Cagliari, choc nei parcheggi di Terramaini: “Uno straniero ha cercato di violentarmi”

Una 52enne aggredita da un uomo dopo essere entrata nella sua automobile. Interminabili minuti di terrore: “Mi ha graffiato e mi ha messo le mani sul seno e sulle cosce. Ha provato a baciarmi, lasciandomi saliva sulla faccia. Da quel giorno ho ansia e difficoltà…
È entrata nella sua auto, parcheggiata in via Vesalio, dopo essersi allenata, in gruppo, dentro il parco. Il tempo di sedersi al posto di guida, poi l’inaspettato rumore dello sportello del lato passeggero che si apre: “Da quel momento è iniziato il mio inferno”. Elena, 52enne residente in un piccolo Comune dell’Area vasta cagliaritana e lavoratrice in una struttura sanitaria di Cagliari, porta ancora i traumi – non tutti visibili – di una bruttissima aggressione, avvenuta il 2 ottobre scorso. Le foto dei lividi alle gambe, alle cosce e al seno sono allegate alla denuncia che ha presentato, una settimana più tardi, alla questura. La foto del suo volto preferisce non mostrarla: “Ho ancora molta paura”. Cinque pagine, quelle col timbro della questura cagliaritana, dalle quali emerge, stando al racconto fatto dalla donna, qualcosa che può avere un solo nome: “Tentata violenza.
 
Un ragazzo dalla pelle scura mi ha aggredita, mettendomi le sue mani sulle spalle e tirandomi verso di lui, tentando di baciarmi. Ho provato a divincolarmi, ma lui ha iniziato ad allungare le mani sul mio corpo in maniera ossessiva. Ne ha infilata una nei miei pantaloni”, racconta Elena, “sono riuscita a respingerlo e ne ha infilata un’altra sotto la maglia, riuscendo a spostare il corpetto e arrivando a uno dei miei seni, stringendolo con violenza”.
Un’aggressione choccante, quella subita da Elena, che oggi, fortunatamente, può raccontare: “L’aggressore aveva un bracciale con delle catenine, mentre tentava di palparmi mi ha pure graffiata. Sono riuscita a dargli dei colpi di bottiglia sulla testa e un calcio sul fianco, lui a quel punto è fuggito. Sotto choc e piena di lividi sono rientrata a casa, e solo una settimana dopo ho deciso di presentare la denuncia”. Tra le pagine della denuncia, emerge anche il fatto che Elena non ha potuto contare sull’aiuto di nessuno: “Il parco era ancora molto frequentato, una donna con un passeggino e un ragazzo che stava correndo con le cuffiette nelle orecchie sono passati accanto all’auto ma non si sono fermati”. I segni visibili dell’aggressione sono tanti: “Lividi e forti dolori al seno sinistro, al torace, alle spalle, alle braccia e alle gambe, in particolare nelle zone dell’inguine, dell’interno e dell’esterno coscia. Il medico ha rilevato lesioni anche al collo, su una delle spalle e varie ecchimosi”. I segni “non visibili” dell’aggressione? “Ansia e terrore, all’inizio. Da quel maledetto giorno ho difficoltà a mangiare e dormire e ho paura a rimanere sola”.
La 52enne, a quattro mesi e mezzo da quella serata di follia, si sente di dare un consiglio, a tutte le donne, purtroppo basata della sua esperienza diretta: “Appena si entra in auto bisogna subito inserire la sicura, e stare sempre attente a chi c’è intorno. Prima di salire bisogna assicurarsi che non ci sia nessuno di sospetto. Questo è ciò che ho imparato sulla mia pelle”.
Ultima modifica: 21 febbraio 2018
 
Di Paolo Rapeanu 20 febbraio 2018

Palermo, un 17enne gambiano violenta un’operatrice sociale

Boldrini e femministe, donne moralmente superiori, qualcosa da dire? Non si condanna questa violenza? O è parte della kultura che dovremmo fare nostra?

Il 17enne è ospite di un centro per minori stranieri non accompagnati: arrestato dopo l’aggressione sessuale a una operatrice della comunità
L’ha violentata nel seminterrato di una struttura che ospita minori stranieri non accompagnati.
 
Un gambiano di 17 anni ha violentato un’operatrice di comunità in una struttura della periferia di Palermo, che al suo interno ospita diversi ragazzi.
Il minore l’avrebbe trascinata in una vicina stanza con una scusa, dando luogo ad un violento approccio sessuale. La vittima è riuscita a scappare chiamando aiuto. Di turno l’area sera c’erano due operatrici che si occupano della gestione della casa famiglia.
Immediata la segnalazione al 113 da parte della responsabile della comunità alloggio.
 
A distanza di pochi minuti, sono intervenuti i poliziotti della sezione «Reati sessuali ed in danno di minori» della Squadra mobile di Palermo che hanno ascoltato le testimonianze e hanno tratto in arresto il ragazzo.
 
Lo straniero adesso dovrà rispondere del reato di violenza sessuale ai danni dell’operatrice della comunità. L’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto del diciassettenne, emettendo la misura cautelare.

17enne tenta stupro in centro d’accoglienza

non-una-di-meno-675Non è violenza sulle donne, nessuna solidarietà e non denunciare che è razzismo.
 
 A seguire Savona, profugo 28enne indagato per violenza sessuale ai danni di una bambina di 8 anni
 
17enne tenta stupro in centro d’accoglienza
Pubblicato il: 17/02/2018 14:15
Un ragazzo di 17 anni, gambiano, è stato arrestato dalla polizia per violenza sessuale nei confronti di una operatrice di un centro di accoglienza per minori non accompagnati della periferia di Palermo. L’episodio sarebbe avvenuto qualche giorno fa quando il minore avrebbe attirato con un pretesto la donna nel seminterrato della struttura. Lì avrebbe tentato di violentarla ma l’operatrice è riuscita a liberarsi e chiedere aiuto. Immediata la segnalazione al 113 da parte della responsabile della comunità alloggio. I poliziotti hanno ascoltato la versione della vittima, confermata da chi l’aveva soccorsa dopo il tentativo di violenze, e il giovane è stato tratto in arresto.
Savona, profugo 28enne indagato per violenza sessuale ai danni di una bambina di 8 anni
L’episodio sarebbe avvenuto all’interno di un centro di accoglienza; la piccola anche lei richiedente asilo, si trovava nella struttura assieme alla madre
 
Ospite di un centro di accoglienza straordinaria per richiedenti asilo nella Provincia di Savona, avrebbe abusato sessualmente (si parla di carezze e palpeggiamenti) di una sua connazionale di 8 anni. E’ questa l’accusa della quale dovrà rispondere un 28enne nigeriano. A denunciare la presunta violenza è stata la madre della bambina, anche lei ospite assieme alla figlia all’interno della stessa struttura di accoglienza.
 
Questa mattina il giudice per le indagini Maurizio Picozzi ha fissato per giugno l’incidente probatorio durante la quale sarà ascoltata la bambina. L’uomo si trovava nella struttura assieme alla moglie e al figlio.

Firenze, 17enne italiana violentata nel retro di un locale: arrestato uno studente albanese di 22 anni

stupro4nessuna condanna? nessuna indignazione? Nessuna fiaccolata? Nessuna espressione di solidarietà? Non è violenza sulle donne questa?

febbraio 7, 2018
Un’altra violenza sessuale nella rossa Firenze: una ragazzina di 17 anni è stata violentata nel magazzino di un locale, lo stupratore è uno studente di origini albanesi, “integrato”.
Firenze, 6 febbraio 2018 – Uno studente universitario è stato arrestato dalla polizia in esecuzione di una misura di custodia cautelare in carcere, con l’accusa di aver violentato una 17enne, nel settembre scorso, durante una festa in un locale a Firenze. Lo studente, un 22enne albanese che frequenta la facoltà di Economia e commercio a Firenze, è stato bloccato dagli agenti.
 
Secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile fiorentina, in occasione della festa nel locale, presenti vari minorenni, sarebbe stato servito alcol in modo incontrollato. Per l’accusa il 22enne, che avrebbe tra l’altro lavorato in nero nello stesso locale anche se la sera della presunta violenza era libero, approfittando dello stato confusionale della 17enne, dovuto all’assunzione di alcol, l’avrebbe portata in un magazzino del locale e avrebbe abusato di lei.
 
Con fonte La Nazione

Orrore ad Abbiategrasso: Rom 19enne rapisce e stupra per 3 giorni una bambina

rom ragazzina stupratala kultura che piace ai moralmente superiori


27 gennaio 2018
La storia è di quelle che fanno ritenere l’integrazione una pia intenzione che resterà sulla carta. Come riferisce Il Giorno la storia ha come teatro Abbiategrasso, dove una bambina di 13 anni di etnia rom romena ha subito un sequestro ad opera di un connazionale di 19 anni.
Quest’ultimo avrebbe adocchiato la ragazzina ad una festa. Quindi l’ha rapita con l’aiuto di tre amici segregandola nella propria casa di Sant’Angelo Lodigiano. Qui l’avrebbe tenuta, sempre stando alle indagini condotte dai carabinieri, per tre giorni violentandola, e con madre e zia che lo spalleggiavano.
Tra i rom – scrive sempre Il Giorno – questo rituale è chiamato «Fugii», e prevede la possibilità per un uomo di abusare di una ragazzina, mentre la diretta interessata e la famiglia di lei devono accettare la decisione.
I familiari della ragazzina violentata hanno sporto denuncia ai carabinieri non vedendola rincasare dopo la festa. Ma dopo tre giorni è stata la stessa famiglia del rapitore a telefonare in tutta tranquillità ai genitori della bambina per invitarli ad andare a riprenderla.
 
I carabinieri di Abbiategrasso, che già stavano indagando, hanno arrestato tutte le persone implicate. Il 19enne si trova ora nel carcere di Lodi. La mamma e la zia del ragazzo, invece, sono state rinchiuse nel carcere di Vigevano, mentre per i tre presunti complici del giovane è arrivato la misura cautelare dell’obbligo di dimora.
 
www.riscattonazionale.it

altre tre vittime di stupro e violenze da parte di risorse

stupro2chi è il responsabile morale di quest’altra vita di ragazzina rovinata? E le altre due vittime, donne straniere tra l’altro? Nessuna manifestazione? Perché questo silenzio? Paura che il business di mafia capitale subisca una “interruzione” futura?

Ascoli, violenza sessuale su 13enne Fermati due migranti. Il sindaco: «Ridurre il numero dei profughi»
Gli aggressori, giovani nigeriani, erano ospitati nell’Oasi di Carpineto. Il primo cittadino scrive al prefetto: «Negli ultimi mesi si è generato un senso diffuso di insicurezza»

“Dammi il tuo tablet”, poi tenta di violentarla: è caccia a uno straniero
Paura in pieno centro a Ventimiglia dove uno straniero ha prima tentato di derubare e poi di violentare una giovane bulgara. È fuggito dopo averle sfilato i pantaloni
Fabrizio Tenerelli – Sab, 03/02/201

e i buonisti, muti?

L’ondata di stupri non si ferma. Nigeriano violenta una ragazza in stazione a MonzaLa giovane ha incontrato il suo aguzzino e con l’inganno è stata portata in un edificio abbandonato 2 Febbraio 2018 alle 20:02

Non si placa l’emergenza stupri in Italia. Una giovane nigeriana, in Italia come richiedente asilo e alloggiata in un centro accoglienza, è stata avvicinata nel sottopasso della stazione ferroviaria di Monza e ingannata da un connazionale lo scorso 15 gennaio: indotta per andare a fare delle compere urgenti a seguirlo a piedi, si è ritrovata a un certo punto in una zona sconosciuta di sera ed è stata trascinata in un edificio abbandonato: qui è stata stuprata e malmenata.

Dopo averla fatta rivestire, il suo aguzzino l’ha portata con sé, con la chiara intenzione di tenerla ancora nelle sue disponibilità per nuove violenze, ma la ragazza è riuscita a fuggire quando si è ritrovata vicino a un giardinetto che aveva riconosciuto. Ed è fuggita di nuovo in stazione. Poi, la denuncia in Commissariato, e il fermo del presunto colpevole dopo una rapida indagine.

http://www.ilpopulista.it/news/2-Febbraio-2018/23021/l-ondata-di-stupri-non-si-ferma-nigeriano-violenta-una-ragazza-in-stazione-a-monza.html

Roma, tenta di violentare una donna: poi fugge e molesta i bambini che giocano al parco

violenzadonne675sicuramente è solo per razzismo che le carceri sono piene di questi poveri profughi


E’ sbucato all’improvviso da un anfratto del Parco degli acquedotti, scagliandosi addosso ad una trentacinquenne italiana che, palpeggiando, ha cercato di trascinare tra le vegetazione.
 
La donna peró non si è persa d’animo e dopo essere riuscita a sottrarsi alla violenza, ha chiamato il proprio marito, un agente di polizia locale in forza al Gssu, che a sua volta ha allertato i colleghi. Immediata è scattata la caccia all’uomo da parte dei caschi bianchi romani, coordinati dal vice Comandante del Corpo Lorenzo Botta.
Il maniaco, risultato poi essere un cittadino bengalese di 30 anni è stato rintracciato e sorpreso ancora all’interno del parco, mentre si stava masturbando davanti ai bambini in prossimità dell’area dedicata ai giochi. Alla vista degli agenti il bengalese ha reagito con calci e pugni, tentando di procurasi con violenza la fuga. Arrestato è stato condotto presso le celle di sicurezza, in attesa dell’udienza che si terrà per direttissima, domani mattina presso il Tribunale di Piazzale Clodio.
 
Martedì 2 Gennaio 2018 – Ultimo aggiornamento: 18:00

Entra in ospedale, si traveste da infermiere e cerca di stuprare una donna incinta: somalo arrestato

stuproi difensori delle donne nessuna fiaccolata contro la violenza?


E’ entrato all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, ha sottratto da un magazzino un abito verde da infermiere, ed ha tentato di stuprare una donna di 43 anni in sala parto. Autore dell’aggressione Alì Abdella un somalo di 38 anni che è stato arrestato, dalla polizia di stato del commissariato Esposizione, il pomeriggio del 31 dicembre scorso con le accuse di violenza sessuale aggravata e furto. Oggi i giudici della quinta sezione penale di Roma hanno convalidato l’arresto e disposto la misura della custodia cautelare in carcere.
L’uomo, in Italia da 5 anni con permesso di soggiorno ma con diversi precedenti di polizia, ha raggiunto la donna – che era in sala travaglio pronta per il parto – l’ha palpeggiata sulla coscia sinistra e nelle parti intime, e subito dopo si è masturbato davanti a lei. La donna, molto impaurita, ha iniziato ad urlare e fortunatamente in suo soccorso sono intervenuti due infermieri e un medico che hanno avvertito le forze dell’ordine.
 
Il somalo, difeso dall’avvocato Alessia Giordano, ascoltato oggi in aula dai magistrati, alla domanda sul perché fosse al Sant’Eugenio alle 16 del giorno di capodanno ha risposto: «Solo Dio lo sa». La difesa del somalo chiederà la perizia psichiatrica. Il processo è fissato per il prossimo 10 gennaio davanti alla quinta sezione penale di Roma.

Entra in ospedale, si traveste da infermiere e cerca di stuprare una donna incinta: somalo arrestato

stuproi difensori delle donne nessuna fiaccolata contro la violenza?

E’ entrato all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, ha sottratto da un magazzino un abito verde da infermiere, ed ha tentato di stuprare una donna di 43 anni in sala parto. Autore dell’aggressione Alì Abdella un somalo di 38 anni che è stato arrestato, dalla polizia di stato del commissariato Esposizione, il pomeriggio del 31 dicembre scorso con le accuse di violenza sessuale aggravata e furto. Oggi i giudici della quinta sezione penale di Roma hanno convalidato l’arresto e disposto la misura della custodia cautelare in carcere.
L’uomo, in Italia da 5 anni con permesso di soggiorno ma con diversi precedenti di polizia, ha raggiunto la donna che era in sala travaglio pronta per il parto – l’ha palpeggiata sulla coscia sinistra e nelle parti intime, e subito dopo si è masturbato davanti a lei. La donna, molto impaurita, ha iniziato ad urlare e fortunatamente in suo soccorso sono intervenuti due infermieri e un medico che hanno avvertito le forze dell’ordine.
 
Il somalo, difeso dall’avvocato Alessia Giordano, ascoltato oggi in aula dai magistrati, alla domanda sul perché fosse al Sant’Eugenio alle 16 del giorno di capodanno ha risposto: «Solo Dio lo sa». La difesa del somalo chiederà la perizia psichiatrica. Il processo è fissato per il prossimo 10 gennaio davanti alla quinta sezione penale di Roma.

Fiaccolata anti violenza nel mirino dell’odio rosso

fiaccolata mirino odio rossochi non è di sinistra non è autorizzato a scendere in piazza, pacificamente, nemmeno se è per richiedere sicurezza contro stupri e violenze sulle donne. Insulti e sputi sono quindi lotta antifascista di grande civiltà, sono violenze poltically correct.

Fiaccolata anti violenza nel mirino dell’odio rosso
Insulti, sputi e sassi contro cittadini e polizia. Milano Sicura: “Il Comune condanni il gesto”
È successo di nuovo. A Milano ormai sembra che qualsiasi manifestazione pubblica, come una fiaccolata in memoria di una donna uccisa barbaramente da uno sbandato, possa riaccendere la miccia dello scontro tra fascisti e antifascisti.
 
Così se in consiglio comunale giovedì si è discussa animatamente, tanto da rimandare il voto, la mozione della sinistra radicale che impegnerebbe il Comune a non concedere suolo pubblico, patrocini e contributi di qualunque natura a chi non rispetta i valori antifascisti della Costituzione, sabato durante la fiaccolata organizzata da un comitato di cittadini per ricordare Marilena Negri, la donna di 67 anni uccisa nelle scorse settimane nel parco di Villa Litta, esponenti della sinistra hanno insultato e aggredito cittadini e poliziotti. Il bilancio della manifestazione è di 4 poliziotti feriti con prognosi di 10 giorni. «Domani andrò a sporgere denuncia» dichiara la presidente dl Comitato Milano Sicura Sabrina Geraci «ci siamo spaventate, non ce l’aspettavamo. Era una manifestazione cittadina, con in testa una quarantina di donne tra cui una incinta, per ricordare la donna uccisa a novembre. Mi spiace solo che sia finita così, avrebbe dovuto essere un corteo pacifico».
 
Alla fine del percorso, che da via Ornato a Niguarda si è snodato fino al parco di Villa Litta ad Affori, a quanto raccontano i partecipanti «una quindicina di esponenti del circolo Anpi del Municipio 8», hanno attaccato le forze dell’ordine che scortavano il corteo con cinghie, sassi e guinzagli. «Quando il corteo era in prossimità del parco i contestatori – racconta un agente – hanno cominciato a lanciarsi contro i nostri scudi, a tirare calci, sassi e a colpirci con le cinghie». «Via i fascisti del quartiere» «Bella ciao!» gli slogan e gli inni cantati dai contestatori che avrebbero insultato i manifestanti durante tutto il tragitto. «Non posso che esprimere una dura condanna per questo grave episodio – commenta ancora Sabrina Geraci -. Non ci sono giustificazioni per accogliere una iniziativa apartitica contro la violenza sulle donne con cori antifascisti pur non essendoci alcun simbolo che richiamasse partiti o, tanto meno, ideologie politiche. Ci sono state anche minacce ed aggressioni che hanno imposto un intervento delle forze dell’ordine, che si sono trovati insultati ed aggrediti. Riteniamo doveroso che, oltre a perseguire i responsabili, ci sia una condanna unanime da parte dei vertici dell’amministrazione». «È davvero incredibile quanto successo ieri sera, dove al termine del corteo indetto dal Comitato Milano Sicura alcuni aderenti ai centri sociali hanno assaltato a colpi di cinghiate i poliziotti e i partecipanti al corteo. Nella Milano di Sala succede ormai di tutto», l’amaro commento di Riccardo De Corato, capogruppo di Fdi in Regione.
Marta BraviLun, 18/12/2017 – 08:23