Scandalo Bengasi: Il vero motivo per cui i media stanno spingendo sul “Bengasi-gate “

 “E se, dopo aver eletto il loro uomo o il loro gruppo, l’obbedienza al sionismo viene meno, emergeranno rapidamente “scandali”, “indagini” e “impeachment” con cui si procederà alla rimozione dei disobbedienti.
– Henry Ford, citazione da ‘The International Jew’

 

Nel 1997-98, la mafia sionista chiese a Bill Clinton di interrompere il dialogo con il leader palestinese Arafat e di invadere l’Iraq. Quando Clinton si rifiutò, emerse dal nulla lo “scandalo di Monica Lewinsky.” Clinton venne accusato uscendone notevolmente indebolito dal punto di vista politico. Il giorno stesso del suo impeachment, Clinton bombardò l’Iraq!

 

 

Nel 2002, George Bush si oppose alla richiesta sionista di invadere l’Iraq. Molti, nel suo stesso partito, tra cui il Segretario di Stato Colin Powell e il leader della maggioranza Dick Armey, erano apertamente contrari ad un’azione belligerante (Armey fu poi cacciato dalla sua posizione di leadership). Per mostrare a Bush chi comandava, i media sionisti iniziarono a costruire delle prove che legavano Bush allo ‘Lo scandalo Enron’ (una compagnia petrolifera Texas).

Nel 2003, Bush acconsentì all’invasione dell’Iraq. Lo ‘Scandalo Enron’ svanì, e l’obbediente Bush venne premiato con una nuova rielezione.

 

 

Ed ora, con Obama che si rifiuta di andare in guerra contro i nemici sionisti di Siria, Iran e Cina, i media marxisti (che un tempo supportavano in tutto e per tutto Obama) hanno improvvisamente unito le forze con la FOX (emittente neo-conservatrice) nell’esporre ‘Lo scandalo Bengasi ‘.

I media mainstream hanno da sempre ignorato le tonnellate di scheletri nell’armadio di Obama!
Perchè dunque lo stanno attaccando?

La risposta è semplice: i sionisti VOGLIONO la Terza Guerra Mondiale

 

 La CBS contro Obama? (Il Ceo della CBS, Les Moonves è il nipote del primo presidente israeliano, David Ben Gurion!)

L’articolo non vuole suggerire che le perversioni/spergiuro di Clinton o lo scandalo Enron o la cover-up di Benghazi non siano stati reati gravi… tuttavia non è ironico come questi ‘scandali’ pubblicizzati dai media sionisti emergano proprio quando Israele può trarne il maggior beneficio?

Fonte

 http://www.neovitruvian.it/2013/05/13/scandalo-bengasi-il-vero-motivo-per-cui-i-media-stanno-spingendo-sul-bengasi-gate/#more-13995

 

Possiamo e vogliamo trivellare. La Casa Bianca ha varato la strategia per l’Artico

– Maria Ferdinanda Piva –

Visto che i ghiacci artici sono al collasso, noi possiamo e vogliamo trivellare per estrarre idrocarburi. Si riassume in queste parole la strategia nazionale per l’Artico messa on line ieri dagli Stati Uniti e richiamata anche nel blog ufficiale della Casa Bianca.

Il pensiero va alla riunione convocata alla Casa Bianca con eminenti scienziati di tutto il mondo per discutere il modo in cui far fronte alle trasformazioni epocali che avvengono nell’Artico a velocità impressionante e che destabilizzano ulteriormente il clima anche alle medie latitudini.

La riunione non è mai stata confermata ufficialmente, però gli Usa ieri hanno effettivamente definito una linea di azione per l’Artico. Somiglia ad un piano di occupazione più che a un insieme di provvedimenti per l’ambiente. Chissà come saranno contenti gli scienziati.

Il quadro di fondo è noto: l’Artico si scalda e i ghiacci si squagliano perchè dalla Rivoluzione industriale in poi il genere umano ha cominciato ad usare combustibili fossili – carbone, petrolio, gas – che, bruciando, emettono anidride carbonica, il principale gas dell’effetto serra.

Scienza e buonsenso vorrebbero che si cercasse di ovviare riducendo l’uso dei combustibili fossili: risparmio energetico, energie rinnovabili eccetera.

Ma l’Artico è l’ultimo Eldorado dei petrolieri, custodisce enormi riserve di petrolio e soprattutto di gas finora rimaste come chiuse in un freezer. Va da sè che, utilizzando queste riserve, si aggraverà ulteriormente la spirale della morte che stritola l’Artico e indirettamente anche noi.

Però business is business: nella strategia della Casa Bianca si legge che, in nome della sicurezza e dell’interesse nazionale, gli Usa vogliono favorire le attività delle loro navi e dei lori aerei nell’Artico; vogliono migliorare le potenzialità e le infrastrutture comprese le piattaforme in grado di operare sul ghiaccio; vogliono potenziare i commerci.

L’ovvio riferimento è al fatto che ormai ogni estate sono aperti sia il passaggio a Nord Ovest sia il passaggio a Nord Est.

Ma soprattutto nel documento della Casa Bianca c’è il paragrafo dedicato all’energia. Le risorse dell’Artico, si legge, sono un fattore chiave della strategia di sicurezza nazionale che mira all’autosufficienza energetica.

Sembra di sentire il “Drill baby drill”, l’inno alle trivellazioni petrolifere che nel 2008 costituiva il cavallo di battaglia della fiammeggiante Sarah Palin, candidata (sconfitta) alla vicepresidenza degli Usa con i repubblicani. Ma nel 2008 negli Usa era rimasto ben poco da trivellare. Come è cambiato il mondo in cinque anni appena…

http://blogeko.iljournal.it/2013/possiamo-e-vogliamo-trivellare-la-casa-bianca-ha-varato-la-strategia-per-lartico/72819

http://www.informarexresistere.fr/2013/05/13/possiamo-e-vogliamo-trivellare-la-casa-bianca-ha-varato-la-strategia-per-lartico/

 

Epifani per dormire due notti ha speso la paga di un operaio

13 MAGG – Evidentemente ci sono nell’aria questioni molto più pesanti, ma non è nemmeno il caso di liquidare questa tra le semplici amenità. Siamo sempre nel campo minato dei gesti simbolici: in sé magari non inauditi, ma quanto a significato e a impatto molto più efficaci di tanti solenni discorsi.

Può Guglielmo Epifani, leader della Cgil, cioè del sindacato attualmente più radicale e più intransigente, permettersi il lusso – e stavolta non è solo un modo di dire – del soggiorno negli alberghi frequentati solitamente da sceicchi, mogli di Beckham e popstar?

Nell’impeto ideale del 25 Aprile, la notizia è passata tranquillamente sotto silenzio. Ma questo non significa che sia insulsa. In questo caso, il cliente dell’Hotel Pierre e dell’Hotel de la Ville, dimore di lusso e di charme nel centro chic di Milano, non è un uomo d’affari texano o un magnate russo del petrolio: è l’ultima icona di una certa ribellione ideologica, al limite della lotta di classe, che proprio in questo periodo dà sfogo al malcontento e alla rabbia dei ceti più poveri, contro i privilegi e gli agi dei ricchi.

Tanto per essere chiari fino in fondo: Epifani non ha ucciso nessuno. Non è il caso di farne uno scandalo epocale, come qualche veterobacchettone di estrema destra ancora fa al personaggio di sinistra che veste bene o mangia salmone. Certi schemi sono superati. Il cachemire di Bertinotti ci ha abituati ad abbattere certe barriere e certi schematismi da dopoguerra. Che il compagno non debba più mangiare pane e cipolle l’hanno ormai compreso e accettato quasi tutti. Ma è altrettanto chiaro che il caso-Epifani va un po’ oltre. Epifani raggiunge il palco del 25 Aprile e legge un discorso scritto sulla carta intestata del superalbergo extralusso, con un firmamento di stelle a documentare l’esclusività del luogo. Come simbolo, suona eclatante. La polemica politica è fatta anche di queste cose. Ogni gesto ha un significato. Le alte personalità lo sanno, e di conseguenza si adeguano. Non è un caso che in pieno cataclisma finanziario persino il bel mondo dei vip abbia subito cercato di dare meno nell’occhio, abbassando i toni, abolendo le esibizioni di lusso, esibendo se mai smaccati segni di sobrietà e di ravvedimento, come il riciclo di vecchi indumenti o l’abolizione delle feste più sfacciate. Chiara ipocrisia, ovviamente. Ma sufficiente per dimostrare come in certi luoghi e in certi periodi i segni contino più di tante analisi cosmiche.

Nulla vieta a Guglielmo Epifani di pagare 1.100 euro per dormire due notti in albergo. Se è contenta la Cgil di conservarlo così bene, liberissima di pagargli il meglio. Ma purtroppo Epifani non è solo un privato cittadino che può fare tranquillamente quello che gli pare e piace. Per sua scelta, da tempo è un’altra cosa. È il moralista e il moralizzatore della società italiana, paladino di tutti i derelitti, fustigatore di tutti i privilegiati. Il sindacalista da 550 euro a notte è lo stesso, se non ha un sosia, che soltanto tre settimane prima, dal palco del Circo Massimo, scatenava la platea con la pretesa di «estendere una moralità forte contro la piaga dei super-stipendi e dei super-bonus». Sempre lui è l’implacabile Robin Hood che applaude la decisione inglese di alzare le tasse ai ricchi, chiedendo a gran voce la stessa cosa in Italia. È lo spietato contabile che dimostra, cifre alla mano, come un nostro manager guadagni duemila volte più di un prec ario. […] IL GIORNALE

http://www.imolaoggi.it/?p=50074

 

Lanciano appello per commemorare la Nakba. Facebook sospende attivisti palestinesi

An-Nasira (Nazareth) – InfoPal. Gli amministratori di Facebook hanno sospeso parzialmente gli account di alcuni membri del movimento “Giovani di Jaffa”, che avevano lanciato un appello, sul social network, per commemorare il 65° anniversario della Nakba (la nascita di Israele a seguito della pulizia etnica degli abitanti della Palestina storica), presso la Torre dell’orologio, nella città palestinese situata al centro dei territori del’48.

 Fatima Haliowa, attivista del movimento giovanile, ha dichiarato:”Questa non è la prima volta che Facebook sospende e identifica i membri del movimento, ciò era accaduto diverse volte, in seguito ai sit-in di solidarietà con i prigionieri nelle carceri israeliane e anche durante l’aggressione israeliana sulla Striscia di Gaza”.

Ha aggiunto: “La nostra risposta sarà una presenza maggiore di giovani e attivisti alla Torre dell’orologio, mercoledì prossimo”. Ha quindi indirizzato un appello ai palestinesi dei territori del’48, per sostenere l’iniziativa. Haliowa ha dichiarato: “Il nostro messaggio è che non dimenticheremo la Nakba del popolo palestinese, e lotteremo per preservare il nostro diritto di esprimerci liberamente”.

In un comunicato stampa diramato domenica 12 maggio, il movimento Giovani di Jaffa ha riferito di aver invitato ad organizzare uno sciopero in occasione del 65° anniversario della Nakba. Ha aggiunto che i suoi attivisti hanno programmato un sit-in di protesta, alla Torre dell’orologio, dalle 10 del mattino fino alle sette di sera, durante il quale terranno alcuni eventi, daranno il via ad un dibattito pubblico incentrato sulla Nakba, alzeranno degli slogan e marceranno nelle vie della città palestinese .

http://www.infopal.it/lanciano-appello-per-commemorare-la-nakba-facebook-sospende-attivisti-palestinesi/

 

La seconda banca più grande del mondo (HSBC) finanzia il Terrorismo Siriano e ricicla denaro per i cartelli Me ssicani

Un rapporto della NBC conferma: banchieri della HSBC dietro il Fondo dei cartelli della droga messicana per finanziare gruppi terroristici in Siria

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E’ dura essere la seconda maggiore banca del mondo.

La HSBC, il gigante multinazionale dei servizi bancari e finanziari di base a Londra opera in 85 paesi, con 7.200 uffici sparsi nel mondo e con un valore di più di 2.6 trilioni di dollari statunitensi. E’ anche coinvolta in una serie discandali: il pasticcio del fixing del tasso Libor, gravi accuse di riciclaggio di denaro collegato alla droga e sospetti che funzionari della banca abbiano avutocontatti con finanziatori del terrorismo. 

Fondata nel 1865 quando la Corona Britannica prese Hong Kong e ne fece sua colonia al termine della Prima Guerra dell’Oppio; i commercianti inglesi (quelli che oggi chiameremmo i signori della droga) avevano bisogno di una banca che gestisse il losco traffico di sostanze illegali e fondarono quindi la Hong Kong and Shanghai Banking Company Limited. Rinominata poi nel 1991 “HSBC”, la banca si espanse alla velocità della luce dopo la caduta del Muro. Se per qualcuno questa può definirsi una storia di successo, esempio di alta magia finanziaria in tempi di economie in crisi, dovremmo invece più adeguatamente prendere in prestito un termine mafioso per descrivere la posizione dominante delle istituzioni corrotte nel pantheon capitalista: juiced.

 Se c’è ancora qualcuno che pensa sia una teoria del complotto, eoccovi serviti. Un rapporto della NBC del 2012 ha messo in luce come una delle più grandi banche del mondo (HSBC) si sta approfittando del riciclaggio dal traffico di droga per trasferire fondi ingenti ed armare illecitamente l’esercito libero siriano, contrapposto a Assad.

In effetti, nel 2012  un rapporto della NBC  espone dettagli su come una banca quale la HSBC ha contribuito al finanziamento di ogni genere di illecito, dai cartelli della droga messicani a cellule terroristiche siriane. Grazie ad un rapporto del congresso USA che ruota attorno ai fondi monetari  dei cartelli della droga messicani che viaggiano attraverso la HSBC.

 

 E’ da questo rapporto che si rivela come gli Stati Uniti tramite un ramo di HSBC abbiano aiutato direttamente  Al-Qaeda e cartelli della droga messicani attraverso servizi finanziari e bancari complessi. HSBC è stata certamente in contatto con  gruppi terroristici legati all’Arabia Saudita e al Bangladesh supportandoli economicamente e finanziariamente per anni.

 Per circa un decennio o più, in effetti.

 Eppure HSBC è riuscita a farla franca senza molto più  di un ammissione di legami diretti. Anche il Rapporto 2012 del Senato del quale stiamo discutendo era semplicemente una ‘sonda esplorativa’ che documenta gli eventi stessi. Anche il principale gruppo regolatore delle banche statunitensi ‘Ufficio del Comptroller of the Currency’ è stato ritenuto insufficiente nell’aver esaminato la situazione. Il gruppo investigativo al Senato riferisce anche di come la stessa cultura della HSBC sia stata ‘inquinata’ durante il lungo periodo  di finanziamento di terrorismo e droga:

 “La cultura presso HSBC era diffusamente inquinato da molto tempo”, ha detto il senatore Carl Levin .

 Soltanto nel 2008 il Senato ha rivelato che la filiale della banca alle Isole Cayman gestiva circa 50.000 conti bancari (tutti senza benefit di uffici o personale a Grand Cayman, pensate), eppure riusciva a trasportare qualcosa come 7 miliardi di dollari americani (10,9 miliardi di sterline) in contanti dal Messico fino agli Stati Uniti. Questa sì che è finanza creativa!

 Eludendo palesemente le regole bancarie statunitensi, il Presidente della Sottocommissione Carl Levin (D-Ml) ha detto (2) che sfruttando gli scarsi controlli AML della Banca, HBUS “ha esposto gli Stati Uniti al traffico di droga messicano, a traveller cheque sospetti, società fantasma e a illegalità varie.” 

 “Un modo di operare inquinato profondamente e per lungo tempo” ha detto Levin “ci vorrà ben altro che parole perchè la banca cambi rotta”. Eppure, alla gente Americana, ancora prima che iniziasse l’indagine del Senato, dai vertici della Banca sono arrivate proprio inutili parole e vergognose giustificazioni. Il portavoce della Banca Robert Sherman, in una dichiarazione inviata per e-mail, dichiarò che “Dovremo riconoscere che, in passato, non siamo stati in grado di soddisfare le esigenze dei regolatori e dei clienti. Chiederemo scusa, riconosceremo questi errori, risponderemo delle nostre azioni e ci impegneremo a riparare quello che è andato storto”. 

 Molte mega corporazioni o banche sono coinvolte nel finanziamento e riciclaggio di denaro in ambito di droga o terrorismo.

 

 Ma HSBC non è l’unica banca associata al commercio di droga messicano o al sostegno finanziario di gruppi terroristici conosciuti. Mentre HSBC era finanziariamente legato ai Salafiti in Siria ai cartelli della droga messicani, secondo il rapporto NBC, anche la Wachovia è stata sempre coinvolta su tematiche come droga , gioco finanziario e  commercio messicano. In realtà è stato nel 2010, quando Wachovia incamerati 160 milioni dollari (escamotage finanziaria), al fine di risolvere una disputa con il Dipartimento di Giustizia, nel  sostegno finanziario dei cartelli della droga messicani, ha conciliato con il governo restituendo buona parte delle somme. Tutto questo è stato raccontato dal Guardian in un articolo dal titolo “Come una grande banca statunitense riciclato miliardi di dollari con bande Messicane dedite al traffico di droga e agli omicidi “

 Anche ING è entrata nel mirino delle transazioni poco chiare dopo uno scambio di 619 milioni di dollari con Iran e Cuba.

 Quali azioni sta adoperando una nazione come gli USA per affrontare questa sitazuzione ?La realtà è che nessuna azione incisiva si sta concretizzando per rispondere ad un finanziamneot giornaliero di 83 miliardi di dollari a questi istituti finanziari e banche che armano e riciclano denaro di numerose bande criminali, narcos e gruppi salafiti dediti al terrorismo contro l’occidente.

 Altro esempio di come il sistema Bancario sia oramai fuso assieme al Salafismo e ai traffici illeciti sparsi per il mondo.

 Le cellule radicate nei paesi europei possono invece trarre vantaggio da un sistema economico di tipo capitalistico e dedicarsi alle frodi finanziarie, alle rapine in  banca, alla falsificazione di assegni e carte di credito. Si è notato che spesso le  banche vittime delle frodi tendono a non volere cattiva pubblicità e, pertanto,  preferiscono evitare le indagini, forti comunque del risarcimento garantito dalla copertura assicurativa.

Alla luce di quanto detto, le frodi finanziarie legate alla  falsificazione di carte di crediton comportano per i terroristi un rischio ragionevolmente  basso giacché le indagini quasi mai vengono attivate su richiesta dei truffati.Infatti, con questi metodi sono stati finanziati, per esempio, gli attentati a Londra nel 2005. Uno degli attentatori inglesi non ha mai restituito il prestito di 20.000 dollari ottenuto dalla banca HSBC, mentre un altro aveva ottenuto 14.000 dollari di credito dando 

come garanzia una società che vendeva materiale edile.

FONTE FONTE

Fonte: http://fractionsofreality.blogspot.com/2013/05/la-seconda-banca-piu-grande-del-mondo.html

 

Comune paga una statua a peso d’oro, ma e’ ‘made in China’. Due arresti

è per finanziare queste utili opere che vengono ESTORTI I SOLDI DELL’IMU?

 Comune paga una statua a peso d’oro, ma e’ ‘made in China’. Due arresti

 13 mag. – Fecero acquistare per 50mila euro una statua che in realta’ valeva meno di 7mila euro ed era importata dalla Cina: e’ con questa accusa che un consigliere comunale del Comune di Cumiana (Torino), Claudio Camusso, e un artigiano di Villafranca, sono stati raggiunti stamane da due ordini di custodia cautelare.

Al centro delle indagini dei Carabinieri, coordinate dal procuratore di Pinerolo Ciro Santoriello, vi e’ l’acquisto da parte dell’amministrazione comunale di una statua de “L’angelo del dolore” che doveva essere collocata davanti alle scuole medie per ricordare i militari dell’Arma caduti in servizio e che, secondo gli inquirenti, fu pagata molto piu’ del suo valore reale.

L’accusa e’ a vario titolo di turbata liberta’ degli incanti e di frode in pubbliche forniture. Ad aprile erano finiti agli arresti domiciliari per altri episodi il vicesindaco e un consigliere comunale. agi

http://www.imolaoggi.it/?p=50091

 

Facebook, lobby e ipocrisia

di Carlo Musilli

 “Prostituzione dei valori in cambio di qualche ingegnere”. Parola di Vinod Koshla, venture capitalist dell’energia rinnovabile. E’ suo il commento più sintetico ed efficace sulla nuova lobby creata negli Stati Uniti da Mark Zuckerberg. Con la solita presunzione, il papà di Facebook ha deciso di buttarsi in un nuovo campo di cui evidentemente conosce poco: la politica. Il buon Mark ha da poco creato un’associazione dal nome “Fwd.Us”, nata per fare gli interessi dei colossi tecnologici made in Usa.

 Una comitiva che raccoglie diversi big della Silicon Valley: dall’amministratore delegato di Yahoo Marissa Mayer al vicepresidente di Dropbox Aditya Agarwal, passando per il cofondatore di Linkedin, Reid Hoffman, e l’ex sovrano di Microsoft, Sua Maestà Bill Gates.

 In cerca di consenso, Zuckerberg si è perfino prodotto in un editoriale sul Washington Post, sostenendo che lo scopo principale della lobby sarà “promuovere politiche che mantengano gli Stati Uniti e i loro cittadini competitivi in un’economia globale, comprese le riforme dell’immigrazione e dell’istruzione”, senza dimenticare ovviamente un incentivo agli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica.

 Com’è ovvio, ai businessman non interessa affatto il multiculturalismo. Vogliono cambiare le norme sull’immigrazione solo perché quelle oggi in vigore danneggiano indirettamente le loro aziende, ostacolando l’afflusso dei lavoratori stranieri qualificati, compresi i remunerativi genietti dell’informatica. Fin qui nulla di strano: è di tutta evidenza che il reale obiettivo di una lobby non sia il perseguimento dell’interesse pubblico, ma il profitto economico di chi appartiene all’accolita.

 Meno ovvio è che l’attività di lobby debba esser portata avanti con tanta goffaggine e ipocrisia. Sono bastati pochi giorni perché la combriccola mettesse da parte tutti i suoi ideali progressisti e socialmente impegnati, cercando smaccatamente di blandi re i poteri più conservatori e oscurantisti degli Stati Uniti.

 Nelle ultime settimane, Fwd.Us ha speso cifre a sette zeri per finanziare due organizzazioni vicine alle grandi multinazionali petrolifere: la “Americans For A Conservative Direction”, in mano ai veterani eco-scettici del Partito Repubblicano, e il “Council for American Job Growth”, guidata dai Democratici.

I fondi sono serviti ad acquistare inserzioni televisive in diversi Stati. E gli spot mandati in onda non cercavano affatto di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di ripensare la politica delle frontiere, ma appoggiavano la realizzazione del Keystone XL – un maxioleodotto da 3.500 chilometri che metterebbe in comunicazione Canada e Texas – e le trivellazioni petrolifere nell’Arctic National Wildfile Refuge, un’area protetta in Alaska. Naturalmente gli ambientalisti d’America sono insorti in massa.

 Purtroppo però non è finita. Altri video trasmessi con i soldi dei simpatici lobbisti hi-tech hanno esplicitamente attaccato la riforma dell’assistenza sanitaria varata dall’amministrazione Obama nel corso del primo mandato. Una legge azzoppata, ma che rimane comunque l’innovazione sociale più importante vista in America negli ultimi anni.

 Mentre si auto-rappresentano come innovatori illuminati sul piano dell’immigrazione, dunque, gli affiliati al clan di Zuckerberg propongono ai poteri reazionari degli Stati Uniti – in primis le cosiddette “Big Oil” – un baratto pressoché esplicito, mettendo sull’altro piatto della bilancia la tutela dell’ambiente e il diritto dei cittadini alla salute. Valori di cui evidentemente si può fare a meno, quando l’unica meta a cui tendere è l’incremento degli utili trimestrali.

 A onor del vero, il cinismo della nuova lobby si era manifestato ancora prima che l’associazione prendesse vit a. Qualche tempo fa Joe Green, ex compagno di Zuckerberg ad Harvard e fondatore materiale di Fwd.Us, si è prodotto in una gaffe incredibile per un nerd super-informatico. Nell’intento di fare proseliti, ha inviato un’e-mail ai principali leader delle società tecnologiche americane. Purtroppo per lui il messaggio è finito nelle mani della stampa, che ha rivelato i suoi discutibili metodi di scouting.

 Nel testo, Green cercava di convincere i suoi amichetti ad aderire al progetto spiegando i punti di forza della nascitura associazione: 1) “siamo una potenza politica perché controlliamo i canali di distribuzione di massa”; 2) “siamo popolari tra gli americani”; 3) “siamo ricchi anche a livello personale”.

 Come a dire: abbiamo i soldi, controlliamo i cervelli delle persone e godiamo perfino della loro stima. Perché non approfittarne?


http://www.altrenotizie.org/economia/5479-facebook-lobby-e-ipocrisia.html

 

Un rituale che si ripete in ogni guerra

 “Sulle origini degli Stati Uniti, sulla loro missione e sul «Destino manifesto» si è scritto molto. L’esodo dei «Padri Fondatori» dalla madrepatria inglese al «nuovo mondo» viene compiuto in primo luogo da minoranze religiose, molto spesso epurate e perseguitate nell’Inghilterra teatro delle guerre di religione del ’600: quaccheri, battisti, levellers, ranters, seekers, ma soprattutto puritani. Secondo Tocqueville «L’intero destino dell’America è contenuto nel primo puritano che sbarcò in America». Perchè i puritani, dopo essere entrati in contrasto con la Corona inglese che non accoglieva le loro richieste contenute nel Millenary Petition, richieste princip  almente di carattere morale, emigrarono in nassa e in maniera strutturata ed organizzata in America (principalmente nell’America del Nord), identificata nella loro letteratura come la nuova Israele, paese che sarebbe stato il regno millenario di Cristo precedente il giudizio universale. La base teologica dei puritani proviene da una lettura dell’Apocalisse di Giovanni. Il proliferare di chiese e sette americane, fino ai telepredicatori e agli internetpredicatori, trova la sua origine proprio da diverse interpretazioni dalla lettura dell’Apocalisse di Giovanni.

Noi Europei rimaniamo piuttosto stupiti quando, nell’analizzare discorsi cli importanti politici americani, ci imbattiamo in concetti assoluti come quello del «Bene» contro il «Male» o quando apprendiamo che il nemico non si sconfigge ma si distrugge. Alla base di tutta questa retorica c’è la visione del mondo propria dei puritani. Con gli anni magari la maggior parte degli statunitensi non pensa che gli USA siano il regno millenario di Cristo, ma sicuramente è opinione largamente diffusa che il loro sia il paese migliore al mondo, portatore e garante di libertà, con una missione storica da compiere.

Da qui deriva quella che potremmo identificare come l’ideologia imperiale: gli Stati Uniti sono il faro della civiltà, portatore di democrazia e di diritti umani, il paese migliore che deve intervenire per diffondere il bene nel mondo. Tale ideologia serve da collante da un punto di vista interno – gli statunitensi vivono nel paese migliore del mondo – e giustifica le campagne militari in terre straniere: gli statunitensi esportano la democrazia, la civiltà, i diritti umani, in una parola, il «Bene».

Ancora, questa convinzione di essere il paese «faro di civiltà» e guida per l’umanità tutta, paese caratterizzato da valori di carattere universale, viene diffusa nel mondo non solo con le «missioni di pace», ma soprattutto con la cultura popolare. Assistiamo quotidianamente ad una certa spettacolarizzazione della storia attraverso pellicole e sceneggiati televisivi di vario genere, cosicché è diffusa l’opinione che Hollywood sia una sorta di «ministero della propaganda» americano. La conoscenza storica popolare che il mondo ha degli USA viene in gran parte da lì, da quei film che spesso hanno un taglio autocelebrativo. Del resto gli americani sono maestri nel saper sfruttare e diffondere le immagini e la propaganda è stata una delle armi che ha permesso agli USA di vincere la Guerra Fredda; perciò sarebbe poco intelligente pensare che tutta quella struttura di elaborazione e diffusione di notizie e cultura, presente capillarmente in molti paesi del mondo, si a stata smantellata dopo il 1989. Con l’uso sapiente della cultura popolare, non solo cinematografica, gli USA hanno disegnato la propria immagine da proporre al mondo, l’immagine di un paese «buono», impegnato nel fare guerre «giuste» e nell’annientare i nemici, che sono cattivi tout court, l’incarnazione del Male, in un rituale che si ripete in ogni guerra, con una forma assolutamente manichea.”

 

Da Perché gli USA non sono un Impero, di Massimo Janigro, in “Eurasia. Rivista di studi geopolitici”, anno X, n. 1, Gennaio – Marzo 2013, pp. 90 – 91.

LA CORTE DEI CONTI UMILIA MONTI: “Le sue leggi erano senza copertura”. Complimenti al tecnico.

Provvedimenti dalla copertura ottimistica e non sempre affidabile, troppo disorganici ed eterogenei. La Corte dei Conti non usa mezzi termini per bocciare le ultime misure del governo Monti, a partire dalla legge di stabilità e dal decreto sviluppo.

 Nella legislazione degli ultimi tre mesi del 2012, quando il governo tecnico era ancora nella pienezza dei suoi poteri, i magistrati contabili rilevano una serie di «incovenienti», tutt’altro che secondari. Innanzitutto il frequente rinvio a provvedimenti secondari di attuazione; le continue variazioni di leggi anche recenti, «con riflessi sull’attendibilità delle stime circa gli effetti finanziari recati dalle norme»; ma anche l’approvazione di emendamenti privi della relazione tecnica o per i quali la relazione è stata vistata negativamente dal Ministero dell’economia. Infine, di non poco conto, «l’utilizzazione a fini di copertura di cespiti, come i proventi dei giochi e le accise sugli idrocarburi, il cui gettito è calante e le cui stime appaiono per conseguenza non affidabili e l’impiego in modo improprio di fondi di tesoreria per coprire oneri di bilancio».

 La Corte entra nel dettaglio iniziando dal decreto sviluppo delineato dal ministero dello Sviluppo economico per favorire la crescita, la realizzazione di infrastrutture e la nascita di start up innovative, ma anche per liberalizzare il settore rc auto e per favorire la digitalizzazione della p.a.. Si tratta di «un provvedimento disorganico» che «reca i più disparati interventi», scrivono i magistrati. Con alcune misure come il credito d’imposta per le infrastrutture il governo avrebbe inoltre fatto il passo più lungo della gamba. Le norme di carattere fiscale, specificano, infatti «non recano tetti massimi alle minori entrate da esse generate e risultano prive di clausole di salvaguardia per fronteggiare il minor gettito rispetto alle stime».

 Non meno dure le critiche alla legge di stabilità che addirittura «viene svuotata della sua componente fondamentale». Il provvedimento «non realizza la manovra, collocata o anticipata com’è nei decreti legge, ma finisce con lo svolgere un ruolo attuativo di decisioni già prese o meramente distributivo di risorse già raccolte». Inoltre, rincara la Corte, la legge manca di «respiro pluriennale» e «l’estrema eterogeneità dei suoi contenuti (articolati – ricordano i magistrati – in 561 commi di un unico articolo) non si pone in linea con le prescrizioni della legge di contabilità, che ne prevede un contenuto snello e di manovra». Anche in questo caso nelle disposizioni di carattere fiscale, la quantificazione degli oneri «è decisamente da migliorare». Ultima stoccata infine anche alla Tobin tax, «le cui previsioni di gettito – – conclude la Corte – sembrano ottimistiche».

 Fonte: daw-blog.com

http://www.signoraggio.it/la-corte-dei-conti-umilia-monti-le-sue-leggi-erano-senza-copertura-complimenti-al-tecnico/