Risposta al comandante manzi su lunanuova

vi giro le dovute precisazioni scritte a seguito della lettera del signor manzi (senatore p.d. e presidente a.n.p.i. di collegno) apparsa su lunanuova del 7 maggio, in cui vengono criticate mie posizioni espresse nel mio pezzo “il puntino sulla i dell’a.n.p.i.”
vediamo se lunanuova pubblicherà…
Luigi

  CARO COMANDANTE MANZI

Il mio breve testo “il puntino sulla i dell’anpi” del 26 aprile voleva essere spunto di riflessione e dibattito alla luce della gravissima emergenza sociale che viviamo tutti e sul ruolo che “dovrebbe” avere l’ANPI.

Ora, pur sentendomi lusingato dall’aver attirato l’attenzione del signor Manzi, sono tuttavia dispiaciuto che, tra i tanti punti di criticità indicati dal mio pezzo, Manzi si sia soffermato volutamente solo sul mio non riconoscere il termine “patriota” e sulla necessità di attualizzare il concetto di antifascismo.

Mi vedo quindi costretto, ma con piacere, a specificare meglio i termini della questione.

In primo luogo sono le mie convinzioni libertarie a non farmi riconoscere il senso dell’appellativo “patriota”, termine che inevitabilmente evoca il concetto di patria con confini, limiti, campanilismi, rivalità, discriminazioni, razze, ecc. ecc. Tutte cose che se non ci fossero o non ci fossero state avrebbero senza dubbio contribuito alle relazioni e quindi alla pace e non certo alle guerre tra una “patria” e l’altra. Non può nemmeno essere dimenticato il contributo nelle formazioni partigiane, e ancora prima in Spagna, in quelle antifranchiste, della folta presenza di combattenti libertari che combatterono e morirono per la libertà e un mondo migliore, e sicuramente non certo per la “patria”. patria, che mai come adesso evoca di tutto, fuorchè orgoglio di appartenenza, e che farebbe rivoltare nella tomba molti dei combattenti partigiani che morirono soprattutto per un mondo migliore. In più trovo sia un ulteriore sfregio che tale termine sia stato dato quasi come onorificenza proprio da quell’esercito che ancora oggi fa ciò che vuole dei cittadini italiani che non vogliono ne strutture militari (come il MUOS in sicilia o il Dal Molin a Vicenza), ne armi di distruzione di massa (come le 90 testate atomiche americane in territorio italiano), e che dal dopo guerra fino a oggi ha costantemente usato l’italia e gli italiani come burattini da manovrare e far saltare in aria con bombe, depistaggi, sequestri, abbattimenti di aerei, teleferiche tranciate nella più totale impunità per i propri interessi.

Per quanto riguarda la questione “antifascismo”, premessa l’implicita validità dell’”antico” concetto, evidentemente il signor Manzi volutamente ha ignorato il senso di tutto il mio ragionamento, che specifico ulteriormente: una volta venivano indicati come “fascisti” solo i seguaci di estrema destra, e come “stalinisti” i comunisti, ma per ciò che ne so, non mi risulta che gli imprigionati torturati da una parte urlassero in modo diverso da coloro che subivano e subiscono uguali trattamenti dall’altra parte. Oggi atteggiamenti prepotenti, discriminatori, escludenti, emarginanti,  vengono posti in essere perfino più da esponenti del partito che eufemisticamente si dichiara democratico che dalla destra tradizionale, avendo ormai solo più mantenuto del vecchio p.c.i. la pratica del cosidetto “centralismo democratico”, che tradotto in italiano vuol dire “o si fa come ha deciso il partito o sennò sei fuori”. E visto che l’oggi è l’inevitabile prodotto dello ieri, e nell’ANPI molto è stato “colonizzato” negli ultimi anni secondo l’unico “programma politico” dell’occupare il maggior numero possibile di posizioni di potere, ecco di fronte a episodi gravissimi per le libertà degli individui come il g8 di genova, venaus del 2005, gli inseguimenti nell’abitato del vernetto a chianocco, le libertà individuali violate, le misure restrittive ingiustificate, le notizie, le voci e le posizioni quotidianamente e sistematicamente censurate o manipolate da giornali e televisioni, l’ANPI che posizioni prende? Le cariche di reparti di polizia dentro la biblioteca di un’università di qualche giorno fa non sono uguali alle azioni operate nel ventennio? Qual è la differenza? Che le divise sono blu invece che nere? questo basta per stare a guardare e dichiararsi orgogliosamente “solo” antifascisti? Per questo essere antifascisti deve essere per me attualizzato col termine antiautoritario comprendendo qualsiasi atto prepotente con o senza colori. Moltissimi membri delle sezioni ANPI  in tutta italia la pensano come me, stufi di commemorare (giustamente) il passato mentre vedono l’oggi disfacersi intorno anche per le colpe della pseudosinistra. L’ANPI oggi non può limitarsi a “vigilare” alle commemorazioni, ma deve saper essere presente nelle piazze e nelle lotte per presidiare, rivendicare, praticare TUTTI  i giorni la Costituzione esigendone la realizzazione, e denunciando pubblicamente le mancanze, omissioni e imposizioni proprio quando sono opera delle istituzioni (senza esserne succube perché riceve qualche finanziamento), perché sennò rischiamo di trovarci autoritarismi che distruggeranno le nostre vite, ma basta che non si dicano “fasciste” e allora andranno bene.

Saluti Sempre Resistenti,

Luigi Robaldo, A.N.P.I. Sezione Bussoleno-Chianocco-Foresto        

Risposta al comandante manzi su lunanuovaultima modifica: 2013-05-17T17:26:00+02:00da davi-luciano
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