PD, PDL, LEGA a favore della violenza

Ridicola la presa di posizione in Aula dei gruppi consiliari Pd-Pdl-Lega oggi contro la mia proposta di legge sull’introduzione dei codici identificativi sulle divise della polizia. E’ una proposta di legge di un anno fa, richiamata in Aula dopo l’approvazione di un ordine del giorno contrario del Presidente 
Cattaneo, approvato a dicembre dell’anno scorso.

Nulla c’entrano i tafferugli avvenuti ieri notte in Valsusa, richiamati come foglia di fico da destra e sinistra. La questione TAV non può essere ridotta a mera questione di ordine pubblico, avendo già più volte dimostrato le centinaia di motivazioni tecniche per la contrarietà alla realizzazione dell’opera.

Quasi tutti i Paesi europei prevedono codici identificativi sulle divise 
delle proprie FF.OO. Perché in Italia no? Risibili Fratelli d’Italia e 
Lega che dicono che esporrebbero gli agenti a ritorsioni. Perché non 
succede negli altri Paesi del mondo? E’ ovvio che si sa, soprattutto nei piccoli paesi, che lavoro fanno le persone o, forse, nascondono di 
essere poliziotti ad amici, parenti e conoscenti? E soprattutto perché 
dovrebbero subire ritorsioni? Forse perché si macchierebbero di atti 
illeciti ed illegittimi?

Se gli agenti delle FF.OO. avessero i codici identificativi non ci sarebbe più chi, dietro l’anonimato, compie atti di violenza illeciti ed 
illegittimi, sapendo di non potere essere portato in tribunale, in 
quanto non identificabile. Le FF.OO. aumenterebbero il proprio indice di gradimento e il prestigio e la credibilità presso la popolazione. Chi 
si nasconde di solito, presuppone un dolo.

Parimenti, dal 1975 esiste una Legge, la legge Reale 152/1975, che vieta l’utilizzo di caschi e strumenti atti a nascondere il volto dei partecipanti a manifestazioni in luogo pubblico. E già vengono perseguiti i trasgressori. Insensato quindi dire che, poiché non vengono perseguiti tutti gli “incappucciati”, allora anche i poliziotti possono 
abbandonarsi a violenze senza essere perseguiti. 

Si distingue il Partito Democratico che, come Lega e Pdl, boccia non solo la proposta di legge (pur ritenendola in parte condivisibile – forse 
perché il sindacato di partito Silp CGIL è favorevole), ma boccia anche 
il mio ordine di giorno di condanna delle violenze da qualunque parte 
essa provengano: manifestanti o FF.OO. E con una motivazione nobile:solo perché provengono dal M5S. Salute, ce n’è bisogno con gente così! 

Prendo atto che è impossibile discutere seriamente di temi importanti in questo Consiglio regionale, con queste forze politiche. Questa e altre 
discussioni sono rinviate al Parlamento o a tempi più fortunati, in cui i cittadini saranno maggioranza e ragioneranno per buon senso e non per 
“partito (o voto) preso”.

Davide Bono

Capogruppo MoVimento 5 Stelle Regione Piemonte

http://www.m5sp.it/comunicatistampa/2013/05/14/pd-pdl-lega-a-favore-della-violenza/

La Camera contro il M5S: non si può donare lo stipendio. Ennesima follia della Casta contro i grillini

Da un lato c’è chi vuole donare parte del proprio stipendio da parlamentare e versarlo su un fondo di solidarietà per sostenere piccole iniziative imprenditoriali; dall’altro c’è la Casta dei Deputati, che continuano ad arroccarsi su posizioni folli, tanto da impedire i versamenti volontari dei deputati e bocciare la proposta del Movimento. «Noi non ci arrendiamo», promettono i 5 Stelle.

 

parlamento-m5s_massacratiLa Camera dei deputati non aprirà alcun conto corrente per raccogliere i versamenti volontari dei deputati. Questo pomeriggio l’Ufficio di Presidenza di Montecitorio ha bocciato la proposta del Movimento Cinque Stelle. Esclusi i grillini, al momento del voto si sono schierati contro l’iniziativa i rappresentanti di tutti i partiti.

I parlamentari del M5s avevano chiesto già da qualche settimana la possibilità di aprire un nuovo capitolo di entrata nel bilancio della Camera. Un conto su cui far confluire una quota degli stipendi dei deputati, da devolvere a iniziative virtuose (si era ipotizzato il finanziamento di un fondo per il sostegno e il rilancio delle piccole imprese). Niente da fare.

Oggi il rappresentante del collegio dei Questori Stefano Dambruoso ha chiuso a ogni possibilità. Il motivo del rifiuto è stato spiegato ai presenti: «Per quanto provenienti dai compensi corrisposti in ragione del mandato parlamentare, le risorse cui fanno riferimento i deputati del Movimento 5 stelle sono già entrate nella loro disponibilità individuale». Insomma, ogni parlamentare può fare quello che vuole con i propri soldi. Ma privatamente.

Spiegazioni giuridiche che i grillini non riconoscono. All’uscita dalla riunione il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, esponente del M5S, non nasconde l’insoddisfazione. «Non mi interessa commentare le motivazioni di questa decisione. Ma incredibilmente non si vuole venire incontro a un simile atto di generosità». Una proposta che non riguardava solo il gruppo dei Cinque stelle. Il conto corrente, raccontano, sarebbe stato aperto a tutti i deputati, di ogni partito.

M5S-apriscatole-per-aprire-il-ParlamentoGli esponenti del M5s vi avrebbero versato la parte ritenuta “eccedente” dei propri emolumenti (i grillini hanno fissato la propria indennità netta a 2.500 euro mensili). Ma gli altri parlamentari avrebbero potuto ugualmente partecipare all’iniziativa, contribuendo il base al proprio buon cuore.

Qui è sorto un altro problema di tipo legale. Una volta attivato un nuovo capitolo di entrata nel bilancio della Camera, come decidere a chi destinare i finanziamenti? «In ogni caso – ha spiegato Dambruoso – non si sarebbe potuta immaginare altra destinazione che la restituzione al bilancio dello Stato. Una diversa destinazione, individuata dall’Ufficio di Presidenza, avrebbe infatti fatto carico all’istituzione parlamentare di finalità che l’ordinamento non prevede».

I grillini non sono d’accordo nemmeno stavolta. A sentire loro, gli ex alloggi in dotazione a vicepresidenti e questori di Montecitorio sono già stati messi a disposizione di non meglio precisate finalità sociali. «E che la Camera può erogare aiuti solo quando vuole?».

Peraltro la destinazione di quel fondosarebbe stata individuata in maniera collegiale. «Lo avremmo deciso tutti insieme – racconta ancora Di Maio – in uno dei prossimi Uffici di Presidenza». Ovviamente nessuno vieta ai deputati di rinunciare a una parte del proprio stipendio. Con il denaro corrisposto dalla Camera, ognuno potrà continuare a fare quello che preferisce.

«Il problema è proprio questo – prosegue Di Maio – Non vogliamo essere noi a occuparci di questo fondo. Deve essere gestito da un ente esterno». La spiegazione è chiara. Molti parlamentari già si privano di una fetta del proprio stipendio per destinarla al proprio partito – una sorta di finanziamento pubblico parallelo – o ad altre associazioni. «Una forma di elemosina» denuncia il vicepresidente della Camere. «Noi invece crediamo che per accedere a quel fondo si debba vantare un interesse legittimo».

La questione resta aperta. «Noi non ci arrendiamo». I deputati del M5S promettono battaglia, l’ennesima. «Adesso studieremo altre ipotesi per aprire il fondo. Troveremo la soluzione migliore».


LEGGI DALLA FONTE ORIGINALE – Marco Sarti su Linkiesta.it

Fiom, Landini:”Il PD ha tradito i lavoratori”

Quando scende in piazza la Fiom ci sono sempre moltissimi giovani. Così sarà anche sabato prossimo a Roma per la grande manifestazione promossa dal sindacato di Landini e che si concluderà in piazza San Giovanni in tarda mattinata. “I lavoratori in questi anni sono stati lasciati soli, sono state fatte leggi contro di loro. Noi chiederemo il rispetto della Costituzione”, dice Maurizio Landini, segretario della Fiom.

In piazza ora perché?

Perché non possiamo più aspettare e c’è urgenza di chiedere un cambiamento delle politiche economiche e sociali e arrestare l’attacco ai diritti dei lavoratori. La democrazia è a rischio perché è a rischio la tenuta sociale.

L’ultimo appuntamento politico in piazza San Giovanni a Roma ha visto per protagonista Grillo e il suo movimento in chiusura della campagna elettorale. Adesso voi?

Non ho paura di chi democraticamente riempie le piazze. A me fa molto più paura quando si riempiono le piazze contro la democrazia come è successo a Brescia la scorsa settimana con Berlusconi. Chi manifesta e chiede il cambiamento rende più viva la democrazia. Più volte i metalmeccanici hanno riempito quella piazza il 16 ottobre e il 9 marzo per dare segnali forti sul lavoro. Vedo ora la stessa esigenza.

Che cosa chiederete?

Sarà una piazza di proposta. Per creare nuovi posti di lavoro bisogna riprendere gli investimenti, allentare i vincoli europei, combattere l’evasione fiscale, far rientrare i capitali, bloccare i licenziamenti, contratti di solidarietà. E poi deve essere estesa la cassa integrazione a chi non ce l’ha. Noi diremo, in un momento in cui i diritti sono a rischio, che la Costituzione deve essere realizzata: diritto al lavoro, diritto alla salute, diritto alla conoscenza. Chiediamo anche che si lanci una lotta contro la criminalità organizzata che sta occupando pezzi interi dell’economia reale. Non ci saranno solo i metalmeccanici. Ci saranno tutte quelle categorie e forze che vogliono costruire un progetto sociale di cambiamento. I giovani, i precari, associazioni che non accettano la soluzione politica che è stata trovata per gestire il Paese. Due terzi dell’Italia ha chiesto il cambiamento e oggi si ritrova ancora al governo Berlusconi, una cosa inconcepibile.

Non vi aspettate nulla dal governo Letta, quindi?

Non è la soluzione che ci voleva e che chiedeva il Paese. Non saranno in grado di produrre il cambiamento che serve per rimettere in cammino l’Italia. Chiediamo che si faccia velocemente una nuova legge elettorale e mettere in condizione gli italiani di produrre il cambiamento che è necessario.

Se non cambia il quadro è meglio tornare alle urne?

Sì, perché mi chiedo come possa fare questo governo a produrre cambi di rotta decisivi. Per ora abbiamo visto attacchi alla giustizia e non è con l’Imu che si cambia il quadro. Qui bisogna cancellare le leggi che sono state fatte, bisogna rimettere mano alla riforma delle pensioni, combattere l’evasione fiscale. Avere un’idea di sviluppo diverso e non credo proprio sia nelle corde di questo governo.

Tutti lo dicono, l’urgenza è il lavoro. Ma non basta trovare i soldi, ci vuole una strategia vera…

In Italia da anni non c’è una politica industriale, niente per siderurgia, telecomunicazioni, componentistica per citarne solo alcuni. Servono piani nazionali per siderurgia, energie rinnovabili, un piano dei trasporti e della mobilità. Per creare occupazione bisogna dire basta alle grandi opere, dalla Tav al Ponte sullo Stretto. Ci voglioni investimenti per la manutenzione del territorio. Bisogna rimettere a posto ospedali, scuole.

Il Pd dice di mettere al centro il lavoro. Voi vi siete battuti per i diritti e per i posti di lavoro, la vicenda Fiat è emblematica. Avete sentito in quella circostanza il sostegno del Pd?

Il Pd ci ha lasciati soli. Il Pd non ha cancellato l’articolo 8, addirittura ha contribuito alla modifica dell’articolo 18 che ora serve solo a fare i licenziamenti. Ha votato quelle leggi e non ha fatto nulla per cancellare quelle adottate da Berlusconi.

Cosa si deve fare?

Rimettere al centro il lavoro significa affermare l’idea di un lavoro con diritti certi. Chiediamo quindi una legge sulla rappresentanza che consenta ai lavoratori di essere cittadini anche nelle fabbriche, che si cancelli l’articolo 8 che permette alle imprese di uscire dai contratti e dalle leggi. Va superata la pratica degli accordi separati. Va estesa la democrazia. Va riunificato tutto ciò che oggi è diviso.

Cosa si aspetta da Epifani segretario del Pd?

Non mi aspetto nulla. Bisogna vedere se il Pd sarà capace di trovare un filo politico.

Ma un ex sindacalista, l’ex segretario della Cgil non garantisce di più i lavoratori?

Non è un problema di persone. Il problema è se il lavoro e la sinistra torneranno ad essere rappresentati anche in quel partito. Io di tessere in tasca ne ho due: quella della Cgil e quella dell’Anpi. Non partecipo alla vita di questo o di quel partito. Dico solo che in Italia c’è bisogno di una forte politica capace di rappresentare il lavoro. La crisi della sinistra nasce proprio da questo punto: non sono stati capaci di rappresentare il lavoro.

In primis dal Pd?

Ha accettato la modifica dell’articolo 18, non si è opposto all’articolo 8. Se la maggioranza dei lavoratori dipendenti ha votato altri o non ha votato una ragione ci sarà.

di Fabio Luppino Fonte Link

Salvatores: un film sulla val Susa, grazie a Ridley Scott

claudio peritratto da libreidee.org

Gabriele Salvatores racconterà la resistenza civile della valle di Susa contro il progetto Tav Torino-Lione. Lo farà attraverso la piattaforma di social-movie “Life in a Day”, grazie all’incarico ricevuto da Ridley Scott: «Mi ha chiesto di scegliere una situazione in grado di rappresentare l’Italia, e ho deciso che il luogo giusto è la valle di Susa». L’annuncio è storico: Salvatores l’ha dato in diretta, il 14 maggio, al pubblico di Avigliana che ha accolto calorosamente il Premio Oscar, impegnato a presentare il suo ultimo film, “Educazione siberiana”. La decisione è maturata nel giro di poche ore, dopo l’incontro coi militanti No-Tav al “presidio” di Vaie. Confessioni a cuore aperto, col regista, sulle sofferenze di un territorio sorretto da una straordinaria mobilitazione popolare, ormai ventennale, contro una grande opera percepita come ingiusta, inutile, pericolosa e finanziariamente sanguinosa per l’Italia. «Questa storia va assolutamente raccontata: me ne incarico personalmente», ha promesso il regista di “Mediterraneo”.

La notizia è clamorosa: Salvatores, che ha recentemente rifiutato la direzione del Torino Film Festival, impegna il proprio prestigio internazionale per tentare di rimediare a quella che viene percepita come una solenne ingiustizia: l’oscuramento mediatico ai danni della protesta valsusina, la cui “voce” non arriva mai sul grande schermo. «Seguivo da tempo la vicenda della valle di Susa – dice Salvatores – ma solo venendo sul posto, tra la gente della valle, mi sono reso conto della straordinaria umanità che anima questo territorio». In poche ore, il regista ha preso la sua decisione e l’ha annunciata, suscitando l’entusiasmo del pubblico del “Valsusa Film Festival”, coraggiosa rassegna diretta da Roberto Canu e Chiara Sasso, che quest’anno ha ospitato, tra gli altri, Daniele Vicari e Giorgio Diritti. Un altro regista, Marco Ponti, originario di Avigliana, ha aperto una piccola finestra No-Tav nella sua commedia “Passione sinistra”, mentre in valle di Susa sono al lavoro – per realizzare documentari – il genovese Carlo Bachschmidt, autore di “Black bloc”, e il torinese Daniele Gaglianone, regista di film come “I nostri anni” e “Ruggine” e vincitore del David di Donatello con il drammatico documentario “Rata Nece Biti” sull’eredità della guerra civile in Bosnia.

Con Salvatores, sulla valle di Susa ora irrompe addirittura Hollywood, grazie all’alto patronato del regista di pellicole-mito come “Blade Runner”, “Alien” e “Thelma & Louise”. Da Ridley Scott, carta bianca a Salvatores per raccontare la “sua” Italia attraverso la formula del social-movie: il montaggio di filmati auto prodotti sul posto, generati da operatori locali in presa diretta, per raccontare il sapore di una “giornata particolare”. Primo esperimento globale per la creazione del più grande lungometraggio generato dagli utenti, “Life in a day” ha esordito nel 2010: il 24 luglio, gli utenti della community di “YouTube” hanno avuto 24 ore di tempo per immortalare uno spaccato della propria vita. Il film è stato distribuito negli Usa da National Geographic. Ridley Scott, nei panni di produttore esecutivo, ha deciso di ampliare il progetto, estendendolo a diversi paesi. Per l’Italia ha scelto Salvatores, che a sua volta ha deciso per la valle di Susa. Un’operazione “dal basso”, ingaggiando giovani operatori locali: «E’ un sogno che si avvera – dicono Chiara Sasso e Roberto Canu – perché proprio il “Valsusa Film Festival” ha trasmesso ai giovanissimi la passione per il video: molti di loro hanno preso in mano per la prima volta la telecamera per partecipare ai nostri concorsi».

Salvatores si schiera con la valle di Susa proprio nel giorno in cui infuriano le polemiche per le molotov scagliate nella notte al cantiere di Chiomonte: azione condannata con fermezza dai No-Tav, che si dichiarano estranei al blitz. E mentre la magistratura paventa il rischio di un’escalation di tensioni, la politica si scatena: da Alfano a Lupi, l’establishment si affretta a ripetere che la Torino-Lione “si deve fare, punto e basta”, ancora una volta rifiutando di dare spiegazioni. Contro la maxi-opera si sono mobilitati i migliori tecnici dell’università italiana, spiegando che si tratta di un’infrastruttura totalmente inutile, devastante per l’ambiente, pericolosa per la salute e letteralmente suicida per il peso che avrebbe sul debito pubblico. Argomentazioni mai affrontate in un vero contraddittorio, nel silenzio assordante dei grandi partiti, Pd e Pdl, ora anche formalmente alleati. Colpito dalla vitalità civile del territorio valsusino, Salvatores si prepara a mobilitare proprio le risorse locali, coordinandole nell’ambito di un progetto cinematografico internazionale. «Fare film – dice – significa anche cercare di contribuire a migliorare il mondo: raccontare la bellezza serve a dare coraggio».

Boldrini-choc: si parla dei morti di Milano, lei se la ride – VIDEO

 http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=N4siwzSztRU

Il leghista Fedriga chiede regole contro l’immigrazione e sicurezza. Ma la Boldrini ride…

FonteVox News

http://www.losai.eu/boldrini-choc-si-parla-dei-morti-di-milano-lei-se-la-ride-video-2/

 

Modena: Chiesto giudizio per il segretario Pd Bonaccini

Pubblicato da ImolaOggi

 mag 14, 2013

bonaccini

MODENA, 14 MAG – Il Pm di Modena Enrico Stefani ha chiesto il rinvio a giudizio per il segretario regionale Pd Stefano Bonaccini e per altri 5 indagati nell’inchiesta sull’assegnazione della gestione dei chioschi a Modena.

 Si ipotizza che il Comune di Modena abbia favorito la societa’ Sdps nell’aggiudicazione della gestione del chiosco al parco Ferrari. Bonaccini accusato di turbata liberta’ degli incanti – reato prescritto – e di abuso d’ufficio con il suo successore, l’assessore comunale Antonino Marino

http://www.imolaoggi.it/?p=50275

 

Marocchini sorpresi a rubare colpirono agricoltore con una motosega, arrestati

chissà se le nazionalità di vittima e aggressori fossero state invertite che sinfonie di allarme razzismo avremmo sentito

Pubblicato da ImolaOggi

mag 14, 2013

 14 magg -Prima lo hanno minacciato e poi con lama di una motosega lo hanno colpito in pieno volto. I fatti risalgono al 6 aprile scorso, ma in queste ore i Carabinieri di Assisi hanno chiuso il cerchio su due fratelli marocchini che erano stati sorpresi dal proprietario di un’azienda agricola a rubare. In manette è finito anche il più piccolo: un minorenne di 17 residente a Bastia Umbra.

L’arresto anche del minore è stato avvallato dal magistrato di fronte a gravi indizi di colpevolezza per la rapina e la violenza. Data la giovane età però sono scattati gli arresti domiciliari. L’agricoltore non ha riportato danni fisici gravi. perugiatoday