A Jesi, Marche, O la Troika o la vita

jesi troika

Prosegue il tour di presentazioni del docufilmO LAS TROIKA O LA VITA – EPICENTRO SUD, Non si uccidono così anche i paesi”. Domenica a Jesi (AN), ore 17.00, al Circolo Cittadino, Via XX Settembre 2.

Siamo a due passi da Macerata, nella regione più colpita dal terremoto del 2016 e più tradita da chi avrebbe dovuto affrontarne le conseguenze. Il docufilm, oltre a un vasto capitolo su questa sciagurata inefficienza dello Stato nel prevenire, intervenire, curare, affronta temi che stanno al cuore dello scontro tra dominanti e dominati: le guerre economiche come quella che ha distrutto la Grecia; le guerre contro l’ambiente e la salute, esemplificate tra l’altro dalle devastazioni anticlimatiche causate dalle energie fossili (TAP, piattaforme, trivelle, stoccaggi); le guerre contro le nazioni condotte con destabilizzazioni sociali e civili, aggressioni colonialiste, sradicamento e deportazioni di intere popolazioni. Il tutto nel segno di una mondializzazione totalizzante che, fingendo di opporsi a un fascismo di cartapesta, mette in atto il tecno-bio-fascismo del XXI secolo.

Scibona, tra linea Torino-Lione e la ferrovia storica, strizzando l’occhio agli elettori Notav

http://www.lagenda.news/scibona-linea-torino-lione-ferrovia-storica-elettori-notav/

Intervista al senatore Notav pentastellato di Bussoleno in lizza per tornare a Palazzo Madama

Marco Scibona in Senato

BUSSOLENO – S’è inaugurata la Stazione ferrovia di Bussoleno, l’ombelico del paese: sia geografico che storico. La ferrovia ha fatto grande la Valle, la ferrovia ha di fatto reso Bussoleno quasi una città. Poi c’è stata la forza lavoro, la politica e la crescita non solo demografica. Oggi quel taglio del nastro ha rappresentato una cittadina che (forse) vuole riappropriarsi della sua ferrovia, della sua storia. Così tra corsi e ricorsi, tra paradossi, che solo politica può offrire in prima fila c’era il bussolenese senatore Marco Scibona.

La ferrovia ha sempre giocato un ruolo importantissimo per Bussoleno, penso non esista famiglia in Bussoleno che non conti almeno un membro che sia o sia stato ferroviere, io stesso e pure mia moglie siamo figli di ferrovieri e fin da piccolo guardavo i treni con interesse, inoltre, per oltre 20 anni ho lavorato come progettista di impianti di segnalamento ferroviari, ho contribuito alla realizzazione di centinaia di impianti in tutta Italia, e tanto per citare quelli più vicini a noi: Torino Porta Nuova, Torino Porta Susa, Torino Stura, Quadrivio Zappata, Moncalieri, Trofarello, e venendo alla Valle: Condove, Borgone e Sant’Antonino“.

Perdonami l’ironia ma uno che fa della sua azione politica l’opposizione alla ferrovia e poi taglia il nastro all’inaugurazione di stazione ferroviaria, un pò stupisce.

Nessuno, né tra i NoTav né tra attivisti ed eletti del M5S, si oppone alla ferrovia, ma allo spreco enorme di denaro che deriva dalla volontà di realizzare nuove linee dove non servono, di volerle a tal punto da inventarsi stime di traffico irrealistiche e, quando scoperti, dare la colpa all’Europa di averli indotti in errore. Peccato che le stime all’Europa le avessero fornite i proponenti. Ecco a questo tipo di sperpero di risorse pubbliche ci si oppone, non alla ferrovia, anzi molta della nostra politica si basa proprio sul rilancio della rete ferroviaria esistente e nell’implementazione, dove necessità, di quella tradizionale, per far si che i cittadini possano usufruire, con risparmio economico rispetto all’uso del mezzo privato, del Trasporto Pubblico Locale con tutto quel vantaggio che si avrebbe sia economicamente che per la salute dei cittadini e dell’ambiente implementandone l’uso nel modo più diffuso possibile“.

Un treno è sempre un treno, due binari una linea. Le merci vanno e vengono esattamente come ai tempi di Cavour, ma adesso come in tutto il mondo ci vuole minor costo d’esercizio e sicurezza. Non è cosi?

Sono cose totalmente diverse, a partire dall’alimentazione aerea che per le linee tradizionali è a 3Kv CC e per le linee AV e 25Kv CA, anche se visivamente un tracciato ferroviario potrebbe sembrare simile ad uno di quelli dei tempi di Cavour, tanto per mantenere il parallelismo citato da te. In realtà la differenza è notevole e sostanzialmente si potrebbe parlare di differenze strutturali, di apparati impiegati, di sicurezza e di fruibilità della rete. Senza entrare troppo nei tecnicismi, incomprensibili ai più, della tecnica del segnalamento ferroviario italiana, che ricordo essere tra le più avanzate e sicure al mondo. Basti portare ad esempio due dati fruibili dalle ultime documentazioni diffuse dai proponenti per la costruzione della nuova linea Torino-Lione: dallo sviluppo chilometrico del nuovo tracciato e dal costo stimato possiamo ipotizzare per difetto che ogni chilometro di nuova linea costerà alla collettività circa 150-160 milioni di euro, sempre dagli stessi fogli progettuali si evince che nell’ammodernamento della linea esistente tra Avigliana e Bussoleno si spenderanno circa 10 milioni a chilometro, comprendendo nella spesa anche le barriere antirumore.

Da questi pochi dati è facile capire che con i soldi spesi in 1 chilometro di nuova linea si potrebbero ammodernare come minimo 15 chilometri di linea esistente, questo per quanto riguarda la sola realizzazione del tracciato, stessa differenza si ha per i differenti costi di manutenzione e di mantenimento in sicurezza, in ultimo il costo di noleggio dello “slot” a carico del gestore che varia molto tra infrastruttura tradizionale e AV“.

Ma è vero che hai tanto lavorato per arrivare a vedere approvato il progetto della ristrutturazione della Stazione?

I primi contatti con RFI per adeguare l’impianto Bussolenese sono iniziati a novembre del 2015, con la richiesta di installazione degli ascensori, ricordo ancora che avevo inoltrato all’AD di RFI una lettera pubblicata dai giornali locali di una mamma che lamentava il fatto che con il passeggino non poteva raggiungere le banchine dei binari 2 e 3. Da quel primo contatto si è poi intervenuti, con un dialogo costante, per far si che la stazione fosse ricompresa in quelle che dovevano essere rinnovate. Dalla dirigenza romana la palla è passata quindi alla direzione regionale, ho partecipato infatti ad alcuni incontri a Torino presso l’ufficio dell’ingegner Grassi, propedeutici poi ai primi sopralluoghi direttamente a Bussoleno.

Li si è quindi convenuto per una ristrutturazione profonda di tutto il fabbricato viaggiatori, in realtà devo dire che sin da subito ho avuto un ottimo riscontro dal RFI, i tempi si sono dilatati molto per i doverosi sopralluoghi e per la valutazione in concorso con gli uffici comunali delle soluzioni progettuali proposte, quella inaugurata oggi è infatti solo la prima fase, a cui seguiranno la realizzazione del prolungamento del sottopasso fino alla sottostante piazza della stazione e la sua ciclabilità con la realizzazione di scivoli lato 4° binario che permettano di ricucire il paese a monte e a valle della ferrovia, allo stesso tempo siamo riusciti ad ottenere l’allargamento di corso Bruno Peirolo in corrispondenza dell’ex cinema Narciso per migliorare la viabilità cittadina e anche la realizzazione di una rastrelliera per biciclette e di parcheggi brevi, in gergo “kiss and ride” per permettere a chi accompagna o aspetta i viaggiatori di sostare in sicurezza o di attendere seduti su panchine a livello strada.

Voglio anche anticipare che non è l’unica progettualità che sono riuscito a “portare a casa”, a breve potremo dire anche del museo ferroviario, del polo logistico di protezione civile (tempo fa avete dato notizia dell’incontro a Roma con il Ministro Minniti promosso dal sottoscritto), e dell’intervento ANAS per quasi un milione di euro dove dovevano sorgere le rotonde di Foresto (la cifra è rimasta stanziata anche dopo l’annullamento del progetto delle rotonde, ma nessuno se ne era più interessato). E questo solo per parlare di Bussoleno“.

Siamo in campagna elettorale, prima che il Movimento di Grillo fosse sulle scheda cosa votavi?

Prima di “metterci la faccia” sono sempre stato un elettore contro il sistema, ma disilluso dai mancati risultati e sfiduciato dal comportamento dei politici mi sono trovato a dover scegliere tra il subire passivamente con l’astensione o impegnarmi per cercare di cambiare lo stato di abbandono in cui ci hanno portato“.

C’è una cosa che salvi dei governi targati Partito Democratico?

Il Movimento 5 Stelle in questi anni si è sempre dichiarato al di sopra delle ideologie e degli stereotipi, non consideriamo, tranne casi eclatanti, i governi come buoni o cattivi, ma i provvedimenti singoli come votabili o no. Nei lavori parlamentari abbiamo sempre cercato di far comprendere le nostre proposte, e spesso siamo riusciti ad ottenere buoni risultati, nella maggior parte dei casi resi vani e invotabili dall’apposizione della fiducia o da modifiche nottetempo di commi e articoli.

Ciononostante posso dire di aver sottoscritto proposte di ogni schieramento perché in linea con i principi fondamentali del M5S o aver ottenuto da tutto l’arco parlamentare appoggio per nostre proposte, due esempi rra tutti, un Disegno di Legge innovativo sul Registro Opposizioni con prima firma leghista, o emendamenti salva GTT a firma PD, di un collega agli antipodi rispetto a me per quanto riguarda la visione infrastrutturale italiana“.

Un messaggio per gli elettori

Questa legge elettorale rende semplice il voto nell’urna ma rende minimo l’apporto possibile da parte del cittadino. Una croce sul simbolo mette in moto meccanismi automatici di trascinamento del voto dall’uninominale al plurinominale a volte stravolgendo la volontà dell’elettore che in caso di forze politiche minoritarie porterà il conteggio al partito maggiore della coalizione. Per quanto riguarda poi il collegio uninominale (per il mio caso unica vera possibilità di essere rieletto) all’interno del collegio Moncalieri (Valsusa Valchisone, Pinerolesese e Moncalierese) devo ottenere un voto più delle altre coalizioni. Quindi chi crede che in questi anni abbia lavorato bene per il territorio, al di là del credo individuale, può confermarmi la fiducia con una X sul mio nome o sul simbolo del Movimento 5 Stelle“.

LE SCANDALE OXFAM. QUAND LA FACADE HUMANITAIRE DES ONG OCCIDENTALES SE LÉZARDE !

LUC MICHEL: 

PANAFRICOM-TV/
LUC MICHEL: LE SCANDALE OXFAM. QUAND LA FACADE HUMANITAIRE DES ONG OCCIDENTALES SE LÉZARDE! (SUR ‘LIGNE ROUGE’, AFRIQUE MEDIA)

sur https://vimeo.com/255905229

lm lr oxfam

 

THEME : « L’ONG BRITANNIQUE OXFAM ACCUSEE DE SCANDALE SEXUEL EN AFRIQUE. QUELS RÔLES JOUENT LES ONGS OCCIDENTALES EN AFRIQUE ? »

Oxfam impliquée dans des fêtes avec des prostituées à Haïti (2011) au Tchad (2006).
Des employés d’Oxfam étaient déjà accusés d’avoir engagé des prostituées pendant une mission à Haïti, par le Times. Voilà que des collaborateurs d’Oxfam auraient également payé des prostituées lors de soirées au Tchad, rapporte dimanche ‘The Observer’, la version dominicale du journal ‘The Guardian’. L’information surgit seulement deux jours après la révélation de faits semblables en Haïti. Les événements du Tchad se sont déroulés il y a plus de dix ans, lorsque le Belge Roland Van Hauwermeiren dirigeait les opérations de l’ONG dans ce pays d’Afrique centrale. “Des femmes que nous pensions être des prostituées ont été invitées à maintes reprises au quartier général d’Oxfam”, selon les confidences d’un collaborateur au journal britannique. Un responsable a été licencié en 2006, selon un ancien employé. “Ils invitaient des femmes pour les fêtes. Nous savions qu’elles n’étaient pas juste des amies. Toujours selon la même source, l’organisation ferait « un fantastique travail » mais il s’agit d’ « un problème que l’on retrouve dans l’ensemble du secteur ».

LUC MICHEL :
DIT TOUT SUR LE NOUVEAU SCANDALE D’OXFAM A HAITI ET AU TCHAD ET A SES TENTATIVES D’ETOUFFEMENT … ENCORE UNE ONG OCCIDENTALE, UNE PLUS, DONT LA FAÇADE SE LEZARDE !

Le Géopoliticien Luc MICHEL (patron de EODE Think-Tank) répond aux questions essentielles :

* Que reproche-t-on à l’Ong Oxfam a Haïti en 2011 et au Tchad au 2006 ?
* Que sait-on de coupables et de ceux qui les ont couvert ?
* Peut-on faire un parallèle avec les affairesde viols des soldats français au Tchad ?
* Vous parlez « d’omerta », la loi du silence de la mafia, pour ce nouveau scandale. Comment Oxfam a étouffé l’affaire en interne ?
* Y a-t-il eu une enquête ?
* Pourquoi la direction d’Oxfam, qui savait depuis de nombreuses années, a-t-elle attendu ces jours-ci pour se dire « indignée » ?
* Derrière Oxfam il y a des enjeux financiers énormes. Quel est l’importance des budgets et de sommes manipulées par l’Ong ?
* Y a-t-il des gens qui s’enrichissent derrière le paravent humanitaire d’Oxfam ?

Luc MICHEL dans ‘LIGNE ROUGE’,
La grande Matinale panafricaine
Emission en direct du 14 février 2018
Sur AFRIQUE MEDIA

Images : EODE-TV (filmé à Bruxelles)
Montage : PANAFRICOM-TV

# ALLER PLUS LOIN …

Lire sur PANAFRICOM-NEWS/
ENCORE UNE ONG OCCIDENTALE DONT LA FACADE SE LEZARDE (I): DES EMPLOYES D’OXFAM ACCUSES D’AVOIR ENGAGE DES PROSTITUEES PENDANT UNE MISSION A HAÏTI

Sur panafricom-tv.com/2018/02/10/panafricom-news-encore-une-ong-occidentale-dont-la-facade-se-lezarde-i-des-employes-doxfam-accuses-davoir-engage-des-prostituees-pendant-une-mission-a-haiti/

Lire sur PANAFRICOM-NEWS/
ENCORE UNE ONG OCCIDENTALE DONT LA FACADE SE LEZARDE (II): OXFAM IMPLIQUEE DANS DES FETES AVEC DES PROSTITUEES AU TCHAD

Sur panafricom-tv.com/2018/02/12/panafricom-news-encore-une-ong-occidentale-dont-la-facade-se-lezarde-ii-oxfam-impliquee-dans-des-fetes-avec-des-prostituees-au-tchad/
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Macerata, nigeriano spaccia a studente minorenne. Guarda chi è…

Innocent spacciaPamela poteva essere viva se il suo assassino non fosse stato graziato.

Trovato con la droga in casa, “il giudice, convalidato l’arresto, ha deciso di non applicare alcuna misura e il 29enne è tornato libero”
 
 
 
innocent spaccia2Macerata, spaccia ad uno studente minorenne, nigeriano finisce in manette. Ma evidentemente poco dopo è già fuori, visto che la notizia, vecchia (è datata 4 febbraio 2017 ed è apparsa su giornale on line Cronachemaceratesi.it), riguarda un “richiedente asilo” a nome Innocent Oseghale, il nigeriano arrestato per aver fatto a pezzi Pamela Mastropietro!
L’uomo, anzicché essere espulso, era dunque già stato arrestato per spaccio ma, riferisce il giornale telematico, il giorno dopo “era tornato libero al termine dell’udienza di convalida svolta al tribunale di Macerata”. Come se non bastasse, a casa dell’uomo gli agenti avevano trovato “quattro involucri in cellophane, nascosti nelle tasche di un paio di pantaloni che erano in un armadio. Gli involucri, termosaldati, contenevano 22 grammi di marijuana. Il 29enne è stato arrestato e messo ai domiciliari. Il giudice, convalidato l’arresto, ha deciso di non applicare alcuna misura e il 29enne è tornato libero”.
 
E nonostante tutto questo, in barba alla vendita di veleno ai ragazzini delle scuole, ai Giardini Diaz, Oseghale era ed è ancora in Italia. Se anziché essere una tragedia, questo fosse uno sketch di Crozza verrebbe da dire: “Cosa aspettano a rimpatriarlo, che ammazzi qualcuno? Ah, no…”.

Autopsia su Pamela, colpita alla tempia e una coltellata al fegato | “Sezionata in modo scientifico”

Pamela assassino
I primi risultati degli esami condotti sui resti della 18enne non stabiliscono la causa della morte. Il cadavere senza sangue e urine. Il pm: “Troppa pressione mediatica”
Un colpo alla tempia con un oggetto contundente oppure uno spigolo, una coltellata al fegato e una dose (probabilmente letale) di droga. Sono i primi dettagli dell’autopsia fatta sui resti di Pamela Mastropietro. Ma le domande senza risposta sono tante. “Ci arriveremo”, dice il professore Mariano Cingolani che ha condotto l’esame autoptico, anche se “il sezionamento del cadavere è stato fatto in modo scientifico per cancellare le prove”.
“Io, con gli strumenti giusti e un tavolo operatorio ci avrei messo almeno 10 ore per sezionare un corpo in quel modo, non posso credere che sia stato fatto in una vasca da bagno”, dice il professor Cingolani che di casi spinosi se ne intende. Lui ha seguito le vicende di Eluana Englaro, Marco Pantani e Meredith Kercher. Ma l’esperienza sul caso Pamela non lo ha lasciato indifferente. “Abbiamo molto lavoro davanti ma con la tecnologia riusciremo a dare le risposte a tutti i dubbi”, dice ancora.
 
Le brutalità quando ancora era viva? – Come sia morta Pamela è la domanda principale, probabilmente la droga assunta è stata la causa, ma l’assenza di sangue non ha permesso un controllo rapido. Ci vorranno esami più specifici. Sono state però trovati altri indizi che mettono nei guai Innocent Oseghale, nigeriano che abitava nella mansarda di via Spalato, arrestato per occultamento e vilipendio di cadavere, e indagato anche per l’omicidio. Una ferita al fegato è compatibile con un coltello trovato nella mansarda dove sarebbe avvenuto il sezionamento del cadavere. Ma è stata data quando ancora Pamela era in vita? Anche questo sarà stabilito dai prossimi esami.
 
Tutto fatto per cancellare le prove – Il sezionamento del corpo è avvenuto in modo scientifico, dicono gli esperti, con l’obiettivo di cancellare le prove. Anche lo stupro e lo strangolamento saranno difficili da provare perché, oltre al sangue e all’urina, mancano alcune parti del cadavere. C’è sicuramente una ferita alla tempia che la ragazza ha subito quando era ancora in vita. Un forte colpo con un oggetto contundente oppure uno spigolo. Una ferita non mortale che però potrebbe averla tramortita.
Non è opera di un solo uomo – Innocent Oseghale non è l’unico indagato e allo stesso tempo non potrebbe aver fatto da solo lo scempio del corpo di Pamela. Ne sono certi gli inquirenti che indagano sul caso e che lamentano l’eccessiva pressione mediatica. Lo chiede il procuratore Giovanni Giorgio che oltre a Oseghale ha iscritto nel registro degli indagati un secondo pusher, Desmond Lucky, anche lui nigeriano, accusato di concorso nei reati ma anche di spaccio di droga: avrebbe anche ceduto una “modestissima” dose di eroina a Pamela. Una quantità troppo piccola per far scattare l’arresto dello spacciatore ma che potrebbe essere stata fatale alla giovane che non usava droghe da quattro mesi.
Gli indagati negano e si contraddicono – I due pusher continuano a negare responsabilità per le pesanti accuse. Innocent, per il quale secondo il gip non ci sono sufficienti indizi di colpevolezza per l’omicidio, ha cambiato più volte versione: aveva detto che la ragazza era salita in casa solo con Desmond, il quale le aveva ceduto eroina; poi ha raccontato invece di averla vista iniettarsi droga e poi sentirsi male prima di scappare. Desmond ha sostenuto di non essere mai stato in quell’appartamento e di non aver visto quel giorno né Innocent né Pamela: l’eroina? “Mai spacciato droga”.

Il ministero della Verità ha deciso: Pamela conta meno degli spari di Traini

Traini PamelaHanno talmente paura che MAFIA CAPITALE che alimenta un flusso di denaro impressionante sul quale è reato indagare o porre domande, sono soldi del contribuente, che volevano chiudere il caso come morte di overdose.
Vi ricordate le parole pronunciate a Macerata dal ministro Minniti solo poche giorni fa, in occasione dell’uccisione e dello smembramento di Pamela Mastropietro ad opera di un immigrato nigeriano? In effetti è impossibile: il ministro dell’Interno, infatti, ha ritenuto di non doversi recare sul luogo di un delitto tanto efferato, derubricandolo evidentemente a mero fatto di cronaca, crudo, sì, ma privo di “contesto”, senza agganci con qualcosa che stia accadendo nella realtà italiana. Non così dopo la folle scorribanda di Luca Traini, nella medesima città.
Un episodio che ha acceso i riflettori su Macerata, ha portato in città Minniti, e soprattutto ha attivato la ricerca affannosa dei “mandanti morali”, del contesto ideologico, del retroterra politico. La megamacchina mediatico-politica si è mossa, in grande stile. Non esiste una graduatoria dell’orrore e della follia, sarebbe di cattivo gusto anche stilarla, ma i custodi del pensiero unico hanno dimostrato di avere invece in testa gerarchie molto chiare: i pezzi di Pamela caricati in due valigie “pesano” meno degli spari di Macerata.
Pamela non conta, non stimola riflessioni, sono “c.ose che capitano”, tragiche fatalità, ha incontrato la persona sbagliata nel momento sbagliato. Il raid di Traini no, quello è solo la punta di un iceberg di intolleranza e odio. Da Traini deve partire un processo morale, se non addirittura penale, contro tutta un’area politica, contro chiunque, in qualsiasi modo, si opponga all’immigrazione incontrollata. Contro ogni residuo di identità, contro ogni volontà di rimanere se stessi. A dettare la linea è stato subito Roberto Saviano, che prima ha definito Matteo Salvini il “mandante morale” degli spari (e il mandante morale dell’omicidio di Pamela chi è? Saviano?), poi ha mandato un foglio d’ordini alla stampa: “Invito gli organi di informazione a definire i fatti di Macerata per quello che sono: un atto terroristico di matrice fascista. Ogni tentativo di edulcorare o rendere neutra la notizia è connivenza”. Dire la verità, e cioè che Traini era uno psicopatico, con ossessioni tratte dall’immaginario di estrema destra, certo, ma comunque un matto, diventa quindi complicità. Eppure è questo che emerge, dai frammenti di vita di Traini che si riescono a mettere insieme a posteriori
 
Sappiamo che, secondo un amico, l’uomo “era andato in cura da uno psichiatra, che a quanto diceva lo aveva giudicato ‘border line’. Lui quasi era orgoglioso, a dimostrazione di quanto fosse ignorante e scemo. Aveva una situazione familiare disastrosa: il padre se n’era andato quando era piccolo e la madre, anche lei con grossi problemi, lo aveva cacciato di recente. Luca viveva con la nonna. Ho provato tante volte ad aiutarlo, a riportarlo sulla retta via. Ha fatto dei lavoretti, ma duravano sempre poco. Di solito come manovale, ma anche come buttafuori. Ultimamente aveva perso un altro lavoro”. Sul Resto del Carlino spunta un altro particolare inquietante: A qualcuno aveva anche confidato di professarsi ‘rettiliano’, ovvero coloro che credono nell’esistenza di uomini rettili”.
Ecco, di questo personaggio non si può dire che fosse pazzo. Il nigeriano che ha fatto a pezzi Pamela, quello sì, poverino, aveva dei grossi problemi. Non fatevi domande, per carità, sulla mafia nigeriana, sui riti e le credenze di tipo magico che la innervano, né sull’opportunità di continuare a importare alienati in casa nostra, che poi qui si alienano ancora di più.
 
Non fatevi domande, su Pamela e la sua tragica fine, non c’è niente da sapere e niente da chiedersi. È capitato, punto. Come quando cammini per strada e ti cade un vaso di fiori in testa. Era destino. Non ci sono domande da porsi, non ci sono mandanti, non ci sono ideologie. Il ministero della Verità ha già deciso, l’udienza è tolta.
 
Adriano Scianca 4 febbraio 2018

I medici rivelano l’ultimo orrore sul corpo straziato: “In tutta la loro vita…”. Pamela, lo scempio infinito

L’autopsia 8 Febbraio 2018
 
Sono invisibili, lavorano chiusi nella penombra delle gelide sale settorie illuminate dai neon, immersi in un silenzio mortale, e trascorrono le loro giornate ispezionando, esplorando e sezionando cadaveri, corpi morti, immobili e freddi come il marmo, che gli arrivano distesi su barelle dalle corsie ospedaliere, da luoghi di incidenti o da scene del crimine, nudi e coperti da un telo bianco, con l’etichetta di identificazione appesa ad un alluce.
 
Pamela Mastropietro invece è arrivata al loro cospetto chiusa un due valigie, due comuni trolley a rotelle, e l’ hanno dovuta ricomporre pezzo per pezzo, come un grottesco puzzle al quale mancavano dei tasselli. Gli anatomopatologi non hanno visto il sorriso di Pamela, né ascoltato la sua voce, perché sono medici che non hanno mai visitato un paziente vivo, essendo specializzati nelle autopsie e nella diagnosi delle cause di morte, e sono anche quelli che esaminano al microscopio tutti gli esami istologici per certificare, per esempio, se un tumore è benigno o maligno, e firmare la nostra salvezza o la nostra condanna.
 
Leggi anche: Pamela, parla l’uomo che ha fatto sesso con lei: quel presagio…
 
CONTRIBUTO Il loro contributo professionale è fondamentale per dirimere i dubbi della scienza medica e forense, ed è indispensabile alla clinica per avere conferme della natura di molte malattie e naturalmente di molti decessi, senza di loro la medicina non potrebbe procedere ed evolvere, e grazie a loro e ai loro referti, le terapie vengono continuamente messe a punto per meglio salvaguardare la vita.
 
Sebbene essi siano abituati ad osservare corpi straziati da eventi violenti, da incidenti mortali, deteriorati e bruciati, gonfiati da lunga permanenza in mare, o collassati e arrabattati come marionette nel caso di cadute dall’ alto, uno scempio del genere sicuramente non l’ avevano mai visto.
 
AUTOPSIA Il referto autoptico di Pamela, depositato in Procura dal medico legale Antonio Tombolini, parla di “depezzamento, scarnificazione, sezionamento di parti di derma, muscolatura e seni” e denuncia la irreperibilità di alcuni organi come il cuore e parte del pube, oltre alla scomparsa della porzione di collegamento tra testa e torace, cioè del collo della ragazza. La causa di morte è stata identificata in una «intossicazione acuta da xenobiotici per via endovenosa probabilmente indotta, oltre ad una ferita da punta e taglio alla parte bassa della porzione postero-laterale destra del torace», e non è stato possibile quantificare l’entità dell’ emorragia a causa del depezzamento, ed inoltre «lo smembramento in vari pezzi del corpo è stato eseguito con grossi strumenti da taglio, ed è stato mutilato in più punti, testa, torace, mammelle, bacino, monte di venere, mentre le braccia e le gambe sono state ridotte ciascuna in due parti». I vari pezzi del cadavere poi sono stati dissanguati e lavati uno ad uno con una «sostanza a base di cloro», per poi essere deposti in due valigie, le stesse che sono state recapitate ai medici legali con il loro macabro contenuto.
L’ORRORE Ecco, il mio pensiero oggi è rivolto a quegli specialisti anatomopatologi che si sono visti arrivare l’ orrore, che hanno ricevuto l’ ordine giudiziario di ricomporre il corpo della ragazza macellata come fosse un manichino da montare, e che hanno dovuto esaminarla pezzo per pezzo, ricucirla alla meglio con ago e filo da sutura, e constatare che le parti mancanti avrebbero impedito loro di dare la dignità che meritava a quel corpo martoriato. Il mio pensiero da tre giorni è fisso su quella équipe di medici, di uomini e donne che terminato quel lavoro orrendo sono in serata rientrati nelle loro case, nelle loro famiglie, per cenare insieme allo sgomento che si portavano dietro, che gli chiudeva lo stomaco e che non riuscivano a scrollarsi di dosso. Certo, direte voi, ci sono mestieri peggiori, più faticosi e più pericolosi, ma trovarsi ogni maledetto giorno di fronte ad una vita spezzata, ad una persona che fino a 24 ore prima era viva e vegeta, e che ora è una salma che ti aspetta distesa in silenzio, non può lasciare indifferenti, e non può non suscitare ammirazione per dei professionisti che dedicano la loro vita a studiare, capire e certificare la morte in ogni sua forma crudele, per evitare che si ripeta.
IN SALA Da studente e poi da medico ho frequentato le sale autoptiche, ed ho assistito a moltissime autopsie, l’ unico esame che ti fa realmente vedere la causa di morte di un paziente, ed ogni volta uscivo da quei locali con la nausea, con in bocca il sapore dolciastro del sangue raffermo, e con addosso l’ odore della decomposizione, e non mi capacitavo di come molti colleghi potessero trascorrere i loro giorni negli obitori, su come riuscissero a sostenere psicologicamente quell’ impatto traumatico quotidiano, e rimuoverlo dalla mente finito l’ orario di lavoro, quando tornavano a sorridere ed a vivere la vita. Con gli anni ho compreso che fare l’ anatomopatologo non è mai un lavoro come un altro, perché per quanto si riesca a schermare i sentimenti, a distaccarsi emotivamente, a reprimere le emozioni, e a rimuovere dalla mente le immagini di morte quotidiana, non si riuscirà mai a cancellare ricordi terribili come quelli del corpo di Pamela, nemmeno chiudendo razionalmente il caso, sapendo che l’ autore criminale di tale scempio sia oggi recluso e domani punito come merita.
Nelle 11 pagine dell’ ordinanza del gip si ipotizza che Pamela sia morta di overdose, e che successivamente il suo cadavere sia stato smembrato, umiliato e vilipeso, ma la sua vicenda resterà a lungo impressa nella memoria di molti, soprattutto in quella di quegli anonimi medici che hanno tentato in silenzio di ricomporla, per renderla riconoscibile a sua madre, per darle una parvenza della ragazza che era, e che molto difficilmente riusciranno a dimenticare l’ autopsia più terribile della loro vita.
 
di Melania Rizzoli