Da Basf a Mercedes, l’industria tedesca corre al summit di Putin e fa arrabbiare Obama

per forza la Germania è cattiva, disobbedisce al padrone

Dal 22 al 24 maggio si terrà il vertice finanziario di San Pietroburgo, noto come la “Davos russa”. La Casa Bianca ha convinto i colossi americani a disertare l’appuntamento: Goldman Sachs & Co. stanno a casa. Ma in Germania si prepara una nutrita delegazione, mentre il governo Merkel resta imparziale
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
BERLINO – Non importa se verranno sanzioni occidentali dure alla Russia, non importa come continuerà l’escalation del confronto tra Occidente e Mosca e tra il Cremlino e Kiev sulla crisi ucraina. I big dell’economia tedesca hanno deciso di accettare come ogni anno l’invito, e andranno al massimo livello alla conferenza economica annuale di San Pietroburgo, dal 22 al 24 maggio. Un evento in grande stile, cui sarà presente anche il presidente della Federazione russa, Vladimir Vladimirovic Putin. E insieme, un evento che Washington cerca di boicottare con ogni mezzo. Sia con dichiarazioni ufficiali dell’amministrazione Obama, sia con pressing confidenziali dei consiglieri del presidente, che sono già riusciti a convincere le più importanti imprese e banche degli Stati Uniti a disertare l’appuntamento nella città natale di Putin, la splendida metropoli delle “notti bianche”.

“La Davos russa”, così la conferenza è chiamata da anni negli ambienti economici, è ritenuta la risposta del Cremlino al Forum economico internazionale che ogni inverno riunisce i big decision makers del mondo nella località montana svizzera resa nota tra l’altro dal romanzo “La montagna incantata” di Thomas Mann. E come ogni anno, anche adesso, tra una decina di giorni, i tedeschi saranno gli ospiti più importanti. I rappresentanti di Daimler (cioè Mercedes), E.on (energia), Basf (chimica, lavora con Gazprom nei giacimenti siberiani), Metro (distribuzione), TUI (un
enorme tour operator) e la filiale tedesca di Boston consulting, tra gli altri, hanno confermato ieri a Spiegel online la loro partecipazione. Per il colosso dell’auto di Stoccarda, Daimler – che in Russia costruisce autocarri e tir tra l’altro – “conferenze di questo tipo, orientate a favore del dialogo, sono opportune specialmente in momenti come questo”. La Daimler sponsorizzerà la conferenza, oltre a parteciparvi, e fornirà a tutti gli ospiti un servizio di limousine Mercedes. Viaggia sempre più spesso su una Mercedes (una classe S speciale superblindata) anche il presidente Putin, cui le limousines russe non piacciono. Tanto che il Cremlino si prepara ad affidare alla Porsche la costruzione della futura auto ufficiale del presidente, ed è alle porte l’apertura di un grande impianto in Russia per produrre supersportive, suv, ma anche auto familiari adatte al mercato e alle condizioni atmosferiche locali.

Il governo di Angela Merkel ha scelto di mantenere la neutralità e non prendere posizione. Diversamente dall’amministrazione Obama che appunto ha chiesto con successo ai big del made in Usa di disdire la loro partecipazione alla “Davos russa”. Così hanno infatti deciso aziende come Goldman Sachs, PepsiCo, Morgan Stanley, Conoco Phillips, Alcoa. Ma da tempo il mondo economico tedesco preme sul governo federale contro ogni ipotesi di sanzioni dure che possano colpire comparti interi. Afferma che sarebbero a rischio fino a 300mila posti di lavoro in Germania, sebbene i rapporti economici e commerciali con la Russia siano minori di quelli con la Polonia e non siano assolutamente paragonabili alle relazioni con giganti come Cina o Brasile. Il dilemma, partecipare o no al Forum economico internazionale di San Pietroburgo con Putin come protagonista, riguarda ovviamente in modo urgente anche le molte aziende italiane impegnate in Russia.
(12 maggio 2014)
http://www.repubblica.it/economia/2014/05/12/news/russia_germania_putin_summit_san_pietroburgo-85944901/

Da Basf a Mercedes, l’industria tedesca corre al summit di Putin e fa arrabbiare Obamaultima modifica: 2014-05-16T10:31:05+02:00da davi-luciano
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