TAV TORINO-LIONE: I CITTADINI MERITANO LA PRIMA PAGINA INTERVENTO A RADIO3 RAI DEL 18 FEBBRAIO 2018

“Buongiorno, mi chiamo Paolo e telefono da Torino. Volevo tornare su un argomento che lei ha sfiorato nei giorni scorsi e che sta mattina è sul quotidiano “il manifesto” in un articolo di Maurizio Pagliassotti sulla Torino-Lione.(Il conduttore di Prima Pagina è il giornalista Paolo Lambruschi de l’Avvenire, N.d.R. – Qui l’Audio)

Volevo dare una notizia, e sentire soprattutto il suo parere, su una cosa che è nota ma che non è stata mai evidenziata in tutti questi anni. Sono passati ormai quasi 30 anni da che i cittadini si sono opposti fin dall’inizio a questa opera che risale al 1989/90.

C’è un dossier di “inchiesta pubblica francese” del 2006, preliminare alla dichiarazione di pubblica utilità della tratta francese del tunnel di 57 Km, quindi a molti anni fa, nel quale si afferma: “L’operazione è positiva per la Francia grazie all’assunzione della maggior parte dell’investimento da parte dell’Italia.”  (1)

Per valutare il risultato di asimmetria dei costi sempre sollecitato (e mai contestato da tutti i governi e dai ministri che si sono succeduti dall’Accordo di Torino del 2001 ad oggi occorre conoscere anche lammontare degli investimenti per l’Italia e la Francia.

Il tunnel di 57,2 km costerà € 9,6 Mld. I due soci – al netto del dono della UE che ne finanzia una parte – devono contribuire l’Italia per € 3,6 miliardi e la Francia per 2,6 Mld.

Perché l’Italia deve pagare € 3,6 Mld. per avere 12 Km di tunnel e la Francia € 2,6 Mld. per averne 45 di Km?

Il costo al km, che sarebbe giusto valutare in un “condominio”, risulta quindi di circa € 300 mil. a km per l’Italia e meno di 60 mil. per la Francia!

Dunque è un’opera inutile, imposta e senza futuro. Lo sappiamo e lo  abbiamo detto – io sono un cittadino che si oppone da tempo – e credo che sia giusto che i media siano informati, anche dai cittadini: facciamo un’operazione di verifica sulla realtà delle cose.

Allora, dato che la Francia quest’opera non l’ha mai veramente voluta, ma l’Italia gliel’ha praticamente imposta, sembra incredibile dire che un paese più povero della Francia possa imporre un’opera e tenerla a suo carico: basterebbe dire alla Francia, che in questi mesi sta studiando se fare o non fare l’opera, “Paga la tua parte” e la differenza sarebbe che la Francia dovrebbe pagare € 2,3 Mld. miliardi in più di quanto si è assunta come impegno.

Al che credo che Macron direbbe “Bene, questo è il momento di chiudere la vicenda perché noi non abbiamo neanche i soldi per pagare la nostra parte di € 2,6 Mld.”. (La Francia non ha ad oggi ancora messo a bilancio la quota parte di sua competenza N.d.R.).

Noi questo auspichiamo, perché è una operazione di verità – questa – che interessa non solo i cittadini che si sentono travolti da un’opera ma l’Italia intera se ci ricordiamo che il ministro Padoan ha pianto più volte a fronte della richiesta di € 2 Mld. in più da parte della Commissione Europea per “mettere a posto” i conti dell’Italia. Ecco, i € 2 Mld. sono qui.

Volevo sentire la sua risposta e la ringrazio per la qualità dell’informazione che possiamo dare ai cittadini in ascolto, visto che sono interessati tutti, dall’Alto Adige alla Sicilia, dal Piemonte alla Puglia”.

Grazie per la sua attenzione.

Nota (1) Pag. 72: “L’operazione è positiva per la Francia a causa dell’assunzione della maggior parte dell’investimento da parte dell’Italia”.  Page 72: “L’opération est positive pour la France, en raison de la prise en charge d’une plus grande partie de l’investissement par l’Italie.”

Domenica 18 febbraio 2018 era l’ultimo giorno di conduzione di Paolo Lambruschi, inviato e  caporedazione interni di Avvenire, il quotidiano dei Vescovi; e quindi, è lecito supporre, anche del “ Vescovo dei Vescovi”:  Papa Bergoglio. Il vescovo “venuto da lontano” che con la sua enciclica “Laudato si” ha gettato non un sasso, ma un asteroide come quello che ha causato l’estinzione dei dinosauri nello stagno del Mediterraneo

Un “mare interno” con una penisola messa un po’ di traverso che rischia ogni giorno di più di soffocarlo coi miliardi di calcestruzzo che la mega-betoniera del  ministero delle infrastrutture &  trasporti produce permanentemente (e in quantità inferiore solo a quella delle tangenti)!

Ma anche senza acquistare il giornale in edicola – ascoltando le rassegna stampa o consultando l’edizione on line non sembra francamente che la richiesta di attenzione verso il territorio e l’ambiente che emerge in ogni riga della “lettera-circolare” del  Papa “faccia molto notizia” sul giornale cattolico…

Ciononostante il conduttore nel ringraziare Paolo per il suo intervento e commenta così il suo intervento:

“Guardi:  ha colpito molto anche me la notizia.

Io l’ho seguita sempre un po’ di striscio e ci siamo concentrati soprattutto sulla questione dell’ordine pubblico: Siamo andati un po’ poco a scavare sui numeri, sull’utilità e quello che ha pubblicato oggi “il manifesto” è qualcosa che cambia davvero le carte in tavola perché in questo documento  (poi vedremo se arriveranno delle rettifiche, ovviamente) però c’è scritto nero su bianco che abbiamo sbagliato i conti sostanzialmente.

Non noi ma l’Unione Europea  ci ha fatto sbagliare e quindi la Tav si rivela un’opera inutile con dei costi… (lei faceva dei calcoli sul tunnel, ma insomma i calcoli sono tutti sballati perché non avremo mai il traffico che sarebbe dovuto andare a ripagare questi costi!

Se è così mi pare che faccia giustizia e dia ragione alla protesta anche se poi è stata una protesta molto dura sconfinata nella violenza e questo sicuramente non ha aiutato la causa.

Questo mi permetta di dirlo, poi – ovviamente – chi non è d’accordo mi risponderà e mi dirà.

Però io sono per le proteste anche forti, decise, ma non violente, per cui da quel punto di vista qualcosa si può dire.

Però i dati sono quelli: è giusto e corretto dirlo, è giusto puntare di nuovo i riflettori sulla Val di Susa, sul proseguimento dell’opera, e come parlava l’articolo del manifesto che non ho fatto in tempo a leggere, di una soluzione low cost che si prefigura.

Però al di la di ciò ci si domanda qual è l’utilità dell’opera e che ricaduta – che benessere – ne potrà ricavare l’Italia perché a questo punto se viene sballato tutto quello che era il piano industriale al di la dei costi che dovremo sopportare c’è anche l’impatto sulla valle, sulla vita degli abitanti…

E’ stata un’operazione probabilmente condotta male fin dall’inizio e appunto ha ragione lei.

Ci vuole un supplemento di chiarezza, seria però.

A questo punto e chi ha sbagliato dovrà pagare perché questa è una cosa che ha lacerato, diceva bene il collega del manifesto, quello che è stato il rapporto tra una parte d’Italia e lo Stato che bisogna ricostruire facendo verità e giustizia.


il manifesto

Alla fine il governo dà ragione al movimento No Tav

Il caso. La presidenza del Consiglio: «Le previsioni di 10 anni fa smentite dai fatti». Valutazioni errate costate la più grave crisi tra lo Stato e vaste comunità. Ora si parla di «Low Cost»: il costo totale previsto per l’Italia è di 5,3 miliardi di euro  Maurizio Pagliassotti  18.02.2018

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha recentemente pubblicato un documento dal titolo: «Adeguamento dell’asse ferroviario Torino – Lione. Verifica del modello di esercizio per la tratta nazionale lato Italia fase 1 – 2030». A pagina 58, si legge: «Non c’è dubbio, infatti, che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione Europea, siano state smentite dai fatti, soprattutto per effetto della grave crisi economica di questi anni, che ha portato anche a nuovi obiettivi per la società, nei trasporti declinabili nel perseguimento di sicurezza, qualità, efficienza. Lo scenario attuale è, quindi, molto diverso da quello in cui sono state prese a suo tempo le decisioni e nessuna persona di buon senso ed in buona fede può stupirsi di ciò. Occorre quindi lasciare agli studiosi di storia economica la valutazione se le decisioni a suo tempo assunte potevano essere diverse. Quello che è stato fatto nel presente documento ed interessa oggi è, invece, valutare se il contesto attuale, del quale fa parte la costruzione del nuovo tunnel di base, ma anche le profonde trasformazioni attivate dal programma TEN-T e dal IV pacchetto ferroviario, richiede e giustifica la costruzione delle opere complementari: queste infatti sono le scelte che saremo chiamati a prendere a breve. Proprio per la necessità di assumere queste decisioni in modo consapevole, dobbiamo liberarci dall’obbligo di difendere i contenuti analitici delle valutazioni fatte anni fa».

Se c’è la buona fede, c’è tutto. Non importa che quelle valutazioni errate siano costate la più grave, e irreversibile per molti aspetti, crisi tra una comunità vasta e lo Stato degli ultimi decenni.

MIGLIAIA DI PROCESSI, centinaia di arresti, scontri violenti, barricate, venticinque anni di lotta. Le parole del governo, che riconoscono pienamente le ragioni del movimento Notav – Il Tav è fuori scala – non generano in val Susa il minimo senso di soddisfazione, bensì un vasto sentimento di rabbia. Anche perché la conclusione del papello governativo che prende atto dell’assenza di traffico sulla direttrice est – ovest, trascende nell’atto di fede: non serve, ma si fa lo stesso.

MA DI QUANTO furono sbagliate le previsioni all’origine della Torino – Lione? Gli studi di LTF del 1999 prevedevano un incremento tra il 2000 e il 2010 del 100%, ovvero da dieci a venti milioni di tonnellate. Riviste nel 2004, a causa della chiusura del tunnel del monte Bianco che spostò sul Fréjus il traffico merci, ebbero una virile ascesa: da otto milioni del 2005 a quaranta (40) nel 2030. Questo perché le merci in transito verso l’Austria o la Svizzera sarebbero state attratte, chissà perché, dalla Torino – Lione. Oggi, dall’attuale tunnel del Fréjus, ammodernato solo pochi anni fa, passano tre milioni di tonnellate di merce. Se si sommano i flussi merce sull’autostrada parallela si arriva a tredici. Alla base della rivolta del territorio valsusino vi erano, e vi sono questi dati.

LA RESPONSABILITÀ sarebbe dell’Unione Europea che sbagliò i calcoli, par di capire dal documento governativo, ma ormai è tardi per tornare indietro. Chiosa enigmatica, perché al momento della Torino – Lione AV non esiste un solo metro, a meno che non si prenda in considerazione un piccolo tunnel geognostico costruito in val Clarea. Alberto Poggio, docente presso il Politecnico di Torino fa parte del gruppo di accademici che hanno contrastato sul piano scientifico la tratta Torino – Lione AV, commenta: «Sono parole, quelle del Governo, che provano l’approccio scientifico tenuto dal movimento Notav: non abbiamo mai avuto una posizione ideologicamente contraria. I nostri sono sempre stati studi corretti, che provano l’inutilità dell’opera. A maggior ragione oggi è momento per tornare indietro, non per andare avanti come se nulla fosse».

IL TUNNEL DI BASE costerà 9,6 miliardi di euro ripartiti tra Francia e Italia nella misura del 42,1% e del 57,9%, al netto del cofinanziamento UE che copre il 40% del costo complessivo. L’Italia quindi spenderà 3,6 miliardi di euro a cui si devono sommare 1,7 miliardi necessari per il potenziamento della linea storica: è il cosiddetto «Tav low cost ».

CONTRADICTIONS INTERNES AU SEIN DES BRICS ET DE L’ORGANISATION DE COOPERATION DE SHANGHAI: LES MALDIVES POINT CHAUD DE LA RIVALITE SINO-INDIENNE OU LA CRISE S’INTENSIFIE …

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 02 21/

Where are the maldives on the map world

Where are the maldives on the map world

J’analysais il y a quelques jours (en anglais) une des « contradictions internes » (pour utiliser ce concept

marxiste-léniniste) des BRICS et de l’ OCS (Organisation de coopération de Shanghai). Les choses s’accélèrent ces derniers jours, avec l’intervention de la Flotte chinoise …

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Voir sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ THE INTERNAL CONTRADICTIONS OF THE SHANGHAI COOPERATION ORGANISATION AND THE BRICS: THE MALDIVES, STAKE BETWEEN INDIA AND CHINA

sur http://www.lucmichel.net/2018/02/15/luc-michels-geopolitical-daily-the-internal-contradictions-of-the-shanghai-cooperation-organisation-and-the-brics-the-maldives-stake-between-india-and-china/

L’Inde tente en effet de bloquer l’influence chinoise aux Maldives, position stratégique centrale au milieu de l’Océan indien. Sur fond de crise géopolitique et de crise politico-électorale aux Maldives, ce mardi 20 février au matin, la Chine a envoyé une flottille de navires de guerre dans l’océan Indien.

Depuis le début du mois de février, 11 destroyers chinois ont été acheminés vers l’océan Indien, après une escalade des tensions aux Maldives. La flottille qui est entrée ce matin dans l’océan Indien est composée d’un groupe de destroyers, d’un navire de 30 000 tonnes et de navires auxiliaires. Cette nouvelle a été annoncée par l’agence de presse Reuters, ajoutant « qu’aucune date de départ n’avait été encore fixée pour la flottille chinoise, composée également de navires de ravitaillement ».

Le président des Maldives, Abdulla Yameen, a récemment signé un accord qui met en évidence sa décision de faire partie du projet de la Route de la soie. L’Inde, qui entretient des relations très proches avec les Maldives, situées à 400 kilomètres des frontières indiennes, tente de barrer la route à l’influence grandissante de la Chine sur ces îles d’Asie du Sud.

Des opposants pro-indiens au gouvernement maldivien ont appelé New Delhi à passer à l’acte pour aider un pays où les musulmans constituent une majorité. Dans la foulée, l’armée chinoise a publié, sur son site web officiel, des photos montrant que ses navires mènent des exercices militaires dans l’océan Indien. Pékin a mis en garde, dans la mesure du possible, ses citoyens contre toute visite aux Maldives.

LES CONTRADICTIONS INTERNES DE L’OCS ET DES BRICS:

LA RIVALITE ENTRE CHINE ET INDE POUR LE CONTROLE DE L’OCEAN INDIEN

Nous allons ce jour loin des champs de bataille de la « nouvelle Guerre froide 2.0 », vers le théâtre méconnu d’une confrontation asiatique, celle de Pékin et de New Dehli pour le contrôle des Iles Maldives. Nous sommes là au cœur d’une des plus profonde contradictions internes à la fois de l’Organisation de Coopération de Shanghai (ce Bloc géopolitique eurasiatique, autour de Moscou et de Pékin, qui défie la superpuissance américaine) et des BRICS. Qui sont un concept opportuniste géoéconomique (forgé par Goldman-Sachs) et pas du tout un ensemble géopolitique, comme on le croit trop souvent, particulièrement enAfrique.

L’Inde est le maillon faible de ces deux ensembles (1). A la fois opposé à Pékin pour de vieilles querelles de frontières sur l’Himalaya, mais aussi des ambitions régionales concurrentes (Océan indien, Népal, Sri Lanka, Bhutan), et au Pakistan (qui s’éloigne de Washington et se rapproche de l’OCS) (2) pour d’autres (question du Cachemire et parité stratégique avec Islamabad). Washington et son poisson-pilote israélien en Inde (3) utilisent évidemment ces brèches géopolitiques.

LES ILES MALDIVES POSITION STRATEGIQUE DANS L’OCEAN INDIEN …

Le Think-Tank US Stratfor vient de consacrer une intéressante analyse sur un des points méconnus de la rivalité sino-indienne : les Iles Maldives, à la position stratégique dans l’Océan indien …

Que dit Stratfor :

«Alors que l’Inde veut voir un politicien maldive sympathisant, tel que Nasheed, au pouvoir, qui peut faire avancer ses intérêts, il aurait rejeté sa demande d’intervention militaire ou même d’un envoyé spécial pour Malé. Ce refus est à prévoir. Envoyer des troupes aux Maldives renforcerait sans aucun doute l’image de New Delhi en tant qu’hégémoniste dominateur qui ne craint pas d’utiliser la force contre ses plus petits voisins. Une telle réaction pourrait faire pencher la balance politique régionale en faveur de la Chine, qui a déjà bénéficié du sentiment anti-indien lors des élections de décembre au Népal, où l’Alliance gauchiste pro-chinoise, dirigée par l’ancien Premier ministre Khadga Prasad Oli, a pris le pouvoir (…) À son tour, New Delhi veut qu’un gouvernement sympathisant à Malé réévalue une série de projets d’infrastructure chinois en cours qui, selon l’Inde, pourraient présager la présence militaire éventuelle de Pékin aux Maldives. New Delhi s’inquiète déjà de l’utilisation possible par la Chine du port de Gwadar au Pakistan comme base navale, en plus de sa base nouvellement lancée à Djibouti de l’autre côté de l’océan Indien. Il surveille également le port de Hambantota (Sri Lanka), financé par la Chine. L’Inde veut éviter la même chose ailleurs le long de sa périphérie. L’intérêt des Chinois et des Indiens pour les Maldives réside dans leur emplacement stratégiquement important à cheval sur les principales routes maritimes et énergétiques, y compris celles qui traversent le golfe d’Aden et le détroit de Malacca. Du point de vue de Pékin, les Maldives pourraient offrir un port naval stratégique et une base aérienne pour aider à sauvegarder ces importantes lignes maritimes de communication. L’Inde, qui cherche à rester la puissance navale dominante dans l’océan Indien, veut éviter toute présence navale chinoise dans la région – et donc son intérêt à soutenir un politicien pro-indien comme Nasheed. »

NOTES :

(1) Voir sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ L’INDE ENTRE GEOECONOMIE – L’INTEGRATION EURASIATIQUE ET LES ‘NOUVELLES ROUTES DE LA SOIE’ – ET VIEILLE GEOPOLITIQUE (CONTENTIEUX AVEC LA CHINE ET ALLIANCE AMERICAINE)

Sur http://www.lucmichel.net/2017/11/06/luc-michels-geopolitical-daily-linde-entre-geoeconomie-lintegration-eurasiatique-et-les-nouvelles-routes-de-la-soie-et-vieille-geopo/

(2) Voir sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ L’APPEL DE L’EURASIE EN MARCHE : L’ADMINISTRATION TRUMP EST-ELLE EN TRAIN DE PERDRE LE PAKISTAN AU PROFIT DE PEKIN (ET DE MOSCOU) ?

Sur http://www.lucmichel.net/2018/01/08/luc-michels-geopolitical-daily-lappel-de-leurasie-en-marche-ladministration-trump-est-elle-en-train-de-perdre-le-pakistan-au-profit-de-pekin-et-de-moscou/

Et :

Sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

GEOECONOMIE & EURASIE : LE CORRIDOR NORD-SUD BOULEVERSE LES ALLIANCES GEOPOLITIQUES ET LE ‘GRAND JEU’ DU PROCHE-ORIENT …

Sur http://www.lucmichel.net/2017/09/08/luc-michels-geopolitical-daily-geoeconomie-eurasie-le-corridor-nord-sud-bouleverse-les-alliances-geopolitiques-et-le-grand-jeu-du-proche-orient/

(3) Voir sur EODE. ORG/ GEOPOLITIQUE/

UNE REALITE MECONNUE : L’AXE STRATEGIQUE ET MILITAIRE INDE-ISRAEL

Sur http://www.eode.org/eode-geopolitique-une-realite-meconnue-laxe-strategique-et-militaire-inde-israel/

(Sources: Reuters – Stratfor – Asia Sentinel – EODE Think-Tank)

Photo :

Le navire de ravitaillement Junshanhu de la flotte chinoise et le destroyer Guangzhou de la marine chinoise (en haut à gauche) participent à un exercice naval au large de la province du Guangdong, le 16 septembre 2016.

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Néoeurasisme – Néopanafricanisme (Vu de Moscou et Malabo) :

PAGE SPECIALE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

________________

* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

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* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

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Washington Times – vicino a Trump – lancia campagna durissima contro il miliardario George Soros

Quello che in molti si attendevano è iniziato. Lo scontro inevitabile tra due miliardari: uno sceso in politica con lo slogan “America first” e “Make America Great Again” e un programma decisamente sovranista, l’altro uso a manovrare i politici come marionette per promuovere ovunque la sua agenda liberal, globalista e no-border. Il quotidiano Washington Times ha lanciato una serie di articoli durissimi contro George Soros, da molti considerato un filantropo e da molti altri un affarista che usa la sua fortuna per destabilizzare paesi interi e speculare su titoli e valute. Soros, che appoggia ovunque i politici cosiddetti progressisti dai Clinton in giù e non esita a promuovere organizzazioni di supporto all’immigrazione, ha da subito cercato di contrastare l’azione di Trump in ogni modo possibile. E l’articolo del Washington Times non può non avere un placet dall’alto.

In molti si chiedono perché Soros, lo speculatore senza scrupoli che a suo stesso dire non ha nessuna compassione per i cittadini dei paesi vittime dei suoi raid, spenda miliardi per ONG e iniziative “filantropiche” e politiche, gender o pro-islam.
 
L’articolo del Washington Times cerca di spiegarlo. Il nostro commento: si scontrano due visioni opposte del capitalismo: l’immobiliarista che cerca stabilità e domanda interna e lo speculatore globale che trae profitto dalla destabilizzazione di intere nazioni. Semplice, no?
Soros
Qui la traduzione.
“Com’è che proteste altamente organizzate contro il presidente Trump continuano a spuntare in tutto il paese?
Seguite i soldi.
Perché la definizione tradizionale di matrimonio è stata improvvisamente scartata dopo anni in cui i cittadini hanno votato perché venisse preservata?
Seguite i soldi.
Come mai gli immigrati clandestini si organizzano così in fretta e giovani elettori sono riuniti inello spazio di una notte per chiedere l’apertura delle frontiere? Da dove viene la saturazione dell’ideologia transgender e pansessuale? Com’è possibile che Black Lives Matter sembra essere ovunque? O che la richiesta di legalizzazione degli spinelli stia investendo la nazione? O che esiste un movimento internazionale per la globalizzazione che appare simultaneamente in paesi di tutto il mondo?
Segui i soldi – i soldi di George Soros attraverso la sua Open Society Foundation.
In questa lunga stagione di tensione culturale e politica, gli americani hanno bisogno di conoscere la verità sulla fonte dei conflitti, sul perché le comunità e la nostra nazione vengono fatte a pezzi.
La Open Society Foundation di Mr. Soros è impegnata in USA e all’estero in un tentativo ben finanziato di spogliare l’America e le altre nazioni della nostra sovranità e di renderci ostaggio di un governo sovranazionale.
Soros finanzia così tanti di questi sforzi odiosi, dirompenti (anche violenti) qui in patria e all’estero che è difficile tenere traccia.
Ma, alla fine, un gruppo ad hoc di americani pro-libertà sta facendo proprio questo.
Per un elenco aggiornato di tutte le organizzazioni che George Soros ha iniziato o sta finanziando, visitate DiscoverTheNetworks.org. Vi farà star male vedere come tutti questi gruppi sono collegati.
Tuttavia, quella sensazione malata e disgustata dovrebbe rapidamente trasformarsi in sollievo nel sapere che la situazione non nasce da un odio tra persone. Si tratta di un uomo e dei suoi amici che pagano persone in gran parte disoccupate per causare problemi.
La ricerca mostra che il miliardario Soros sta spendendo milioni per finanziare un’enorme industria di risentimento e anarchia che finge di essere una protesta della giustizia di base.
Puoi vedere gli sforzi di reclutamento in uno dei portali di assunzione OrganizersForAmerica.org, dove, ad esempio, i ragazzi universitari vulnerabili che hanno bisogno di denaro extra possono guadagnare denaro creando eventi dirompenti per nuovi gruppi come BadAssWomen e Green Corps e l’ACLU. Altre “opportunità” consistono nel ricevere soldi per uno stage e partecipare a proteste in vari stati per richiedere un salario minimo obbligatorio o semplicemente per disturbare il signor Trump nel tentativo di delegittimarlo.
Basta dare un’occhiata all’IRS 990 di Mr. Soros (della sua Open Society Foundation da $ 20 miliardi), e si può vedere la portata degli sforzi di finanziamento per sconfiggere tutto, dal sistema del libero mercato alla struttura della famiglia nucleare senza tempo.
Perché distruggere l’unità della famiglia, chiedi? Perché il signor Soros sa che la famiglia nucleare è stata la base su cui ogni singola società civile stabile è stata costruita dall’inizio del tempo. È per questo che l’ideologia marxista ha anche cercato la scomparsa delle famiglie composte da una mamma e un papà.
L’elenco di progetti pacchiani, destabilizzanti e disumanizzanti finanziati dal signor Soros va avanti e avanti: legalizzazione delle droghe, leggi che consentono “all’industria del lavoro sessuale”, pansessualità, aborto e politiche di identità di genere. Inoltre, i gruppi Black Lives Matter in tutto il paese e i gruppi chiamati Resist, DisruptJ20 Indivisible e Women’s March – sono tutti progettati per indebolire le politiche di Donald Trump e pro-libertà.
Poi ci sono i “preti in affitto” in varie chiese che vengono pagati per difendere cause “progressiste” anticristiane.
E le élites nei media e negli spettacoli sono fin troppo felici di propagandare il piccolo circo della sinistra come se fosse la vera vita delle nostre nazioni.
Perfino Fox News consente regolarmente agli ospiti di organizzazioni supportate da Soros come Center for American Progress, La Raza, National Immigration Forum, Sojourners, Faith in Public Life, ACLU e altro di apparire nei suoi spettacoli senza mai informare che George Soros sostiene tutti costoro.
Complimenti a conduttori come Sean Hannity, Tucker Carlson e Laura Ingraham, che combattono ogni giorno contro la sinistra. Fox ha bisogno di iniziare a identificare, in ogni singola intervista, chi lega tutti questi gruppi con una solida catena monetaria.
Qual è il loro obiettivo finale di tutte le interruzioni? Si tratta di potere. E l’America e le persone che amano la libertà in tutto il mondo stanno subendo le conseguenze.
Grazie a Dio c’è una crescente consapevolezza e le persone cominciano a far luce sulla follia.
Uno dei leader preoccupati è Kelly Monroe Kullberg, co-autore ed editore del libro “Finding God at Harvard” e un leader della nuova coalizione, l’American Association of Evangelicals (vedi la ricerca lì). Nel 2016, la signora Kullberg e oltre 100 leader cristiani tra cui Alveda King, Eric Metaxas e George Barna hanno chiesto agli americani di prendere in considerazione il finanziamento di gruppi radicali e “affittati” evangelici e cattolici.
La signora Kullberg riassume il chiaro appello per tutti noi: “Poiché i miliardari progressisti indeboliscono le culture e le nazioni sovrane e storicamente cristiane, il loro potere globale cresce. Questo è regresso, non progresso. È ingiusto e senza amore. Il declino dell’America e dell’Europa non è inevitabile; è stato comperato. E milioni soffrono
febbraio 8, 2018 posted by Ulrich Anders

Dr Wakefield e le correlazioni vaccino-autismo: assolto dalla corte, ma i giornalisti quasi lo ignorano

“Una partita di calcio dura 90 minuti: con lo stesso tempo possiamo vedere Vaxxed, un documentario che può aprirci gli occhi su cosa sta accadendo realmente”.

La verità non è di questo mondo…
Nel 1998, il dott. Andrew Wakefield e il celebre prof. John Walker-Smith (illustre docente gastroenterologo pediatrico alla University of London (2) e editore capo del prestigioso Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition (3) pubblicarono uno studio sul Lancet in cui si evidenziava una stretta correlazione tra la vaccinazione trivalente MMR (parotite, rosolia e morbillo), lo sconvolgimento della flora batterica intestinale (microbiota) dei bambini vaccinati e il conseguente sviluppo dell’autismo.
La ricerca mise in allarme i medici e i genitori determinando il calo delle vaccinazioni MMR e una dura reazione dell’industria del farmaco che continuò a negare ogni evidenza scientifica. A quel punto, il giornalista freelance Brian Deer (mai stato medico) che aveva scarse cognizioni di medicina ma aveva già collaborato in precedenza con Big Pharma, si presentò nelle case dei genitori dei bambini esaminati da Wakefield e Walker-Smith sotto falso nome con uno scopo prestabilito: diffamare Wakefield per neutralizzare la ricerca scomoda. Brian Deer infatti, si prese gioco dei genitori con l’astuzia per intervistarli e annotare tutti gli studi effettuati sui loro bambini in modo da poter inventare un castello di accuse contro Wakefield.
Una volta terminato il suo lavoro, inviò il materiale diffamatorio ai giornali che accusarono immediatamente tutto il gruppo di ricercatori guidato da Wakefield e Walker-Smith, di frode scientifica. Subito dopo, giornali, telegiornali, talk show, riviste popolari e riviste mediche specializzate scatenarono un pandemonio mediatico contro gli autori dello studio e l’opinione pubblica venne aizzata contro di loro. Nel frattempo, lo studio scomodo venne ritirato dal Lancet e l’ordine dei medici si affrettò a radiarli dall’albo.
I genitori dei bambini che erano stati raggirati da Brian Deer protestarono duramente e chiesero di testimoniare a favore di Wakefield per raccontare come il giornalista aveva distorto e manipolato tutte le informazioni che gli avevano fornito. Ciononostante gli venne impedito di partecipare al processo e non poterono sbugiardare Brian Deer direttamente nelle aule di tribunale. L’operazione di discredito riuscì alla perfezione.
brian
il giornalista Brian Deer
Dopo 14 anni di calunnie, il 7 marzo del 2012, la Corte Suprema di Londra ha riconosciuto che tutte le accuse di frode scientifica contro Wakefield e Walker-Smith erano infondate (4) ma la notizia è stata quasi completamente ignorata dai media che continuano a sostenere a spada tratta le infamanti accuse di Brian Deer e dei suoi detrattori (medici, politici e giornalisti) che vengono costantemente foraggiati dalla potente industria del farmaco (rappresenta il 3° business mondiale subito dopo finanza e petrolio).
bbc
L’intera vicenda quindi è stata insabbiata con la censura fino al punto di arrivare ad impedire qualsiasi pubblico dibattito medico scientifico sull’argomento e a vietare la proiezione di Vaxxed, un documentario inchiesta che riassume fedelmente quanto realmente accaduto riportando le interviste di tutti i protagonisti (5).
Tra i personaggi pubblici che si sono mobilitati per far vedere il documentario ai membri dei parlamenti, spiccano i nomi di Robert De Niro (6), Robert F. Kennedy e Jim Carrey (7) ma anche i loro sforzi si sono rivelati del tutto inutili contro la potenza della macchina del fango scatenata dall’industria del farmaco.
Nel 2011 la GlaxoSmithKline (il più grande produttore di vaccini a livello mondiale) che ha già ricevuto condanne in quasi tutti gli stati del mondo per gravi fatti di corruzione ad altissimo livello (membri di governo, medici e luminari sono stati pagati per mentire) e omissione nella pubblicazioni dei dati veritieri sui pericolosi effetti avversi di alcuni farmaci (6), è stata colta in flagrante mentre tentava di nascondere anche uno dei suoi studi da cui risultava evidente la connessione tra vaccinazioni e autismo (7).
Nel 2013 inoltre, lo studio di Wakefield e Walker-Smith che ha rilevato gravi disordini nella flora batterica intestinale nei bambini autistici è stato confermato anche da un altro studio condotto da scienziati e medici della Wake Forest University, di New York, e del Venezuela. (8)
Nel febbraio del 2017 il Premio Nobel Luc Montagnier e il dr. Stefano Montanari (dirige il laboratorio Nanodiagnostics di Modena) si sono recati a Bruxelles su invito di una deputata del parlamento europeo per divulgare gli effetti avversi dei vaccini che vengono nascosti dalle case farmaceutiche ma la sala che avrebbe dovuto ospitarli è stata dichiarata improvvisamente inagibile con il pretesto di un finto allarme attentato. Il dibattito quindi non c’è stato e continua a essere impedito con ogni mezzo. (9)
L’industria farmaceutica insomma, ha la coscienza sporca e usa la sua potente influenza sui media, sui governi e sull’ordine dei medici (vengono radiati dall’alto degli ordini appena accennano a qualche effetto collaterale di vaccini) per sopprimere le prove sulla tossicità dei vaccini. Tali prove infatti, sono state distrutte più volte come dimostra la famosa vicenda del “Simpsonwood memo” (poi distorta dai media e dai siti “antibufala” come è successo con Vaxxed). (10)
Nel 2017, il Ministro Lorenzin ha imposto la somministrazione di 12 vaccini obbligatori minacciando i genitori inadempienti con pesantissime sanzioni come la perdita della responsabilità genitoriale e pene pecuniarie astronomiche. Il provvedimento è stato firmato e promosso da personaggi in posizione di grave conflitto d’interessi con le case farmaceutiche che producono i vaccini. Tra i sostenitori e i firmatari dei nuovi provvedimenti coercitivi sui vaccini, figurano ad esempio i nomi del presidente dell’AIFA (Agenzia del farmaco italiana) Sergio Pecorelli e del direttore generale della prevenzione sanitaria Raniero Guerra (11).
Il provvedimento è stato emanato sulla base di un epidemia di morbillo completamente inventata (nel 2008, durante il massimo periodo di copertura vaccinale, il numero dei casi morbillo è stato doppio rispetto al 2017) e che in ogni caso, non giustifica la somministrazione coercitiva di altri 7 vaccini.
Tutto ciò accade mentre non esiste alcuno studio completo che abbia messo a confronto le condizioni generali di salute dei vaccinati con i non vaccinati. L’unica ricerca in tal senso è stata pubblicata nell’aprile 2017 con uno studio pilota che ha confermato i gravi rischi per la salute generale dei bimbi sottoposti all’attuale prassi vaccinale multidose. (12)
L’unica reale epidemia, rimane quella dell’autismo che in America colpisce ormai un bambino su 45 mentre 1 bambino su 6 è affetto da “misteriosi e inspiegabili” disturbi del neurosviluppo insabbiati come vecchie patologie emerse solo ora grazie ai nuovi sistemi diagnostici.
Possiamo quindi facilmente prevedere che con il passaggio da 4 a 12 vaccinazioni obbligatorie, ci sarà un ulteriore incremento esponenziali di tali patologie. Come faranno a nasconderlo? gli basterà cambiare i vecchi criteri diagnostici dell’autismo e degli altri disturbi associati per annacquare la casistica come stanno cercando di fare dal 2016 nei nuovi manuali psichiatrici (13).
La verità non è più di questo mondo. Una partita di calcio dura 90 minuti ma con lo stesso tempo possiamo vedere Vaxxed, un documentario che può aprirci gli occhi su cosa sta accadendo realmente. Per chi ha figli piccoli, non sarà un divertimento come il calcio, ma non sarà neppure una perdita di tempo.
Per chi pensa che un processo giusto vada fatto ascoltando entrambe le versioni delle parti in causa, gli consiglio di vedere Vaxxed gratuitamente da qui:   https://www.youtube.com/watch?v=68WSoUSbtis
By Marco Pizzuti

Dramma a Mantova: da sei mesi non trovava un lavoro, 22enne si impicca

40percentoQuando la mancanza di reddito, di lavoro, UCCIDE. Ma guai parlare di reddito di cittadinanza, ed è pure colpa dei disoccupati se sono in questa situazione, come governassero loro. Ma sarà colpa del fascismo se il reddito di cittadinanza non c’è in Italia. I Più europa NON PRENDONO SPUNTO DALL’EUROPA SU QUESTO TEMA, CHISSA’ PERCHE’.


Non ce la faceva più a rimanere disoccupato, con le mani in mano, a carico della sua ragazza e così, caduto nella depressione, ha deciso di togliersi la vita
di Redazione
 
15 Febbraio 2018 alle 12:41
 
Dramma a Mantova, causato dalla mancanza di lavoro: ne stava cercando inutilmente uno da mesi, uno qualsiasi pur di non stare con le mani in mano, un ragazzo di soli 22 anni. Nonostante il continuo peregrinare tra un’agenzia e l’altra, continuava a rimanere disoccupato. Il sostegno della ragazza e della sua famiglia non sono però state sufficienti per fargli superare la disperazione e lo stato di depressione nel quale era precipitato: senza più speranze, senza più sogni, senza più progetti per il futuro gli è venuta a mancare anche la voglia di vivere, così ha deciso di farla finita impiccandosi con una corda alla ringhiera di una scala.
Gli è stata uccisa ogni speranza, portandolo alla disperazione, così a soli 22 anni ha deciso di gettare la spugna. La sua ragazza aveva notato qualcosa di strano, così era corsa in casa con il cuore in gola e un terribile presentimento. Era troppo tardi.”Dramma della disperazione” si è soliti scrivere. Ma la disperazione è il prodotto di una situazione che, forse, si poteva evitare. Basti pensare a tutte le ‘risorse’ nullafacenti che lo Stato mantiene coi nostri soldi, e che non hanno bisogno di cercarsi un lavoro per campare. A lui, che quel lavoro lo voleva, è stato invece rifiutato qualsiasi aiuto fino a spingerlo al tremendo gesto estremo.
 
L’autopsia, effettuata presso l’ospedale Poma, ha confermato la morte per asfissia, avvenuta sabato mattina. I due fidanzati si erano svegliati e avevano deciso di raggiungere il negozio di lei, per fare colazione insieme. Il 22enne sembra tranquillo, ma non era così: c’era qualcosa di strano nel suo comportamento, lei aveva notato questo disagio, che da qualche tempo non riesce a nascondere, causato dalla mancanza di un lavoro. I continui “no”, i continui “ripassi più avanti”, i troppi “le faremo sapere” hanno inciso sulla sua autostima, sprofondandolo a poco a poco nell’oblio di una depressione dalla quale non riusciva più ad uscire.
L’inquietudine non è sfuggita alla ragazza, attenta ad ogni suo più piccolo cambiamento. La disperata e inutile ricerca di un lavoro gli aveva fatto scattare una molla dentro. Quando lui sabato mattina, dopo aver fatto colazione insieme, decide di tornare a casa, lei ha un terribile presentimento. La preoccupazione è talmente forte che chiede alla madre di prendere il suo posto in negozio. Corre verso casa con quell’oscura sensazione. Apre la porta con il cuore in gola e lui è lì, proprio dove ha scelto di morire. Sopraffatto dall’umiliazione di non aver trovato quel lavoro che tanto desiderava. Disperata, chiama i soccorsi ma non c’è più niente da fare.

Cagliari, choc nei parcheggi di Terramaini: “Uno straniero ha cercato di violentarmi”

Una 52enne aggredita da un uomo dopo essere entrata nella sua automobile. Interminabili minuti di terrore: “Mi ha graffiato e mi ha messo le mani sul seno e sulle cosce. Ha provato a baciarmi, lasciandomi saliva sulla faccia. Da quel giorno ho ansia e difficoltà…
È entrata nella sua auto, parcheggiata in via Vesalio, dopo essersi allenata, in gruppo, dentro il parco. Il tempo di sedersi al posto di guida, poi l’inaspettato rumore dello sportello del lato passeggero che si apre: “Da quel momento è iniziato il mio inferno”. Elena, 52enne residente in un piccolo Comune dell’Area vasta cagliaritana e lavoratrice in una struttura sanitaria di Cagliari, porta ancora i traumi – non tutti visibili – di una bruttissima aggressione, avvenuta il 2 ottobre scorso. Le foto dei lividi alle gambe, alle cosce e al seno sono allegate alla denuncia che ha presentato, una settimana più tardi, alla questura. La foto del suo volto preferisce non mostrarla: “Ho ancora molta paura”. Cinque pagine, quelle col timbro della questura cagliaritana, dalle quali emerge, stando al racconto fatto dalla donna, qualcosa che può avere un solo nome: “Tentata violenza.
 
Un ragazzo dalla pelle scura mi ha aggredita, mettendomi le sue mani sulle spalle e tirandomi verso di lui, tentando di baciarmi. Ho provato a divincolarmi, ma lui ha iniziato ad allungare le mani sul mio corpo in maniera ossessiva. Ne ha infilata una nei miei pantaloni”, racconta Elena, “sono riuscita a respingerlo e ne ha infilata un’altra sotto la maglia, riuscendo a spostare il corpetto e arrivando a uno dei miei seni, stringendolo con violenza”.
Un’aggressione choccante, quella subita da Elena, che oggi, fortunatamente, può raccontare: “L’aggressore aveva un bracciale con delle catenine, mentre tentava di palparmi mi ha pure graffiata. Sono riuscita a dargli dei colpi di bottiglia sulla testa e un calcio sul fianco, lui a quel punto è fuggito. Sotto choc e piena di lividi sono rientrata a casa, e solo una settimana dopo ho deciso di presentare la denuncia”. Tra le pagine della denuncia, emerge anche il fatto che Elena non ha potuto contare sull’aiuto di nessuno: “Il parco era ancora molto frequentato, una donna con un passeggino e un ragazzo che stava correndo con le cuffiette nelle orecchie sono passati accanto all’auto ma non si sono fermati”. I segni visibili dell’aggressione sono tanti: “Lividi e forti dolori al seno sinistro, al torace, alle spalle, alle braccia e alle gambe, in particolare nelle zone dell’inguine, dell’interno e dell’esterno coscia. Il medico ha rilevato lesioni anche al collo, su una delle spalle e varie ecchimosi”. I segni “non visibili” dell’aggressione? “Ansia e terrore, all’inizio. Da quel maledetto giorno ho difficoltà a mangiare e dormire e ho paura a rimanere sola”.
La 52enne, a quattro mesi e mezzo da quella serata di follia, si sente di dare un consiglio, a tutte le donne, purtroppo basata della sua esperienza diretta: “Appena si entra in auto bisogna subito inserire la sicura, e stare sempre attente a chi c’è intorno. Prima di salire bisogna assicurarsi che non ci sia nessuno di sospetto. Questo è ciò che ho imparato sulla mia pelle”.
Ultima modifica: 21 febbraio 2018
 
Di Paolo Rapeanu 20 febbraio 2018

Palermo, un 17enne gambiano violenta un’operatrice sociale

Boldrini e femministe, donne moralmente superiori, qualcosa da dire? Non si condanna questa violenza? O è parte della kultura che dovremmo fare nostra?

Il 17enne è ospite di un centro per minori stranieri non accompagnati: arrestato dopo l’aggressione sessuale a una operatrice della comunità
L’ha violentata nel seminterrato di una struttura che ospita minori stranieri non accompagnati.
 
Un gambiano di 17 anni ha violentato un’operatrice di comunità in una struttura della periferia di Palermo, che al suo interno ospita diversi ragazzi.
Il minore l’avrebbe trascinata in una vicina stanza con una scusa, dando luogo ad un violento approccio sessuale. La vittima è riuscita a scappare chiamando aiuto. Di turno l’area sera c’erano due operatrici che si occupano della gestione della casa famiglia.
Immediata la segnalazione al 113 da parte della responsabile della comunità alloggio.
 
A distanza di pochi minuti, sono intervenuti i poliziotti della sezione «Reati sessuali ed in danno di minori» della Squadra mobile di Palermo che hanno ascoltato le testimonianze e hanno tratto in arresto il ragazzo.
 
Lo straniero adesso dovrà rispondere del reato di violenza sessuale ai danni dell’operatrice della comunità. L’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto del diciassettenne, emettendo la misura cautelare.

NIGERIA, IL CANNIBALISMO PER MAGIA NERA. Un rapporto della Commissione Canadese per l’Immigrazione.

 il 12 febbraio 2018
In Nigeria li chiamano “ritualistics”. Sono una piaga  che la polizia non sa, e forse teme kultura d'avanguardiadi contenere. Qui sotto un rapporto  della Commissione canadese per i rifugiati e gli immigrati (traduzione automatica)
Nigeria: prevalenza dell’omicidio rituale e del sacrificio umano; risposta della polizia e dello stato (2009-2012)
20 novembre 2012
corpo donna parti mancanti
1. Panoramica
Secondo varie fonti, le uccisioni rituali in Nigeria vengono eseguite per ottenere parti del corpo umano da utilizzare nei rituali ( Daily Trust, 21 giugno 2010, Osumah e Aghedo, giugno 2011, 279, Sahara Reporters 3 luglio 2012), pozioni ( Daily Trust 21 giugno 2010; Questo giorno 26 settembre 2010) e incantesimi ( The Punch 10 agosto 2012; Sahara Reporters 3 luglio 2012).
Il quotidiano di Lagos This Day spiega che “i ritualisti, conosciuti anche come cacciatori di teste, vanno alla ricerca di parti umane su richiesta degli erboristi, che li richiedono per i sacrifici o per la preparazione di varie pozioni magiche” (26 settembre 2010) . Allo stesso modo, il Daily Trust di Abuja indica che le parti del corpo umano vengono portate dagli erboristi che eseguono i rituali (21 giugno 2010). Tali riti sono motivati secondo la convinzione che possono portare potere e ricchezza a un individuo ( Leadership 30 aprile 2012, The Punch, 10 agosto 2012, Daily Trust, 21 giugno 2010). Le fonti indicano anche che si ritiene che gli incantesimi rendano invincibile una persona ( The Punch 10 agosto 2012) e li proteggano da insuccessi, malattie, incidenti e “attacchi spirituali” ( Daily Trust 21 giugno 2010).
 
Secondo il quotidiano Punzon , “molti” nigeriani “sono stati fatti credere” nell’efficacia di tali rituali (10 agosto 2012). Il Daily Trust indica che “molti esperti” attribuiscono la prevalenza dell’omicidio rituale alla “continua credenza tra molti nigeriani, … anche educati, nel soprannaturale” (21 giugno 2010). Allo stesso modo, un articolo pubblicato da Sahara Reporters, una “comunità online di giornalisti e sostenitori sociali” nigeriani (25 luglio 2010), afferma che la credenza nel potere dell’omicidio rituale “è molto forte tra la popolazione locale [della Nigeria meridionale] incluse persone di diverse fedi e background educativi “e non solo tra” analfabeti fetish tradizionali “(3 luglio 2012).
 
In un articolo accademico sul rapimento in Nigeria, i ricercatori della Ambrose Alli University di Ekpoma, Edo State e l’Università del Benin a Benin City affermano che gli obiettivi tradizionali del rapimento rituale sono “bambini, matti e disabili” (Osumah e Aghedo Giugno 2011, 279). Allo stesso modo, l’articolo del Sahara Reporters afferma che “membri vulnerabili della società”, come donne, bambini, anziani e persone con disabilità, così come familiari di rituali, sono presi di mira e uccisi (3 luglio 2012). Secondo un sociologo dell’Università Bayero di Kano intervistato da Agence France-Presse, “i preti fetish [in Nigeria] sono noti per favorire le parti del corpo dei bambini per pozioni ricche di richiamo rapido” (4 luglio 2009).
2. Prevalenza
Secondo questo giorno , gli omicidi rituali sono “una pratica comune” in Nigeria (26 settembre 2010). Questa affermazione è parzialmente confermata dall’articolo del Sahara Reporters, che afferma che l’omicidio rituale è comune nella Nigeria meridionale (3 luglio 2012). The Daily Trust scrive che le uccisioni rituali continuano ad essere praticate in Nigeria e sono diventate più diffuse dal 1999

Ritual KillersYoung lady murdered, heart, intestines removed (Very Graphic Photo)

ritual murderAnother young lady has fallen a victim of ritual killers as she was murdered and her heart and intestines removed.

Published: 29.02.2016 Isaac Dachen

The body of the murdered girl

The quest for money, wealth and power seems to have overtaken the reasoning of many people in this age as they can go to any length to get what they want, including killing their fellow human beings.

Read More: “Desperation: Body of young lady allegedly murdered for money ritual found in Port Harcourt (Graphic Photo)”

This was the case with these very disturbing photographs that were shared on Twitter over the weekend by a usere with the name Aliyu Kwarbai, where an an unfortunate young lady fell a victim of the mindless killers who murdered her, ripped open her stomach and removed the intestines as well as her heart which was also removed.

Read More: “Rituals: 2 more female corpses found in Ikorodu”

The gory incident was said to have happened in a community in the eastern part of Nigeria.

See the tweet here.

Mafia nigeriana: il patto con Cosa nostra, agguati con l’ascia e sangue bevuto. A Palermo prima inchiesta sulla ‘Cosa nera’

ritual killingUN ARTICOLO DEL 2015 dal FQ che parla delle inchieste sulla mafia nigeriana ed i rituali sanguinari, dedicato a chi vuole sminuire il tutto buttandola nel ridicolo (per proteggere mafia capitale questo ed altro)

Mafia nigeriana: il patto con Cosa nostra, agguati con l’ascia e sangue bevuto. A Palermo prima inchiesta sulla ‘Cosa nera’
di Giuseppe Pipitone | 19 ottobre 2015
Nel regno che fu di Riina e Provenzano, contestato per la prima volta l’aggravante mafiosa a un’organizzazione straniera. Il gruppo Black Axe controlla spaccio e prostituzione a Ballarò con il beneplacito dei boss locali. L’indagine partita da un regolamento di conti a colpi di scuri e machete. I simboli e i riti di affiliazioni emersi anche in precedenti processi a Brescia e Torino
Non è la storia di una famiglia di Cosa nostra, fatta di “soldati” e capibastone, boss latitanti e pentiti, sicari e sentinelle dello spaccio. Non è la storia di una gang di camorristi in trasferta, che ha attraversato il Sud Italia per mettere apposto gli affari in terra di Sicilia e rinsaldare alleanze con la “cupola”. Non c’entra nulla nemmeno con gli “scappati”, le famiglie massacrate dalla seconda guerra di mafia negli anni ’80, fuggite negli Stati Uniti e da lì ricomparse in Sicilia negli anni duemila. Eppure l’ultima inchiesta della procura di Palermo ha comunque svelato l’esistenza di un’associazione criminale di stampo mafioso, con capi e gregari, riti d’iniziazione e affari, metodi di convincimento violenti, protetta dalla più arcaica forma d’immunità: l’omertà. Solo che con la mafia di Riina e Provenzano, delle stragi e del business dell’eroina, ha poco a che fare.
Dopo un secolo e mezzo di storia criminale legata a Cosa nostra, in Sicilia, c’è infatti una nuova mafia, che ha messo radici a Palermo, tessendo alleanze e dettando legge tra i vicoli del centro storico. Qui i nuovi boss vengono da lontano, non parlano il siciliano, e la loro organizzazione ha un nome e una storia consolidate in un altro continente: la chiamano Black Axe, l’ascia nera, ed è nata negli anni ’70 all’università di Benin City, in Nigeria, come una confraternita di studenti. All’inizio è una gang a metà tra un’associazione religiosa (li chiamano culti) e una banda criminale, che stabilisce riti d’iniziazione e impone ai suoi affiliati di portare un copricapo, un basco con un teschio e due ossa incrociate, come il simbolo dei corsari. Da qualche anno, però, i tentacoli di questa nuova piovra criminale sono arrivati anche in Italia, dove i boss nigeriani hanno iniziato a dettare legge nei sobborghi di città come Brescia e Torino: droga, spaccio, gestione delle prostitute e un regime di terrore molto simile a quello che è il marchio di fabbrica delle mafie di casa nostra. “Vorrei attirare la vostra attenzione sulla nuova attività criminale di un gruppo di nigeriani appartenente a sette segrete, proibite dal governo a causa di violenti atti di teppismo: purtroppo gli ex membri di queste sette che sono riusciti ad entrare in Italia hanno fondato nuovamente l’organizzazione qui, principalmente con scopi criminali”, si legge in un’informativa dell’ambasciata nigeriana a Roma del 2011. E adesso, per la prima volta, i pm di Palermo hanno contestato l’aggravante mafioso ai boss nigeriani.