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Palermo, un 17enne gambiano violenta un’operatrice sociale
NIGERIA, IL CANNIBALISMO PER MAGIA NERA. Un rapporto della Commissione Canadese per l’Immigrazione.

Ritual KillersYoung lady murdered, heart, intestines removed (Very Graphic Photo)
Another young lady has fallen a victim of ritual killers as she was murdered and her heart and intestines removed.
This was the case with these very disturbing photographs that were shared on Twitter over the weekend by a usere with the name Aliyu Kwarbai, where an an unfortunate young lady fell a victim of the mindless killers who murdered her, ripped open her stomach and removed the intestines as well as her heart which was also removed.
Read More: “Rituals: 2 more female corpses found in Ikorodu”
The gory incident was said to have happened in a community in the eastern part of Nigeria.
See the tweet here.
Mafia nigeriana: il patto con Cosa nostra, agguati con l’ascia e sangue bevuto. A Palermo prima inchiesta sulla ‘Cosa nera’

Pamela, la pista che porta ai crimini rituali nigeriani
C’è un quarto indagato, a piede libero, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Pamela. E una pista – che per la procura non è quella privilegiata – che potrebbe collegare lo scempio sul corpo della ragazza a crimini tribali diffusi nei villaggi nigeriani.
Il quarto indagato è un rifugiato 40enne – anche lui nigeriano – che era in contatto telefonico con uno degli arrestati, Innocent Oseghale. E’ stato sentito tra venerdì e sabato dai carabinieri di Macerata. «Al momento non risulta coinvolto nel delitto – dice il procuratore Giovanni Giorgio – e ha reso dichiarazioni significative a conforto della tesi accusatoria». Per questo non è stato fermato, ma su di lui proseguono gli accertamenti.
LA PROCURA
La procura ha disposto rilievi sulle impronte palmari e plantari, mentre un tecnico farà una perizia sul suo cellulare, che la sera del 30 gennaio ha incrociato quello Oseghale, pusher 29enne ex rifugiato, che viveva nella casa dell’orrore di via Spalato, a Macerata. Oseghale è stato arrestato per omicidio, vilipendio ed occultamento di cadavere con Desmond Lucky, 22 anni, cui lo lega da ben 483 telefonate negli ultimi due mesi, e al terzo richiedente asilo Lucky Awelima, 27 anni, residente in un hotel di Montecassiano, preso alla stazione di Milano mentre stava scappando in Svizzera con la moglie. Per Lucky e Awelima oggi udirnza di convalida in carcere.
LE ACCUSE
Sono accusati di aver ucciso e smembrato il corpo minuto di Pamela Mastropietro, la diciottenne romana scappata dalla comunità terapeutica Pars di Corridonia, in provincia di Macerata, dove era in cura per problemi psicologici e dipendenza. I resti sezionati sono stati abbandonati sul ciglio della strada a Casette Verdini di Pollenza, davanti a una villa, in una zona in cui i residenti fanno jogging. «In questa vicenda molte cose non tornano – dice l’avvocato Gianfranco Borgani, che difende Desmond Lucky – la dissezione è stata fatta da persona esperta, la pulizia della casa e del corpo è molto accurata, perché allora lasciare a vista i trolley? Perché non gettarli sotto un ponte?». Forse qualcuno doveva prenderli e portarli via? «Potrebbe essere, forse siamo di fronte a una sorta di rito, dietro c’è qualcuno il cui nome non è ancora emerso, una persona pericolosa per gli indagati, magari hanno paura anche di ritorsioni verso in parenti in Nigeria e per questo non parlano».
In Nigeria, specie nel sud, rapimenti e delitti per smembrare e vendere parti di arti o organi sono ben descritti in saggi, ricerche e indagini giornalistiche.
Si descrivono azioni atroci che vedono coinvolti «bambini, disabili, donne» e, nella convinzione comune, tali azioni accrescerebbero «la forza», «il potere», sarebbero legate «al soprannaturale». I resti servirebbero anche per la preparazione di «pozioni di ricchezza rapida» e per essere ceduti a «committenti» ed «erboristi che preparano le pozioni». Molto è descritto in un rapporto dell’Ufficio immigrazione e rifugiati in Canada, pubblicato nel 2012 e presente sul sito del Unhcr, dal titolo: «Nigeria: diffusione di omicidi rituali e sacrifici umani». Altra pratica, sempre in alcune parti dell’Africa, è la veglia dei cadaveri per evitare smembramenti e furti di organi per farne talismani.
C’è una pista rituale nel caso di Pamela? «Ne hanno parlato autorevoli opinionisti, non mi sento di escluderla» dice Marco Valerio Verni, zio di Pamela e legale della famiglia. «Tesi suggestiva – dicono in Procura – ma al momento non abbiamo conferme». Di sicuro i tre vengono da zone dove la pratica esiste e, forse per disfarsi del cadavere, hanno praticato uno scempio che conoscevano nelle sue modalità.
Ieri i Ris sono tornati nell’attico di via Spalato per un sopralluogo in soggiorno, dove Pamela sarebbe stata uccisa, e in terrazzo dove è stata lavata con la candeggina (sul bancone c’è un tombino e un tubo per l’acqua). di Rosalba Emiliozzi
Martedì 13 Febbraio 2018 – Ultimo aggiornamento: 14-02-2018 08:38
Rapporto choc della Dia: 9 città sono ostaggio della mafia nigeriana, la più feroce in Italia
razzisti, la mafia è bella. Per quello che a Palermo gli agguati che ridocono in fin di vita una persona non sono diretti ai vari boss che si aggirano ma ad avversari politici.
Migranti, truffa nella gestione di un centro accoglienza in Calabria: sequestrati beni per 1,5 milioni di euro
ma quanto sono solidali le coop…tutti soldi degli antirazzisti antifascisti per puro spirito umanitario….Tutta questa solidarietà non è mai mostrata verso i 10 milioni di italiani in povertà assoluta..strane discriminazioni…Ci racconteranno che si tratta di pochi casi isolati..
Riti voodoo per costringere minorenni a prostitursi, presi due nigeriani e un ghanese
ma no è solo brava gente che scappa dalle guerre e dalla fame…..che importa se ci sono indagini della DIA che da anni indagano su questi gruppi mafiosi che compiono anche crimini rituali…tutte dicerie. Fortuna che alle femministe antirazziste antifasciste non importa della sorte e della vita di queste ragazze, per giunta straniere. E’ la mafia bellezza.
Emergenza abitativa, per le famiglie sgomberate di SS Apostoli altri 20 giorni di attesa
Non lasceremo nessuno indietro, dicevano. Questa gente senza casa saranno certo fascisti cattivi. “„, altre notti in strada, perché queste sono famiglie che non hanno un posto dove andare“
L’accoglienza dei MENO EGUALI DEGLI ALTRI
Emergenza abitativa, per le famiglie sgomberate di SS Apostoli altri 20 giorni di attesa
„VIDEO | Emergenza abitativa, per le famiglie sgomberate di SS Apostoli altri 20 giorni di attesa
Veronica Altimari
21 febbraio 2018 07:45
Dopo ore di presidio sotto gli uffici della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo, la risposta alle 20 famiglie che dallo scorso agosto dormono sotto i portici della chiesa di Santi Apostoli: alloggio nell’immobile di via Gioacchino Ventura, ma solo tra 20 giorni.
Una vittoria, timida. Leggera quanto l’atteggiamento delle istituzioni, comunali e regionali, nel voler risolvere una volta per tutte la situazione alloggiava di decine di persone, tra cui anche dei bambini, che da mesi sono rimasti senza una casa dopo lo sgombero di Cinecittà.
Lo scorso 15 febbraio, dopo sei mesi, hanno lasciato la Basilica di Santi Apostoli per recarsi nell’immobile di via Gioacchino Ventura, a Pineta Sacchetti, trovandosi d fronte un enorme dispiegamento di forze dell’ordine, a bloccarne l’accesso. Solo la promessa di un incontro in Regione, quello che si è poi svolto di ieri pomeriggio, martedì 20 febbraio, li aveva fatti allontanare senza disordini. “Ora ci chiedono di spettare altri 20 giorni – spiega Cristiano dei Movimenti per il diritto all’abitare -, altre notti in strada, perché queste sono famiglie che non hanno un posto dove andare. E’ arrivato il momento che il comune di Roma metta in atto la delibera per l’emergenza abitativa”. La soluzione messa sul tavolo dalla Regione al Campidoglio “impone la collaborazione del Comune affinché le famiglie possano accedere all’interno dell’immobile – ribadiscono gli attivisti alla fine dell’incontro – perché terminati i lavori, il palazzo sarà agibile”.
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