A fuoco i camion per il Tav

Da “Il Fatto”

VAL DI SUSA

A fuoco i camion per il Tav “Atto doloso, senza dubbio”

di Cosimo Caridi    Torino

  Tra domenica e lunedì l’ennesimo rogo ha illuminato la notte della Valsusa. A farne le spese 8 mezzi da cantiere della Itinera, ex Imprebeton di proprietàdel gruppo Gavio. Tra i principali appalti della Itinera c’è la fornitura al cantiere d’alta velocità della Maddalena di Chiomonte.   Sono già undici gli incendi divampati, dall’inizio dei lavori nel 2011, tra fornitori e il cantiere stesso. L’ultimo, il 30 agosto, era avvenuto alla Geomont Fondazioni Speciali di Bussoleno. Rivendicato, solo qualche giorno più tardi, dalla componente anarchica del movimento No-Tav. Il cementificio Itinera di Salbertrand si trova accanto al-l’autostrada Torino-Bardonecchia, a qualche minuto dal cantiere di Chiomonte. Pochi i dipendenti che ieri erano allo stabilimento; uno, in forma anonima, decide di raccontare cosa è avvenuto: “Sono una persona del posto e non voglio espormi, perché ho paura di subire delle ritorsioni da parte di persone legate al movimento NoTav”. Non ha dubbi, l’incendio è stato appiccato ad arte. “Difficile immaginare un corto circuito: la sera stacchiamo sempre gli impianti e la corrente. Secondo noi il danno è doloso. Già in passato abbiamo ricevuto minacce e due mezzi sono stati danneggiati, quindi supponiamo che siano tutti episodi collegati”.   Attorno alla mezzanotte la prima telefonata di segnalazione parte dalla Sitaf (azienda gestore dell’autostrada), si vedono fiamme provenire dal parcheggio degli automezzi. “Quando siamo arrivati – continua il dipendente – 4 betoniere e 4 camion bruciavano. Da una prima stima il danno è di 800 mila euro, ma non siamo ancora entrati nell’officina, dove c’era un secondo incendio”. I carabinieri di Susa hanno già acquisito le registrazioni delle telecamere a circuito chiuso. Sembra però che non ci siano immagini del rogo o di eventuali infrazioni, infatti non è sorvegliato l’intero perimetro del cementificio. Mentre a Salbertrand bruciavano i camion, al-l’imbocco della valle, a Torino, Maurizio Lupi, ministro alle infrastrutture, interveniva alla festa del Pd. Fuori dai cancelli il servizio d’ordine impediva l’accesso a una cinquantina di No-Tav .“I violenti in Valsusa vannoisolati – spiega il ministro -, bisogna tagliargli l’erba sotto i piedi”.   NELLA LETTURA POLITICA il movimento è diviso in due parti: quella minoritaria e violenta, che in questo momento ha preso il sopravvento, e la maggioranza silenziosa che ha sempre sfilato pacificamente e che guarda all’evolversi dei fatti cullata dalle parole dei “cattivi maestri”. Prima Gianni Vattimo, il filosofo torinese, che derubrica le accuse di terrorismo ed eversione avanzate dalla Procura di Torino. Più eclatanti le affermazioni dello scrittore Erri De Luca (“il Tav va sabotato”) e che ha anche dichiarato di aver preso parte ai sabotaggi “bloccando l’autostrada”. Ieri è arrivato anche Ascanio Celestini, che considera “il sabotaggio poca cosa confronto a un buco nella montagna”.   Più confusa la posizione dei referenti politici dei NoTav. A febbraio la Valsusa votò in massa per M5s. Il primo eletto al senato fu Marco Scibona, un valligiano di Bussoleno, città di riferimento per gli autonomi della valle. “Anche io, dentro le istituzioni – spiega Scibona – faccio dei piccoli sabotaggi. Inserisco dei granelli di sabbia per far saltare gli ingranaggi della lobby SiTav”. In Valsusa però, sembrano contare di più i mezzi bruciati, che le richieste di accesso agli atti. “Potrei condannare la violenza se fossi sicuro che venga dai NoTav, ma per adesso non ci sono prove. Sembra che qualsiasi cosa avvenga sia da imputare al movimento. Tutti possono fare due scritte sul muro o mandare una mail di rivendicazione”.   RIMANGONO I CONTORNI scuri di un’opera pensata troppi anni fa, molto costosa e che, per il traffico attuale, risulta sovradimensionata. Il movimento e la Valsusa sono diventati un problema di ordine pubblico, sui quali la magistratura ha iniziato a far sentire il suo peso. Ora i valligiani dovranno scegliere come portare avanti le loro ragioni, mantenendo quel profilo di nonviolenza che li ha distinti negli ultimi 20 anni.

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A fuoco i camion per il Tavultima modifica: 2013-09-10T13:00:00+02:00da davi-luciano
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