Dopo i numerosi ricorsi presso lo stesso Tribunale dei Diritti dell’uomo da parte di associazioni e partiti come il Movimento 5 Stelle infatti, la Corte Europea ha deciso, in linea con le altre norme anticorruzione emanate ultimamente in vista delle nuove elezioni, di agire in modo tempestivo ed efficace contro il generale malcostume fin troppo diffuso tra i politici non solo italiani, ma anche greci e spagnoli.
Secondo l’ordinanza emessa dal Tribunale infatti, tutti i reati di corruzione, concussione mafiosa, peculato e frode fiscale al di sopra del milione di euro, non potranno più beneficiare dell’indulto di pena previso dalla legislatura italiana, avendo dichiarato quest’ultimo “in aperto contrasto con le normative Europee vigenti”. Per questa ragione, molti fra deputati, parlamentari, assessori ed ex-ministri, che avevano patteggiato la condanna favorendo appunto di questa riduzione gratuita di pena, si ritroveranno a dover scontare per intero i termini delle sentenze dei rispettivi tribunali.
Ad aggravare il quadro c’è inoltre un importante inasprimento retroattivo delle condanne, che prevedono ora l’impossibilità di richiedere gli arresti domiciliari qualora l’imputato abbia ricoperto cariche pubbliche in concomitanza con il reato commesso, norma alla quale i tribunali italiani in particolare saranno obbligati a fare riferimento, pena pesantissime sanzioni dall’Unione Europea stessa, che minaccia l’espulsione dell’Italia qualora non sottostia alle norme.
Nel frattempo però molti politici corrono ai ripari: l’ex presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, l’ex segretario della Lega Roberto Maroni, ed il deputato del NCD Roberto Formigoni avrebbero già fatto le valigie per l’estero, e sarebbero fuggiti nella notte per il Libano, dove già si trovano il senatore Marcello Dell’Utri e l’ex ministro Claudio Scajola. Indiscrezioni e voci di palazzo parlano di un vero e proprio “esodo di massa” di molti altri politici, i cui nomi non sono ancora stati resi noti, verso località come il Brasile e l’Argentina, riportando alla memoria la fuga dei gerarchi nazisti dopo la caduta del Terzo Reich.