Marco Travaglio sbugiarda i giornali che parlano di Flop del Movimento 5 Stelle Link: http://www.investireoggi.it/attualita/marco-travaglio-sbugiarda-i-giornali-che-parlano-di-flop-del-movimento-5-stelle/#ixzz2UhXUM1qS

L’editoriale di Marco Travaglio, che analizza il risultato elettorale confrontandolo con quelli precedenti.
Marco TravaglioNel suo editoriale di oggi, sul Fatto quotidiano, Marco Travaglio con parole molto dure dice quello che pensa del risultato elettorale dello scorso fine settimana. E non lo fa soltanto parlando, ma con numeri alla mano, per dimostrare quanto i giornali che hanno gridato al Flop dell’antipolitica abbiano ingigantito la discesa del Movimento 5 Stelle.

 

Chi ha visto i tg e i talk di lunedì e ha letto i giornali di ieri s’è fatto l’idea che gli italiani, improvvisamente impazziti tre mesi fa quando andarono in massa a votare Grillo, siano prontamente rinsaviti precipitandosi a premiare il Pd e le sue larghe intese col Pdl. A parte una quota crescente di elettori che, in preda a una non meglio precisata “disaffezione” o “distacco” dalla politica, è rimasta a casa.” inizia  Travaglio per poi riportare i titoli delle principali testate giornalistiche “Corriere : “Vince l’astensione, perde Grillo, sale il Pd”. Repubblica : “La rivincita del Pd, crolla Grillo”. La Stampa: “Fuga dal voto, flop dei grillini, il Pd risale”. L’Unità: “Avanti centrosinistra”, “La spinta per ripartire”. Libero : “La tenuta del Pd allunga la vita al governo Letta”.”.

Nei titoli si parla solo dell’insuccesso del M5S e della risalita del Pd, tralasciando però tutto quello che si cela dietro a questi risultati.

Travaglio fornisce i numeri per un chiaro esame del risultato delle elezioni comunali “Poi uno legge i numeri e scopre che non ha perso solo Grillo. Han perso tutti. Chi molto, chi moltissimo. 
Prendiamo Roma. Alle ultime comunali del 2008, quando Alemanno batté Rutelli al ballottaggio, il Pd prese 520.723 voti (34,04%) e il Pdl 559.559 (36,57%). L’altroieri il Pd s’è fermato a 267.605 (26,26%) e il Pdl a 195.749 (19.21%). Cioè: il Pd ha perso 295.160 voti (-43%) e il Pdl 457.935 (-65%). Ma, si dirà, era un altro mondo: i neonati 5Stelle si fermarono al 2%. Bene. Allora vediamo le politiche di febbraio 2013. A Roma il Pd raccolse 458.637 voti (28,66%) e il Pdl 299.568 (18,72%). Cioè: in tre mesi il Pd ha perso per strada 191.032 voti (-41%) e il Pdl 103.819 (-34%). Che senso ha dire che il Pd “sale”, o “avanza”, o “tiene”, o “risale” o addirittura ottiene la “rivincita”, quando nei comuni capoluogo perde il 38% dei voti in tre mesi?”.

In effetti vista così la storia ha un’altro sapore, non c’è una risalita del Pd se si confrontano i risultati odierni con quelli precedenti, e non vecchi chissà quanto ma solo di alcuni mesi.

“Sappiamo bene che, nelle comunali, conta arrivare primi. Ma questo varrebbe anche se la prossima volta i votanti fossero tre, e due scegliessero il Pd e uno il Pdl: sarebbe questa una vittoria, una salita, una risalita, una rivincita, una tenuta, un’avanzata, una spinta? Ma ecco l’angolo del buonumore, cioè il Giornale. Titolo: “Il voto non preoccupa il Cav: il governo rimane al sicuro”. 
Svolgimento: “Che avrebbe dovuto pagare un piccolo pedaggio alle larghe intese, il Cavaliere l’aveva messo in conto”. Piccolo pedaggio? Perdere due terzi dei voti a Roma in cinque anni e un terzo in tre mesi è un “piccolo pedaggio”? E l’estinzione allora che cos’è, un medio pedaggio? Sallusti News parla anche di “flop dell’antipolitica”: il 50% fra astenuti e grilli non gli basta, comincerà ad accorgersene dal 90% in su. Il meglio però lo danno gli aruspici delle larghe intese, intenti a leggere i fondi di caffè per saggiare la magnifiche sorti e progressive dell’inciucio. Enrico Letta non ha dubbi: “Ha vinto il governo delle larghe intese, nessun premio alle forze di opposizione. Dicevano che il cosiddetto inciucio doveva portare Grillo all’80%: si sbagliavano, al ballottaggio vanno solo candidati del Pd e del Pdl”.” prosegue Travaglio nel suo editoriale spiegando che “Il Genio Nipote non s’è neppure accorto che i protagonisti delle larghe intese, Pd e Pdl, han perso almeno un milione di voti su sette in tre mesi (di Monti è inutile dire: non pervenuto). E non lo sfiora neppure l’idea che Pd e Pdl vadano al ballottaggio proprio perché si presentano l’un contro l’altro armati, non affratellati in un’unica lista, secondo uno schema che è l’esatto opposto delle larghe intese. Ma sentite l’acuto Epifani: “La gente ha capito che questo governo non è un inciucio, ma un servizio al Paese”. Forse non sa che Marino è uno dei pochi pidini che han votato contro il governo Letta. O forse pensa davvero che a Isola Capo Rizzuto i pochi elettori superstiti, mentre si trascinavano ai seggi, si interrogassero pensosi sui destini delle larghe intese. Ma sì, dai, non è successo niente, anzi è tornato tutto come prima. A parte un filo di “disaffezione”, ecco. Questi, quando vedranno i primi i forconi, esulteranno fischiettando: “Visto? Stiamo rilanciando l’agricoltura”. Ps. A Sulmona va al ballottaggio, secondo classificato col 21,8%, l’ingegner Fulvio Di Benedetto, della coalizione civica Sulmona Unita. Il quale, purtroppo, è morto 15 giorni fa. Un altro ottimo auspicio per le larghe intese.”

http://www.investireoggi.it/attualita/marco-travaglio-sbugiarda-i-giornali-che-parlano-di-flop-del-movimento-5-stelle/

1540 superpagati dipendenti del Parlamento: un usciere prende quasi 11000 euro al mese

dipendentiGente che si suicida per la crisi, famiglie allo Gente che si suicida per la crisi, famiglie allo stremo delle forze e incapaci di arrivare a fine mese, disoccupati cronici ormai senza più speranze. E poi catastrofici privilegi, come segnala Libero

Oltre diecimila euro al mese: 10.477 per la precisione. Centocinquantasettemila e cinquecento(157.500) all’anno. Non stiamo parlando dello stipendio di un manager di una grande azienda, ma di un usciere del Parlamento. Ma non è il solo. Tra commessi, stenografi, segretarie, assistenti, barbieri sono 1.540 i superpagati dipendenti pubblici che nulla hanno a che invidiare alla “casta”. Un esercito di fortunati che in tempi di crisi e di ristrettezze economiche costano alla collettività qualcosa come mezzo miliardo di euro l’anno. Le segretarie, quelle che fanno le fotocopie e mandano le lettere per la convocazione delle Commissioni, vengono pagate 12.627 euro al mese (appena assunte lo stipendio è di 3.048 euro che si rivaluta di anno in anno fino a raggiungere la cifra da capogiro). Se poi si stancano di lavorare non c’è problema. Loro, come tutti gli assunti del Parlamento, possono decidere di andare in pensione a 51 anni. Certo, c’è una penalizzazione. Ma stiamo parlando dell’1%, massimo 4,5% in meno sull’ultimo stipendio. Alla faccia nostra.

e ancora

Si viene a scoprire che c’è addirittura qualche dirigente che guadagna più di Giorgio Napolitano: quello che prende di meno si porta a casa 67 mila euro l’anno, quello che prende di più, il segretario generale di Montecitorio, invece arriva a 406.399 euro l’anno. Con una liquidazione, è il caso di Antonio Malaschini che aveva questo incarico al Senato, di un milione e 200 mila euro e una pensione di 520 mila euro l’anno.

Fonte: ilfazioso.com

http://www.signoraggio.it/1540-superpagati-dipendenti-del-parlamento-un-usciere-prende-quasi-11000-euro-al-mese/

FLOP M5S? TRAVAGLIO SBUGIARDA I GIORNALI

Con un editoriale al vetriolo sul Fatto di oggi, Marco Travaglio sbugiarda i titoli dei giornali sul risultato elettorale. Ve lo proponiamo: 

 

Chi ha visto i tg e i talk di lunedì e ha letto i giornali di ieri s’è fatto l’idea che gli italiani, improvvisamente impazziti tre mesi fa quando andarono in massa a votare Grillo, siano prontamente rinsaviti precipitandosi a premiare il Pd e le sue larghe intese col Pdl. 
A parte una quota crescente di elettori che, in preda a una non meglio precisata “disaffezione” o “distacco” dalla politica, è rimasta a casa.
 Corriere : “Vince l’astensione, perde Grillo, sale il Pd”. Repubblica : “La rivincita del Pd, crolla Grillo”. La Stampa: “Fuga dal voto, flop dei grillini, il Pd risale”. L’Unità: “Avanti centrosinistra”, “La spinta per ripartire”. Libero : “La tenuta del Pd allunga la vita al governo Letta”. 
Poi uno legge i numeri e scopre che non ha perso solo Grillo. Han perso tutti. Chi molto, chi moltissimo.
 
Prendiamo Roma.
 Alle ultime comunali del 2008, quando Alemanno batté Rutelli al ballottaggio, il Pd prese 520.723 voti (34,04%) e il Pdl 559.559 (36,57%). L’altroieri il Pd s’è fermato a 267.605 (26,26%) e il Pdl a 195.749 (19.21%). Cioè: il Pd ha perso 295.160 voti (-43%) e il Pdl 457.935 (-65%). Ma, si dirà, era un altro mondo: i neonati 5Stelle si fermarono al 2%. Bene. Allora vediamo le politiche di febbraio 2013. A Roma il Pd raccolse 458.637 voti (28,66%) e il Pdl 299.568 (18,72%). Cioè: in tre mesi il Pd ha perso per strada 191.032 voti (-41%) e il Pdl 103.819 (-34%). Che senso ha dire che il Pd “sale”, o “avanza”, o “tiene”, o “risale” o addirittura ottiene la “rivincita”, quando nei comuni capoluogo perde il 38% dei voti in tre mesi? Sappiamo bene che, nelle comunali, conta arrivare primi. Ma questo varrebbe anche se la prossima volta i votanti fossero tre, e due scegliessero il Pd e uno il Pdl: sarebbe questa una vittoria, una salita, una risalita, una rivincita, una tenuta, un’avanzata, una spinta? Ma ecco l’angolo del buonumore, cioè il Giornale. Titolo: “Il voto non preoccupa il Cav: il governo rimane al sicuro”. 
Svolgimento: “Che avrebbe dovuto pagare un piccolo pedaggio alle larghe intese, il Cavaliere l’aveva messo in conto”. Piccolo pedaggio? Perdere due terzi dei voti a Roma in cinque anni e un terzo in tre mesi è un “piccolo pedaggio”? E l’estinzione allora che cos’è, un medio pedaggio? Sallusti News parla anche di “flop dell’antipolitica”: il 50% fra astenuti e grilli non gli basta, comincerà ad accorgersene dal 90% in su. Il meglio però lo danno gli aruspici delle larghe intese, intenti a leggere i fondi di caffè per saggiare la magnifiche sorti e progressive dell’inciucio. Enrico Letta non ha dubbi: “Ha vinto il governo delle larghe intese, nessun premio alle forze di opposizione. Dicevano che il cosiddetto inciucio doveva portare Grillo all’80%: si sbagliavano, al ballottaggio vanno solo candidati del Pd e del Pdl”.
 

Il Genio Nipote non s’è neppure accorto che i protagonisti delle larghe intese, Pd e Pdl, han perso almeno un milione di voti su sette in tre mesi (di Monti è inutile dire: non pervenuto). E non lo sfiora neppure l’idea che Pd e Pdl vadano al ballottaggio proprio perché si presentano l’un contro l’altro armati, non affratellati in un’unica lista, secondo uno schema che è l’esatto opposto delle larghe intese. Ma sentite l’acuto Epifani: “La gente ha capito che questo governo non è un inciucio, ma un servizio al Paese”. Forse non sa che Marino è uno dei pochi pidini che han votato contro il governo Letta. O forse pensa davvero che a Isola Capo Rizzuto i pochi elettori superstiti, mentre si trascinavano ai seggi, si interrogassero pensosi sui destini delle larghe intese. Ma sì, dai, non è successo niente, anzi è tornato tutto come prima. A parte un filo di “disaffezione”, ecco. Questi, quando vedranno i primi i forconi, esulteranno fischiettando: “Visto? Stiamo rilanciando l’agricoltura”. Ps. A Sulmona va al ballottaggio, secondo classificato col 21,8%, l’ingegner Fulvio Di Benedetto, della coalizione civica Sulmona Unita. Il quale, purtroppo, è morto 15 giorni fa. Un altro ottimo auspicio per le larghe intese.

Marco Travaglio 
Da
 Il Fatto Quotidiano del 29/05/2013.

http://www.tzetze.it/redazione/2013/05/flop_m5s_travaglio_sbugiarda_i_giornali/index.html

Progetto definitivo linea ferroviaria Torino Lione. Osservazioni della Comunità Montana

WRITTEN BY: MASSIMO BONATO – MAY• 29•13

graficoEmesse il 15 maggio scorso, e pubblicate sul sito della Comunità Montana Val Susa e Val Sangone il 22 maggio, le Osservazioni al Progetto definitivo della parte comune italo-francese, tratta in territorio italiano della linea Torino-Lione, non hanno forse ancora avuto il tempo per essere recepite dall’opinione pubblica, ma vale la pena che lo siano.

Sebbene il tempo concesso agli amministratori per la disamina di 29 scatoloni di disegni e relazioni sia stato eufemisticamente breve (30 giorni) il risultato prodotto consta di 87 pagine fitte di puntuali considerazioni, approvate con deliberazione della Giunta n. 43 del 15 maggio 2013 e poi inviate a ministero delle Infrastrutture, ministero dell’Ambiente, Regione Piemonte e LTF.

Vi sono ragioni trasportistiche – se fossero pendenza e tortuosità del percorso della linea storica a determinare il calo di traffico merci (tra i 4 e i 5 mln di t/anno), su una linea che sale a 800 m con una pendenza del 12,5%, non ci si spiega come attraverso il Brennero, con una più tortuosa linea che sale a 1370 m, si registri un traffico merci in crescita e superiore (14,5 mln di t nel 2010) a quello del Frejus, e come il valico di Ventimiglia, sul livello del mare, il traffico si possa poi dire irrilevante.

Ma è l’”Europa che lo vuole”. È il mantra recitato a preghiera di un’apertura anche psicologica. Vien da sostituirlo al Credo, non foss’altro per premiare la pertinacia con cui ci si convince che tanto più il falso viene pronunciato tanto più appare vero.

È l’Europa dei Monti e degli Hollande che siglano l’ennesimo accordo, fatto salvo che le firme vengono apposte tanto al progetto dell’alta velocità ferroviaria tanto al raddoppio della canna del Frejus, e non si capisce a questo punto se saranno i camion a finire sui treni, i treni a finire sui camion, o se ciascuno resterà a circolare là dove circola adesso. Sempre che l’Europa finanzi l’opera, finanziamento per il quale a oggi non v’è nulla di sicuro, nonostante le strombazzate mediatiche.

E tanto più si invoca l’Europa, tanto più si cerca di restringere il problema a una bega di condominio arroccata sulle posizioni di una valle cocciuta; senza considerare che il denaro pubblico proviene anche da quella Bari, con i cui assessori, consiglieri e rappresentanti del mondo accademico di recente si sono incontrati gli amministratori e i tecnici valsusini: baresi che desidererebbero andare anche soltanto a una “velocità decente”.

comunità montanaRidefinire la logistica dai porti alle autostrade alle vie ferroviarie, era poi quel che consigliava «The Economist» – noto settimanale della sinistra radicale – nel settembre del 2011, tratteggiando un panorama mondiale di treni ad alta velocità pressoché fallimentare ovunque. “Impiegare le risorse per rafforzare le debolezze del sistema e rilanciarlo nel suo complesso” sono le conclusioni del settimanale finanziario inglese, e anche quelle a cui pervengono leOsservazioni della Comunità Montana.

Sono quindi ragioni molteplici quelle delle Osservazioni: vanno dall’analisi procedurale a quella relativa ai costi-benefici, dai flussi di traffico alle opere civili, dalla cantierizzazione ai depositi del materiale di scavo, dalla conformazione geologica alle problematiche idrologiche a quelle atmosferiche, dalla salute all’ambiente.

Un documento aggiornato, da leggere e consultare per rinfrescarsi la memoria, poiché su una cosa il Governatore del Piemonte Roberto Cota ha ragione: la questione Tav non riguarda soltanto più un treno e una linea ferroviaria. Riguarda, ormai da anni, una questione di comunicazione, tra chi parla e chi non ascolta; politica, poiché investe la gestione della cosa pubblica; sociale, poiché i cittadini son sempre più stretti attorno a ragioni e distanti da un governo partitico che fa quadrato attorno a parole d’ordine.

Del resto, in un momento in cui alle necessità si risponde con promesse, a diritti si risponde con compensazioni (o “valorizzazioni”), la ragionevolezza e lo studio vengon tacciati d’esser miopi ostacoli al “progresso”, è chiaro come sia sempre più necessario mantenere una ferma visione del mondo come è e come dovrebbe essere, piuttosto che accettare il suo esatto contrario come normalità, ammannita con pretese di gratitudine.

Si sa, i mantra non son fatti per essere capiti, son fatti per esser salmodiati.

Massimo Bonato 29.05.13

 

Pigia l’indirizzo della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone qui in basso per leggere e scaricare le Osservazioni.

 

Progetto definitivo linea ferroviaria Torino Lione. Osservazioni della Comunità Montana

L’Europa come una “mamma affettuosa”, secondo Letta

 Articolo di Luciano Lago

 Una doccia fredda per l’Italia. Arrivano dall’ISTAT i dati economici sul primo trimestre dell’anno in corso e sono disastrosi, peggiori delle previsioni:

“nel primo trimestre del 2013, il Pil italiano – corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato – è infatti diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 2,3% a confronto con il primo trimestre del 2012. Secondo l’Istat, che stamani ha diffuso gli ultimi dati aggiornati, la variazione acquisita per il 2013 – ovvero il risultato nel caso ci sia una variazione nulla fino alla fine dell’anno – è pari a -1,5%, mentre nel Documento di economia e finanza 2013 il Governo ha stimato una diminuzione dell’1,3 per cento.

Il calo congiunturale registrato nel primo trimestre dell’anno é il settimo consecutivo, e segna la peggior striscia negativa dall’inizio delle serie storiche. Per l’Istat, «si tratta di una situazione mai verificata a partire dall’inizio delle serie storiche comparabili, nel primo trimestre del 1990».

In parole povere siamo sull’orlo della bancarotta e stiamo entrando a tutti gli effetti nel vicolo cieco di una economia da paese del terzo mondo: debito alle stelle, tassazione ai massimi livelli, spesa pubblica gonfiata da un enorme apparato di burocrazia parassitaria, necessità per lo Stato (che non dispone di una propria moneta) di ricorrere alle banche estere, alla BCE, al FMI, alla Goldman Sachs, alla JP Morgan per farci finanziare in euro (una moneta straniera) a debito con interessi ai massimi valori di mercato. Logica conseguenza per uno Stato che ha rinunciato alla propria sovranità monetaria per entrare “a mani legate” nella gabbia dell’euro.

In questo contesto abbiamo un presidente della Repubblica (il più anziano in Europa) rieletto forzatamente da una coalizione eterogenea il quale dichiara preoccupato che “siamo sul filo del rasoio con Bruxelles” per ottenere la fuoriuscita dalla procedura di infrazione per eccesso di deficit.” Avete capito bene: in un momento in cui migliaia di aziende chiudono, decine di imprenditori si suicidano per disperazione, il numero dei disoccupati è arrivato al record di oltre 3 milioni più 2 milioni di precari ed il 39% di giovani senza lavoro (uno su due al sud), di cosa si preoccupa in nostro esimio presidente? Come sempre si preoccupa dell’eurocrazia di Bruxelles e Francoforte, dei mercati e delle agenzie di rating, nessun pensiero alle sofferenze sociali causate dalle politiche dettate dall’eurocrazia e dai suoi fiduciari.

D’altra parte il nuovo presidente del consiglio Gianni/Enrico Letta, nonostante il fallimento evidente delle politiche europee di rigore accettate supinamente da Monti, da Papademos in Grecia, da Mariano Rajoy in Spagna e di tutti gli altri paesi del sud Europa (inclusa la Francia), di ritorno da Bruxelles, ribadendo la sua fede nella sciagurata Unione Europea, dichiara: «Penso che il 90% del nostro lavoro e dell’efficacia del nostro lavoro, se ci riusciremo, è legato alle scelte europee». E poi: «o è l’Europa nel suo complesso che riesce a farsi accettare non come matrigna ma come madre affettuosa, che aiuta e riesce a mettere in campo iniziative concrete viste dai cittadini come un sostegno, o viene a cadere tutto quello che abbiamo costruito in questi anni».

Quindi riepilogando Gianni/Enrico Letta vede nell’Europa (leggi nell’oligarchia europea dei Barroso, dei Van Rumpoy, degli Olly Rehn, dei M. Draghi, ecc..), con grande fiducia, una “mano materna” affettuosa e protesa a “protezione” degli interessi italiani. In pratica Letta ha confessato apertamente che tutte le decisioni che riguardano la politica economica e di bilancio del governo sono al 90% nelle mani dell’eurocrazia, Commissione Europea e BCE in primis. Il presidente Letta ha candidamente dichiarato di aspettarsi un “aiuto materno” dalla mano dell’Europa, forse dalla stessa mano che ha gettato nella miseria e nella disperazione centinaia di migliaia di famiglie in Grecia, ridotte letteralmente alla fame, con malati deceduti per mancanza di medicine e bambini denutriti che svengono a scuola. Situazione dichiarata da un inviato dell’ONU di “emergenza umanitaria”.

Sicuramente la stessa mano che nello spazio di un fine settimana a Cipro ha imposto un prelievo forzoso sui conti correnti bancari dei ciprioti con una decisione inaudita ed invasiva della proprietà privata e della inviolabilità dei risparmi privati, degna dell’Unione Sovietica e come tale stigmatizzata da tutti i commentatori più qualificati. Può essere che Letta ed i suoi compari al governo pensino veramente che la mano della UE in Italia sarà più leggera e magari calzerà un guanto di velluto? Questo Letta dobbiamo consideralo un “ingenuo” o una persona ipocrita ed in mala fede?

Letta vorrebbe far credere che l’Europa e la Germania in particolare vorrà accollarsi i debiti italiani, magari i 12 miliardi di debito della Regione Campania (quelli lasciati da Bassolino), i debiti del dissesto della Sanità pubblica fatti nel Lazio ed in altre regioni, frutto di ruberie, clientelismo e parassitismo, meglio ancora pensa che i tedeschi sarebbero disposti a pagare i 230 milioni che si spendono per il Quirinale (il doppio della monarchia britannica) o per pagare le laute pensioni degli ex consiglieri regionali siciliani e dei manager di stato. Si lo credono davvero ma forse ignorano che in Germania ai dipendenti pubblici sono state tagliate anche le tredicesime. Immaginatevi se questo succedesse anche da noi: scioperi ed agitazioni ad oltranza con i sindacati in piazza. Ci risponderanno i tedeschi con il gesto dell’ombrello: “Verkaufen Sie Ihr italienisches Erbe “Italiani vendetevi il vostro patrimonio perché siete ricchi più di noi.

Mai si poteva supporre un linguaggio più ipocrita e falso da questi personaggi politici che dovrebbero garantire gli interessi del nostro paese e che sono stati invece nominati a prescindere dalla volontà dei cittadini (meno che mai dalle volontà degli elettori ) per cooptazione diretta dei potentati finanziari che determinano le scelte in sede europea. Non per nulla Enrico Letta è membro dei club esclusivi dell’elite finanziaria internazionale, come l’Aspen Institute, o come la Trilateral Commision, si è portato dietro nel governo una signora come la Bonino la quale, pur avendo lo 0,01% dei consensi, gode di forti appoggi e “raccomandazioni” negli stessi club internazionali ai quali è iscritto il Letta, per non parlare del Saccomanni, eminenza grigia della Banca d’Italia, garante dei poteri bancari e del signoraggio sulla moneta.

Questi politici “camerieri” dei poteri finanziari continuano a falsare i termini della questione parlando di “Europa” come se questa debba per forza identificarsi con quell’oligarchia tecno finanziaria europea che di fatto è subordinata agli interessi della grande finanza sovranazionale e che opera per garantire i profitti di questa a discapito dei popoli europei ai quali viene sottratto il risparmio accumulato, il lavoro, i diritti conquistati in anni di lotte e le prospettive di futuro. Quello che è peggio si rifiutano di accettare la realtà del disastro clamoroso ed evidente delle politiche dell’eurocrazia di Bruxellesche hanno portato recessione, miseria e perdita di milioni di posti di lavoro a vantaggio esclusivo dei poteri finanziari e dello stato più forte, la Germania, che, profittando dell’euro, è riuscito ad accumulare in 10 anni più di 10 miliardi di surplus commerciale, in buona parte sottratto agli altri partner europei.

Per mascherare i fallimenti di queste politiche i personaggi al governo alzano delle cortine fumogene quali il debito pubblico (del tutto impagabile), l’evasione fiscale, la spesa pubblica eccessiva, ecc. Tutto studiato per far arrivare un senso di colpa ai cittadini per aver vissuto “al di sopra delle loro possibilità”. Il debito (dicono) lo hanno accumulato loro, i cittadini,i dipendenti pubblici, le piccole imprese, gli artigiani mentre le banche no, i politici meno che mai, le burocrazie clientelari e le lobby del potere pubblico (magistrati, gran commissis, manager pubblici) sono fuori da ogni sospetto.

Neanche pensano di porre in discussione i vincoli di bilancio supinamente accettati con i trattati capestro e tanto meno l’obbligo di corrispondere al MES (fondo di stabilità monetaria) la stratosferica cifra di 125 miliardi per rimpinguare la cassaforte dell’eurocrazia, al contrario continuano a ripeterci che quella “è la loro Bibbia” (parole testuali dell’ex ministro Grilli e confermate dal successore Saccomanno che anzi ha provveduto ultimamente a “rassicurare” i componenti dell’Eurogruppo).In pratica continueranno la politica di Monti.

I cittadini italiani, come quelli spagnoli, portoghesi o irlandesi, potrebbero iniziare a chiedersi chi mai ha eletto o ha dato mandato a questi membri dell’eurocrazia di decidere della loro vita, dei loro diritti, del loro risparmio, della propria possibilità di futuro, per quali meccanismi questi personaggi come i Van Rumpuy o i Barroso si sono arrogati il potere di decidere in nome e per conto dei popoli ed a quali interessi facciano riferimento. In Francia per la verità iniziano a chiederselo è la risposta di una buona parte dei francesi è quella di dire basta con questa Europa alla quale seguirà un referendum popolare (notizia ignorata dai media italiani).

La verità inizia però ad emergere perché, nonostante tutte le asserzioni, le menzogne dei media, la complicità della TV, in Europa inizia a farsi strada la sensazione del grande inganno dell’euro e del fallimento delle politiche di austerità. Questo succede in Spagna, in Portogallo ed ora anche in Francia, il paese più influente ove ci saranno serie conseguenze se verranno messi in discussione i trattati capestro che hanno legato le mani ai governi e sottratto la sovranità: Trattato di Lisbona, il Fiscal Compact, il MES.

I servizievoli fiduciari dell’eurocrazia possono continuare con le loro narrazioni evocative di “mamma Europa” ma i cittadini iniziano a comprendere la verità sulla loro pelle: che non ci sarà nessuna mamma europea a voler pagare i debiti ma piuttosto che gli eurocrati stanno mettendo sul lastrico i popoli per far ingrassare le grandi banche e le strutture finanziarie come la Goldman Sachs che , guarda caso, ha raddoppiato i profitti nonostante la crisi.

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-04-16/goldman-sachs-chiude-primo-141353.shtml?uuid=Ab8ZZknH

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-15/italia-ancora-trimestre-2012-102214.shtml?uuid=AbH1Q1vH

http://www.euractiv.fr/institutions/marine-le-pen-reclame-un-referendum-sur-la-sortie-de-lue-18318.html

 

http://www.stampalibera.com/?p=63093#more-63093

 

Incidente di Woolwich: inside job e false flag – Le conferme

La Rai esordisce con: ” E’ un cristiano  che ha aderito all’islamismo il terrorista che col macete ha tagliato ecc. ecc. “  Ovviamente non poteva essere che un triplo colpevole: cristiano, mussulmano ed assassino e  negro per giunta.

 I risultati non si fanno attendere David Cameron il primo ministro inglese, fan israeliano, parte col dire che il terrorismo sarà colpito duramente, gli ribatte Simon Peres da Israele che gli offre una utilissima solidarietà.

Peccato che la storia puzzi di falso lontano un miglio. Anzi i presunti assassini non potranno parlare visto che sono stati preventivamente crivellati da colpi di mitra.

Ma è di poche ore fa la dichiarazione di un amico degli accusati. Questi rivela che i servizi segreti inglesi volevano reclutare … Vedi ultimo pezzo  del sole24ore.

Aangirfan 23 maggio 2013

Lee Rigby, presumibilmente ucciso nell’incidente di Woolwich a Londra, aveva la ragazza che ha prestato servizio in Afghanistan. Lee Rigby ha un figlio di due anni, Jack, ma Lee si era separato dalla madre, Rebecca. The Sun.

Il 22 maggio 2013, Lee Rigby sarebbe stato ucciso a Woolwich, Londra. Il 22 maggio 2013, il battaglione di Lee Rigby era in addestramento a Cipro.

Woolwich: Lee Rigby Named As Soldier Victim – Sky News

Michael Adebolajo, 28 anni, è l’uomo ripreso in video e visto dai testimoni con le mani colorate di rosso. “Praticamente tutti gli amici sulla sua pagina Facebook hanno nomi inglesi tradizionali come Louise, Kelly, Robert, Craig, Gemma, Lauren e Paul, per citarne alcuni. Tra di loro c’è Matthew Selt, ora giocatore di biliardo professionista.” “Era un cristiano. Un bel ragazzo normale. Tutti i suoi amici erano bianchi e andavano sempre nelle rispettive case”, ha detto l’ex amico. Sei anni fa Adebolajo fu arrestato dopo essere rimasto coinvolto nelle proteste al tribunale conosciuto come The Old Bailey. Daily Mail.

Forse i servizi di sicurezza sottoposero Michael Adebolajo al controllo mentale, mentre era in prigione.

 Michael Adebowale è l’altro aggressore. “Il secondo aggressore indossa chiaramente una giacca beige/marrone e parla con Ingrid Loyau-Kennett, ma alcuni minuti più tardi è a terra, indossando chiaramente una giacca nera. Come funziona? “Il ‘lago di sangue’ non appare sotto il corpo lasciato in mezzo alla strada. Tap dice che il sangue per terra, vicino all’auto, è apparso solo dopo che il corpo è stato spostato.” Carol A. Valentine

Sopra: Ingrid Loyau-Kennett parla con un presunto assassino (a sinistra). Gemini Donnelly-Martin, e sua madre Amanda parlano con il secondo presunto assassino (a destra)Gli aggressori sembrano essere sotto controllo mentale, non colpiscono le donne (a nessun uomo è consentito avvicinarsi al corpo, solo alle donne). Loyau-Kennett che ha parlato faccia a faccia con l’assassino era troppo sicura che non avrebbe fatto del male a una donna. Mi sembra del servizio di sicurezza… Kal Dani

Stranamente, nessuna traccia di sangue Il presunto assassino proviene da una ricca famiglia cristiana. “Louise, 26 anni, di Romford, conosceva Michael Adebolajo e suo fratello dalla scuola Marshall Park. “L’ha descritto come intelligente… e brava persona; tutti andavano d’accordo con lui… “‘Tutti lo conoscevano. Era divertente, esilarante. Era con i piedi per terra, bel ragazzo, non c’era niente di straordinario, niente che avrebbe fatto pensare, ovviamente, che questo sarebbe successo.’ “Ha detto che la madre di Adebolajo era severa e andava in chiesa regolarmente.”

London attack: Police make two further arrests after Woolwich killing

Niente sangue sul suo giubbotto I due “terroristi” di Woolwich, il 22 maggio 2013, erano già noti ai servizi di sicurezza inglesi prima dell’attentato. Le agenzie di intelligence MI5 e MI6 avevano raccolto dati sui sospetti attentatori prima dell’incidente. In altre parole sono stati utilizzati come “terroristi” dai servizi di sicurezza. FT.com

L’evento terroristico di Woolwich a Londra, sembrerebbe falsato? Uno dei presunti “terroristi musulmani” avrebbe detto: “Pensi che David Cameron scenderebbe in strada quando inizieremo a sballare con le nostre armi; pensi che i politici morirebbero? “No.” “Lo saranno i tizi comuni, come voi e i vostri figli...” Daily Mail

Può sembrare strano che i “terroristi” non attacchino mai le persone importanti.

Questo ‘fantasma’ che appare qui, sembra mantenersi entro l’inquadratura.

Così, coloro che si avvantaggiano dall’ultimo incidente sono:

1. Israele, che vuole dipingere i musulmani come nemici.

2. David Cameron, che ora può ‘fare la Thatcher’ e sembrare combattere per la Gran Bretagna.

3. L’esercito, che guadagna simpatia.

Si può dire che molte foto sono falseLe dichiarazioni politiche fatte dal sospetto… forniranno allo Stato e ai media tutta la carne da cannone necessaria per collegare la retorica anti-governativa al terrorismo violento.” London “Terror Attack” Blamed on Anti-Government Sentiment

Lord Carlile, (ebreo), ex-revisore indipendente delle leggi sul terrorismo, ha detto che l’assassinio dovrebbe indurre il governo a ripensarci sulla decisione di abbandonare il progetto Communications Data Bill del discorso della Regina, che avrebbe esteso il monitoraggio email e internet da parte dei servizi di sicurezza.” The Telegraph

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Soldato ucciso a Londra, l’amico del killer: «i servizi volevano reclutarlo»

25 maggio 2013 il sole240re

LONDRA – Svolta nel caso dell’omicidio del soldato Lee Rigby, ucciso in una strada di Londra mercoledì scorso. Un amico di Michael Adebolajo, uno dei due assassini ora ricoverato in ospedale dopo essere stato ferito dalla polizia, ha dichiarato in diretta televisiva che MI5, i servizi segreti britannici, gli avevano chiesto di collaborare con loro.

Abu Nusaybah ha detto a Newsnight, un programma di tarda serata della Bbc, che Adebolajo aveva respinto l’approccio dei servizi segreti ma si era sentito «sotto assedio» per le loro insistenze. «Di fatto lo tormentavano, – ha dichiarato. – Mi diceva che non volevano proprio lasciarlo in pace».

Al termine della trasmissione, Nusybah è stato arrestato da poliziotti del nucleo anti-terrorismo che hanno anche perquisito la sua abitazione londinese. Le autorità non hanno ancora detto perché è stato arrestato e non hanno voluto confermare se quanto ha dichiarato è vero.

Nusaybah ha raccontato anche che il suo amico Adebolajo era stato arrestato e torturato dalle forze dell’ordine durante un viaggio in Kenya lo scorso anno, e che al suo ritorno era un uomo diverso. Gli abusi – pare sia fisici che sessuali – subiti in carcere lo avevano reso «chiuso e taciturno», ha detto l’amico. Anche questa testimonianza non è stata né confermata né smentita dalle autorità.

È stato invece confermato che MI5 era a conoscenza dei due omicidi di Woolwich da almeno otto anni per la loro militanza in associazioni estremiste islamiche. Adebolajo, che ha 28 anni, e Michael Adebowale, di 22, entrambi cittadini britannici con genitori nigeriani, restano in ospedale, ma non sono in pericolo di vita.

 Segue sul Sole245ore.

 

La guerra in Siria ed i suoi effetti in Francia

25 maggio 2013 di Luciano Lago

 La guerra in Siria ed il coinvolgimento provato in questa dei servizi occidentali stanno provocando effetti negativi anche in Francia tra l’opinione pubblica . Infatti il quotidiano Le Monde rivela come notizia preoccupante il fatto che risultino circa 200 i miliziani jaddisti francesi, di origine nordafricana, arruolati come “volontari” tra i ribelli in Siria.

 Il giornale pubblica un commento nel quale ci si chiede se queste persone, tornando in Francia, potrebbero essere penalmente imputate di appoggio al terrorismo e se potrebbero rappresentare un pericolo per la sicurezza, visto il grado di fanatismo integralista che denotano queste milizie.

 Nello stesso momento arriva la notizia di una aggressione con tentato sgozzamento ad un militare francese attuata da un nordafricano, poi dileguatosi, avvenimento molto simile a quanto accaduto a Londra ove due fanatici integralisti neri hanno quasi tagliato la testa ad un militare britannico.

 La guerra in Siria alimentata anche da Francia ed Inghilterra con supporto, fornitura d’armi ed equipaggiamento ai terroristi (perchè di terroristi si tratta) che in questo momento volge al peggio per i ribelli, inizia a dare preoccupazioni a tutti i paesi che hanno “lanciato il sasso” ed ora nascondono la mano.

Nel frattempo tutte le notizie in arrivo dalla Siria indicano una crescente successo dell’esercito nazionale siriano che ha ripreso il controllo della città e del nodo strategico di  Qusseir , con l’avanzata delle truppe effettuata da tre direzioni che ha avuto l’effetto di imbottigliare i ribelli. Sul campo  sono stati annientati centinaia di ribelli , distrutti i tunnels dove nascondevano armi ed esplosivi, sequestrati enormi quantitativi di armi e fatti numerosi prigionieri fra i miliziani, molti dei quali si sono arresi .

 Giunge notizia che sia dagli americani che dall’Arabia Saudita stanno continuando ad arrivare  quintali di armi ai ribelli, attraverso la Turchia,  per indurli a resistere ma la partita sembra ormai segnata a favore dell’esercito di al Assad che gode dell’appoggio della popolazione siriana.

 Nonostante la massiccia manipolazione mediatica non è più possibile nascondere la disfatta militare delle forze ribelli ed il fiasco che stanno ottenendo nella loro strategia di destabilizzazione del paese  il Dipartimento di Stato USA ed Israele che contavano su un collasso del regime di al Assad non avevano calcolato la forte capacità di resistenza dell’esercito nazionale siriano, risultato molto compatto ed addestrato, dotato di  nuovi armamenti forniti dalla Russia, inclusi i nuovi missili antinave P-800 ed quelli anti aerei per scongiurare una eventuale “no fly zone” della NATO come avvenuto in Libia. Inoltre è apparso decisivo anche l’appoggio degli Hezbollah libanesi che sono scesi direttamente in campo partecipando alle battaglie contro i ribelli ed applicano le loro tecniche di guerra attuate anche in Libano contro gli Israeliani.

 Gli strateghi del Dipartimento di Stato USA e del Pentagono non avevano calcolato il forte appoggio della popolazione al regime di Assad che, con tutti i suoi difetti, viene visto come il governo nazionale che difende la Patria dall’aggressione esterna dei fanatici integralisti  che si sono fatti conoscere per la loro ferocia dalla popolazione nelle zone temporaneamente occupate.

 La guerra per procura svolta dalle grandi potenze nel loro interesse a destabilizzare la Siria ha trovato un osso duro nel popolo e nell’Esercito Siriano. Non sono bastate le centinaia di tonnellate di armi inviate, non sono bastate le migliaia di mercenari e miliziani infiltrati  in Siria da ben 31 paesi (altro che guerra civile e “ribellione spontanea”), non sono bastati i generosi finanziamenti in denaro forniti da Arabia Saudita e Qatar. Un vecchio detto si dimostra valido: “el pueblo unido jamàs serà vencido”.

 In Israele iniziano a essere “preoccupati” per l’evolversi della situazione e sanno che altre azioni di intervento  sul territorio siriano (come il bombardamento effettuato qualche settimana addietro) potrebbero provocare una estensione del conflitto con risultati inprevedibili, visto il possibile coinvolgimento di Russia ed Iran.

 Le prossime settimane saranno decisive.

 http://www.lemonde.fr/proche-orient/article/2013/05/25/syrie-terre-d-accueil-pour-djihadistes-francais_3417387_3218.html[2]

 http://voxnews.info/2013/05/25/parigi-come-londra-soldato-sgozzato-da-nordafricano/[3]

 

http://syriareport.net/turning-point-battle-for-al-qusayr/[4]

http://www.stampalibera.com/?p=63409&print=1

Correa: la rivoluzione cittadina ce ha dato stabilità al paese

 quasi come la bella europa dei popoli …..così ci raccontarono per 20 anni

 24 Mag 2013    

http://it.cubadebate.cu/notizie/2013/05/24/correa-la-rivoluzione-cittadina-ha-dato-stabilita-politica-al-paese/

“Fino a che la povertà non sarà cancellata dalla Patria Grande, per questa seconda indipendenza, lottiamo ed avanziamo”, ha affermato il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, prendendo oggi possesso del suo secondo mandato.

Il mandatario ha pronunciato un vibrante discorso in un atto solenne, nel quale hanno partecipato più di 90 delegazioni di differenti paesi del mondo, dopo avere prestato giuramento davanti alla presidentessa dell’Assemblea Nazionale, Gabriela Rivadeneira.

Ha sottolineato che il paese sta cambiando profondamente e positivamente in tutti i sensi ed ha segnalato che secondo i dati delle Nazioni Unite del 2012, tra 186 paesi, l’Ecuador è uno dei quattro che ha scalato 10 posizioni nella classificazione dell’Indice di Sviluppo Umano.

“Non credo che abbiamo uno sviluppo umano alto”, ha affermato, “ma è indubbio che il paese avanza verso il Buen Vivir, abbiamo un’economia più dinamica, che è cresciuta del 4,3%, quando la regione è cresciuta del 3,5%, a dispetto della crisi mondiale e senza moneta nazionale”.

Ha risaltato che l’Ecuador ostenta il più basso tasso di povertà, 4,1%, abbiamo eliminato la terziarizzazione, eleviamo il salario nominale e quello reale al più alto livello della storia, fatto che copre la canasta basica di consumo ed abbiamo oggi un milione di affiliati alla previdenza sociale.

D’accordo con la Commissione Economica per America Latina ed i Caraibi, ha osservato, questa nazione sud-americana è tra i tre paesi che più riducono la povertà ed ha considerato la povertà come il maggiore attentato alla dignità umana.

Più di un milione di ecuadoriani hanno smesso di essere poveri, la povertà estrema è scesa da 16,9 al 11,2% della popolazione, ha indicato Correa, che considera che un solo povero in America Latina è già troppo, per questo vincere la povertà è l’imperativo morale del continente e del mondo, ha esclamato.

Abbiamo buoni risultati sociali, tra questi essere il paese che ha portato all’università la quantità maggiore di poveri, grazie alla nuova costituzione che ha stabilito la gratuità dell’educazione, ha segnalato.

Ha considerato che l’Ecuador è all’avanguardia in politica di inclusione di persone con “capacità speciali” con un lavoro ed oggi molti di loro sono il sostegno delle famiglie, ha sottolineato.

Ha risaltato, inoltre, i risultati nell’ottimizzazione delle funzioni della Banca Centrale, una nuova negoziazione del debito estero e dei contratti petroliferi, come nell’efficienza della lotta contro l’evasione fiscale.

preso da Prensa Latina

traduzione Ida Garberi

http://www.stampalibera.com/?p=63395#more-63395

 

Il governo turco inietta ai bambini curdi vaccini mortali

e questo non è genocidio?

lunedì 27 maggio 2013

04:59 | Pubblicato da admin |

Vaccini contro il morbillo che sono stati iniettati a bambini nelle province Kurde di Urfa,Diyarbakire Batman durante l’amministrazione di Osman Durmuş,l’ex ministro della salute del Partito del Movimento Nazionale (MHP),hanno condotto migliaia di bambini alla morte e all’invalidita’.Lo ha riferito l’agenzia stampa DIHA(Dicle News Agency).

A Urfa,ci sono 500 bambini che soffrono diSSPE,una malattia causata dalmorbillo.Feyyat Kaya il capo dell’Associazione di Urfa per la Solidarietà con i pazienti di PESS ha dichiarato: “Essi vivono sui liquidi. Noi li nutriamo con alimenti liquidi come budino, banana, pesca e latte. Le famiglie i cui figli si stanno deteriorando sotto i loro occhi giorno dopo giorno, stanno reagendo alle autorità statali che rimangono indifferenti alla salute dei loro figli nonostante le molte promesse che hanno fatto. Le famiglie continuano a chiedere: Perché questa malattia e’ così comune solo in questa regione? Il governo non ha fatto nulla per aiutarci”.

Migliaia di bambini kurdi hanno contratto la SSPE(Subacute Sclerosing Panencephalit) a seguito divaccini vecchi e non aggiornatiiniettati a bambini dal precedente Ministero della Salute

condotto da Osman Durmuş del Partito del Movimento Nazionale(MHP).Molti bambini hanno perso la loro vita a causa della malattia.

 Feyyat Kaya sostiene che i bambini hanno contratto la malattia a causa dei vaccini iniettati durante il Ministero di Dormus,tra il 1998 ed il 2001:”Perché questa malattia così diffusa nelle città del sud-est?”

L’informazione generale e’ che l’infezione si verifica nel cervello di un bambino su un milione dopo che ha contratto il morbillo in modo non corretto,spiega Kaya.

La maggior parte dei nostri pazienti non hanno contratto il morbillo.E questo numero è molto più alto di “uno su un milione”.Quando i medici non sanno cosa risponderci,danno la colpa a vaccini deteriorati.Alcune autorità governative ammettono l’uso di vaccini deteriorati,anche se non ufficialmente.


Fonte:  http://www.articolotre.com/2013/05/il-governo-turco-inietta-ai-bambini-curdi-vaccini-mortali/173441

Disoccupato rubacchia alla Conad e si becca sei mesi di reclusione

martedì 28 maggio 2013

Nessun politico-magnate ha telefonato alla polizia dicendo: liberatelo, è nipote di Mubarak…

 Ci racconta Il Messaggero:

Dovrà scontare sei mesi di carcere per essersi infilato dentro le tasche e sotto i vestitiuna fetta d’arrosto, un pezzo di formaggio e una bottiglia d’olio. Ha rubato per fame, Filippo P., 34 anni e disoccupato, con una famiglia da mantenere e ridotto sul lastrico dalla crisi economica che nel 2010 gli ha fatto perdere anche l’ultimo lavoretto precario. Era già stato arrestato due settimane fa, per aver sottratto pane, latte e una confezione di prosciutto dagli scaffali di un supermercato. Un furto più che modesto: aveva arraffato quello che bastava per sfamare la sua famiglia, giusto per mettere qualcosa nel frigorifero di casa, e per dare da mangiare alla moglie e al figlio di quattro anni. Processato con rito direttissimo, Filippo era stato condannato a cinque mesi con la condizionale, e liberato con l’obbligo di firma.  

LA CATTURA 

Due giorni fa, però, l’uomo è stato sorpreso di nuovo mentre tentava di uscire dal Conad di Corso Francia [a Roma] con una spesa di dieci euro non pagata e nascosta sotto la giacca. I vigilantes del supermercato lo hanno bloccato e hanno chiamato i carabinieri. […] Il giudice dell’ottava sezione penale, Fabio Mostarda, pur comprendendo il dramma personale dell’imputato, non ha comunque potuto fare altro che disporne la custodia cautelare in carcere. Filippo, difeso dall’avvocato Gianluca Arrighi, ha poi patteggiato una condanna a 6 mesi di reclusione, da scontare a Regina Coeli. 

  LA DIFESA 

«Ho assunto gratuitamente la difesa – ha commentato l’avvocato Arrighi – perché ritengo che vi siano dei casi umani che noi penalisti non possiamo esimerci dall’accettare. Purtroppo negli ultimi anni i casi di persone che commettono furti di generi alimentari è aumentato in modo esponenziale. È ovvio che nulla giustifica la commissione di reati mauna cosa è rubare per arricchirsi e una cosa è rubare per mangiare. Il dato è allarmante e deve far riflettere su come i crimini siano spesso il riflesso dei malesseri della nostra società».

 http://www.nocensura.com/2013/05/disoccupato-rubacchia-alla-conad-e-si.html