Libia nel caos: Parlamento liquidato, forze speciali pronte a combattere. Raddoppiati gli aerei Usa a Sigonella

La democrazia full optional, ora forniamo il modello Deluxe

L’Huffington Post | Pubblicato: 20/05/2014 11:28 CEST | Aggiornato: 20/05/2014 12:13 CEST

Una palude melmosa invade sempre più il territorio libico e affonda il Paese nell’anarchia, nella guerra, nel depauperamento economico. Dopo la caduta di Muammar Gheddafi nel 2011, la Libia è diventata ingovernabile allargando inesorabilmente le fratture tra milizie, tribù, militari di formazione laica e guerriglieri islamici che sconfinano nell’integralismo o, nei casi più estremi, nelle organizzazioni qaediste come Ansar al-Sharia. Da venerdì a Bengasi come a Tripoli è guerra di tutti contro tutti, con sanguinosi bombardamenti aerei e “pause strategiche” nella città dell’est da parte del generale Khalifa Haftar, e con i carri armati dei guerriglieri di Zintan (di fatto i meglio armati e addestrati) a circondare il Parlamento e a sparare nell’aeroporto della capitale fino a “ritirarsi”, dopo aver fatto due morti e 55 feriti.
Il debole governo uscente ha ceduto alle richieste di Haftar: il premier dimissionario Abdullah al-Thani ha chiesto al Parlamento di annullare l’elezione del suo successore Ahmed Maiteeq e di procedere a scegliere un altro candidato per la carica. Il governo ha chiesto allo stesso tempo al General National Congress (Gnc) di sospendere i lavori fino a nuove elezioni dopo aver approvato in settimana il bilancio 2014 e ha convocato elezioni anticipate per il 15 agosto.

Di fronte all’escalation, l’esercito americano ha raddoppiato il numero di aerei in Sicilia qualora fosse necessario evacuare lo staff dell’ambasciata americana a Tripoli. Lo riferisce la Cnn in relazione al deterioramento delle condizioni di sicurezza in Libia.

Quattro aerei convertiplano Osprey Mv/22 erano già arrivati mercoledì alla base militare di Sigonella con 200 marines. Questo tipo di aereo può atterrare verticalmente con 24 passeggeri a bordo. I marines fanno invece parte di un’unità speciale stanziata nella base di Moron in Spagna dopo la tragedia del settembre 2012, quando nell’assalto al consolato americano di Bengasi morirono quattro statunitensi tra cui l’ambasciatore Christ Stevens. L’ambasciata d’Italia a Tripoli ha inviato una mail a tutti i connazionali registrati nel Paese in cui si chiede loro di valutare l’eventualità di un rientro in Italia alla luce “dell’ulteriore instabilità con ripercussioni sulla sicurezza”.

Le forze armate libiche, intanto, continuano a perdere pezzi. Il comandante delle forze speciali di Tripoli, Wanis Bukhamada, ha annunciato di essersi unito all’Operazione Dignità lanciata la settimana scorsa a Bengasi dal generale in congedo Khalifa Haftar, bollato come “golpista” dal governo uscente.

Il governo libico – dopo aver negato i problemi fino al primo pomeriggio di ieri (“è tutto sotto controllo”) – in serata ha disposto la sospensione del Parlamento e di qualunque sua attività fino a nuove elezioni, compresa quella di un nuovo premier. L’ultimo nominato, l’imprenditore miliardario Ahmed Miitig, improvvisamente entrato in politica lo scorso 4 maggio con l’appoggio dei fondamentalisti islamici, non è di fatto riuscito a portare alcuna soluzione alla crisi libica. Trasformando, anzi, in un baratro i contrasti tra islamisti e laici.

La popolazione resta trincerata in casa, le strade e i negozi della capitale sono deserte. Sull’emergenza in Libia è intervenuto anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Le organizzazioni internazionali che ci stanno a fare? Le mettiamo le organizzazioni dei rifugiati a fare i campi profughi sulle coste libiche o no? Secondo me sì”.

“La mancata presenza della comunità internazionale, dell’Onu, in Libia, corre il rischio di aprire le porte a un accesso a una parte della Libia ai fondamentalisti che non erano lì prima”, ha aggiunto il presidente del Consiglio spiegando che porrà la questione della posizione europea sulla Libia al vertice Ue di martedì.

Ma facciamo un passio indietro: chi è Khalifa Haftar? È un ex compagno di golpe di Gheddafi, prigioniero in Ciad e poi esule per vent’anni negli Stati Uniti. Da venerdì ha lanciato un’offensiva – Operazione Dignità – prima a Bengasi e poi a Tripoli, contro le milizie islamiche e contro il premier designato (e non ancora insidiato) vicino ai Fratelli Musulmani, Ahmed Miitig (già primo ministro di Misurata). La sua elezione ha fatto scattare l’operazione guidata da Haftar, che già da febbraio millanta un imminente colpo di Stato, una contraddizione in termini in un Pese in cui da tempo lo Stato ha cessato di esistere. Secondo alcuni osservatori, in questi mesi Haftar ha lavorato per cercare alleanze anche fuori dalla Libia, soprattutto nell’Egitto dei generali che combattono anche loro i Fratelli Musulmani. Con l’ex generale si sono schierati pezzi di un apparato militare disgregato come non mai, a cui vanno ad aggiungersi nuove milizie. Dall’altra parte ci sono milizie altrettanto potenti e sostenute, a cominciare da quella di Misurata.

http://www.huffingtonpost.it/2014/05/20/libia-parlamento-sospeso_n_5356329.html?utm_hp_ref=italy  

Libia nel caos: Parlamento liquidato, forze speciali pronte a combattere. Raddoppiati gli aerei Usa a Sigonellaultima modifica: 2014-05-21T13:04:08+02:00da davi-luciano
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