NIGERIA, IL CANNIBALISMO PER MAGIA NERA. Un rapporto della Commissione Canadese per l’Immigrazione.

 il 12 febbraio 2018
In Nigeria li chiamano “ritualistics”. Sono una piaga  che la polizia non sa, e forse teme kultura d'avanguardiadi contenere. Qui sotto un rapporto  della Commissione canadese per i rifugiati e gli immigrati (traduzione automatica)
Nigeria: prevalenza dell’omicidio rituale e del sacrificio umano; risposta della polizia e dello stato (2009-2012)
20 novembre 2012
corpo donna parti mancanti
1. Panoramica
Secondo varie fonti, le uccisioni rituali in Nigeria vengono eseguite per ottenere parti del corpo umano da utilizzare nei rituali ( Daily Trust, 21 giugno 2010, Osumah e Aghedo, giugno 2011, 279, Sahara Reporters 3 luglio 2012), pozioni ( Daily Trust 21 giugno 2010; Questo giorno 26 settembre 2010) e incantesimi ( The Punch 10 agosto 2012; Sahara Reporters 3 luglio 2012).
Il quotidiano di Lagos This Day spiega che “i ritualisti, conosciuti anche come cacciatori di teste, vanno alla ricerca di parti umane su richiesta degli erboristi, che li richiedono per i sacrifici o per la preparazione di varie pozioni magiche” (26 settembre 2010) . Allo stesso modo, il Daily Trust di Abuja indica che le parti del corpo umano vengono portate dagli erboristi che eseguono i rituali (21 giugno 2010). Tali riti sono motivati secondo la convinzione che possono portare potere e ricchezza a un individuo ( Leadership 30 aprile 2012, The Punch, 10 agosto 2012, Daily Trust, 21 giugno 2010). Le fonti indicano anche che si ritiene che gli incantesimi rendano invincibile una persona ( The Punch 10 agosto 2012) e li proteggano da insuccessi, malattie, incidenti e “attacchi spirituali” ( Daily Trust 21 giugno 2010).
 
Secondo il quotidiano Punzon , “molti” nigeriani “sono stati fatti credere” nell’efficacia di tali rituali (10 agosto 2012). Il Daily Trust indica che “molti esperti” attribuiscono la prevalenza dell’omicidio rituale alla “continua credenza tra molti nigeriani, … anche educati, nel soprannaturale” (21 giugno 2010). Allo stesso modo, un articolo pubblicato da Sahara Reporters, una “comunità online di giornalisti e sostenitori sociali” nigeriani (25 luglio 2010), afferma che la credenza nel potere dell’omicidio rituale “è molto forte tra la popolazione locale [della Nigeria meridionale] incluse persone di diverse fedi e background educativi “e non solo tra” analfabeti fetish tradizionali “(3 luglio 2012).
 
In un articolo accademico sul rapimento in Nigeria, i ricercatori della Ambrose Alli University di Ekpoma, Edo State e l’Università del Benin a Benin City affermano che gli obiettivi tradizionali del rapimento rituale sono “bambini, matti e disabili” (Osumah e Aghedo Giugno 2011, 279). Allo stesso modo, l’articolo del Sahara Reporters afferma che “membri vulnerabili della società”, come donne, bambini, anziani e persone con disabilità, così come familiari di rituali, sono presi di mira e uccisi (3 luglio 2012). Secondo un sociologo dell’Università Bayero di Kano intervistato da Agence France-Presse, “i preti fetish [in Nigeria] sono noti per favorire le parti del corpo dei bambini per pozioni ricche di richiamo rapido” (4 luglio 2009).
2. Prevalenza
Secondo questo giorno , gli omicidi rituali sono “una pratica comune” in Nigeria (26 settembre 2010). Questa affermazione è parzialmente confermata dall’articolo del Sahara Reporters, che afferma che l’omicidio rituale è comune nella Nigeria meridionale (3 luglio 2012). The Daily Trust scrive che le uccisioni rituali continuano ad essere praticate in Nigeria e sono diventate più diffuse dal 1999

Mafia nigeriana: il patto con Cosa nostra, agguati con l’ascia e sangue bevuto. A Palermo prima inchiesta sulla ‘Cosa nera’

ritual killingUN ARTICOLO DEL 2015 dal FQ che parla delle inchieste sulla mafia nigeriana ed i rituali sanguinari, dedicato a chi vuole sminuire il tutto buttandola nel ridicolo (per proteggere mafia capitale questo ed altro)

Mafia nigeriana: il patto con Cosa nostra, agguati con l’ascia e sangue bevuto. A Palermo prima inchiesta sulla ‘Cosa nera’
di Giuseppe Pipitone | 19 ottobre 2015
Nel regno che fu di Riina e Provenzano, contestato per la prima volta l’aggravante mafiosa a un’organizzazione straniera. Il gruppo Black Axe controlla spaccio e prostituzione a Ballarò con il beneplacito dei boss locali. L’indagine partita da un regolamento di conti a colpi di scuri e machete. I simboli e i riti di affiliazioni emersi anche in precedenti processi a Brescia e Torino
Non è la storia di una famiglia di Cosa nostra, fatta di “soldati” e capibastone, boss latitanti e pentiti, sicari e sentinelle dello spaccio. Non è la storia di una gang di camorristi in trasferta, che ha attraversato il Sud Italia per mettere apposto gli affari in terra di Sicilia e rinsaldare alleanze con la “cupola”. Non c’entra nulla nemmeno con gli “scappati”, le famiglie massacrate dalla seconda guerra di mafia negli anni ’80, fuggite negli Stati Uniti e da lì ricomparse in Sicilia negli anni duemila. Eppure l’ultima inchiesta della procura di Palermo ha comunque svelato l’esistenza di un’associazione criminale di stampo mafioso, con capi e gregari, riti d’iniziazione e affari, metodi di convincimento violenti, protetta dalla più arcaica forma d’immunità: l’omertà. Solo che con la mafia di Riina e Provenzano, delle stragi e del business dell’eroina, ha poco a che fare.
Dopo un secolo e mezzo di storia criminale legata a Cosa nostra, in Sicilia, c’è infatti una nuova mafia, che ha messo radici a Palermo, tessendo alleanze e dettando legge tra i vicoli del centro storico. Qui i nuovi boss vengono da lontano, non parlano il siciliano, e la loro organizzazione ha un nome e una storia consolidate in un altro continente: la chiamano Black Axe, l’ascia nera, ed è nata negli anni ’70 all’università di Benin City, in Nigeria, come una confraternita di studenti. All’inizio è una gang a metà tra un’associazione religiosa (li chiamano culti) e una banda criminale, che stabilisce riti d’iniziazione e impone ai suoi affiliati di portare un copricapo, un basco con un teschio e due ossa incrociate, come il simbolo dei corsari. Da qualche anno, però, i tentacoli di questa nuova piovra criminale sono arrivati anche in Italia, dove i boss nigeriani hanno iniziato a dettare legge nei sobborghi di città come Brescia e Torino: droga, spaccio, gestione delle prostitute e un regime di terrore molto simile a quello che è il marchio di fabbrica delle mafie di casa nostra. “Vorrei attirare la vostra attenzione sulla nuova attività criminale di un gruppo di nigeriani appartenente a sette segrete, proibite dal governo a causa di violenti atti di teppismo: purtroppo gli ex membri di queste sette che sono riusciti ad entrare in Italia hanno fondato nuovamente l’organizzazione qui, principalmente con scopi criminali”, si legge in un’informativa dell’ambasciata nigeriana a Roma del 2011. E adesso, per la prima volta, i pm di Palermo hanno contestato l’aggravante mafioso ai boss nigeriani.

Panorama degli orrori nell’Arabia Saudita, il miglior alleato dei governi di USA ed Europa

i diritto umanisti di Soros e filantropi pieni di dollari non sono tanto inorriditi, affranti o indignati per le esecuzioni dell’amico saudita. Sono troppo preoccupati per i poveri spacciatori vittime del cattivo Duterte


saudi-arabia-al-descubiertoEsecuzioni in Arabia Saudita
Documentario su quanto accade in Arabia Saudita: una donna decapitata per strada. Cinque cadaveri con la testa mozzata appesi alle gru.
Questo documentario rende evidente che in Arabia Saudita regna una dittatura assassina che non tollera alcuna dissidenza.
Il documentario si basa su sei mesi di riprese fatte di nascosto ed il cortometraggio di esecuzioni e decapitazioni è abbastanza inquietante. Tuttavia questo mostra l’estremo contrasto  fra richezza e povertà in questo paese ricco di petrolio. Inoltre racconta la storia di uomini e donne che si azzardano a parlare contro la dittatura saudita e rivela il terribile prezzo che debbono pagare per il loro coraggio.
Il documentario che sarà mostrato domani sera viene condiviso da una produzione di ITV e dal servizio pubblico di Radiodiffusione degli Stati Uniti (Public Broadcasting Service).
Nota: I regime vigente in  Arabia Saudita è ispirato dagli stessi rigidi principi della religione islamica wahabita (una forma radicale ed oscurantista dell’islam)  a  cui si ispira lo Stato Islamico, con  l’imposizione obbligatoria della Saharia (la legge islamica) come Legge di Stato.
Nella Sharia è contemplata la pena di morte per i casi di :
Omicidio, adulterio, bestemmia contro Allah ed apostasia (abbandono della religione islamica).
 
In tutti e quattro i casi è richiesta la testimonianza di quattro musulmani adulti o una completa confessione.
 
Per quanto riguarda l’omicidio, alcune scuole giuridiche islamiche sostengono che va punito con la morte solo nel caso che la vittima sia un musulmano.
 
Per adulterio si intende qualsiasi rapporto sessuale al di fuori del matrimonio. Se il colpevole è sposato, è prescritta la lapidazione: l’uomo è interrato fino alla vita e la donna fino al petto. Vengono colpiti  con pietre non troppo grandi affinchè la morte non sia troppo rapida.
Per chiunque critichi o sia considerato dissidente con il Governo e la Monarchia è prevista la pena capitale mediante decapitazione. Ogni anno sono centinaia  le decapitazioni che vengono eseguite nel Regno ma i numeri effettivi vengono tenuti nascosti.
L’Arabia Saudita finanzia la diffusione del radicalismo religioso wahabita/salafita in molti paesi mussulmani ed anche in Europa attraverso la realizzazione di Moschee e invio di Iman per indottrinare la popolazione mussulmana emigrata in quei paesi.
L’Arabia Saudita è considerato il miglior alleato nel Medio Oriente di Stati Uniti e Gran Bretagna. Oltre a questo l’Arabia Saudita è il maggior importatore di armi al mondo (dopo la Cina)  ed ha stretto contratti miliardari record durante l’Amministrazione Obama.
Il principale antagonista dell’Arabia Saudita nel Medio Oriente è l’Iran sciita , assieme ai suoi alleati, Siria, Libano ed Iraq (in maggioranza sciita). In Siria l’Esercito siriano, appoggiato dall’ Iran e dalla Russia,  combatte da 6 anni contro gruppi terroristi di ispirazione salafita che sono sostenuti e finanziati dall’Arabia Saudita e dagli Stati Uniti.
I legami della Monarchia saudita con gli ambienti politici USA sono saldissimi. La stessa Clinton ha goduto di un ingente finanziamento saudita per la sua campagna presidenziale.
Ogni presidente USA ed ogni leader del Regno Unito hanno sempre confermato fino ad oggi  gli stretti legami di alleanza e di fattiva cooperazione con l’Arabia Saudita ed hanno prestato forniture di armi ed assistenza militare per le guerre, palesi o occulte, che il Regno saudita sta conducendo in vari paesi del Medio Oriente (Siria, Iraq, Yemen ).
Anche la Francia, la Germania e l’Italia hanno stretti rapporti di collaborazione con l’Arabia Saudita e si registra un export in crescita, in particolare nel settore degli armamenti.
Traduzione e nota: L.Lago