Alpignano. Allarme salute per lo scavato del Tav

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VALSUSA NOTIZIE

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Convocata da Comitati popolari e sindaci un’assemblea pubblica il 10 marzo per informare la popolazione dei forti rischi di inquinamento ambientale. Il coinvolgimento dei Comuni di Alpignano, Venaria e Rivalta preoccupati che la salute pubblica possa essere investita dalle conseguenze dello smaltimento dei detriti tossici.

Inserito il 2 marzo 2016
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di Fabrizio Salmoni

I mucchi di scavato al cantiere di Chiomonte arrivano già a una pendenza del 70% mentre la “talpa” è a poco più di metà tragitto e a breve i detriti dovranno essere rimossi. Per andare dove? è la domanda. Ovviamente non c’è risposta nè da Telt, la società privata a nomina pubblica diretta da un Virano appena rinviato a giudizio e in attesa di pronunciamento del Tar sulla regolarità della sua nomina (un piccolissimo esempio del campionario di irregolarità e infrazioni perpetrate regolarmente dai tanti promotori della Grande Opera), nè dalle autorità pubbliche che fanno il pesce in barile soprattutto sull’argomento dello smaltimento dello scavato. L’Arpa, il controllore istituzionale,  ha paradossalmente affidato a Telt, il controllato, il monitoraggio di se stessa tramite le centraline installate in cantiere. Quale affidabilità – ci si chiede – da questi soggetti?

Ma in più,  i tecnici e i medici della Val Susa sanno che quello scavato è impregnato di sostanze tossiche e inquinanti e hanno documentato la presenza di amianto, uranio e l’incremento di polveri sottili (Pm 10 e Pm 2,5) e ossidi d’azoto. Prevedono come conseguenza aumenti tra il 10 e il 15% delle affezioni respiratorie soprattutto in bambini e anziani e soggetti già sofferenti di patologie respiratorie come asma, allergie, broncopneumopatie e patologie cardiocircolatorie. Un inquinamento ambientale già attivo dall’inizio dei lavori ma che si farà più critico con lo spostamento dei detriti e la loro sistemazione in siti non ancora dichiarati. Inoltre, c’è il timore che i detriti vengano scaricati anche in prossimità di falde acquifere con conseguenti possibili contaminazioni di acqua.

L’allarme dunque è massimo. Non aveva predetto anche il magistrato Ferdinando Imposimato che il Piemonte, grazie al Tav sarebbe stato la prossima Terra dei Fuochi?

Sotto osservazione dei Comitati No Tav sono da tempo le cave di Caprie dove si sono manifestati lavori di ampliamento e quelle di Caselette, quest’ultime gestite dalla ditta Geoservizi il cui titolare si è a suo tempo offerto apertamente – denunciano i Comitati – di ospitare lo scavato di Chiomonte e si è attivato per estendere i lotti operativi di terreno. Due casi, Caprie e Caselette, su cui da mesi si rincorrono interventi e voci senza alcuna conferma ufficiale. Tutto all’interno della nuvola grigia dei loschi traffici intorno all’Alta Velocità (v. la cava di S. Ambrogio e relativi arresti). Cosi per Rivalta, dove i progetti preliminari prevederebbero terrapieni di detriti di Chiomonte entro cui scavare gallerie della tratta per Orbassano o- secondo le versioni – da adattare a barriere antirumore ai alti della linea, investendo cosi le aree degli ospedali di Rivoli e San Luigi. Nessun limite e nessuno scrupolo per gli speculatori e i partiti che si alimentano dei fondi pubblici destinati all’Alta Velocità.

L’area della Bassa Valle e della prima cintura torinese sono dunque a rischio di forte inquinamento mentre già si respirano le esalazioni dell’inceneritore del Gerbido di cui sono sostenitori le stesse forze politiche che vogliono la Torino-Lione. “Oltre i soldi pubblici – denunciano i Comitati popolari – ci vogliono rubare anche la salute: derubati e avvelenati dal Tav

A sostenere l’impegno di informare la cittadinanza di tale grave situazione sono i Comitati No Tav di Alpignano e della Gronda (area Alpignano, Pianezza, Caselette, Venaria, San Gillio, Givoletto) che da tempo svolgono ruolo di sostegno delle istanze No Tav e allo stesso tempo di sentinelle attive sullo stesso tema nei confronti delle amministrazioni locali, monitorandone ogni passo politico e ogni eventuale ambiguità amministrativa (proprio da quei Comitati sono provenute le sollecitazioni a uscire dall’Osservatorio tecnico per Alpignano e Venaria, e a verificare che si facessero controlli seri – mai fatti – sulle cave di Caselette).

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Foto: Il sindaco Da Ronco (a sin.) e attivisti No Tav

Con il patrocinio convinto del sindaco di Alpignano Gianni Da Ronco che ricorda la sua avversione “da sempre” agli sprechi del Tav, e con il sostegno di Roberto Falcone (Venaria) e  Mauro Marinari (Rivalta) è convocataun’assemblea pubblica per informare i cittadini dei gravi pericoli incombenti. Cosi Giovedi 10 marzo alla Sala Cruto di Alpignano (via Matteotti 2, ore 21) i tecnici dei sindaci della Val Susa, Luca Giunti, Marina Clerico e il medico di base Marco Tomalino, faranno il punto della situazione. Le conclusioni saranno diAlberto Perino, portavoce del Movimento No Tav. Potranno seguire domande e contributi informativi.

A integrazione dell’iniziativa e come naturale conseguenza della loro denuncia, i Comitati promotori si associano alle richieste di dimissioni del Virano alla luce del rinvio a giudizio per omissioni d’atti d’ufficio (cioè per aver nascosto documentazione e dati agli amministratori di Valle) e dell’attuale Commissario di governo Foietta per aver mentito pubblicamente in merito alle decisioni del Cipe e allo stato dei progetti, come pubblicamente denunciato il 29 gennaio dai tre sindaci insieme a quelli di Avigliana e di S. Ambrogio.

(F.S. 2.3.2016)

Alpignano. Allarme salute per lo scavato del Tavultima modifica: 2016-03-05T13:38:48+01:00da davi-luciano
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