato europei. Sono ‘nascosti’ in Belgio, Olanda, Germania, Turchia, ma anche in Italia sul cui territorio sono ancora presenti 90 di questi ordigni (70 secondo le ultimissime stime): 50 ad Aviano in Friuli e 40 (20) a Ghedi, in provincia di Brescia.

Si tratta di atomiche piuttosto antiquate, ma sempre armi di distruzione di massa, realizzate alla fine degli anni Sessanta: pesano fino 320 kg, sono lunghe 3,56 metri ed hanno un diametro di 33 cm. La loro potenza massima è di 340 chilotoni (oltre 30 volte la bomba di Hiroshima) ma quelle depositate in Europa, il modello B61 Mk12, si fermano a 50 chilotoni (un chilotone corrisponde alla potenza esplosiva di 1.000 tonnellate di tritolo).

Degli 11 miliardi di dollari stanziati, il Pentagono – che nel 2010 si era impegnato a ridurre il numero degli ordigni atomici e a non svilupparne di nuovi – ne spenderà 10 per prolungare la vita operativa delle B61 e uno per dotare ogni ordigno di alette di coda per trasformarle in bombe atomiche guidate. Alla fine le 200 nuove B61 saranno pronte tra il 2019 e il 2020 in tempo per essere usate dal discusso caccia-bombardiere ‘invisibile’ F-35.

Quello degli F-35 rappresenta il più ambizioso e costoso programma della storia militare non solo statunitense:2.443 aerei per 323 miliardi di dollari. L’Italia ha di recente confermato il proprio impegno all’acquisto, pur riducendo gli ordini a 90 esemplari.

In teoria un F-35 potrebbe penetrare indisturbato (perchè non rilevabile ai radar) lo spazio aereo di qualsiasi nazione e sganciare una di queste bombe atomiche tattiche. A quanto riferisce il Guardian, secondo l’amministrazione Obama, l’aggiunta delle alette di coda per rendere indirizzabili (Gbu) le B61 non rappresenta “un significativo cambiamento per cui non viola gli impegni del 2010”.

(21 aprile 2013)

http://www.repubblica.it/

http://terrarealtime.blogspot.it/2013/05/guardian-70-atomiche-usa-custodite-in.html

 

Il “Memo di Simpsonwood”: la pistola fumante sui vaccini al mercurio

Istituto Superiore di Sanità: l’ignoranza dilaga

ANSA (20/04/12): “Non ci sono elementi a sostegno di un nesso causale tra la vaccinazione anti-morbillo-parotite-rosolia (mpr) e l’autismo. E’ quanto spiega in un articolo Stefania Salmaso, direttore del Centro nazionale di epidemiologia e sorveglianza dell’Istituto superiore di sanita’ (Iss). La possibile associazione causale tra il vaccino mpr e autismo e’ stata estensivamente studiata, rileva Salmaso.”

Qualcuno voglia gentilmente segnalare a Stefania Salmaso che come minimo è male informata sulla questione. Visto la gravità del problema, sarebbe il caso che desse subito le dimissioni, oppure che correggesse pubblicamente quello che ha detto. Oppure smentisca la documentazione e le affermazioni del Dott. Verstraeten e degli altri membri del CDC qui di seguito riportate. Ambedue le cose non possono essere vere. (M.M.)


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Il “Memo di Simpsonwood”: la pistola fumante sui vaccini al mercurio


12/01/2011 – Il dibattito sui vaccini è tornato sulle prime pagine di tutto il mondo con l’accusa di “falso” del BMJ alla famosa ricerca di Andrew Wakefield, che nel 1998 avrebbe stabilito un legame fra autismo e vaccino MMR (morbillo-orecchioni-rosolia). Sulle dinamiche mediatiche che entrano in gioco in questi casi abbiamo ritenuto di non dilungarci, poichè sono le stesse che entrano in funzione ogni volta che diventi necessario distruggere la credibilità di qualcuno che dia troppo fastidio al sistema vigente. Ognuno rimane libero di interpretarle come meglio crede.


Vorremmo piuttosto far notare come la posizione pro-vaccini sia tenacemente aggrappata alla semplice frase “non esistono prove scientifiche di un legame fra autismo e vaccini”. Nulla di più. Questo mantra viene continuamente ripetuto da ogni tribuna televisiva, …

… come se i giornalisti non sapessero che da vent’anni ormai tutte le più importanti ricerche scientifiche sui medicinali vengono condotte quasi esclusivamente dalle case farmaceutiche. Davvero qualcuno si aspetta che queste facciano una ricerca – e magari la pubblichino anche! – da cui risultasse magari che i vaccini aumentano il rischio di autismo?

Il buon senso ci dice anzi che se mai esistesse una ricerca del genere, le case farmaceutiche farebbero di tutto pur di tenerne nascosti i risultati. Ed è proprio, guarda caso, quello che è successo con il cosiddetto “Memo diSimpsonwood”, un documento che doveva restare segreto, ma che qualcuno ha deciso di rendere pubblico.


Tecnicamente, il “
Memo di Simpsonwood” è la trascrizione letterale di tutto ciò che è stato detto durante un convegno medico indetto dal CDC nel giugno 2000, nelle vicinanze di Norcross in Georgia. (Il CDC, o Center for Desease Control, è l’organizzazione governativa americana che ha il compito di monitorare, prevenire ed eventualmente combattere la diffusione di malattie di qualunque tipo. E’, in altre parole, soprattutto una organizzazione di raccolta e diffusione dati sul pericolo e sulla diffusione delle malattie).

Allarmati dal crescente movimento di protesta contro i potenziali danni da vaccino, il CDC organizzò un convegno “interno”, di consultazione fra esperti, al quale parteciparono più di 50 specialisti di immunologia e tossicologia venuti da ogni parte d’America. Al centro della discussione furono posti i risultati di una ricerca, il cosiddetto “Verstraeten Study”, che suggeriva una diretta correlazione fra vaccini a base di mercurio (Timerosal) e malattie infantili del sistema nervoso (autismo, ritardi nello sviluppo del linguaggio, tic, disturbi neurologici eccetera). Lo studio di Verstraeten era particolarmente interessante poichè aveva preso in esame un totale di ben 100.000 casi circa, attingendo le informazioni direttamente dal Safety Datalink, ovvero il database medico nazionale.


Il “Memo di Simpsonwood” consiste di quasi 300 pagine dattiloscritte, delle quali abbiamo tradotto i punti più salienti relativi al succitato rischio da vaccini a base di mercurio. A chi sia interessato ad approfondire l’argomento, consigliamo la lettura completa del documento.


Diciamo subito che nessuno degli esperti, nei due giorni di convegno, ha mai affermato l’esistenza certa di un legame fra autismo e vaccini, e che anzi molti partecipanti hanno giudicato i dati disponibili “non sufficienti a stabilire una diretta correlazione fra mercurio (Timerosal) e autismo”. Ma è proprio dall’imbarazzo generale, dai tortuosi giri di parole, dai continui dubbi espressi – e soprattutto dalla “istruzioni finali” ricevute dai convenuti – che si coglie lo spessore innegabile del conflitto che si veniva a creare fra gli interessi economici dei produttori di farmaci e la necessità di garantire la sicurezza e la salute dei bambini da vaccinare. 


Non è certo in queste situazioni che ci si può illudere di avere la botte piena e la moglie ubriaca (la presenza del Timerosal nel vaccini serve a ridurre sensibilmente il costo di produzione dei vaccini stessi).


NOTE:

1) Per FOIA si intende “Freedom of Information Act”, una azione legale da parte dei cittadini per ottenere documentazione di pubblico interesse altrimenti secretata o comunque detenuta da privati.

2) Per “dato statistico significativo superiore a 1” si intende un rischio reale di effetti collaterali non desiderati (come ad esempio i ritardi neurologici di tipo autistico), mentre al di sotto di 1 il farmaco è considerato benefico, o “protettivo”. Un valore =1 rappresenta un rischio nullo, così come un vantaggio protettivo nullo.

3) Chiedo scusa per il linguaggio non scientifico che ho utilizzato: sarà mia cura apportare correzioni di tipo tecnico-linguistico all’articolo, man mano che mi verranno segnalate da chi è specializzato nel settore. (M.M.)

Il MEMO DI SIMPSONWOOD – Passaggi scelti


All’inizio del convegno i partecipanti si auto-presentano ai colleghi uno per uno. Poi vengono fatti discorsi introduttivi di vario tipo, ed infine si passa al sodo della questione: il Dott. Thomas Verstraeten, che al tempo lavorava per il CDC, presenta la sua ricerca insieme al Dott. Phil Rhodes, che lavorava per l’Ufficio Nazionale Statistiche. E molto presto iniziano ad emergere i problemi: 


(Pag. 40) Dr. Verstraeten: “Abbiamo trovato una relazione statisticamente significativa tra le esposizioni [ai vaccini] e gli esiti [di tipo autistico] per tre diversi tipi di esposizioni ed esiti. Nel primo caso [con la somministrazione] a due mesi di età, c’era un non specificato ritardo nello sviluppo, che ha il suo codice ICD9 specifico. Per l’esposizione a tre mesi, tic nervosi. Per l’esposizione a sei mesi, sindrome da deficit di attenzione. Esposizione a 1, 3 e 6 mesi: ritardi nel linguaggio e nella parola, con due codici ICD9 separati. Esposizione a 1,3 e 6 mesi: tutta la categoria di ritardi nello sviluppo neurologico, che include tutti questi disturbi più un certo numero di altri disturbi.


(Pag. 42) Dr. Verstraeten: “Una cosa è certa: c’è sicuramente una sottovalutazione [di tutti questi dati] perché alcuni dei bambini semplicemente non sono ancora abbastanza grandi per poterli diagnosticare. Quindi il tasso crudo di incidenza è probabilmente molto più basso di quello che ci si può aspettare, perché la coorte è ancora molto giovane”. 


(Pag. 44) Dr. Verstraeten: “Parliamo dei ritardi nell’uso della parola, che è il disturbo più diffuso in questa categoria di ritardi di tipo neurologico. […] Il test generale del trend è altamente significativo, statisticamente, al di sopra di uno. 


(Pag. 68) Dr. Verstraeten: “Nei nati prematuri il trend è significativo, e troviamo un rischio relativo fino [ai valori] 2 e 3, dove quelli che hanno ricevuto più Timerosal sono più a rischio di quelli che hanno ricevuto il vaccino combinato.


(Pag. 105) Dr. Rhodes (esperto di statistica): “Un’altra cosa che accade al Northern California Kaiser [una grande associazione ospedaliera] è che persino un anno o due dopo che abbiamo cambiato la procedura, e che tutti bambini dovrebbero ricevere la combinazione [dei vaccini], c’è uno strano, piccolo gruppo di bambini che apparentemente riceve dosi separate di DTP e HiB [con dosi maggiori di Timerosal], ed una percentuale inspiegabilmente alta di questi bambini dà risultati [di tipo autistico]”.


(Pag. 198) Dr. Johnson: “Questa associazione [fra vaccini e diagnosi di tipo autistico] mi porta a favorire la raccomandazione che i bambini fino a due anni non vengano inoculati con vaccini contenenti Timerosal, qualora vi siano valide alternative disponibili. Io mi occupo di rapporti di causalità, e mi sembra abbastanza chiaro che i dati non siano sufficienti nè in un senso nè nell’altro. Se volete la mia impressione, la cosa mi preoccupa abbastanza. Chiedo scusa per questo commento personale, ma ho ricevuto una chiamata di emergenza, e mia nuora ha appena avuto un figlio nella sezione-C. E’ il primo maschio in famiglia della prossima generazione, e non voglio che questo mio nipote riceva nessun vaccino con Timerosal finchè non ne sapremo di più. Ci vorrà probabilmente molto tempo. Nel frattempo, e mi rendo conto che vi saranno probabilmente implicazioni a livello internazionale, ma nel frattempo penso che mio nipote debba ricevere solamente vaccini senza Timerosal”.


(Pag. 207) Dr. Weil: “Il numero di associazioni [diagnosi di tipo autistico] dovute alle inoculazioni è lineare, ed è statisticamente significativo. Possiamo girarci intorno finché vogliamo, ma sono lineari. Sono statisticamente significative.”


(Pag. 229) Dr. Brent: ”I risultati medico-legali di questa ricerca, che siano di tipo causale o meno, sono orrendi. E’ quindi importante che vengano eseguiti degli studi epidemiologici, farmacocinetici e studi su animali. Se qualcuno sostenesse che questi risultati neuro-comportamentali dei bambini sono causati da vaccini che contengono il Timerosal, si troverebbe subito uno scienziato da due lire pronto a sostenere questa tesi “con un ragionevole grado di certezza”. Ma non troverete di certo un solo scienziato, con un minimo di integrità morale, disposto a sostenere il contrario, di fronte ai dati disponibili. Questa è la verità. Siamo quindi in una brutta posizione, se dovessimo trovarci a difenderci da una qualunque causa in tribunale, e questo mi preoccupa”.


(Pag. 247) Dr. Clements: “Io ho come la sensazione che siamo partiti a tutta velocità con una barca verso un braccio della palude, senza che vi sia stata prima una discussione su quale direzione prendere. Potrò anche offendere qualcuno fra i presenti, ma dico che forse questo studio non andava fatto del tutto, perché il risultato, in una certa misura, era prevedibile, e ora siamo tutti li senza sapere cosa fare. Questo anche se ho sentito che la maggior parte dei consulenti non si dice convinta di un diretto collegamento causale fra il Timerosal e le varie diagnosi di tipo neurologico. Mi rendo conto che il modo in cui tratteremo la cosa da qui in avanti è estremamente problematico. Ormai siamo arrivati ad un punto che dobbiamo affrontare la questione, e anche se questo comitato decidesse che non vi sono associazioni [fra vaccini e autismo], il lavoro fatto finirà in mani altrui grazie al FOIA, ed il modo in cui sarà usato non è più sotto il controllo di questo gruppo. Io sono molto preoccupato, perché penso che sia ormai troppo tardi per fare qualunque cosa, indipendentemente da quello che possa dire qualunque associazione professionale.”


(Pag. 113) Dr. Bernier: “ Vi abbiamo chiesto di mantenere queste informazioni riservate. Intendiamo discutere questi dati nel prossimo incontro con il Consiglio Direttivo delle Pratiche Immunologiche (ACIP), il 21 e 22 giugno. Per quella data il CTC prevede di rendere pubbliche queste informazioni, per cui ritengo nell’interesse di tutti che continuiamo a considerare questi dati come in una specie di ambiente protetto, per cui chiediamo alle persone che finora hanno fatto un ottimo lavoro nel tenere riservate queste informazioni, di continuare a farlo fino all’incontro dell’ACIP, quindi sostanzialmente considerate queste formazioni sotto embargo [secretate]. Questo permetterà a tutti noi di usare i meccanismi che abbiamo a disposizione per valutare questi dati e formulare le eventuali raccomandazioni.”


***


Lo 
“Studio Verstraeten” fu pubblicato su “Pediatrics”, nella sua forma conclusiva, solo nel novembre 2003, più di tre anni dopo. Per quella data, sostengono i critici, i dati erano stati “massaggiati” a sufficienza da far scomparire qualunque traccia di rischio effettivo dovuto al mercurio nei vaccini.

Come ben sanno, peraltro, tutti coloro che hanno a che fare con ricerche mediche di questo tipo, i risultati possono variare in modo stupefacente a seconda delle variabili e dei criteri di inclusione o esclusione che si utilizzano di volta in volta nel determinare le varie “coorti” esaminate. 


Pur senza entrare nel merito, è di certo curioso che lo studio pubblicato nel 2003 mostrasse quasi tutti i livelli di rischio dei vaccini al mercurio vicinissmi, oppure appena sotto il valore “1” (ovvero valori “sicuri”), mentre aSimpsonwood Verstraeten aveva chiaramente parlato di livelli di rischio pari anche a 2 o 3, a seconda dei gruppi analizzati.


GENERATION ZERO


Ma la vera pistola fumante, in questo senso, è quella che è stata definita la “Generation Zero” dello studio di Verstraeten, che risale al novembre-dicembre del 1999. Il ricercatore infatti a Simpsonwood aveva presentato la “seconda generazione” del suo studio, ovvero una ricerca in cui i criteri di valutazione e analisi erano già stati generosamente “massaggiati”, per cercare di ridurre l’evidenza di un collegamento fra mercurio e autismo. (Quella che fu pubblicata nel 2003 è stata definita la “4a generazione”).


Ma la 
Generazione Zero, ottenuta dalla Associazione Safe Minds della California con un atto del FOIA, ci parla di statistiche ben diverse, con un rischio di autismo, in certi casi, pari addirittura all’11%. 

La differenza fondamentale è che nello studio iniziale venivano comparati (correttamente) i gruppi di massima esposizione ai vaccini con quelli di esposizione pari a zero. (Questo criterio sarebbe invece scomparso nelle analisi successive).


Sempre grazie al FOIA, l’organizzazione Safe Minds è anche riuscita ad ottenere alcune e-mail di Verstraeten, dalle quali emerge il totale disagio nel trovarsi di fronte a dati così fortemente negativi, mentre già iniziava a domandarsi “come fare” per ridurre sostanzialmente il risultato negativo della ricerca.


E-MAIL n. 1


“THIMEROSAL ANALYSIS”
From: Verstraeten, Thomas
Sent: Monday, November 29, 1999 11:45 AM
To: ‘Robert Davis’
Cc: ‘Frank Destefano’
Subject: Thimerosal analysis

Hi Bob, After running, re-thinking, re-running, re-thinking….for about two weeks now I should touch base with you, I think, to see whether you can agree with what I came up with so far. I’ll attach the SAS programs hoping you or one of your statisticians can detect major flaws before I jump to conclusions. I’ll try to structure my findings….

Thomas Verstraeten, M.D.

Ciao Bob, dopo aver analizzato e rianalizzato i dati per un paio di settimane, […] volevo sapere se un tuo esperto di statistica riusciva a trovare qualche errore sostanziale [nell’impostazione dell’analisi], prima di trarre le mie conclusioni.

Thomas Verstraeten, M.D.

Come si può vedere da questo grafico, con le inoculazioni ad un mese dalla nascita, il rischio di neuropatie di tipo autistico arrivava a superare in certi casi l’8%.




Con l’inoculazione a tre mesi, la media del rischio si aggirava fra l’1,40 e il 3,50%, con una punta del 18% nei distrurbi della coordinazione motoria.




In un’altra tabella, che prendeva in considerazione le quantità di mercurio inoculato, il rischio di autismo superava l’11%.




Come abbiamo già detto, con questi documenti non vogliamo stabilire nessuna prova di tipo scientifico, ma vogliamo soprattutto sottolineare la evidente malafede di tutti coloro che si sono venuti a trovare in contatto con uno studio che – secondo molti – “non andava mai fatto”.


Il senso complessivo di questa vicenda può forse essere riassunto dall’ultima e-mail che Verstraeten mandò al suo collega Davis prima della fine dell’anno, intitolata “It just won’t go away”, che vuole dire “Semplicemente non se ne vuole andare” [riferito genericamente al “problema”).


E-MAIL n. 2


“IT JUST WON’T GO AWAY”
From: Verstraeten, Thomas
Sent: Friday, December 17, 1999 4:40 PM
To: ‘Robert Davis’
Cc: Destefano, Frank
Subject: It just won’t go away

Hi, Attached please find four tables with RRs [relative risks] and three SAS programs… As you’ll see, some of the RRs increase over the categories and I haven’t yet found an alternative explanation…Please let me know if you can think of one. Frank proposes we discuss this on a call after the New Year… Happy Holidays!

Thomas Verstraeten, M.D.

Come puoi vedere dalle tabelle allegate, il rischio relativo aumenta in certe categorie, e ancora non sono riuscito a trovare una spiegazione. Fammi sapere se te ne viene in mente una […]

Thomas Verstraeten, M.D.

Come abbiamo visto, sembra che di “modi” per ridurre il fattore di rischio a livelli accettabili ne furono trovati in abbondanza.


Dopo la pubblicazione del documento finale, Thomas Verstraeten è stato assunto dalla Glaxo-Smith-Kline. 


Massimo Mazzucco

NOTA: Nella analisi di Safe Minds della “Generation Zero” compaiono le tabelle statistiche, ma non i dati originali da cui sarebbero state ottenute. Ho contattato l’Associazione per sapere se è possibile avere accesso ai dati origina…

Fonte: http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3671&keywords=simpson+wood

Per approfondimenti:

Leggi il dibattito al link originale sul forum di Mazzucco

Vedi anche:
http://www.safeminds.org/research/library/GenerationZeroPowerPoint.pdf

e:
Due giorni al Simpsonwood Resort Center

Vicepresidente del parlamento inglese arrestato per stupro

poi repubblica specifica che le vittime sono due ragazzi.

Ma si potrà dire il sesso delle vittime o è già passibile l’accusa di omofobia?

Ed il vicepresidente gay, se stupra due uomini, è omofobo?

Non è questione di Londra, l’elite massonica vive di stupri e pedofilia

 Londra, arrestato con accuse di stupro il vicepresidente della Camera dei Comuni

 Nigel Evans, 55 anni, esponente di punta del partito conservatore, è stato fermato dalla polizia perché indiziato di violenza sessuale nei confronti di due giovani uomini

 dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

 Nigel Evans

 LONDRA – Dopo la Bbc, il parlamento di Westminster: un’altra sacra istituzione britannica viene travolta da uno scandalo di abusi sessuali. Questa volta l’accusa è contro un deputato conservatore, Nigel Evans, 55 anni, vicepresidente della Camera dei Comuni: è stato arrestato stamattina nella sua abitazione di Pendleton, nel Lancashire, con l’imputazione di avere stuprato e commesso violenze sessuali contro due ragazzi, due giovani uomini di circa vent’anni. I fatti si sono svolti tra il 2009 e due mesi or sono. Nel 2010 Evans dichiarò pubblicamente la propria omosessualità con un’intervista al Mail on Sunday, affermando di avere subito ricatti dai propri “nemici politici” e di essere stanco di “vivere nella menzogna”. Il primo ministro David Cameron e il presidente della camera John Bercow sono stati immediatamente informati del suo arresto.

 La polizia ha invitato chiunque “abbia subito abusi sessuali, o ne sia a conoscenza, a farsi avanti con la fiducia che le forze dell’ordine investigheranno seriamente, con delicatezza e fino in fondo” accuse di questo genere: un commento che lascia intendere che potrebbero esserci altri casi di questo genere, riferiti ad Evans o ad altri parlamentari. “Sono sicuro che ci sono altri deputati gay che vorrebbero parlare della propria sessualità ma non lo fanno per timore delle conseguenze”, aveva detto Evans quando rivelò di essere gay, augurandosi che la sua decisione servisse da esempio e che altri facessero la sua scelta di dichiararsi.

 Lo scandalo segue gli abusi venuti alla luce nei mesi scorsi all’interno della Bbc, dove prima un noto presentatore di programmi musicali, Jimmy Savile, defunto qualche anno fa, ma imputato di decine di stupri e violenze di natura sessuali, poi anche altre personalità televisive, attori, giornalisti, agenti di personaggi dello show business sono stati arrestati o incriminati con imputazioni simi li. Per decenni un clima di omertà aveva apparentemente permesso che la Bbc, la “zietta” come la chiamano affettuosamente gli inglesi, diventasse un luogo di violenze sessuali perpetrate nell’impunità più assoluta. Forse è stata proprio la scoperta di questo vaso di Pandora, reso possibile dalla decisione delle vittime di parlare, anche dopo molti anni e addirittura decenni dopo i fatti, a convincere i due ragazzi a farsi avanti e ad accusare il vicepresidente del parlamento.

 Fonti del governo esprimono “shock” per la notizia dell’arresto di Evans, che ha ricoperto vari incarichi di responsabilità all’interno del partito conservatore. Tutti lo descrivono come un parlamentare energico ed esemplare, che si faceva apprezzare anche dall’opposizione. Lo scandalo diventa un nuovo motivo di imbarazzo per il primo ministro Cameron, dopo la sconfitta subita dal suo partito nelle elezioni amministrative di questa settimana. Tra calo dei consensi e crisi economica, molti pr edicono che difficilmente i Tories riusciranno a mantenere il potere nelle legislative in programma fra due anni esatti. E un deputato conservatore accusato di stupro di due ragazzi non aiuterà certo il premier a risalire nei sondaggi. Ma, al di là della politica, il Regno Unito appare di colpo come un paese dove i più deboli, che siano donne o uomini, vengono spietatamente abusati sessualmente da chi detiene qualche tipo di potere.

 (04 maggio 2013) 

http://www.repubblica.it/esteri/2013/05/04/news/londra_vicepresidente_camera_arrestato_per_stupro-58067852/?ref=HREA-1

Josefa Idem e la sua lotta per il Tibet

di Eugenio Fontanini

«Non mi dimenticherò mai del Tibet e del Dalai Lama» diceva nel 2008 Josefa Idem, l’attuale nuovo ministro dello sport, delle politiche giovanili e delle pari opportunità. “Regalerò volentieri il mio body da gara al Dalai Lama… Certo non è un regalo di feticismo sportivo, ma un gesto simbolico per chiedere il rispetto dei diritti umani“. Vediamo ora che cosa intende per “diritti umani” questa politica piddina.

Secondo la sua versione e quella di tutti i nostri politici  è che il Dalai Lama stia tentando di riportare quella democrazia ideale che vigeva precedentemente all’”occupazione” cinese, quindi prima del 1959. Già fa storcere il naso il fatto che in quel Tibet democratico la maggior parte della terra arabile era ancora organizzata attorno a proprietà feudali religiose o secolari lavorate da servi della gleba. Una grande quantità di proprietà apparteneva ai monasteri, la maggioranza di essi accumulava notevoli ricchezze. Inoltre, monaci e Lama riuscirono ad ammassare individualmente notevoli ricchezze tramite la partecipazione attiva negli affari, nel commercio e nell’usura.

Si esaltano spesso la grandezza e la bontà dei monaci tibetani. Gli stessi che sottraevano ragazzini alle loro famiglie e li portavano nei monasteri per essere educati come monaci? Tashì-Tsering, un monaco, riferisce che era pratica comune per i bambini contadini essere abusati sessualmente nei monasteri. Egli stesso fu vittima di ripetute violenze sessuali perpetrate durante l’infanzia, non molto tempo dopo che fu introdotto nel monastero, all’età di nove anni.

Erano buoni e misericordiosi quei monaci che permettevano che si praticasse la tortura e la mutilazione – comprese l’asportazione dell’occhio e della lingua, l’azzoppamento e l’amputazione delle braccia e delle gambe – verso i ladri, i servi fuggiaschi, oppure altri “criminali”?

Questa è la grandiosa democrazia osannata dalla stampa e dall’opinione pubblica occidentale, palesemente falsificata per far credere che il Dalai Lama e i vari monaci stiano lottando per la libertà contro i cattivi cinesi che invece vogliono una dittatura sanguinosa e spietataChe l’esercito cinese possa aver esagerato o possa essersi comportato, in alcuni casi, in modo eccessivamente violento può essere vero, ma anche l’armata tibetana lo fu.

Nel 1956-57 bande armate tibetane tesero un’imboscata al convoglio dell’Esercito di Liberazione del Popolo cinese (EPL). La sommossa ricevette il sostegno esteso e materiale della CIA, comprendente armi, provviste e l’addestramento militare per le unità di commando del Tibet. Quello che hanno fatto realmente i comunisti è stato rovesciare il feudalesimo e organizzare il socialismo, abolendo la schiavitù e la manodopera non pagata. Molti rimasero religiosi come sempre, e liberi di dare le elemosine al clero. Ma la gente non fu più costretta a omaggiare o fare regali obbligati ai monasteri ed ai signori.

Il governo cinese ha espropriato anche le proprietà terriere e ha riorganizzato i contadini in centinaia di comuni. Le immense proprietà dei monaci e dei Dalai Lama furono collettivizzati dando lavoro a molti contadini. In seguito alla morte di Mao, e alla svolta di Deng Xiaoping e della sua realizzazione della teoria del “socialismo con caratteristiche cinesi”, ai tibetani venne permesso coltivare propri appezzamenti di terra, vendere le eccedenze del raccolto, scegliere le coltivazioni più adatte al proprio sostentamento e per mantenere il bestiame e le pecore. 

 

Le fonti “ufficiali” dei teocrati tibetani parlano di uccisione di 1,2 milioni di tibetani. Ma la popolazione era di circa 2 milioni, quindi, se ci fosse stato tale genocidio, città intere e grandi parti della campagna, praticamente quasi tutto il Tibet, sarebbe stato spopolato ,ma di tutto ciò non abbiamo prove concrete. Mao Zedong e i suoi quadri comunisti non intendevano semplicemente occupare il Tibet. Desideravano la cooperazione del Dalai Lama nel trasformare l’economia feudale del Tibet in conformità con gli obiettivi socialisti. I comunisti non furono assolutamente aggressivi, fra il 1951 e il 1959, non solo non venne confiscata alcuna proprietà aristocratica o monastica, ma venne permesso ai signori feudali di esercitare una continua autorità giudiziaria nei confronti dei contadini a loro vincolati ereditariamente.

Attualmente in Tibet ci sono ancora sostenitori del Dalai Lama, però la maggior parte dei contadini tibetani, per esempio, non vorrebbero assolutamente cedere gli appezzamenti di terra che avevano ottenuto durante la riforma fondiaria della Cina, espropriata ai clan aristocratici feudali. Gli ex schiavi del Tibet dicono anche che non desiderano che i loro precedenti padroni tornino al potere.

Infine, fa riflettere il fatto che i tibetani, nel corso dei secoli, non avessero mai protestato per l’indipendenza, ma dopo l’avvento del socialismo, che avrebbe messo in pericolo i poteri dei vari Lama, iniziarono a farsi sentire e chiedere “democrazia e libertà”!

 

Fonte

http://freeyourmindfym.wordpress.com/2013/05/02/josefa-idem-e-la-sua-lotta-per-il-tibet/

 

Pensiero creativo: vietato agli economisti?

Posted By Alberto Medici On 5 maggio 2013 

uniscisoluz [1]

Domanda: è possibile collegare tutti e 9 i puntini sopra, con solo 4 segmenti retti (senza curve), collegati fra di loro (senza cioè staccare la penna dal foglio)?

In questo come in molti altri gochi del genere, esiste di solito una difficoltà che deriva dai limiti che il partecipante si auto-impone: limiti, si badi bene, che non sono contenuti nell’enunciato del gioco, ma che, per convenzione, per abitudine, per tradizione, sono in qualche misura “dati per scontati“.

Per questo si usa il modo di dire: “to think out of the box“: per risolvere un problema apparentemente insolubile bisogna avere la capacità di abbandonare schemi consolidati, affrontare nuovi percorsi, strade mai battute prima. A pensarci bene, è il cosiddetto “uovo di Colombo“: nessuno dei partecipanti avrebbe mai pensato che si potesse rompere, schiacciandolo alla base: eppure, nelle ipotesi iniziali non si era detto “… senza romperlo“.

Da qualche parte ho letto che se si mette un’ape in una bottglia di vetro trasparente rovesciata con l’imboccatura verso il basso, questa cercherà ostinatamente di uscire andando verso l’alto, perchè, nel suo DNA è scritto che l’uscita è verso l’alto. E morirà nella bottiglia, impossibilitata a pensare che possa esistere una soluzione opposta a quella che il suo istinto le dice. Mentre una mosca, convenzionalmente vista come più stupida dell’ape (avete presente la grande capacità organizzativa delle api? Le loro gerarchie, le procedure, ecc.? Tutto un altro mondo rispetto ad una stupida, individualista mosca) a forza di provare, sbattere e risbattere, prima o poi uscirà dal basso della bottiglia.

Mi vengono in mente queste considerazioni quando ascolto economisti, politici, pensatori, maestri, ecc. che parlano della crisi economica. E il loro disperato affannarsi intorno a un punto in più o in meno di IVA, o IMU sì o IMU no, e facciamo ripartire lo sviluppo, ma sì riparte, ma no non riparte, e diamo qualche stimolo all’economia, e via dicendo, mi ricorda tanto lo sbattere continuo, ostinato dell’ape sull’alto della bottiglia, contro il vetro duro. Loro non sono in grado di abbandonare alcune verità intoccabili, come quella, ad esempio, che il denaro è una convenzione, e che non è detto che perchè negli ultimi 250 anni è sempre stato creato da banchieri privati che si sono impadroniti del mondo, con questo meccanismo, debba sempre andare così. Niente. Non riescono ad immaginare un sistema diverso, e anzi si offendono (uno per tutti: Oscar Giannino) se qualcuno  osa proporre qualcosa di diverso. In una trasmissione televisiva, durante la campagna elettorale, alla Francesca Salvador che accennava al signoraggio, Giannino osò rispondere che lui aveva studiato, commenttendo un triplice errore:

1.      primo, dava dell’ignorante alla contropoarte;

2.      secondo, non rispondeva nel merito ma si trincerava dietro ad una presunta competenza (che però non gli bastava per rispondere nello specifico),

3.      terzo, col senno di poi, quando si scoprì delle lauree finte, avrebbe fatto certamente meglio a stare zitto.

Non abbiamo bisogno di economisti che, come i cani di Pavlov, rispondono in coro addestrati secondo le direttive che le scuole di economia, finanziate dal sistema bancario, hanno inculcato loro. Abbiamo bisogno di chi sappia usare l’intelligenza senza conflitti di interesse e senza paura di osare il nuovo.

PS: la soluzione al giochino di sopra è qui sotto. Il limite che di solito ci si impone, in questo caso, è quello di non uscire dal perimetro del quadrato; limite che, ovviamente, non è assolutamente stato detto nell’enunciato del problema.

unisci4 [2]


Article printed from STAMPA LIBERA: http://www.stampalibera.com

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[1] Image: http://www.stampalibera.com/wp-content/uploads/2013/05/uniscisoluz.jpg

[2] Image: http://www.stampalibera.com/wp-content/uploads/2013/05/unisci4.jpg

 

Banche fallite negli Stati Uniti: Aprile 2013

Negli Stati Uniti, nel mese di Aprile 2013, altri 6 istituti di credito sono andati ad aggiungersi al lungo elenco dei fallimenti bancari iniziati dalla crisi dei mutui subprime. In totale, dal 2007, a chiudere i battenti sono state 478 banche: 10 (2013), 51 (2012), 92 (2011), 157 (2010), 140 (2009), 25 (2008), (2007).

BANCA

CITTÀ

STATO

CERT#

CHIUSURA

Douglas County Bank

Douglasville

GA

21649

26 Apr 2013

Parkway Bank

Lenoir

NC

57158

26 Apr 2013

Chipola Community Bank

Marianna

FL

58034

19 Apr 2013

Heritage Bank of North Florida

Orange Park

FL

26680

19 Apr 2013

First Federal Bank

Lexington

KY

29594

19 Apr 2013

Gold Canyon Bank

Gold Canyon

AZ

58066

05 Apr 2013

«Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. 
La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali
 
è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale
 praticata nei secoli passati»

[David Rockefeller, 1991]

IL DEBITO PUBBLICO U.S.A IN TEMPO REALE:

Dall’inizio della crisi dei mutui subprime nel 2007, le banche americane che hanno terminato le proprie operazioni per ciò che riguarda la loro collocazione geografica negli Stati:

  • Georgia, GA [89 failed banks]
  • Florida, FL [67]
  • Illinois, IL [56]
  • California, CA [39]
  • Minnesota, MN [22]
  • Washington, WA [18]
  • Missouri, MO [16]
  • Arizona, AZ [13]
  • Michigan, MI [13]
  • Nevada, NV [11]
  • Colorado, CO [9]
  • South Carolina, SC [9]
  • Kansas, KS [9]
  • Texas, TX [9]
  • Maryland, MD [8]
  • Alabama, AL [7]
  • Pennsylvania, PA [7]
  • North Carolina, NC [6]
  • Oregon, OR [6]
  • Utah, UT [6]
  • Wisconsin, WI [6]
  • New Jersey, NJ [5]
  • Ohio, OH [5]
  • Oklahoma, OK [5]
  • New York, NY [4]
  • Indiana, IN [3]
  • Nebraska, NE [3]
  • New Mexico, NM [3]
  • Puerto Rico (*), PRI [3]
  • Tennessee, TN [3]
  • Virginia, VA [3]
  • Arkansans, AR [2]
  • Iowa, IA [2]
  • Kentuchy, KY [2]
  • Louisiana, LA [2]
  • Mississipi, MS [2]
  • Idaho, ID [1]
  • Massachussets, MA [1]
  • South Dakota, SD [1]
  • West Virginia, WV [1]
  • Wyoming, WY [1]
  • Alaska, AK [0]
  • Connecticut, CT [0]
  • Delaware, DE [0]
  • Hawaii (**), HI [0]
  • Maine, ME [0]
  • Montana, MT [0]
  • New Hampshire, NH [0]
  • North Dakota, ND [0]
  • Rhode Island, RI [0]
  • Vermont, VR [0]

(*) Ufficialmente il Commonwealth di Porto Rico, è un territorio non incorporato degli Stati Uniti d’America dotato di autogoverno, situato nel nord-est del mar dei Caraibi tra la Repubblica Dominicana e le isole Vergini.

(**) Dal 21 agosto 1959, lo stato di Hawaii è il 50º degli Stati Uniti d’America e ha giurisdizione su tutte le isole dell’arcipelago, con l’eccezione dell’Atollo di Midway, che è sotto controllo federale.

.Per consultare tutti i report dei fallimenti bancari: 


http://ilgraffionews.wordpress.com/2013/05/02/banche-fallite-negli-stati-uniti-aprile-2013/