Ritual KillersYoung lady murdered, heart, intestines removed (Very Graphic Photo)

ritual murderAnother young lady has fallen a victim of ritual killers as she was murdered and her heart and intestines removed.

Published: 29.02.2016 Isaac Dachen

The body of the murdered girl

The quest for money, wealth and power seems to have overtaken the reasoning of many people in this age as they can go to any length to get what they want, including killing their fellow human beings.

Read More: “Desperation: Body of young lady allegedly murdered for money ritual found in Port Harcourt (Graphic Photo)”

This was the case with these very disturbing photographs that were shared on Twitter over the weekend by a usere with the name Aliyu Kwarbai, where an an unfortunate young lady fell a victim of the mindless killers who murdered her, ripped open her stomach and removed the intestines as well as her heart which was also removed.

Read More: “Rituals: 2 more female corpses found in Ikorodu”

The gory incident was said to have happened in a community in the eastern part of Nigeria.

See the tweet here.

Pamela, la pista che porta ai crimini rituali nigeriani

Pamela organi mangiatiC’è un quarto indagato, a piede libero, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Pamela. E una pista – che per la procura non è quella privilegiata – che potrebbe collegare lo scempio sul corpo della ragazza a crimini tribali diffusi nei villaggi nigeriani.

Il quarto indagato è un rifugiato 40enne – anche lui nigeriano – che era in contatto telefonico con uno degli arrestati, Innocent Oseghale. E’ stato sentito tra venerdì e sabato dai carabinieri di Macerata. «Al momento non risulta coinvolto nel delitto – dice il procuratore Giovanni Giorgio – e ha reso dichiarazioni significative a conforto della tesi accusatoria». Per questo non è stato fermato, ma su di lui proseguono gli accertamenti.

LA PROCURA
La procura ha disposto rilievi sulle impronte palmari e plantari, mentre un tecnico farà una perizia sul suo cellulare, che la sera del 30 gennaio ha incrociato quello Oseghale, pusher 29enne ex rifugiato, che viveva nella casa dell’orrore di via Spalato, a Macerata. Oseghale è stato arrestato per omicidio, vilipendio ed occultamento di cadavere con Desmond Lucky, 22 anni, cui lo lega da ben 483 telefonate negli ultimi due mesi, e al terzo richiedente asilo Lucky Awelima, 27 anni, residente in un hotel di Montecassiano, preso alla stazione di Milano mentre stava scappando in Svizzera con la moglie. Per Lucky e Awelima oggi udirnza di convalida in carcere.

LE ACCUSE
Sono accusati di aver ucciso e smembrato il corpo minuto di Pamela Mastropietro, la diciottenne romana scappata dalla comunità terapeutica Pars di Corridonia, in provincia di Macerata, dove era in cura per problemi psicologici e dipendenza. I resti sezionati sono stati abbandonati sul ciglio della strada a Casette Verdini di Pollenza, davanti a una villa, in una zona in cui i residenti fanno jogging. «In questa vicenda molte cose non tornano – dice l’avvocato Gianfranco Borgani, che difende Desmond Lucky – la dissezione è stata fatta da persona esperta, la pulizia della casa e del corpo è molto accurata, perché allora lasciare a vista i trolley? Perché non gettarli sotto un ponte?». Forse qualcuno doveva prenderli e portarli via? «Potrebbe essere, forse siamo di fronte a una sorta di rito, dietro c’è qualcuno il cui nome non è ancora emerso, una persona pericolosa per gli indagati, magari hanno paura anche di ritorsioni verso in parenti in Nigeria e per questo non parlano».
In Nigeria, specie nel sud, rapimenti e delitti per smembrare e vendere parti di arti o organi sono ben descritti in saggi, ricerche e indagini giornalistiche.

Si descrivono azioni atroci che vedono coinvolti «bambini, disabili, donne» e, nella convinzione comune, tali azioni accrescerebbero «la forza», «il potere», sarebbero legate «al soprannaturale». I resti servirebbero anche per la preparazione di «pozioni di ricchezza rapida» e per essere ceduti a «committenti» ed «erboristi che preparano le pozioni». Molto è descritto in un rapporto dell’Ufficio immigrazione e rifugiati in Canada, pubblicato nel 2012 e presente sul sito del Unhcr, dal titolo: «Nigeria: diffusione di omicidi rituali e sacrifici umani». Altra pratica, sempre in alcune parti dell’Africa, è la veglia dei cadaveri per evitare smembramenti e furti di organi per farne talismani.

C’è una pista rituale nel caso di Pamela? «Ne hanno parlato autorevoli opinionisti, non mi sento di escluderla» dice Marco Valerio Verni, zio di Pamela e legale della famiglia. «Tesi suggestiva – dicono in Procura – ma al momento non abbiamo conferme». Di sicuro i tre vengono da zone dove la pratica esiste e, forse per disfarsi del cadavere, hanno praticato uno scempio che conoscevano nelle sue modalità.

Ieri i Ris sono tornati nell’attico di via Spalato per un sopralluogo in soggiorno, dove Pamela sarebbe stata uccisa, e in terrazzo dove è stata lavata con la candeggina (sul bancone c’è un tombino e un tubo per l’acqua). di Rosalba Emiliozzi
Martedì 13 Febbraio 2018 – Ultimo aggiornamento: 14-02-2018 08:38

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/macerata_pamela_mastropietro_omicidio_rituali_nigeriani-3544413.html

GUS Accoglienza, la Onlus antifascista che fattura milioni

2015, la protesta dei richiedenti asilo del Gus davanti alla Prefettura di Macerata

2015, la protesta dei richiedenti asilo del Gus davanti alla Prefettura di Macerata

UNA MULTINAZIONALE PRATICAMENTE. Chissà quanti di questi milioni sono stati stanziati per i 10 MILIONI DI ITALIANI SOTTO LA SOGLIA DI POVERTA’

“Noi la rendicontazione la facciamo direttamente al Ministero dell’Interno”,

Ah strano in una intervista del luglio 2017 dicevano che i bilanci erano pubblici

“Come si legge dal bilancio pubblicato sul sito della onlus, tra le entrate del Gus ci sono nove milioni di euro di crediti dalle prefetture e altri sette milioni di crediti dal sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Il bilancio è cresciuto progressivamente negli anni, man mano che l’associazione vinceva bandi pubblici, soprattutto per l’accoglienza agli immigrati che segue per 24 Comuni italiani, ma anche per la gestione delle emergenze dall’Emilia all’Abruzzo per il terremoto, e i progetti di sostegno al disagio: tante iniziative, che hanno portato la onlus guidata Paolo Bernabucci anche all’estero, in Nepal, in Sri Lanka e poi altrove fonte IL RESTO DEL CARLINO

VIDEO Gus, Ia Onlus antifascista che fattura milioni

Accoglienza, la Onlus antifascista che fattura milioni

La terribile vicenda di Macerata ha riaperto la questione relativa al business dell’accoglienza. E il quadro è inquietante. Tanti hanno taciuto, altrettanti hanno lucrato sui migranti e sulle tasche dei cittadini in barba alla trasparenza.
 
Esageriamo? Guardate questo servizio di Matrix del 14 febbraio 2018 sul Gus, Onlus “antifascista” che fattura milioni…

FONTE

44 milioni di euro: ecco quanto frutta l’accoglienza all’Onlus di Macerata

Innocent Oseghale era uno dei richiedenti asilo della Onlus Gus. Il quotidiano La Verità è andato a spulciare i bilanci ed ha scoperto che…

“Noi la rendicontazione la facciamo direttamente al Ministero dell’Interno”,

PROSEGUE AL LINK DOVE VI SONO SCREENSHOT DEI GIORNALI LOCALI che già “indagavano” su questa Onlus che i “giornaloni che contano” si sono guardati bene dal riprendere

Pamela, sepolta dal cinismo di media e politica

pamela mastropietroC’è qualcuno a cui interessa davvero di Pamela Mastropietro? Della sua vita, del suo destino, del dolore dei suoi genitori? Una ragazza di appena 18 anni, dapprima caduta nel tunnel della droga, ora barbaramente, selvaggiamente uccisa a Macerata, probabilmente dopo essere stata violentata, e il suo corpo smembrato. Per il suo omicidio è stato arrestato un giovane nigeriano, Innocent Osenghale; le prove a suo carico, da quel che si legge, sembrano schiaccianti.
Ma è proprio a questo punto che si cominciano a perdere le tracce di Pamela sui media e anche nella politica. Perché le circostanze e l’autore dell’omicidio danno il via al solito squallido teatrino ideologico. Per i nostri media laicisti sembra proprio che l’omicidio di Pamela (curiosamente in questa circostanza nessuno usa la parola “femminicidio”) sia un po’ meno grave visto che a commetterlo è un immigrato africano.
Certo, c’è anche chi ne approfitta un po’ per alimentare la propria campagna elettorale in chiave anti-immigrazionista; certo, di omicidi efferati ne commettono anche gli italiani, ma accusare di razzismo e xenofobia chiunque fa notare l’anomalia e l’inaccettabilità della presenza di un immigrato senza permesso di soggiorno che vive indisturbato in un piccolo centro e ancora più indisturbato nello stesso piccolo centro spaccia droga, è semplicemente folle.
Non è un caso isolato, purtroppo: di casi di cronaca nera provocati da immigrati nelle stesse condizioni ne abbiamo registrati già diversi, ed è solo la punta di un iceberg: chiunque può vedere gruppi più o meno grandi di immigrati irregolari che vagano per città piccole e grandi facendo nulla o anche spacciando droga. E se la gente non si sente sicura, ha paura, non è per xenofobia o per razzismo.
Ma poi, su una situazione già avvelenata e in cui Pamela, il suo corpo smembrato, è già sullo sfondo, ecco arrivare un altro giovane, Luca Traini, decisamente border-line e forse anche oltre, che decide di tentare una strage di immigrati sparando dalla sua auto. Alla fine il bilancio è di sei feriti. Non c’è nulla al momento che faccia pensare all’azione di un qualche gruppo estremista, sembra proprio l’atto di uno psico-labile esaltato dall’omicidio commesso pochi giorni prima. Ma ecco che a questo punto Pamela sparisce completamente dalla vista; dalle più alte cariche dello Stato all’ultimo degli opinionisti diventa tutto un allarme-razzismo, proclami che sfiorano il ridicolo, la chiamata alla mobilitazione anti-fascista. E non parliamo neanche dei deliri dello scrittore Roberto Saviano. Dai media i sei immigrati feriti vengono subito coccolati ed esaltati, della ragazza fatta a pezzi e messa in due valigie non c’è più traccia.
 
In realtà non interessa a nessuno neanche della storia e della realtà che vivono i sei immigrati feriti, tutto e tutti diventano pretesto per le diverse battaglie politiche e ideologiche. E quindi, esaurita la forza propulsiva della cronaca, si dimenticherà anche questo caso senza che nulla sia stato fatto almeno per minimizzare le condizioni che possono portare a queste tragedie: lo spaccio e il consumo di droga, l’immigrazione senza controllo e le attività illecite degli immigrati. Almeno fino al prossimo caso, quando le reciproche indignazioni si riaffronteranno ancora sopra qualche altro cadavere.
Per quel che ci riguarda, il nostro pensiero torna a Pamela, a una vita di 18 anni stroncata dal vuoto esistenziale riempito con le droghe e dalla violenza di un uomo che non sarebbe neanche dovuto essere lì. Per lei ora possiamo solo pregare per la sua anima – in ogni caso l’aiuto più grande che chiunque può darle -, ma molto altro c’è da fare per evitare che accadano altre tragedie di questo genere.
 
Riccardo Cascioli 05-02-2018

Agli avvocati degli immigrati ​vanno 100mila euro al mese

ansa-migrantiper i disoccupati ed indigenti italiani c’è Equitalia, che da la caccia a chi non può più pagare le tasse, c’è da pagare per “l’accoglienza” alias mafia capitale. Ma è solo bontà d’animo, voglia di salvare vite umane non chiamatelo business “Si parla di circa 600milioni di euro all’anno.”
Siamo certi che anche per assistere senzatetto, disoccupati e pensionati sia stata stanziata altrettanta cifra, vero?

I ricorsi dei migranti fruttano ad alcuni studi legali oltre 100mila euro al mese per il patrocinio gratuito (a spese degli italiani)
Chiamatelo business. Perché in fondo dietro la macchina della gestione degli immigrati si nasconde un vero e proprio giro di soldi (dei contribuenti) che finiscono nelle tasche di quelli che si occupano di accoglienza.
 
Non parliamo solo delle Coop, delle Onlus e delle altre associazioni che danno un letto e un pasto agli immigrati. Ma anche della categoria degli avvocati. Molti di questi, infatti, si occupano dei ricorsi che i richiedenti asilo presentano in Tribunale contro la decisione della Commissione territoriale di non concedergli lo status di rifugiato. Come spiegato mesi fa da Giuseppe De Lorenzo su ilGiornale, infatti, a pagare le spese legali ai migranti – che si dichiarano nullatenenti – sono i cittadini italiani attraverso il patrocinio gratuito a spese dello Stato. Si parla di circa 600milioni di euro all’anno. Tanti, tantissimi.
 
Ma l’ultimo scandalo riguarda la gestione degli avvocati iscritti nelle liste del consiglio dell’ordine. Secondo quanto scrive Libero, infatti, spesso i migranti che devono presentarsi al ricorso finiscono negli stessi studi legali. Alcuni assistono solo 4-5 persone al mese, altri arriverebbero anche a gestire 60-100 ricorsi. Cosa significa? Che questi avvocati (che spesso userebbero tirocinanti pagati poco più di 500 euro) incasserebbero qualcosa come 100mila euro al mese. Una manna. E vale solo per il primo grado, dove ogni migrante costa al contribuente qualcosa come 1000 euro. Poi c’è l’Appello (altri 1200 euro) e la Cassazione (3.000 euro). Ovviamente non esiste una legge, scrive Libero, che imponga un tetto massimo ai ricorsi gestiti da un singolo avvocato o studio legale. E così alcuni si ingrassano. A spese di tutti.Claudio Cartaldo – Mer, 01/02/2017

Monza: tenta di derubare donna in stazione, bottigliata in testa al marito che la difende

monza aggressioneIndignazione? Solidarietà? Responsabilità morale? Non pervenuta, le autorità per la censura del politically correct tacciono. Mafia capitale comanda.

Un marocchino senza permesso di soggiorno denunciato, in ospedale un uomo di 50 anni
 
Monza, 5 febbraio 2018 – Tenta una rapina, finisce con lo sferrare una bottigliata in testa al marito della sua vittima. Sangue, rabbia e paura domenica sera alla stazione ferroviaria di Monza, da tempo teatro di episodi di violenza e criminalità, risse, spaccio e rapine. Sono le 19 passate quando da un treno scende una donna. Le piomba addosso un nordafricano che sta evidentemente aspettando le sue potenziali vittime e allunga una mano per rubare il portafogli dalla borsetta della donna. La vittima però reagisce e riesce a difendere il portafogli mandando a vuoto il tentativo di furto. Assieme alla donna c’è anche il marito, un uomo di 50 anni, che prende le difese della moglie e redarguisce il nordafricano.
 
Ne scaturisce una discussione dai toni molto accesi che sfocia in un’aggressione: lo straniero infatti afferra una bottiglia e la spacca in testa al cinquantenne. Il taglio è profondo, il sangue esce copioso dalla ferita. Sul posto intervengono gli agenti del Commissariato di polizia di Monza, che immobilizzano e identificano l’aggressore: si tratta di un marocchino di 33 anni, in Italia senza fissa dimora o permesso di soggiorno. Il nordafricano verrà denunciato a piede libero per tentato furto e lesioni aggravate. Ed è stato portato in Questura per avviare le pratiche di espulsione dal territorio italiano. L’uomo ferito è stato trasportato in codice giallo all’ospedale San Gerardo.
 
di DARIO CRIPPA

Vimercate, clandestino tenta di uccidere a forbiciate due carabinieri

ghanese minacciaghanese armato di sassi e cacciavite
Vimercate, clandestino tenta di uccidere a forbiciate due carabinieri
 
Aveva dato in escandescenze in un centro accoglienza dal quale era stato allontanato dopo che la sua domanda di asilo era stata respinta
 
– 4 Febbraio 2018 alle 20:01
Un 22enne del Ghana è stato arrestato sabato dai carabinieri di Vimercate per tentato omicidio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Il ragazzo, il cui permesso di soggiorno era scaduto da tempo, aveva dato in escandescenze in un centro accoglienza dal quale era stato allontanato dopo che la sua domanda di asilo era stata respinta.
L’uomo, che già aveva tentato di entrare nel centro tre giorni fa, è tornato e con un sasso ha distrutto alcune vetrate del centro e i cristalli di alcune auto posteggiate nelle vicinanze. Armato di un grosso cacciavite ha poi continuato a minacciare i presenti, che hanno chiesto aiuto al 112.
Quando sul posto sono arrivati i carabinieri, il ghanese si è scagliato contro di loro colpendo con le forbici un militare al petto, ventre, basso ventre e braccia e un altro a una mano: solo la protezione garantita dai giubbotti antiproiettile ha impedito conseguenze più gravi e alla fine se la sono cavata con prognosi fra gli 8 e i 5 giorni; è stato immobilizzato grazie all’intervento di altri due militari di rinforzo.

Rissa fra immigrati, mattone scagliato contro l’ambulanza – Video

rissa migrantivideo al link in fondo
 
di Ilaria Purassanta
05 febbraio 2018
 
Al parco San Valentino di Pordenone, frequentato da bambini e famiglie. Una persona portata via in manette dai carabinieri
PORDENONE. Rissa fra immigrati e un mattone scagliato contro l’ambulanza del 118 intorno alle 13 di oggi, lunedì 5 febbraio, all’ingresso del parco San Valentino, a Pordenone, tradizionalmente frequentato da bambini, famiglie e runner.
Pordenone, rissa tra immigrati al parco: mattone tirato contro un’ambulanza
 
In corrispondenza dell’accesso al parco, in via Interna, alcuni stranieri si stavano accapigliando. Uno di loro è stato colpito alla testa da una bottiglia e sul posto è stata chiamata un’ambulanza.
Gli infermieri sono scesi dal mezzo per soccorrere il ferito e uno dei litiganti ha scagliato un mattone contro il parabrezza, infrangendolo. Danneggiati anche i finestrini laterali del veicolo.
Illesi, fortunatamente, gli infermieri.
Sul posto, oltre al personale del 118, sono intervenuti in forze i carabinieri di Pordenone.
Chi era presente, in quel momento, al parco ha visto i militari portar via una persona in manette
Ulteriori accertamenti investigativi sono in corso al comando provinciale dell’Arma.

Firenze, “profugo” da record: fermato 2 volte in un’ora per furto e aggressione. Ma è sempre libero

tutti concentrati in un paio di giorni, aggressioni, violenze, furti, spaccio, prostituzione e crimine libero. Quando la magistratura li condona.
 

febbraio 4, 2018
 
.Sedicente profugo da Guinness dei primati a Firenze. Si tratta di un giovane cittadino del Gambia fermato due volte dai carabinieri, una volta per aggressione e minacce e la seconda volta per furto. La risorsa è stata solo denunciata a piede libero, neanche 30 secondi di carcere.
 
Un giovane profugo” gambiano, 23 anni, è stato denunciato due volte nel giro di un’ora: prima per minacce aggravate in seguito ad una lite con un connazionale poi per furto, perchè aveva rubato quattro sciarpe da una bancarella. Nel pomeriggio di ieri una pattuglia dei carabinieri del nucleo radiomobile di Firenze è intervenuta in Largo Alinari per una violenta lite tra due cittadini del Gambia, con precedenti per reati in materia di stupefacenti.
 
Con non poche difficoltà i militari, con l’ausilio di un’altra pattuglia, sono riusciti a calmare i due che, nel corso di una lite per futili motivi, si sono minacciati a vicenda utilizzando una bottiglia di vetro e una grossa pietra. Per questo motivo entrambi sono stati denunciati a piede libero per minacce aggravate. A carico di uno dei due, un 23enne, pendeva anche un provvedimento di divieto di dimora nella provincia di Firenze.
 
Quest’ultimo è apparso in forte stato di agitazione, motivo per il quale si è reso necessario il ricorso alle cure mediche presso l’ospedale Santa Maria Nuova, dove è stato trasportato dal personale del 118. Dopo una prima valutazione, il giovane, pronunciando frasi offensive nei confronti dei sanitari, si è allontanato dall’ospedale prima del termine degli accertamenti cui avrebbe dovuto essere sottoposto. Non contento della sua condotta sia nei confronti del connazionale che dei medici dell’ospedale, il 23enne dopo poco è salito in piazza Salvemini su un autobus della linea 23 (direzione Sorgane – Piazza Stazione) dove ha dato fastidio urlando e spintonando le persone presenti sul mezzo e, nello scendere in via dei Pucci, ha colpito il veicolo con un pugno.
redazione riscatto nazionale.net
.

TASSANO GLI ITALIANI PER PAGARE GLI AVVOCATI AI PROFUGHI

40 milioni avvocato clandestini
un’altra casta che ci lucra. Ah no, certi che lo fanno gratis per amor prossimo. Ma se un operaio licenziato non riesce più a pagare la Tasi o qualsiasi altra gabella E’ UN EVASORE da perseguire tramite Equitalia.

Fin quando presentano ricorsi, gli stranieri non possono essere espulsi. Così intorno a loro è fiorito un business di avvocati che si fanno pagare fino a mille euro per estendere ricorsi che vengono quasi tutti rigettati ma intanto ingolfano i tribunali e vanno a pesare sui bilanci della giustizia: la parcella dei legali viene infatti pagata dal ministero, perché i profughi sono ammessi al gratuito patrocinio a spese dello Stato. La escalation di queste spese è impressionante: per il gratuito patrocinio l’Italia spendeva nel 2008 trenta milioni l’anno,
che nel 2013 erano diventati sessanta milioni e nel 2014 (ultimo dato disponibile) addirittura 88 milioni.
A beneficiarne sono state, nel 2014, 133mila persone, quasi tutte richiedenti asilo. Ma i veri beneficiari sono stati gli avvocati che si spartiscono l’affare. A volte si tratta di avvocati legati alle Onlus che accolgono i profughi, a volte appartengono a un sottobosco che campa producendo ricorsi-fotocopia e poi abbandonando il cliente: spesso già dopo il «no» del tribunale, senza seguirlo neanche nel ricorso in appello. Un malcostume ben conosciuto nelle cancellerie per la Protezione internazionale create in tutti i tribunali italiani, ma contro il quale apparentemente non c’è rimedio: altro lato oscuro dell’immigrazione di massa, dramma per molti e affare per altri.
 
Succede con chi delinque, come nel caso di Igor, il ‘migrante con licenza di uccidere itailani’, che ha continuato a commettere reati fra Emilia e Polesine, fino a diventare l’uomo più ricercato d’Italia per l’omicidio del barista di Budrio. E questo nonostante due decreti di espulsione sulle spalle.
 
E succede ogni giorno con le decine di richiedenti asilo a cui viene rifiutato lo status di profughi. Ma non è che tutto finisce qui. Il sedicente profugo, a questo punto, ha infatti diritto a presentare appello.
Le coop gli preparano il ricorso (continuando così ad incassare i 35 euro al giorno) e ci sono avvocati che si prestano ben volentieri per il gratuito patrocinio. Che spesso, poi, gratuito non è.*
Se pensavate che i 35 euro al giorno fossero il problema, vi sbagliavate. Il business delle domande di asilo e dei ricorsi potrebbe costare, in Polesine e per i 700 profughi presenti ad oggi, fino a 800mila euro.
Di questo sistema deviato – commenta il sindaco Massimo Bergamin – parlano in pochi, perché conviene a troppi: coop e avvocati in primis. E chi paga? Lo Stato, quindi il popolo”.